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Un amico lettore ha voluto raccontarmi la sua esperienza incestuosa che ho qui riportata (col suo permesso) e sentendolo ho ringraziato la sorte di non aver avuto figli perché quella gran troia sfrenata e perversa di mia moglie di certo li avrebbe traviati come è successo all’amico Giovanni (detto Gio).
Gio a venti anni, anche se si scopava qualche ragazza della sua età, era sempre più attratto da donne mature e si segava guardando film porno con MILF che fottevano immaginando di montare femmine di quel tipo e guardando le curve della madre si rendeva conto che il suo sogno ce l’aveva in casa e anche se con vergogna fantasticava sempre piu spesso su di lei e non resisteva a spiarla quando era in desabillè o nuda in bagno ammirando arrapato le grosse pocce o quel triangolo scuro della figa in cima alle cosce carnose che lo intostavano facendolo segare furiosamente desiderando ficcare il cazzo tosto tra quelle chiappe burrose. La madre girando per casa con la sola vestaglia semiaperta che le arrivava a malapena sotto le chiappe o in slip e reggiseno non faceva che eccitare la sua fantasia incestuosa e anche se ne aveva rimorso desiderava ogni giorno di piu di fottersi sua madre. La madre era una bella femmina quarantenne in piena forma mora e carnosa e Gio mi ha detto che assomigliava alla pornostar Pawg Gianna cosa che lo eccitava al massimo e sbirciando il triangolo nero e folto tra le sue cosce o le grosse pocce scoperte dai movimenti della vestaglia Gio non poteva impedire al suo cazzo di ventenne di intostare subito e quella madre arrapante era diventata una vera ossessione e gli sembrava anche che la zozza facesse apposta a provocare infatti con la scusa del caldo girava seminuda con la corta vestaglia leggera che scivolava e si apriva ad ogni movimento scoprendo il suo corpo arrapante. Gio era tormentato dalle sue voglie sconce e anche se tremava di paura per una possibile reazione punitiva della madre cercava sempre più spesso di abbracciarla carezzandola e baciandola incoraggiato dal fatto che lei non lo cacciava scansandolo senza fretta solo quando si faceva troppo insistente appoggiandole il bozzo del cazzo tosto e ridendo del figlio impacciato col fiato corto e rosso in faccia. Quando la spiava nel cesso Gio era convinto che la porca sapesse di essere spiata perchè si esibiva in mosse sconce come quando scosciata a gambe larghe si massagiava le pocce sditalinandosi la sorca insaponata o chinandosi gli spalancava davanti agli occhi lo spettacolo delle larghe chiappe aperte col buco del culo scuro che si apriva cagando stronzi fumanti.
Gio era ormai ossessionato da quella femmina da monta e anche se era sua madre metteva da parte ogni scrupolo studiando il modo di montarsela e così successe qualche cosa che lo stravolse.
L’occasione si presentò quando dopo una caduta dovette passare un mese in casa ed essendo estate andò con la madre nella casa al mare restando solo con lei dato che il padre di giorno andava in città al lavoro.
Sarà stata la convalescenza che lo obbligava in casa con la madre provocante, sarà stato il caldo che permetteva di andare in giro seminudi, sarà stato che da ragazzino era diventato un maschio vizioso o molto piu realisticamente erano i venti anni che gli ribollivano nei coglioni con una rivolta di ormoni fattostà che Gio si accorse con vergogna di non sapeva resistere a toccare e abbracciare la madre in modo sempre piu intimo e spingeva l’immaginazione a pensieri incestuosi arrapandosi a guardare le sue curve e si segava sempre piu spesso sognando di chiavarsela sapendo che una femmina esperta come lei l’avrebbe fatto godere molto meglio delle ragazzine ingenue che aveva scopato fino all’ora.
Gio era combattuto tra la voglia sconcia che lo intostava e il timore che la madre se ne accorgesse e si arrabbiasse ma quando le spalmava l’abbronzante sulle spalle ne approfittava arrivando sul culo e massaggiando chiappe e cosce o scendeva sulla pancia fino al pelo della figa e le baciava le grosse pocce senza che lei reagisse male. Questo lo spingeva ad andare avanti con tastate sempre più dirette e decise tremando di paura che una volta o l’altra la madre lo respingesse incazzata. Una volta che l’aveva abbracciata mentre in piedi in cucina lavorava approfittando della vestaglia semiaperta le prese tra due dita il pelo della patacca folta. Lei restò ferma e i loro sguardi carichi di voglia si incrociarono ma poi lentamente lei richiuse la vestaglia girandosi e Gio che era in fiamme vista l’assenza di reazione che lo spingeva ad insistere la strinse da dietro appoggiandole e strusciandole il cazzo tosto sulle chiappe carnose mentre la baciava sul collo prima che la madre sorridendo si liberasse senza fretta. Gio in fiamme non aveva il coraggio di fare altro ma fu proprio la madre a questo punto a incoraggiare e confermare le sue voglie sconce. La porca infatti andò in bagno e lui che la spiava segandosi andò a incollare l’occhio alla porta e la vide spogliarsi nuda e massaggiarsi con la crema con gesti arrapanti fino a strusciarsi più volte le dita nello spacco della figa. Pensò che quello spettacolo non poteva che essere per lui e ne fu certo quando lei seduta di spalle sul bidet si chinò in avanti aprendogli bene in vista le chiappe e si passo un dito incremato nel solco più volte infilandone poi la punta nel buco del culo. Gio sudato dovette scappare in camera a segarsi furiosamente e decise che era ora di provare a fottere la maiala anche se col un gran rimorso per l’offesa che sapeva di fare al padre ma ormai era troppo tardi per fermarsi e la sua voglia di montarsi la madre era cresciuta tanto che gli impediva di ripensarci e lasciar perdere quelle voglie incestuose.
Siccome quando la madre andava a svegliarlo spesso lo trovava scoperto per il caldo e con l’erezione mattutina e lui l’aveva vista guardargli il cazzo con voglia così il porco decise di offrirgli la mazza e vedere se lei avrebbe reagito bene e il giorno dopo entrando in camera la madre lo trovò steso a gambe larghe con il grosso cazzo duro e dritto. Lui faceva finta di dormire ma ad occhi socchiusi ammirava il corpo sodo della madre che colla vestaglia slacciata era completamente esposto e anche se il cuore gli andava a mille restò immobile trattenendo il fiato. Il suo grosso cazzo armato e dritto fu subito notato dalla madre che si accostò al letto ammirandogli la mazza tosta leccandosi le labbra e Gio non sapeva cosa fare se svegliarsi o continuare a fingere. Mentre era indeciso la madre lo anticipò posando la mano sulla stanga scappellata e impugnandola decisa. Gio capì che era fatta e anche lei era eccitata dal suo cazzo in tiro che ora segava lentamente e arrapato come un mandrillo in calore non resistette più e tirandola di colpo a se le passò l’altra mano tra le cosce impugnando a piene mani la toppa folta della figa. Lei sbarrò gli occhi sorpresa quando il figlio le ficcò due dita in fregna trovandola scolata e mentre la sgrillettava le comincio a succhiare i capezzoli già duri delle grosse pocce sfuggite dalla vestaglia aperta. Gio tremava di eccitazione e di paura di una reazione violenta della madre che però non arrivava anche se la femmina dopo la prima esclamazione stupita cercava di svincolarsi ma Gio ormai sicuro che poteva andare oltre non solo non la lasciò ma anzi la stringeva per farla sdraiare perchè voleva fottersela ad ogni costo. La madre scrollandosi aveva perso la leggera vestaglia e Gio poteva carezzarla e palparla come voleva mentre continuava a frugarle la sorca fradicia mentre la femmina eccitata lottava senza energia ma col fiato corto e per Gio fu facile stringerla da dietro appoggiandole la mazza tosta e calda tra le chiappe formose. Lei piegandosi in avanti cercava di staccarsi dal figlio ma invece così lo aiutò perché la cappella del cazzo tosto le si appuntò dritto sul buco del culo. Lei ansimando disse:”…no… li no…” ma Gio ormai infoiato di libidine le rispose con un colpo secco da sotto in su tirandosela addosso e la femmina cadendogli seduta sopra favorì l’infilaggio anale. Cosi sfondata di colpo la madre lanciò uno strillo rauco e Gio realizzando quello che stava facendo la lasciò spaventato ma si rassicurò subito perchè la porca invece di scappare ansimava e gemendo si abbandonò indietro con un guaito osceno restando impalata sulla mazza dritta che ormai aveva ben piantata in culo per metà. Gio che aveva provato l’inculata solo una volta prima di allora arrapato come un mandrillo era scatenato e ormai deciso ad andare fino in fondo e impugnò le chiappe della porca divaricandole brutalmente e poi passandole le mani sulle spalle si calcò la madre sulla nerchia tosta come ferro sprofondandole in culo tutto il cazzo fino alla radice accompagnato da un lungo strillo rauco della femmina che guaiva mordendosi le labbra ma senza cercare di sfuggirgli e anzi sculettava per farsi frugare le budella a fondo da quel palo duro e caldo. Gio era impazzito di libidine sentendo le pulsazioni dello sfintere della madre intorno al cazzo tosto e avrebbe voluto restarle piantato in culo per sempre ma l’arrapamento bestiale per quell’incestuosa inculata profonda lo fece sborrare come un porco e con un grugnito liberatorio le scaricò in culo le palle piene esplodendo in una gran sborrrata. La troia sussultò ad occhi sbarrati e stringendogli i coglioni e la radice del cazzo che le farciva le chiappe sussurrò rauca:”…cazzo… quanto spurghi tesoro mio…” La zozza dopo un lungo momento di abbandono provò a rialzarsi sfilandosi il manico del figlio dalle chiappe sfondate ma Gio prima che il cazzo le uscisse dalla rondella stirata prendendola per i fianchi se la fece ricadere seduta sulla ceppa dritta che incredibilmente non aveva smollato e nonostante il lamento rauco che le strappò quell’affondo duro la zozza non protestò e cosi ad ogni tentativo di sfilarsi il cazzo che aveva in culo il figlio la rinfilava a fondo. L’inculata evidentemente la faceva godere e Gio arrapato le pompava in culo con colpi duri mentre lei sudata e tremante gemeva tenendosi le chiappe ben dilatate colle mani per beccarsi il palo duro del figlio tutto nelle budella. Il rumore dell’inculata riempiva la stanza e la troia ormai arrapata più del figlio aveva ormai perso ogni freno e si inculava da sola sedendo con forza sul ceppo duro per farlo entrare tutto fino alle palle gemendo e smaniando con guaiti acuti alle botte più dure che il figlio felice e incredulo le affondava in culo senza sosta. Ormai semi sdraiata sul figlio che le teneva piantato in culo il palo tosto come ferro la troia si godeva la grossa mazza del figlio ancora dura nonostante la scarica di sborra che le aveva già ficcato su per le budella ma Gio era tanto carico per il lungo digiuno e per l’arrapamento bestiale di quella inculata incestuosa e clandestina che con un colpo furioso le ripiantò in fondo al culo la nerchia scivolosa sparandole su per le budella sfondate una seconda sborrata. La porca con uno strillo si girò stupita balbettando rauca:”…ancora… incredibile… figlio mio ma quanta ne hai nei coglioni?… non sapevo che potessi sborrare a ripetizione…”. Poi con un lungo ansimo rauco si abbandonò stesa col cazzo tutto ficcato su per le chiappe e Gio sentì la scolata della sua venuta bagnargli le palle ed emozionato rispose:”….tutta per te mamma… godi che ti riempio la panza…”. Poi dopo un lungo momento di riposo i due amanti incestuosi si ripresero e lei lo baciò in bocca e visto che finalmente il cazzo del figlio s’era smollato se lo fece sfilare alzandosi e quando la mazza grondante le sturò il buco del culo con una scorreggia umida i due porci risero complici. La femmina raccolse la vestaglia e senza metterla andò in bagno e ricagò scorreggiando la purea viscida che le intasava il retto e le budella ansimando e Gio alzandosi andò a vedere la madre scaricarsi le viscere e lei da gran vacca gli baciò il cazzo arrossato.
I due porci non avevano quasi parlato mentre trombavano ma ora si confessarono a vicenda con un po di vergogna le loro voglie perverse. Gio era un po’ preoccupato e quasi si scusò balbettando:”…non so che mi ha preso mamma… non volevo farti male… non mi era mai successo… ero come impazzito davvero… sei troppo arrapante mamma… ogni volta che ti guardo seminuda mi fai arrapare come un porco… scusa se non ho saputo frenarmi… non volevo ma hai un culo da stupro… anche se era già aperto da papà te l’ho sfondato…” Ma la madre con un sorriso complice lo interruppe:”…e invece ti sbagli figlio mio… ero quasi vergine di culo… tesoro mio l’ho visto che non ce la facevi più… figlio mio bello me lo hai sverginato tu il buco del culo con quel cazzone che ti ritrovi… ma dovevi fare più piano… m’hai sgarrato… tuo padre mi chiava solo in figa… ma m’hai tanto arrapata che te l’avrei fatto rompere anche se mi facevi crepare il buco del culo… m’hai sverginato per bene e ho anche goduto… eri veramente stracarico figlio mio per schizzare 2 volte di fila… mai vista una roba simile… ma da adesso ci penso io a scaricarti le palle…” e i due porci incestuosi scoppiarono a ridere complici. Gio stupito disse:”…non ci posso credere mamma… davvero non l’avevi mai fatto cosi?… papà è un coglione a non averti aperto il culo…” SBAM! uno schiaffo lo  fece ammutolire:”…non ti permettere… non è un coglione e porta rispetto… incularti tua madre non ti da il diritto di disprezzare quel brav’uomo di tuo padre… anche se qualche volta gli ho messo le corna l’ho fatto solo per fame di cazzo… lui mi monta poco e male… ma l’ho tradito poche volte e solo uno me l’ha infilate le chiappe… e neanche bene come hai fatto tu tesoro… mamma mai quanto inculi forte e bene figlio mio… m’hai sfondato il buco del culo con la tua mazza tosta… e m’hai riempito le budella di scariche calde… sono strapiena… ”
Poi la zozza se ne andò a cucinare nuda e quando dopo il riposo Gio la raggiunse e la prese alle spalle strusciandole il cazzo tra le chiappe lo fermò dicendogli:”…no figlio mio… due inculate di fila è troppo la prima volta per il mio buco… ce l’hai troppo grosso tesoro ma se hai riarmato e vuoi schizzare te lo spompino… te lo scarico io questo gran manico…” e inginocchiata gli imboccò il cazzo sugandolo con foga fino a farselo sborrare in gola inghiottendosi golosa la sborra fino all’ultima goccia sotto lo sguardo estasiato del figlio che le sgrullava arrapato la ceppa in bocca spingendole la testa a ingoiarsi la stanga fino alla radice come non aveva mai osato fare con quelle che glielo avevano sugato. Dopo che la madre ebbe mandato giù tutta la sbroda si ripulì la bocca impiastrata e col fiato corto disse al figlio:”…t’ho fatto una bella mazza grossa e tosta figlio mio… farai la felicità di quelle che scoperai… ma devi imparare a fottere meglio tesoro… e la tua mamma ti insegnerà per bene… a fottere e a far godere bene le femmine…”. Gio arrapato da questi discorsi sconci offrì il cazzo scolato alla madre mettendoglielo in mano e la zozza arrapata lo segava lentamente carezzandogli i coglioni mentre gli spiegava:”…quando rompi il culo a una donna devi prepararla bene lubrificandola… e poi non glielo puoi ficcare fino alle palle già alla prima infilata di chiappe come hai fatto tu… mica ce l’hanno tutte largo come il mio…” E Gio confuso: “…mamma scusami ma pensavo che papà te l’avesse gia sfondato… come mai non te l’ha rotto lui questo culo da sballo?… ” Lei spiegò:”…non ha fantasia lo sai e poi avrebbe schifo di ritirare fuori dalle chiappe il cazzo smerdato… s’accontenta di chiavarmi ogni tanto… neanche l’ingoio mi lascia fare quando lo spompino… ma ha la sessantina e per il sesso non e portato come te figlio mio… io invece ne ho più voglia di quando ero ragazza e tu con quel palo e la smania continua di fottere mi farai felice anche se ho rimorso per le corna che facciamo a tuo padre…” Ormai il cazzo di Gio con quelle confidenze sconce era rintostato al massimo e lei lo smanicava ansimando mentre lui le teneva la mano tra le cosce impugnandole la patacca che sgrillettava con due dita dentro. Infoiato com’era stava per venire ma la madre che aveva capito si buttò in ginocchio dicendo:”…aspetta tesoro… non la sprecare la tua crema di cazzo… sono golosa e me la voglio bere tutta io…” e gli imboccò la cappella che sputava schizzi fumanti ingoiando la purea vischiosa a boccate fino a ripulirgli il cazzo svuotato. Gio era felice e incredulo e già pregustava la gran trombate che si sarebbe fatto con quella troia incestuosa di sua madre che asciugandosi la bocca impiastrata gli diceva:”…e due …figlio mio che palle cariche hai.. .ti e piaciuto tesoro mio?… le tue amichette te li fanno cosi i pompini?… quanto e buona la tua sborra… un nettare… me ne devi far ingoiare a litri… dai… fammi godere che ho la figa in fiamme…” Ma Gio aveva smollato e nonostante la voglia non sapeva che fare per soddisfare la troia arrapata. Allora la zozza depravata prendendo un grosso cetriolo dal tavolo l’annaffiò di olio e glielo diede ansimando:”…fai con questo… mettimelo in panza e fammi spurgare…” e visto che lui stupito protestava:”…ma e troppo grosso mamma… non e possibile…” la troia smaniando replicò:”…dai non fare lo stronzo…vedrai che entra bene… sapessi quante volte mi ci sono fottuta e con roba anche più grossa…” e mettendosi appoggiata sul tavolo allargò le cosce aprendosi la fregna colle mani in un’offerta oscena. Gio ancora incerto prese il cetriolo scivoloso e appuntandolo tra i peli della sorca che la madre gli teneva spalancata lo affondò ruotandolo lentamente fino a farglielo scomparire tutto in panza e poi arrapato cominciò a stantuffarle la figa con dei risucchi sconci mentre la troia si torceva smaniando e mugolando aggrappata al figlio. Arrapato da questa porcata Gio le dava dentro sempre più forte e a fondo fino a quando la zozza con uno strillo rauco se ne venne scalciando e prendendogli la testa gliela sbattè sulla patacca fradicia e Gio sturato il buco dal cetriolo cominciò a slapparle il buco che colava libidine come un cane affamato. Ben presto si ritrovarono a 69 e la troia ansimando gli imboccò la mazza ormai intostata sbocchinandolo con mugolii sconci e Gio che le stava sopra cominciò a chiavarle la bocca come una figa spingendo tutto il manico tosto in gola alla madre incurante dei suoi singhiozzi strozzati. La troia gli ingoiava il cazzo lentamente fino a mandarselo tutto in gola e poi lo risputava per prendere fiato e Gio che non l’aveva ancora mai provato trovandosi sopra alla pompinara comincio a chiavarle la gola con forza godendo dei rutti strozzati della madre che anche se soffocata non gli lasciava la radice del palo tosto e i coglioni segandolo freneticamente ogni volta che il figlio le ricacciava il cazzo di bocca. Sotto quel trattamento Gio non resistete a lungo e la zozza sentendolo gonfiare pronto alla venuta da vera bagascia gli infilò abilmente un dito in culo facendolo sborrare come un porco. La troia si inghiotti le schizzate calde ingoiando tutto e ripulendo il cazzo del figlio fino a lucidarlo. Poi stanchi e sudati i due porci incestuosi si guardarono complici e la madre ancora col fiato corto gli disse:”…basta Gio… sono sfinita… e tu con 3 sborrate di fila sei svuotato… vai ora che tra poco rientra tuo padre…”
Quella per Gio fu la notte più lunga e tormentata della vita sia per il rimorso che per la voglia sconcia e il giorno dopo aspettava con impazienza che il padre uscisse e quando sentì la macchina partire col cazzo armato attese impaziente la madre che infatti arrivò già nuda con una voglia lasciva negli occhi che fece infoiare Gio che la spinse subito sul letto voglioso di montarla. Mentre la baciava smanacciandole le grosse pocce e succhiandole i capezzoli lei gli segava il cazzo ansimando di voglia e lui arrapato come un mandrillo le disse:”…allarga le cosce troia che te lo infilo tutto… ti ci voglio chiavare la fregna puttana…” e PAFF! si becco un altro schiaffo in faccia che lo lasciò allibito. La madre spiegò incazzata:”…non ti permettere di darmi della puttana… troia si ma puttana no… e poi la figa non te la dò… mica voglio farmi ingravidare da te… sai che casino succede…” e la porca girandosi pancia sotto si allargò le chiappe colle mani offrendo il culo al figlio che vergognoso per lo schiaffo aveva un po smosciato. Lei per incoraggiarlo allora gli disse:”…dai… con questo buco a disposizione pensi alla figa?… dammi in culo che ti faccio godere doppio…. ma non a secco… prima insaliva bene la rondella che mi fa ancora male…” e Gio si buttò a leccarle lo sfintere slappando arrapato mentre la madre gli segava il cazzo fino a intostarlo al massimo. Gio dopo averle colato un paio di sputi sul buco del culo palpitante le salì sopra e cominciò a strusciarle il cazzo tra le chiappe aperte spalmandole la saliva nel solco fino a quando la madre con voce roca di voglia oscena gli ordinò:”…che aspetti?… infilami dai che è pronto…” e lui puntandole la cappella sul buco insalivato rispose:”…ti sgarro le chiappe troia…” e le affondò lentamente la mazza tesa nel retto spingendo con forza fino a fargliela entrare tutta nel culo fino alla radice. La madre accolse l’incornata con un lungo lamento rauco sculettando e mugolando da vera maiala e Gio strusciandole le palle nel fracosce ansimò:” …t’ho sfondato tutto il culo mamma… ti basta la mia nerchia su per le tue budella da troia per farti godere?…” e la zozza spingendo indietro per aiutare l’inculata balbettava:”…si figlio caro… ma fai piano… mi fa ancora male da ieri… hai la mazza più grossa di quella di tuo padre… e quanto è tosta… mi sento un palo di ferro in panza… pompa…pompa… fammi godere che ti prosciugo le palle…” Gio cominciò a incularsi la madre con calma e le stantuffò in culo a lungo. Per ore i 2 amanti perversi trombarono cambiando tutte le posizioni possibili. Gio le dava in culo come una bestia in calore e ridevano ad ogni scorreggia che sfuggiva dallo sfintere stirato della zozza sotto gli affondi più duri fino a quando la troia balbettando:” …dai …dai …sborrami tutte le budella tesoro…” gli si sedette spingendo sul cazzo dritto e Gio sentì il buco del culo della madre allargarsi e inghiottirsi la cappella gonfia con un risucchio umido e scordata la figa si godette la seconda lunga inculata della madre vacca. Alla fine sentendolo arrivare la madre impalata sulla mazza scivolosa tutta infilata in culo ordinò arrapata:”…è ficcata tutta dentro… sborra figlio mio… riempimi retto e budella…” e mentre Gio scaricava schizzi a raffica:”…si… così…di più… sborrami tutta… riempimi le chiappe… cazzo …ecco la seconda… che palle da toro figlio mio… è incredibile quanto scarichi…. sono stracolma…” e la zozza scaricò tremando e mugolando una oscena venuta che il figlio onorò con una gran sborrata calda svuotandole le palle nel culo rotto fino all’ultima goccia. Se la prima rotta di culo inculata l’aveva fatto impazzire con questa seconda sfondata di chiappe profonda Gio aveva pompato tanto che riuscì incredibilmente e scaricare due sborrate di fila in culo alla madre sbalordita e felice che mugolava ansimante:”…quanta me ne ficchi dentro… e quanto è calda… m’hai allagato il retto tesoro…”. Ma le doppie sborrate finirono lì perché neanche un toro ventenne come lui poteva fare di più. Infatti ogni mattina si inculava la madre che poi durante il giorno gli faceva altre porcate spompinandolo o segandolo di pocce o di chiappe insegnandogli ogni porcata sconcia di cui evidentemente era esperta o aveva voglia di provare.
Gio anche se aveva goduto come un porco era un po deluso per non aver potuto chiavare la madre e balbettò:”…ma mamma quando ti farai chiavare?… ne ho troppa voglia….” ma lei lo interruppe subito:”…è meglio cosi… niente figa per te… non ti bastano le chiappe di tua madre?… inculi da porco figlio mio… me l’hai sturato a fondo… ma sono venuta come una troia col tuo palo ficcato fino allo stomaco… devi incularmi tutti i giorni tesoro…” e Gio incredulo le promise subito:”…certo mamma… vedrai che ti faccio godere da troia… ti sfondo ogni giorno tutti i buchi promesso… per me e un sogno incularti e sborrarti… non sai da quanto mi sego x te…” E la madre ridendo:”…lo so bene e ti ho anche visto in bagno… peccato sprecare quegli schizzi da toro… mi facevano gola… e ci godevo a provocarti per vederti armare il cazzo…” Gio che l’aveva sospettato:”…si lo pensavo quando ti spiavo in bagno e ti vedevo metterti in pose oscene… lo facevi apposta vero?…” e lei ridendo: “… si tesoro… sentivo che mi spiavi e ti volevo dare l’invito quando mi mettevo piegata a chiappe larghe…” Gio arrossendo ammise:”…si a vedere il tuo buco di culo armavo come un mandrillo e mi segavo pensando di sfondarti la rondella a fondo… ma se avessi immaginato che era ancora vergine non te l’avrei rotta cosi forte…” Ma la madre lo rassicurò:”…non e niente… e poi mi e piaciuta la forza con cui m’hai sgarrato lo sfintere… hai visto che ho anche goduto e spurgato…” Intanto parlando di queste porcate Gio aveva riarmato e la madre ridendo gli propose sconciamente:”…ce l’hai sempre duro… fammi vedere come ti segavi ad ammirare i buchi di tua madre larghi ed offerti…” e la porca depravata stesa a cosce larghe si prese le gambe alzandole e ribaltandosele addosso in modo da offrire allo sguardo arrapato del figlio la fregna larga e il buco del culo tra le chiappe che si teneva dilatate colle mani e che faceva palpitare e contraeva mentre Gio infoiato si segava furiosamente insultandola:”…troia… rottinculo… sei sgarrata di chiappe come una vacca…tièèèè!…” fino a sborrarle un lungo schizzo dritto in faccia che lei si ripulì colle dita leccandosele poi golosa una ad una. Gio quella sera a letto sentendo i rumori della chiavata del padre era geloso ma si addormentò sognando le porcate che avrebbe fatto nei giorni successivi con quella gran maiala depravata di sua madre senza rimorsi anzi godendo del pensiero sconcio di fare le corna al padre fottendosi sua madre.
Travolto dalla voglie oscene per la porca incestuosa Gio approfittava di ogni momento per tastarla e farle sentire il cazzo tosto e lei ci godeva a provocarlo. Anche quando preparava in cucina la stringeva da dietro impugnandole le pocce e strusciando la mazza dritta tra le chiappe carnose e la zozza lo lasciava fare. Lui arrapato col nerbo duro le spennellava il solco e glielo infilava tra le cosce burrose segandosi ma la cappella si appuntava automaticamente tra i peli folti della patacca e allora lei col fiato corto lo fermava:”…questo bel cazzone cerca un buco da attappare… ma non e quello giusto lo sai…” e prendendogli colla mano il cazzo tosto se lo guidava tra le chiappe appuntandoselo sulla rondella:”…qui lo puoi infilare quanto ti pare tesoro… dai scaricati i coglioni se hai voglia… se no ti faccio un pompino con ingoio figlio mio bello… ho proprio voglia di succhiarmi una boccata della tua sborra calda…” e i due porci arrapati si sbizzarrivano a farsi servizi sconci a vicenda.
Ormai i due porci incestuosi passavano tutto il tempo a fottere eccetto il fine settimana perchè il padre era a casa ma quel riposo forzato gli serviva per arraparsi di più e trombare doppio il lunedì. Ogni giorno Gio infilava la madre e facevano anche altri osceni servizi godendo come porci. Era piùu il tempo che il cazzo di Gio passava in corpo alla madre che quello che passava fuori ma lui non ne era mai sazio e quando era troppo svuotato per montarla la lavorava colla mano o la lingua e la troia godeva come una pazza:”…basta Gio… non ne posso piu… m’hai fatto venire a ripetizione… figlio mio mi farai morire cosi…” ma la troia intanto lo aiutava pronta a qualunque fantasia sconcia del figlio eccetto che dargli la figa.
Gio aveva ubbidito alla madre consapevole del rischio di ingravidarla infilandola in figa ma la voglia gli era rimasta anche perchè perversamente voleva profanare anche quel buco che la madre riservava al padre per sentirsi il padrone assoluto di quella troia sfrenata. Così un giorno mentre la madre preparava in cucina le si avvicinò stringendola da dietro e appoggiandole il cazzo cominciò a frugarle la patacca folta pizzicandole i capezzoli. Lei si scherniva ridendo:”…sempre affamato il mio Gio… ma quanta voglia hai ancora… dopo le sborrate di questa mattina devi ricaricare le palle…” ma lui girandola le infilo le dita scolate di figa in bocca facendogliele leccare e poi la lingua in bocca assaporando con la porca gli umori che le avevano provocato con le sue carezze sconce dicendole:”…sei tutta scolata mamma… hai bisogno di un palo in figa…”  e lei ansimando:”si… ma non il tuo lo sai…” e prendendo dal tavolo una grossa melanzana gli disse rauca:”…prova con questa…” Gio stupito disse:”…ma è troppo grossa… è il doppio del cetriolo…” e lei impaziente:”…vai ti dico… vedrai che entra… non sai quante volte me la sono goduta così quando tuo padre non mi fotteva bene…” Gio prese per il gambo la melanzana che la madre aveva spalmato di olio mettendosi poi piegata sul tavolo aprendosi le cosce e la spinse deciso sul buco della sorca. Con sua sorpresa la grossa melanzana con un po di sforzo le sgusciò in fregna e sprofondò nella panza della madre che singhiozzava infoiata mugolando:”…dai … dai… chiavami a fondo…” Gio cominciò a stantuffarle in panza arrapato come un toro ma mentre la pompava in quel modo sconcio si accorse che la melanzana si stava rompendo e interruppe il pompaggio tirandola fuori con un risucchio umido. La zozza gemette delusa:” …che cazzo fai… continua stronzo…” ma girandosi si rese conto del perchè il figlio si fosse fermato e allora rialzandosi prese per mano Gio trascinandolo in camera e sdraiandosi spalancò le cosce. Poi con un gesto osceno gli indicò la fregna spalancata e scolata ordinandogli rauca:”…dai… continua… fammi spurgare…” Gio allora in ginocchio tra le cosce della madre iniziò a frugarle il buco largo con la mano che essendo scivolosa di olio entrava con facilità ma visto che lui timoroso non affondava fu la troia che smaniando infoiata gli prese il braccio tirandolo bruscamente a se. Lui sbilanciato le cadde sopra e la mano le sgusciò tutta in fregna sprofondandole in panza fino quasi al gomito. Gio spaventato non avendo mai fistato una femmina credeva di doverla tirare fuori ma la madre mugolando rovesciava gli occhi e mordendosi le labbra biascicava:”… no cazzo…. non la levare… dai Gio… dammi in panza… pompa che sto per spurgare… più forte cazzo… infilami la mano nell’utero…”. Gio scatenato mise la mano a cuneo e con un affondo bestiale la spinse in fregna alla madre fino a vedere il bozzo del pugno gonfiarle la panza. La pervertita ruttava a denti stretti guardando stralunata il braccio del figlio infilato nella sua figa spalancata fino al gomito e poi inarcandosi sotto gli affondi furiosi del porco scatenato la troia libidinosa scaricò con un urlo rauco la sua perversa goduta accasciandosi con dei guaiti da cagna che fecero sborrare il figlio infoiato da quel servizio osceno. Gli schizzi di Gio le allagarono le grosse pocce e il ragazzo sfilandole il pugno dalla sorca allagata impugnata la mazza le schizzo anche la faccia sudata. La troia ansimando si spalmava la sborra del figlio come una crema leccandosi le dita impiastrate e poi imboccata la ceppa gliela ripulì leccandosela golosa. Gio stralunato si buttò a slapparle la patacca che scolava rivoli vischiosi e la madre aprendosi la figa lo aiutò a ripulirla dagli umori della goduta sospirando:”…figlio mio che goduta… m’hai fatto venire come una troia… mai spurgato tanto… adesso sai come sfondarmi la figa oltre al culo… tesoro mio nessuno m’ha mai fatto godere come te… me lo devi rifare ogni giorno…”.
Gio ha ammesso che imparò più porcate in quel mese che in 20 anni e le fantasie sconce della madre lo stupivano sempre e l’arrapavano come un mandrillo. Oltre all’episodio del cetriolo e della melanzana ce ne furono altri perché la zozza godeva a vedere il figlio armare e usava ogni cosa le suggeriva la sua fantasia viziosa. Una volta usò dei grossi wurstel che si infilava in fregna uno alla volta e poi assaporava insieme al figlio:”…senti che sapore di figa scolata tesoro… e il sugo che piscio a vedere il tuo cazzo tosto x me…” Un altra volta si riempì la sorca larga di panna e poi se la fece leccare tutta dal figlio e gli spalmava la mazza di Nutella e poi lo slappava:”…ecco il mio negro da monta colla sua grossa mazza al cioccolato…” Addirittura una volta la madre aveva immaginato una sorpresa oscena per il figlio e portato a casa dei bignè da farcire. Gio era rimasto stupito quando la troia pervertita gli aveva spompinato il cazzo e invece di fargli il solito ingoio gli aveva messo la cappella in un bigne e lo aveva fatto sborrare li dentro segandolo. All’occhiata curiosa del figlio la troia aveva messo il bigne in bocca mangiandolo con gusto mugolando:”…che ripieno…. la miglior crema del mondo… sborra di porco calda… me ne vengo…” e fece vedere a Gio la fregna che scolava libidine. Lui infoiato come un mandrillo da quella sconcia porcata le disse:”…mamma sei una vera porca… mai vista una troia come te neanche nei film porno… vieni qui zoccola e bevi a canna …” e mettendola in ginocchio le ficcò la mazza in gola chiavandole la bocca furiosamente fino a scaricarle in gola un altra sborrata che lei inghiottì tossendo strozzata fino all’ultima goccia ripulendo poi a slinguate cazzo e palle del figlio.
I due ormai senza freni non pensavano altro che a fottere e a scambiarsi oscenità e al supermercato si sussurravano:” …mamma guarda che salame… te lo riusciresti a far entrare ?…” e lei rispondeva:”… prendi quella melanzana che è il doppio e ti faccio vedere quanto me la godo… ti faccio schizzare quando me la infilo… e una volta a casa la troia si metteva a cosce larghe e si faceva fistare colla mano dal figlio spurgando da gran maiala. Dopo lei lo ricambiava segandogli il cazzo tosto tra le pocce e facendoselo sborrare in bocca o segandolo tra le cosce o tra le chiappe e imboccandolo quando sborrava se lo beveva con gusto leccandosi la bocca impiastrata:” …quanto sborri figlio caro… t’ho fatto due coglioni da toro… fai bere tutto il sugo di palle alla tua mamma che ne va matta…” Gio ormai senza freni si fotteva la madre 2 o 3 volte al giorno dove capitava infilandole il cazzo senza prepararla in piedi o piegata su un mobile. Per i 69, per le seghe con le pocce, per l’inculate quotidiane invece la stendeva sempre a letto per godersela meglio e l’attappava con comodo pompandola fino a quando la zozza scaricava le sue perverse godute da troia strillando e sbattendosi scatenata. I due pervertiti perso ormai ogni freno provavano ogni porcata suggerita dalle loro fantasie sconce e la madre troia raccontava apposta al figlio le chiavate che si faceva col padre per farlo incazzare di gelosia o le corna che gli aveva messo con altri montoni. Furioso di gelosia Gio le dava in culo come un porco infoiato e la troia godeva doppio anche se dopo le inculate più violente doveva stare un paio di giorni a riposo ma così il figlio si caricava al massimo e poi quando finalmente le svangava le chiappe godevano come bestie.
Le porcate dei due amanti si succedevano quotidiane ma Gio nonostante la sberla presa aveva la fissa di chiavarsi la madre e ogni volta che poteva le passava la mazza intostata tra le cosce cercando di fargliela imboccare nel buco della figa:” …mamma la tua patacca mi fa morire… lo sento che hai il buco scolato… fammiti chiavare…” ma lei si divincolava e impugnandogli il cazzo duro se lo puntava tra le chiappe carnose dritto al buco del culo:”…no Gio… lo sai che non posso… se hai voglia di infilare un buco usa questo per scaricarti i coglioni…” Ma lui tornava sempre alla carica accecato dalla gelosia:”…perché papà ti può chiavare e io no… dici che ce l’ho piu grosso e lungo perciò ti faccio godere doppio…” ma lei ridendo:” …si tesoro mio caro ma sborri anche come un toro in calore e mi ingravidi di sicuro…”. Però ci pensava anche la troia con la voglia oscena che aveva di dare ogni buco al figlio e così un giorno rientrò con una scatola di preservativi e mostrandola al figlio disse:”…tuo padre non li usa di questa misura quindi nascondili bene… così ti do anche la figa tesoro… e ti levi la voglia di chiavare tua madre alla faccia di tuo padre…”
Gio aspettò con impazienza e nel pomeriggio non resistette alla voglia oscena e andò in camera della madre che vedendolo entrare nudo colla mazza in tiro gli disse:”…lo sapevo che non aspettavi… ” e prendendo il preservativo lo mise in bocca e lo calzò sul palo duro imboccandolo come fanno le puttane e Gio arrapato commentò:”…non sei una puttana ma la sai fare bene mamma…” e guardando la madre che si scosciava al massimo aprendosi la figa colle mani per offrigliela spalancata:”…sei proprio una gran troia da monta mamma… e da tanto che voglio sfondarti la sorca…” e salendole tra le cosce spalancate se le appoggiò sulle spalle lasciando che la madre arrapata col respiro corto gli guidasse la nerchia tesa da scoppiare sul buco largo e scolato. Una volta imboccata la fregna con una spinta potente Gio le ficcò in panza tutta la stanga fino a sbattere le palle piene sulle chiappe della madre che accolse l’infilata con dei singhiozzi sconci sculettando stretta al figlio che la cominciò a svangare furiosamente sbavandole le grosse pocce. Lei scossa dalla trombata ansimò:”…se pompi così mi sborri tra un attimo tesoro… vai piano che abbiamo tutto il tempo… la prima trombata di figa di tua madre te la devi ricordare…” Gio rallentò cominciando un attappa-stappa spingendo il cazzo fino alle palle in panza alla troia e poi sturandole la sorca scolata con dei risucchi umidi. La madre mugolando guardava tra le gambe spalancate il manico tosto dei figlio entrarle e uscirle dalla fregna ansimando arrapata fino a scolare la sua perversa goduta avvinghiata al figlio:”…si…vengo… ti scolo il cazzo tesoro…” Ma Gio non era ancora sazio di quella patacca che aveva tanto desiderato e visto che col preservativo poteva resistere sfilandole il cazzo le disse:”…adesso pigliatelo a smorzacandela mamma…” e la troia eseguì subito sedendosi sul palo tosto e beccandoselo in fregna fino alla radice. Gio la fece cavalcare smaniando e ansimando fino a quando la sentì irrigidire le gambe e scaricare la seconda venuta con un lungo lamento sconcio:”…schizzo ancora amore di mamma… che gran cazzo e che porco sei… non m’era mai successo di venire due volte di fila…” e Gio ansimando infoiato:”…ma non e ancora finita mamma… adesso ti voglio montare e sfondare come ho sempre sognato facendomi le seghe:”… girati che per finire ti imbottisco la fregna a pecora… ti risvergino la tua sorca da vacca…” La madre ubbidì subito mettendosi carponi a gambe larghe gemendo:”…porco di mamma… fammi arrivare la stanga in bocca… chiava e sfondami tutta figlio mio bello… voglio sentire il tuo palo arrivarmi fino in bocca…” e Gio le puntò la stanga nel buco spalancato e grondante poi con un affondo potente che la spinse in avanti le buttò in panza il cazzo duro fino alle palle cominciando subito a stantuffarle in corpo con forza. La troia spingeva indietro le chiappe larghe ad ogni botta dura per aiutare la profonda chiavata che le somministrava quel figlio porco e incestuoso e ruttava accompagnando i colpi:”…si…si… si …cosi… sfonda tua madre… benedetta questa nerchia tosta che mi spacca fino all utero… daiiii siiii … tesoro mio porco…godoooo!…” e sgroppando scomposta la troia scaricò la terza goduta lanciando un urlo rauco da vera maiala sventrata mentre gustava le contrazioni del grosso cazzo del figlio che finalmente sborrava anche lui ficcato in figa alla troia fino alle palle e aggrappato alle pocce gonfie di libidine della madre sciacquava nella sorca spalancata e grondante. Finita l’oscena goduta i due amanti incestuosi si accasciarono sfiniti e sudati e Gio ricacciò il cazzo smollato dalla panza della madre che mugolava:”…è incredibile figlio mio… non potevo immaginare di venirmene 3 volte di fila… t’ho fatto un cazzo da favola e ora lo sai usare da vero porco… m’hai fatto godere da pazza… non parliamo di tuo padre ma anche gli altri che mi hanno chiavata sono niente a confronto colla nerchia tosta del mio tesoro… beata la femmina che ti sposerà tesoro mio…” e Gio sudato protestava:”…non voglio montare nessun altra mamma… voglio trombare solo te… mi fai godere come una bestia…” Intanto il cazzo s’era sfilato dalla figa allagata e la troia prendendoglielo in mano tirò via il preservativo pieno e soppesandolo commentava ammirata:”…ma quanto sborri figlio mio… neanche una cavallo ne schizza tanta… è un peccato sprecare tutto questo ben di dio…” e girando il preservativo aprì la bocca e ne scolò il contenuto vischioso ingoiandoselo davanti al figlio che stupito da questa schifosa porcata diceva:”…che gran troia sei mamma… una schifosa maiala da monta…” e lei leccandosi le labbra impiastrate e le dita grondanti rispondeva:”…la tua crema di palle mi manda in estasi tesoro… non me ne sazio mai…” mentre la gustava da maiala Gio arrapato si buttò a slapparle la patacca fradicia che rigurgitava liquidi fumanti assaporando le scolate delle oscene godute che s’era fatta sua madre. L’amico mi disse anche che la troia non permetteva mai che andasse sprecata neanche una goccia di sborra e tutte le volte che lui la chiavava col preservativo poi lei se lo beveva da vera scrofa leccando e ripulendolo da ogni schizzo come gli sugava il cazzo quando lo faceva godere segandolo di pocce tra le cosce o tra le chiappe.
I due porci incestuosi discutevano anche spesso e con vergogna delle corna che mettevano al padre e la madre si giustificava dicendo che il marito la chiavava di rado e senza fantasia. Col rimorso diceva a Gio che era stato un grande sbaglio e dovevano smettere quei rapporti incestuosi ma poi la voglia reciproca li travolgeva e quella stanga tosta che lui arrapato le strusciava tra le cosce tra i peli della figa scolata o le puntava prepotente tra le chiappe dritta al buco del culo mentre le succhiava le pocce faceva perdere la testa alla troia che lo faceva sborrare con porcate sfrenate. La zozza lo rimproverava ma era lei che accettava che quel mandrillo del figlio l’arrapasse e gli faceva servizi sconci da vera maiala e se Gio si meravigliava delle sue fantasie oscene la troia se ne faceva un vanto:”…tuo padre neanche le ha mai pensate mentre a me fanno scolare da vacca… parecchio le ho imparate coi film porno e altre me le hanno insegnate quelli che m’hanno montata… di sicuro le ragazzette che ti sei ripassato tu non hanno idea di come farti godere… ti spompinano bene con l’ingoio come me?… o ti fanno porcate estreme come faccio io tesoro? …” E Gio doveva ammettere che la madre succhiava cazzo e sborra come nessuna e poi i loro seni non potevano competere con quelle grosse pocce materne che lo facevano arrapare e le seghe tra le pocce con sborrata in bocca o tra le chiappe nessuna le sapeva fare e a forza di parlare di porcate poi finiva sempre che dovevano godere facendole.
Quel mese di vacanze fu il più bello che Gio potesse sognare. Il padre non si accorse di nulla ma una volta disse alla moglie:”…vedo Gio dimagrito e con le occhiaie… magari si fa troppe seghe…” ma la madre lo rassicurò per poi raccontarlo al figlio ridendosela:”…altro che seghe… il mio Gio mi fa scoppiare la panza di sborrate a pressione… con 3 o 4 trombate al giorno ti credo che sei dimagrito figlio mio…” e i due bastardi incestuosi giù a ridere.
Per un ventenne sempre in tiro quella situazione incestuosa era una situazione fantastica perché gli faceva sfogare ogni voglia oscena imparando porcate che le ragazzette che aveva scopato neanche immaginavano e avere una tale femmina da monta in casa sempre a disposizione e pronta era il massimo in quanto la poteva sborrate a piacere dato che la madre non gli si rifiutava mai e gli faceva sfogare le palle più volte al giorno in ogni modo colla sola eccezione della chiavata di figa con preservativo ma Gio che era stupidamente geloso del padre appena poteva gli ficcava il cazzo anche il fregna anche se la madre subito gli prendeva il cazzo in mano sfilandolo e passandoselo sul buco del culo ormai ben slargato e rodato dalle inculate quotidiane che Gio le somministrava svangandole le chiappe furiosamente. La troia avrebbe voluto godersi le doppie sborrate che il figlio le aveva ficcato in culo all’inizio ma era pretendere troppo anche da un mandrillo ventenne dato che ogni giorno la schizzava 2 o 3 volte.
I due si facevano anche confidenze intime delle loro voglie o esperienze e la madre dopo ogni monta istruiva il figlio ancora inesperto su come fare. Lui le raccontava le poche chiavate e pompini fatti e con chi:”…x me la sono fottuta dopo la discoteca ma era sbronza e mezza addormentata… y non m’ha voluto far chiavare e m’ha fatto un pompino ma la stronza ha risputato la sborra… che scema… senza ingoio si perde metà del gusto… z che è in carne m’ha segato tra le pocce ma non vale neanche la meta delle tue spagnole con lecca cazzo mamma… hai due pocce da sballo…” e naturalmente Gio armava raccontando e finiva sempre per chiedere alla madre di chiavarle la figa:”…fammelo infilare solo… prometto di stare attento…” ma lei rifiutava sempre:”…lo sai che non posso… tuo padre c’ha messo parecchio a ingravidarmi ma se mi ficchi in fregna la tua mazza ci vuole niente a fare un guaio… il tuo bel cazzone e più grosso e lungo di quello di tuo padre e con una schizzata mi ingravidi di sicuro di due gemelli… tesoro mio sborri come un toro in calore… figurati se non mi piacerebbe farmi sfondare anche la sorca dopo le chiappe dal tuo palo tosto ma e tropo rischioso…” e lo continuava a far chiavare ma solo col preservativo.
A volte litigavano anche come due amanti gelosi:”…che cazzo guardi quella stronza in bikini… non c’ha ne culo ne pocce…” e lui:”… e tu stronza che hai sbavato per quel tipo al mercato… l’ho visto che t’ha attastato che credi…” “…non essere coglione… è uno che in passato mi ha fottuta e m’ha riconosciuta… ma lo sai che ora trombo solo con te e con tuo padre…” “…si e t’ha montato anche ieri notte … che cazzo credi che non sento?… ” “…certo… e lo faccio apposta cosi t’arrapi bene e poi mi monti come un porco… adesso hai imparato proprio bene figlio mio… sei diventato una bestia da monta… nessuno di quelli che m’hanno fottuto m’ha mai fatto godere come te… ”
Il tempo della giornata passava tra una porcata e l’altra e i due amanti incestuosi parlavano anche delle loro voglie sconce:”… mamma le tue pocce mi intostano …” e lei subito:”…e allora scopamele figlio mio… ti sugo la cappella e tu schizzami in faccia…” “…mamma che gran patacca….” “…lecca e fottimela tesoro… col preservativo ti faccio chiavare quanto vuoi…” “…ti spaccherei il culo a ripetizione mamma…” “…eccolo pronto tesoro ficcamelo fino alle palle ma lubrificati la nerchia prima che se no mi crepa la rondella…” “…mamma fatti fistare il culo come la figa…” “…no tesoro… a forza di inculate me l’hai allargato parecchio ma non abbastanza per questa porcata… mi sgarri la rondella e poi non mi potrai inculare per giorni…” “…allora no… non posso fare a meno di incularti tutti i giorni… ma ti spalanco la fregna colla mano così spurghi una bella venuta da vacca…”
Non so che età abbia l’amico che mi ha raccontato questo nè se è una relazione in corso o passata nè se una volta finita la vacanza abbia continuato a trombarsi la madre troia ma penso di si perchè Gio ha ammesso che si è pentito per quello che faceva al padre per tutto il tempo in cui ha continuato la sua relazione incestuosa ma nè la paura di essere scoperto nè i rimorsi gli impedivano di trombare la madre 2 o 3 volte al giorno godendo come un porco e poi a forza di montarsela ha anche avuto un figlio che è suo fratello dato che la madre da pervertita ha fatto credere al marito essere suo. E’ stata colpa dell’abitudine sconcia che aveva di fare l’altalena culo-figa quando trombava la troia che godeva da maiala a farsi stappare lo sfintere sfondato e attappare la sorca e a forza di dare un colpo in culo e uno in fregna qualche schizzo deve aver fatto il guaio.
Prevengo chi volesse sapere altro dicendo che non so niente, ne se quello che l’amico mi ha detto e tutto vero o solo in parte o magari affatto ne il proseguo ma lui mi è sembrato credibile per i dettagli del suo racconto. Alle mie domande curiose ha solo ammesso che il rimorso di quel fratello che invece è suo figlio ma ha promesso di raccontarmi come e perchè in futuro e naturalmente quando sarà ve ne faro partecipi.

per commenti o racconti delle vostre esperienze scrivetemi a yugo23@inwind.it

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