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I RACCONTI DELL’AVVOCATO – La scommessa con la collega

By 14 Marzo 2023No Comments

Per suggerimenti, critiche o altro, potete contattarmi a: fabridm77_2022@libero.it
cerco inoltre una donna scrittrice con cui impostare un racconto “a due mani”, se ci fosse qualcuna interessata…potremmo parlarne!

Dopo l’increscioso episodio con la colombiana, consigliato anche dal mio medico di fiducia (“sai, non è che sia tecnicamente rotto, però meglio non rischiare no?”) affrontai un periodo forzato di astinenza sessuale, reso ancor più angosciante dal fatto che la R., da vera stronza quale era e sarà sempre, mi provocava di continuo, non solo verbalmente (“avrei proprio voglio di ciucciartelo oggi, che peccato!” tanto per dirne una che quotidianamente mi toccava sentire) ma anche fisicamente, visto che non perdeva occasione per vestirsi in modo molto provocante e strusciarsi su di me.
L’assalto alla nuova arrivata stava proseguendo, o almeno così mi rassicurava R. che sosteneva di aver rivelazioni interessanti, ma la mia vita sessuale subì una piacevole digressione proprio quando finì la rottura del cazzo.
La fortuna fu dalla mia parte, perché R. si presentò in ufficio portandomi una sentenza che era stata inviata dalla cancelleria sulla mia PEC (che leggeva R., io di tali rotture di coglioni burocratiche non voglio proprio occuparmi).
“abbiamo vinto!” esclamò tutta felice.
“che causa?” chiesi prendendo in mano la sentenza.
“P… contro V….”
Un sorrisetto diabolico si disegnò sulla mia bocca.
“tutto bene?” chiese R.
“si, si” risposi per poi congedarla in malo modo.
R., che mi conosceva meglio di me stesso, cercò di indagare su cosa stesse capitando, ma lasciai cadere nel vuoto le sue domande: del resto, se voleva interrompere i rapporti, poi non è che si potesse lamentare..
Comunque, appena R. uscì dalla stanza, presi il cellulare ed inviai un messaggio a F., la collega che assisteva la parte soccombente.
“quando posso riscuotere il mio premio?” le scrissi su whatsapp.
La F. era una collega molto bella, di chiara origine meridionale, con capelli ed occhi scuri, due belle labbra carnose, due tette abbastanza abbondanti (c’erano discussioni coi colleghi fra una terza abbondante ed una quarta scarsa) ed un culo a mandolino davvero invitante: non era forse la più bella del Tribunale, ma sicuramente era il sogno erotico di molti, compreso il sottoscritto.
Ci conoscevamo di vista e spesso avevamo scherzato con qualche allusione sessuale, senza mai andare troppo oltre se non in occasione della causa appena vinta: finita la prima udienza, eravamo andati a prendere un caffe, che si era trasformato in un aperitivo sull’alcolico andante.
Complice sicuramente il vino, facemmo una scommessa, ovvero se avessi vinto la causa, lei sarebbe stata mia per una notte ed avrebbe dovuto soddisfare i miei desideri, il contrario se la avesse vinto lei.
Vinta la causa, non potevo far altro che riscuotere il premio.
F. rispose subito, cercando una scappatoia ed accusandomi di ogni scorrettezza possibile, ma fui irremovibile: la scommessa era stata persa ed alla notte avevo diritto, a meno che non volesse rimangiarsi quanto promesso..
Dopo un po’ di battibecchi, F. acconsentì (“sei solo un porco, non ti facevo così” scrisse dopo aver detto di si, con l’unica conseguenza di eccitarmi ancor di più) e decidemmo che ci saremmo visti il martedì prossimo.
Attesi con impazienza quel giorno e, poco prima della serata, feci recapitare in ufficio dalla F. un pacco, con dentro il completo intimo che volevo mettesse, accompagnato da un biglietto che diceva “ti voglio così”.
“tu sei pazzo” mi scrisse su whatsapp, ma seguito da due faccette con il sorriso.
“sono pazzo di te” risposi “vedrai stanotte…”.
Cazzeggiamo coi messaggi finché non arrivò finalmente l’ora stabilita, ovviamente l’appuntamento era nel mio appartamentino privato, dove avevo preparato tutto per l’occasione: bottiglia di spumante in tavola, crudités di pesce come antipastino e, soprattutto, un bello specchio davanti al divano.
F. arrivò puntuale, si tolse il cappotto e si accomodò sulla sedia.
“un po’ di vino?” chiesi per stemperare la tensione e per metterla a suo agio.
Acconsentì, si accomodò sul tavolo, dove mangiucchiammo un po’ di pesce e bevemmo un altro bicchiere.
Poi la presi, la alzai e me la mangiai con gli occhi: aveva un bel fisico e quella certa ritrosia che mi eccitava da morire, anche perché ero convinto che si sarebbe rivelata una vera porca a letto, del resto se si era presentata era perché voleva essere chiavata e stare al gioco, altri motivi non ve ne erano, considerando che se mi avesse detto di no che avrei potuto fare? Denunciarla in Tribunale?
Forte di questi miei pensieri, la portai sul divano.
“direi che possiamo iniziare no?” chiesi.
“ma non ti vergogni per quello che stai facendo?” mi rispose a sua volta.
“assolutamente no” le risposi.
Le presi la testa ed iniziai a baciarla in bocca, lei all’inizio fece un po’ di resistenza, ma poi contraccambiò il bacio.
Scesi a baciarla sul collo e a toccarle le tette, che poi iniziai a sbaciucchiare, poi la presi e la misi a cavalcioni su di me.
“voglio vedere l’intimo che ti ho inviato” ordinai.
Lei smise di baciarmi e mi guardò con fare interrogativo.
Indicai col mento lo specchio, che era giusto dietro di lei.
“che porco!” mi insultò, ma iniziò a sollevare la gonna, lasciando intravedere il tanga che le avevo dato.
Le alzai tutta la gonna.
“guarda come ti sta bene” le dissi, palpandole il culo ed aprendo leggermente i due buchetti.
Lo specchio restituì l’immagine di F. sopra di me, a gambe larghe e ben aperte, con le mie mani che esploravano il culo e la figa: era molto stimolante, infatti F. si girò ad ammirarsi e si eccitò, perché riprese a baciarmi con foga.
“mi vuoi scopare porco?” chiese con voce rauca.
“no” risposi duro “prima voglio che lo succhi per bene e voglio che tu ammiri la tua stessa opera”
Così dicendo la misi di fianco a me, mi tirai fuori il cazzo già bello duro e abbassai la testa della F.
Che, va detto con onore, non si tirò certo indietro, anzi: iniziò a leccare con sapienza la cappella, poi assecondando i miei movimenti se lo prese in bocca ed inizio a succhiare.
Era molto dotata, si vede che le piaceva farlo perché muoveva con maestria la lingua, anche quando aveva il mio cazzo ben dentro la bocca.
Le sollevai i capelli che le erano caduti davanti e tirai un po’ il viso verso la mia pancia.
“guardati” ordinai indicando lo specchio “guarda quanto sei porca”.
Lo specchio restituì l’immagine della F. che mi succhiava il cazzo con assoluta maestria, muovendosi in su e in giù sulla mia asta, e del mio dito che entrava e usciva dalla sua figa, avendo approfittato della situazione per sollevarle la gonna, spostarle il tanga ed iniziare a farle un piacevole ditalino.
“che troietta che sei!” esclamai, avendola trovata già bella bagnata.
F. non poteva ovviamente rispondere, aveva ormai il cazzo saldamente piazzato dentro la sua bocca e la sentii solo mugugnare in risposta.
“ce la fai a prendermelo tutto in bocca?” le chiesi.
Lei annuì e tentò di prenderlo, ma era un po’ fuori allenamento e non entrò proprio tutto, cosicché forzai la mano e le spinsi la testa, finché la sua lingua appoggiò sulle mie palle.
“lo vedi che ce l’hai fatta a prenderlo tutto?” chiesi.
Lo specchio restituì l’immagine della F. con tutto il mio cazzo ben dentro la sua bocca e la mia mano ben piantata sul suo sesso.
“continua a guardare” dissi.
Le tenni ferma la testa ed iniziai a scoparla in bocca, con colpi non tanto forti ma decisi e costanti.
F. mugugnava ma tenne ben fissi gli occhi sullo specchio, che rimandava l’immagine della sua bocca violata dai miei decisi colpi, col mio cazzo che entrava e usciva senza interruzioni dal suo buco.
Poi le sollevai la testa e, nel mentre che era ancora ansimante, mi alzai in piedi e mi piazzai davanti alla sua faccia, immobile, offrendole il mio cazzo bello dritto.
“fammi vedere come lo succhi ora” dissi.
F. non se lo fece ripetere ed iniziò un ottimo lavoro, alternando leccate e sapienti ingoi.
“vedi che pompinara sei? Lo vedi quanto sei brava?” la chiesi, indicando sempre lo specchio che restituiva l’immagine di me in piedi e di lei che, a pecorina, spompinava senza ritegno il cazzo che le veniva offerto.
Dopo un po’ di duro ma ben fatto lavoro, si staccò boccheggiando dal mio membro, si tolse le mutande e si sedette sul divano a gambe larghe con il suo tesoro bene in vista, offrendomelo.
“ora tocca a te, leccami la figa, porco” mi ordinò.
Mi inginocchiai davanti al suo sesso ed iniziai a lavorarmelo: come mio costume, prima lo leccai in lungo ed in largo, poi infilai la lingua nel buchetto, per finire a mangiarmelo proprio.
La figa della F. era un lago e tutti i suoi umori stavano uscendo.
“adesso ti faccio squirtrare” le promisi.
Smisi di leccarla e mi misi di fianco, infilando due dita nella figa aperta della collega, che probabilmente non se ne accorse nemmeno tanto era bagnata ed eccitata.
Iniziai a muovere le dita, presi il ritmo e, complice anche il vino appena bevuto, la figa di F. iniziò a squirtare: mi avvicinai a quella fontanella e bevvi quanto più possibile, poi mi girai e baciai la F., che rimase quasi scioccata dal trattamento trovandosi in gola il suo stesso liquido.
“scopami” mi implorò una volta finito il bacio.
F. era rimasta a gambe larghe sul divano, così mi spostai davanti a lei, presi il mio cazzo, lo strusciai un po’ sulla sua figa e poi glielo infilai dentro di colpo.
F. urlò di piacere, con urla sempre maggiori a mano a mano che continuavo a scoparla.
“guarda come ti scopo” le dissi.
La presi per i capelli e le sollevai la testa, in modo che vedesse bene il mio cazzo entrare ed uscire dalla sua figa, e questo la fece impazzire, perché venne quasi immediatamente.
“non è ancora finita, amica mia” le dissi.
Me la sistemai davanti allo specchio a pecorina e, dopo aver ammirato il copro che mi si presentava davanti, infilai il cazzo dentro la sua passera e ripresi a scoparmela con molto gusto, mettendomi proprio a cavalcioni sopra di lei.
“guarda come ti sto scopando” le dissi sollevandole la testa, in modo che vedesse lo specchio restituire l’immagine di lei con la faccia stravolta dal piacere e di me, che entravo e godevo del suo corpo inerte.
Poi tolsi il cazzo grondante dei suoi umori, mi sedetti sul divano e la feci accomodare sopra di me, a gambe larghe, in modo che mi desse la schiena e la faccia fosse rivolta allo specchio.
“scopami” ordinai.
F. prese il mio cazzo, se lo infilò tutto nella passera ed iniziò a muoversi su e giù sul mio membro, osservandolo che entrava e usciva dalla sua figa dallo specchio mentre io, non pago, le palpavo con furia animalesca le tette.
“apriti la figa” le ordinai.
F. si inclinò un po’ indietro, poi con le mani si aprì ancora di più la sua fighetta già bella bagnata: il mio cazzo che entrava ed usciva e la posizione mi fecero impazzire, per cui con un urlo quasi animalesco venni, infarcendo la sua figa con tutto il mio sperma.
“tanto prendo la pillola” mi rassicurò, restando sopra di me per un po’ a strusciarsi.
Ci stuzzicammo ancora un po’ toccandoci a vicenda, poi F. si alzò è fece per andarsene.
“ma…volevo scopari anche nel culo!” protestai.
“alla prossima causa che vinci, allora” mi rispose con un sorriso e, dopo essersi vestita, se ne andò, lasciandomi lì a riflettere su quale altra causa avevamo assieme e, dopo aver realizzato che non ne avevamo più nemmeno una, su come fare per averla nel prossimo futuro.
Quel culo lì dovevo farmelo, questione di onore.

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