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OrgiaRacconti di Dominazione

Clandestina sulla petroliera

By 8 Giugno 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Per motivi che dirò dopo, collegati al mio status di immigrata in Italia dall’Ukraina, mi avevano tolto il passaporto. Il mio passaporto con scritto il mio nome : Tatiana Ursinova.
Una esperienza unica, allucinante, ero venuta in Italia per fare la ballerina, dopo aver inviato foto e cv ai vari locali del nord e del centro.
Siccome sono bellissima ho trovato subito lavoro presso un locale di strip di Milano, la Taverna Mexico, coni documenti di assunzione ho potuto venire in Italia come immigrata regolare.
Ero pagata bene, e facevo uno spettacolo molto apprezzato in cui entravo vestita da astronauta russa con la tuta e il caso e a poco a poco la toglievo e rimanevo con un sottilissimo cache sex ‘non facevo atti sessuali, e ricevevo applausi e fiori.
Poi una sera delle persone mi si sono avvicinate e mi hanno invitato a cena, erano un uomo e una donna, lei diceva di essere americana e si chiamava Niki e lui lei lo chiamava ‘il Direttore’.
Mi hanno invitato e abbiamo passato del tempo insieme, di pomeriggio spese, negozi, grandi magazzini, prove di intimo
Con la donna che mi accompagnava nei negozi di intimo sexy ci furono carezze e baci nel camerino di prova, mentre l’uomo, il direttore, spiava.
Mentre lei mi accarezzava, non so perchè ma, invece di arrabbiarmi, l’eccitazione andò a mille guardandola mentre se le sfilava, rimanendo nuda sotto la mini, accanto a me.
Entrò una commessa, Deborah, con un vestito e un bel sorriso. Lo appoggiò sul divanetto, lo accarezzo, e disse, è degno di te che sei così bella, e passandomi vicino mi accarezzo il seno.
Si soffermò un po e guardando Niki negli occhi le toccò sotto la gonna e le disse, sei già bagnata, troia, vabbè, non voglio frenare l’amore, poi faremo i conti, comunque io non faccio la spia, ma poi sai cosa mi devi. E uscì.
Ero sconvolta ma troppo eccitata dalla scena e dal profumo di Niki , non feci domande, e a mia volta mi tolsi gli slip e mi accarezzai mentre lei iniziò con una mano a stringersi il seno e con l’altra a sfiorarsi il sesso.
Mentre ci toccavamo l’una accanto all’altra, la osservavo mentre, ad occhi chiusi, con la schiena leggermente rialzata e le gambe aperte, la gonna su, faceva sparire il suo dito medio tra le morbide labbra del suo sesso, circondate dalla curata peluria rossa.
Il suo sensuale odore di donna mi arrivava distinto alle narici ed il fatto di averla li accanto a me senza poterla toccare mi faceva impazzire ed eccitare nello stesso tempo.
Poi ci fu la cena con un amico loro, che non conoscevo, Marco.
Dopo la cena in casa di Niki , Marco si mise con la testa fra le sue gambe e cominciò a leccarle la figa, ed evidentemente sapeva bene come fare, lei cominciò a inarcare la schiena e strofinargliela in faccia, mentre mugolava flebilmente.
Il direttore le aveva appoggiato il pisello alla bocca e dava il ritmo tenendole la testa con le mani, e dopo pochi minuti non resistette ed esplose nella bocca di Niki .
Lei poi si staccò mettendosi un attimo in piedi e mi invitò a distendermi supina e iniziò a leccarmela .
Ero eccitata dalla situazione e con l’eccitazione che saliva dalle toccatine del pomeriggio in camerino, venni molto presto, tenendo con le mani nella testa di lei e col corpo in preda a un orgasmo violento.
Era solo l’inizio ma io ero già evidentemente scossa, e vedevo Niki che, ad occhi chiusi, sospirava e diceva che voleva essere scopata e Marco, che si alzò e le infilò l’uccello sulle labbra, e lei, ancora ad occhi chiusi cominciò a succhiare.

Il direttore si mise al posto di Marco, ma lei disse “no! Stop! i want to fuck”, e lui allora si alzò guardandola in viso con un sorriso, non disse nulla, e glielo infilò pian piano tutto nella pancia. Io vedevo l’espressione di Niki cambiare, sgranando gli occhi e sospirando sempre più profondamente fino a che fu tutto dentro.
Marco disse “ora faccio vedere alla ukraina come un italiano deve scoparla”, e, detto questo, mi afferrò per i fianchi e cominciò ad infilarmi dal davanti con una serie di colpi veloci e violenti.
Io cominciai a urlare come non avevo mai fatto, non riuscivo nemmeno a controllarmi, e sentii il Direttore che prese a menarmelo sulle tette, e poi lo reinfilò a Niki, che aveva continuato a dire ‘ I wont to fuck..’e la stava sfondando, e lei, a braccia aperte, si aggrappava alle coperte del letto gridandogli “you’re shocking me you’re shocking me!!”.
Lui si fermo di colpo, nella camera si sentiva solo il respiro veloce di lei, il direttore la prese, la voltò e la mise con la faccia premuta sul letto ma che guardava verso di me, e riprese a scoparla con foga.
Lei mi guardava con gli occhi stralunati, le sue tette dondolavano mentre lei provava ad aggrapparsi al letto. Io ero pietrificata, lei dopo quel breve cenno di attenzione, riprese a guardare il direttore , e ad incitarlo, a scoparla e lui sorrise e continuò a scoparla in quella maniera, con una buona resistenza, data l’età, poi la prese per i capelli, si alzò in piedi sul letto e venne ancora sulla faccia che lo guardava senza espressione.
Marco si era eccitato vedendo i due e sentivo il suo fallo dentro di me durissimo ingrossarsi e mossi il bacino per incontrarlo ma lui si ritrasse, si avvicinò nuovamente ed ancora si ritrasse quando cercai il contatto.
Poi finalmente si decise e cominciò a spingersi dentro di me e la penetrazione fu lunga e anche un po’ dolorosa.
Quando fu ben dentro cominciò ad andare avanti ed indietro dentro di me sfilandosi quasi completamente per poi tornare ad infilarsi con un ritmo sempre diverso, ora più lento ora più veloce.
Dopo un po’ volle cambiare posizione, si sfilò dalla figa grondante e mi fece mettere a pecorina posizionandosi dietro le spalle e mi penetrò nuovamente fino in fondo, mi sentivo aperta in due mentre sentivo le sue dita sul clitoride.
L’orgasmo ancora una volta mi fece tremare e sentii anche Marco che stava per eiaculare e si ritrasse e mi riempì il seno ed il viso con schizzi di liquido tiepido .
Per me fu un’esperienza nuova, l’amore di gruppo, non l’avevo mai ancora fatto, ma mi piacque e loro dovevano avermi trovata ok, perché alla fine mi dissero ‘come si brava!’ i tre mi dissero che volevano venire a vedermi al mio spettacolo.

La sera che vennero ero destinata a fare lo spettacolino dell’astronauta al secondo atto, e nel frattempo dovevo passare tra i tavoli, a fare vedere il mio intimo e fare amicizie tra il pubblico.
Una collega intanto faceva la pole dance: era un’altra stripteaseuse bellissima, Deborah, bruna, di origine israeliana. Insieme, io bionda con la pelle chiara e lei bruna di carnagione scura eravamo un coppia formidabile, di grande attrazione.
Io mi sedetti su un divanetto tra Niki e Marco, mentre Il Direttore sedette davanti.
Deborah continuava con la pole dance facendo mosse provocanti col pole, togliendosi il piccolo reggiseno, accarezzandosi il davanti del tanga color alluminio, e poi lei passò all’azione, scelse uno tra il pubblico, lo fece salire e iniziò a farsi toccare le tette nude, e gli tirò fuori il pisello. Si inginocchiò e iniziò a succhiarglielo.
Io mi stupii’ non ero pronta a fare queste cose in pubblico, non capivo come mai lo spettacolo fosse andato così fuori controllo.
Solo in seguito avrei saputo che i tre erano soci, erano una specie di ‘talent scout’ di ragazze capaci di fare sesso in pubblico per mandato di un uomo politico ricchissimo e importante e avevano comandato allo staff del locale di spingersi oltre per ragioni che poi avrei capito.
Guardavamo morbosamente Deborah che si faceva toccare dall’uomo e già era arrivata a farsi mettere due dita dentro, con il tanga scostato.
Il pubblico si era scaldato molto e un altro stava salendo sul palco.
Io ero seduta composta con il mio vestito da spettacolo che consisteva in un body nero, un minigonna rossa di pelle, e dei collant, con scarpe con tacco rosse . I due amici, Niki e Marco si avvicinarono a me, mi versarono del whisky, bevemmo tutti .. sul palco Deborah si era infilata sul pisello di uno dei due e andava su e giù, pareva abbastanza goduta, anche perché l’altro le stava leccando il clitoride.
Marco mi infilò una mano tra le gambe, che tenevo strette.
Sul palco Deborah si era alzata in piedi e il cliente la scopava da dietro, mentre lei menava il pisello dell’altro che le stava davanti, finchè quello che la scopava sborrò sul suo sedere. Poi lo stesso la aiutò ad appoggiarsi mentre l’altro iniziò a scoparla dal davanti. Questo ce l’aveva più grosso e lei pareva sul punto di avere l’orgasmo, anche se non si poteva dire se era per arte o davvero.
Intanto loro mi toccavano, Niki le tette sotto il body, e Marco scostando il body in mezzo alle gambe e massaggiando i sottili collant. Io ero imbarazzata, molti ci guardavano, e guardavano il palco con i tre e anche noi, alcuni uomini avevano tirato fuori il pisello,e se lo massaggiavano e alcun coppie di toccavano vicendevolmente i genitali.
Sussurravo ‘noo, no non sono per questo!’ ma l’atmosfera raggiunse un punto di morbosità e non potei non aprire le gambe, mentre Marco strappava i collant sulla fica e mi aprì le labbra che si stavano bagnando. Il Direttore mi guardava e questo aumentava il mio imbarazzo.
Niki mi estrasse un seno e iniziò a baciarlo e mi guidò a mettere un mano sulla sua fica che sporgeva da un tanghino sotto la gonna, ed era già bagnatissima. Non sapevo che Niki ricopriva un incarico importante nella regione, era un donna bellissima, con grandi sene gambe sode.
Lei poi mi sbottonò i bottoncini in mezzo alle gambe e mi tolse il body, così restai col busto nudo, e sotto la gonna salì perché le cosce mi si allargavano, vogliose, e Marco si inginocchiò e a leccarmi dove aveva strappato il collant mentre Niki mi leccava i seni e mi baciava in bocca. Ero frastornata da quello che mi capitava. Sentivo piacere ma ero agitata con tutti che mi guardavano.
Poi il Direttore interruppe i due e mi disse di salire sul palco, mi tolse la gonna, rimasi in mutandine e calze.
Deborah che stava spremendo le ultime gocce dal cliente che l’aveva scopata davanti, mi guardò e si stupì che fossi salita seminuda, mentre i due clienti la lasciarono e tutte e due iniziarono a baciarmi i seni.
Vedevo che gli uomini in sala si masturbavano, poi quello che l’aveva scopata dietro mi prese , mi fece stendere a terra , mi allargò le gambe e iniziò a scoparmi nel punto dove il collant era strappato.
Non capivo più niente ‘vedevo Deborah accanto all’altro uomo che mi guardavano, quello aveva un cazzo grosso, mi faceva quasi male e mi perforava con forza, la mi testa si annebbiò, per l’alcool, l’eccitazione, partii’ero una troia non una santa , dopo un po’ che sentivo un cazzo dentro iniziavo anch’io a sentire piacere, non resistetti e venni gridando un ‘ahhhh’ liberatorio.
Il tipo sentendo che mi aveva fatto godere veramente estrasse il pisello e mi bagnò sulla pancia, sul collant, e tra le cosce.
Mi alzai, mi tolsi il collant bagnato, vedevo molti uomini allupati, qualcuno era venuto, vedevo del bianco in giro, il mio grido li aveva eccitati’
Io e Deborah scendemmo dal palco, sempre in mutandine, ci sediamo sul divanetto dove prima stavo con gli altri, ci toccammo vicendevolmente tra le gambe, sentivamo gli slip umidi, lei mi disse: ‘come ti bagni..’ ma intanto due altri clienti si avvicinarono, uno si sedette vicino, tirò fuori il pisello già duro, mi fece salire e scostando il tanghino io lo presi a candela, e Deborah si inginocchiò e mi leccava mentre scopavo, ma così era in posizione tale che l’altro potè infilarglielo da dietro , le sentiva, mi guardava, faceva gli occhi all’insù’
Certo io non godevo subito, non è come essere una verginella, all’inizio anch’io fingo, ma dopo un po che uno mi fotte le mie mucose si eccitano e trasmettono un primordiale senso di pienezza.
Poi intervenne l’ambiente, gli occhi allupati, i gemiti degli altri, e ripensavo alle prime volte, a 14 anni, con i miei marinai sul mar Nero..allora si che venivo subito, anche solo con le rudi mani che si infilavano nella mia fichetta, mi eccitavo tanto che a volte mi facevano uscire un po’ di pipi.
E così fu che venimmo tutti e quattro, e non credo per finta, almeno io e gli uomini, che eiacularono nelle nostre fiche.
Poi quando sul palco erano entrate altre due colleghe, e i due di prima le stavano scopando davanti e dietro , io e Deborah tutte colanti ci rifugiammo in camerino a pulirci.
Qualcuno bussò, era il tizio anziano, il Direttore che era li da spettatore, dice di essere un giornalista famoso, dice, che ha visto il ‘numero’, ci invitò ad una cena, dicendo di mettersi eleganti.
Già la sera dopo ci accompagnò in un villa sontuosa, vicino a Monza, dove trovai Niki e Giorgio, che parevano molto amici del padrone, e così io e Deborah diventammo escort al top .
Ho conosciuto uomini importanti
Si cenava con dei vecchi molto influenti, padroni di tv, presidenti di qualcosa, capi di partiti politici
Si cenava lussuosamente, c’erano tre ragazze per ogni uomo, si scherzava, bisognava passarsi un fallo di legno di ulivo, baciarlo, leccarlo, poi Niki, bellissima, muscolosa, che la mia amica mi indicò come la favorita, e che ricopriva una carica importante nel comune, iniziò a passarselo sul seno, estrasse le tette, si calò l’abitino, rimase in tanga, poi attaccata ad un palo che c’era nella stanza iniziò a masturbarsi con il fallo che tutte avevamo leccato.
Si abbassarono le luci.
Era illuminata solo lei, statuaria, si masturbò fino a provare un apparente ma realistico orgasmo, e i maschi anziani estrassero il pisello e invitavano le ragazze a spompinarli..,
Io ero imbarazzata, avevo fatto si la puttana in una casa di lusso, ma mai un tipo di orge pubbliche così..comuque feci come lealtre che si spogliavano e facevano pompini o spagnole agli anziani, che peraltro inalberavano uccelli di tutto rispetto..non so come facessero, si diceva che avessero una pompett che li aiutava..
Nessuna scopava, era solo uno spettacolo di nudi e di masturbazioni’poi si diceva che le due o tre che piacevano di più venivano, da camerierine anche loro con micro grembiulini che facevano vedere le mutandine e il seno fuori, erano fisse, invitate ad accedere alle camere private dei vari vecchioni.
A me capitò la richiesta di uno che doveva essere un giocatore d’azzardo, coi capelli bianchi lunghi, parlava con un accento strano, tipo inglese..fu gentile, eravamo in due, io e Aziza, una marocchina giovanissima nera di pelle e di capelli. Lui scherzava, riferendosi a me bianca di pelle e biondissima, diceva che gli piaceva il cappuccino..,
Disse che lui non aveva pompette, era nature, diceva, non come il capo..non so bene a chi si riferiva.. disse che aveva sempre tenuto in allenamento il pisello dick diceva ..diceva che era un onore scopare con lui, fece il nome delle modelle che secondo lui aveva scopato..da Neomi a Samantha a quella drogata..non mi ricordo..
Comunque alla fine fu soddisfatto di noi, mi toccò baciare Aziza sulla bocca mentre lei era infilata su di lui e lui mi leccava la fica..non avevo mai paciato una ragazzina nera, quella era proprio brava, sensuale, avrebbe avuto un grande avvenire, mi disse poi che aveva cominciato la carriera a 15 anni e ora ne aveva ‘quasi ‘ 18..ma ne dimostrava di più..

Ebbi solo un orgasmo quando lei fu invitata da lui che la prendeva di dietro a leccarmi il clitoride da davanti, tutti quei capelli neri su di me, quelle labbrone morbide.
La sua lingua che saettava tra i denti bianchi’ la mia micia mi parve scoppiare, ululavo..e questo piacque al boss..poi volle mettermelo dentro mentre lei gli faceva baciare il seno grosso nero, con i capezzoli neri, e lui venne dentro di me dicendo ‘ahh.cappuccino..’
Poi ci lasciò una busta con duemila euro a testa.
Facevamo almeno tre o quattro cene al mese e durò due anni, e il mio fatturato era soddisfacente, poi, purtroppo per colpa di quella troia che non contenta di guadagnare si era fatta dare un incarico pubblico nel comune, i nemici di quella ghenga attivarono la giustizia, anche penso per motivi politici, misero sotto controllo i telefoni di chi era stato in contatto con quelle persone, così il mio telefono è stato intercettato nel giro delle detto delle ‘ fogliatine’ perché il boss aveva favorito che tutte trovassero alloggio pagato in un residence in via Fogliati.
Così poi processi, convocazioni, interviste, poi mi hanno bloccato il passaporto in attesa di giudizio di quel politico.
Le cose andavano male, mia figlia in Ukraina si è ammalata e necessitava di medicine che io ho comprato, ma dovevo raggiungere mia figlia a Kiev.

Senza passaporto, ma decisa a tornare in patria per salvare mia figlia ammalata, nel mezzo della guerra civile in Ukraina, dovetti trovare una via di fuga illegale.
Un amico poliziotto, che aveva fatto la scorta a quel politico, e al quale, al tempo del mio primo arresto per l’interrogatorio, avevo fatto un servizietto, mi ha chiamato, dandomi delle dritte, indicandomi un suo giro di malaffare, la possibilità di entrare da clandestina su una petroliera che faceva rotta di ritorno scarica da Gela, in Sicilia, al mar Nero.
Sono scesa da Milano con la mia Peugeot, con gli ultimi risparmi, e mi trovai ad un albergo nei pressi del terminal di petrolio, dove era attraccata la nave Aurora di 70.000 tonnellate, in partenza per il porto petroli del terminal dell’oleodotto di Kashagan sul Mar Nero, dove tornava a caricare.
Entrai nell’albergo dei marinai, presi una camera e attesi nel salottino, avevo chiesto di un uomo che era il contatto del mio amico poliziotto, quello che gli procurava la cocaina per quel politico, merce che faceva un giro lungo’
L’uomo si chiamava Leonid Sergiej , un ragazzone di 38 anni di Vladivostok, addetto alla macchina elettrica della petroliera Gazprom Aurora.
Non sapeva nulla e quando lo incontrai fu stupito, ma era gentile, parlava la mia lingua, gli chiesi di potere venire in patria con loro.
Disse che era difficile farmi salire, ma io gli dissi di guardare sotto il tavolino dove eravamo seduti, sotto la minigonna ero nuda, lui divenne rosso, gli dissi che volevo parlargli nella mia camera. Era sera, dopo la reception camminammo affiancati alla camera…., nonostante la fatica del viaggio e l’apprensione per il futuro, dopo tanta astinenza, e dato che il mio piano prevedeva che lo seducessi, ne avevo voglia e non vedevo l’ora di entrare in camera per farmi scopare da Leonid .
Finalmente, arrivati nella stanza, non feci neanche in tempo a spogliarmi che ci baciammo……sentivo la sua lingua nella mia bocca giocare con la mia….ci spogliammo a vicenda…..sentivo le sue mani dapperttutto, sui seni, sui fianchi sul collo…..mentre gli mordicchiavo l’orecchio gli dicevo che lo voglio…..

Mi spinse sul letto….si sdraiò su di me…..io aprii le gambe……..allungai una mano per prendere il suo cazzone e mentre cercavo, sentii le sue dita farsi strada dentro di me…..questa volta glielo dissi ad alta voce..per eccitarlo al massimo, …in ukraino, ‘Leonid ti voglio ho voglia di te……voglio sentire il tuo cazzo dentro di me…….prendimi……’ e allargai ancora di più le gambe, sentivo uscire le sue dita e subito dopo sentii entrare il suo grosso membro dentro di me…..sospirai per il piacere, e il piano che stava funzionando, ma era anche bellissimo, una sensazione meravigliosa……..
Lo sentivo entrare e farsi largo dentro di me, mi stava riempiendo lentamente, poi quando Leonid fu completamente dentro di me mi afferrò per le spalle e cominciò a muoversi……ad ogni affondo mi perdevo sempre di più…..ormai non riuscivo più a connettere, perdendo il controllo di me stessa……ansimavo e mugolavo dal piacere senza ritegno.
Mi piaceva sentire il suo corpo sopra di me…..sentivo il suo odore di mare e di nafta……sentii che stava per raggiungere l’ orgasmo, ormai lo attendevo ma non mi volevo abbandonare completamente’
Feci per stringerlo con le gambe a me ma Leonid si fermò…..lo sentii uscire da me…..gli chiedevo di rientrare, ma lui si alzò e dal bagaglio a mano prese qualcosa, poi mi prese i polsi e mi costrinse ad alzarli sopra la mia testa e con l’altra mano mi ammanettò alla spalliera del letto…questa cosa mi eccitò ancora di più, mentre sentivo il suo ginocchio tra le mie gambe a contatto della mia fica umida….
Leonid mi guardò negli occhi poi cominciò a palpare il mio seno, lo accarezzava con la lingua, giocava con i miei capezzoli, li mordeva….io gemevo, …mi divincolavo, ma lui mi bloccò, mi baciò….si mise a cavalcioni su di me inerme ….sentivo il suo cazzo fra le mie tette…..lo passava sui mie capezzoli dopo di che me lo mise in bocca e lo spinse giu’ fino in gola quasi soffocarmi…..respiravo a fatica, gli occhi iniziavano a lacrimarmi….
Leonid se ne accorse smise di spingere, cominciò muoverlo in bocca più lentamente, ma mentre si muoveva sentivo le sue dita entrare dentro la mia fica….poi cominciò a leccarmi e baciarmi prima il collo poi i seni e poi finalmente giù giù …..ero ammanettata al letto e non potevo far niente, non resistevo più ..era lui che conduceva il gioco’ potevo solo godere quel trattamento……..gemevo e mugolavo …..inarcavo il bacino e aprivo le mie gambe piu’ che potevo, offrendomi spudoratamente a Leonid …..lo sentii leccare e baciare le mie grandi labbra……sentiila sua lingua entrarmi dentro e frugarmi, lo sentivo succhiare i mie umori, venni con due orgasmi successivi, poi non ne potevo più, gli chiesi di liberarmi…..

Ma Leonid non mi ascoltava, per tutta risposta mi afferrò per le caviglie e mi sollevò le gambe…..strusciava il suo cazzo sulla mia fica ma non mi penetrava……mi stava torturando…..ma infine lo sentii puntare nel solco dei miei glutei lo sentii farsi strada dentro me…….che ero ancora ammanettata al letto non lo potevo nè abbracciare nè accarezzare nè tirarlo verso di me….mi piaceva, questa situazione mi faceva sentire sua schiava, tutto questo aumentava la mia voglia di lui……..non potevo fare niente, anche se volevo farlo entrare più in profondità,…..

Poi lo sentii entrare sempre di più dentro di me, mi dimenavo…..puntando le mani ammanettate alla spalliera del letto e mentre lui spinge verso di me io spingo verso di lui……sentivo dolore ma stringevo i denti, sopportavo il dolore perché lo volevo tutto dentro, mi fermai solo quando sentii battere i suoi testicoli sui miei glutei…..mi piaceva quella sua brutalità, nessuno mi aveva mai preso così……sono con il cazzo di Leonid dentro il mio culo e con le gambe oscenamente aperte……mi masturbavo prima con un dito poi con due poi lo invito a masturbarmi davanti’mi abbandonai completamente a lui…..ormai gemevo e ansimavo senza controllo, sentivo anche Leonid ansimare mi abbandonai all’orgasmo e lungo e violento, sentivo il mio ventre vibrare senza controllo.
Mi resi conto che stavo urlando solo quando Leonid con una mano mi tappò la bocca…..mugolavo dal piacere con la bocca tappata da Leonid ho brividi per tutto il corpo, poi lui lo estrasse e mi penetrò definitivamnete al posto giusto, e io con le mani spingevo il suo membro verso la mia fica e poi tolsi la mano dalla mia fica che spruzzava il mio piacere come un cazzo, e sentii lui cominciare a mugolare che sta venendo, sentii il suo cazzo vibrare nel mio ventre e subito dopo il suo caldo mi riempì.
Mi toglie la mano dalla bocca respiro a fatica sono tutta sudata e sconvolta dall’orgasmo anche lui al il fiato corto, restiamo fermi in questa posizione posizione per un po’, sono ancora ammanettata al letto Leonid resta dentro di me sento il suo cazzo che sta tornando alle dimensioni normali, come il sui respiro mi libera dalle manette e si sdraia accanto a me…io lo abbraccio e ci addormentiamo così.
Quando mi risveglio Leonid sta facendo la doccia……dice ‘ sei bravissima, facciamo un accordo, io rischio la galera, ma….ti porto sulla nave segretamente, ti proteggo, ho un cabina in sala macchine per le emergenze, nessuno viene a vedere, ti venderò ai colleghi, così ti paghi il viaggio, ti darò il 10% di quello che chiederò. Il viaggio dura 9 giorni..mi dirai tu quanti servizi puoi fare..’
Feci molti servizi ai 19 uomini di equipaggio.

Giorno 1
Erano le 6 del mattino, andammo con le mie due valige di cose da vestirsi ..e da svestirsi’alcune le avevo comprate dalle Fogliatine quando tutte se ne sono andate’tanga, travestimenti da crocerossina, da vigile, da suora, c’era anche uno di quei falli di legno di ulivo che piacevano tanto aquel famoso politico.
La cabina attigua alla sala controllo elettrica era al ponte 8 a poppa , sotto il castello di comando’ si sentiva molto odore di nafta e molto caldo, chiusa con una paratia stagna antifuoco e verso mare da un oblò blindato ma apribile con una carica di esplosivo in caso di emergenza. Una Branda a castello, un lavandino, un wc in un angolo e la doccia.
Mi parve comunque un sogno e mi buttai sulla branda per riposare qualche ora.
Il giorno passò, ero rinchiusa, sentivo la nave muoversi, non dovevo uscire e farmi vedere da nessuno’intanto mi riposai e dormii a lungo, poi mi rassettai e mi feci bella’poi attesi leggendo il libro’ nel mare ci sono i coccodrilli’ che narra l’odissea di un ragazzino profugo afgano che cerca di arrivare in Italia..
Verso le 8 tornò Sergiej con un giovane senegalese Assam, con un vassoio di cibo. Appena finii di mangiare naturalmente qualcuno comincio ad allungare le mani, io ero ancora vestita, ma la gonna era sollevata facendo intravedere le calze, così Sergiej infilò la mano sotto la gonna e mi scostò gli slip, e cominciò a lavorarmi con le dita in maniera sublime. A questo punto infilai la mia mano dentro i suoi pantaloni, li slacciai e abbassai o la testa sul suo grembo e cominciai a succhiare. Sentivo il suo bastone umido sempre più grosso sulla mia lingua.
Nel frattempo lui mi sbottonò la camicetta e mi ciucciava le tette nude.
Il giovane nero ci guardava massaggiandosi davanti, io pensai ai guardoni di tanti anni fa, ma con Sergiej mi sentivo al sicuro. Quella volta, con il ragazzino che stava con me, due guardoni ebbero vita facile e fui costretta a fare due pompini, tremante e terrorizzata.
Ormai la camicetta era sbottonata ed il mio seno fuori dalle coppe del reggiseno, mentre masturbavo con una mano il notevole uccello e l’altro mi guardava con avidità. Poi si fece vicino e me lo porse, e mentre succhiavo il cazzo al ragazzo, cominciai a toccarmi con le dita mentre la mia fica grondare già di secrezioni, per la situazione eccitante che si era proposta.
Sergiej, con fare irruento mi penetrò, facendomi emettere uno strillo strozzato dato che in bocca avevo l’altro cazzo, e mi scopava tenendomi per i fianchi. Ero tutta bagnata. Non resistemmo molto, mi montava con furia e io avrei voluto gridare di piacere ma mi limito a mugolare.
Poi Sergiej mi venne dentro sussurrandomi ‘grande troia’ e poi mi indicò e indicò il ragazzo come per dire, unitevi, e lui cominciò a penetrarmi fino in fondo, e io gemendo lo eccitavo con frasi oscene in Ukraino, che non capiva, ma gli piacevano lo stesso ”sfondami, sfondami la fica, fammelo sentire, sfondamela’.
Poi il ragazzo si sdraiò sulla branda in alto, facendomi salire e tenendosi il cazzone con le mani, e io mi misi a cavallo di lui che cominciò a sbattermi tenendomi sollevata con le braccia
Ero rossa tra il calore della cabina e il calore dell’eccitazione e sudavo, mentre il ragazzo nero mi dava schiaffi sul sedere, e mi prese ai fianchi e spinse più forte il lungo pisello, che mi sentii fino alla fine della vagina, mi stringeva i fianchi, e poi mi schizzò dentro mentre con una mano mi strizzava un seno e con l’altra mi dava schiaffi sull’altro e godeva gridando, tutto dentro di me.
Sfilato il senegalese dalla mia fica, io ero rimasta a busto nudo con tutta la gonna attorcigliata ai fianchi e basta, Sergiej mi guardava e girandomi dietro mi infilò due dita in fica, io ansimavo e lui tenendomi dai capelli in quella posizione mi masturbava con tre dita talmente forte che si sentiva il rumore dei miei liquidi misti allo sperma del ragazzo, mi sentivo una puttana, ebbi infine un orgasmo, ululai, e poi lui si asciugò la mano bagnata sulla mia faccia. Mi sdraiai a faccia in giù, così com’ero, seminuda, e loro infine mi salutarono e mi chiusero dentro. Dormii tutta la notte.
Giorno 2
Il senegalese Assam bussò verso le 11 alla cabina e la aprì, mi porse un biglietto sorridendo. C’era scritto di andare dal vice comandante Leonid, ukraino, alle 14, due ponti sopra, al 6.
Mi preparai con anche il trucco e quando arrivai sul ponte 6 erano le 14 e lui era già lì, mi aprì la porta della sua cabina mi apre e mi dice subito di togliermi il rossetto perché ha voglia di baciarmi e non vuole lasciare tracce. Chiacchierammo, io ero imbarazzata nel trovarmi lì con un ufficiale.
Stranamente invece di fare sesso parlammo del sesso che ho fatto in tutti questi anni. Voleva che gli raccontassi delle storie eccitanti, io gli raccontai del politico e delle fogliatine’Mi fece capire che con sua moglie non andava bene. Lui disse che doveva fare delle cose con le puttane che trovava nei porti e aveva degli attrezzi…per eccitarsi’ da usare con le donne che trovava nei porti’Poi mi chiese cortesemente di toccare il mio seno e quando mi sganciai il reggiseno lo toccò e lo baciò in maniera rocambolesca senza sbottonarmi la camicetta. Poi si alzò, estrasse dalla borsa un arnese di gomma e comincia ad ungerlo. Dicendo – Mettiti con le gambe in alto ‘
Mi distesi sul letto, alzai al massimo le gambe, mettendo in evidenza il mio sesso. – Brava così, a me piace se senti male dimmelo, poi passa –
Così dicendo prese l’arnese, lo unse con un olio baby, poi cominciò ad infilarmelo nella vagina lentamente
L’oggetto entrava, e cominciavo a sentirlo scorrere all’interno.
Con delicatezza lo estraeva poi lo inserì di nuovo. Mentre ripeteva quest’operazione, mi toccava il clitoride e avvertii una contrazione. Lui lo infilava dentro fin dove arrivava, sentivo penetrare l’attrezzo all’interno della vagina fino a toccare l’utero. Dissi – Basta ti prego! – Va bene, attenta ora, lo metto in funzione – Così dicendo azionò un pulsante e l’attrezzo cominciò a vibrare.
Venni investita da un piacere incredibile che mi fece quasi svenire. – Mettiti comoda! ‘ mi consigliava’Mi sdraiai mentre Leonid mi accarezzava i capezzoli e li succhiava facendomi venire quasi subito.
Lui fu stupito e disse – Ragazza, devi imparare a resistere se vuoi godere a pieno. Se sei così veloce devi allenarti intensamente ‘
Continuava a masturbarmi, e io cercavo di assecondare il movimento del pene e sento che scorre nella vagina, procurandomi un grande piacere.
– Ecco brava ‘ diceva, baciandomi ‘ continua così lentamente… ‘
L’ho detto, sono una troia non sono una santa
L’orgasmo montava di minuto in minuto ed esplose potentissimo ancora una volta.
Dopo i primi orgasmi smisi di contarli perché si susseguivano ad un ritmo troppo veloce.
Dopo un po’ volle finalmente prendermi e mi fece mettere a pecorina posizionandosi dietro le spalle e mi penetrò nuovamente fino in fondo, mi sentivo aperta in due mentre le sue palle mi colpivano il clitoride infiammato.
Dopo più di un’ora che mi scopava in ogni posizione Leonid arrivò all’orgasmo, si ritrasse e mi riempì il seno ed il viso con una quantità di liquido tiepido.
Era finita, ci rilassammo per qualche tempo e poi con mia gioia disse di tornare nella mia cabina ed era l’alba.
Giorno 3
Passai una notte tranquilla, la nave si muoveva appena, al mattino venne Assam con del pane e caffè, sorrise, lo ringraziai con una carezza, scappo subito al lavoro’attesi leggendo un libro di Kafka, La metamorfosi’
Solo verso sera, quando sentivo i motori a regime e la nave in crociera, entrò Leonid con un giovane Senegalese che portava un vassoio di cibo per tutti e tre. Mi presentò il nero come Ahmed era di bell’aspetto, nero nero, asciutto e con un sorriso bianchissimo.
Leonid mi lascio con Ahmed , lo guardai attentamente, era bellissimo, sembrava un dio greco col suo enorme scettro.

Si sdraiò al mio fianco cominciando ad accarezzarmi il seno poi si avvicinò e mi baciò. Un bacio lungo, intenso e sensuale, sentivo la sua lingua esplorare la mia bocca giocando con la mia finché si staccò e cominciò a scendere verso il seno.
Mentre con le dita giocava con un mio capezzolo durissimo con la bocca si impadronì dell’altro succhiandolo avidamente.
Gemetti e lui scese ancora e raggiunse la mia figa , spalancai le gambe e lui iniziò a leccarmi insinuando la lingua tra le grandi labbra, non potei trattenermi.
Urlai ‘ Godo”.godoooo’..godooooooo!!’ fu un orgasmo squassante che mi fece tremare come una foglia mentre lui imperterrito continuava a leccare tenendomi le cosce aperte con entrambe le mani.
Non appena mi fui calmata e gli spasimi dell’orgasmo si furono affievoliti si sistemò tra le mie cosce spalancate puntando il suo grosso bastone all’entrata della vagina.
Smaniavo dalla voglia di sentire dentro di me quel cazzo e mossi il bacino per incontrarlo ma lui si ritrasse, si avvicinò nuovamente ed ancora si ritrasse quando cercai il contatto.
‘Nooo”’dai”’scopami’.mi fai morire’..mettilo dentro”’.dai scopami!!’ lo pregai
Ero bloccata dalle sue forti mani e non riuscivo a farmi penetrare.
Poi finalmente si decise e cominciò a spingere il cazzone dentro di me.
Nonostante la mia abbondante lubrificazione la penetrazione fu lunga e anche dolorosa.
Quando fu ben dentro cominciò ad andare avanti ed indietro dentro di me sfilandosi quasi completamente per poi tornare ad infilarsi.
Ora mi sentivo veramente piena con le pareti della vagina completamente dilatate che si adattavano come un guanto al grosso palo che le penetrava ed ebbi il piacere di sentire la punta del cazzo urtare la bocca dell’utero e cercare di penetrarvi.
Io rallentavo pensando a quello che mi aveva detto Leonid, il giorno prima ‘ma l’ho detto, sono una troia non sono una santa’e l’orgasmo montava di minuto in minuto ed esplose potentissimo ancora una volta. ‘Nooo”’dai”’scopami’.mi fai morire’..mettilo dentro”’.dai scopami!!’ lo pregai
Dopo più di un’ora che mi scopava in ogni posizione Ahmed arrivò all’orgasmo, mi riempì e mi baciò ancora e poi mi disse ‘Grazie, era tanto che non conoscevo una donna come te, vali i soldi che do a Sergiej’
Me ne andai mezza vestita e mi nascosi in cabina dove dormii tutta la notte.
Giorno 4
Il giorno dopo dormii tutto il giorno e assad mi portò da mangiare, poi alla sera entrarono insieme Leonid e Ahmed.
Appena entrati Leonid mi ordinò: ‘Spogliati’..ti voglio tutta nuda”’ora vieni qui’.inginocchiati davanti ‘..tirami fuori il cazzo ed adora lo scettro del potere!!’
Mi inginocchiai davanti a lui e gli slacciai i pantaloni tirandogli fuori il cazzo non ancora del tutto eretto.
Nonostante questo era già molto grosso e lungo.
Lo presi in mano e mi passai la cappella, su tutto il viso riempiendola di baci.
‘Brava’.così deve fare una brava troia”.bacialo tutto”..fino alle palle’..leccale bene!!’
Obbediente cominciai a leccare tutto quel ben di dio che cominciava a crescere sempre di più mentre la mia figa era ormai completamente allagata.
‘Adesso prendilo bene in bocca’.così’..bravissima’.succhialo”ingoialo tutto’..mmmh”sei brava”’.voglio sentire la tua gola sulla cappella’..ingoialo”fino alle palle!!’
Nonostante mi sforzassi di accontentarlo non riuscivo a prenderne in bocca più di due terzi ed anche così mi sentivo soffocare.
Poi cominciò a scoparmi tenendomi ben salda la testa con entrambe le mani ed usando la mia bocca come una figa. Glielo presi in bocca e mentre succhiavo il cazzo ad Ahmed e cominciai a toccarmi con le dita mentre la mia fica grondare già di secrezioni, per la situazione eccitante e mugolavo di piacere nell’assaggiare il bastone di Amehd e leccavo insieme all’altro anche Leonid che non era così grande come quello dell’amico.
Quando il primo venne ingoiai tutto poi infilai il preservativo a Leonid che si mise seduto e io sopra a smorzacandela.
Poi lui estrasse e invitò Amehd a penetrarmi. L’atmosfera era bollente e il suo uccellone tornò sull’attenti in poco meno di 5 minuti e io a quella vista lo volli dentro, e mi misi in ginocchio, pronta ad accogliere quel bastone.
Amehd ci sapeva proprio fare e accompagnava le spinte con mugolii eccitantissimi e mentre il grande uccello mi sfondava , lui lubrificava il mio culetto con la saliva provocandomi scariche elettriche di eccitazione.
Amehd smise di scoparmi iniziò a slinguarmi seguendo il profilo dei miei seni e soffermandosi sui capezzoli per poi sgrillettarmi.
Il clitoride si era ingrossato e Amehd lo divorava facendomi contorcere dal piacere’ ero in una fase di eccitazione fortissima e parlavo con frasi sconnesse : ‘Godoooo dai lecca più forte, scopami con quella lingua’siiii la voglio più dentro, uhuhuhuuhuhuhuhu, dai ancora ancora. Tu Amehd non ti fermare’.che cazzone grande che hai!!!’
Amehd me lo mise dentro e iniziò a stantuffarmi con ritmo ma io volevo anche l’altro dentro, così cercai di mettermii in posizione per prendere anche il pisello dell’amico.
Di nuovo la doppia penetrazione e io in mezzo che godevo in preda ad un’orgasmo e con le tette così eccitate e gonfie che quasi esplodevano.
Poi si invertirono e Leonid, con fare irruento mi penetrò da dietro, facendomi emettere uno strillo strozzato dato che in bocca avevo l’altro cazzo, e mi scopava da dietro tenendomi per i fianchi.
Poi Leonid mi indicò e indicò il ragazzo come per dire, finite, e lui cominciò a penetrarmi fino in fondo, e io gemendo lo eccitavo con frasi oscene in Ukraino, che non capiva, ma gli piacevano lo stesso ”sfondami, sfondami la fica, fammelo sentire, sfondamela’.
Lo voleva’eccome!! Lui gridava e lei ancora di più!
Fece su e giù lentamente per sentirlo entrare bene ad ogni corsa un po di più.
Fino a quando non riuscì a sentirlo tutto dentro, era completamente dilatata e scorreva liscio, e accompagnava i suoi movimenti spingendo sempre più in fondo il pisellone facendomi gridare sempre di più.
Infine me li trovai davanti alla faccia e li feci venire insieme.
Ero spossata, sentii che uscivano mi girai sulla branda , Leonid diceva qualcosa in una lingua strana, penso parlassero di soldi.
Prima della notte lui tornò, mi baciò, disse ‘spassiba, sei brava, ci vediamo domani”

Giorno 5
Il giorno 5 la nave si fermò nella rada del Pireo, il porto di Atene.
Io salii al ponte tre e chiesi a Sergjei perché e lui mi disse che erano in attesa che giungesse l’ordine di scaricare il greggio rimasto , e della conferma del pagamento del cliente .
Quando sentii le ancore cadere, sgattaiolai dalla balaustra di poppa e guardai nella nebbia caliginosa che mi nascondeva la famosa città da cui derivava la civiltà che avevo trovato’non sempre splendida, in occidente e che forse non avrei mai visto in vita mia.
Vidi accostarsi un traghetto di servizio alle navi in rada e un gruppetto di loro scendere verso terra, poi, dato che non dovevo in alcun modo farmi vedere, i subito mi ritirai n nella mia afosa cabina, per paura che curiosi di passaggio con i traghetti o i motoscafi che affollavano l’area mi vedessero e notassero un femmina stranamente a bordo di quella nave e peggio mi fotografassero.
Il giorno dopo a pranzo mi raccontarono che erano tornati a notte fonda e George scherzò dicendo ‘ora hai un’amichetta!’
Dopo poco entrò lei, Demetra Sakkis una bella donna greca di carnagione scura e capelli corvini. Pranzammo, parlammo inglese, la misero nella mia cabina.
Ovviamente il mio lavoro continuava e la mia fuga non era certo terminata’raccontai a Demetra la mia storia, e lei la sua .
Era stanca e spaventata, disse che da un amico marinaio in contatto tramite facebook con i miei amici-carcerieri, aveva sentito della mia avventura e le era venuta l’idea di salvarsi allo stesso modo, chiedendo una clandestina ospitalità.
Scappava ad una situazione terribile, aveva un protettore, Zonda, un uomo violento, che la sfruttava e la picchiava.
Mi raccontò che negli ultimi mesi, la crisi greca aveva decimato i clienti, la gente non aveva più i soldi nemmeno per le puttane.
Lui allora aveva organizzato una specie di asta, costringendola ad esporsi seminuda in un bar, Era costretta a salire su un palco tra una folla di marinai di cui molti ubriachi. Il suo protettore Zonda vendeva cose che gli uomini potevano farle.
5 euro una strizzata alle tette, 10 euro una toccata del culo, 15 euro della fica, 25 euro una leccata, 50 euro una scopata, 100 euro un pompino, 150 euro la sodomizzazione.
Ovviamente la cosa degenerava e tra quelli che la toccavano, la scopavano, le mettevano l’uccello in bocca, la insultavano, finiva che magari in due la prendessero di dietro, e due le porgessero il cazzo da succhiare mentre altri tre o quattro la toccano e leccavano in ogni parte del corpo.
Quando alcuni avevano eiaculato dentro e fuori di lei, ormai ricoperta di silicone, altri avevano acquistato il diritto di violarla, salendo sul palco e scopano lei ormai ridotta senza forza mentre la gente ubriaca vociava, incitava i violentatori e la insultava.
Dopo due o tre violenze, farcita e ricoperta di liquido seminale, con la fica e l’ano infiammati che le bruciavano, senza respiro per i cazzi in bocca livida e peta per le grezze mani che le schiacciavano glutei e seni, se cercava di sottrarsi allo scempio Zonda la schiaffeggiava, le permetteva solo 10 minuti di paura per ripulirsi e aspergersi di olio baby johnson le parti intime e poi doveva rivestirsi con un bikini stretto e ritornare sul palco, fare movimenti lascivi, togliersi con tutta la grazia che poteva, anche se stava piangendo, lo slip e il reggiseno e ricominciare ad essere torturata da un altro gruppo di schifosi energumeni.
Dopo due serate così le era parso chiaro che sarebbe morta se non fosse scappata, Uscì piangendo dalla stupro del terzo giorno e mentre cercava di lavarsi dal sudiciume nel camerino sentì bussare, prese dal cassetto la pistola che teneva per difesa e fece entrare un marinaio, che era stato un suo vecchio cliente, al porto, e con cui aveva avuto un minimo di confidenza, era venuto diverse volte..
Le disse che aveva visto lo ‘spettacolo’ e aveva capito il suo strazio, le suggerì subito di scappare, le disse che alcuni suoi amici erano imbarcati su una petroliera della stessa compagnia, e che sapeva che a bordo di una nave gemella avevano un clandestina femmina, che fuggiva da una sua situazione in Italia, e lui aveva pensato che avrebbe potuto farlo anche lei. E lei non se lo fece dire due volte, ‘
La accolsi e la coccolai , poi le diedi alcuni indumenti, e la lasciai dormire.
La Meriva partì il giorno dopo senza avere scaricato.
Al 5 gg Demetra stava meglio, era ancora dolorante, ancora ma si era riposata.
Leonid disse che dopo che i fosse ripresa, dovevamo organizzare uno spettacolino sexy per l’equipaggio, e io potevo pensare a come fare, data la mia esperienza, che gli avevo raccontato. Disse che la paga sarebbe stata doppia, cioè il 20 % di quello che lui avrebbe chiesto ai suoi colleghi, anziché il 10.
Ci consultammo tra di noi e organizzammo tutto, poi la sera del sesto Giorno, quando la nave era ferma al largo di un porto che io non conoscevo, fummo condotte nella saletta cinema dove i ragazzi avevano preparato un giaciglio di fortuna con tre brande affiancate e delle coperte discretamente puliti.
Poi tutti si erano seduti intorno, mancava solo il comandante.
Demetra, senza dire nulla la ragazza si avvicinò a me e cominciò a spogliarmi: non ci volle molto visto il poco che indossavo. Prima di aiutarmi a sfilarmi le mutandine, l’ultimo indumento rimastomi addosso, si denudò completamente anche lei, poi mi prese per mano e mi accompagnò alle brande al centro della stanza.
La guardavo, e vedevo il suo corpo perfetto ed abbronzato.
Demetra si sdraiò restando immobile, gli occhi al soffitto della cabina. Poi mi si accostò e le sue mani iniziarono a deliziarmi: se una mi accarezzava la nuca l’altra correva sul mio corpo e’si lo devo dire ci sapeva fare, sfiorò leggermente il mio ventre leggermente bombato per poi scivolare sul bordo alto dei miei slip, andò a toccare il ricamo per poi iniziare a forzarlo, quel dito ora aveva superato quella leggera barriera e correva sulla mia pelle sotto il cotone, , sempre più in basso per poi farlo raggiungere da un altro e un altro ancora, ora la sua mano era tutta nelle mie mutandine e andò a toccare il mio monte di venere provocandomi una scossa elettrica.
Agiva con una lentezza esasperante, sembrava che il tempo non le interessasse non si muoveva come le mani di un maschio che puntavano a togliermi l’intimo per poi avere la mia figa a portata e prenderla, quella donna viveva di carezze, mi voleva letteralmente far venire senza possedermi, solo sfiorandomi e ci stava riuscendo. Sotto i suoi polpastrelli il mio bottoncino urlava e me lo sentivo diventare di momento in momento più grosso come le punte dei miei capezzoli che ora si vedevano chiaramente sotto il reggiseno spiccavano impertinenti.
E non aveva finito, quella bocca dopo aver giocato con le mie labbra scese lungo il mio collo, solletico, piacere, nirvana stavo entrando in un’altra dimensione, scivolò, mi leccò, la sua saliva mi provocava brividi, perché oltre alla lingua a tratti soffiava leggermente” I
mbambolata, aspettavo che cosa stesse per fare, ormai mi stavo lasciando andare. Impercettibilmente sempre stando in piedi allargai le gambe come per facilitarla e spinsi il mio petto in avanti.
E lei quasi cambiando registro dette un succhiotto ai miei seni che spiccavano sotto la stoffa del mio intimo, fu un attimo , quella bocca’.una scossa’.piacere e niente altro , gemetti e lei ne approfittò per infilare la punta di un polpastrello in me’.e io per tutta risposta mossi i fianchi quasi a invitarla a entrare più in profondità.
Le mie gambe stavano cedendo, mi dovevo distendere , la testa mi girava, le sensazioni erano troppo forti.
L’abbracciai, cercando di aderire a lei il più possibile, i suoi capelli erano sul mio viso, la sua bacca mi stava lavorando i seni orami liberi perché una volta accortasi che non opponevo resistenza la sua mano dalla mia nuca era scesa lungo il mio corpo per andare a far saltare la chiusura del reggiseno.
I miei seni erano liberi e quel volto li accarezzava, ci passava lentamente sopra la guancia e con la sua lingua a tratti giocava con i miei capezzoli.
Demetra sospirò lievemente e poi si portò una mano al seno.
Iniziò a carezzarsi lentamente, sfiorando con le dita il capezzolo che, avevo notato con una punta di interesse, si era già inturgidito.
Anche l’altra mano aveva iniziato a massaggiare il seno, ed in breve la mia amica era già partita verso la meta del suo piacere.
Ansimava piano, con gli occhi chiusi, godendosi il contatto delle sue mani.
Avevo sempre pensato che le mani di Demetra fossero belle ed affascinanti: sia quando lavorava al computer, in ufficio, sia a mensa, quando erano impegnate con coltello e forchetta, avevo sempre notato l’estrema eleganza dei suoi gesti, dei suoi movimenti aggraziati.
Adesso anche lei mi guardava; nel suo sguardo torbido mi sembrò di leggere un qualcosa che si stava affacciando anche nella mia mente.
Tutte e due avevamo le mani sulle nostre fiche bollenti.
Mi toccavo con dita esperte nel lago che mi si era formato tra le cosce, e sentivo l’onda del piacere salire dentro di me, piacere ingigantito dal vedere il corpo di Demetra, splendido e nudo, adagiato accanto a me, accaldato ed erotico, fremente e desiderabile.
I nostri occhi si incontrarono, e quello sguardo valse più di mille parole.
Demetra si girò verso di me e, in un attimo, le nostre labbra si cercarono, le bocche si unirono e le lingue si abbracciarono avide.
Fu un bacio pieno di passione e di desiderio, come una fiamma accostata alla miccia di una bomba pronta per esplodere.
Quando le nostre bocche si staccarono, le sue labbra scesero lungo il mio collo ed arrivarono al seno, iniziando a tormentarmi il capezzolo. Seppi immediatamente che era quello che stavo aspettando da tempo.
Chiusi gli occhi e mi abbandonai alla sua calda lingua.

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