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famigliaRacconti Gay

Sverginare un ragazzo

By 18 Giugno 2025One Comment

Livio abitava nella palazzina di fronte alla mia. Lo conoscevo da sempre, aveva due anni meno di me. Viveva con sua madre che era una cinquantenne ancora piacente e molto gentile e riservata. Vivevano da soli, lei non aveva marito. Livio frequentava il liceo, era un ragazzo piccolo di statura e magro, biondiccio ed aveva una timidezza molto accentuata. Incontrai sua madre nell’Ufficio postale.
– Roby – mi disse – aspettami quando hai finito qui, devo chiederti una cosa.
Quando uscì ci avviammo verso il nostro rione passando per il parco.
– Roby, ho un problema per Livio. Lui studia, è volenteroso, ma si è inceppato con la matematica. Tu sei bravo e forse potresti dargli un aiuto, magari seguirlo finché non si riprende. Mi aiuti?
– Signora Luisa, credo di poterlo fare, forse ha solo bisogno di una piccola spinta.
– Vieni da noi, se sei ibero in pomeriggio e ne parliamo insieme con lui.
Per fortuna in quel per4iodo non avevo esami imminenti. Gli feci tre lunghissime lezioni sgrippandogli il cervello e correggendogli delle cose che aveva male imparato. Dovevo insegnargli a studiare, era questo il suo limite e cominciai a vedere dei cambiamenti. Quando svolgevamo esercizi si sedeva accanto a me e cercava un contatto fisico. Pensai che era il bisogno di sentirsi protetto, ma poi mi carezzava il braccio nudo della maglietta con una delicatezza che cominciava a farmi pensare ad altro. Allora volli provocarlo.
– Livio – gli chiesi – tu mi vuoi bene?
– Tantissimo – disse – a volte ti sogno. Vorrei che fossimo sempre insieme.
Lo accarezzai sui capelli e lui si avvicinò con le labbra alle mie. Capivo cosa voleva, ma ero perplesso; non avevo mai avuto storie o esperienze con un altro maschio. Lo baciai in bocca e lui non volle che ci fermassimo, dovetti staccarlo da me.
– Sai cosa sogno? – disse – di essere la tua ragazza.
– Non ripetere mai a nessuno questa cosa.
– Si, Roby, lo capisco, ma tu mi fai sentire femminile. Starti vicino mi fa sognare questo.
Quando stavo andandomene trovai la signora Luisa vicino alla porta.
– Domani Livio va alla gita scolastica – gli sussurrò – ma tu vieni lo stesso. Parliamo.
Il messaggio era chiaro quanto insperato.

Venne ad aprirmi; indossava un vestitino molto leggero che lasciava intravedere le sue forme.
– Roby, chiamami Luisa e dammi del tu. In fondo non sono poi così vecchia.
– No, non lo sei. Sei una donna che fa nascere desideri.
– Si, me ne sono accorta dal tuo sguardo in questi giorni. Non baci una vecchia signora?
– Il bacio che vorrei da te non è un bacio di sfuggita.
– Allora dammelo, lo voglio.
Ci baciammo a lungo e sentivo il suo corpo sul mio.
– Roby – disse – se mi vuoi scopare, lo voglio anch’io. Vieni di là.
Fu lei a sbottonarmi la camicia e mi fece sentire il ruvido della sua lingua sui capezzoli mentre passava la mano sulla mia patta. Poi si allontanò di qualche passo w si tolse il vestitino: sotto era già nuda. Mi spogliai in un attimo e lei era già sul letto e teneva le cosce aperte.
– Vienimi dentro, Roby. E’ da tanto che lo desidero.
Non pensavo che una donna come lei potesse avere dentro passione, tenerezza e libidine. Lei conosceva l’amore e sapeva come dare piacere ad un uomo mentre lui la stava scopando. L’emozione mi ritardava l’orgasmo e ci volle molto per farmi venire. Lei ebbe un orgasmo molto forte, si torceva sotto il cazzo, affannava.
– Così – diceva – continua. Spingi forte, fallo entrar tutto… che bel cazzo che hai, Roby, bello davvero. Vienimi dentro, voglio sentirti godere nel mio corpo.
Anch’io ebbi un orgasmo molto forte e lungo, una sensazione incredibile.
Andammo insieme nel bagno a lavarci, lei mi disse di aspettare e poi volle lavarmelo lei, carezzandolo sul glande.
– Roby, non pensavo che ce lo avessi così grosso. E’ bellissimo ed avrò nostalgia finché non potremo farlo di nuovo. Sei contento di me?
– Tantissimo, Luisa, sei una grande donna. Ma ti vorrei ancora e sto pensando come possiamo fare ad incontrarci.
– Troveremo il modo. Ho ancora tante cose da insegnarti dell’amore. Come va con Livio?
– Luisa….lui….
– Lo so, a lui piacciono i ragazzi ma non le ragazze, ma finora è stato molto timido per tentare. Roby, con lui de3vi aiutarmi e non solo per gli studi. Lui ha bisogno di un amico come te.
– Mi stai chiedendo qualcosa…?
– Solo, se vuoi, di dargli quello che desidera. La sua depressione dipende da questo. Ma avremo tempo. Vedi, Livio vuole cominciare a vivere come se lo sente, ma non ha il coraggio di cominciare. Tu sapresti come liberarlo dalla sua timidezza. Con te lui farebbe tutto ciò che gli dici di fare. Io lo voglio felice, ma so che può esserlo soltanto seguendo la sua inclinazione. Ti prego, tu glielo faresti vivere senza traumi. Aspettiamo l’occasione adatta ma nel frattempo coltivalo.
Riprendemmo le lezioni il lunedì, Solo a vederla Luisa mi eccitava, sentivo di desiderala, era nei miei pensieri.
Livio si sedette accanto a me e gli misi il braccio intorno alla vita.
– Roby,…io
– E’ così che tengo la mia ragazza. Vorrei almeno per una volta farti essere la mia ragazza. Non mi dai un bacio?
Si gettò su di me baciandomi in bocca ed io presi la sua mano e gli feci toccare il mio cazzo che si era fatto duro.
– Roby, come è bello. Sei così per me?
– Si. Mi succede anche quando bacio la mia ragazza. Non possiamo fare altro, c’è Luisa di là.
L’occasione che aspettavamo giunse. IL matrimonio di un cugino di mio padre che viveva in un altra città.
– Luisa, partono domani pomeriggio.
– Vieni stasera, passerai la notte con noi.
– Luisa ma io e te…..?
– Ci sto pensando, lasciami fare. E poi fai tutto quello che ti dico.

Appena entrato c’erano tutti e due ad aspettarmi.
– Livio era impaziente per il tuo arrivo. Avanti, dagli un bacio, come quello che vi siete dati l’altro giorno. Vi ho visti, sembravate due amanti e tu lo baciavi come fosse una ragazza. Avanti, se vi piace, fatelo.
Presi Livio e lo baciai in bocca.
– Bravi ragazzi: è così che vi voglio. Io sono la vostra complice e di me non vi dovete vergognare.
Ci sedemmo sul divano e Luisa mi disse:
– Continuate ancora, le cose poi vengono da sé. – ma prese la mano di Livio e la mise sulla mia patta.
– Toccalo- disse al figlio – e dimmi de lo desideri. Roby, faglielo toccare sulla carne.
Aprii la cerniera della patta ed io lo misi fuori, quasi duro. Livio lo prese in mano , era emozionatissimo, e cominciò a muovere la mano per una lieve masturbazione.
– E’ bello, vero? – disse Luisa – Lui è un bel maschietto. Avanti, piccolo, bacialo. – lo diceva mentre lo spingeva sulla nuca per farlo avvicinare – Non avere vergogna, è amore, ed io sono tua madre che vuole vederti felice. Prendilo in bocca.
Livio non ebbe bisogno di istruzioni; la passione gli faceva fare cose che il desiderio di darmi piacere gli suggeriva. Poi Luisa lo fermò.
– Bravo, piccolo, ma non adesso; aspettiamo di essere nel letto.

Livio si spogliò con l’aiuto della madre. Il suo corpo era glabro, la pelle bianchissima, le natiche rotonde che si continuavano in un paio di cosce belle.
– Avanti, Roby, dillo: non è più bello di una ragazza? Non si fa desiderare?
Era vero, e la voglia di sverginarlo andava crescendo. Ci baciammo ancora mentre lo abbracciavo. Oramai non avevo più inibizioni, mi misi alle sue spalle, con i corpi a contatto e lo baciavo sul collo. Gli mettevo il cazzo in lungo, verticale tra le natiche e lo facevo passare anche sull’ano. E Luisa cominciò a spogliarmi.

– Livio, ti senti pronto?
– Roby, si, fammi tuo, ma non farmi molto male.
Gli passai il gel tra le natiche ne spinsi un po’ dentro col dito. Luisa lo fece mettere in ginocchio sul letto e con le spalle sul materasso.
– Roby, spingi – mi disse Luisa – non farlo aspettare ancora. Lui lo vuole nel culo, daglielo.
Lo presi per i fianchi e spinsi per fare entrare il glande.
– Ahia, Roby, fa male così.
– Piccolo – disse Luisa – devi resistere, deve entrare tutto. Rilassati, stai morbido e vedrai che è più facile – poi mi sussurrò – Rompilo, allargalo, è così che deve essere. E0 stato così anche per me. Il culo non si rompe, solo lo sfintere anale, poi si dilata e lo vuole. Spingi, Roby, entragli tutto. Dopo sarà felice di esserselo fatto fare. – poi disse al figlio – Livio, vuoi che smetta?
– No, mamma no, lo voglio, mi fa sentire femmina. Non fermarlo.
Glielo spinsi tutto dentro e l’attrito del glande con la carne mi bruciava. MI fermai e poi ripresi lentamente; lo facevo uscire tutto e poi lo forzavo di nuovo per entrare.
Luisa toccò il suo cazzo.
-Roby, sta cominciando a diventargli di nuovo duro. Chiavalo, fallo felice.
– Luisa, dovrebbe venire adesso mentre p penetrato. Non puoi aiutarlo?
– Si. Da bambino lo masturbavo per gioco. Glielo faccio e tu aspetta che lui venga.
Luisa lo fece venire e sentii il suo ano stringersi intorno al mio cazzo. Allora finii di chiavarlo e gli venni nel culo.

Luisa gli mise acqua fredda e poi volle lavare il mio cazzo.
– Lo sai che lo adoro – mi sussurrò vicino al lavandino – Ora mandiamolo a letto e pensiamo a noi due. Se vuole che tu glielo faccia di nuovo dovrà accettare che io e te…. ma vedrai…. massimo una settimana comincerà ad uscire coi ragazzi. Oramai si è accettato per come è, l’ho sentito felice. A te è piaciuto, vero?
– MI ha irritato il glande, era molto stretto. E sto desiderando una cosa.
– Dimmela.
– Mettiti con le cosce aperte, ho voglia di sentire il sapore della tua fica.
– Così mi fai innamorare e sarebbe quasi un incesto, in fondo sono come tua suocera e tu come il marito di mio figlio dato che gli hai sverginato tu il culetto, come ad una ragazza vergine. Ma sai che ho notato? A te piaceva anche toccare il suo cazzo mentre lo inculavi. Forse vorresti toccarglielo mentre scopi con me? Non ci vedo niente di male se ti piace.

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