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OrgiaRacconti erotici sull'IncestoTrio

Cervo a primavera

By 27 Maggio 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

La mattinata iniziò bene.
Erano le cinque e fuori faceva ancora freddo ma io ero al caldo con Elisabetta. 22 anni, alata uno e novanta, seno bello massiccio.. Settanta chili di tettone, gambone e tatuaggi sparsi ovunque.
Quando il pomeriggio precedente ero entrato in quel bar più che altro per fare una pisciata neanche l’avevo notata nascosta dietro al bancone. Giusto una fugace occhiata a una ragazza con gli occhiali, i bicipiti un po’ troppo mascolini e qualche complesso mentale visti i troppi tatuaggi che le riempivano praticamente entrambe le braccia dalla spalla al polso.
Poi però, dopo la pisciata, quando mi ero seduto e mi aveva portato un cappuccino senza cacao ammetto che sotto si era smosso qualcosa.
Quelle gambe certo un po’ grosse erano fasciate da un velatissimo collant trasparente e una minigonna cortissima nascondeva praticamente nulla.
Così mi ero intrattenuto nel bar molto più di quanto avrei pensato. Avevo tirato fuori il Mac dalla borsa e mi ero messo a scrivere.
La cosa doveva averla incuriosita perchè dopo un po’ con la scusa di spreparare il tavolo mi accennò un ‘che scrivi di bello?’.
‘Niente ho il vizio di mettere insieme romanzi. E’ la mia droga’.
‘A sei uno scrittore?’.
‘Si una specie’.
‘A bravo’ e si allontanò mostrandomi di nuovo la parte posteriore col suo bel culo grosso ma sodo e quelle gambone nei collant che erano uno spettacolo. Naturalmente anche sulle gambe tatuaggi a raffica ma non mi importava.
Scrissi due capitoli in un’ora consumando altri due cappuccini e ogni volta mi godetti la sua sfilata. Avevo persino voglio di farle una foto col cellulare ma penso se ne sarebbe accorta.
Finalmente alle cinque arrivò una nanetta piatta e troppo truccata che mi sarei chiavato giusto per pietà e che prese il posto della bella ragazzona tatuata.
Così intuendo che il suo turno era finito ramazzai in fretta armi e bagagli, pagai e salutando gentile uscii.
Mi misi vicino al muro a fumarmi una sigaretta ma dopo venti minuti ancora nulla… Al bancone la nanetta serviva da bere e si preparava per l’apericena ma della ragazzona nessuna traccia.
Attesi ancora dieci minuti e poi mi rinunciai anche perchè avevo finito le sigarette.
Così mi infilai sotto ai portici dove c’era una volta una tabaccheria sperando di trovarla ancora aperta.
Sorpresa delle sorprese mi servì una signora sulla cinquantina abbondante, bionda, rubiconda e con due tettone che parevano due missili…
‘Buongiorno’ disse gentilissima.
‘Salve… Volevo due Chesterfield blu grazie’.
Me le diede. ‘Serve altro?’.
Sorrisi…. Si mi sarebbe davvero servito altro da lei……

Eravamo sul letto, la bionda, Germana la tabaccaia a pecorina tutta nuda con le enormi poppe che ciondolavano avanti e indietro. Io dietro, in groppa al suo bel culone che pompavo come un pazzo nella sua fica umida.
Era bastato fermarsi in tabaccheria a fare quattro parole per intuire che ci sarebbe stata. Era la classica milfona matura, ancora piacente e calda ma trascurata dal marito e vogliosa di un po di trasgressione….
Approfittando che la tabaccheria stava per chiudere e che quella sera il marito era assente avevo gettato l’amo da professionista della trasgressione quale sono e lei, come previsto, lo aveva subito afferrato.
Adoro le sposate perchè vanno dritte al sodo. Sanno di avere poco tempo a disposizione e vogliono usarlo tutto nel modo più proficuo.
Il suo appartamento in più era proprio sopra alla tabaccheria e ci avevamo messo un attimo a salire, spogliarci velocissimi e andare a letto…

Ogni tanto Germana guardava l’orologio, già aveva premesso che il marito sarebbe tornato per la mezzanotte quindi, ‘massimo le undici dobbiamo concludere…’
Non so se lo avesse detto come monito o come speranza visto che quando aveva tolto le mutande erano le otto meno dieci. Aspettarsi una prestazione di tre ore continuate non era certo normale…
Per fortuna io normale non lo sono mai stato e giusto ieri con mia zia di ore ne avevamo impiegate addirittura quattro…
Diciamolo pure: sono uno che si tiene in allenamento.

La sensazione era che non fossi il primo a far compagnia a Germana la tabaccaia ma non mi importava molto. Se si dilettava a cornificare il marito non era un problema mio.
Faceva dei pompini fantastici e con quella latteria che aveva era davvero un piacere scivolare avanti e indietro mentre lei succhiava la cappella con tutte le sue forze…. Quando le sborrai in faccia non diede in alcun modo a vedere che le dispiacesse anzi vidi che mandava giù lo sperma senza troppi problemi.
Anche per quello mi sentii in dovere di ricambiarle il favore e dopo una seconda pecorina che le procurò non meno di tre orgasmi mi misi di fianco a lei e le feci un lavoretto di lingua alla figa che, a giudicare dai rantoli le stava piacendo tantissimo…
‘Sentiti pure libera di succhiare anche tu’ sussurrai suggerendole il 69.
‘No scusa ma quando vengo mi scappa da mordere… Ho paura che se te lo prendo in bocca ti faccio male…’.
‘Bhe allora lascia stare’ non era certo il caso di farsi staccare il cazzo a morsi da questa porcellona. Così mi limitai a bere dalla sua figa quando l’orgasmo la fece colare come una cascata…

Però una cosa, visto che erano appena le dieci e un quarto, la volevo. Una chiusura in bellezza. Allungai la lingua fino al suo buco del culo e inizia a leccarla e a infilarle dentro la punta… ‘Ummmm che fai porcellone?’.
‘Ti piace vero porcellina?’.
‘Ummmm si….. Stupendo’ mugugnava Germana mentre la lingua le entrava sempre più nel buchetto del culo.
‘Vorrei metterci qualcosa di più grosso….’ dissi tra una leccata e l’altra…
‘Ma che porcone che sei…. Ma mica ci passa dai….’.
‘Si può provare’ dissi mentre scivolavo in posizione dietro di lei.
‘Guarda che se mi fai male ti do uno schiaffone…’ disse ridendo.
‘Tranquilla faccio piano piano…’.
‘Per me ce l’hai troppo grosso per fare ste cose’ aggiunse ma io, da dietro mi ero già sputato sulla cappella e gliela stavo passando piano piano fra le chiappe….

‘Allora cosa ne dici adesso?’ chiesi mentre aggrappato ai suoi fianchi muovevo il cazzo su e giù per il suo culo come un forsennato.
‘O si…. O madonna…. Mai goduto così tanto….. non fermarti non fermartiiiiii’.
Ci avevo messo una quindicina di minuti a infilarlo piano piano facendo spaccare il più delicatamente l’anello anale. Avevo proseguito con pazienza e attenzione chirurgica dandole il tempo di abituarsi a ciò che le strava entrando dentro e ora era tutto un piacere….
‘O si…. Inculami…. Inculami ancora’ belava la donna ormai preda dei suoi più bassi istinti.
Io tutto convinto avevo aumentato ancor il ritmo, i coglioni mi ribollivano ed ero pronto a farle un clistere di sborra quando ci trovammo davanti un uomo che ci fissava.
‘Sei proprio una puttana!’ disse e sputò sul pavimento con tutta la rabbia che aveva.
L’uomo, chiaramente il marito, era un ometto piccolo, pelato di sessantanni buoni. Non che temessi che una mezza sega così potesse farmi del male ma non si sa mai, in queste situazioni è un attimo che salti fuori un coltello e una pistola..
Lento tirai fuori il cazzo dal culo di Germana e mi scostai un po mentre lei dalla pecora passava ad una più dignitosa posizione seduta.
‘Pure nel culo te lo fai mettere puttana!’
‘Pino vattene lasciami sola!’.
‘No che non me ne vado. Questa è casa mia, pagata io e tu invece di tenerla pulita ti porti a casa i superdotati e ti fai montare nel nostro letto. Puttana!’.
Bhe lieto che avesse notato i miei 30 centimetri di verga anche se al momento avrei preferito metterli in fretta in un paio di pantaloni.
‘Piantala. La colpa è tutta tua!’ sbraitò la donna.
‘Mia? Io non ti ho mai tradito troia…. mai andato a donne… Mai infilato in un’altra figa!’.
‘Balle…. E allora dove te ne vai due sere a settimana. Guarda che si sente che hai sborrato. Lo vedo quando lavo le mutande che ti sei svuotato in giro. Lo neghi porco?’.
‘Io non devo negare niente. Sei tu che sei nuda. Sei tu che eri a pecora come una vacca’ mormorò lui scuotendo il capo.
‘probabilmente non sono figa come quelle che vai a farti tu vero? Cosa ho che non va? Sono vecchia? Grassa? Brutta? Forza dillo… Dillo perchè sono tre anni che non mi tocchi’.
‘Smettila piantala non ci sono altre donne’.
‘Ma piantala bugiardo…. ti ho fatto cornuto e sono pure contenta sappilo’.
‘Sei solo una troia’.
‘E tu un puttaniere. Questo è solo lavoro tuo sappilo. Tu che non sei più soddisfatto di me…. E io me ne sono trovato un altro, uno che queste tettone e questa figa le sa apprezzare’.
‘Ecco appunto lui le sa apprezzare… io no!’ scattò lui ormai al culmine.
Io da una parte della stanza facevo la mia migliore imitazione di un soprammobile. Un soprammobile col manico visto che ero ancora in piena erezione e non c’era verso che si placasse.
‘Ma che cazzo stai dicendo coglione?’ urlò lei mentre si infilava un paio di pantaloni felpati.
‘O cazzo ma allora non capisci….’ si avvicinò e temetti che volesse colpirmi. Per un attimo chiusi gli occhi. Uno schiaffo, non troppo forte ero anche disposto a prenderlo senza reagire ne aveva penso il diritto.
Ma non arrivò. Invece sentii di botto una cosa calda che mi avvolgeva le parti basse… Aprii gli occhi e lo vidi che mi faceva beatamente un pompino.
Ed era pure bravo.
Guardai Germana che aveva gli occhi spalancati e pareva non respirasse più.
‘Ma che fai?’.
Lui tolse la bocca ma me lo tenne per una mano segandomi ‘Mi piace l’uccello cara…. Non hai ancora capito che mi piace l’uccello’.
Germana si portò le mani alla testa disperata ‘Ossignore benedetto ho il marito ricchione’.
La guardò con tutta la rabbia che aveva in corpo ‘Si brava dillo. Dillo forte che sono frocio, che sono ricchione, che mi piace il pisello, che lo prendo nel culo…. O si che bello. Che liberazione finalmente l’ho detto’.
‘Ecco perchè tutte quelle cose…. Tutti quei metterti il dito nel culo mentre scopavamo e quella volta che ti volevi far infilare la zucchina….Sei proprio un frocio!’.
‘Già e guarda qui’ aprì i pantaloni e li calò in un sol colpo. Sotto non aveva le mutande. L’uccello piuttosto piccolo era però duro e in tiro. Il peggio però per la donna era che lungo le gambe il marito indossava un paio di calze nere autoreggenti di nylon.
‘Le mie calze!’ sbottò la moglie.
‘Stanno meglio a me fidati’. None era frocio era proprio parecchio checca.
‘Quindi è questo che fai due sere a settimana. Vai a prenderlo in culo?’.
‘Si lungo il fiume vicino al terzo ponte dove si riuniscono quelli come me…’.
‘E lo prendi…. cioè insomma te lo fai mettere nel….’ la donna era scioccata.
Lui invece libero da falsi pudori sembrava sempre più sereno ‘Dillo pure. Me lo faccio mettere nel culo e faccio anche un sacco di pompini’.
‘E sei pure bravino’ dissi io.
‘Tu zitto ragazzo a tre gambe che dopo facciamo i conti’.
‘Ma Pino non pensi a cosa succede se ti vedono….Se qualcuno ti riconosce’.
‘Se sono li sul ponte hanno tanto da perdere quanto me tranquilla anzi sai il chirurgo che abita al quarto piano?’.
‘Il dottor Ansaldi?’ sbottò lei.
‘Proprio lui…. Mi ha preso il culo giusto questa sera e non è nemmeno la prima volte’.
‘Sto falso stronzone che proprio stamattina mi ha detto quanto sono bella e attraente… Io stavo quasi per invitarlo e invece quello cercava il tuo culo. Falsone bastardo’.
‘Magari è bisex’ dissi io.
‘Tu zitto e non te lo fare ripetere -scattò Pino- tu troia ora vai via che il nostro amico qui mi deve rifondere dell’offesa’.
‘No che non me ne vado. Tu sei pazzo Pino!’.
‘Allora resta e guarda tanto meglio’ disse lui e in un attimo scivolò sul letto a pecorina.
‘Pino ma sei matto?’.
‘Zitta e guarda mignotta. E tu forza che aspetti?’.
Mi avvicinai…. L’uccello teso già sfiorava il piccolo culo molle dell’uomo.
‘Davvero vuoi….’.
‘Si lo voglio. Lo voglio in culo e tu guarda come si fa puttana che non mi hai mai fatto godere come si deve’.
‘A adesso è colpa mia? Che colpa ho se non ho il cazzo?’.
‘Ci sono gli straphon ma tu non hai mai voluto. Anche con la zucchina non volevi e ridevi quando me l’hai infilata’.
‘Credevo scherzassi Pino’.
‘No che non scherzavo cercavo di godere ma le tue risate erano così umilianti che mi hai tolto anche quel piacere’.
‘Pino io…..’ balbettò la donna ormai senza parole.
‘Forza inculami…. Dai che poi ci dici chi è stato più bravo’.
In effetti la situazione mi aveva eccitato non poco. Mandai un bacino con la bocca a Germana e aprii le chiappe a Pino.
‘Quindi froci tutti e due!’ mormorò la donna.
‘Veramente io sono bisex’ precisai e poi con un colpo di reni lo piazzai nel culo all’uomo. Era sfondatissimo e non feci nemmeno troppa fatica.
Quando Germana vide che cominciavo a muoverlo dentro e fuori al culo di Pino che a sua volta si massaggiava il cazzo con la mano scattò in piedi ‘Non voglio più vedere questo schifo! Vergogna!!!’ e fece per andarsene.
‘Ma vattene pure puttana che tanto qui mica ci annoiamo’ disse lui.
Poi rivolto a me e con la voce più alta di un paio di ottave disse ‘Tesoro mi stai facendo impazzire…. Sfondami, sfondami e dimmi che sono la tua troia’.
Gli diedi una pacca sul culo che lui gradì ‘Ti chiamo sempre Pino?’.
‘Preferirei Giuditta se puoi’.
‘E Giuditta sia’ sorrisi e presi e montarlo con tutte le forze che avevo.
Quando finimmo Germana era in cucina in lacrime. Pino col culo che colava sborra a fiumi era andato dritto in bagno ‘scusa tesoro ma mi sto cagando addosso’ e ancheggiando da perfetta troia si allontanò con le sue calze di nylon in bella vista.
Io mi ero infilato in fretta e furia i vestiti e stavo per sparire quando la vidi. Ancora mezza nuda dalla vita in su stava al tavolo della cucina con un bicchiere di vino e lacrimava vistosamente.
‘Germana io….’.
‘A. Avete finito? Gli hai fatto il culo alla checca? Lo hai sfondato bene bene come voleva sto schifoso?’.
‘Germana ma scusa perchè ti agiti tanto. Ti ha pure perdonato la nostra scopatina non è poi mica così grave. Guarda che sono tanti i maschi a cui piace. Anche io ogni tanto un po’ di passività la faccio…. Sono i nostri sensi che reclamano piacere nulla di più…. Non devi farla così grossa anzi, adesso che lo sai potresti davvero procurarti uno straphon e giocare con lui…. Una cosa vostra, intima’.
‘Ma tu sei pazzo. Ma che vada pure al quinto piano a dare il culo al dottore… Frocio di merda. Mi mancava solo questa. Prima la figlia lesbica e adesso pure il marito frocio’.
‘Tua figlia è lesbica?’.
‘Si da sei mesi… Un giorno trulla trulla è venuta a casa con una nanetta coi capelli tinti di blu e mi fa ‘mamma questa è la mia ragazza”.
‘A così di botto?’.
‘Già… Sboccata e senza vergogna. Colpa mia e di Pino che l’abbiamo sempre accontentata. E quando le ho detto se era matta o cosa mi ha pure detto ‘adesso andiamo in camera mia a fare sesso. Se non ci credi vieni pure a guardare”.
‘A però che bella figliola’ risi io.
‘E la testa blu pure peggio perchè mi ha messo una mano sul culo e mi fa ‘se vuoi aggiungerti e fare una cosina a tre nessun problema… Adoro le tardone’ Ma ti rendi conto’.
‘E tu che hai fatto scusa?’.
‘Per intanto le ho detto che tardona lo dicesse a sua mamma e poi gli ho detto che questo non era un casino o una casa chiusa e che se ne andassero a farlo da un altra parte’.
‘E ti hanno obbedito?’.
‘No. Si sono chiuse a chiave in camera e hanno fatto tutto il rumore che potevano proprio per farsi sentire…’.
‘Belle stronzette. Tuo marito la sa questa cosa?’.
‘No ma scherzi. Pensavo si sarebbe impressionato e incazzato. Solo adesso mi rendo conto che forse mia figlia ha preso proprio da lui’.
Neanche a farlo apposta proprio in quel momento sentimmo aprire la porta e dopo un attimo mi trovai di fronte la barista tatuata. Ancora nella sua provocante minigonna che nascondeva poco e nulla. ‘Mia figlia Eliana’ disse la donna. ‘O lo scrittore di oggi? Che fai qui ti scopi mia madre?’.
Germana trasalì ‘Eliana ma ti rendi conto di cosa dici?’.
‘E tu ti rendi conto che sei in casa a tette al vento con uno sconosciuto. Che devo pensare che ti fa la mammografia… Te lo scopi ammettilo non cè nulla di male’.
‘Come non cè nulla di male ma….Sono tua madre’.
‘E alle mamme non piace l’uccello?’.
‘Eliana ma come cazzo parli! Sono sempre tua madre mica una troia’.
‘Si vabbè… vado a letto che è tardi’ e se ne andò.
‘Eliana torna qui e chiedi scusa!’ urlò Germana ma io la fermai mettendole una mano sulla spalla ‘Senti in fondo non è che ha detto una cosa finta. Scopare abbiamo scopato e pure alla grande. Non è meglio se lasci perdere’.
Lei mi fissò sconsolata ‘Quindi la somma di tutto è questa. Il padre frocio, la figli lesbica e la madre troia? Sai che bella famiglia’.
‘Germana ti giuro che in giro c’è di peggio’.
‘Ma va figurati. Non ti credo’.
Presi l’iphone, cercai una foto di tre donne nude abbracciate assieme. Due erano mature una giovanissima. Era evidente che non stavano prendendo il sole perchè avevano tutte i seni schizzati di sperma.
‘E queste chi sarebbero?’.
‘Mia mamma, mia sorella e mia zia’ sorrisi io.
‘Non ci credo’.
‘Se vuoi ho altre foto mentre lo facciamo…’.
Lei sgranò gli occhi ‘Tu sei più pazzo di mio marito’.
‘Può darsi ma tu ricordati il proverbio. Se non puoi batterli metteti con loro’.
‘Ma neanche morta…. Guarda ora forse è davvero meglio che te ne vai…’.
‘E ti lascio qui a piangere sconsolata. Dai non mi piace’.
‘Quindi che proponi?’.
‘Non so potresti venire a dormire da me così ti calmi’.
Lei mi sorrise ‘Sai che ti dico. Ci vengo davvero ma a due condizioni’.
‘Sarebbero?’.
‘Uno che mi scopi come una cagna, come non ha fatto quel bastardo in tutti questi anni e la seconda che ci facciamo tante belle foto così intaso il whatzap di quel cornuto finocchio… Che veda su cosa sta sputando’.
‘Se è questo che vuoi a me non da problemi… Però fidati non è con la rabbia che risolvi’.
‘E tu fidati che stanotte per risolvere ho bisogno di un bel cazzo come il tuo’ sorrise lei. Si alzò in piedi, si pulì appena gli occhi e senza nemmeno vestirsi prese giusto una giacca appesa vicino alla porta per coprirsi il petto.
‘Vieni in ciabatte?’ chiesi.
‘Le ciabatte non vanno bene per scopare!?’ obiettò lei.
‘No no vanno benissimo’ sorrisi.
‘E allora forza che andiamo’. A casa dormimmo molto poco.
Germana era una furia scatenata. In bocca, in fica, nel culo…. Lo voleva ovunque, la rabbia che aveva in corpo verso il marito la spronava ad essere più troia di quanto potesse lei stessa immaginare.
Quando trovò due falli di lattice nel comodino volle usarli a tutti i costi e io glieli misi pazientemente uno per buco mentre mi faceva un pompino.
‘E questi sono tuoi? Te li infili in culo?’ aveva chiesto.
‘No no sono di mia zia… Non posso sporcarglieli’ risi.
‘Scopi pure tua zia?’.
‘Pure mia nonna se è per questo’ annuii mentre la inculavo a pecora per l’ennesima volta…
Tracannò anche una non indifferente quantità di Vodka e di grappa che di certo bene non le fecero soprattutto quando si pisciò beatamente addosso mentre scopavamo…
‘O scusa….’.
‘Tranquilla domani la cameriera pulisce tutto… Non è la prima volta’.
‘Sempre tua zia?’.
‘Un po lei un po altre… A volte io’.
‘Pisci a letto pisellone?’.
‘No, in faccia o sulle tette alle troie’.
‘A? E ti va di farlo?’.
‘Ma si dai perchè no’ ammisi e prima che potesse dire altro mi ero già alzato in piedi, gli avevo messo il cazzo davanti al viso e pisciavo a tutto spiano.
‘Ummmm che calda…..’.
‘bevila se ti piace’.
‘Ummm si…. bevo la piscia, la bevo alla faccia di quel ricchione di merda… siiiii’.
A quel punto, erano quasi le quattro del mattino crollò. Nuda, sul letto, con tutti gli orifizi pieni di sperma e affogata nel suo piscio.
Io me ne andai nella stanza degli ospiti. Un po di pissing mi sta bene ma dormirci in mezzo è un altra cosa…

Al mattino verso le nove ci svegliò il campanello. Sorpresa delle sorprese alla porta c’era Eliana. In vestitino sempre cortissimo, con la latteria in bella vista ma oggi in calze nere. ‘E tu come fai a?’ sbottai
‘Posso entrare?’ accomodati dissi.
Nel frattempo anche sua madre si era alzata e ciondolava tutta nuda in corridoio dando visibilmente l’idea di non aver dormito molto.
‘E brava troia ti sei davvero divertita vedo?’ sbottò Eliana.
Germana non fece nemmeno il gersto di coprirsi o di provare vergogna. ‘Già tua madre è una troia. Ne avrò ben il diritto no? Tuo padre frocio tu lesbica perchè io non posso essere troia!’
‘Posso sapere come fai ad avere il mio indirizzo?’ chiesi di nuovo.
‘Mamma ha un chip di localizzazione nel telefono. Poi arrivata qui ho chiesto a una vecchia e mi ha subito dato l’appartamneto giusto. Mi sa che scopi anche lei vero?’.
Si riferiva di certo alla signora Mimma la vedova pettegola del secondo piano. In effetti la montavo spesso.
Germana intanto si mise le mani ai fianchi come a volersi mettere in mostra ‘Bhe allora che ne dici? Ti piace la tua mamma troia? Se sei lesbica dovresti apprezzare queste tettone!’
Eliana si avvicinò tutta seria. La fissò con rabbia e subito la schiaffeggiò con tutta la forza che aveva. ‘Stronza!’
Germana sentì il colpo e subito glielo restitui. Arrivò così forte che Eliana cadde a terra, il vestito si sollevò e notai che era senza mutande.
Si rialzò ‘Maledetta stronza -piangeva la ragazza- possibile che non capisci?’:
‘Cosa cazzo devo capire?’ abbaiò la madre.
Eliana le si avvicinò, la fissò cpn gli occhi lucidi ‘Che io ti amo…. Io sono lesbica perchè amo te….’.
‘Cosa?’
‘Mamma io ti voglio. Sei tu la donna che voglio. Io ti spio quando ti cambi, quando pisci, quando ti lavi…. Sono anni che mi tocco e che ti sogno…. Che sogno di succhiare queste bellissime poppe, leccare la tua calda figa….’:
‘Eliana ma sei pazza?’ fece la madre provando a ritrarsi ma la ragazza aveva già le mani sul seno della madre e la palpava con tutta la forza che aveva….
‘Ummmm Eliana piano…..’.
‘Ti voglio mamma….’ e le ficcò una mano fra le gambe.
In un attimo la stava masturabando e le succhiava i seni come una pazza. Anche Germana per nulla insnensibile dopo poco prese a toccare la figlia. Le grosse poppe di Eliana uscirono dal vestitino e la sua fichetta depilata fece capolino appena velata dal collant senza slip che indossava.
‘Signore scusate ma…. Due cose…. Uno se volete ho una camera da letto per queste cose’ dissi mostrando loro la via.
‘E due?’ chiese la madre.
Mi presi il cazzo teso fra le mani ‘Due vi aspetterete mica che con questa erezione vi guardi e basta’.
Eliana mi fissò l’uccello ‘Certo che lo ha davvero grosso vero mamma?’.
‘Enorme’ annuì Germana già leccandosi le labbra.

E così scopammo. Eliana si rivelò molto meno lesbica di quando aveva voltuo far credere. Aperto il collant velato a morsi le leccai la figa a tutto spiano mentre Germana già si era attaccata al mio tubo e succhiava come una belva.’O si siiiiii’ gemeva la ragazzona mentre dalla sua fica depilata spruzzavano fuori umori di orgasmi repressi.
Si spogliò e le sue poppe più grosse e più sode di quella della madre volarono fuori lasciandoci di stucco.
Affamati Germana ed io ci avventammo su di lei e iniziammo a succhiarne una ciascuno come se volessimo bere il suo latte…
‘O mamma quanto sei brava’ mugolava la porcella mentre Germana ormai senza freni dava sfogo a tutto il suo lesbismo latente. Irrefrenabile montò in faccia alla figlia, le piazzò la bernarda sulla bocca e prese a strusciarsi come fosse in calore…
Eliana eccitata tirò fuori la lingua ‘O si mamma si vienimi in bocca…. Ummm si voglio il tuo succo siiiiii’.
Io intanto, visto che era già nella posizione giusta le aprii ancora un po’ le gambe e glielo ficcai dentro. ‘Ummmmm’.
‘Non sei poi così stretta come pensavo’ mormorai.
‘Mica sono vergine’ mugugnò lei senza smettere di consumare la figa della madre a colpi di lingua.
‘Dildo o carne?’.
‘Un po e un po’ ummmm…. Oi ma parli o trombi?’ scattò la ragazza mentre la madre incontenibile cominciò a colarle sul viso… ‘O Eliana ooooo scusa non mi tengoooooooo’.
Stava orinando!
Ma la ragazzona dalle grandi tette non si fece troppi problemi. Da come accolse il giallo liquame della madre era chiaro che non era la prima volta…
‘Ummm si mamma siiiii slap slap’ succhiava, leccava e ingoiava peggio di una vacca.
Intanto beato da quello spettacolo e succhiando ogni tanto quelle tettone che ciondolavano ritmicamnete ad ogni mia pompata, me la stavo scopando alla grande spaccandole bene bene la figa.
La ragazzona continuava a venire e lo sentivo, la madre era in estasi…e mi lasciai andare riempiendole la figa.
‘Godoooooooooooo’ ulalai mentre un litro buono di sperma le riempiva la fica come una zampogna.
A quel punto smise di leccare la madre e col vsio tutto zozzo di piscio mi guardò male ‘Ma che fai vuoi mettermi incinta?’.
‘A non prendi la pillola?’.
‘Ma se sono lesbica che cazzo prendo la pillola a fare….?’.
Bhe giusto anche perchè di solito le lesbiche vere non si fanno impalare dal mio cazzo…. ‘Secondo me è meglio che inizi a prenderla tesoro’ dissi mentre lo tiravo fuori tutto unto ma ancora bello duro.
Intervenne Germana ‘Non preoccuparti cara che adesso di pensa la mamma. Adesso te la tolgo tutta io con la lingua….’ e già si era scambiata di posto con la figlia assumendo la posizione di una cagna e leccando fino in fondo nella vulva della figlia.
La ragazza si afferrò le tettone, le strinse più che poteva e intanto digrignava i denti ‘O si mamma siiiiiiiiii’.
Io intanto, visto che Germana era già nella posizione giusta pensai bene di metterglielo di nuovo nel culo.
La madre sobbalzò e si contrasse ma ormai era bella aperta dopo la notte che aveva passato e si godette la pompata mentre beata infilava tutta la lingua dentro alla figlia….
‘O mamma vengo…. O no non la tengo….. Oooooooo’.
‘Eliana piscia se vuoi…. Piscia anche tu dai’ la supplicava la madre.
E così fece. Con la figa spalancata dal mio cazzo le partì uno sparo di piscio che quasi soffocò la madre ma la vecchia porca non se ne dispiacque affatto ne si lamnetò quando le venni secco nel culo riempiendoglielo tutto…

Quando finalmnete ci togliemmo la voglia la camera era un casino di piscio, sborra, sbroda e sudore…. Una vera schifezza. La madre era chinata in avanti e camminava zoppicando. Le partirono anche un paio di sonore scorregge per quanto l’avevo aperta dietro…
Eliana sanguinava. La sua fichetta lesbica non era mai stata usata così tanto. Un po’ per la dimensione del mio uccello e un po’ per l’usura aveva le labbra della vagina rosse come un peperone e quasi mi implorò di potersi fare un bidet.
Anche Germana non vedeva l’ora di andare in bagno e si teneva una mano sul culo come fosse un portiere. ‘Ok però due vacche così nude nello stesso bagno insieme direi di no. Tu Eliana vai in quello degli ospiti’.
‘Hai paura che mi venga voglia di scoparla mentre cago?’ mormorò Germana.
‘Bhe non ci sarebbe mica da stupirsi’.

Circa un’ora dopo ci salutammo. Le due erano sommariamnete vestite anche se mi piaceva sapere che Eliana era a fica al vento perchè il collant era strappato e che anche la madre dava aria alla patatona ad ogni passo…
Probabilmente arrivate a casa avrebbero dovuto fare un bel discorso col marito che non sapevo a cosa le avrebbe portate.
Giusto in quell’istante arrivò Monika, la mia badante slava, una quarantenne piccola e ben tornita fica da paura con l’immancabile minigonna che non nascondeva nulla…
Vide che ero nudo e col cazzo molle e poi guardò la stanza…. ‘Penso che oggi noi no ficca ficca vero?’.
‘No oggi direi proprio di no, risparmia le energie per la prossima volta anche perchè mi sa che ti spetta un gran lavorone…e scusa la puzza’.
‘Tu sempre tanto porcaccione…..’ rise e di buona lena si mise al lavoro mentre io andavo a cercare un po’ di refrigerio nella mia amata Yacuzzi.

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