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LE PASSERE INFUOCATE DELLE DONNE DI FAMIGLIA

By 3 Agosto 2011Febbraio 9th, 2020No Comments

Mimmo Lastella

le passere infuocate delle donne di famiglia.

Prologo.
Nei paesi marittimi, vi è un grosso problema; poiché gli uomini, in maggioranza pescatori e quindi, costretti a star fuori casa per motivi di lavoro (imbarcati), per circa sei mesi l’anno, le loro donne, si pongonol’interrogativo (per loro di primaria importanza), di come far gioire, e di conseguenza saziare, le loro fiche, che, in quel periodo, rimangono in perfetta desolazione; quindi, affamate di cazzi.
Ovviamente, non è che possono passare tutto il periodo di assenza dei loro consorti, a sditalinarsi, oppure a giocare con i sexy toy e allora, si mettono alla ricerca di arnesi veri, in modo da soddisfare pienamente le loro pulsioni sessuali.
Questa, è la storia di una famiglia del napoletano, dove il capo famiglia, Don Gennaro, è un pescatore, costretto a stare imbarcato sei mesi l’anno, per andare a pescare il pesce; e naturalmente, la moglie Marta(una donna di cinquantacinque anni alta all’incirca un metro e ottanta, bruna, molto robusta, con due spalle molto larghe, una sesta misura di reggiseno, una fica calda e molto pelosa, due cosce abbastanza possenti, , labbra carnose e capelli neri ricci e cortissimi), non può rimanere a lungo, senza assaporare il suo ‘pesce’, per altro abbastanza grosso, e allora, si mette alla ricerca di altri ‘pesci’ che la possano saziare.
Lei , non vuole tradire il marito perché, tutto sommato è un onesto lavoratore, quando si ritira dal lavoro, la soddisfa per bene, in quanto,viene già assatanato di sesso, perché sottoposto obbligatoriamente a regime di astinenza sessuale.
E allora, Marta, tenta in tutti i modi di sedurre il figlio primogenito dei tre (due maschi, uno dei quali trans e una femmina) Cataldo, un ragazzo di ventidue anni( da premettere, che Marta si è sposata molto grande), biondo e palestrato, ci riesce, perché, anche a lui, fin da quando era adolescente, gli piaceva molto sua madre e molte volte, la spiava mentre si spogliava e , sola soletta, si masturbava in camera da letto. cataldo, mentre guardava sua madre masturbarsi, si menava delle seghe supersoniche, sborrando, quando lei si metteva a pecora, con un vibratore in culo e l’altro(sistemato sotto, con la base appoggiata sul materasso) nella fica; ma anche perché, Marta, era a conoscenza di un piccolo segreto del figlio, ma ovviamente lui non lo sapeva; Cataldo, aveva una relazione con la sorella Letizia, una ragazza di diciannove anni, alta un metro e ottanta come sua madre, capelli neri lunghi, una quinta misura di reggiseno, labbra carnose , una passera semi rasata, due curve e un deretano mozzafiato.

UNA MAMMA MOLTO provocante
una mattina, Marta, decide di servire la colazione a suo figlio, indossando una vestaglia molto trasparente, con sotto, mutandine e reggiseno neri, iniziando cosi a provocarlo.
Marta: ben alzato! Cataldo!, oggi, ti ho preparato una colazione a base di latte, caffe e dei gustosi cornetti al cioccolato, so che a te, piacciono molto!
Cataldo: buongiorno mamma!, ben alzata anche a te, come mai, in vestaglia provocante, sai, ti si vede tutto, hai le mutandine e il reggiseno neri!
Marta: l’ho messa per mostrarti le mie grazie corporee e per provocarti un po. Ho sempre saputo che da ragazzino, mi spiavi, mentre sola soletta, in camera da letto, mi masturbavo e giocavo con i vibratori; vedi, Cataldo, tuo padre, è sempre fuori imbarcato, ed io, ho bisogno di essere scopata, ma non posso tradirlo, non voglio che nella mia passera, entri un altro cazzo estraneo; è quindi, ho pennsato che il tuo, in assenza di quello di tuo padre, potesse spegnere il bollore che alberga nella mia fica e potesse soddisfare la voglia che ho di riceverlo nel mio culo.
Cataldo: ma sei scema!, mamma!, quelli, erano desideri adolescenziali, adesso, è passato tutto, proverei solo vergogna a scoparti, in fondo, sei sempre mia madre!
Marta: ascolta, io so, che tu e Letizia, tua sorella, avete una relazione, e se non mi obbedisci, quando arriva tuo padre, spiffero tutto e poi sono cazzi tuoi! Quindi, ti conviene.
Cataldo: come fai a sapere della mia relazione con Letizia?
Marta: vi ho visti l’altro giorno , mentre eravate nella stanzetta e lei, ti stava facendo un pompino; ma non ti preoccupare, se tu obbedirai ai miei ordini, potremmo organizzare, una sorta di cooperativa del sesso in famiglia. Io, tu e Letizia, senza che tuo padre ne sappia nulla, cosi, quando lui è fuori, noi tre, potremmo spassarcela come vogliamo non trovi?
Come tu desideri, mamma; ma a proposito dov’è Letizia?
Marta: è di la che dorme, quando si sveglia, le racconteremo del nostro progetto segreto; ma adesso , facciamo colazione, e brindiamo alla nostra società.
Cataldo: sai! Sto pensando alla mia adolescenza, quando mi affacciavo
alla porta della tua camera da letto, ti spiavo e mi facevo le seghe e pensavo: dai!, mamma, continua a masturbarti!, come muovi bene quelle dita!
Mentre, Cataldo, raccontava la sua adolescenza, mamma Marta, iniziava ad aprirsi la vestaglia e pian pianino, avvicinava la fica vicino alla bocca del figlio e gli sussurrava: ti piaccio? Dimmi che ti piaccio!, dimmi che hai voglia di leccarmela!, la mia passera!, vedo che il tuo cazzo è diventato duro, tiralo fuori!, che ti faccio dapprima una sega, e poi, ti lecco la cappella!
(prima di fargli la sega, Marta afferra la mano di Cataldo, e se la ficca tutta nella fica, facendola andare su e giù con le sue mani).
Cataldo: oh!, sii!!, mamma, sento che hai delle mani molto calde, continua, continua a segarmi!, Ohh!!, leccami, leccami la cappella!!, poi girati e sculetta, abbassandoti le mutandine! Cosi mi eccito!
Tutto questo, avveniva in cucina, quando Marta, vide che il figlio si ebbe eccitato, lo invitò nella sua camera da letto, lo fece distendere, e lei si mise sopra di lui, in posizione sessantanove, afferrando con la sua bocca carnosa l’arnese del figlio e succhiandolo con forsennata voluttà e passione, Cataldo, faceva altrettanto, con la sua fregna eccitata e bagnata fraticia, ficcando la sua lingua fino alla profondità dell’utero, facendola godere come una troia.
poi, Marta, dopo aver fatto rizzare il cazzo del figlio, si mette a spegnimoccolo, ficcandoselo tutto nella fica, cavalcando e godendo come una puttana.
marta:oh!!, siii!!!, sfondami, chiavami!!, fammi sentire il tuo cazzo figliale nella mia fica!!, ahhh111, sto sbrodando, mi sento ribollire tuttaaa!!!, ahh!!, sii!!, Cataldo, sii, figlio mio!!, sbrodooo!11, siiii!!!!cataldo: anch’io sborro Mammaaa!!!, siii, sborr…, la vacca di mammaaa!!!marta: ti prego, non tirarlo fuori!, riempimi l’utero, tanto sono in menopausa!!
cataldo: oh!, siii!, come vuoi tu , mamma, non ti credevo cosi libidinosa e troia, da ora in poi, ti chiamerò Marta la troia.
marta: si!, tesoro mio, come cazzo mi vuoi chiamare mi chiami, basta che mi sazi!
cataldo: ti è piaciuto, mammina?
marta: certo!, figlio mio, questo, è stato solo un piccolo assaggio, la prossima volta, ti faccio provare il mio culo ed assaporare i miei piedi.
cataldo: d’accordo.
Intanto, Letizia si era svegliata e si stava preparando per andare al lavoro, lei fa la manicurista in un centro estetico; aveva sentito dei rumori strani, provenire dalla camera da letto di sua madre e, incuriosita le chiede, cosa fosse successo.
Letizia: mamma, cos’è successo, ho sentito degli strani gemiti e mi sono chiesta: forse, è tornato papà?
Marta: il fatto è, che stamattina, mi sono alzata molto eccitata!, e cosi, ho convinto tuo fratello Cataldo, a farsi una scopata con me.
Letizia: una scopata con te! E come l’hai convinto?
Marta: mi sono fatta trovare in cucina mezza nuda, io sapevo che da adolescente, lui nutriva un debole per me, e so anche! Che voi due ve la intendete,1 e cosi l’ho convinto a farsi una scopata!, sai Letizia, tuo padre, rimane sei mesi imbarcato, e la mia fica, ha bisogno di cazzi! E non mi va di tradirlo con altri uomini e cosi, gli ho proposto questo rapporto incestuoso, so che non è normale, ma, meglio che tutto resti in famiglia, e non che si sappia in giro, che io sono una puttana! E tuo padre un cornuto; a proposito, visto che so anche del rapporto col tuo fratellino, voglio che anche tu, entri a far parte di questa cooperativa segreta.
Letizia: a me, fa molto piacere mamma, sai, facendo il mestiere da manicurista, sto sempre a contatto con le donne, ed ho la sensazione di essere diventata bisex e ti confesso mamma che mi stai piacendo anche tu, con quelle enormi tette! Da succhiare!, quella bocca da baciare e quella fica da leccare!.
Letizia che delizia!
Marta: di un Po!, Letizia, come è nata la relazione con tuo fratello?
Letizia: sai. Mamma, lavorando in un centro estetico, come manicurista, ed anche pedi-curista, le mie clienti, sono clienti femminili!, ed ogni volta, mi devo sorbire le loro lamentele sessuali; c’è chi non va d’accordo col marito!, c’è chi ha il proprio compagno con l’uccello troppo piccolo, da non riuscire nemmeno a solleticargli il clitoride!
Devi sapere, cara mammina!, che io, sono una ragazza molto passionale! E molto focosa!, ma le mie notti(prima di avere il rapporto con Cataldo), erano molto fredde!
Un giorno, nel centro massaggi, entra un uomo, molto affascinante! che voleva fare le manicure, ed anche il pedi-cure.
Iniziai dalle mani, e mentre gli e le tenevo, incominciai ad avvertire dei fremiti di piacere al basso ventre!, sentii i miei capezzoli diventare duri!, iniziai a sudare per l’eccitazione!, che avvertivo su tutto il mio corpo!; il tipo, se ne accorse e mi chiese:’cosa c’è ‘piccola’che non va?, forse ti senti male?
Io: oh!, no niente di grave!, le devo confessare, che in questo ambiente di donne!, vedere un uomo, mi eccita da morire!
Il tipo, si chiamava Nunzio, era un uomo sulla quarantina, alto, capelli neri e muscoloso.
Nunzio: ‘se vuoi potrei spegnere io!, la tua eccitazione, ti potrei fare un piccolo regalino!,oltre alla normale prestazione, se ti va’!
A me, l’eccitazione, era arrivata alle stelle, che quasi, quasi, sbrodavo nelle mutandine, già inzuppate di ciprino, sotto il camice, indossavo una minigonna,sai quella minigonna nera?, con un paio di autoreggenti nere e un perizoma bianco. Da sopra(prima di mettermi il camice, mi ero tolta la maglietta), avevo solo il reggiseno di pizzo nero.
Accettai subito, prima mi fece fare il pedi-cure, ordinando di leccarglieli, poi tirò fuori il suo arnese, molto grosso e duro e me lo fece succhiare, dopo che gli e lo ebbi succhiato, mi fece distendere sul lettino, mi fece spalancare scandalosamente le cosce e iniziò con la lingua a giocherellare sul clitoride, fino a farla scivolare nella profondità della vagina; io, godetti come una forsennata, era molto piacevole.
Purtroppo, il mio lavoro, era terminato, e quel cliente , dopo che mi ebbe pagata, si rivesti, scappò via subito e non tornò più in seguito.
Marta: e quanto ti diede, oltre alla normale prestazione?
Letizia: mi diede quattrocento euro in più, lui era ricco sfondato perché faceva l’imprenditore.
Marta: certo!, che hai unito l’utile al dilettevole!
Letizia: ebbene si!, mamma; come ti dicevo, ritornai a casa, col ricordo di quelle mani, di quei piedi e soprattutto di quel grosso arnese, ed avvertivo, che la mia fica si era di nuovo bagnata.
Quando arrivai(tu non c’eri), dovetti correre in bagno a sgrillettarmi ancora con le dita, ed anche perché, dovevo fare una lunga pisciata.
Dopo che ebbi finito i miei bisogni fisiologici, mi feci una doccia e me ne andai nella mia stanzetta, socchiusi un po’ la porta, e mi buttai completamente nuda sul letto, avevo urgente bisogno di sfogarmi e cosi, afferrai il mio cellulare, mi misi l’auricolare, e telefonai ad una di quelle chatline per amplessi telefonici; e li, trovai un ragazzo molto esperto, che mi fece godere come una matta.
Nel frattempo, rientra Cataldo e si mette a spiare, per vedere cosa stavo facendo; in silenzio, apre la porta e pian pianino,entra in punta di piedi!, si butta anche lui sul letto, si avvicina e mi sussurra:’cosa stai facendo sorellina!, stai godendo con uno sconosciuto al telefono? Io, ho già il cazzo duro!, vieni qua! Che godiamo insieme;mentre ascolti la telefonata, fammi una sega’!
Iniziai, a segarlo con passione, ad un ceto punto, chinò il capo sulla mia fica, che era tutta bagnata fradicia, mi ordinò di togliere la mano, tirò fuori la lingua,e iniziò a leccarla con passione; mi tolsi l’auricolare e lo feci mettere a sessantanove; lui, mi leccava la fregna!, e io gli succhiavo e leccavo il glande, facendo roteare la mia lingua intorno al prepuzio.
Fu un esperienza fantastica, e da quel momento, è iniziata la nostra relazione incestuosa, ci vediamo quasi tutte le sere, a volte, ce ne andiamo in albergo.
Marta: ma lo facesti sborrare?
Letizia: mentre lo stavo sbocchinando , lui mi venne in bocca(aveva i coglioni pieni), era talmente calda e saporita la sua sborra!, che sembrava stessi deglutendo un golosino ripieno di panna.
Marta: ma ti ha anche sverginata?
Letizia: dopo che gli e lo ebbi sbocchinato, non passò molto tempo, che la sua bestia, divenne di nuovo dura come la pietra, lui mi fece distendere sul letto, con le cosce aperte e pian pianino, appoggiò la punta del suo cazzo vicino alla mia fichetta stretta, spingendo sempre più energicamente fino a lacerarmi l’imene, rendendomi femmina a tutti gli effetti, in quel momento, mi sentivo scandalosamente troia!
Marta, si era nuovamente eccitata a sentire il racconto della figlia e le chiese, di andare in camera da letto con lei.
Marta: sai!, Letizia, mi sento ancora tutta eccitata, nonostante, avessi da poco finito di scopare con tuo fratello!, perché, non ci accomodiamo in camera mia, e mi dai una bella leccata alla fica!, ovviamente, io ricambierò, leccandoti la tua!
Letizia: ok!, mamma, un attimo, che finisco di bere il latte, e di mangiare questo squisito cornetto!, intanto, tu, inizia a masturbarti!, cosi, io mi eccito!
Marta:ok; aprì le gambe, e iniziò a ficcarsi le dita nella fregna, facendo cosi, eccitare la figlia.
Nel frattempo, Cataldo, era in bagno, che si stava facendo la doccia.
Dopo un po’le due, una troietta e l’altra troiona, si accomodarono in camera, Marta, si distese sul letto con le cosce spalancate, e il ventre rivolto verso l’alto(sembrava una enorme balena in calore), ordina alla figlia, di salire sul lettone, e di inginocchiarsi di fronte a lei, con la faccia rivolta verso la sua fregna, tutta pelosa! E spanata!(fregna da vacca), di tirar fuori la lingua, e di iniziare a farla roteare sul clitoride indurito.
Marta: oh!!, sii!!, Letizia!, vai, con quella lingua!, giocala sul clitoride!!, vai su! E giù!!!, ahh!!, sii!!, sei proprio una delizia!!, ohh!!, sii!!, ouhh!!, sto per venire!!, con la mano, toccami le cosce!!!, adesso, ficcami la mano nella fregna!!, e fammi venire cosi!!, oh!1, siii!!, cosiii!!, ahhhh!!!!, sbroodooo!!!!, vai su e giù con quella mano!!!, siiii!!! Ohhhhh!!!
E stato stupendo!!
Adesso, distenditi tu sul letto, che ti ricambio il favore.
Letizia: oh!, si mamma!, dai, mamma!!, inizia a leccarmi i capezzoli!, vai!, mamma, con quella lingua!, si!!, passala da sopra le cosce!, si!!, si!1, che sto godendo come una troia!!, si!, si!
Marta, con le mani, inizia ad accarezzare la vulva di Letizia, con le dita, le allarga la fessura, ed infine, tira fuori la lingua biforcuta, e l’affonda tutta nella sua vagina.
Letizia: oh!!, sii, vai fino in fondo con quella lingua!, mamma!, sei davvero una mamma lecchina!!, sai leccare bene la mia passera!!; adesso, ho voglia di essere scopata da te!, dai!, prendi il tuo vibratore!, e recita la parte del maschiaccio, con quel fisico e quei capelli corti che ti ritrovi, sembri veramente un maschio!
Marta: va bene!, figlia mia, se lo desideri tu!
Tirò fuori il sexy toy color carne e se lo legò al girovita, si distese sulla figlia, che stava stravaccata sul letto con quelle lunghe gambe scandalosamente aperte, e la iniziò a trombare alla grande come un vero maschio.
Letizia: oh!!, sii!!, mamma!, scopami!, sii, sfondami tutta!!, ohh!1, ssi!!, brava!, sembri un vero stallone!, ohh!1, siii!!, scopamii!!!
Cataldo, era uscito dal bagno e, sentendo tutti quei gemiti, si affacciò sulla porta della camera da letto. Trovandosi di fronte a quello spettacolo; si vedeva, l’enorme deretano della madre, che(mentre lei scopava Letizia), era li, in attesa di ricevere il suo cazzo che nel frattempo si era nuovamente indurito.
Cataldo, entra in camera, sale sul lettone, afferra con la mano il suo arnese e lo appoggia vicino allo sfintere della madre, che inizia a godere come una vacca.
Marta: dai!!, Cataldo!, ficcalo tutto dentroo!!. Sfondami!! E sculacciami le chiappe!!
Cataldo: oh!, si!, mia dolce mammina!!, adesso, il tuo Cataldo!, ti farà godere da dietro! E ti sculaccerà a dovere le tue enormi chiappe!!
Marta: oh!!, sii!!,ahhh!!, dimmi anche qualche parolaccia!!
Cataldo: cosa vuoi che ti dica mammina?
Marta: a me, piace essere chiamata sgualdrina, sguattera, schiava, lecchina e puttana!, sai, quando faccio l’amore con tuo padre, mi piace recitare la parte della sottomessa, della concubina, della serva; infatti, mi piace molto leccare i suoi piedi e quindi della leccapiedi!, cosi facendo, godo come una troia!!
Cataldo: come la mia mamma desidera!, allora, prendi tutto questo stantuffo in culo!, Marta la sguattera!
Marta: oh!, si!, è un piacere!, per me, ricevere nel mio retto, il cazzo di mio figlio!, sii!!, sfondami tutta!!, ohhh!!, sii!1, spingi più fortee!!, fammelo sentire tutto dentro!!
Cataldo: dai, mamma!, godi!, godi!, come una lurida puttana!!, desideri essere pisciata sulle chiappe?
Marta: oh!!, sii!!, divino!!, fammi sentire la tua pisciata calda sulle chiappe!!, ohh!!, siii!!
Intanto, Letizia, sbroda sotto i colpi del cazzo di gomma di sua madre.
Sii!!, mamma!!, sto sbrooodandoooo!!!!, vengooo!!1, vengooo!!!, siiiiiiii!!!!!
Cataldo: vengo anch’io!, mamma!!, dai, Marta la troia!!, ohh!!, sii!1, sgualdrina!!, vaccaaaaa!!!
Dopo quella scopata celestiale, i tre, festeggiarono la costituzione della cooperativa familiare a sfondo sessuale, scolandosi una intera bottiglia di zabaione.
Luisa la trans

Marta, ha un figlio(il terzo genito) Luigi, un ragazzo che ha appena compiuto i diciotto anni, ed appena diplomato.
Luigi, ha delle tendenze omosessuali; per poter racimolare un po’ di soldi, che gli consentissero di andare a Londra ad effettuare l’intervento per poter cambiare sesso, lavora come spogliarellista e ballerina di lap dance, in un locale notturno di Napoli.
Il suo nome al femminile, è Luisa, una bellissima trans alta un metro e settantacinque, capelli lunghi biondi, due cosce, somiglianti a quelle di una vera donna, con in mezzo ‘ancora’, un bel cazzo lungo all’incirca ventidue centimetri e una quarta misura di reggiseno.
Una sera d’inverno, fuori pioveva a dirotto, si ritrovarono in casa: mamma Marta, Cataldo, Letizia ed anche Luisa.
Marta: ragazzi!, stasera, piove a dirotto, che ne dite di restare in casa1, cosi, prima ci facciamo un bicchierino di whisky ciascuno, e poi ce ne andiamo in camera da letto a spassarcela un po’!
Luisa, che non sapeva della cooperativa incestuosa, rispose stupita:’in camera da letto mamma!?, ma in camera da letto, oltre che dormire, si scopa!, non mi dire, che vorresti fare un orgia incestuosa!?’
Marta: certo!, Luisa, devi sapere, che io, tuo fratello Cataldo e tua sorella Letizia, approfittando dell’assenza di tuo padre, abbiamo deciso di dare sfogo alle nostre pulsioni sessuali, facendo un po’ di sesso in famiglia.
Luisa, esclamò in dialetto napoletano:’chesta, è asciuta pazza’!(questa è uscita pazza);
Bene mamma, allora visto che fra le mie cosce, vi è ancora un bel cazzo, che mi è già divenuto duro, inizia a farmi un pompino , sai!, Nonostante a me piacciono gli uomini, tu con il tuo fisico mi ecciti molto!
Marta: bene!, Allora accomodiamoci pure!
Luisa, si sfilò pian pianino i jeans, si tolse lo slippino nero e invita la madre ad inginocchiarsi davanti a lui(o se preferite lei )
Luisa: or su, mamma! Inizia a leccarmi i piedi!
Sì figlio mio! Adoro fare la lecchina , gli sussurrò, con voce soave; mentre Letizia inizia a spompinare con voluttuosa passione, L’ arnese di suo fratello Cataldo.
Luisa: dai mamma! Vai più su con la lingua!, slinguazzami le cosce, che godo come una dannata troia!!
Marta: come vuoi tu, figlio mio.
LUISA:oh, ti prego, mamma, chiamami al femminile!, lo sai che mi sento donna dentro.
Marta: va bene!, figlia mia, ai tuoi ordini!
Dopo i preliminari, Marta e Letizia, si distesero entrambe sul lettone, apparecchiato con lenzuola di seta rossa, e due cuscini di velluto neri; Luisa e Cataldo, iniziarono un bel gioco di lingue.
Cataldo, slinguazzava e mordicchiava le enormi tette di sua madre. Fino ad arrivare sull’enorme ventre, ed infine affondare la lingua nella fica, mentre Luisa, si occupava di Letizia.
Marta: oh!!, sii!!, Cataldo!!, leccami tutta, ciucciami le tette!!!, leccami il ventree!!!, affonda!!, la tua lingua! Nella mia ficona! Tutta squascianata!!(tutta spanata), oh!!1, sii!!, dai!!, leccaa!!, leccaa!!, vai sul piripicchio(sul clitoride), sii!!, gioca!, con la linguaa!!
Adesso, vieni qua, distenditi, che ti faccio provare un bel sessantanove.
Cataldo: con molto! Piacere, mamma!
Letizia, era indaffarata a segare e spompinare il fratello(oh come preferite sorella).
Luisa: continua a succhiare!, Letizia!!, sii!!, che adesso sborro!!, sii!!, ahhhh!!!!,aaahhhh!!!, ingoiala tuttaa!!!!, sorellinaa!!!, la mia sborraa!!, ohhh!!!, siiii!!! Ohhhhhh!!!!, sborrooooooo!!!!!!!!
Quando, Luisa, ebbe sborrata, ed ebbe fatto ingoiare la sua sborra fraterna alla sorella, si mette a pecora, ed ordina a suo fratello Cataldo, di ‘schiaffare’ quel bel cazzo grosso nel suo retto tutto depilato , mentre Marta e Letizia, si masturbavano e giocherellavano a vicenda, con un enorme sexy toy.
Luisa: dai!, Cataldo!, spaccami il culo!!, sii!!, guarda come è tutto depilato!, sembro una vera femmina in calore!!, sii!!, da ragazzo, mi è sempre piaciuto prenderlo in culo! E fare le seghe ai miei compagni!!, sii!!, spingilo dentroo!!, ohh!!, fammelo sentire tuttoo!!
Cataldo, gli e lo ficcò tutto dentro, fino a fargli sentire i coglioni sulle chiappe
Cataldo: ohh!!, sii!!, sorellina, sentilo tutto dentro!!, oh!!, sii!!, che sto sborrandoo!!, ohh!!, sii!!, dai!!
Luisa: aspetta!, tiralo fuori!, che il mio cazzo e diventato di nuovo duro!!, cosi ci facciamo una sega a vicenda!
Cataldo: d’accordo!
Si alzarono dal letto, e si misero in piedi, l’uno di fronte all’altro, la mano di Cataldo, afferra l’arnese di Luisa e quella di Luisa, il tronco carneo di Cataldo e iniziarono a masturbarsi come due dannati, avvicinando pian pianino le loro cappelle e le loro lingue, facendole roteare con passione, Cataldo, descriveva alla sorella trans, la scopata(ed il corpo), che si era fatto con sua madre: oh!!, Luisa, sai che mamma. è una vera troia!!
Luisa: continua!, che sto sborrando!!
Cataldo: sii!!, è una vera cagna!!, sa fare bene i pompini!!, i pompini!!!, i pompiniii!!!, siii!!!, sborroooo!!, il cuulooo!!, di mammaaaa!!!!
Luisa: sii!!, continua!!, che sborro anch’io!!, sii!!!, ohhh!!, toccami il culoo!!, toccami il culoo!!. Ohhh!!, uoh!!, uoh!!, sborrr’.!!!
Entrambe, si buttarono le rispettive sborre, l’uno addosso all’altro, per poi alla fine, pisciare sulle due troie, che stavano sbrodando anche loro.

La moglie del socio
Don Gennaro, gestisce la sua barca: ‘la Pasqua’, con un socio don Pasquale, che ha una bella moglie: Carmela, anch’ella, in cerca di cazzi da sfogare, ma a differenza di Marta, lei fa la troia con tutti, in modo particolare, se la intende con gli spazzini, che la mattina, passano davanti casa sua(lei abita a pian terreno), per scopare la strada e nel frattempo, scopano anche lei.
lei, è una donna sulla sessantina, non molto alta, bionda,capelli corti a caschetto labbra carnose, una quinta misura di reggiseno,una fica molto pelosa e due cosce abbastanza piene.

‘A Carmela, piacciono gli uomini di parecchio più giovani di lei,’ e quando ne adocchia uno, con una scusa qualsiasi, se lo tira in casa e se lo scopa di santa ragione, offrendogli prima un caffè, poi provocandolo in dialetto napoletano: ‘we!:pis,pis!! Bellu walione, te piace a patacca?, è vien à cà!, tuoccm’ è cosc’ è jamm bell’ ca tò facc’ ndustà !, a me piace fa à troia! bagascia!!'(bel ragazzo, ti piace la fregna?, vieni qua, toccami le cosce!, dai!, che te lo faccio venir duro, a me piace fare la troia!, puttana!).
Una sera, Marta, si reca a casa di Carmela, per una visita di cortesia; e fra i tanti argomenti discussi, non poteva mancare l’argomento sesso(fra donne orfane di cazzi ci si comprende).
Carmela: di un po Marta, come fai a soddisfare la tua fica, in assenza di tuo marito?
Marta: bè, sai!, cara Carmela,a me, non va di mettere le corna a mio marito con altri, sai!, è un onesto lavoratore e poi, lui quando è a casa, mi soddisfa; dovresti sapere, che andando con altri, si possono prendere malattie sessualmente trasmissibili, come la sifilide, l’AIDS e tante altre!
Carmela:e come vai avanti, a suon di ditalini?, io per esempio, che la do ad estranei, mi premunisco di preservativi ed effettuo periodicamente dei controlli dal ginecologo, ad esempio, proprio l’altro ieri, ho eseguito l’ultimo striscio vaginale e non è risultato nulla di compromettente , come vedi, cara Marta, basta prevenire!!
Marta: ah!, io odio i preservativi, preferisco il contatto carne e carne! E poi, non vado avanti a ditalini e sexy toy,.
Carmela: e come fai?
Marta: bè!, mi faccio una scopata con mio figlio Cataldo, sai!, ho sempre saputo che a lui piaccio e allora, ho deciso di provocarlo, perché, quella mattina, avevo voglia di un cazzo vero! E quindi, l’ho sedotto.’ .
Carmela: hai sedotto tuo figlio!, ma sei proprio una svergognata!, e lui c’è stato?
Marta: naturalmente!, anche perché, io so che lui e sua sorella Letizia, se la intendono e quindi, ho pensato bene di mettere su una cooperativa d’incesto!
Carmela: ma guarda un po’, questa, è proprio una famiglia di troie, puttane e ricchioni, scommetto, che hai coinvolto anche quel ricchione di tuo figlio Luigi!
Marta: anche lui, tutto sommato, ha ancora un bel cazzo!
Carmela:a proposito di figli!, guarda! Che m’hai ricordato!, sai una volta che mi è successo?
Marta: che ti è successo!
Carmela: un pomeriggio, ero in camera da letto, mi stavo vestendo per uscire, era di sabato, ricordo che stavo indossando un paio di mutandine nere, con annesse un paio di calze autoreggenti di egual colore, notai, che quel carognone di mio figlio’ò piccirillo'(il piccolo), Salvatore, mi stava spiando dal buco della serratura,’chillo se stev’ facenn’ è pippe(si stava facendo le seghe).
Quando mi voltai, me ne accorsi e lo vidi con il cazzo in mano(donna Marta!, vi debbo confessare una cosa:’aveva nù bellu margiale grosso!, e mi fece venire subito l’aggigghio( mi fece eccitare).
Io, dapprima lo rimproverai, gli dissi: svergognato! Che fai?, ti fai le pippe su tua madre, con tante ragazze che ci sono in giro!
Lui, ovviamente arrossi per la vergogna e mi sussurrò sottovoce:’sai , mamma, mi piace, quando ti spogli!, mi piace vedere la tua bella patacca pelosa!, sai quante seghe, mi sono fatto su di te! E sai, quante volte, ce ne siamo andati io e i miei amici giù al molo santa Lucia a masturbarci a vicenda! E mi chiedevano di parlare di te:?:’che fa, chella zoccola è mammeta? Fa i bocchini!, mi chiedevano’.
E tu , che gli rispondevi, gli chiesi.
Ovviamente si!, che eri una gran bella troia!, che avevi un grosso culo!, e che ti avevo vista nuda! E scopare alla pecorina.
Ovviamente tu gli chiedevi delle loro mamme, sorelle e zie, gli chiesi.
Lui mi rispose: ‘si!,si!, le loro mamme, zie e sorelle, erano vacche e puttanone come te’!
Poi mi supplicò: dai. Mamma, finiscimi la sega!, fammi sborrare!
Non esitai a prendere il suo cazzo in mano e spicciargli la sega, quando lui stava per arrivare, mi inginocchiai, appoggiai la bocca e la lingua sulla sua capocchia, e gli risucchiai tutto il suo sperma, ingoiandomelo, in quel momento, mi sentivo veramente una puttana, bagascia di tutte le bagasce! E lui ansimò:’dalle, mammà!, si proprie nà puttan’!(dai mamma sei proprio una puttana).
Marta: è brava! Donna Carmela!, oltre agli scopatori, ti sei fatta pure tuo figlio!, e davi a me della svergognata!
Carmela: ma poi, piansi amaramente, ed io e mio figlio, non ci parlammo per un po’ di tempo, infatti da allora, non l’abbiamo più fatto.
Marta: ascolta, Carmela, non hai fatto nulla di male!, hai solo esaudito un desiderio proibito di tuo figlio!, infondo, infondo, siete carne della stessa carne! E sangue dello stesso sangue!
Ascolta, voglio invitarti a cena a casa mia, naturalmente l’invito è esteso anche a Salvatore!, vi preparerò una bella cenetta a base di pesce(pulpitielli alla luciana e frittura di calamarielli), poi ci facciamo una bella orgetta, sei d’accordo?
Carmela: ok!, gli e lo dirò a mio figlio, è un piacere!, per me essere tua ospite!
Salvatore, è un bel ragazzo alto all’incirca un metro e settantacinque, biondo, palestrato e piaceva molto a Marta e quella, era, l’occasione giusta, per poterselo trombare.
La sera successiva, Carmela telefona a Marta per concordare il giorno della cena, fissano per il fine settimana.
A casa di Marta
Si presentarono, Carmela e Salvatore, ad accoglierli in casa, c’erano ovviamente Marta unitamente ai suoi figli.
Dopo aver gustato la cena a base di pesce, Marta propone di concludere la serata con una scopata collettiva; i sei, si accomodano in camera da letto, le due baldracche, Marta! E Carmela, eccitano i loro figli con un arrapante! spogliarello vicino allo specchio, che ha il suo culmine in una solenne e vicendevole masturbazione:
(dalle!, Mariii!!, il secondo nome di Marta era Maria).
(è dalle!!,Carmèè!!!), esclamavano e gemevano entrambe, mentre i ragazzi, si stavano inculando e segando a vicenda.
Esauriti i preliminari, Marta, chiede il permesso a donna Carmela di poter scopare suo figlio.
Marta: col vostro permesso!, donna Carmela!, potrei avere l’onore di ricevere nella mia fregna!, il tronco carneo di vostro figlio Salvatore?
Carmela: certo!, donna Marta, fate pure senza complimenti!, Salvatò?, accundiend a donna Marta!(salvatò?, accontenta donna Marta), ordinò al figlio.
Salvatore: d’accordo, mammà!, donna Marta!, sapete che avete un bel culo!, potete sculettare! Un po’!, cosi, inizio a segarmi?
Donna Marta: ti piace!!, adesso, ti faccio prima! à mossa!, e poi sculetto, cosi!, tu, ti arrapi!!
Dopo aver fatto eccitare per bene Salvatore, Marta, afferra il suo grosso arnese e se lo ficca tutto in bocca, succhiandolo e leccandolo come una dannata, seguendo un ritmo veloce, mentre Carmela, succhiava a fasi alterne, sia il cazzo di Cataldo che quello di Luisa, quest’ultima, con la mano destra, sgrillettava energicamente la fica di Letizia, in un vortice di gemiti e godurie collettive.
Salvatore: come succhiate! Bene!, donna Marta!, continuate, continuate! Ahhh!!, sii!!, che bello, siete proprio nù babbà!!, ahhh!!; adesso, permettetemi di entrare, nella vostra bella fica pelosa!, prima con la lingua! E poi , col cazzo!!
Marta: come desideri!, Salvatore!
Guarda, che bella fica che tengo!, mò! C’è facimm’ nù bellu sessantanove!!(adesso facciamo un bel sessantanove) oh! Ti prego!, Salvatore!, dammi del tu, siamo in famiglia!
Salvatore: come desideri, Marta!, hai proprio una bella fregna!, fammela leccare!, ti prego!
Marta, mentre Salvatore lecca, socchiude un po’ gli occhi, scapocchia il tronco carneo, e inizia a succhiarlo e leccarlo; salvatore, lecca la fregna bagnata fradicia e pelosa di Marta, ingoiando tutto il suo succo vaginale, come se fosse un gradevole liquore.
Carmela: scusate un attimo!, donna Marta!, urlò, interrompendola, mentre era intenta a succhiare la verga di suo figlio, e io, che devo stare qui a fare le seghe a vostro figlio!!, potrei avere il permesso di farmi una scopata con lui?
Marta: prego!, donna Carmela!, potete fare di lui quello che volete!
Carmele: và buò!, né!, Cataldo, adesso, m’inginocchio e ti faccio un bel pompino! E ti prometto che ingoio tutto lo sperma!, te la pulisco bene, bene!, la cappella!
Cataldo: ai vostri voleri!, donna Carmela, inginocchiatevi! E iniziate ad adorare il mio uccello, poi iniziate a leccarmi i coglioni!
Carmela: anche tu, dammi del tu!
Cataldo: allora, succhiami e leccami il cazzo!, troia!
Carmela: ai tuoi ordini!
Intanto, Salvatore, si stava facendo cavalcare alla grande da donna Marta e Letizia, si stava facendo inculare da Luisa; quando , ad un certo punto, quasi per magia, raggiunsero tutti e sei insieme l’orgasmo.
Marta:ohh!!, sii!!, sto venendooo
Salvatore: sii, anch’io!!, sborroo!!, sborrooo !!!!, siiii!!, ahhhh!!! , siii!!, pluff||, pluff!pluff|!!!, si sentiva fare nella fica
E Cataldo: dai!, donna Carmela!, che sborroo!!; donna Carmela(che tirò fuori per un attimo il cazzo dalla bocca):si!, si!, sti sto facendo sburrarre!!!,adesso, la ingoio tutta!!!, e con la lingua, ti pulisco la capocchia, come promesso!
Cataldo: sii!!, sii!!, donna Carmeee!!, ingoiala tutta!!, troiaa!!!!
Anche Luisa, sborrò nel culo di sua sorella.
Luisa: ahh||, che sborroo!!, ahhhhhh!!!!(Letizia: sborrami tutta, dentro il buco del culoo!!, sorellina!!, che da sotto, la fica, sta pisciando!!!
Luisa: ahh!!, siii!!, tutto in culooo!!
Marta: sei stata contenta, Carmela?
Carmela: è stata una bella scopata!, da ora in poi, scopate in famiglia!!, e non più con gli spazzini.

Il compleanno di zia Concetta
Marta: ehi!, ragazzi!, sapete cos’è oggi?
Cataldo: cos’è oggi mamma?
Marta: oggi,è il dodici di giugno ed è il compleanno di zia Concetta.
(Concetta, è la sorella più piccola di Marta di tre anni, una donna alta un metro e sessantacinque, capelli lunghi castani, anch’ella con le labbra carnose, una quarta misura di reggiseno abbondante e una fica pelosa.
Anche lei, ha il marito imbarcato e naturalmente, anche lei, ha bisogno di rallegrare la sua passera, con un bel tronco carneo.
Concetta, ha due figli, Assunta, una ragazza di ventiquattro anni, laureanda in medicina, rossa, un metro e settantacinque di altezza, quinta di reggiseno e curve da copertina.
E Tommaso, un bel ragazzo alto un metro e settanta, moro, di due anni più piccolo di Assunta, che di professione, fa l’ausiliario in un ospedale di Napoli).
Letizia: immagino, che dovrai telefonarle, per farle gli auguri! E chissà, cosa avrà organizzato per stasera!
Marta: certo!, tesoro! , adesso, provo a farle una telefonata, e cosi sentiamo cosa ha organizzato per stasera.
Marta: buon compleanno! Sorellina!
Concetta: grazie!, di vero cuore!, tuo marito, s’è fatto sentire? E come stanno i tuoi figli?
Marta: ho sentito Gennaro domenica scorsa!, sta bene, torna il prossimo mese sai adesso scatta il fermo biologico! I miei figli, godono di ottima salute!
Concetta: anche Cosimo, torna il prossimo mese!
Marta: cos’hai organizzato di bello per sta sera?
Concetta: ho organizzato una piccola festicciola!, con gli amici di Assunta e Tommaso! E naturalmente, siete invitati anche voi!
Marta: allora!, festa grande!, stasera!
Concetta: certo!, ovviamente, conto sulla vostra partecipazione, anche perché, dovrei parlarti di alcune cosette, sorellina!
Marta: bene!, ma si può sapere di che cosa si tratta?
Concetta: è una sorpresa!, ora, non posso parlare.
Marta: va bene!!, allora, a stasera!
Concetta: ci conto, bye!,bye!
Marta: bye!
è fatta, ragazzi!, questa sera, siamo tutti invitati a casa di zia Concetta!, ma !, chissà, cosa avrà da raccontarmi!
Letizia: non ne ho la più pallida idea!, stasera sentiremo! E tu , Luisa ci vieni?
Luisa: certo!, che ci vengo!, magari li c’è qualche ragazzo da rimorchiare!
Marta: ahah!, figlia mia, o figlio mio, come vuoi essere chiamato!, tu pensi sempre a rimorchiare!
La sera, andarono a casa di Concetta, che abita ad una decina di chilometri dalla città, dopo aver festeggiato il compleanno con parenti ed amici, a suon di musica napoletana e con una torta da cinquantadue candeline finale; dopo che se ne erano andati tutti(si erano fatte le tre del mattino), restarono in casa: Concetta e i suoi figli, e Marta con i suoi figli.
Marta: allora!, sorellina!, di che cosa mi dovevi parlare, qual era la sorpresa?
Concetta: vieni di la in cucina!, che intanto mi aiuti a lavare i piatti! E te lo dirò!
Marta: d’accordo!
Concetta: ascolta, sorellina, lo sai benissimo!, che noi donne, che abbiamo i mariti fuori per tanto tempo, abbiamo l’esigenza di soddisfare la nostra voglia di sesso, stare sei mesi, senza vedere ed assaporare un cazzo!, mi rende nervosa! Ed alcune volte cado in depressione!, prima o poi, finirei per ammalarmi!, se , non trovo una soluzione, i ditalini, risolvono ben poco e i sexy toy, annoiano!, come devo fare, per trovare una vera verga di carne? Degli estranei, non ci si può fidare,e allora, mi sono chiesta: come farà, la mia sorellina Marta?. Quale soluzione avrà trovato?
Marta: vedi!, Concetta, anch’io, avevo lo stesso tuo problema!, ma, col passare del tempo, ho trovato una soluzione geniale!, lontana da occhi indiscreti, e dal chiacchiericcio cittadino!
Concetta: come diavolo hai fatto, sorellina?
Marta: ho sedotto dapprima Cataldo!, e poi, ho coinvolto il resto della famiglia; Letizia e Luisa!
Concetta: vorresti dire!, che hai messo su una sorta di organizzazione sessuale di tipo incestuosa!, una cooperativa?
Marta: si!, mia cara!, innanzitutto, perché Cataldo, col suo cazzo, può rappresentare degnamente! Gennaro, e poi, siccome in questa città, vi sono molte corna in giro, non mi andava di essere accomunata alle altre troie.
Concetta: Ti confesso, sorellina! Che, se Tommaso acconsentisse, anch’io, farei la stessa cosa, ma purtroppo, io mi vergogno di chiederglielo, meglio che finire nelle mani di qualche estraneo sarebbe!
Marta: se vuoi!, potrei provarci io! A chiederglielo, magari! Riuscirei a convincerlo alla mia maniera!, sei d’accordo?
Concetta: affare fatto!, sorellina!
Marta: ok!. Ma prima che io compia la missione, voglio esplorare la tua fica infuocata!
Concetta:cosa c’è?, sei diventata lesbica?
Marta: oh!!, no!!, e che voglio esplorarla prima io, però, ti confesso, che un pochino, mi piace leccarla, la fregna!, specie quella di mia figlia! E poi, a Tommaso, dovrò raccontargli i minimi particolari!
Concetta: va bene, sorellina!, allora, mettiamoci subito all’opera!, cosa dovrei fare?(Concetta, aveva in cucina, un divano letto a una piazza e mezza), la sorella, dapprima la invita a spogliarsi e nel frattempo si spoglia anche lei e poi, la fa sdraiare sul divano, con le cosce scandalosamente aperte e i piedi poggiati per terra.
Marta: inizia a spogliarti!, donna Concetta!
Concetta, aveva un tailleur nero, semi scollato, le si vedevano le tette, se lo sfila molto lentamente, alzandolo verso su; da sotto, apparivano, due belle coscione robuste e sode, ricoperte da un paio di autoreggenti nere e un body di pizzo trasparente bucherellato(le si vedevano le sue grazie corporee) nero.
Marta: è brava!, donna Concetta!, adesso, girati! E fammi vedere come ancheggi!, che nel frattempo, io ti sbottono il body!
Concetta: come voi comandata!, sorellina! Ma scusa?, perché, mi chiami donna Concetta !, sono pur sempre tua sorella!, osservò.
Marta: perché . Voglio farti sentire una regina!, nonostante, tu sia più piccola di me! Ed io, sono qui, pronta ad inginocchiarmi davanti a te, per leccare la tua fregna!, insomma, ti voglio far sentire troia e nello stesso tempo, femmina a tutti gli effetti, ti voglio preparare per bene!, a ricevere il cazzo di tuo figlio.
Dopo, gli eccitanti preliminari, Marta, invita(supplicandola) la sorella a sdraiarsi sul divano, ad aprire le cosce più che poteva,e ad esibirsi in una sditalinata, mentre lei guardava e si sditalinava a sua volta.
Quando, ebbero raggiunto il massimo dell’eccitazione, Marta, s’inginocchia davanti alla sorella, con le ginocchia poggiate sul pavimento e prima di ficcarle la lingua nella fessura esclama: guarda, guarda, che bella passerona, tutta da leccare!!!, l’allargò a malapena con le dita, e vide che era già tutta inzuppata di umori vaginali, avvicinò il capo vicino alla sua vulva, tirò fuori la lingua e iniziò a farla roteare sul clitoride, per poi, via, via , farla scendere fra le labbra rosee, sul violaceo e carnose, tirandole anche qualche leggero morso, e, facendo emettere alla sorella, un forte urlo di piacere.
Concetta:ahhhh!!!, Mariii!!!, continua!, Mari!, cosii!!, come è bellooo!!, è la prima volta, che me la faccio leccare da una donnaa!!!, ahhh!!, Marii!!, siii!!, Mariii!!, ‘stong? Sburrann?? Tott!!!’ Esclamò in dialetto napoletano (sto sborrando tutta), sii!, che sbrodooo!!, oddio!!, che bellooo!!!!; mentre sbrodava, si contorceva tutta, su quel divano e alla fine, attorcigliando le gambe sul collo della sorella urlò: ahhh!!!!, Mariiiii!!!, godoo, come una troiaaaaaa!!!!!!!
Marta: t’è piaciut’?, zoccola?
Concetta: Hazz!!, cà mè piaciut’!, e mo. Che vogliamo fare?
Marta: adesso, invertiamo i ruoli, desidererei sbrodare anch’io!, ma prima, toccami nù poco il culo!, cosi, mi eccito!
Concetta: va bene!, sorellona!
Marta, si chinò, appoggiando le mani sul divano, mostrando il suo mastodontico fondoschiena alla sorella, che, nel frattempo, accarezzava le sue enormi chiappe, ficcando il dito nello sfintere, facendolo scivolare fino alla fessura della fica.
Mentre, Concetta toccava, Marta, provava goduria, implorava e gemeva: ahhh!!, siii!!, tuoc’!,tuoc’!, tuocc’!!, ohhh|!!!, ficcami quelle dita dentroo!!, sii, anche le unghie!!, come godoo!!, siii!!, donna Cuncèèèè!!!
Poi, Marta, si alzò e si strapazzò leggermente la fregna con le mani, si sdraiò sul divano, con le cosce spalancate e la fica alla mercé della lingua della sorella.
Marta: ficcami la lingua dentro, donna Concetta!, però prima, succhiami i capezzoli, che stanno belli, tuost’ tuost'(duri, duri).
Concetta, ubbidiente alla sorella, ma anche per un gesto di gratitudine, iniziò a succhiare e triturare, con quella bocca carnosa e focosa che si ritrovava, i capezzoli turgidi e duri di Marta, facendola urlare, come una forsennata bagascia.
Marta: ahh!!, dai!!, dalle!!, Cuncèèè!!, Concii!!!, Conciii!!!Concettaa!!, adesso, leccami il ventre e le cosce!, fino ad affondare la lingua nella fregna!
Concetta: ti accontento subito, surella!
Le leccò per bene le cosce, fino a solleticarle i piedi, per poi, alla fine, affondare la lingua nella fregna da vacca di Marta.
Marta:ahhhh!!!!, sii!!!. Ummmm!!!!, adesso, coloooo!!!, sii!!!, si alzò leggermente dal divano, avvicinò la fregna alla bocca della sorella, e ordinò: apri per bene la bocca!, donna Concetta!
E le scaricò in bocca, un gran quantità di urina mista ad umori vaginali.
Concetta: e adesso, come ci comportiamo?
Marta: non temere, surella!, adesso ci ricomponiamo e c’è ne andiamo di la in salone(dove, nel frattempo, i ragazzi, si erano messi a giocare a scopone), io chiamo Tommaso, con la scusa che mi serve un medicinale, me lo porto in cucina e gli parlo di te, mentre gli parlo, lo provoco(Marta, si era messa la vestaglia della sorella, perché, siccome si era fatto tardi, Concetta li invitò a restare a casa sua a dormire), mentre tu. Concetta, intrattieni i ragazzi nel salone con le tue canzoni napoletane.

Concetta: d’accordo!
Marta: eccoci qua!
Tommaso: dove, vi eravate cacciate, tu e mamma, zietta?
Marta: eravamo di la, a lavare i piatti! E siccome, si è fatto già tardi, sono passate le quattro, la surella Concetta, ci ha invitati a dormire qui, stanotte.
Tommaso: fantastico!, zietta, a me fa molto! Piacere!, lo sai che a me piace la cuginetta qui presente Letizia!, col vostro permesso, potremmo dormire insieme?
Marta: ah!, per me va bene! A proposito, Tommaso, vieni di la in cucina!, che ti devo chiedere una cosa!
Tommaso: che cosa, zia Marta?
Marta: niente, caro!, volevo chiederti, se potevi procurarmi una pomata per le mie gambe!, sai, essendo tutto il giorno in piedi!, la sera, mi fanno male!
Tommaso: va bene!, zia, domani, faccio il turno di pomeriggio, andrò a rovistare nello scaffale dei farmaci.
Marta: ti ringrazio di vero cuore!, nipote mio; ascolta, ti ho chiamato in camera caritatis, per parlarti, di un problema molto importante.
Tommaso: di che cosa si tratta zia?
Marta: si tratta di tua madre!
Tommaso, tutto preoccupato: cosa c’è, forse non sta bene?
Marta: oh!, no, nipote mio, tua madre di salute, sta benissimo!, e nell’intimo!, che non sta abbastanza bene!
Tommaso: nell’intimo!, cosa vorresti dire, zia Marta?
Marta: ascolta, tuo padre!, come del resto, anche zio Gennaro, è fuori tanto tempo, perché imbarcato e tua madre, come d’altronde anch’io, restiamo sole solette! E, abbiamo bisogno di essere un po’ coccolate!, di essere tirate su di morale!
Tommaso: continuo a non capire, zia Marta!
Marta: insomma!, te lo dico apertamente!!: abbiamo bisogno di cazzi!!
Tommaso: di cazzi!, e che ci posso fare io!, vorresti dire, che devo sostituire mio padre, nel compiere il dovere coniugale!, ma , non ci penso nemmeno!, nonostante, lei , è una donna che mi piace, ma è pur sempre colei che mi ha messo al mondo.
Marta: non mi dire, che sei un bigotto!, allora, voglio farti una domanda: cosa preferisci, essere additato come il figlio di Concettina la bucchina e don Cosimo il cornuto!,oh! Il tutto si risolva nell’ambito della famiglia?, sai!, se non troviamo una soluzione per la passera malata di tua madre, lei, rischia di cadere in depressione!, rischia d’asci pazza!, ò vuò capi o no!(rischia di uscire pazza lo capisci?).
Tommaso: vorresti propormi un rapporto incestuoso!, se non ho capito male!
Marta: esattamente!, perché il rapporto con tua cugina, non è incestuoso?
Tommaso: sii!, ma siamo sempre cugini!
Marta: facciamo un patto, noi due; tu, accontenta tua madre!,io, ti faccio scopare con Letizia!, quante volte vuoi!, e se lo vorrai, potrai farlo anche con me!, sei d’accordo?
Tommaso: affare fatto!, zietta, per quella gran figona di Letizia!, faccio questo! E altro!, in quanto a te!, potremmo fare una cosa di giorno anche adesso!, il mio cazzo, è diventato duro!, alla vista delle tue coscione! E delle tue tettone!, potresti iniziare a farmi una sega!, per poi, farmi un pompino!
Marta, che nel frattempo, aveva provveduto a testare con le sue mani, la virilità della minchia del nipote, e quindi, lo aveva già ‘strappato fuori’ dai pantaloni, rispose: con molto! Piacere!, tesoruccio!
Marta, chinò la testa, sull’arnese del nipote, dapprima, incominciò a segarlo con le mani, poi, con la lingua, iniziò con molta delicatezza, a leccargli il glande violaceo, iniziava a venir fuori qualche goccia di sperma, che naturalmente, zia Marta, ingoiò con grande voluttà.
Tommaso: dai!!, zietta!!, succhia!, succhia! Per bene!, ti piace!, il cazzo di tuo nipote!!
Marta, che si tolse, per un attimo il cazzo dalla bocca:oh!, si!, tesoruccio!, mi piace molto, leccare!, mi piace molto!, fare la lecca cazzi! E la leccapiedi!!, dammi degli ordini!, e io li eseguirò come una cagna! E riprese a succhiare.
Tommaso: oh!, zietta!, adesso, girati e fammi uno spogliarello, camminando e sculettando!
Marta: con molto piacere!, nipote mio!, ti farò arrapare come un matto!, intanto, tu fammi vedere, come ti fai il ‘trimone'(come ti masturbi), e io , ti faccio vedere, come apro le cosce e mi ficco le quattro dita, pollice escluso! Nella mia ficona!, e mi sgrilletto il clitoride!
Tommaso: si!, zia!, guarda come mi masturbo! Si!, dai, apri le cosce! E ficcati le dita nella fregna!, sii!!, dalle!, datte, nà botta!, zia marii!!, si, si, adesso, girati e sculetta.
Si, si, cammina e sculetta!
Mentre, zia Marta, camminava e sculettava, si sentiva il rumoreggiare delle ciabatte che aveva ai piedi(ciac, cic e ciac!), rumore che mandò in estasi Tommaso, che ordinò in maniera brusca: adesso, avvicinati!, zia cagna!, che ti strappo le mutande e ti metti alla pecorina!, voglio sborrartelo nel culo!, ma prima voglio darti un paio di sculacciate!
Marta: come il signorino nipote comanda!, eccomi qua, tutta per te!
Tommaso, dapprima, le strappò le mutande nere di dosso, poi, iniziò a giocherellare con le dita, in mezzo alle natiche, fra il retto e la fica della zia, la quale si chinò leggermente in avanti, la fece sussultare per l’eccitazione, con la mano destra, si strusciò il basso ventre, emettendo delle strane frasi sguaiate, miste a gemiti di piacere.
Marta: ahhhh!!!, sono proprio una porca!, vacca!, troia!!, ahhhh!!, sono una sgualdrina!!
Poi, si mise alla pecorina(a novanta gradi), con le mani appoggiate sul divano e la testa in giù; Tommaso, inizia, a dargli degli schiaffi sulle chiappe, e mentre con una mano schiaffeggiava, con l’altra, preparava il suo stantuffo all’ingresso trionfale nello sfintere accalorato della zia, esclamando in maniera un po’ comica:haaahhhhh!!!, le femmine grosse!!!, hahhhh!!!, le femmine groosse!!!, che porca!! Vacca!!, zia Marta!
Dopo che l’ebbe sculacciata, facendole diventare l’enorme deretano, rosso, come un pomodoro san Marzano, (prima di penetrarla, le fece un massaggio, prima con le mani, poi con la lingua, sulle grosse e tornite spalle) ed infine, il suo cazzo, poté fare il suo ingresso nel colon di zia Marta.
Marta: ahhhh!!!, che cazzo grosso che hai!!, potresti accontentare tua madre!!, si,si!!, spingi!, sfondami!, fammelo sentire!!, sii!!, sii!!, ahhhh!!, o culu!, o culu!!, spingi che entra tutto!!
Tommaso: si,zia!!, prenditelo tutto in culo !, oh sii, c’è l’hai accalorato il tuo buco!
Marta: si, si, c’è l’ho accalorato il mio buco!
Tommaso: si!, si!, adesso sborro!!, ti vengo tutto dentro il buco!!, sii, oh!!, sborrr”’.Letizia”.
Marta: sto colando anch’io!!,si,si!, sbrodoloooo!!!!; comunque, sono Marta, non sono Letizia.
Tommaso: sai, zia quella barzelletta del ragazzo della bottega, che si faceva le seghe pensando alla figlia del suo principale?
Marta: no!, me la potresti raccontare?
Tommaso: una volta, in paese, vi era un ragazzo che lavorava come apprendista presso la bottega di un falegname, questo falegname, aveva una figlia Stefania, un pezzo di fica, alta, bionda; insomma, una bonazza.
Ogni volta che la vedeva, il ragazzo si eccitava e per poter dar sfogo alla sua eccitazione, se ne andava nel retrobottega a masturbarsi.
Mentre si masturbava, pensava a Stefania, la figlia del principale, a Stefania, la figlia del principale! Quando stava per sborrare, esclamava:’al principale!!!’
E cosi, ho fatto io, la scopata era con te, zietta e la sborrata era per Letizia, che a me, piace da morire e non vedo l’ora di farmela.
Marta: bè! Stanotte , dormiremo qui! E tu, dormirai con Letizia, però, mi devi promettere che domani, ti dedicherai alla fica di tua madre.
Tommaso: promesso, zietta!, sarà un onore per me, accontentare mia madre e averti come suocera.
Marta: come suocera?, perché, avresti intenzione di sposare tua cugina?
Tommaso: se lei lo volesse!, perché no!
Marta: adesso, tesoruccio, andiamo di la nel salone e diamo la lieta notizia a tua madre.
Tommaso: va bene, zietta.
Quando, andarono di la nel salone, Marta, chiama in disparte la sorella, e gli sussurra in un orecchio: è fatta, sorellina!, ho convinto tuo figlio a trombarti.
Concetta: ti ringrazio, sorellina!, spero, sia all’altezza della situazione!
Marta: non temere, mia cara!, l’ho collaudato io ed ho visto, che è un vero porco, un vero mandrillo!
Concetta: mi fido di te! Ma, adesso, prima ci mangiamo il resto della torta, ne è avanzata un bel po’! e poi, ce ne andiamo a dormire, naturalmente tu dormirai con me, sorellina!
Marta: ok!, a Tommaso. Gli ho promesso che dormirà con Letizia, sai!, loro due, si piacciono!, tuo figlio, mi ha anche detto che se la vuole sposare!
Concetta: va bene!, ne approfitterà, per prendere due piccioni con una fava! Moglie -cugina!, suocera -zia! Vorrà dire, che Cataldo, tuo figlio!, dormirà con Assunta, sai , anche a lei piace!, cosi, vediamo di rafforzare la nostra cooperativa! Che ne pensi, surella?
Marta: per me va bene!, il sesso, quando è concepito per divertirsi, non conosce limite.
Quando ebbero finito di mangiare la torta di panna e bignè, le tre coppie, si ritirarono ciascuna nelle rispettive stanze(Luisa, aveva rimorchiato un bel maschione), zia Concetta, aveva un appartamento molto grande, con tre camere da letto , ovviamente, Concetta e Marta, si sistemarono nella camera da letto matrimoniale e, iniziarono a lesbicarsi a vicenda, mentre, Letizia, seduceva in maniera molto forte Tommaso.
Letizia: eccoci finalmente soli!, mio bel cuginetto!, non era quello che volevi?
Tommaso: certo!, cuginetta!, non vedo l’ora di vederti nuda ! Perché, non inizi a spogliarti e a farmi vedere le tue grazie corporee!
Letizia: ogni tuo desiderio, è un ordine per me, cuginetto!, adesso, inizio ad alzarmi il vestito, come piace a te!
Letizia, aveva un vestito lungo nero, da sopra, una camicetta bianca, che iniziò a sbottonarsi, mostrando al cugino, il canaletto delle tette, ricoperte dal reggiseno nero, mentre si alzava il vestito, iniziarono ad apparire le lunghe cosce, ricoperte da calze nere, con guepiere e reggicalze di egual colore, Letizia, si avvicina al cugino, rd esclama ancheggiando: guarda le mie grazie corporee!, arrapati!, porcone!, mettimi la mano in mezzo alle cosce!, schiaffeggiale entrambe a fasi alterne!!, prima una, poi l’altra!, poi ,vai più su!, strappami il reggicalze!!, ficcami le dita nella fregna!!ohh!!, sii!!, che belloo!!, porcone mio!!
Poi, Letizia, che nel frattempo , aveva fatto volar via la camicetta, si gira ed invita il cugino a slacciarli la guepiere e il reggiseno , supplicandolo con una certa veemenza: dai!!!, toccami!!! Le coscee!!!!, toccami il culoo!!, si!, si!, sbrigati!!, toccami le tette!!!, si!!, ti piaccio!!, sono la tua porca!!, la tua puttana!!!, ohh!!, sii!!, adesso!!, adesso!!, mi distendo sul letto!!, e tu!, e tu! Leccherai la mia fica!!, i miei capezzoli!!!, mi leccarai il buco del culo!!, lo farai vero?!
Tommaso: si, cuginetta!!, non ti agitare!, ti farò tutto quello che vuoi!, ti farò colare tanto di quel ciprino e umori vaginali, che ti ricorderai per tutta la vita di questa serata.
Intanto, tu inizia a succhiarmelo da brava schiavetta!(lei, era stravaccata sul letto), lui, le saltò sopra si avvicinò mettendosi accovacciato, con le gambe divaricate al suo viso, lentamente, avvicinò la sua verga turgida al massimo alla sua bocca, che lei, non esitò ad aprire con obbedienza e servilismo e gli e la ficcò tutta dentro,ordinando con una certa autorità di leccarla tutta, dalla cappella, fino ai coglioni e di adorare il suo tronco carneo come se fosse un dio.(vergasus, il dio delle verghe).
In quel momento, Letizia, si sentiva la regina delle puttane, la più troia di tutte le troie!, la più concubina delle concubine!
Tommaso. Che soffriva un po’ di eiaculazione precoce, senza che se ne accorgesse, gli sborrò tutto in bocca e la cuginetta, si senti tutta ricreata.
Tommaso: ohh!!, sii!!, ahhhh!!! , succhia!!!, siii!! Ahhhh!!, sborr’. Ingoiala tuttaaaa!!!!
Il cugino, per poter riprendere vigore, e tornare virile, inizia, dapprima a giocherellare con le mani sui capezzoli turgidi e duri della cugina, poi con la lingua, inizia a leccarli, passando per la areola violacea ; poi la lingua, s’impossessò della sua fica, giocherellando sul clitoride, FACENDOLA GODERE E STRILLARE COME UNA FORSENNATA,
Letizia: ahhhh!!!, uhhhhh!!!, continua!!, continua!!, più veloce!!, con quella lingua!, ahhhh!!, siii!!!, adesso, voglio assaggiare il tuo cazzo!!
Tommaso: è fammelo indurire!!
Letizia: adesso, ci provo io, con un gioco mani -lingua!, con le mani, inizio a segarti!, mentre con la lingua, inizio a leccarti la capocchia!!
Quando vide che l’asta, si era di nuovo rinvigorita, si alzò di scatto e disse al cugino: adesso ci penso io!
Si posizionò sopra di lui, in posizione spegni moccolo, ficcò il cazzo nella sua fregna in calore, cavalcandolo energicamente.
Letizia: ohh!!, siii!!, che bello!!, ouh!!, ouh!!, mi piace , cavalcarti!!, sii!!, che belloo!!, dai, schiaffeggiami le chiappe!!, sii!!, ohh!!, sbrodoo!!, ahhhhhhh!!! Che scopataa!!
Tommaso: anch’io, sborro!!, ahhhh!!!
Dopo, essersi dato un lungo bacio in bocca, si addormentarono abbracciati.
L’indomani, nel primo pomeriggio, Tommaso, resta in casa per parlare con sua madre;Concetta, si presenta davanti al figlio, con una vestaglia molto trasparente.
Si accomoda sul divano accanto a lui, scosciandosi, per farlo eccitare.
Concetta: Tommaso, tesoro mio!, volevo chiederti una cosa!
Tommaso, facendo finta di non sapere: cosa c’è , mamma!, perché, ti scosci davanti a me?
Concetta: volevo chiederti: ti è mai capitato, di arraparti, pensando a me, al mio corpo!, alla mia latteria!, al mio culo!,e alla mia fica!
Tommaso: a dir la verità, non ci ho mai pensato!, non credo, sia normale, che un figlio, voglia fottersi sua madre!
Concetta: eppure, tua zia Marta, si è scopato tuo cugino Cataldo!, perché, aveva bisogno di soddisfare la sua fica, in assenza di tuo zio Gennaro!
Tommaso: si, mi ha pure detto, che non gli voleva mettere le corna! Con un estraneo, perché, lui, quando rientra, la soddisfa per bene!
Concetta: anch’io, non voglio tradire tuo padre!, e cosi , quando mi viene l’aggigghio!(quando mi viene il desiderio), mi sparo ditalini a morire!, che ne dici, di sostituire tuo padre?
Tommaso: mi stai dicendo, mamma!, che dovrei sostituire papà, anche in quella cosa!
Concetta: esattamente, dovresti vestire i panni del presta cazzi!
Tommaso: del presta che?
Concetta: hai capito bene!, del presta cazzi!, e adesso, mettiamoci subito all’opera!
Concetta, afferra la mano del figlio, e portandosela, in mezzo alle sue cosce, mentre, con l’altra mano, inizia ad abbassargli il pantalone del pigiama, iniziando a smanettare da sopra i boxer il cazzo di Tommaso, che si era già ben rizzato.
Esaurita, questa fase di riscaldamento, Concetta, si stravaccò sul divano, con le cosce oscenamente aperte, e i piedi appoggiati sul pavimento, ordina al figlio di inginocchiarsi di fronte a lei, invitandolo a leccargli la fica.
Concetta: forza, Tommaso!. Lecca la fica della tua mamma!, ricorda!, da li sei uscito, dall’utero di Concetta!, la gran vacca!, si!, mi sto sentendo proprio una gra vacca, sgualdrina, troia!, ti piace, avere una madre troia!, ti piace!, rispondi!, porcone!, rispondi!!
Tommaso: si!!, sei proprio una madre vacca!!, sii,! ohh!!
Concetta: continua!!, continua!!
Tommaso: sii!!, adesso, sai che faccio mamma?
Concetta: che fai!
Tommaso: mi faccio un bel trimone e ti sborro, tutto su quel ventre!
Concetta: ok!, adoro la sborra!
Tommaso, si alzò da terra, si mise in piedi, con le gambe aperte e l’arnese in mano, di fronte a sua madre, rimasta stravaccata, come una troia bagascia sul divano,ed incominciò a segarsi come un forsennato
Concè !!Concè!!, concè!!, sborrooo !!!, siii!!!!, ohhh!!!, Concetta!!, e cosi, la inondò di calda sborra figliale.
Concetta: ora, sono proprio soddisfatta, tesoro!
Anch’io, mamma!, sono contento di averti fatto felice!, gli sussurrò sottovoce Tommaso.

La gola profonda di Mamma Marta.

L’indomani, verso sera, Luisa, chiede alla madre, se poteva dormire con lei, in quanto Cataldo era fuori, e lei, aveva la serata di riposo.
Letizia, era andata a letto molto presto, perché, quella sera, era rientrata molto stanca dal lavoro, ed anche perché, aveva il suo ciclo mestruale.
Luisa: che dici, ma!, posso dormire in camera tua stanotte!, mi sento molto sola! E poi, sto ancora aspettando che tu, mi faccia quel famoso pompino, lo vorrei all’ingoio!, fra un mese, dovrò andare a Londra per l’intervento, e quindi, non avrò più il cazzo! E non vorrei perdermi, l’ultimo pompino! E, se fosse possibile, anche l’ultima scopata! E tutto questo, lo vorrei fare con te, mia dolce mammina!
Marta: certamente, tesoro!, dovrei dormire da sola!, puoi farmi compagnia!, cosi, ti faccio il famoso pompino! E vediamo, verso l’alba, però , tu dovrai svegliarmi, se ti faccio fare l’ultima scopata!, cosi, concludi in bellezza, il tuo essere uomo!
Luisa: brava!, mammina!, lo sapevo, che mi avresti accontentata! Ma possiamo coinvolgere anche Letizia!
Marta: no!, lei, è di la che dorme!, oggi, ha avuto una giornataccia al lavoro; e poi, ha il marchese!
Luisa: che?
Marta: dovresti sapere, che quando una donna, vuol far intendere che ha il ciclo mestruale, nel linguaggio comune, specie dialettale, si dice che ho il marchese o che mia figlia, ha il marchese!
Luisa: non lo sapevo, mamma!, allora, anch’io, avrò il marchese!
Marta: penso proprio di no!, a te, ti creeranno solo la fica!, non credo, ti faranno altro!
Luisa: oh!, che sciocca ingenua, che sono!, hai ragione, mi costruiranno la vagina!
Marta: adesso, andiamo di la, cosi, ti faccio un bel pompino prima di addormentarci!
Luisa, si distese sul lettone tutta nuda, la madre, iniziò prima a leccargli con voluttà i capezzoli, poi, con la lingua, si trascinò verso il suo cazzo, con le mani, lo scappellò tutto e se lo infilò nella sua accogliente bocca, mentre la figlia, con la mano destra, le toccava il deretano e le cosce; e mentre le toccava, s’accorse che erano piene di peli.
Mentre godeva per l’appassionato pompino, posto in essere dalla madre, esclamò:oh!, Oh!, accidenti, mamma!, quanti peli, ne hai più di un maschio!
Marta, tirandosi fuori per un attimo il margiale della bocca, rispose:il fatto, è che oggi, non ho avuto il tempo di farmi il depilè!, con tutto quello che ho avuto da fare!, sai, la settimana prossima, arriva tuo padre!
Luisa: stavo pensando, visto che a me, piacciono gli uomini pelosi, se mi potresti chiavare nel culo con il fallo di gomma!
Marta: va bene!, se a te piace!, prima mi chiavi tu ! poi , io ti ricambio,; e riprese a sbocchinare.
Luisa: ohh!!, si!, sii!, mammina!, continua a sbocchinare!, sii ohh!1, sto sborrandoo!!,ahh!!, ingoiala tuttaaa!!!
La mattina, la sveglia a forma di mela, che Marta, aveva poggiata sul comodino, suonò alle sei in punto e Luisa, si svegliò in un battibaleno.
Luisa: ehi!, mammina!, sono le sei di mattina, sussurrò sottovoce rimando.
Marta : oh!, tesoruccio mio, stavo facendo un bellissimo sogno!
Luisa: che sogno, stavi facendo?
Marta: stavo sognando, una bella gita sulla barca di tuo padre!, ed io, ero in cabina tutta nuda!, con due cazzi: uno in bocca, e l’altro nella fica!, uno era tuo padre, e l’altro era Cataldo; bene, bando alle ciace, adesso, incomincia a leccarmi la fica intensamente!
Luisa; come madame vuole!
Marta, si tolse lentamente la camicia da notte, scoprendo le enormi coscione, alzò leggermente li culo da sopra al lettone, e con la mano sinistra, si sfilò le mutandine, chiese a Luisa, di mettersi inginocchiata, con la faccia chinata verso la sua fica.
Marta: dai!, Luisa, lecca la ficona della tua mamma!, dimmi la verita!, quante volte, ti sei segato, pensando a me!
Luisa: bè!, onestamente, mammina, quando mi facevo le seghe, pensavo più a Cataldo, che a te!, come tu sai, mi piacciono più gli uomini , che le donne!, però, hai un fisico da maschio, tu sei, come si dice in dialetto: ‘à masculona’e quindi mi piaci!
Marta: si!, si!, ma adesso, leccami la fregna!, fammi sentire donna!, poi, invertiamo i ruoli!
Luisa: d’accordo, mamma!
marta: oh!, lecca!, lecca!,oh!1, sii!!, continuaa!!, si , lecca!
Luisa, tesoro, vai sul clitoride!, ohh!, sii!!; adesso scopami!
Luisa, chiese alla madre di alzare leggermente le gambe verso l’alto e di mettersi in posizione trapezoidale; Luisa, con la mano, afferra il suo arnese, e gli e lo ficca dentro la caverna facendola godere e sbrodare a fontanelle.
Marta: ahh!1, sii, spingi!, spingi!!, chiavami tutta!!, sii!1, ohh!!, sbrodooo!!!,ahhhh!!!.
Come promesso, madre e figlia, invertono i ruoli; Luisa, si mise sul letto a novanta gradi e la madre, indossando un cazzo di gomma, recitò la parte della grande chiavatrice .
Luisa: si, si!, mamma!, sfondami il culo!, si, è bello essere chiavata da te!!, oh!, si!, dai mamma!, che sto di nuovo sborrando!!, sii!!, ohh!!, sfondami!!, siii!!
Marta: dai, figlia mia!, godi, godi!, si!, si!, sono il tuo maschiaccio!, si!, si!, dai!
Luisa, che con la mano si segava: si!,si!, sto sborrandoooooo!!!

Marta: soddisfatto?
Luisa: sei stata divina, mamma!, non dimenticherò mai, questo felice risveglio!
Una gita in barca.
Passarono i canonici sei mesi, don Gennaro, rientra finalmente a casa, dove ad attenderlo c’erano Marta e Cataldo.
In quel preciso momento, Marta stava succhiando il cazzo di suo figlio, lo stavano facendo in cucina, Cataldo seduto alla poltrona e Marta, inginocchiata davanti a lui, con l’arnese in bocca.
Don Gennaro, entra all’improvviso e vede la testa nera di sua moglie che stava facendo su e giù, però, non aveva riconosciuto suo figlio.
Alla vista di quello spettacolo, per lui indecente, esclamò, incazzato e in dialetto napoletano:’disgraziatissima!!, sera!!!, hii!!, che spettacl’, we, zoccola!, te divierti, quanno nun’ gè stong’ ie!( oh!, che spettacolo, zoccola, ti diverti quando non ci sono io), e chi è stù scurnacchiat?!!'(e chi è, questo scornacchiato ‘farabutto’).
Marta, si alza un po’ spaventata e risponde:’oh!, Gennaro, avevo bisogno di assaggiare un cazzo!, sai, sei mesi, sono lunghi da passare!, ed io , non me la sono sentita e non me la sento di metterti le corna con un altro, infondo, infondo, io e te, sessualmente, andiamo d’accordo! E cosi, ho pensato bene di farlo con nostro figlio! Cataldo!, ti dirò di più!, ho coinvolto anche Letizia e luigi!, o Luisa, visto che ormai, lui si sente donna.
Don Gennaro: p’ me, è semb’ nù scuorn'(per me, è sempre una vergogna), però ti debbo ammirare, cara donna Marta, perché, non hai voluto fare la zoccola e la puttana! Con altra gente!, come fanno le mogli degli altri colleghi pescatori, ivi compresa quella zoccola di donna Carmela!, la moglie di quel cornuto di don Pasquale, che se la fa con gli scopatori!
E mi debbo complimentare con te!, carissimo Cataldo!, che hai avuto il coraggio di sostituirmi, nell’accontentare sessualmente tua madre!, ovviamente, con la collaborazione di Letizia e Luisa.
Cataldo: grazie papà!, debbo confessarti una cosa: a me, mamma, mi è sempre piaciuta!, fin da quando ero adolescente!, non ti nascondo, che quando me l’ha proposto, ho provato un po’Di vergogna!, ma poi, ho preso coraggio, anche perché, ha sempre saputo, che io e Letizia, abbiamo una relazione!, non volevo che tu lo sapessi!, cosi ho accettato.
Don Gennaro: è bravo!, carognone!, e cornutone!, cosi, sei diventato il grande chiavatore della famiglia!!, ho deciso!, vi farò un regalo, un giorno, vi porterò con me a fare una gita in barca!
Marta; fantastico!, che ne dici, di invitare anche Concetta, con Cosimo Assunta e Tommaso!, cosi, potremmo ufficializzare il fidanzamento di tuo nipote con Letizia!
Don Gennaro: per me va bene!, però, adesso, ho bisogno anch’io di sborrare!, è da tanto tempo che non lo faccio!, dai Marta, inizia a leccarmi le palle e a farmi un pompino!, che ne ho proprio bisogno!, tu, Cataldo, puoi anche restare a guardare!, mentre tua madre, mi fa il pompino!oh!, masturbandoti tranquillamente!
Marta: come tu desideri!, tesoruccio!
Cataldo: va bene!, tanto, io, stavo quasi sborrando!
Se ne andarono tutti e tre in camera da letto, donna Marta e don Gennaro, dopo che si ebbero spogliati, l’uno stravaccato sul lettone e l’altra inginocchiata;dapprima, Marta, si piegò sul marito, facendo conficcare quel suo grosso arnese in mezzo alle sue enormi tette, iniziando col suo corpo, un movimento ondeggiante da destra a sinistra, in modo tale che l’asta carnea, batteva ora su una tetta, ora su l’altra(movimento cosiddetto della barchetta), poi, con la lingua inizia a leccargli la cappella!, facendolo sussultare di piacere.
Don Gennaro:oh!!, Marta!, continua!, continua!, leccami la capocchia!!, piglialo tutto in bocca!!
Mentre Cataldo, si sedette alla poltrona, guardando e menandosi una sega; aveva di fronte a lui, la visione del gran deretano di sua madre, ricoperto dalle mutande classiche nere, che lo facevano impazzire molto .
Cataldo: ahhh!!, mammà!!!, muovi bene quel culo!, mammà!!. Ahhh!!!, le mutande nere!!, che vacca che sei, mammà!!!
Marta e suo marito, si misero a sessantanove, lui, leccava la sua enorme fica slabbrata, che non vedeva da tanto tempo e lei succhiava quella verga, che non succhiava da tanto tempo.
Don Gennaro: forza, succhia!, zoccola!! Che non sborro da tanto tempo!, si!, si!, sto sborrando!!, succhia ancora!!, ohh!!, si, dai!!, ingoiala tuttaaaa!!!!
Marta, ingoiò, circa ‘mezzo litro di sborra coniugale’, effettivamente, don Gennaro, non sborrava da tanto tempo, eppure fra un porto ed un altro!, c’è ne sono di zoccole , disposte a farselo scaricare in culo e nella fica dai marinai!, ma evidentemente, a don Gennaro, non interessavano più di tanto.
Nel frattempo, rientrano Luisa e Letizia, dopo aver salutato il padre, quest’ultimo gli parla della gita in barca e loro si mostrano da subito molto contenti.
Il week end successivo, don Gennaro, sua moglie Marta, i suoi tre figli, unitamente a Concetta, Cosimo, Assunta e Tommaso, s’imbarcano sulla Pasqua, per una splendida e trasgressiva gita.
Verso mezzogiorno, prima di procedere al pranzo, don Gennaro, vuole fare un brindisi, per annunciare il fidanzamento ufficiale di sua figlia Letizia e suo nipote Tommaso, e inizia cosi:’cari commensali, voglio fare un brindisi, pardon, due brindisi! Uno a mia moglie Marta, per ringraziarla di non avermi messo le corna durante la mia assenza; e per questo, approfitto dell’occasione, per ringraziare, mio figlio Cataldo, per essersi dimostrato all’altezza della situazione, anche col cazzo!, accontentando egregiamente sua madre.
L’altro brindisi, lo vorrei dedicare a mia figlia Letizia e a mio nipote Tommaso! E colgo l’occasione per annunciare il loro fidanzamento e prossimo matrimonio!
Stù vinù, è fatto di malvasia!, facimm’ nù brindisi a tutta la cumpagnia!
Tra il dire e il fare, è sempre meglio scopare!, scopare!, scopare! E infine: scopa la Mamma, scopa la figlia!, scopa tutta la famiglia!, alla salute di tutti noi!’
Dopo il pranzo, tutti in cabina!, per un orgia finale collettiva, dove Cataldo, ebbe l’occasione di scoparsi alla grnde sua cugina Assunta e don Cosimo, marito di donna Concetta, sua cognata Marta.

fine

Note finali
l’eguaglianza della fica
l’indomani, don Gennaro e don Cosimo, s’incontrano al bar e, sorseggiando un bicchiere di birra gelata, si chiedono a vicenda:’ahh!!, che potere, ha la fica’!
Don cosimo disse:caro Gennaro, io una volta andai ad una prostitua;
in quel posto, ve ne erano due: una bona! E l’altra racchia!
Io, andai a quella bona; dopo che avemmo terminato di trombare, la prostituta mi chiese:’di un po’, buon uomo!, come ti chiami’?
Io risposi: Cosimo(lei mi disse che si chiamava Lena).
Riprese:’ascolta, Cosimo!, perchè, sei venuto da me!, che costo cosi cara!, e non sei andato dalla mia collega che costa di meno’?
Io, gli risposi: perchè, sei più bona di lei!, Lena, sai che mi rispose?don Gennaro: che ti rispose!
Cosimo, mi disse,
le fiche, sono tutte uguali!, quello che si compra, è la bellezza!, ma la passera: come è quella di Lena!, è quella di Laura!
Don gennaro ironizzò: insomma, il buco dove entra l’uccello, è sempre quello!

MIMMO L SCRITTORE HARD PRODUCTION

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