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Era tarda notte quando sentii la porta di camera mia.
Lottavo col sonno pensando a quel pomeriggio carico di erotismo.
Sentii i passi avvicinarsi al letto.
Nella penombra il corpo modellato mi sembrò simile al marmo puro.
Finsi di dormire, si infilò sotto le coperte, il seno prosperoso mi si appoggiò sul petto.
‘Dormi?’
‘mmm.’ Mugolai.
Sentii la sua mano allargare l’elastico dei pantaloni del mio pigiama, cercando il pene già eretto.
‘Ulalà, qualcuno qui non dorme però.’
Iniziò a muovere la mano su e giù, lentamente.
Quando lo sentiva irrigidirsi e il mio fiato bloccarsi si fermava.
Ad un certo punto scese, infilandosi completamente sotto le coperte.
‘Dormi, io mi diverto.’ Disse prima di farlo.
Sentii il calore della sua bocca avvolgermi il glande, la sua lingua che lo circondava.
Ad un certo punto la sua mano cercò i miei testicoli accarezzandoli, la bocca che continuava un su e giù lento.
Era bollente.
Mi sfilò i pantaloni.
Allargai le gambe, la sua lingua cercò il mio ano mentre con le mani continuava una sega lenta.
Non resistevo più.
O esplodevo o mi dava una tregua.
Si fermò quando senti il pene vibrare.
Salì.
‘Sei sveglio adesso?’ Sorrise.
‘Direi di si.’
‘Ti prego, voglio sentire la tua lingua.’
Scesi, aveva solo un paio di mutandine sottili che sfilai.
Il suo odore mi colpì.
Il suo sapore mi inebriò.
Iniziai lentamente a leccare le labbra già umide, passando la lingua dall’una all’altra, ogni tanto le sfioravo il clitoride sentendo i brividi crescerle addosso.
Infilai il medio e l’anulare all’interno della fessura concentrandomi sul clitoride con la mia bocca.
Leccavo come se lappassi, mentre con le dita la scopavo.
Sentii i suoi mugolii, le sue cosce serrarmi la testa.
I suoi umori colpirmi la lingua.
Tornai su, trovandola col cuscino sul viso per coprire i suoi gemiti.
Il mio pene trovò facilmente la strada, le entrai dentro facilmente, il calore fu una sferzata.
Mi fermai.
Lo spinsi di nuovo più a fondo, sentendo il suo respiro bloccarsi.
Entrai e uscii, il pene bagnato dei suoi umori.
Cercai con la mano destra il suo culo, lo palpai, facendo scivolare le dita verso il suo buchetto.
Feci entrare l’indice.
Sentivo il mio pene dall’altra parte, attraverso la sottile membrana che lo separava.
Feci entrare il secondo dito, mentre lei aumentava il ritmo del respiro.
‘Oh Alex, fottimi dietro, fallo ti prego.’ Sospirò.
‘Girati.’
Il suo culo di marmo mi si presentò davanti. Nella penombra sembrava ancora più bello.
Sodo, rotondo, accogliente.
Passai la lingua tra le natiche.
Mi sollevai.
Puntai il glande sulla fessura posteriore, entrando lentamente.
Il lavoro con le dita lo aveva dilatato ma sentivo lo stesso le pareti faticare a cedere.
Quando entrai mi fermai per farle recuperare il fiato.
Inizia a spingere dopo pochi istanti, entravo e uscivo, sentendo il suo culo diventare via via più largo, più bagnato.
Cercai con la mano destra il clitoride mentre aumentavo il ritmo.
Quando sentii il suo respiro accelerare la afferrai per i capelli, simulando delle redini.
Tirai facendola inarcare.
Le scappò un grido soffocato mentre glielo piantavo dentro più a fondo possibile.
‘Godo, oddio, godo.’
‘Ci sono anche io’ Le dissi tra un respiro e l’altro.
‘Lo voglio in bocca.’
La feci girare, il pene che pulsava per l’orgasmo trattenuto.
Quando la sua bocca incontrò il mio glande partì il primo schizzo, il secondo, il terzo.
Non andarono sprecati.
Ingoiò come se fosse vino pregiato.
La sua testa che iniziò un lento su e giù per spremermi anche l’ultima goccia.
‘Buono’ Disse quando sentì che non ne arrivava più.
Passò di nuovo la lingua sulla cappella, pulendola di ogni residuo.
Cercò le mie labbra per baciarmi.
‘Torno in camera di tuo fratello ora, sennò i tuoi ci beccano.’
Si alzò, e nuda come era arrivata se ne andò.
‘A domani.’ Mi disse prima di chiudere la porta alle sue spalle.

Per idee, commenti, chiarimenti scrivere pure a feniced_arabia@hotmail.it
Sarò felice di rispondervi e ascoltarvi.

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