Skip to main content
Racconti Erotici LesboRacconti erotici sull'Incesto

Sei il mio pulsare.

By 30 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Il suono della sveglia smorza il mio dormiveglia.

Con lieve difficoltà socchiudo gli occhi. La stanza è lievemente illuminata da pochi spiragli di luce, che mi permettono di intravedere tutto ciò che ho intorno.  Rivolgo lo sguardo al mio fianco. Mia sorella, Irene. Dorme serena, con quel suo viso così pallido, quasi somigliante a quello di una bambola.  I suoi capelli lunghi neri corvino danzano voluttuosi sulla sua pelle limpida, un po’ sulle spalle, un po’ sul petto, un po’ sul seno.

Decido di alzarmi e vestirmi. Afferro il maglione nero poggiato sulla poltrona ai piedi del letto, infilandolo, subito dopo i jeans. Passo una mano tra i capelli scompigliati, cercando di dargli un’aggiustata. Mi dirigo in cucina per una tazza di caffèlatte. Seduta sul ripiano in marmo di quest’ultima, osservo con sguardo apatico il muro dall’altra parte della stanza, sorseggiando lentamente la bevanda. Ma poco dopo vengo distratta dall’arrivo di mia sorella. Indossa un reggiseno nero in pizzo e un boxer a pantaloncino bianco, ovviamente mio. Per quanto io sia una ragazza, e per la mia omosessualità, tendo a sentirmi a mio agio con abiti maschili. Anche nell’intimo.

Arriva a passo lento di fronte a me, e mentre i suoi occhi castano chiaro sono fissi nei miei, afferra la tazza dalla mia mano, dando un grande sorso al caffè latte ormai tiepido. Ripone nuovamente la tazza nella mia mano rimasta immobile, per poi lentamente dirigersi verso il bagno. Il suo sguardo non abbandona il mio.

“Alex, io vado in doccia. La fai con me? Ti va?”

Sarò io che ho la mente perversa, ma ora i suoi occhi ora trasudano un velo di maliziosità. Cerco di riprendermi velocemente, le sorrido, poso la tazza e mi presto a seguirla.

La porta del bagno è ormai chiusa. L’acqua scorre rumorosa all’interno dell’enorme box doccia (la mia famiglia è molto ricca, per via di eredità), e la stanza è ormai piena di una leggera nebbiolina.

 Si avvicina a me squadrandomi dalla testa ai piedi. Mi domando che intenzioni abbia.

“Girati, ti slaccio il reggiseno.” Continua a fissarmi imperterrita. Il che mi mette abbastanza in imbarazzo. Il suo sguardo è molto profondo  e penetrante. “Ah .. ok.” Mi volto. Le sue dita minute e fredde, sfiorano la mia pelle calda e pallida. Un’ondata di brividi invade il mio corpo. Ingoio quel cumulo di saliva creatosi nella mia bocca serrata e mi accingo a slacciare la fibbia dei jeans.

Avrei dovuto non voltarmi. Davanti a me non noto altro che lei, senza reggiseno, né boxer. Ha un corpo perfetto. La schiena presenta quell’inarcamento che a me tanto eccita. I suoi glutei sono perfettamente formati e tondi, a mandolino. Le sue cosce snelle e slanciate, tanto quanto le braccia, sode e minute.

Il suo seno. Beh,  il suo seno è qualcosa di esilarante. A coppa di champagne. Tondo e perfetto, ad altezza giusta. E, in questo momento, i suoi capezzoli sono turgidi. Il suo corpo pieno di brividi, probabilmente per il cambio di temperatura, dopo aver aperto le ante del box doccia. Torna nuovamente a guardarmi con quello sguardo malizioso. Entriamo in doccia.

Veniamo travolte da un grosso getto d’acqua calda, violenta sulla nostra pelle. Mi strofino le mani sul ventre, poi sulla pancia, poi ancora più su, sul seno, e infine sul collo. Quasi come se mi accarezzassi. Lo stesso fa lei, in modo un pò più accentuato. Non riesco a staccarle gli occhi di dosso. Ma che cazzo sto facendo? E’ mia sorella, è insano pensare di poterla toccare, di poterla comunque avere in un certo modo.

Senza accorgermene, me la ritrovo a pochi centimetri dal mio viso. Mi vien spontaneo socchiudere le labbra, quasi come se stessi già facendo chissà cosa. I suoi occhi si rivolgono alla mia bocca, poi nei miei occhi, poi di nuovo alla bocca, poi di nuovo rivolti nei miei. Sento il cuore accelerare, il corpo indolenzito, e pulsare in mezzo alle gambe. Quanto cazzo la desidero in questo momento solo io lo so.

Appoggio il mio indice e il medio sulle sue labbra altrettanto socchiuse, carnose e rosse. Le accarezzo, le apro delicatamente, per poi lasciarle richiudere. Mi avvicino, e con la lingua percorro dal labbro inferiore alla punta del suo naso, lentamente. La fisso. I suoi occhi sono pieni di eccitazione, tanto quanto il suo corpo, che lo fa notare benissimo.

Rifaccio la stessa identica cosa, ma stavolta sul collo. Lo lecco minuziosamente, tenendola con una mano per il mento. Il suo viso è rivolto verso l’alto, i suoi occhi sono socchiusi, le sue mani ora sono adagiate sulla mia schiena, mentre le mie sono sui suoi fianchi. Piano piano le sposto sui glutei. Li accarezzo, mentre con la lingua inizio a leccarle l’orecchio. I suoi ansimi iniziano a riempire la doccia. Prima deboli, poi sempre più eccitati e forti.

Le sue unghie graffiano la mia pelle, lasciandomi lunghi segni rossi. Le sue dita passano da li, ad intrecciarsi con i miei capelli bagnati, per poi stringerli dalla forte eccitazione presente nelle nostre vene.

La mia lingua entra impetuosa nella sua bocca, iniziando a muoversi attorno alla sua, che a sua volta fa la stessa cosa. La spingo contro la parete della doccia, continuando a baciarla con tutta la forza . Inizio a scendere, baciando il petto, leccando il seno, per poi iniziare a leccare con foga i suoi capezzoli turgidi già da parecchio. Lo stringo con una mano, mentre l’altra inizia a sfiorare le sue grandi labbra. Con una mano mi spinge il viso contro il seno, per invogliarmi a continuare, quasi come se fosse un obbligo. Con l’altra invece blocca la mia, togliendola. Ebbene si, inizia a masturbarsi. Il suo dito media si inoltra impetuoso tra le grandi labbra, raggiungendo il clitoride ormai carico di voglia. Inizia a muovere il dito avanti e indietro. Questo gesto alimenta la mia voglia sempre di più. Dopo poco la sua bocca raggiunge il mio orecchio.

“..entrami dentro.” Sussurra con la sua voce goduta. Non esito nemmeno due secondi. Porto due mie dita dentro di lei, lentamente, facendogliele sentire per bene. La sua bocca si schiude, seguita dai suoi occhi, che mi guardano come per dire “le sento eccome.”.  Inizio a muoverle, dentro e fuori, dentro e fuori. E’ bagnatissima, ne è facile la penetrazione. La voglia di sentirla urlare, mi porta a piegarmi all’altezza del suo ventre, per poi cominciare a leccargliela freneticamente. Il suo dito ora non serve più. La mia lingua si muove veloce, la mia bocca è perfettamente amalgamata alla sua figa. Per quanta foga possiedo, quasi gliela mangerei. Ora gli ansimi sono seguiti da gemiti forti, da spasmi, da contrazioni, da graffiate e strette di capelli. Il suo bacino si muove ad onda, spingendo il suo clitoride ancora di più nella mia bocca, ormai bagnata dal suo liquido, che senza indugio ingoio.

“..oddio, sto per venire…” fatica a parlare. Le mie dita aumentano di velocità, scorrendo alla perfezione fuori e dentro di lei.  Stacco la bocca per prender fiato, e ne approfitto per sollecitarla ed informarla dell’avvenire. “Vienimi in bocca.” Le dico senza guardarla. Questa frase le provoca uno spasmo, che la porta allo stremo. Un forte gemito fuoriesce dalla sua bocca, mentre la mia allo stesso tempo si riempie del suo orgasmo. Si tocca il seno, il collo e infine si stringe una ciocca dei suoi lunghi capelli. Per poi attendere la fine degli spasmi.


 

Leave a Reply