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THE CHANTELLE/DIANNA R. DREAM- RITORNO DI FIAMMA

By 27 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Il pomeriggio da dominato continuò.
Dianna mi trascinò in camera al guinzaglio, facendomi scendere le scale, mi mise vicino al letto e mi assestò un paio di ceffoni: ‘…puttanella bianca…mi sei così caro…come farei senza di te?…ma mi piace da morire anche questo tuo lato da slave..questo tuo essere succube…. – altro schiaffetto – ..bene…io sono sì tua moglie ma anche la tua Padrona, non &egrave vero, maritino?’
‘…Sì, Padrona…’
‘…bene…adesso tira fuori la tua lingua e succhiamelo!’
Chantelle sfoderò il suo cazzo nero e me lo puntò alla bocca. Io da bravo marito, presi quella verga di carne in bocca e leccai attento, amoroso e eccitato la cappella, la baciai a lungo e l’adorai come si meritava quel trionfo di carne e poi aiutandomi con la mano la raccolsi bene nella bocca ed iniziai a pompare.
Presi a succhiare quel cazzo enorme come sapevo fare.
Come piaceva a mia moglie.
Accolsi quel cazzone dentro e pompai, pompai con le mani e la bocca. Lei mi prese al nuca e con la pressione della sua mano mi spinse a prenderlo completamente. Il cazzo di mia moglie nella mia gola!
Soffocai e uscii.
Dalla bocca un rivolo di saliva lunghissimo mi calò giù. Denso, bianco. Lei lo raccolse con la cappella dalla mia gola e dal mio petto e mi rificcò la bestia saporita in bocca. Pompai di nuovo.
Con forza.
Mi presi dentro quel mastodontico cazzo nero e succhiai quanto potevo.
Mia moglie mi dava ritmo con la mano e inarcandosi inditro mi scopava la gola con rabbia e amore.
Ritta sugli zoccoloni da troia padronale mi chiamava HONEY oppure BITCH.
Mi scopò in gola con forza.
Sentivo quel suo cazzo padronale fino in gola, fino in fondo.
Ero abituato a quel cazzo, ma ogni volta era eccezionale prenderlo in bocca.
Succhiai, baciai, ingoiai, leccai le sue palle e tornai a pomparmi quel coso in gola.
Dianna rideva. Godeva.
Mi offendeva e mi incitava.
Pompavo, succhiavo, trattenevo, ingoiavo. Pompavo di nuovo. HONEY!!! EAT ME BITCH!!! urlava Chantelle.
Pompavo e succhiavo.
EAT ME!!! EATTTTTTTTT MEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!
Lei mi spinse la testa sulla sua asta tesa, mi conficcò quel cazzo nero in bocca con amore e violenza. Mi pompò lei schiaffeggiandomi con rabbia e passione.
Mi prese il naso e schiaffeggiandomi ancora mi spinse sotto nel deep del suo sesso selvaggio e matriarcale.
La sentii erompere in una lava di sborra che mi riempì la bocca. Chantelle mi teneva la bocca sul suo cazzo mentre veniva urlando di gioia. Offendendomi, spingendo inarcandosi sugli zoccoli. TROIA TROIAAAA TROIAAAAAAAAAAAAAAA
la sborra di mia moglie mi riempì la bocca ed io devotamente raccolsi, trattenni mostria come trofeo e pegno a mia moglie e lei mi ordinò di ingoiare quella massa di crema di donna, di padrona, di moglie. Dianna mi guardò mentre mandavo giù.

Dopo mi ritrovai appeso con la testa in giù. In cantina. Dianna mi aveva messo con le gambe divaricate da una barra di ferro, tenuta su alla parete da un enorme gancio. Le caviglie ammanettate a corde e tiranti di ferro. Le mie mani chiuse da polsini di ferro dietro. Vagavo con la testa nel vuoto. In balia del nulla. Nudo. Infreddolito, con ancora il sapore della sborra di mia moglie in bocca. Ciondolavo nel vuoto. Imprigionato. Avevo voluto un dono da slave? Eccomi servito.
Chantelle dopo avermi legato mi aveva dato un paio di pasticche di vitamine e mi aveva salutato:
‘Vado di sopra a riposare. Verrò a riprenderti più tardi….’
E spegnendo la luce della cantina era andata via lasciandomi al buio.
”’
Rimasi attaccato al soffitto per non so quanto. Stordito forse mi addormentai o persi conoscenza. Una luce al neon mi risvegliò di colpo.
Sentii dei passi scendere le scale. Il tocco forte, deciso, puttanesco degli zoccoli di mia moglie e altri tacchi, simile ma più leggeri.
‘Fiuuuuuuuuuuu…. – sentii una voce che conoscevo ‘ come sei appeso, dolcezza!! mia sorella ti tiene legato come un salame…un salamino piccante vedo….. – Kya la sorella di Dianna rideva di me – ‘.allora come procede questa sessione di sesso sadomaso? Ti diverti bellezza?’
‘…oh, Signora…sono contento di rivederla….sì…tutto procede al meglio…come vedi…’
lei mi dette una botta per farmi roteare su me stesso attorno al gancio. Mi ritrovai a vorticare sperso nel vuoto e poi fermarmi con la faccia rivolta alla parete. Subito il mio culetto fu preso a schiaffi da Kya e Dianna.
Mi fecero voltare e mentre kya mi sculacciava forte, Chantelle si abbassò sopra di me. Adagiò il suo portentoso culone da donna nera sul mio viso e mi ordinò di cacciare fuori la mia linguetta da schiavo e leccarle il buco del culo.
Quanto mi paceva quella cosa.
Il suo buco del culo profumato, sexy, padronale, pieno degli umori decisi di mia moglie. Leccai con la lingua come piaceva a lei mentre sua sorella mi sculacciava. Dianna affondava il suo culone ed io leccavo.
Kya prese un frustino e prese a colpirmi le natiche in aria. Sentivo dolore ma il culo di mia moglie era troppo eccitante per me. Kya menava, sua sorella spingeva, io leccavo. Andammo avanti così per un po’. Facesitting di mia moglie, sua sorella che mi frustava sadica, io che leccavo con la testa a pochi centimetri dal pavimento il culo nero e meraviglioso di Chantelle.
Quel trattamento che mi inflissero le due sorelle andò avanti un bel po’. La mia faccia affondata nel culo di mia moglie, Kya che mi frustava, mordeva il culo, mi infilava pollici in culo.
Quindi le due si dettero il cambio.
Kya venne davanti a me, si mise in posizione e disse:
‘Ma non si può alzare la faccia di questa puttanella in modo tale che me la lecchi per bene?’
‘..ma certo, sorellina!’
e Dianna alzò il mio corpo posizionandomi all’altezza della figa nera di Kya.
Lei mi prese la faccia e la spinse sul suo sesso.
Annusai l’odore della sua figa e tirai fuori la mia lingua per baciarla. Lei mi spinse ancora la nuca con forza e ingoiai la sua figa. Dentro di lei iniziai a leccare dall’alto verso il basso e poi al contrario. Lei mi teneva contro il suo sesso di donna e godeva.
Mia moglie riprese il gioco della sorella. Mi mise le dita nel culo e ravanò a suo piacimento.
Spinse le sue dita guantate dentro di me e mi sculacciò.
Leccavo la figa di Kya.
Sentivo mia moglie giocare col mio culo.
Kya rideva. Kya godeva della mia lingua.
Dianna fotteva il mio di dietro con le mani. Spinse tutto il pugno dentro facendomi urlare: ‘Quarda quanto &egrave aperto mio marito, sorellina….ci ho messo tutto il pugno nel culo bianco di questo schiavetto!!!’
‘Ehiiiiiii Dolcezza!!! vacci piano…mi raccomando!’ e spinse la mia lingua ancora più dentro di lei, gridando di lussuria.
Mia moglie tolse il pugno e mi sculacciò per bene. Con le sue mani forti. Era del tempo che non metteva in riga a quel modo!
Quindi passò davanti a me. Mise il suo cazzo nella mia bocca, scalsando la sorella e spingendolo in fondo alla mia gola. Kya si fece spazio e mi fece leccare la sua figa nera. Ancora Dianna e il suo cazzo. Kya che tornava alla carica e quindi figa nera. Cazzo. Figa. Cazzo padronale. Figa della sorella di mia moglie. Vorticavo da un sesso all’altro.
Che sorelle porche!
Cazzo.
Figa.
Dianna mi faceva poi roteare attorno al gancio e mi ritrovavo poi con un cazzo in gola oppure una figa nera da leccare.
Quelle due ci dettero sotto con me umiliandomi e dominadomi. Facendomi leccare e succhiare. Mi sculacciavano, mi deridevano. Mi schiaffeggiavano e mi ficcvano plug nel culo. Botte. Figa. Cazzo. Ancora giri su me stesso, appeso a testa in giù.
Cazzo di mia moglie.
Figa di sua sorella.
Kya venne nella mia bocca e poi si pulì con forza a me, strusciandosi.
‘Fiuuuuuuuuuuu…che roba, sorellina!! questo culobianco &egrave proprio bravo! Mi ero dimenticato della sua linguetta….ma permetti, sorellina?’
‘…cosa, amore?’
kya si scostò da me, quindi prese a masturbarsi il clitoride, quindi fece più forte, più forte, più veloce, più veloce e poi esplose:
un fiotto di piscia di donna mi innondò il corpo, la sentivo calda colarmi e friggermi addosso.
Kya continuò a inveire, urlando e pisciando come una pazza.
DRINK ME DRINK MEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE urlava e pisciava.
Mi ricoprì di calda piscia.
Sua sorella eccitata fece altrettanto e mi presi, la seconda volta in un giorno, la pioggia dorata di mia moglie, la mia padrona.

(per suggerimenti, commenti o critiche: dorfett@alice.it) Infine mi slegarono. Mi ordinarono di farmi una doccia e di dormire. Loro sarebbero uscite a fare un giro. Al loro ritorno avrei preso dell’altro.
‘Mangia qualche banana e prendi dello yogurt. Liberati ben bene prima del nostro ritorno…ci divertiremo col tuo culetto bianco, maritino…’ annunciò Chantelle agitando il procace seno davanti ai miei occhi.
‘Sì…quando ritorneremo ti faremo la festa, baby…’ aggiunse Kya.
Quindi uscirono.
Feci quanto mi era stato ordinato da mia moglie e mi distesi a riposare circa un’ora dopo.
”’
Dormii a lungo perch&egrave quando mi risvegliai era notte fonda.
Mi alzai e salii di sopra. Luci accese, musica rap, risate, voci di più persone.
Affacciandomi in salotto vidi Kya, una sua vecchia amica, Looanna, mia moglie che sorseggiava del t&egrave in tenuta da transex cop con gli zoccoli altissimi che avevo scelto per lei e accanto, una transex bianca che avevo incrociato qualche volta al Wild53.
Kya mi notò:
‘Ehi dolcezza!! vieni qui..su non fare il timido…’
avevo inossato dei boxer rossi e una maglietta. Mi feci avanti e salutai il gruppo. Erano allegri e spensierati si vedeva, forse fatti, forse ubriachi. ‘Salve!’ dissi inchinandomi.
‘Saluta Looanna e Mh…le conosci?’ fece Dianna.
‘La signora sì…Mh non credo…’
Looanna un donnone nero con poppe da matrona, capezzoli flosci che cadevano nel top giallo, il volto da puttana, il corpo grasso ma mastodontico, gambe lunghe, spalle larghe, sorrise. Mi inchinai. Mh era una transex bianca. Ispana forse o di Miami. Volto piccolo, gote luccicanti, rossetto pesante rosso fuoco. Sgardo annoiato. Mi inchinai anche a lei.
‘Oh, non essere così imbalsamato!- fece mia moglie ‘ servici da bere, muoviti.’
Kya mi sculacciò sonoramente facendomi sobbalzare. Mh rise. Looanna volle provare le mia natiche come l’amica e mi colpì con una mano enorme e forte. SPAKKK risero tutte. Mia moglie era brilla. Mi spicciai a servire champagne. Looanna rutto contenta e Kya esplose a ridere. ‘Mettiti al centro, qui, dolcezza..avanti…non fare il timido..- fece mia moglie sorridendo e spingendomi al centro mentre Looanna mi assestava ancora uno sculaccione suscitando il riso generale – …fa il timidone ma &egrave una vera troia questo mio maritino italiano….vero, baby?’
‘…eh..sì, Signora…lo sa….’
‘cosa? Dillo anche alle mie amiche..’
‘..’
‘…cosa sei? Una puttanella italiana…la mia servetta personale….’
‘Certo Signora! Sono la sua puttanella personale…e sono felice di esserlo….’
‘Eccolo qui il mio ragazzo!!! come mi piace!! Non &egrave un amore sorellina?’
‘Come no! Troietta di sorellona! &egrave un amore…e fai bene a tenertelo stretto….ti ama…ti adora…ti venera…cosa vuoi di più da un marito?’
‘Che il suo culo &egrave di mia proprietà!’ fece Dianna e mi fece il solito gesto. Mi abbassai allora i boxer come un riflesso condizionato. Un cane addestrato a rispondere alo schioccar delle dita laccate e curate di mia moglie, la mia padrona. Looanna vide subito la scritta ed esplose a ridere e a sculacciarmi accompagnata da Kya. ‘Fai vedere! Troietta!! urlò allora Mh e dovetti voltare il mio culo e mostrarlo anche a lei.
Mh lesse la scritta tatuata e scoppiò a ridere, quindi mi riempì il culo di colpi sempre ridendo e umiliandomi a parole.
Dianna mi passò un collarino che dovetti legarmi e poi mi ordinò di mettermi a 4 zampe e così feci.
Kya prese il collare e mi tirò a sé.
Mi mollò un ceffone e subito Looanna volle imitarla, solo che lei aveva due pali al posto della mani e faceva male. Il collare fu tirato ancora e finii ai piedi di mh che mi ficcò un piede in bocca e mi scopò con quello mentre conversava e rideva con amiche. Io in ginocchio, il piedino di mh in bocca. Soffocavo, annaspavo succhiando e sbavando, ma Mh rideva e colloquiava.
Mi scopò in bocca e poi mi dette un calcio e mi spinse via.
Mia moglie mi tirò a sé.
Con un dito mi sollevò il mento e mi puntò gli occhi dentro i miei. Erano gli stessi occhi favolosi che avevo truccato io varie ore prima.
Era splendida Dianna. Volgare e bella. Padrona e mia moglie!
Mi baciò sulla bocca.
Un bacio caldo e succoso. Le sue labbra era morbide e piene. Dolci e femminili. Ebbi subito un’erezione.
Dianna continuò a baciarmi, risucchiandomi la lingua, tenendomi a sé, succhiando mangiandomi. Le altre ridevano mentre io godevo quel bacio. Passionale, violento.
Si staccò e disse:
‘Kya sei pronta sorellina troietta?!!’
mi voltai
kya urlò.
Aveva in mano del gel e un vibratore.
DIVERTIAMOCI!!! urlò Looanna.
‘Avanti, sorellina…fatti largo nel culo di mio marito…te lo concedo…ve lo concedo ragazze…servitevi pure….questo culo &egrave mio ma ora &egrave anche vostro…&egrave un bel culino italiano….mio marito…….predetevelo….scopatelo…..sbattetelo….e poi lasciatelo a me…..’ disse Chantelle.
E le danze ripresero!
”’
Mh mi bloccò con la faccia a terra, quindi mise le sue gambe lucide sulla mia schiena, intrecciate tanto da stringermi in una specie di morsa. Kya mi sollevò invece in aria il culo e sputò un paio di colpi su di esso.
Subito Looanna non volle essere da meno e a forza di colpi e sputi mi ritrovai il culo in fiamme e umido. Kya prese il vibratore e lo appoggiò alla punta del mio culo, poi lo accese. Un brivido mi scosse, ma Mh mi teneva giù. Il vibratore marciò nel mio culo umido di sputi, si fece strada e me lo ritrovai dentro in poco tempo. Aprendo il mio culo fra le risa di tutte Kya spinse l’affare dentro facendomi gridare dal dolore. Ma quelle ridevano forte, si divertivano con mio ano mentre mia moglie beveva e le incitava:AVANTI!! BELLEZZE!! APRITEGLI IL CULO A MIO MARITO!!!! ADESSO IL SUO CULO BIANCO &egrave ANCHE VOSTRO.
Loanna non se lo faceva ripetere di sicuro. Mi riempiva le chiappe di sculaccioni mentre il vibrato mi scopava. Mh mi teneva fermo giù, Loanna colpiva, Kya si divertiva con giocattolo vibrante.
‘Guarda come lo prende bene…
‘Ci &egrave abituato!!
‘Tienilo fermo Mh! Prendi, coglione! Eccotelo dentro puttanella bianca…..
‘Sì, dai a me!
‘Continua Dolcezza
Looanna prese il vibratore e lo spinse con ancora più forza nel mio culo con quelle sue manone. Mh mi liberò per sollevarmi sulle braccia, il vibrato conficcato nel culo, mi fece fare un giro di 180′ e cappottò. Ancora con il vibratore che ronzava dentro, Mh mi mise con la shiena a terra, le gambe prese nella morsa di Looanna a cui le aveva passate come se fossi un giocattolo e con il piede, alzandosi, prese a spingere il vibratore nel mio culo come scopandomi pr mano del suo piede!
Mia moglie urlò incitandola, Looanna mi strattonò come fossi un popazzo, il vibratore spingeva a sua volta spinto dal ritmo dannato di Mh. Urla, risate, grida di scherno, di liberarzione. Kya si distese su di me ficcandomi le sue enormi poppe nere(come quelle della sorella)sul viso intimandomi di leccarle per bene e succhiarle i capezzoli neri che erano diventati di marmo per l’eccitazione. Lo feci di cuore, lecando e succhiando quei capezzoli simili a quelli di mia moglie. Loonna mi tirentava le gambe a suo piacimento, Mh spingeva col piede il fallo nel mio culo.
Ero scopato da quelle 3 infoiate.
Mh assestava colpi col piede, eccitata, inviperita, sconcia, maledetta.
Kya si faceva leccare le tette allora Looanna prese il mio cazzo fra le mani e prese a masturbarmi. Preso fra 3 fuochi: le tette prosperose e pazzesche di Kya che leccavo contento, il vibratore che Mh spingeva col piede nel mio di dietro, Looanna che mi toccava il sesso, sentivo di tutto.
E mia moglie?
Dianna rideva e beveva champagne distesa sul divano presumevo perch&egrave soffocato dal corpo femminile di sua sorella non la potevo vedere.
”’
mi scoparono, o meglio violentarono il mio culo con cazzi finti e vibratore. Mi tenevano fermo, Kya mi sfondava il culo con un cazzo, Loonna mi faceva leccare la sua passera pelosa e Mh mi reggeva ai fianchi. La sorella di mia moglie era una furia indemoniata, spingeva oggetti nel mio culo, invasata, Looanna era una donnona che mi sovrastava e Mh era una troia bastarda. Mia moglie rideva in disparte bevendo champagne. Lasciò che suo marito fosse violentato da sua sorella e da 2 amiche…
”’
Dopo che Loonna ebbe violato il mio culo con un fallo a forma di grattacielo, mi lasciarono a terra a riprendermi. Ero stanco e spompato. Mh mi dette dell’acqua e delle vitamine. Il culo era a pezzi, rotto. Avevo anche goduto come un pazzo mentre Looanna mi sfondava, guardando mia moglie che rideva col calice in mano.
La festicciola &egrave andata avanti ancora un po’ mentre mi riprendevo. Le ragazze hanno mangiato e bevuto ancora. Kya e sua sorella erano brille. Si scambiavano voluttuosi baci fra loro, succhiandosi le labbra come fidanzate lesbiche. Mh e Looanna ridevano di gusto. Dianna era ancora sexy col vestito da cop transex. Le servii da bere e allorecchio, mentre le riempivo il calice di champagne, le sussurrai:
‘Sei bellissima, mogliettina, la donna più sexy del mondo!’
lei mi sorrise e disse: ‘I LOVE you baby…’ e mi dette un bel bacio sulla bocca, risucchiandomi tutto, mi leccò le labbra e me le morse, poi mi prese la faccia e me la spinse verso la sorella. Bacia anche Kya e lei mi leccò, gridando ubriaca, alla fine anche Looanna volle pomiciare con me e mi sentii in bocca il sapore amaro di una vecchia nera di 50anni, che puzzava di alcool e acqua di colonia non delle migliori, intrisa di vecchi umori, di mentine consumate con gin, di baldracca del sud, che prima mi aveva rotto il culo con un cazzo a forma di grattacielo…bacia Looanna con forza e poi mia moglie mi richiamò a sé: ‘Adesso….saliamo di su e ti scopo io maritino….preparati a godere dolcezza…mia piccola troietta personale….’
‘…grazie….Padrona….’ dissi a fior di labbra fra le risate generali. Kya e Mh se ne andarono da casa e rimase solo Looanna che non sapeva dove dormire quella notte. ‘Puoi restare qua se vuoi…no problem…dolcezza..’ le disse mia moglie.
‘Vado di sopra a scoparmi mio marito e dopo se hai voglia ci facciamo due chiacchiere fra amiche bevendo qualcosa…che ne dici amore?’
‘Oh, bella idea Dianna…sarà un piacere…’
‘Allora intesi…adesso mi scopo un poco lui e poi scendo…’
‘Ok…a dopo, dolcezza…’
E così seguii mia moglie di sopra per prendermi finalmente anche il suo regal cazzo e concludere alla grande quella splendida giornata in cui ero stato slave di mia moglie e le sue amiche, sorelle.

Chantelle, ubriaca ed eccitata mi trascinò di sopra strattonandomi per il collare come se fossi il suo cagnolino. Avevo ripreso un po’ di forze, le vitamine avevano fatto effetto, certo avevo il culo sfondato dalle troie di prima, ma mi apprestavo a gustare il cazzo di mia moglie per concludere alla grande quella giornata.
Nella stanza dei giochi Dianna mi legò di nuovo al gancio al soffitto. Questa volta con le braccia in alto. Avevo i piedi che toccavano il pavimento, il culo in aria esposto, le braccia sollevate in alto e ferme in una morsa. Mia moglie si spogliò, via minigonna e corpetto. Mi fece girare più volte su me stesso per divertimento. Era ubriaca. Ma bellissima: due cioccie nere gonfie, piene, morbide, calde, due capezzoli enormi e il suo corpo da matrona del Sud. Sexy e stupenda. Il cazzo un poco gonfio era in agguato la sotto.
‘…sei stupenda Dianna…I LOVE u…my Lady…’ dissi fissandola pieno di desiderio. Lei si avvicinò e mi baciò come prima, strappandomi morsi e ficcandomi la sua lingua padronale in bocca completamente. Godetti di quel bacio.
‘Anche tu sei importante per me…eccomi dolcezza….eccomi….’
e mi sbatt&egrave la sua verga sul corpo. Sugli addominali depilati, sulla coscia, ogni colpo rendeva il cazzo più duro, ogni colpo era una scudisciata di piacere per lei e per me. Suo marito. Lei che mi sbatteva il suo cazzo di moglie sul corpo e lo induriva sempre di più.
ADESSSO TI SFONDO IL CULO MARITINOOOO!!
urlò e mi prese i fianchi mi voltò a suo comodo e me lo infilò dentro. Entrò preciso, di colpo, perfetto. Sentii un dolore fortissimo, ma rotto da servizio subito poche ore prima ero aperto e immediatamente sentii anche un piacere vorticoso. Wuhhhhhhhhhhh che sballo. Il cazzone nero di mia moglie su per il culo. Lei che mi teneva i fianchi e mi impalava di gusto. In un attimo prese ritmo. Cominciò a cavalcarmi da dietro, spanandomi il culo. Mi prese con forza tenendomi stretto a lei. Mi scopò da dietro mentre ero legato ad un gancio. Godevo come un pazzo. Urlavo di gioia per quel mega cazzo nel mio culo. Le mie grida hanno rimbombato nella stanza e da sotto ho sentito Looanna che rispondeva: DACCI SOTTO DOLCEZZA SFONDALO QUEL CULO BIANCO!!!!!!!!!!!!!!!!! SPACCALO IN DUE E POI VIENI A FARE DUE CHIACCHERE CON ME, BELLA MIAAA……..!!!!!!!!!!!!!!
dianna ha continuato a fottermi mentre ero legato con uno smorzacandela epico. Mi trapanava col suo meraviglioso fratello nero ed io godevo come una troia. E mia moglie mi diceva che era la sua cagna,
LA SUA PUTTANELLA…LA SUA TROIA DA RIPORTO LA SUA CAMERIERA SUCCIACAZZI!!!!!!!!!!!! urlava mente mi fotteva sempre più forte. MI Scopò finche ebbe voglia e forza. Mi prese con rabbia padronale e intimità familiare. Moglie marito. Mi scopò fiondami quel suo missile nel culo fino a quando non venne dentro di me, rimpiendomi di sborra calda il buco del culo.
Quindi si rivestì e tornò di sotto.
Lasciandomi nudo e lagato.
Noooooooooooooooo
nooooooooooooaspettaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaspetttttttttttttaaaaaaaaaaaaaa………..nooooooo
ma lei tornò di sotto da Looanna.

‘Preparami il vestito giallo e vestiti bene pure tu…usciamo a fare shopping!’ mi ordinò mia moglie un pomeriggio di fine estate. Eravamo in salotto e lei era raggiante nella sua tipica tenuta casalinga: tuta fouseaux maculata che metteva in splendida bellezza le sue forme da donna del sud, culone nero che strabordava, vita e fianchi larghi e tette giganti che facevano capolino dalla scollatura della tuta sexy e quotidiana. Il sole penetrava dalle finestre illuminado il suo carnoso volto coi capelli neri ben curati ed eleganti, le guance rosse, le labbra carnose e gonfie, gli occhi neri profondi e truccati. Era un incanto di lussuriosa e carnosità transex.
‘Ho voglia di comprarmi qualcosa…’ aggiunse sorridendo.
Risposi che avrei fatto tutto e in fretta come ordinato.
Preparai il suo vestito a fiori giallo e le scarpe verdi con strisce dello stesso colore del vestito. Presi la borsetta di Channel che lei preferiva assieme al completo e depositai tutto sul letto. Aiutai Chantelle a spogliarsi(aspirai a lungo il profuno di quella tuta che sapeva di donna, di sesso, di carne e profumo celestiale)e vestirsi per uscire. Erano le 6pm quando il nostro autista ci guidò nel centro di F.
bevemmo un Martini da Jiller’s e poi Dianna schioccò le dita: ‘E’ ora di shopping, dolcezza…’ e ci dirigemmo in un negozio di scarpe, Al&Mary il più costoso della città. Ad aprirci c’era Karl un boyz alto e muscoloso, faceva impressione nel suo completo Armani, che Dianna si era scopato almeno un paio di volte nei bagni del Wild53. Sorrise e mia moglie lo fulminò con uno sguardo. La commessa uan fighettina tutta mossette ed sorrisi a 32 denti con accento francese, ci venne incontro. Conosceva mia moglie e la sua Mastercard gold. Dianna spendeva cifre folli in quel posto. La commessa ci fece sedere al centro del negozio e ordinò a dei commessi bianchi, atletici, biondi di portare le nuove collezioni: trionfi di tacchi e iperboli fashion. Num. 44 . non facile, ma la biondina sapeva che lo sforzo valeva il guadagno futuro. Fuxia, nere, bianche, gialle, aperte o meno, italiane e francesi. Di scatole colorate e di scarpe di ogni fattura si riempì il negozio. Mia moglie non era contenta, niente la convinceva. La fighetta biondina con l’accento francese si preoccupò. Sorrise tesa. ‘C’&egrave dell’altro, Signorina?’ chiese mi moglie.
Lei stizzita si alzò in piedi. Era rossa in volto. Si guardò attorno spaurita. Chiamò un commesso. Un biondazzo si avvicinò a lei. ‘…uhm carino lui…’ fece mia moglie.
La commessa non sapeva che dire o cosa fare.
‘…ehm…prendimi quelle….’ balbettò, tutta la sua sicumera da chef manager del negozio di lusso sparita.
Intervenni.
‘Perch&egrave non ci offre un Martini intanto?’
‘Bravo!’ fece mia moglie strizzandomi l’occhio.
‘…oh…ecco…mi sembra una buona idea…L.presto vai a prendere due Martini ai signori…subito…L….muoviti…’ e il biondinò sparì.
Tornò con i coktail e Dianna ne bevve un sorso schiccando la lingua. La commessa chiuse gli occhi disgustata.
‘Perch&egrave non ci mostra qualcosa di più audace?’ proposi.
‘Oh..certo…..’
e sparì anche lei. Io e Dianna ci distendemmo sulle comode poltrone dello shop a bere i nostri Martini.
La commessa tornò con nuove scatole.
Tirò fuori dei decolt&egrave sexy leopardati di D&G che mia moglie subito adocchiò: ‘Ci siamo, dolcezza…’
Quindi dei tacchi alti con zeppe tigrate bianche e nere, ‘passabili…ma no…’commentò mia moglie, degli stivali al ginocchio rosa ‘..già visti…’disse sempre mia moglie, degli stivali neri con borchie di noto rapper afroamericano ‘..scontati…’ fu la risposta di Dianna mentre la commessa disperata era nel panico.
Quindi L. tornò con altri due Martini.
Chiusero il negozio e Dianna chiese alla commessa se erano attrezzati per una cena.
‘…ehm…beh..qui all’angolo c’&egrave un ottimo ristorante di noodles possiamo ordinare..’
‘Sto scherzando, bellezza! Rilassati’ fece mia moglie ridendo.
Ed io dietro.
Disperata, dope altre proposte tutte rifiutate, la commessa tirò fuori delle calzatura incredibili. Zeppe blu elettrico molto alte, base tigrata bianca e nera, sopra nell’alloggio per i piedi, plastica rosa piena di aculei bianchi di gomma.
‘FAVOLOSE!!! voglio provarle!!’ urlò mia moglie di gioia e la commessa fece un sorriso forzato.
Ai piedi regali di mia moglie quelle scarpe erano perfette. Volgari e sexy. Una bomba.
‘LE ADOROOOO!’ gridò Dianna in faccia alla commessa che sorrideva.
‘..le stanno…ecco…
‘LE prendo!!’
‘Ti stanno divinamente Signora!’
era vero. Indosso a lei quel prodotto volgare e dozzinale erano l’accessorio ideale. Chantelle fece un giro nel negozio mostrandole ai boys e a Karl. ‘Ti piacciono, fustacchione?’ gli chiese e lo abbracciò baciandolo appena sulle labbra.
‘..ecco…costano…’ provò a dire la commessa, ma Karl la scostò, spingendola con un braccio. Non lo avesse mai fatto. Mia moglie si adirò afferrò le palle di Karl, le tirò con forza facendolo piegare in due in avanti. I commessi urlarono per la sorpesa e Karl cadde in avanti. ‘…ehi! Cosa fai? Non ti ricordi di quando me lo succhiavi nei bagni del Wild? Karl?’ urlò mia moglie.
La commessa impallidì. ‘SIGnori…vi prego…’
Karl era caduto in avanti. In ginocchio.
Mia moglie, sadica, continuò: ‘…non ti ricordi, Karl, di come ti piaceva succhiarmi il cazzo in ginocchio fra il piscio dei bagni delle donne…’
‘..signori…vi prego….karl…’ piagnucolava la commessa. Io ridevo mezzo ubriaco dai cocktail.
‘….di come ti piaceva leccarmi la cappella e succhiare il mio grosso cazzo nero! Eh Karl!???’
quello era terra, si teneva le palle, mia moglie aveva tirato forte. Tossiva. La commessa cercava di riportare la calma. Inutile.
‘….allora Karl racconta ai tuoi amici qui di come mi imploravi di sbatterti il mio grosso cazzo nero in gola e venirti dentro…’
i comessi risero.
‘BASTA VOI!!’ urlò la commessa a quelli.
‘…riempirti la bocca della mia sborra calda..eh Karl? – continuò mia moglie mollando uno scapaccione forte – …eh, racconta loro come ti piaceva il mio cazzo nero….?!’
Karl era un uomo distrutto.
Dianna andò alla cassa. Batt&egrave la sua carta di credito gold sul banco e disse:
‘Troietta….quanto ti devo per le scarpe?’
quella era sfinita. Sorrise forzata. Guardò il prezzo. ‘Mille e 500 dollari…facciamo mille e 100…per lei…signora…..e…torni…quando vuole…’
Mia moglie pagò.
Un commesso biondino aprì la porta chiusa dall’interno.
Mia moglie gli strizzò l’occhio.
‘..questo &egrave per te dolcezza…. – gli dette un biglietto da 10 – ,…dammi al tua mano…maritino? Hai una penna?’ mi chiese ed io faticai a trovarla nella giacca. Poi trovai una penna nera e gliela passai. Scrisse il suo numero di cellulare sul palmo della mano del biondino. ‘Chiamami…’ e gli strizzò ancora l’occhio. Uscimmo nella strada nel tramonto.
Cenammo come due fidanzatini ad un bar coi tavolini fuori. Eravamo un po’ brilli ed io logiai la bellezza di lei. Dissi parole dolci di innamorato. Lei sorrideva e mi diceva dolcezza. Mi baciò più volte, soprattutto davanti ai camerieri. Un donnone in abito giallo, sexy, le tette al vento un culone da provincia che baciava un bianco normalissimo.
Si divertiva ed io ero felice.
Tornammo a casa in taxy.
In camera da letto Dianna indossò le nuove scarpe con la zeppa volgari e sexy. Era nuda. Il suo culo nero troneggiava su di me ai suoi piedi. Le gambe forti e calorose erano in equilibrio su quei trampoli zebrati e pieni di piccoli plug trasparenti appiccicati sopra.
Il suo cazzo pendeva nel vuoto.
Un cazzo magnifico ancora non ritto.
Grosso. Gonfio. Nero.
La grande cappella faceva bella mostra di sé in fondo all’asta nera e depilata al massimo che io curavo, pulivo e baciavo quando ordinato.
Il busto forte e dolce.
Le tette grosse, gonfie, giganti nuvole nere di carne padronale.
Il volto mi sorrideva malizioso.
La bocca pitturata di viola era allegra.
Mi indicò le scarpe da baciare.
Da adorare.
Le leccare.
Da succhiare.
Poi avrei leccato e adorato ogni singolo dito di quei meravigliosi piedi. Leccato, succhiato, baciato, mangiato.
Ogni dito.
Ogni singolo gioiello nero di mia moglie.
Avrei leccato i suoi piedi le caviglie e le gambe.
Baciato le gambe nere di transex.
Baciato e adorato come si deve ad una Dea come lei.
Baciato a lungo, baciato ogni tatuaggio su quelle belle gambe.
E poi, se lei avesse voluto, avrei accolto la sua cappella fra le mie labbra calde di carne e saliva e baci precedenti e avrei iniziato un magistrale pompino!

PER COMMENTI, SUGGERIMENTI E CRITICHE: dorfett@alice.it

il cazzo padronale ha una base larga e dura di vera pelle nera. ti fa capire subito come stanno le cose. una maestoso e sublime cazzo nero di donna. imperioso e abbacinante di una bellezza di ebano fa da preludio ad un’asta trionfante. eccola deliziosa e spettacolare. carne dolce e profumata di divina creatura. il cazzo dicevamo. questo pezzo di carne così eccezionale da non crederci. si mostra senza timore al mondo perché sa che niente gli è pari in bellezza. il magnifico cazzo di dianna chantelle ross la donna più bella del mondo. quel cazzo eccezionale è qui. ammiratelo. ammiratelo. ammiratelo. è splendido e duro. è una macchina da sesso. intenso. profumato. amazing. eccolo. guardate ed immaginatelo una volta che si erge. imperioso e padronale. il cazzo di mia moglie è la quintentessenza del sesso. è……

Dianna mi strappò la poesia dalle mani e mi prese la faccia fra le mani. Mi stampò un bacio viola di un rossetto da poco comprato in una profumeria del centro. “Sei il mio maritino preferito….dolcezza….come potrei fare senza di te?tu mi adori bellezza…”
“Io la amo, Signora..” sussurrai. Lei mi baciò ancora. Ficcandomi la sua grossa lingua in gola come se volesse strapparmi la mia. Affondò la sua lingua ed io sentivo le sue labbra dolci e padronali e gonfie contro le mie. Mi stava mangiando. Sovrastandomi al solito mi teneva la testa e mi baciava con forza. Ero al settimo cielo per quel bacio. Sentivo che mi voleva bene a suo modo. In effetti teneva a me. Mi aveva sempre ripreso con sé, ogni volta. Per mia fortuna.
“La tua poesia è bellissima!! la voglio. La leggerai per me anche stanotte, dolcezza e se non avrò sonno ti farò succhiare il mio cazzo che ami tanto…”
“Sarà un onore Signora…”
“Bene…andiamo a prepararci…stasera ho voglia di risate e pazzie!!”
Dianna si truccò da predatrice e si vestì con abito leggero di seta rosa, calze a rete sexy e signorili, scarpe di vernice col tacco alto, una borsetta sotto braccio e un fiore nero fra i capelli. Naturalmente era bellissima e provocante. Mi fece indossare pantaloni di jeans bianchi, camicia a quadri rossa e bianca e giacca bianca. Andammo in centro in taxi e mia moglie volle fermarsi al Markk, un locale da fighetti sulla 7th strada. “ma non ci faranno entrare…” feci.
“Vedremo! E poi non disutere con me!” e mi mollò uno schiaffo davanti al taxista portoricano che rise sotto i baffi. Chantelle gli dette soldi e mancia e disse: “Aspetta ancora 10 minuti se non torniamo vai pure…” “Sì,Senora…” disse quello. Attraversammo la strada. I tacchi di figa trans di mia moglie ticchettavano sull’asfalto. Io dietro a pochi passi da lei. Sgamammo la fila e Dianna tirò dritta alla porta dietro. Guardò se riconosceva qualche boyz, qualche buttafuori di sua conoscenza. “Maledizione… non conosco nessuno qui..” “Forse è meglio andare al Wild…Signora…” “Silenzio! Fammi pensare!” e mi dette uno schiaffo davanti a tutti, da girarmi la faccia. Delle ragazzine accanto a noi ci guardarono inorridite. Dei ragazzi in giacca risero. Mia moglie armeggiò con la borsa alla ricerca del i-phon. Quando lo tirò fuori la borsa le cadde. Mi chinai a raccoglierla e lei mi dette una botta sulla testa. “E stai attento, Scemo!” e poi un altro schiaffo. Le ragazze erano sempre più sorprese da quello strano comportamento; “Ehi, ma guarda questi…” “..e lei?hai visto come va conciata?” Dianna iniziò a telefonare a Paul e alzava sempre il tono della voce urlando nell’i-phone mentre le tette grosse ballavano nel vestito di seta. Gridava tenendo il telefono col vivavoce lontano dalla bocca con la mano. Si sentiva la voce di Paul che replicava qualcosa. Ci guardavano tutti. Un bodyguard si avvicinò a noi. Un nottolone nero ben vestito con cravatta e tutto. Occhiali da sole. “NON POTETE STARE QUI!!” disse duro. Mia moglie lo squadrò. Guai in arrivo pensai. “Cosa?” fece rimettendo il cellulare nella borsa mentre Paul ancora parlava. Lo fissò incazzuta. “Ho detto che non potete stare qui! Per favore andate!” disse ancora quello. Mia moglie non fece una piega: “Senti brutto scimmione con la cravatta. Vammi a chiamare il direttore di questo cesso!” Lui si fece avanti. “No, Voi due adesso ve ne andate o vi prendo per..” ma non finì perché mia moglie gli puntò un dito sulla bocca e gli gridò così forte che tutti i ragazzetti si voltarono di colpo a guardare. “NO SUCCHIACAZZI NERO!!TU ADESSO MI CHIAMI IL TUO CAPO O TI FACCIO PASSARE UNA BRUTTA SERATA!!” urlò Dianna e quello allora partì le prese un braccio e la fece girare bruscamente fra le grida di dolore di Chantelle che di certo non era abituata a farsi trattare in quel modo in pubblico. Fra ali di urla e risate il body la trascinò avanti. Allora tentai di intervenire ma fui preso per le spalle da un altro body accorso per le grida e il trambusto e fui trascinato via. Bruscamente quei due ci condussero fuori dalla folla, verso un vicolo scuro. Pensai che ci avrebbero gonfiato di botte. Ma il nero mollò mia moglie e l’altro mollò me. “Andateneve fuori dac oglioni, stronzi!!” fece il primo.
Mia moglie era incazzata. Si teneva il braccio bestemmiando. Il secondo body ci gridò di andare. “Avanti, Signora..andiamo…da un altra parte lontano da questi arroganti pezzenti…” dissi ma lei era già scattata. Dalla borsa aveva preso lo spray al peperoncino ultrastrong e lo spruzzò con forza contro il secondo body e poi mollò un calcio nelle palle al primo e mentre andava giù io lo colpii allo stinco e quello cadde ancora più forte, urlava dal dolore e si contorceva e mia moglie andò dal secondo body che urlava per gli occhi che bruciavano e gli dette un pugno sul naso e gli fece uscire il sangue.
Quello urlò dal dolore. Come una bestia. “Andiamo via….scappiamo!” urlai mentre colpivo il body uno prima che si rialzasse. Ma quella non voleva andare. Poi sentii solo le sirene della polizia in arrivo.
Scappammo allora, scivolammo nel vicolo scuro e poi tenendoci per mano girammo l’angolo e fummo nella strada parallela. Dianna notò subito il taxi del cubano di prima fermo al semaforo. “Vieni!!” gridò e mi trasinò in strada. Per un soffio un’auto che proveniva nell’altro senso non ci prese, ma in un attimo fummo dentro il taxi del cubano. “Sfreccia via, Compagnero!” disse mia moglie agitando un paio di banconote da 10 dollari sulla nuca del tassista. Quello li prese e partì prima che il semaforo fosse verde.
Filammo nella notte lontano dai buttafuori che mia moglie aveva ridotto a rotolarsi sull’asfalto dal dolore. Scivolammo nei bassifondi di F., quando il cubano chiese a Dianna dove fermarsi, lei indicò un chioschetto ai lati della strada. Scendemmo e lei ordinò due granite: “Limone per me e fragola per il culobianco..” disse al ragazzo del chiosco, uno spilungone nero dalla faccia annoiata, portava un paio di jeans sdruciti e una maglietta piena di buchi e sporca. Ci guardò come due marsiani. Eravamo eleganti, puliti, danarosi e aveva appena ricevuto un’ordinazione da una nera con un culo da favola, due tette enormi e un cappello da Kentucky Derby. Fece una faccia lunga e sembrò riprendersi dal torpore che lo affliggeva e ci preparò le granite. Il quartiere era degradato, ma vivo. Luci e gente per strada, fuochi improvvisati e musica afro dalle auto in sosta o dai bar aperti. Ci sorbimmo le granite mentre Dianna rideva ancora della storia fuori dalla discoteca. “Cazzo, gli ho rotto il culo a quei due stronzi! Gli ho mollato un pugno e l’ho steso, quel figlioditroianero!” urlava nella notte mentre la gente ci guardava divertita. “Cosa faccia adesso, Signora? Chiamo un taxi?ci togliamo da qui?”
“Oh, e perché honey, voglio farmi un giro…voglio bere una birra gelata…andiamo…” e con un cenno mi fece alzare e seguire il suo enorme culo nero che sotto la gonna ondeggiava sexy e voluminoso, carico di sesso e sensualità piena. Uno splendido culone nero da transex del Sud che io avevo adorato e baciato e leccato più volte nel corso di quegli anni con lei. La segui diligente in un bar. Musica forte, odore di fumo, uomini e troie. Nei nostri vestiti eleganti da città sembravamo delle star. Si girarono tutti a guardarci e quando mia moglie si fece strada fra feccia e puttane vere, ondeggiando il suo culo e il suo seno che non passava inosservato, lei avanzò al bancone, le tette che ballavano e gli occhi di tutti puntati su di lei. “Una birra ghiacciata, dolcezza!” disse a una lesbica al bancone. Lei sorrise e mise sul bancone due birre” mia moglie pagò e ci gustammo le birre. Bestioni neri si fecero avanti. “E cosa ci fa un bocconcino come te in un postaccio come questo?” chiese uno con la faccia nascosta da una barba. “Mi godo la serata, dolcezza!” rispose lei. I tipi neri risero forte. “..ma tu sei una donnina di classe, vedo…belle tette..” fece un altro. “Ehi cafone! Come ti permetti con una signora…?” fece lei e poi gli fece l’occhiolino. “Perchè non offri a me e al mio amico culobianco qui, un al tra birra?”
“Come no?!” fece quello ridendo con la bocca piena come ululando.
“…e questo damerino bianco chi è, sorella?” chiese una nera con tre colori in testa.
“…oh, questo culobianco?”
“Sì” disse uno degli omaccioni dandomi una spinta.
“Lascialo stare, bestione!E’ mio marito! Se gli tocchi un capello ti rompo questa in testa!” fece lei urlando con le tette che ondeggiavano piene e nere e sexy. Ci un fu un boato. Risate e grida. “…ti credo, bocconcino!” fece infine il bestione. “Ecco la tua birra, Sorella…a te e al tuo maritino bianco…” disse la troia nera e mi dette una pacca sul sedere.
“Attenta Sorella! Anche quel culo è mio. Mio e solo mio. Fagli vedere, maritino..”
“NO, Dianna…no…ti prego…non qui….”
“Cosa??” fecero in coro quelli.
“AVANTI!!” disse lei indicandomi i calzoni.
Se li teneva per le palle quelli e anche me.
Il suo dito ordinava. Mi misi le mani alla cintura. “OHHHHHHHHHHHHhhhh” fecero in coro i truci e la troia e mi fecero spazio attorno. Mia moglie rideva eccitata e padrona della situazione. Mi sbottonai e feci cadere i pantaloni a terra. Scoppiarono grida e urla e booouuuuuuuuuu e tutti dissero la lora. Mi girai alla folla e mia moglie fece cadere le mie mutandine e mostrò a tutti il tatuaggio nel quale si accertava, marcato a fuoco sul mio culo bianco, che quel culo apparteneva solo a Dianna Ross. Quelli urlarono batterono le mani e tutto fu baraonda e gente che si accalcava per vedere la mia scritta sul culo. “ECCO!! capite stronzoni?” disse quella Regina del locale dopo pochi minuti che eravamo lì. Mentre mi rivestivo fra pacche sul culo dalle donne e le birre volavano e le risate pure. Pensavo però alla fortuna che avevo ad essere il marito-schiavo di quella splendida creatura transex.
Fummo accolti come vecchi amici e non pagammo una birra. Ballammo e bevevamo fra puttane e bestioni neri. Quando mia moglie fu abbastanza ubriaca, mi ordinò di seguirla fuori. “…dove..?” “Vieni honey…seguimi dolcezza….” mi condusse in un vicolo nero fra sporcizia e gatti randagi. Si appoggiò alla parete. Sbronza ma abbastanza lucida, le tette che uscivano fuori dal vestito. L’odore di donna, sesso, alcool. “Prendilo in mano e fammi una sega, maritino…!” mi ordinò. E mi spinse il braccio fra le sue gambe di donna, lussuose e profumate. Sentii subito la consistenza regale del suo cazzo padronale. Tosto, bello mi stava in mano pronto a venire su. Forse non del tutto dato che era eccitata e mezza brilla, ma abbastanza per venire al buio in quel vicolo. Avevo paura che ci vedessero che arrivasse qualcuno, un ladro, un tossico. Ma presi il cazzo ed iniziai a segare la regale verga di mia moglie. Il grosso uccellone nero rispose alla mano del ragazzo bianco. Dalla strada veniva musica forte. Sentii la carne massiccia, la pelle padronale di quella transex. Lei gemeva piano, eccitata, ubriaca. Rideva e godeva del tocco di suo marito. Io andavo piano, facendo un massaggio rapido all’asta. Quella si alzò e gonfiò soprattutto. Inizia a recitare le prime parole della cosa che avevo scritto per il cazzo di mia moglie. “IL CAZZO PADRONALE HA UNA BASE LARGA E DURA DI VERA PELLE NERA….” lei sorrise e mi disse: HONEY…il cazzo si gonfiò ancora, la mia mano rapida ma dolce faceva effetto. Sentii che rispondeva vogliosa a quel mio andare su e giù con la mano in quel vicolo sporco. Il cazzo divenne tosto, non duro come sempre, ma bello gonfio e quando lei si accorse di venire, mi prese la nuca e mise la mia faccia fra le sue tette di transex. Tette dolci e profumate, sudate e birrose, tette bellissime che baciai mentre lei mi veniva copiosa nella mano e sui pantaloni.

Una mattina Dianna ricevette una chiamata da Assya, una trans asiatica sua amica che le fece un’allettante proposta.
‘Che ne diresti di raggiungermi qui a CM? Mi trovo in un castello ‘ vedevo il volto di Assya sul monitor del pc di camera di mia moglie, seduti sul letto padronale, Assya era una trans dal volto tondo, gli occhi a mandorla neri e circondati di nero, una grossa bocca rifatta, rossa, la pelle del volto era assai chiara, brillava ‘ ospite di alcuni amici…dei porcellini…gente a cui piace guardare…guardare e basta….ma danarosi, ricchi marci credimi…’
‘Vai avanti, dolcezza!’ fece Chantelle, indossava solo dei pantaloni bordeaux e sopra era nuda, le grosse tette nere, belle piene e dolci e forti erano coperti di sudore(io mi trovavo seduto con lei infatti per toglierle il sudore dal corpo, l’aria condizionata era saltata da due giorni e in casa, in agosto, c’erano 40 gradi!
‘…insomma…questi guardoni vorrebbero mettere su un bello spettacolo con noi protagoniste…’ disse facendo l’occhiolino. Portava una camicetta bianca stretta che conteneva a malapena le grosse tette bianche. Le trecce ai capelli le davano un tocco da ragazzina. Non sembrava alta, affatto, piccoletta magari.
‘Che spettacolo?’
‘Oh roba tranquilla, noi due e degli schiavi. Qui al castello. Figo credimi!’
‘Ti credo puttanella..’
‘noi che portiamo in giro degli schiavi legati, li sodimizziamo, li calpestiamo….robe così…mentre quei bavosi ci guardano…’
‘No problem, dolcezza! Sono subito da te! Prenderemo il primo aereo per W., facci venire a prendere lì….io lo schiavo me lo porto da casa….mio marito…SALUTA Assya, DEFICIENTE!’ e mi mollò uno scapaccione potente spingendomi contro lo schermo. Salutai Assya e Chantelle mi prese la testa e la fissò al suo corpo sudato. Corpo sublime, potente, dolce, caldo, nero, di donna. Sentii il calore delle sue mammelle sudate, il suo afrore mistico, inalai e lei mi spinse sotto ancora. Sfiorai il suo reale cazzo sotto i pants. Era a riposo, ma io sapevo che le se lei volesse lo avrei risvegliato anche in quel caldo opprimente, che tutto assopiva, la mia lingua e la mia bocca di bianco avrebbero risvegliato quel serpente nero, grosso, duro.
Provai a baciarlo piano. Piano sopra i pants, il cazzo era sotto. Bello e nero.
Baciai ancora. E poi ancora. Sentivo Dianna chiachierare con l’amica di schiavi, di catene, di uomini di affari. Provai a scostare il lembo dei pants. Era difficile. Provai più volte. Messo a quel modo non potevo con la sola bocca. Dianna parlava ed io provai ad usare le mani anche se sapevo che lei non amava quelle mie iniziative. Per marcare la sua superiorità era lei che ordinava non io che ci provavo,anche se lo facevo spesso.q qualche volta andava bene, altre mi prendevo uno schiaffo o un calcio. Quel giorno, mentre mia moglie parlava via skype con l’amica, le mie mani si mossero
e scostarono i pantaloni, piano, con tocco leggero. Dianna parlava e non si curava di me. Appena sollevai i pants l’afrore deciso di cazzo, pelle, palle, di donna, di trans, di sudore mi riempì le narici. Mi feci spazio fra quel regalo nero. Mia moglie continuava a parlare con Assya e mi lasciava fare. Bene. Presi il cazzo alla base. Lo toccai un poco e l’asta si risvegliò. L’odore di sudore e di cazzo era inebriante. In ginocchio sul letto col cazzo di mia moglie in mano, godevo il mio momento.
‘Ehi vedo che il tuo maritino si sta dando da fare…’ fece ad un tratto Assya.
‘Oh…&egrave un bravo succhiacazzi….l’ho addestrato bene..’
‘..lo vedo…’
iniziai a sbattermi il cazzo di mia moglie sulla fronte, sulle labbra, l’asta dura e nera mi rimbalzava sul volto e mi faceva sentire schiavo.
Schiavo di una trans stupenda e superdotata.
Mi sbattei quel cazzo sulle labbra, sulle gote, su gli occhi, e ancora sulla labbra.
Il cazzo padronale era diventato duro come sempre.
Dianna mi prese la testa e la spinse sulla cappella.
OH la mitica cappella nera di mia moglie. Un fungo di carne appena più chiara del resto del cazzo, saporita, dura, dolce, cappella di mia moglie!
La presi fra le labbra e l’adorai a dovere succhiandola e baciandola. Dianna apprezzò e mentre Assya parlava di castelli e migliaia di dollari e di scopate e di vermi presi a cinghiate e calpestati, io succhiavo la cappella regale di mia moglie. Poi passai al cazzo. Succhiai a lungo ed iniziai a spompinarla mentre lei parlava al video.
Succhiai e baciai ingoiai e leccai come piaceva a lei. Come piaceva a me.
L’odore di sudore, di profumo, di donna di mia moglie era fortissimo e mi faceva pompare più forte con la bocca. Succhiai e spompinai a lungo. Loro parlavano. Io leccavo quel cazzo arrogante e dolce.
Baciai e leccai.
Succhiai e succhiai mentre la conversazione finiva. Le due si salutavano.
Dianna mi fece smettere di succhiarla e mi tirò i capelli.
‘Allora partiamo per W. Subito! Faremo questo festino e ci rilasseremo…’
‘Bene Signora, come vuole Signora…’
‘…ci saranno degli schiavi…molti…credo..Assya &egrave una in gamba…ci diveremo…’
‘Certo Signora…’
‘…e tu sarai il mio schiavetto….contento?’
‘Sì, Signora…contentissimo….posso finire?’ed indicai il cazzo nero gocciolante della mia saliva che puntava ancora sulla mia faccia.
Lei sorrise.
Era bellissima e regale. Le sue tette mastodontiche sudate riempivano la mia visuale.
‘…io la amo Signora…’ dissi sorridendo di gioia.
Lei sorrise maliziosa.
Mi prese la bocca e l’aprì. Raccolse un grumo di saliva enorme in bocca. Lo sistemò per lanciarlo dentro di me. Io spalancai la bocca. Lei mirò e mi sputò in bocca. Un grumo di saliva padronale, denso, caldo.
‘Puoi finire…maritino…’ e mi ficcò il cazzo in bocca facendomi ingoiare lo sputo e riprendendo subito a spompinare quel grosso cazzo. Lo ingoiai e pompai. Gli occhi in lacrime per lo sforzo, i muscoli delle bocca e le mascelle in tiro. Pompai e succhiai, baciai l’asta e le palle, mia moglie mi teneva la bocca e mi dava brio e ritmo. Sullo schermo del pc passava un film porno, due ragazze che si baciavano la figa in un acrobatico 69, io pompavo e baciavo. Poi sentii la contrazione nelle gambe di mia moglie, il suo fremito e poi il caldo seme bianco che mi riempiva la bocca, dopo la sua saliva. Umori. Sperma, saliva. Sperma caldo. Odori forti. Sudore, caldo. Lei che mi teneva la bocca perché non perdessi il regale nettare del suo cazzo nero. Venne dentro la mia bocca e si svuotò. Piena. Appagata. Nella bocca della sua cameriera da camera, della sua sguattera succhiacazzi, del suo marito-schiavo.
‘Partiamo subito! In marcia! Muoviti culobianco!!’ gridò.

Trovammo un aereo per W.a notte. Facemmo scalo a J.per un paio d’ore. Mangiammo ad un Subaway un panino al salame e maionese di Digione. Ovviamente Dianna se ne stette seduta nel separé ad aspettarmi mentre io facevo la fila, pagavo, portavo i vassoi, prendevo le soda e le cannucce e mi dava ordini urlando in mezzo alla gente che ci guardava strano o sorrideva intuendo la situazione. Mia moglie, sbracata con jeans che non contenevano il suo enorme e regale culone nero e un giacchetto di pelle sotto il quale la maglietta di D&G era coperta di strass e punti dorati sobbalzava nelle forme delle tette di matrona. Portava gli occhiali da sole grossi e neri sebbene il locale fosse poco illuminato e fossero le una del mattino per il fuso orario. C’erano molte persone in giro perché era venerdì e iniziava il weekend. Un gruppetto di guappi con felpe colarate e cappellini da rapper faceva battute su di noi e su di me. Ridevano sguaiati, ci indicavano e ovviamente ridevano del mio ruolo di marito-schiavo. Era chiaro cosa fossi e ciò li faceva ridere. Speravo che Dianna se ne fregasse e lasciasse fare, ma mentre mangiava era impossibile non sentirli. Definivano me un coglione bianco e lei una grassona che sembrava una drag queen. Lei terminò il panino, si asciugò la mostarda dalla bocca. Si alzò in piedi – ‘…la prego Signora…li lasci perdere…’ dissi implorante, ma lei non stette a sentirmi ovviamente ‘ e raggiunse il loro tavolo.
‘Scommetto che ho il cazzo più grosso di ognuno di voi, stronzetti presuntuosi e scommetto che in una rissa vi sbatterei al tappeto con un gancio!’ gli sputò in faccia piazzandosi sfrontata davanti a loro. Li intimidì, si capiva che erano dei pivelli mentre la guardavano. La loro aria da strafottenti venne meno in un colpo.
‘…ehi….sorella….non ti pare di esagerare?’ disse uno.
‘Non sono tua sorella baby….’ gli mise una mano sul pacco e lo tastò.
‘….come immaginavo…..robetta…vuoi sentire un vero cazzo?’ e gli prese la mano e la mise sul suo pacco. Il tipo ritirò subito la mano, ma di sicuro aveva sentito cosa c’era sotto quei jeans e il confronto lo fece sentire un pivello.
‘…ehi, brutta troia….come ti permetti…..’
Non finì la frase che il contenuto della sua Pepsi glli finì in faccia.
‘Non sono tua sorella e nemmeno una troia….e di certo non sono brutta!’ gli urlò in faccia lei. I tipi si alzarono in piedi e quello innaffiato di soda eveva la faccia incazzata ma si vedeva che in realtà temeva di prendersi anche un gancio in faccia da quel transex che era alto come loro coi tacchi.
Per fortuna intervenne il gestore del locale, un nero di quasi due metri che si parò fra i guappi sfigati e mia moglie.
‘Ehi, Rivas non voglio casini qui….adesso tu vai a pulirti la faccia e i signori se ne vanno…non &egrave vero?’ fece a mia moglie. Era grosso come un giocatore di football con due spalle così e un collo che pareva un toro.
Rivas abbassò la cresta e imprecando si allontanò dal tavolo per andare al bagno a pulirsi.
Dianna era soddisfatta. Aveva abbassato la cresta ai guappi.
Sorrise fiera di sé.
Fece l’occhiolino ai 3 rimasti che la mandarono afanculo ma sapevano di aver fatto la figura dei pivelli.
‘Andiamo, culobianco! Abbiamo un aereo da prendere….’ mi disse e schioccando le dita mi fece alzare. Guadagnammo l’uscita in fila. Lei coi suoi tacchi che sicura e trionfante si godeva gli sguardi dei presenti: un transex che aveva messo in riga 4 coglioni di provincia ed io che seguivo il suo culo regalo, ammaliato dalla sua potenza e spirito che non si fa mettere sotto da nessuno.
***
A W.ci venne a prendere un tizio su un Pick-up. Miss Ross diceva il cartello fra le sue mani.
Condusse il pick-up fuori città ed iniziammo a inerpicarci su colline brulle, segnate da erba bruciata e case basse stile inglese.
Il tizio che guidava era di poche parole e Dianna si appisolò sulla mia spalla. Cercai di farla riposare tranquilla mettendo la sua giacca sulla mia spalla per offrirle un cuscino improvvisato ma comodo.
Salimmo ancora fra strade sterrate e impervie.
Dianna continuò a dormire nonostante i sobbalzi del mezzo.
Raggiungemmo un vero castello. Con torri e un grosso cancello. Poi una porta enorme di legno si aprì ed entrammo in un piazzale grigio, scuro. L’uomo ci fece scendere. Svegliai mia moglie e Assya ci venne incontro. Su dei grossi trampoli di zeppe ticchettava sorridente. Piccolina, strizzata in un vestito di pelle e i capelli come in skype, accolse Dianna, mentre il tizio riponeva il pick-up in una sorta di garage e spariva.
‘Schifosa e lurida baldracca AMORE MIO DIANNA!!! come stai? Da quanto non ci vediamo? Fatti dare un bacio!!’ fece l’asiatica e dovette salire ancora per baciare soronamente mia moglie sulla bocca, un casto ma sexy bacio fra transex.
‘Oh, puttanella….che dolce che sei….e che figa….fatti vedere…stai…un amore…sei bellissima….’
‘Oh anche tu dolcezza…uno schianto…la solita Immensa Figa…I LOVE U!’
‘Ti amo anch’io dolcezza….fatti toccare quel tuo culino a mandolino….’ e le dette una tastata al culo inguantato di pelle….’
‘…e questo? &egrave il tuo maritino..?’
‘Sì, Amore…il mio maritino schiavo….che hai già visto all’opera…&egrave anche la mia cameriera personale…il mio consigliere in affari…colui che scrive i miei film…e insomma….&egrave molto per me….ma essenzialmente &egrave il mio schiavetto….quello che serviva qui, no?’
‘Certo, Amore mio…ce ne servono di schiavi…qui vedrai….alcuni sono già in casa…te li faccio conoscere…vieni…entra…..e altri arriverano a momenti….stasera dobbiamo dare spettacolo per i nostri amici….’ ci spostammo dentro l’edificio e salimmo le scale che portavono alle camere.
‘E quanti sono questi benefattori?’
‘Oh…quattro…tutti Signori distinti…porcellini…un po’ in là con anni…ma delle vecchie canaglie….’
‘Guarderanno e basta?’
‘Sicuro….hanno preparato tutto quanto, non preoccuparti…staranno dietro specchi…discreti..senza partecipare….guardano e basta….e poi ci pagheranno…..’
‘Oh, allora non vedo l’ora: sesso e soldi. Ciò che mi paice di più.’
‘Questa &egrave la stanza degli schiavi…’ disse ed aprì una stanza dove erano ammassati 5 uomini: due neri e tre bianchi. Sulla ventina, seminudi, depilati. Stano in piedi o seduti a guardare il cellulare o farsi la ceretta. La stanza era piccola e sembrava soffocante. Quelli non dissero nulla, Assya passò fra loro, toccò qualche culo, dette uno schiaffo ad un nero che spippolava sul cellulare e rise: ‘Che ne pensi, mia cara?’
‘Penso che no vedo l’ora di fruastare qualche culo stasera!’
E ridendo pure lei uscimmo dalla stanza lasciando gli uomini a fissarci imbambolati.
‘Questa &egrave la tua stanza. Lui dove sta? Con te? O con gli altri?’
‘Mi sembra giusto che stia con la servitù….’
‘…ma Dianna…io cosa?’
‘Zitto tu, se ho bisogno dei tuoi servizi ti farò chiamare! &egrave giusto che tu entri nella parte! Sei uno schiavo e stai con gli schiavi! Adesso spogliati e vai di là nella stanza e aspetta gli ordini!’
‘…ma
Mia moglie mi mollò uno schiaffo che mi fece girare la faccia. Mi afferrò per il busto, mi tolse la maglietta dalla testa, mi strizzò un capezzolo con forza mentre Assya rideva Quindi senza aggiunger una parola mi indicò la porta.
‘Così ti voglio, AMORE mio!!’ gridò l’amica e mia moglie si divertiva come una pazza.
Uscii e andai nella stanza dei servi. Entrai senza dire una parola e mi sedetti da una parte. Gli altri non si scomposero. Tornarono ai loro cellulari e le loro cerette. Cercai di riposare. Sarebbe stata una lunga notte.
Mi appisolai e mi risvegliai solo quando un tizio, capelli rasati, palestrato ma non troppo, occhi azzurri ghiaccio mi agitò davanti agli occhi un joint.
‘Vuoi fumare?’ chiese con una voce femminile.
‘No, grazie. Mi mette fame quella roba e stasera mi sa che non mangeremo nulla…’
‘Probabile. Ma tanto per quello che mangio di solito….a me invece l’erba rilassa…sicuro?’ disse offrendomi di nuovo lo spinello.
‘No, ma grazie, gentile…posso chiederti il nome?’
‘Niente nomi. Grazie. Non voglia sapere chi sei, ma una curiosità devi togliermela..’
‘Se posso…’
‘Chi &egrave quella transex nera con la quale sei entrato?’
‘Mia moglie!’ dissi orgoglioso mentre quello rimaneva sorpreso.
‘Tua moglie? Sul serio?’
‘Sì. Siamo sposati da più di un anno.’
‘Wuhhhh….sei felice?’
‘Sì..molto…’ ammisi.
‘Fortunato?’
‘Direi di sì. Era il mio sogno. Lo sto vivendo.’
‘il tuo sogno?’
‘..sì, essere il marito di una transex che ovviamente &egrave anche la mia Padrona…’
‘Questo lo immaginavo, per questo te l’ho chiesto…’
‘E tu? Sei lo schiavo di qualcuno?’
‘No, cio&egrave sì. Mi piace essere passivo e schiavo, ma non ho una transex fissa. Vado con chi capita. Anche a me piacciono le transex nere. Di altro tipo…ma capisco..i tuoi gusti…insomma…’
‘Di che tipo?’
‘Più alte e slanciate, magre…insomma…quel genere…ma anche quelle come tua moglie non sono male…..sono qui in compagnia di M. – ed indicò un ragazzo nero seduto vicino(eravamo tutti vicini in quella stanza)- lui &egrave mio amico e sta con Nora una transex amica di Ayssa, lei ci ha portato qui…per stasera…la festa…eccetera….’
Così scambiammo alcune impressioni, commenti e ricordi di scopate con transex nere. Lui ne evava molte da raccontare e mentre lo faceva si vedeva che si eccitava. Anche un altro ragazzo si mise a sentire e poi M. l’amico nero. Io raccontai di Dianna e delle feste, lui delle sue scopate con amiche varie ed orge con M. lui rideva ed annuiva. Il tempo passò fra le chiacchiere. Poi ci fecero chiamare.
Fummo tutti riuniti in una stanza. Aspettammo lì, davanti ad un enorme specchio che copriva in pratica tutta l’ala destra. ‘Dietro ci saranno di sicuro i padroni del castello..’ confidai al mio amico.
Restammo lì in piedi qualche minuto, poi da una porta entrarono mia moglie, Ayssa e Nora. Questa era una transex nera alta, gambe lunghe, braccia lunghe, un bel corpo con vite di vaspa, bel seno piccolo ma naturale. Indossava lunghi stivali neri pieni di corde e lacci, un corpetto di pelle simile alle calzature che le stingevano il corpo. Il volto era luminoso. Occhi scuri segnati da trucco pesante. Bocca dolce e colorata appena di lucidalabbra. I capelli neri e lunghi erano raccolti dietro e le davano un tono da mistress consumata. Era una bella donna. Dalla parte opposta di Nora mia moglie. Aggressiva nel suo completo nero di pelle. Il busto enorme compresso in un corpetto con una cerniera sul fianco destro in rilievo. Le tette erano asserragliate in alto dal corpetto che le mostrava tutte(capezzoli a parte) nella sua regale magnificenza, nere calde, mature. Il trucco era pesante: labbra rosse sottolineate dal nero ai bordi, omretto verde scuro, fard, capelli arruffati da leonessa, orecchini d’oro a cerchio, grandi, le donavano, le braccia nude, solo due grossi polsi da padrona. Indossava poi stivali neri. Tacco alto. Regale e sicura di sé. Era senza mutande e il suo cazzone nero ondoluva leggero nell’aria.
In mezzo alle due transex nere, Ayssa bianca, pallida, la pelle lucida portava un vestito di pelle bianca. Stretto che faceva risaltare l sue rotondità sexy. Capelli con trecce da monella e lunghi stivali bianchi anch’essi.
‘Spogliatevi completamente. Mettetevi in ginocchio. Cul culo in aria rivolto a noi. Via!’ ordinò Nora.
Eseguimmo. Rapidi facemmo calare i pantaloni e ci mettemmo nella posizione indicata. Passarono in rassegna i loro culi. Commentavano e davano sculaccioni e pacche. Ci dissero di agitare bene i culi e mostrarli. A quelli dietro il vetro pensai. Agitammo e mostrammo i nostri culi bianchi e neri.
Le tre transex iniziarono allora l’esposizione della merce umana che avevano a disposizione quella sera. Ci palparono e infilarono dita nel culo per dilatarli e mostrare appunto quanto fossimo aperti. Ci facevano sollevare il culo bene in aria per colpirlo meglio con le loro mani guantate. Ci schermivano e ridevano di noi. ‘Alza il culo!troietta!’ gridava Nara. ‘Aprilo bene quella fogna, puttanella bianca, mostra come ce l’hai profondo!’ sbraitava Ayssa. ‘In alto questo culo, fratellino!’ intimava mia moglie, la Padrona Chantelle.
L’ispezione andò avanti per ancora molto tempo.
Quando pensarono che fosse abbastanza, Ayssa parlò:
‘Adesso scaldiamoci ragazze!! facciamo sentire le nostre armi a questi servi!!’
Ci legarono a pali o attrezzature di legno presenti nella ampia stanza e sempre ben in mostra del vetro sul lato. ‘Suu….adesso saggiamo la resistenza di questi luridi cessi…!!’ Le fruste sibilarono, il gatto a nove code volteggiava nella stanza, le 3 padrone si misero a colpirci sulla schiena e il culo esposto. Noi eravamo legati di spalle non vedevamo chi ci colpiva ma la pioggia di fruste e corde tese fu miciadiale. Subito la stanza si riempì di urla di dolore. Urla lancinati, forti prolungate che non placavano certo la violenza di quelle transex. Sentivo mia moglie che spronava le altre e forse era lei a colpirmi, ma tutti urlavamo di dolore. Fu una pioggia fitta ma per fortuna non lunga. Quando le fruste si posarono, quando il silenzio calò, noi schiavi, legati restammo a frignare un attimo, a muoverci dal dolore.
‘Ok…non vogliamo certo ferivi….ci servite per dopo, quando le vostre bocche leccheranno i nostri grossi cazzi e i vostri culi saranno riempiti dalle nostre mazze!’ fece Ayssa e ci slegarono. Ci dettero un attimo per riposare e per pasarci il gel medicante sulle ferite. Fu un monento nel quale dei ragazzi nudi si passavano la crema sulle piaghe delle ferite, per fortuna non profonde, di schiena e culo. Le tre transex passavano fra di noi a terra. ‘Bravi…così….qui….acnora non vedi come &egrave rosso qui?’diceva Nora. ‘Avanti…schifosi…muovetevi….datevi da fare e riprendete le forze…che vogliamo rompervi il culo….!!’ diceva invece Ayssa. Io cercai con lo sgurdo mia moglie che passeggiava astera fra i corpi degli schiavi. Mi rispose con un cenno del capo.
‘Ora mettetevi quei guisagli! Avanti pelandroni datevi una mossa…ognuno ha il suo guinzaglio…sono contati…non fate stronzate…e poi venite qua!in ginocchio!!’ ordinò Ayssa e subito ci alzammo per prendere i guinzagli. Ce li sistemammo in fretta anche se ciò creò confusione. Nora passò fra noi a spronarci a suon di schiffi e sculaccioni. Dianna afferrò uno schiavo e gli torse i capezzoli perché non si muoveva, quindi gli mollò due schiaffi potenti da vera donna del sud e gli prese la testa, tirò i capelli fino a farlo urlare quindi gli spinse la faccia contro il suo sesso già un po’ in tiro. La faccia dello schivò sbatt&egrave su quel cazzo magnifico e ne assaporò l’odore. Quindi Dianna lo spinse via e lo colpì al culo più volte, mentre gli urlava contro: MUOVITI TROIA!!!!!!!!SPICCIATI O TI RIEMPIO DI CALCI IN CULO!!!!!!!!!!
Quando fummo tutti legati ci divisero in gruppetti e fummo riuniti sotto un unico guinzaglio lungo che terminava nelle mani di ciascuna padrona.
Io, per fortuna, ero legato a quello di Dianna. Mi aveva passato una mano sulla testa, da bravo cagnolino bianco, mentre sceglieva me fra gli altri. Ero assieme a due ragazzi neri. Sfilammo attorno alla stanza a carponi, trasconati dalle padrone. Ci fecero fare vari giri della stanza tenuti a guinzaglio. Era uno show per i guardoni al di là del vetro. Camminammo intorno, gli uni ai culi di quelli di fronte. Poi ci fecero fermare.
‘Allora adesso ci dividiamo! Io e Nora rimaniamo di sotto. Dianna salirà di sopra con i suoi schiavi. Chi volesse seguirla…’ annunciò Ayssa rivolta allo specchio.
Così fummo divisi. Gli altri di sotto, noi tre schiavi e mia moglie di sopra. Dianna si posizionò al primo gradino delle scale. Ci disse di salire a quettro zampe. Il primo fece pochi passi, prese le scale, salì, il suo culo nero ondeggiava sulle scale. ‘Fermo!’ ordinò Dianna. ‘Ho un’idea….vieni qua, alza il culo e aprilo bene.’ il ragazzo eseguì alzo il sedere e l’offrì alla padrona, con le mani allargò il buco. Mia moglie ci sputò dentro. Una volta, due volte. Quindi mi ordinò di prendere dei falli che erano in fondo alla stanza. Eseguii rapido e tornai da lei, consegnandole i cazzi di plastica di varie dimensioni. Lei li soppesò quindi prese quello medio e lo ficcò nel culo dello schiavo. Lui cacciò un urlo, ma lei lo afferrò per i capelli e infilò il plug ancora più a fondo nel culo di quello. Gli rifilò due sculacccioni e gli ordinò di proseguire l’ascesa.
Quindi chiamò l’altro schiavo,a nche quello a carponi la raggiunse. ‘Alza il culo, aprilo, fai vedere…’ quello aprì il culo meglio che poteva e anche da dove mi trovavo io si notava che il culo di quel nero era aperto come una galleria di autostrada. Rosa e depilato bene, il culo del nero era accogliente come pochi e infatti mia moglie fece:
‘Cavolo come aperto Troia!ce lo hai spanato come una vacca…!!’
e gli ficcò dentro il plug più grosso, rosso dalla punta molto ampia, quel cazzo scomparì nel buco del culo dello schiavo come se niente fosse.

‘Adesso puoi salire!’ ordinò mia moglie e colpì lo schiavo sul culo dove portava quel plug di dimensioni incredibili. I due schiavi neri salirono le scale a quattro zampe, ondeggiando i sederi nei quali alloggiavano cazzi posticci.
Dianna mi fece un segno con le dita e mi chiamò a sé. Procedetti a carponi e iniziai a salire. Mi fermò con uno sculaccione.
‘Fermo! Dove vai? Ne ho uno anche per te!’ disse agitando il plug più piccolo, verde smeraldo. Capii subito. Alzai il culo e attesi. Mia moglie ci sputò dentro varie volte e prese a sculacciarmi mentre aprivo il culo con le mani. Quindi a strappo ci infilò quel plug. Fece male, urlaii e lei mi colpì ancora. Ma il plug verde smeraldo fu conficcato nel mio didietro dalle mani possenti della mia Padrona. Poi mi ordinò di salire con gli altri.
Raggiungemmo a quattro zampe una stanza più piccola. Anch’essa coperta da un lato di pannelli di vetro dietro i quali si celavano i guardoni. Dianna ci allacciò di nuovo i collari e li tirò a sé. Prese anche un frustino da cavallerizza e ci ordinò di camminare ai suoi piedi.
‘Come cagnolini fedeli…come servi striscianti ai piedi della loro Dea!’
ci trascinò in tondo. Lei camminava altera coi pesanti tacchi degli stivali e noi a 4 zampe la seguivamo tirati dal guinzaglio. Mia moglie faceva volare il frustino sopra i nostri corpi e ci colpiva. Colpi secchi, precisi, duri. Sulle spalle, sul culo, sulle gambe. Giravamo in tondo come cani l guinzaglio frustati da quella transex nera che era anche mia moglie.
‘Muovetevi vermi….alzate quel culo! Mostratelo!’
e ci colpiva col frustino. Avevamo i plug ne culo e camminare a quel modo produceva piacere anche se intervallato dai colpi che per fortuna andavano più sui due neri che su di me. Dianna amava colpire il nero col culo spanato, lo vedevo che si concentrava su di lui. Lo eccitava più di noi altri. Pensai ai guardoni dietro gli specchi. Evcchi bavosi eleganti che si eccitavano a vedere degli schiavi dominati da una transex nera.
‘Adesso venite qui!’ ordinò Dianna.
Ci sganciò i collari e ci legò invece a i pali. Ci fece allargare le gambe e ci fece alzare il culo.
Ci sistemò i plug nel culo. A me stava uscendo e anche quello dell’altro schiavo era fuori.
‘Questo deve stare dentro!’ urlò mia moglie rificcandemelo dentro a forza. Dura. Violenta. Urlai di dolore.
Poi passò a rimettere quello dello schiavo vicino a me. Lo frustò mentre lo scopava col plug. Spingeva con forza alternando scudisciate sul culo, la schiena. Quando smise lo schiavo piangeva.
L’altro nero aveva invece ancora l’enorme plug ben messo dentro.
‘Ma qui ci starebbe comoda una valigia!’ disse Dianna togliendo il plug e rinfilandocelo subito. Quel plug era proprio gigante e in un attimo spariva nel culo del tipo.
‘Potrei infilarci un braccio qua dentro!’
legati ai pali Dianna prese a colpirci con il frustino. Colpi secchi mentre ci offendeva.
‘Luridi schiavi di merda. Assaggiate la frusta della vostra Padrona!’
sparivano colpi, sulla schiena, sul culo, sulle gambe.
Lei si concentrava sui due neri e colpiva meno me, sapeva che ero meno robusto degli altri due.
La pelle dei due schiavi divenne coperta di segni rossi profondi ben presto, mugolavano di dolore e la cosa eccitava Chantelle. Anche a me ogni tanto arrivavano colpi, ma più rari degli altri.
Dianna si accanì sul nero col plug enorme nel culo. Dopo averlo frustato ben bene, tolse il fallo dal culo.
L’enorme plug sgocciolò a terra gel e umori del tipo che si contorceva mentre mia moglie gli torceva i capezzoli mostrandosi allo specchio dietro il quale si celavano i guardoni del castello.
Continuò a tirare i capezzoli del nero che guaiva di dolore. Gli passò il frustino fra le natiche. Tirò i suoi capelli e lo fece gridare. Infilò una mano nel suo culo e spinse dentro con forza: CI STA DENTRO COMODA…QUESTA LATRINA UMANA &egrave APERTA COME UNA VACCA. UNA VACCA NERA!!!!!!! e rise di gusto rivolta allo specchio.
‘Tu!, – mi intimò ‘ corri di sotto e rimedia cazzi posticci, falli di gomma, plugs, roba grossa mi raccomando e spicciati!’
Andai di sotto.
La scena che mi si presentava era Ayssa era seduta in groppa a uno schiavo e stava frustandone un altro legato ad un palo. Nora aveva messo a testa in giù uno schiavo bianco e si stava facendo fare un bocchino in piedi, la bocca dell’uomo avvinghiata sul suo cazzo e gli occhi all’altezza delle palle.
Volavano frustate ed urla ed io immaginai i vecchi guardoni dietro lo specchio. Lo spettacolo era tutto per loro.
Mi ricordai del compito e mi misi a rovistare in giro. Fra fruste, manette, pinze per capezzoli, corde, ecc. trovai anche dei plug. Due piccoli, ma uno molto grosso. Tornai di sopra mentre mia moglie stava ancora sodomizzando il nero con la mano e con l’altra frustava lo schiavo restante.
‘Ecco, Padrona…’ dissi e mi inginocchiai davanti a lei porgendole il mio tesoro.
‘Speravo in qualcosa di più grosso, ma questo può andare…vero culorotto??!!!’ prese i due falli più piccoli e li infilò entrambi nel culo dello schiavo.
‘Cazzo ci sono spariti!! hai un pozzo qua dentro baldracca nera!’
prese a spingere i due cazzi nel buco frustando l’altro schiavo. Spinse con forza, quindi mi ordinò di passarle il plug gigante. Sputò nel pozzo dello schiavo e ci spinse il plug.
‘Cosa fai lì impalato? Mettiti a terra e leccami il culo, stupido!!’ mi urlò mentre faceva scivolare il plug di dimensioni mastodontiche nel culo del tipo. Mi mi all’altezza del suo regale culo e presi a baciarlo. Lo baciai con devozione mostrandomi allo specchio mentre Lei, la Padrona scopava col pulg mastodontico il culo dello schiavo. Presi a leccare la pelle nera, profumata, femminile, dolce, massiccia, leccai quel divino sedere come facevo a casa, ma quella volta degli sconosciuti ci fissavano vogliosi. Leccai mentre Dianna spingeva quel cazzo enorme nel culo dello schiavo. Leccai mentre mia moglie frustava con la mano libera la schiena dell’altro fratello nero. Leccai mentre ci ingiuriava, ci sputava addosso e scopava lo schiavo col culo spanato con plug.
Slegò poi lo schiavo e lo fece mettere di fronte allo specchio col cazzo enorme ancora nel culo. Quindi salì sopra la sua schiena e chiamò l’altro nero e si fece fare un pompino mentre spingeva il plug nel culo del nero e la sua enorme mole lo shiacciava a terra. No so come quello fece a resistere, ma lo fece.
Mentre mia moglie veniva nella bocca del nero quello stette sotto a prendersi un randello di plug nel culo e il corpo di Dianna che si muoveva sopra di lui.

(PER COMMENTI O CRITICHE: dorfett@alice.it) Quando mia moglie ebbe goduto e si fu un attimo risestemata scendemmo di sotto dove la notte di sesso sadomaso continuava. Le due shemale infatti stavano strapazzando i loro schiavi con fruste, borchie, plug, cazzi nel culo e schiaffi vari. Mia moglie si mise da una parte a contemplare lo spettacolo di urla e deliri, di cazzi e frustate di fronte allo specchio per la goduria dei porcellini dietro a guardare.
Offri a Dianna un massaggio e lei accettò.
‘Brava dolcezza, hai ragione un massaggio mi ci vuole…muovi le tue manine di fata e rilassami un po’..’ era allegra e serena. Non vedevo l’ora di toccare quella carne dolce, nera, vellutata e quella sera sudata. Perle di divino sudore coprivano le spalle della padrona. Strofinai con gioia e devozione e massaggiai. Mi passavo il sudore pieno di sesso del suo corpo, me lo passavo sulla faccia mostrandomi ai guardoni dietro lo specchio. Massaggiai devotamente. Le rilassavo i muscoli della spalle e del corpo. Dianna godeva quel mio lavoro di mani.
Davanti a noi i maschi erano sbattuti dalle due shemale: l’asiatica e la nera. Le urla dei poveretti erano alte. Mia moglie ordinò allo schiavo nero di mettersi in ginocchio davanti a lei e farle da posapiedi. Quello obbedì naturalmente e mentre io la massaggiavo mia moglie quello reggeva le sue possenti gambe di femmina, grosse e tozze gambe nere coperte di tatuaggi che io conoscevo bene. Continuai a massaggiare mentre lo spettacolo fremeva: urla, frusta, sborrate, cazzi, plug, tette, cosce, bocche, umori e ancora cazzi e culi e urla e frustate.
La festa proseguiì per la goduria dei guardoni.
Eccitata dalla performance delle amiche shamale, Chantelle ebbe una nuova erezione. Il grosso cazzo padronale, la verga della mia Signora, si risvegliò. L’asta prese consistenza, la cappella rossa si mostrò imperiosa. Il famoso cazzo di mia moglie stava tornando duro.
Abbassò le gambe e chiamò noi tre al suo ventre. Aprì le cosce e mostrò il randello nero. ‘Adesso me lo ciucciate a turno come belle cagnette in calore. Voglio sentire le vostre boccucce e le lingue che leccano il mio cazzo. Avanti signorine…’ ordinò e ci mettemmo al lavoro. Il tipo col culo spanato era più grosso di noi e si mise in mezzo occupando lo spazio. A me fregava poco, a casa avrei avuto di nuovo quel cazzo ancora solo per me, ma l’altro ragazzetto voleva certo assaggiare quella mazza potente e si contesero il cazzo di mia moglie mentre io li guardavo e magari le baciavo le cosce, l’interno delle gambe, baciando leggermente, dolcemente, da bravo maritino.
*****
La festa finì e il giorno dopo ce ne andammo ognuno per la sua strada, schiavi e padrone e anche i guardoni che non incontrammo.
Io e Dianna tornammo a casa.
*****
Per mandare in onda qualcosa di nuovo sul sito di Dianna Ross mi inventai un piccolo show mattutino: MAKE UP WITH CHANTELLE nel quale mia moglie, mentre si truccava davanti allo specchio e alla telecamera posta sopra di esso, parlava a ruota libera, inveiva, offendeva, alludeva, giocava insomma. All’inizio i produttori non erano d’ccordo ma dopo le prime puntate Make up with Cantelle decollò. I contatti erano sempre più frequenti e il gradimento del pubblico si fece sentire. I produttori insistettero per averne di più e dettero soldi a Dianna perché facesse il suo show più carino.
‘Dolcezza, hai fatto di nuovo centro!’mi disse una sera a cena, mi prese la testa e mi baciò ficcandomi la sua feroce lingua lunga in gola. Mi tolse il fiato e mi ravanò la bocca con la sua lingua. Mi godetti il momento con un’erezione in canna fra le mutande. Finimmo di mangiare e proposi un massaggio a tutto il corpo.
‘No, esco con Paul stasera. Andiamo al Wild53.’ disse incurante della mia delusione.
‘Ed io?’
‘Tu resti a casa dolcezza.’ disse sprezzante. Voleva ricordarmi che era ancora il suo schiavo. Era giusto così.
La vestii e la truccai. Alle otto passò Paul. Uscì improfumata, vestita a vamp, troia e regina della sera.
Dianna usò i soldi per una nuova scenografia più sfarzosa: grandangolo per allargare lo spazio di ripresa, un mega orso bianco a tappeto che costò 500 dollari di noleggio, letto di pelle nera, guanciali neri, e mega console di trucchi per lo show.
Assoldò anche un makeuper professionista, una checca nera isterica e insopportabile che si riteneva una star, e trucchi di marche francesi costose. Mia moglie veniva truccata dalla checca e parlava, parlava, parlava a ruota libera, era divertente, sexy e volgare fino al trush, ma gli utenti cliccavano e la compagnia di mia moglie e dei soci incassava dollari.
Ci divertimmo molto a registrare Make up with Chantelle. Risate e allegria. Mia moglie parlava come invasata, cantava, mostrava le tette e il cazzo e i click continuavano.
Trucchi costosi, creme, rossetti, mascara, rimmel, colori forti, Chantelle era bellissima e sexy.
Il truccatore, Jerry, era insopportabile, rompeva sempre, faceva scene isteriche e tentava di parlare sopra la voce di mia moglie.
‘Guarda che la star &egrave Lei. Non tu!’ gli dissi una mattina.
‘….cara..chi &egrave questo coglioncello bianco? Perché non lo metti in riga?’ disse con aria scocciata. Era magro e lungo. Volto femminile, ma spigoloso. Mi stava sul cazzo per come parlava per come si atteggiava, per come sculettava di fronte alla telecamera.
‘Ehi, Jerry….mio marito lascialo perdere…non &egrave roba per te..’ disse decisa, tanto da zittirlo subito.
Lo show era spumeggiante e le mail degli utenti entusiaste. Festeggiammo al K.y.9, ad Atlanta. Una mega festa nel priv&egrave. C’erano i produttori i loro amanti e le loro amanti, transex e donne, uomini e schiavi.
Champagne, karaoke, gin, caviale, aragoste, ancora champagne.
Chantelle era vestita come una regina egizia, lunga tonoca damascata, bianca, azzurra e gialla, scarpe sexy col tacco, trucco di Jerry da vera Regina era bellissima. Il petto nero e gonfio era ormeggiato sotto la tunica che però era aperta sul davanti per mostrare le grazie di donna.
Mia moglie ballò e cantò, si baciò con donne e con uomini, con me, leccandomi il volto e lasciando che le succhiassi un dito devoto, da bravo marito-schiavo allupato. Balli e festoni, bottiglie e bagordi, musica rap e hip-hop, gli ospiti ci davano sotto: pompini e leccate, baci e carezze, mani che ravanavano, bocche vogliose. Mente i produttori ringraziavano mia moglie per i successi del Make Up with Chantelle, io ero ai suoi piedi ciucciando il cazzone di lei sotto la tunica.
*****
‘Hai avuto ancora ragione dolcezza con lo show..sei unico…come farei senza di te? Posso farti un regalo stasera?vuoi?’ mi disse mentre le massaggiavo i piedi in camera da letto.
Ci pensai su.
Alla fine confidai:
‘Non sopporto Jerry &egrave intrattabile. Perché non lo allontani?’
‘…umm…&egrave bravo…esalta la mia femminilità…’
‘Ma ne trovi 100 come lui….dai….Jerry…&egrave pessimo…’
‘Hai ragione…passami il cellulare…ho qualche amica in rubrica che potrebbe essere utile…’
‘Perfetto. Una donna ci vuole! Hai ragione Signora ‘ dissi pensando di dare a lei l’idea affinch&egrave il mio piano funzionasse meglio ‘ mettiamo una donna a truccarla. Donna e lei! Fantstico! Idea eccezionale Signora…’
‘Sì mi piace.’
facemmo un casting per truccatrici e poi scegliemmo Laonna, una matrona nera sui quaranta, alta più di un metro e novanta, grosse tette da nera, gambe lunghe e possenti, volgarmente bionda e vestita da troia, era ideale per lo show. I loro contrappunti in steaming erano divertenti e fantasiose. I contatti aumentavano, i produttori portarono sponsor e telefonate. Loanna e mia moglie balteravano a ruota libera fra rossetti e creme, pennelli e mascara, balletti e il pene maestoso di mia moglie che veniva mostrato ogni tanto fra risate e grida. E poi tornavano i duetti e le gag fra la truccatrice e Dianna.
Senza jerry in giro il clima era più allegro. Ricevetti una telefonate di minacce da parte di Jerry una sera mentre ero in casa e mia moglie era fuori a cena con un nuovo boyfriend che aveva rimorchiato al telefono in diretta la mattina prima. Jerry ero isterico e incazzato mi ingiuriò e offese al telefono per dieci minuti buoni. Io lo ascoltavo in viva voce preparandomi un sandwich al burro di arachidi. Quello urlava come un pazzo. Alla fine gli dissi: ‘Jerry sei fuori fattene una ragione e vai a fare in culo!’ e riappesi. Quello chiamò ancora ma non risposi. Finii il mio sandwich guardando i Simpson in tv.
Dianna tornò verso le dieci. Era ubriaca e scollacciata con una tetta di fuori, i capelli scompigliati, la gonna sgualcita. Al suo fianco, avvinghiato un boyz mulatto, capelli rasati occhiali da sole grandi di ordinanza, alto ma non troppo muscoloso.
‘Ciao maritino, questo &egrave Ken. &egrave uno pilota di formula V qualcosa…’
‘Formula V.H.Two…’
‘…sì…sì…robe così….’
‘Ehi ma come marito? Questo &egrave tuo marito?’ sbotto guardandomi con disprezzo.
‘Certo. Suo marito. – mostrai la fede al dito – Problemi amico?’
‘Figurati…io sono per la pace, amico…peace e love. Soprattutto LOVE!’ e dette un gran bacio a mia moglie sul collo, di fronte a me.’
‘…ma cosa facciamo allora? Una cosa a tre? Per me va bene…’ disse Ken.
‘…oh, no…stasera ho voglia di scoparmi un bel maschione e farmi inculare da vera troia….ma niente marito…stasera….tanto non &egrave un problema, vero dolcezza?’ disse mia moglie prendendomi il mento fra le sue unghie laccate e lunghe e mi sollevo la faccia, mi dette un bel bacio umido e ubriaco sulla bocca e mi concedò:
‘Andiamo di sopra Ken…tu e io..buonanotte bellezza…se abbiamo bisogno di te ti chiamiamo…’ fece biasciacondo le parole. Salirono di sopra a scopare ed io rimasi a vedere la tv. Mia moglie di sopra scopata da Ken. Ed io maritocornuto di sotto.
***
Verso le undici Dianna chiamò perché portassi dell’acqua e una scatola di preservativi. Salii di sopra con acqua gelata in vassoio e due bicchieri e trovai i due amanti avvinghiati sotto le lenzuola. Mia moglie nuda stretta a Ken. La scena mi disgustò e ingelosì ma rimasi impassibile. Misi il vassoio sul letto e chiesi:
‘Posso andare Signora?ha ancora bisogno di me?’
‘Che ne dici Ken? Vuoi che resti?’
‘Sarebbe divertente….che ne dici? Io e te che ci divertiamo e lui che ci guarda….’
Mi gelai e pregai di no.
‘…uhmmmm…fammi pensare….&egrave così sensibile….mio marito…..mi spiace per lui…..’
‘E dai! Sarà divertente!’ fece quello stronzo di Ken.
‘…uhmmm…in effetti…sarà divertente….potrebbe….’ fece lei mentre io diventavo rosso e imbarazzato.
‘…e poi? Non sarebbe la prima volta?vero?caro?che mi vedi scopare qualcuno….’
‘No,Signora’
‘Uhhh..che carino..’ rise Ken.
‘….certo!io comando e lui obbedisce…&egrave il mio schiavetto…ma gli voglio un bene dell’anima…serei persa senza di lui…lo giuro…’
‘…cazzo..tuo marito….che roba!fanculo se &egrave divertente questa stroia fra voi….’
‘Ok.Ken….sai cosa ti dico?adesso ci scaldiamo un po’ e lui ci guarda….che ne dici?’
Arrossii e abbassai lo sguardo. Bevvero l’acqua gelata e si misero a leccarsi. Baci, leccate, succhiate e pizzicotti. Ken ci dava sotto e mia moglie, da troia, si divertiva. Si presero i rispettivi cazzi in bocca iniziando un 69 selvaggio. Il cazzo di Ken era grosso e mia moglie lo ciucciava senza problemi. Ken succhiava la cappella di mia moglie e ci stava attaccato come ad una puppa. Ciucciava e leccava quel cazzo dolcissimo e mia moglie lo ripagava spompinandolo da vera star porno.
Passarono poi a leccarsi le palle.
Se le mangiavano ridendo felici.
Io guardavo.
Guardavo quei due corpi che si baciavano e succhiavano sul nostro letto matrimoniale.
Due corpi belli e uno prezioso.
Si misurarono i cazzi e si baciarono ancora.
Io guardavo.
Dianna si mise distesa di schiena e chiese a Ken di prenderla da davanti. Quelo non si fece pregare e ficco la sua verga nel culo di lei. Quindi prese a pompare bene. Forte deciso. Lei godeva. Godeva mia moglie godeva sul nostro letto scopata da un boyz mentre suo marito guardava.
‘Vieni qua….’ mi fece lei e mi chiamò a sé.
‘Leccami le tette mentre questo boyz mi scopa alla grande. Lecca!! e tu scopa!!’ fece mia moglie e presi a leccare quelle gran tette mentre Ken pompava nel suo culo.
Il ritmo era febbrile. I colpi di Ken decisi e le grida di mia moglie era di lussuria. Io leccavo quelle tette meravigliose ed ero felice almeno in quel modo partecipavo e non solo vedevo. Leccavo, Ken pompava. Leccavo, baciaco succhiavo quelle mammelle nere dolci e di donna. Succhiavo i capezzoli neri e duri come chiodi. Baciavo e succhiavo, Ken pompava nel culo e mia moglie godeva. Godeva e il suo cazzo si rizzò ancora. Ken pompava dentro fuori. Dentro fuori, affondava con la sua mazza e dava colpi di reni. Io baciavo. Leccavo. Succhiavo. Belle tette nere, gonfie, dolci, profumate, decise. Leccavo e quello spingeva. Mia moglie eiaculò a fontana mentre anche Ken veniva nel preservativo nel suo culo ed io raccolsi tutto lo sperma di mia moglie e lo slappai bene e lo ingoia mentre Ken rideva e mia moglie si riprendeva dall’orgasmo.

I soldi dello show Make Up With Chantelle erano veramente tanti che mia moglie pensò bene di comprarsi una nuova auto. Andammo allora fino ad Atlanta con il suv di Chantelle diretti al MOTOR CITy Luxx una concessionaria di auto sportive. Il posto era fighissimo. Molte auto splendide in esposizione fra specchi, vetri, cristalli e pavimento lucido come acqua di rubinetto. Mia moglie indossava un vestito Armani comprato per l’occasione coi soldi arrivati. A fiori molto bello elegante, ma il suo davanzale prosperoso scoppiava fra le seti fruscianti dell’abito. Scarpe rosse vernice con tacco di sette centimetri, capelli lisci e trucco da professionista. Tutti si voltarono a guardarla mentre camminava imperiosa e divertita fra le auto. Io la seguivo a due passi di distanza rimarcando la mia condizione di marito-schiavo. Portavo un vestito elegante e scarpe di coccodrillo nuove. Che mi facevano male. Lei si fermò a una sportiva a due posti, grigia, italiana, bella. Un tipo della processionaria ci venne incontro
‘Bella?ed pure in offerta….cio&egrave…per quanto questi gioiellino possono esserlo..’
‘E quanto?’chiese mia moglie,con tono alto, sopra le righe, il suo fiato salì alto nella concessionaria. Eco e occhi puntati su di noi. Lei fiera, donna dominatrice puntando un dito laccato contro il suo volto. Il tipo era biondo, magro, faccia pulita. Vestito di tutto punto ci rimase male, non si aspettava quel tono deciso. Prepotente.
‘..ecco….’ balbettò. Mi avvicinai a mia moglie. Le sfiorai un braccio.
Lui mi vide e sospirò sollevato. Sudava.
‘Signore…vede…&egrave una spider…’
mia moglie sorrise beffarda. Lo fulminò con lo sguardo e gli mise un dito sulla bocca, sormontando coi tacchi alti, lo sgardo fisso su di lui, dura, fiera e potente, le tette enormi ballavano alla sua ira funesta.
‘EHI culobianco!Sono io qui che ha la grana!IO intesi?lui non conta un cazzo. Io ho i soldi e tanti!’ urlò
‘…mi scusi….io…ioo
‘Tu un cazzo. Questa spider del cazzo mi fa schifo. Voglio vedere altro!’
‘Ma signorina…si controlli…’ fece uno incravattato venuto da dietro. Arrivsrono altri. Mia moglie non aveva certo paura di loro.
‘Signori. Affari. Solo affrari. Io ho i soldi voi il prodotto. Fatevi vedere delle belle auto e stasera uno di voi avrà una bella provvigione!’ e mostrò un rotolo di banconote e una American card oro.
Quelli capirono l’antifona e si misero sugli attenti. Con ossequi e ‘prego…prego di qua…venga ui…guardi…ecc.’ ci mostrarono auto belle e sportive. Extra lusso e tappezzeria di pelle. Volanti in radica. Marce. Cambio automatico. Bmw. Mercedes. Lamborghini. Lotus. Mia moglie impazziva di gioa e rideva e ballava sulle auto. I commessi erano senza parole ma capivano che avrebbero guadagnato qualcosa. Alla fine Dianna scelse una Lotus grigia. Due posti. Sedili rossi morbidi e bellissimi. 35.000 dollari!
Ne versò 11.000 per l’anticipo e andammo a festeggiare in città. Io e lei. Come due vecchi coniugi.
Ken telefonò mentre cercavamo parcheggio
‘Ehi fatina….vuoi fare due salti con me stasera?’ chiese spavaldo.
‘Ciao Ken, amore. Un bacio. Ma stasera sono ad Atlanta con mio marito. Seratina in famiglia…’ disse e riappese mentre quello protestava.
Che gioia!la bacia e lei rispose al mio bacio. Parcheggiammo a pagamento, il tipo addetto ci vide pomiciare come pazzi nel suv di lei. Ci baciavamo forte di fronte al ragazzetto che tossì due volte per richiamare l’attezione:
‘Ho capito, amico…tieni prendi le chiavi e non rompere il cazzo…’
‘Fanculo froci!’ disse quello. Mia moglie scese dal suv lo prese per le palle e lo sbatt&egrave a terra. Gli mollò un calcio nelle costole e gli sputò sulla testa:
‘Adesso tu prendi questa fottuta auto e via via se non vuoi che ti rompa il cazzo e ti faccia licenziare. Conosco il pdrone del posto. &egrave un mio amico e non ci metto nulla a chiamarlo. Mentì ma quello era a terra e lei era convincete. Scusandosi quello mise in moto e si allontanò piano.
Cenammo a lume di candela in un separé al dodicesimo piano godendo una vista meravigliosa della città. Le luci di Atlanta si spingevano all’infinito. Nuvole rosa in lontananza, all’orizzonte. Fu una bella serata. Aragosta e vino per mia moglie. A me ordinò ad un cameriere che ci guardava esterrefatti, zuppa di granchio e pesce fresco. Tutto ottimo. Ci baciavamo fra un bicchiere e l’altro. Lei rideva e canticchiava. Il cameriere venne a chiederci di fare piano. Ma il ristorante era deserto o quasi. Un piatto costava anche 45 dollari!
‘Ehi culobianco! Non rompere! Non vedi che siamo soli? Stai zitto. Portaci altro vino e togliti di mezzo!’ gli urlò in faccia mia moglie mettendogli 100 dollari in mano. Quello controllò la banconota ringraziò con un inchino e filò via. Tornò tutto trafelato ringraziandola e servendole vino francese, rosso. Le sue labbra carnose e bellissime si tinsero di vino. La lingua passò su di esse. Leccò schioccando la lingua. Fu un gesto volgare e sexy.
‘Ti amo, Signora mia!’ le dissi estasiato.
‘I LOVE U BABY!’ mi disse e mi baciò forte in bocca. Ravanando nella mia bocca sentivo il calore del suo alito, l’afrore dolce della sua lingua grossa, le labbra magnifiche, dolce e sensuali.
***
Dopo cena eravamo troppo stanchi ed ubriachi per tornare a casa. Prendemmo una camera in albergo e in camera, mentre leccavo il culo di mia moglie per eccitarla e far decollare la serata, lei si addormentò e russò rumorosamente, ubriaca fradicia.
Ci rimasi male. Volevo almeno succhiare il suo cazzo. La serata doveva concludersi così!e invece…
mi misi a guardare film porno alla tv dell’albergo.
In uno un tipo bianco con la barba rossa era tenuto appeso in aria in una rete di corde nere. Molto sexy. Da una stanza entrava una donna con uno strap-on indosso. Si divertiva un po’ con lo schiavetto con la barba rossa e col suo culo. Lo sodomizzava con due dita e poi una mano. Gli ficcava tutta la mano nel culo mentre quello urlava di dolore ingabbiato in quella rete di corde nere. Poi la donna infilava il suo cazzo indossato per stroncare il culo del rossiccio che si prendeva quel cazzo posticcio profondo dentro. La donna scopava forte, sbattendo lo shiavetto rosso imprigionato. Si prendeva quel cazzo nel culo e tutto. Il rosso urlava di dolore ma anche di piacere quando quella affondava di reni nel suo culo martoriato. Mi segai e dormii.
Il giorno dopo avevamo tutti e due mal di testa. Prendemmo due aspirine e scendemmo nella hall.
‘Il conto &egrave di 150 dollari per la stanza. 15 per l’acqua del frigobar e….20 dollari per l’uso della tv…fanno…’
‘..come come? Che tv?chi ha guardato la vostra cazzo di tv???’
‘Ecco…qui….1 h di canale Hot…ehm…ecco…’
mi feci rosso e andai a spiegare.
‘Vedi cara…ecco..ieri sera tu dormivi ma io ero solo…ecco…ho fatto una stupidata scusami..’
lei mi mollò uno schiaffo in faccia. Il tipo dell’albergo fece un balzo indietro.
‘Signori…vi preg
altro schiaffo di mia mogie sul mio viso già rosso di vergogna.
‘Hai guardato i pornazzi in tv?’
schiaffo.
‘Signori…vi prego…calmatevi…’
‘TU ZITTO COGLIONE! E tu? Chi ti ha dato il permesso di vedere i porno in camera?’ urlava. Le gente attorno ci guardava allibita.
‘…scusa…’ balbettai e mi presi un altro schiaffo in faccia.
‘Signori!non obbligatemi a chiamare la sicurezza…’ fece il tipo dell’albergo.
‘ECCO la carta, stronzo. Paghiamo e andiamo via da questo posto di merda. E TU!! a casa facciamo i conti!’
firma e via. Lei che sbraitava ed io a pochi passi da lei che la seguivo come un cagnolino.
***
In auto mia moglie mi riempì la testa di botte e mi rimproverò urlando come una pazza. Non pensavo di averla combinata così grossa. Mi ingiuriò e mi ricoprì di insulti. Alla fine si calmò e arrivammo a casa.
Scese di volata dal suv e in casa mi ordinò di prepararle la vasca e il letto.
Esegui. In bagno attesi il suo arrivo. Entrò in accappatoio di rosa. Scura in faccia.
‘E’ calda la’acqua?’ mi urlò in faccia.
‘Sì, Padrona come vuole lei..’
‘Bene. Vattene in camera.’
‘…non vuole che la insaponi?’
mi dette uno schiaffo e mi disse:
‘Non toccherai il mio corpo con le tue mani sudicie di segaiolo…’
‘Mi perdoni signora…&egrave stata una debolezza…..ma era una così bella serata per me….era tutto bello…e poi….’
‘E poi cosa?io faccio quello che mi pare!e tu devi solo obbedire!&egrave così che funziona!non dimenticartelo!’ e mi dette ancora du eschiaffi per farmi capire bene:
‘Sì, Padrona, mi perdoni, sono uno stupido. Io appartengo solo a lei e lei sola può farmi godere..’
‘…uhmmm così va bene…bravo…ma ora vattene…fuori dal bagno…’con la coda fra le gambe uscii da quel luogo di delizie mentre mia moglie entrava in acqua.
Andai in camera ad aspettare, addolorato.
Dianna si fece il bagno per più di mezz’ora. Poi la sentii arrivare. Aprì la porta e mi ordinò:
‘Vieni qua, stupido e aiutami ad asciugare!’
‘Subito signora!’
sfrizionai da sopra l’accappatoio per bene. Asciugata si tolse l’accappatoio e nuda andò verso l’armadio.
‘Non guardarmi il culo, coglione! Non te lo meriti!tu guardi i porno!sguardo a terra!’ ordinò ed io imbarazzato eseguii.
Lei trafficò con l’amradio e poi indossò qualcosa.
‘Adesso puoi guardare coglione!’ fece ed io la guardai rosso di paura e tensione.
‘Voglio riposare adesso. Vai a comprare qualcosa per cena. Cucinami della pasta come sai fare tu. Spaghetti…’ mi ordinò ed io andai di sotto e ordinai sugo, pasta, formaggio italiano da Mel’sP e un fattorino arrivò dopo poco. Mi misi a cucinare e mi rilassai un attimo.
***
quando mia moglie si alzò aveva fame e fu contenta di vedere apparecchiato con stile, candele, fiori, ecc. e mi dette una piccola carezza al culo. Ero nudo, solo grembiule e calzini.
‘Sei carino così…’
‘Grazie, signora..ecco del vino…sarà pronto fra cinque minuti…’
Servii gli spaghetti e lei li mangiò con gusto mentre le servivo vino rosso. Le grattugiai del formaggio fresco sulla pasta e lei si leccò i baffi. Era in pigiama, il grosso culo padronale che scoppiava nei pants rosa di cotone. Struccata coi capelli in disordine mi chiamò a sé e mi ficcò una mano sotto il grembiule stringendomi le palle.
‘Questa roba &egrave solo mia e mia soltanto. Tu non ti tocchi senza che io voglia!’
‘Sì, padrona. &egrave giusto signora. Io sono solo suo…’
‘Bene. Ottima cena. Bravo. Adesso pulisci e metti in ordine. Io esco. Vado allo Stands1001 a bere qualcosa.’
‘Benissimo signora. Si diverta Signora. Buona serata…’ dissi
Misi a posto e andai di sopra. Lei uscì dopo poco. Presi il computer e cercai il video che mi aveva fatto arrapare in albergo. Lo trovai e mi masturbai mentre il rosso si faceva montare dalla donna intrappolato in una rete di corde nere appese al soffitto.

(PER DOMANDE, COMMENTI, SUGGERIMENTI: dorfett@alice.it) Dianna tornò dallo Stands1001 verso le due di notte, in compagnia di Ken. Stavo dormendo ma mi svegliò:
‘Tu, preparaci la vasca idromassaggio, metti delle candele in giro e rimani a disposizione!’ mi ordinò mentre si avvinghiava a Ken, vestito tutto di jeans con una salopette e un cappello da gangster con occhiali da sole.
‘Sì, Signora…’ dissi assonnato e sorpreso. Evidentemente voleva ancora umiliarmi per la storia dei film porno in albergo. Mi alzai e andai in bagno mentre Ken e mia moglie limonavano duramente nel corridoio, sbattendosi a vicenda alla parete e infilando le mani nei loro vestiti, baciandosi con ardore. Ken aveva le mani sulle tette di lei e mia moglie aveva un braccio nella salopette di lui. Guardai umiliato e geloso. Ma in bagno accesi delle candele e prerparai l’acqua. Quando i due entrarono si spogliarono continuando a baciarsi e toccarsi. Le grosse tette di mia moglie erano leccate e toccate da Ken, lei smanettava il cazzo del boyz divertita. Io cercavo di non vedere ma era impossibile. Si fiondarono in vasca e ridendo e baciandosi si divertirono:
‘Maritino, insaponami la schiena…oggi non hai potuto..ma ora voglio che tu lo faccia..spicciati!’
‘Uhmmm qui si fanno cose porche!’ blaterava Ken eccitato con gli occhiali da sole in vasca. Esegui l’ordine e continuarono a baciarsi e toccarsi.
‘Perch&egrave non insaponi anche me?’ chiese Ken.
‘Ti ho già detto che lui &egrave solo mio, tieniti fuori brutto frocio del cazzo…’ disse mia moglie.
Tornarono a baciarsi e a stare a mollo nell’acqua.
Poi mia moglie prese in bocca il cazzo di Ken e lo succhiò giocando con l’acqua e il risucchio, leccando e facendo godere quel boyz mulatto.
Con un gesto mia moglie mi fece cenno di uscire dal bagno e tornai in camera. Dopo una mezz’ora Dianna mi chiamò di nuovo.
Mi ordinò di asciugarla mentre Ken le faceva un lavoro di bocca. Era in piedi nella vasca, l’uomo ai suoi piedi che succhiava il suo cazzo maestoso ed io da dietro che la asciugavo con cura. Mentre asciugavo e Ken succhiava l’asta e le palle e ingoiava quel cazzo magnifico, Dianna mi prese la testa mi ficcò in bocca la sua magica lingua e mi baciò con forza. Ken spompinava e lei ravanava nell mia bocca con la sua lingua di biscia. La sentii contrarsi, da marito riconoscevo il momento del suo orgasmo. Lei mi pomiciò con più forza, mentre veniva nella bocca di Ken. Un grosso orgasmo forte, avvinghiata a me e scaricandosi nella bocca di Ken. Venne forte e il mulatto ingoiò tutto o quasi, alcuni fiotti gli schizzarono sugli occhiali da sole. La lingua di mia moglie si fece fredda dopo l’orgasmo e poi cessò di pomiciare.
Si ricompose e ordinò:
‘Tu puoi andartene e tu vai in camera tua!’
Ken protestò che voleva dormire con lei e le rinfacciò il servizio appena fatto con la bocca.
‘Di boyz come te ne trovo quando voglio. Se mi va ti telefonerò io, altrimenti amici come prima!’
‘non puoi trattarmi così, stronza!’ fece quello.
Lei lo guardò. Era più forte di lui.
‘Esci da casa mia o ti piglio a calci!’
ken, nudo, la bocca piena di sborra e schizzi sugli occhiali da sole prese i suoi stacci, la sua salopette di jeans e se ne andò.
Mia moglie si ritirò nelle sue stanze ed io feci lo stesso.
***
un paio d’ore dopo mi chiamò in camera sua. Stavo di nuovo dormendo e arrivai trafelato e assonnato:
‘Cosa c’&egrave Signora?Ha bisogno di qualcosa?’
‘Non riesco a dormire…’ disse con un filo di voce. Era sdraiata sul letto a guardare la tv, succhi di frutta e RedBull sparse intorno.
‘…forse troppe RedBull Signora, quelle tengono svegli…’ provai. Lei mi guardò annoiata. Indossava solo una vestaglietta rosa con pizzi e trine sul corpo nudo coperto qua e là di tatuaggi. Le gambe possenti e grosse adagiate sulle lenzuola, il petto da matrona romana che spuntava dalla vestaglia. Struccata era comunque assai sexy.
‘Forse…ma adesso non riesco a prendere sonno…’
‘Vuole che le lecchi un po’ il sedere, Padrona?’ chiesi eccitato da una possibile risposta positiva.
‘..uhmmm…no….sono ancora arrabbiata con te…per la storia dell’albergo…no…voglio punirti ancora….voglio fare tok tok sul tuo culetto bianco….’
‘…oh..Signora…come…lei…’
‘Zitto e vieni qua. Stenditi sul letto, culo in aria…’
mi sdraiai sul letto padronale e mi misi come lei ordinava.
Si alzò dal letto e prese le misure.
Poi iniziò a sculacciarmi. Forte. Dura. Le sue mani erano grosse e facevano male.
‘Conta..culobianco…voglio stancarmi…voglio riempirti di sculacciate fino a quando non sarò stanca…per ricordarti chi e cosa sei..Conta!!’
colpo.
‘..uno!’
colpo.
‘..due..
colpo.
‘tre!
Colpo più duro.
‘…ahhhh….quattro!’
colpo.
‘..ah!cinque!’
colpo.
‘sei’
colpo.
‘..sette
colpo fortissimo. Risata di mia moglie.
‘…ott
colpi forti. Lei che ride eccitata.
‘..nove..dieci…’
‘Allora cosa sei tu?’
‘…ehmm’
colpo.
‘..cosa sei?stronzo!??’ e serie di sculaccioni fortissimi. Urla mie. Dolore. Altri colpi. ‘Cosa sei?’
‘…sono suo, Signora…solo suo…Padrona…suo e soltanto suo….’ urlai mentre lei mi colpiva.
Andò avanti così a sculacciarmi a lungo con rabbia. Quando si ebbe stancata, mi fece uscire dalla stanza e mi mandò a dormire.
***
Le puntate di Make Up with Chantelle riprendono alla grande e i produttori del sito sono contenti. Mia moglie scarrozza amiche trans e boyz sulla sua nuova fiammante Lotus a due posti. Una sera porta a fare un giro anche me. L’auto fila via come un razzo e Dianna corre felice. Ci fermiamo a bere in un bar. &egrave il tramonto e c’&egrave una luce bellissima. Siamo seduti fuori di un locale tutto in legno e cuscini colorati. Mia moglie indossa una t-shirt marrone di un’università, gonna di jeans con frange che a malapena contegono il suo culone nero, cappello in testa da bifolco, ma sexy e donna da morire. Truccata elegante &egrave la figa più bella del locale. Io indossa camicia a righe rosse e pantaloni caki. Lei &egrave serena a sorseggiare il suo cocktail. ‘Sei bellissima, Dianna. La creatura più bella della Terra!’ le dico arrossendo.
‘Oh, che dolce, il mio maritino…’ e mi bacia sulla bocca, dolcemente a fior di labbra.
Ripartiamo e lei corre per le strade con la sua Lotus grigia. Ad un semaforo ci fiondiamo bruciandolo. Lei ride. Io ho un po’ di paura, ma la macchina pare piantata a terra. Sentiamo le sirene della polizia che si avvicinano. Ci raggiungono e uno sbirro ci dice di fermarci. ‘Oh, cazzo, sti stronzi! Merda!!’ ‘Stai tranquilla Dianna, al massimo ci fa una multa per eccesso di velocità, non preoccuparti..’ dico io a lei e me stesso, ho paura che lei si incazzi e lo sbirro la porti via.
In effetti lo sbirro vuole farci solo una multa, ma vedendo Dianna la fa scendere e chiede un sacco di cose. &egrave una rottura e lei &egrave sempre più incazzata. Io le dico di stare calma, ma lo sbirro chiede del sesso. Se &egrave una donna. Un uomo. Lei si infuria.
‘..aspetta..cara…calma…Agente..lei &egrave Dianna Chantelle Ross…così &egrave scritto sulla patente…come può vedere…’
lei gugniva e pensavo scoppiasse
lo sbirro ci asaminò a lungo. Sorrideva beffardo. Poi illuminò con la torcia mia moglie. Lei grugnì ancora e temetti che ora lo avrebbe steso con un pugno.
Ma lo sbirro iniziò a ridere:
‘…ma allora tu sei quella di MakeUpwithChantelle?vero?’
‘..sì..’
‘Cavolo lo seguo sempre…incredibile…sono un tuo fan..’
io mi rilasai.
‘Che bello!un mio fan!hai sentito caro?’ fece lei.
‘…bene…perfetto….’
‘Sì, un fan! Scusa non ti avevo riconosciuta subito…posso darti un bacio?’ chiese fattosi titubante lo sbirro.
Mia moglie sorrise.
‘Certo, dolcezza, vieni qui..fatti guardare..’
si abbracciarono. Lo sbirro aveva la pistola nella fondina. Mia moglie sotto la gonna.
‘..sei anche carino…come ti chiami?’
‘Joe…oe..Joe…’
‘Oh, che dolce, Joe, che carino…mi sono sempre piaciute le divise…e a te sta proprio bene…’
Joe era un ragazzone con la faccia da vitellino del sud degli USA. Rossiccio sotto il cappello da poliziotto. Ispirava fiducia. Ma era un frocetto del cazzo a quanto pare.
‘Così guardi il mio show..’
‘..sì, spesso…&egrave molto divertente…’
‘E dimmi allora io ti piaccio?’
‘..ehm…ehm…
‘non fare il timido Joe..ti piaccio vero?’ e prese le sue poppe sotto la tshirt e le mise alla faccia di Joe, che prima si ritirò, ma poi, abbracciato di nuovo da mia moglie, si fece sballottare da quelle poppe grosse.
‘…allora…agente..come la mettiamo qui?’ chiesi.
***
‘…e questo &egrave il mio numero…’ disse Joe imbarazzato con la sua faccia da maialino.
‘Oh…bravo Joe…e quando stacchi, tesoruccio?’
‘..oh..ehm…cio&egrave….fra un ora…ma..’
‘Ma?’
‘…ma se vuole posso liberarmi prima….’
‘Oh…come no, Joe….ti chiamo fra venti minuti e ti dico dove abito. Ci vediamo dopo?’ disse lei con voce sexy e baciando lo sbirro sulla punta delle labbra sottili.
‘…oh..sì..’ fece quello senza voce. Perduto. Già schiavo di mia moglie. Rapito.
Noi salimmo in auto e sgommammo via. Senza alcuna multa e con il numero di uno sbirro.
A casa Dianna mi disse.
‘Vai a prendere la telecamera e posizionala nel muro al solito posto e accendila dopo che io avrò telefonato allo sbirro. Riprendiamo tutto e ce lo teniamo…può sempre tornare utile..’
‘Lei &egrave un genio, Signora!’
Posizionali la telecamera e quando mia moglie urlò da sotto:
‘Accendila pure sarà qui in cinque minuti, ha detto…..che coglione….’
***
Infatti lo sbirro Joe arrivò dopo pochi minuti.
Entrò in casa esitante, visibilmente impacciato, stringeva il cappello da poliziotto con entrambe le mani, quasi a torcerlo.
‘Vieni, entra non avere paura…lui già lo conosci, si tratta di un mio amico..ma stava uscendo..vero?’ fece mia moglie, strizzandomi l’occhiolino.
‘Sì, me ne stavo andando…’ e imboccai la porta. Scesi in giardino e feci due passi. Poi rientrai in casa dalla porta della cucina e salii di sopra a vedere la scena. Dianna condusse Joe di sopra nella camera da letto dove stava la telecamera, in essa c’era uno specchio che consentiva di vedere dentro la camera a chi stava nell’altra stanza. Mi sedetti e li vidi entrare.
Mia moglie dominava Joe con il suo corpo e le scarpe con le zeppe alte, di paglia. Lui era imbarazzato ma eccitato.
‘Bevi qualcosa, Joe…
‘Grazie…’ e presero della soda da una bottiglia. Risero. Mia moglie lo abbracciò forte e lo strapazzò un attimo. Lui rise ed era visibilmente contento di trovarsi lì con lei.
‘Dunque sei un mio fan?’
‘Sì…sì…lo ammetto…
‘Bravo. Così ti piaccio. Ti sono simpatica?’
‘Oh..come no? Mi piaci molto, sei forte…’
‘Oh, che bravo il mio poliziottino…perch&egrave non ti metti a tuo agio? Agente? Togliti il cinturone..da bravo..dai qua…ecco…e adesso..la camicia…dai…fatti vedere..scommetto che sei un tipo in forma…’
‘Oh…non so…ecco…io…non faccio palestra…’
lei rise e iniziò a spogliarlo lentamente, toccandolo sulla testa. Joe era grassoccio, un ragazzone un poco sovrappeso. Peli radi e rossi dui capezzoli e sotto le braccia. Non era il tipo per mia moglie, ma l’idea di filamarlo la eccitava.
‘…bravo..così…adesso quei pantaloni…fai vedere…dai…che carino…le mutandine con le paperelle…che carino…sei proprio un maialino…vero Joe?’
‘..ehmm..io’ Joe era in palla, in balia di Dianna che se lo spupazzava e rigirava come meglio credeva. Lo toccò al petto, gli passò le unghia laccate e lunghe sul corpo e sul volto, lo baciò. Lo aveva in pugno quello era pieno di lussuria e avrebbe fatto tutto per lei.
‘Vediamo che abbiamo qui…oh..il fratellino…piccolino…ciao…micetto..’ disse lei al cazzo di Joe, piccolo nonostante l’erezione in corso. Dianna lo baciò. Quello trasalì di gioia. Lo teneva in pungo. Afferrò le sue palle e disse:
‘Stasera voglio farti godere bellezza…sarai il mio poliziottino speciale…il mio maialino bianco….hai vofglia di vedermi nuda?’
‘…sì…
‘Bene…
Si tolse la maglietta e le cioccie grosse coi capezzoli neri spuntarono fuori esplodendo in faccia al poliziotto.
Lei lo prese per il collo e lo spinse al suo seno. Materno, nero.
Lo sbatacchiò un po’ contro il seno per farlo eccitare. Il cazzetto di Joe si fece teso, ma rimase piccolo piccolo.
Dianna si tolse anche la gonna e sovrastando Joe con le zeppe, lo spinse in ginocchio.
‘Adesso te lo faccio assaggiaere..vuoi il mio cazzo vero?’
quello espose di gioia, come un porcellino eccitato. Annuì.
‘Dì voglio il suo cazzo Chantelle…lo voglio in bocca…’
‘..sì..lo voglio..lo voglio…lo voglio in bocca…’
‘Bene, eccotelo!’
e spinse il suo cazzo nella bocca di quello.
Joe non doveva essere abituato ai grossi calibri come quello di mia moglie. Infatti non sapeva come iniziare. Leccò un po’, baciò. Non riusciva a prenderlo in bocca. Lei cercava di aiutarlo, ma quello era impacciato.
‘…piccolo Joe…sarà una lunga notte per te…avanti prendilo in bocca…apri bene….’
quello si sforzò ma era difficile per lui.
‘…scusami…&egrave..&egrave che..&egrave troppo grosso per me,..’
‘Pensa a quando te lo sbatterò nella pancia stasera…
‘…oh…io…io…cio&egrave…sono praticamente vergine…’ confessò Joe.
Dianna buttò gli occhi al cielo…che palle pensava un verginello….
‘Tranquillo abbiamo tutta la notte…riprendilo in bbocca…cosììì….dai…usa la lingua…bacia….avanti…apri….’
lo tirò a sé e gli fece aprire la bocca. Ci sputò dentro saliva massiccia e quello per un attimo si scosse, ma lei lo tenne giù.
‘In bocca….troietta…..avanti….leccami….’
riprese il pompino. Era uno strazio per mia moglie. Joe era pessimo.
‘Attento coi denti!’
‘…scusi…non volevo…
‘Succhia, avanti…su….provaci….provaci ti ho detto…..avanti apri….’ insisteva Dianna, ma Joe era una chiavica.
‘Ti ho detto di aprire…avanti…così….’
il poliziotto cercò di fare del suo meglio, impacciato ed eccitato allo stremo. Succhiò quel grosso cazzo quanto pot&egrave, a fatica, sforzandosi di prenderlo in bocca, rimproverato da lei quando i suoi denti la sfioravano.
‘Ascolta: non voglio sentire i tuoi dentini da frocio sul mio cazzo,devi succhiarlo, capito?’
Ma i progressi furono pochi. Allora Dianna passò al culetto di Joe. Assicurata che fosse a favore di telecamera, lo posizionò sul letto a pancia sopra, mise un cuscino sotto le sue natiche bianche e cominciò a giocare col suo culo.
Io vedevo tutto da dietro lo specchio.
‘oh,ma che culetto stretto….senti qua…
‘…ma Joe…tutti questi peli sul culo…dovresti raderti sai? Non segui i consigli del mio show?’
‘…oh..umhmm’ faceva quello mentre le dita di lei affondavano nel suo culo, avanti e indietro. Joe si scaldò e il cazzetto piccolo era dritto.
‘…qui &egrave molto stretto mio caro…mi sa che ti farò un po’ male….ma ti divertirai..’ e gli leccò le palle. Giocò col suo cazzo. Joe era in estasi. Io guardavo. Mia moglie prima mise del gel nel culo. Agitò bene e giocò con il buchetto. Poi mise un piccolo plug facendosi strada nel pertugio del povero Joe. Quello soffriva e godeva assieme, violentato dal pllug e schiavo di mia moglie.
Si agitava come un maialino in calore.
Dianna passò a un plug più grosso e metteva gel nel culo.
Joe godeva e fremeva.
Poi provò a metterci il cazzo, ma il buco era troppo stretto per quel coso.
Spinse. Joe urlò di dolore.
Spinse più forte.
Nulla.
Spinse.
Nulla.
Si mise il gel sul cazzo. Non era neppure duro, solo un po’ ma già bastava per il culo stretto del poliziotto.
Riprovò.
Urlo di joe, fortissimo.
Nuovo tentativo.
Nulla.
Mia moglie si spazsientì.
‘Hai il culo troppo stretto amoruccio…non ci entra…’
‘E’ troppo grosso il suo cazzo….’
‘Lo so…ma tu devi allargarti un attimo….’
‘…sì, Chantelle…lo farò…per te….per te…..’

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