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La tratta delle bianche

By 10 Ottobre 2020Ottobre 12th, 2020No Comments

– Amore, sono felice di vederti, ho ascoltato le urla disperate di ieri notte, temevo di non incontrarti mai più. Nonostante abbia avuto una serata faticosissima con tre ospiti particolarmente arrapati ed esigenti ho passato una notte insonne al tuo pensiero, avevo ancora quelle grida allucinanti nelle orecchie. Avevo addirittura deciso di fuggire e cercarti per tutta la città.

– Sei una donna unica, sono stata brutalizzata da due colossi malvagi dalle dimensioni irreali, ho passato una notte spaventosa, soffrendo pene indicibili. Tatiana, ho conosciuto l’ inferno, tremo al pensiero che il nostro destino sia quello delle mie ultime due notti.

– Li ho visti entrare nell’ harem, non ho mai visto uomini tanto dotati e al tempo stesso dall’ espressione così cattiva. Sono schiavi come noi, forse pure cristiani, sarebbe naturale attendersi un minimo di comprensione.

– Fossero stati più gentili avrebbe potuto essere un’ avventura indimenticabile ma sono tutti uomini, padroni e schiavi, che godono nel vedere una povera ragazza soffrire e piangere terrorizzata, senza nessun rispetto per il suo corpo. Ho paura che abbiano lesionato l’ ano.

Controlla e mi dà una pacca sul sedere. – Tutto a posto, sembra ancora quello di una vergine.

Si avvicina Olga chiaramente scossa, le due parlano nella loro lingua con vivacità, da quel poco che comprendo anche Teresa ha passato una notte interminabile tra torture ed umiliazioni di ogni genere, è accucciata in un angolino cupa e disperata.

– Siamo preoccupate per te e Teresa, siete ragazze troppo delicate per questa vita così dura. Noi veniamo da terre aspre dove anche le donne fanno lavori maschili, sopportiamo molto meglio certe offese.

– Se sei così angelica.

– E’ solo immagine, io e Olga siamo due maschiacci, con una soglia del dolore molto alta, stamattina ad esempio fa quasi caldo per noi.

-Io ho la pelle d’ oca.

Ride, mi abbraccia da dietro, bacia e mordicchia le orecchie, accarezza i miei fianchi, l’ addome, il pancino. Mi sento già molto meglio, Tatiana accende sempre il mio fuoco. Un eunuco mi chiama, lo seguo, è la prima volta che vengo convocata in pieno giorno, mi conduce in una stanza piena di catene e strani macchinari inquietanti. Mi inginocchio davanti al Visir, è in compagnia di una decina di persone che mi fissano evidentemente apprezzando la mia bellezza.

– Cara, sono felice di vederti splendida ed in perfetta forma. Nessuna conseguenza della nottata passata, spero.

– Mio signore tutto a posto, sempre pronta a soddisfare ogni tuo desiderio.

-Molto bene, sdraiati sul lettino.

Mi legano i polsi, il Visir mi rassicura, non saranno fatte violenze nei miei confronti. Un uomo con una tunica da medico si avvicina, disinfetta il capezzolo sinistro e con uno spillone lo fora lateralmente da parte a parte, stringo i denti per non urlare, il dolore è notevole. Il padrone tasta le tette bollenti e bacia la punta del capezzolo dolente.

– Non fa troppo male, cara ?

– E’ sopportabile signore. Continuate pure anche se non comprendo quale sia lo scopo.

– Vedrai piccola… alla fine sarai ancora più bella e ricercata, un poco di sofferenza sarà un piccolo prezzo da pagare.

Il medico ripete l’operazione con l’altro capezzolo, mi lascia respirare qualche minuto e inserisce nei fori due grandi anelli d’ argento, larghi per un dito maschile, tempestati di piccole pietre preziose di tutti i colori. Il visir è entusiasta, salta come un bambino, tira leggermente gli anelli, io gemo di sofferenza e piacere, i capezzoli sono turgidi e diritti nonostante il peso, estremamente sensibili, basta sfiorarli che ho un sussulto.

– Cosa dicevo, non è magnifica ? Non è l’ essere più seducente della terra ? Cara, nelle mie mani diventerai la donna più famosa della storia, più di Elena di Troia, più di Cleopatra.

In preda all’ eccitazione mi spinge contro il lettino, accarezza la mia fica già quasi madida di umori e penetra. Entra ed esce quasi con dolcezza, tasta il mio seno pulsante e gonfio, finalmente sono in estasi.

– Signore, che bello ! Come godo, grazie, ancora, ancora, più dentro, più forte, senza rispetto ! Siiì cosiiì !

Inizia a spingere con forza, tre uomini intervengono per bloccare il lettino, gli affondi potentissimi lo hanno quasi scardinato e viene esclamando di piacere tra gli applausi e le grida di approvazione degli astanti. Vengo congedata e torno nell’ harem, Tatiana si avvicina sollevata, ho un sorriso smagliante e la bacio con passione, lei sorpresa indica gli anelli.

-Fanno male ? Certo sono molto sensuali. Nel mio popolo li portavano le prostitute più ricercate, alcune addirittura per rendere più intensi gli orgasmi ed eccitare i ricchissimi clienti si facevano forare il clitoride ed applicavano una piccola donna d’ oro stilizzata.

– Un pò… rendono molto sensibili i capezzoli, guarda quanto sono turgidi.

– Beh, non solo loro sono eccitati.

Guarda le mie cosce, dalle quali cola il mio piacere, mentre assaggia ci raggiungono Olga e Teresa, anche loro provano il mio succo rimanendo entusiaste. In breve tutte le ragazze mi accerchiano, c’è chi stuzzica il seno tirando gli anelli altre mordicchiano voluttuosamente i capezzoli, o leccano curiose il mio pube.

-Ragazze, calma, ce n’è per tutte ! – Provo a scherzare, ma vengo travolta dalla loro foga, allora mi lascio andare e mi affido ciecamente alle loro mani disinibite e alle loro lingue esperte. Terminati i loro sfizi mi abbandonano, immagino la loro invidia per gli anelli, li chiederanno tutte, resto sola con Tatiana sorridente e maliziosa.

– Certo sei una piccola zoccola, vai proprio con tutti !

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