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Troia al centro commerciale

By 18 Gennaio 2022No Comments

Questa ê un’opera di fantasia, per cui luoghi e personaggi incontrati sono frutto della mia immaginazione. Buona lettura.

Quel pomeriggio passato con Matteo rappresentò per me un punto di svolta.
A torto o a ragione, avvertivo la consapevolezza di possedere una femminilità straripante, in grado di eccitare qualsiasi maschio. L’esperienza vissuta con mio cugino, l’eccitazione derivata dal venir deflorata con quell’enfasi, scioglieva in me ogni inibizione. La voglia immensa di sentirmi femmina era diventata per me come una droga che mi impediva di pensare ad altro. Ero decisa a voler rivivere presto quel tipo di emozioni.
Tuttavia, nonostante i buoni propositi con cui ci eravamo lasciati, nei giorni seguenti non ci furono molte occasioni di incontro a tu per tu con Matteo, a parte qualche battutina in classe e delle fugaci toccatine nei bagni di scuola.
Un giorno riuscii a fargli anche una veloce pompa, ma rimasi con la voglia, mentre lui si svuotava nella mia bocca.
Giorno dopo giorno cresceva in me la voglia di arricchirmi di nuove avventure e cominciavo a stancarmi di rapporti fugaci ed esclusivi con lui.
All’epoca vivevo ancora con i miei e mia sorella. Spesso sbirciavo nel guardaroba di quest’ultima, ma trovavo ben pochi vestiti e lingerie di mio gusto. Dovevo assolutamente trovare il modo di procurarmi da sola tutto quello che mi occorreva. L’occasione si presentò in occasione di uno sciopero a scuola, tanto inaspettato quanto opportuno, che mi permise di dedicare l’intera mattinata allo shopping in un centro commerciale. Ne scelsi uno distante a sufficienza da luoghi familiari, per essere al riparo da occhi indiscreti. Ero vestita con abiti maschili ma ero riuscita a truccarmi leggermente gli occhi e le guance, prima di uscire, attingendo furtivamente al beauty case di mia sorella. In questo modo, con i capelli sciolti, la totale assenza di peli e con la mia innata femminilità, potevo benissimo essere scambiato per una ragazza.
Arrivata a destinazione, acquistai subito un intero set di trucchi e deliziosi campioncini di essenze estremamente femminili. Mi diressi, poi, verso un negozio di intimo la cui vetrina aveva attratto la mia attenzione. Un manichino metteva in mostra una mise estremamente sexy: autoreggenti nere velate con riga posteriore ed un notevole completino, anch’esso nero, costituito da tanga e reggiseno imbottito, rivestiti di perline e paillettes luccicanti. Non seppi trattenermi dall’entrare e acquistare subito quel capolavoro di sensualità.
Comprata anche la lingerie, non restava che il vestito e le scarpe per farmi sentire nuovamente femmina al 100%.
Mi diressi verso un grande negozio che mi colpì, soprattutto per la presenza di un commesso davvero notevole. Non so come, forse per la crescente eccitazione che mi invadeva dopo i recenti acquisti, decisi di avvicinarmi a lui e, tentando di non arrossire, gli dissi con la voce più femminile che potessi: “Sto cercando un abitino molto provocante e
delle scarpe con il tacco più alto che riesci a trovare…sono per me”. Dapprima mi guardò con sorpresa, poi volse rapidamente lo sguardo intorno a lui ed infine tornò a guardarmi con un’espressione indecifrabile: “Capisco…ho qualche cosa da proporle…ma immagino che voglia un pochino di privacy”. Annuii.
Mi propose di seguirlo nel magazzino del negozio ed, indicandomi uno stanzino all’interno di esso, mi disse:”Qui potrà provarsi tutto quello che vuole in totale libertà”. “Grazie sei gentilissimo, ma dammi pure del tu caro…mi chiamo Lycia” risposi cinguettando e facendogli l’occhiolino. “Piacere, sono Manuel e, se posso rivolgermi a te come ad una ragazza, ti dico che sono molto curioso di vederti con l’abito e con le scarpe che avevo intenzione di farti provare…sempre che tu mi permetta di rimanere”. La situazione cominciava a farsi interessante ed io colsi subito la palla al balzo: “Assolutamente si, mi fa piacere se rimani…sai, ho anche una sorpresina. Intanto vai a prendermi il vestitino e mi raccomando…molto sexy”. “Mmmm…vedrai che saprò accontentarti Lycia” disse allontanandosi immediatamente dopo.
Rimasta sola nello stanzino chiusi la porta e diedi un’occhiata attorno a me. L’ambiente non era grandissimo ma confortevole. C’era uno specchio enorme che copriva quasi un’intera parete; il pavimento era rivestito da una morbidissima moquette beige; la luce era soffusa e nell’aria si respirava un inebriante profumo di vaniglia.
Immersa in quell’atmosfera tirai fuori lentamente dal mio zaino la lingerie ed il trucco. Indossai i capi con cura e cominciai a truccarmi davanti allo specchio. Presto tornò il commesso e bussò alla porta “Lycia ti ho portato sia le scarpe che il vestito…posso passarteli”. “Si caro, dammeli al volo ma non guardare ancora”. Dalla porta socchiusa spuntò la mano di Manuel che afferrava il paio di scarpe ed il vestito. Li presi entrambi prima di richiudere la porta.
Il vestitino era un tubino nero bellissimo, molto corto ed attillato che lasciava scoperte le spalle. Le scarpe erano dei décolleté neri con suola rossa e tacco 15.
Finito di truccarmi indossai il tubino e le scarpe, sciolsi i capelli, misi un pochino di profumo e mi guardai nuovamente allo specchio. Non riuscivo a credere ai miei occhi: di fronte a me c’era una donna bellissima come mai prima di allora: i miei occhi erano contornati da sopracciglia sottili, matita nera e mascara; le miei guance senza imperfezioni e le mie labbra carnose rese ancor più desiderabili da un rossetto rosso vermiglio.
Il reggiseno imbottito mi donava ulteriore femminilità. Il vestito faceva intravedere l’orlo delle autoreggenti ed esaltava le curve del mio posteriore.
“Sei ancora lì Manuel”, “Si Lycia…dai esci, vediamo questa sorpresa”. Trattenni il fiato per l’emozione ed uscii.
Appena mi vide Manuel sgranò gli occhi:”Non ci credo, che pezzo di figa…ohh…scusa”, “No, no…non ti preoccupare, anzi, continua: mi piacciono i complimenti…specie da uno come te” gli dissi lusingata. “Devo ammettere che sei davvero molto sexy, hai un culo da favola…e pure una bell’aria da troia”. Manuel, da scopatore navigato, mi aveva capito subito: “Mmm…sai caro, sono contenta che vai dritto al sodo…non immagini da quanto sto cercando un vero maschio che sappia apprezzare la mia femminilità”. Così dicendo mi avvicinai a lui e, senza pudore, gli posai la mano sul pacco. “Aspetta piccolina…meglio chiudere a chiave la porta” si raccomandò spingendomi nello stanzino.
“Che ne dici se ti presento un mio amichetto Lycia” incalzò Manuel togliendosi i pantaloni ed estraendo una verga di almeno 20 cm. Alla vista di quel membro impazzii dalla lussuria: “Non potrei chiedere di meglio tesoro” dissi accucciandomi a terra e cominciando a segarlo. Era già turgido e la mia mano scivolava delicatamente su tutta l’asta mentre pregustavo ipnotizzata il suo sapore. “Dai che aspetti a farmi provare la tua bocca vogliosa”, “Subito caro…te lo faccio diventare di marmo a colpi di lingua”. Detto ciò accolsi il suo membro in bocca e cominciai a pompare lentamente, insistendo sulla cappella, baciandola e ciucciandola dolcemente. Poi aumentai il ritmo ingoiando tutto il cazzo e riempendomi la gola. “Mmmmmmm…si così Lycia…che brava che sei, che gran bocchinara…ciuccia dai non ti fermare…leccami le palle adesso…siiii dai” comiciavo ad essere sempre più annebbiata dell’eccitazione e Manuel lo sapeva.
Improvvisamente sentii bussare e mi bloccai di colpo. “Chi c’è qui” disse una voce fuori dalla porta: “Manuel sei tu”. “Si Rocco sono io, ma non te ne andare…anzi entra pure”. Non riuscivo a credere a quello che stava succedendo e rimasi impietrita da quella risposta.
Manuel aprì la porta ed entrò un altro ragazzo. Era alto almeno 1.90 m. ed esibiva un enorme fisico palestrato sotto ad una maglietta aderente. Da subito ne rimasi irrimediabilmente attratta. “Sorpresa” disse “tu sei Lycia vero…devi sapere che io e Manuel condividiamo tutto in questo negozio, specie le troiette come te…mentre ti facevi bella è subito venuto ad avvisarmi”. Ero ancora accucciata con in mano il fallo di Manuel ed inebriata dal sapore di maschio in bocca che impediva qualsiasi mia capacità razionale. “Non vorrai mica farti pregare” aggiunse Manuel “tanto lo sappiamo che è ciò che vuoi”. Ammisi dentro di me che aveva ragione, inoltre ero troppo eccitata per tirarmi indietro, per cui sorprendentemente dissi “Be’ cosa aspettiamo…fatemi godere come una troia”. In men che non si dica mi tolsero il vestito e mi strapparono il tanga violentemente. Rimasi cosi in scarpe, autoreggenti e reggiseno. In seguito si denudarono totalmente. La vista era mozzafiato: entrambi avevano dei fisici possenti, ma la sorpresa più gradita fu nello scoprire le dimensioni asinine del cazzo di Rocco. Era in semi erezione e già così era lungo almeno 26 cm. con un diametro spaventoso. Mi presero subito con forza facendomi accucciare di nuovo a terra. In men che non si dica mi offrirono i loro uccelli da imboccare ed io lo feci avidamente alternandoli.”Dai zoccola ti devono fare male le mascelle prima di smettere” mi apostrofo’ Manuel. “Ancora puttana…apri bene la bocca che ti arrivo in gola” incalzò Rocco spingendomi e forzandomi dietro la nuca per ingoiare quanto più cazzo potevo. “Siii” gridai in preda all’estasi staccandomi per un momento dall’asta di Rocco “scopatemi in bocca…che buoni i vostri cazzoni”. “Ti piacciono vero bella pompinara…ma ancora devi farci godere a dovere…mettiti a pecora mignotta che comincio a sfondarti il culo mentre continui a ciucciarlo a Rocco”.
Detto questo Manuel mi impose di posizionarmi carponi mettendosi dietro di me.
Mi diede dapprima una sonora sculacciata e poi cominciò a leccarmi il buchino mentre io non interrompevo il ritmo della pompa sul cazzo di Rocco. “Siii mi piace…mettimelo in culo presto…sbattimi con forza…riempimi tutta”.
Manuel sputò sul buchetto e preparò la penetrazione infilando un paio di dita. Una volta terminato il lavoro appoggiò la cappella dicendo:”Tieni puttana…in un sol colpo”. Entrò potentemente riempiendomi tutto il retto ed allargandomi oscenamente il culo: “Aaahhhh, siiiii sei dentro…continua…continua infineee”. Manuel mi stava inculando sconquassando tutti i miei sensi ed io inarcavo la schiena il più possibile per godermi da cima a fondo quella splendida cavalcata.
Avevo voglia di urlare tutto il mio godimento ma dalla mia bocca uscivano solo mugolii in quanto era totalmente riempita dall’enormità del cazzo di Rocco.
Palesemente quest’ultimo era un amante del deapthroat: continuava a tenermi per i capelli godendo a forzare la penetrazione, schiaffeggiandomi sul viso e fregandosene dei miei frequenti conati e di qualche accenno alla calma. Mi urlò in modo autoritario: “Ingoialo tutto baldracca, fino alle palle…stai zitta e ciuccia cagna”. Quasi soffocavo ma non gli avrei mai chiesto di smettere. Con la coda dell’occhio vedevo la bellissima scena riflessa allo specchio: i due tori mi stavano usando come la più laida delle troie in cui svuotarsi le palle ed a me piaceva da impazzire.
Ad un certo punto Rocco decise di tirare fuori dalla mia bocca il suo membro ed iniziò a darmi colpi di cazzo sulle labbra e sulle guance:” Ti piace il mio uccello vero…adesso lo proverai nel culo fino in fondo” e poi aggiunse rivolgendosi all’altro stallone “Hey Manuel…diamoci il cambio che voglio impalare questa zoccola a smorza candela”, “Va bene Rocco” rispose Manuel dandomi un’altra sculacciata e tirando fuori il suo arnese. A quel punto Rocco sì distese a terra ordinandomi di sedere sul suo cazzo. Eseguii subito il comando, volgendogli le spalle e cominciando a sedermi lentamente su quel gigantesco palo di carne: “Oooohhhh…che belloooo è enorme” esclamai. Non avevo mai preso un pene di quelle dimensioni e la sensazione era indescrivibile: sentivo le pareti del retto stirarsi a dismisura dandomi intensissime botte di piacere. Mentre cavalcavo quel cazzo mi sentivo in estasi. Manuel intanto venne ad offrirmi la sua mazza reclamando la sua dose di piacere. La afferrai vogliosa e cominciai a pomparlo forsennatamente mentre Rocco mi teneva i fianchi spingendo il cazzo dentro fino al pube. “Siiii…godo…riempite tutti i miei orifizi…sono la vostra troia” gridai. Manuel cominciò a rilasciare qualche goccia di sborra mentre lo segavo e sbocchinavo. Aveva un buonissimo sapore e lo leccai ingolosita:” Brava Lycia, prendi il tuo assaggino che tra un po farai il pieno…oggi sarai il nostro sborratoio”. Andammo avanti un bel po a goderci questa posizione, poi Rocco propose a Manuel:” Che ne dici se le facciamo una doppia penetrazione”, “Io ci sto se la mignotta tiene”…”Hai sentito Lycia…dai sdraiati su Rocco che provo a mettere anch’io il cazzo in quel culo da troia”. Avevo abbandonato ogni remora già da quando ero entrata nel magazzino per cui dissi mentre mi sdraiavo:”Va bene ragazzi, ma fate piano mi raccomando”. Ero messa supina con la schiena sul torace di Rocco, ancora impalata al suo membro. Mi prese le cosce sollevandole allargate ed offrendo a Manuel la possibilità di entrare col suo uccello. “Dai maschione mettimelo…inculatemi forte”. Non se lo fece ripetere e dopo qualche tentativo riuscì ad entrare. Il dolore fu lancinante come se fossi sverginata per una seconda volta, ma durò poco lasciando presto spazio ad un piacere senza fine. “Aaaaahhhhhmmmm…siiiiii, sbattetemi…vengo col culooooooo” urlai mentre un orgasmo di intensità pazzesca mi fece quasi svenire. “Adesso tocca me puttana” disse Manuel venendo a mettermelo in bocca di nuovo: “Voglio che ti ingoi la mia sborra”. Lo accolsi in fretta tra le mie labbra appena in tempo per venire inondata da un mare di sborra bollente che deglutii fino all’ultima goccia. Rocco aumentò il ritmo dell’inculata fino e di lì a poco gridò:” Ti sborro in culo zoccolaaaaa…aaaahhhhhh” lunghi fiotti mi riempirono il retto abbondantemente. Mi sentivo esausta ma totalmente appagata. Rocco tolse il cazzo ed un fiume di sperma cominciò ad uscirmi dal buchino. “Tieni Lycia, non scordarti questa” mi disse il maschione raccogliendola con le dita e portandomela alla bocca. Leccai con gusto anche quella.
“Siete stati fantastici ragazzi e mi avete fatto godere come mai prima d’ora…direi che presto potremmo ripeterci”, ” Puoi contarci…sei una femmina rara e non vogliamo che scappi via” disse Rocco. Ci rivestimmo e scambiammo i numeri di telefono. “A presto allora Lycia…il vestito e le scarpe lo offriamo noi” disse Manuel.
Li salutai ringraziandoli per la splendida scopata e facendogli l’occhiolino.

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