Skip to main content
Racconti EroticiRacconti erotici sull'IncestoVoyeur

Un gioco chiamato 69 – Cap 2

By 29 Novembre 2021No Comments

Cap.2

Giorni dopo fu lei a rompere quella tremenda timidezza che si era creata tra noi mandandomi un sms e proponendomi di andare a casa sua per allenarci insieme, io ero ancora imbarazzato per l’accaduto rispondendole che non era mia intenzione afferrarle il reggiseno e scusandomi ancora una volta per l’accaduto, passano dei minuti prima che lei risponda, minuti di ansia che mi fecero pensare che forse se l’era presa per ripreso l’episodio ma poi arriva il suo messaggio ” Non preoccuparti, vorrà dire che questa volta non lo metto :p ” non ragionai più, il mio cazzo prese il controllo, infilai la prima tuta che avevo e andai da lei, l’auto dei suoi non c’era andavano a lavoro insieme quindi saremmo stati soli, era la prima volta che facevo attenzione a questi dettagli, di solito non mi importava, ma questa volta ero felice che fossimo soli, e l’erezione nei pantaloni della tuta spiegava chiaramente il motivo, era un errore, era mia cugina, non avrei fatto un solo passo indietro eccitato più che mai.
Suono alla porta e lei mi apre in tuta, scarpe da ginnastica nike bianche e rosa, leggings grigio e top rosa, rimasi a fissarle il top forse per troppo tempo tanto da farle dire “Ho smesso quello sportivo, scemo!”, sorridendo come se non bastasse quando si volta mi resi conto fosse aderente quel leggings da starle praticamente disegnato sul culo.
Una volta entrati lei mi chiede “Allora? dove lo facciamo?” io arrossi come un peperone facendola scoppiare a ridere ” intendevo dove ci alleniamo? cosa pensavi? ” non mi ero mai accorto di quanto fosse maliziosa mia cugina o forse stavo immaginando chissà che stravolgendo la situazione, seguo il suo culo nel corridoio, avrà gli slip? lei si volta e mi becca a fissarle il culo sorride ancora ” E’ quello di sempre l’hai visto mille volte a mare” in effetti avevo la fortuna di poterlo ammirare ogni estate ma prima di allora non lo avevo mai notato.
Mi porta nel cortile dietro casa, ci mettiamo uno di fronte all’altra la vedo che sorride indicandomi in basso con lo sguardo, abbasso lo sguardo e cavolo la mia erezione era di nuovo evidente, stavo per dire qualcosa e provare a giustificarmi quando inizia subito ad attaccarmi, ricambio, inizialmente stiamo entrambi a distanza scambiando giusto qualche colpo, poi la prima presa, da lì ricominciamo a stare uno attaccato all’altra, strusciandoci cercando di buttare a terra l’altro, la tengo bloccata davanti a me, sento il suo culo spingere contro il mio pacco, non so se lo struscia di proposito o solo per liberarsi ma tutto questo me lo aveva fatto diventare durissimo, in preda all’eccitazione anche io iniziai a spingere e a strusciarmi di proposito.
“Hai finito di poggiarmelo sul culo?” esordì lei stizzita, mi vergognai tantissimo lasciandola immediatamente libera, lei si volta e sorridendomi riprende a colpirmi, la stronza aveva recitato la parte per liberarsi dalla mia presa ” Non ci ricasco!” dissi io, ma proprio quando stavamo per ricominciare fummo interrotti dalla pioggia costringendoti a rientrare in casa.
“Sei fortunato, se non fosse stato per la pioggia avrei vinto” disse lei continuando a punzecchiarmi “Scherzi vero!?, sei riuscita a liberarsi dalla mia presa solo perché frignavi” e lei “Frignavo? invece di mettermi a terra pensavi solo strusciarti sul culo, ce l’hai ancora duro vedi?” dannata tuta che mostrava l’erezione “E comunque se proprio ci tieni a continuare potremmo andare nel seminterrato” io già rosso in volto “Non ci tengo a continuare, e poi sarà pieno di polvere lì” e lei punzecchiandomi “Allora ti arrendi? ammetti che sono più forte di te?”.
E così ci ritrovammo a scendere le scale nel seminterrato, lo usavano come deposito, era pieno di cianfrusaglie poco e illuminato e parecchio polveroso, ma lo stesso motivo che mi aveva spinto ad andare da lei mi imponeva di seguirla lungo quelle scale, cerca qualcosa dietro gli scaffali mentre io cerco di fare un pò di luce pulendo quelle finestre polverose “Ora dovrebbe vedersi qualcosa” dissi io cercando di rimanere indifferente mentre nella testa continuavano a passarmi pensieri eccitanti sulla situazione “Sisi li ho trovati, aiutami” così tirammo fuori un paio di lettini in gommapiuma “E a cosa ci servono?” dissi io “Perché così quando ti butterò a terra per vincere non ti farai male” rispose lei provocatoria e senza attendere oltre prova a farmi cadere, mi coglie alla provvista tanto da riuscirci siamo entrambi a terra, io inizio a divincolarmi lei cerca di tenermi giù, ed è quando si gira sedendosi sul mio petto che inizia a contare, “1.. 2.. ” non voglio perdere, mi avrebbe preso in giro per mesi, cerco in tutti i modi di alzarmi ma non sono abbastanza forte, lei è di spalle rispetto a me così provo a sfilarmi da sotto, lei intuisce quello che sto facendo e cerca di bloccarmi alla meglio rimettendosi a cavalcioni, sarà che era in un equilibrio precario o la fortuna ma mi ritrovai disteso sulla schiena con la testa fra le sue cosce “1.. 2..” ricomincia a contare e più cercavo di alzarmi più lei spingeva la sua patata sulla mai faccia, potevo sentirne il calore, quel leggings era così sottile che quasi sembrava non averlo, probabilmente si era messa così di proposito per vincere “…3! ho vinto!” disse lei festeggiando sulla mia faccia ” E merito un premio!” continuò, all’improvviso sentii l’elastico della tuta e dei miei slip abbassarsi liberando il mio pisello in piena erezione ” Che bel pisello! ” disse lei provocando ora che poteva vedermelo, con la mano inizia a tastarmelo ” E senti come duro! devi essere proprio arrapato eh?” e più io cercavo di parlare per dirle di fermarsi più lei spingeva la sua patata nella mia bocca facendomi assaggiare la stoffa dei suoi leggings, si solleva quel tanto che basta perché voleva che lo ammettessi, “Ammetti che sono la migliore” “Scordatelo” risposti io provando a spostarla guadagnando però solo qualche centimetro “E allora vediamo come sborri” disse lei iniziando a segarmi, ero incredulo stavo ricevendo la prima sega da una ragazza e me la stava facendo proprio mia cugina per il quale avevo una cotta, inutile dire che avevo i secondi contati prima di arrivare, non volevo darle questa soddisfazione, o almeno una parte di me non voleva dargliela, il mio pisello invece era completamente dalla sua parte, cercai in tutti i modi di spingerla via, al punto di afferrarla per il bordo dei leggings e strattonarla con quelli, con tutta la forza che avevo fino a sentire uno strappo, vedo lo strappo nei leggings e la sua pelle nuda sulla mai faccia, era il suo culo coperto da un filo di perizoma, lei si sposta si fa più indietro mettendomi in bocca una stoffa più sottile, sento le dita dell’altra sua mano vicino al mio mento, erano lì solo per spostare il perizoma di lato e mettermi in bocca la sua figa, sono troppo eccitato l’afferro per il culo e inizio a leccargliela, la sento gemere e poi il calore avvolge il mio pisello, mi succhiava il cazzo e io le leccavo la patata proprio come avevo visto nei film, farlo dal vivo però era tutta un’altra cosa, durai pochissimo con la sua bocca, iniziai ad arrivare proprio come voleva lei, ma non si fermò, continuava a succhiare e io a leccare, la sentivo gemere e agitarsi col bacino, mi leccava l’uccello come fosse un calippo, si aiutava con la mano a farlo tornare duro solo per farmi arrivare ancora una volta, finalmente anche lei tra gemiti e sali scendi sulla mia faccia iniziò a raggiungere i primi orgasmi, continuammo così per ore, fino ad addormentarci dalla stanchezza, fummo svegliati dai suoi genitori che rientravano in casa, alla in fretta e in silenzio come due ladri ci rivestimmo e tornammo al piano di sopra, sporchi di polvere, i miei pantaloni macchiati e i suoi leggings strappati, non so come ma sembrava ci avessero creduti quando abbiamo detto che eravamo andati lì ad allenarci, o almeno non fecero altre domande.

Due giorni dopo ripetemmo lo stessa situazione, un combattimento che terminava con un 69, e così la settimana dopo e nei mesi successivi, continuammo negli anni anche quando lei spezzandomi il cuore si fidanzò con un altro, continuammo anche quando io pieno di sensi di colpa nel tradire la mia fidanzata, ormai con gli anni avevamo messo da parte la scusa di allenarci e ci vedevamo solo per passare pomeriggi interi a fare 69, ancora oggi entrambi sposati e con dei figli lo facciamo, anche quest’anno le nostre famiglie saranno sotto lo stesso tetto riunite per il pranzo di Natale, tu inventerai una scusa per allontanarti, poi la inventerò io, e così anche quest’anno come gli anni passati e quelli futuri ci ritroveremo a fare un 69.

Ti è piaciuto questo capitolo? fammelo sapere black-ink@tiscali.it

15

Leave a Reply