Skip to main content
Racconti di DominazioneSensazioniVoyeur

PRIMA PARTE: Incontro che cambia una vita.

By 4 Ottobre 2021One Comment

Apro piano gli occhi, la luce filtra attraverso le fessure della tapparella abbassata, voglia zero di alzarsi dal letto.
Mi giro di fianco e solo in quel momento realizzo che sono completamente nuda, sento il lenzuolo di seta accarezzare le pelle provocandomi un brivido da pelle d’oca, mi godo l’attimo. Non ho purtroppo molto tempo per la fantasia che sta partendo e devo mio malgrado fermare la mano che dal ventre scende piano fino a farmi allargare le gambe per fermarsi sopra il clitoride ancora coperto. Lo sapevo, eccola, la sveglia mi ricorda che è ora di alzarsi. Maledico la sveglia che interrompe il momento di goduria.
Scosto il lenzuolo, resto un momento a farmi accarezzare dall’aria fresca della notte, i capezzoli reagiscono immediatamente inturgidendosi. Devo darmi una mossa, il tempo passa velocemente. Mi alzo e mi dirigo in bagno, la vescica reclama di essere svuotata. Alzo la tavoletta, mi siedo e mi libero di tutta la pipì accumulata nella notte, faccio per prendere la carta igienica ma il rotolo è finito, avevo dimenticato di sostituirlo, poco male, non mi pulisco. Torno in camera e apro l’armadio, devo fare alla svelta.
Lo specchio appeso a tutta lunghezza nell’anta dell’armadio restituisce una immagine di cui vado fiera, gambe lunghe e ben tornite, ventre con una leggera pancetta, belle tette sode e dritte, chiappe ancora abbastanza sode. Mi ripeto che per avere 45 anni mi difendo ancora alla grande. Sorrido. Apro il cassetto della biancheria, prendo un perizoma bianco, lo infilo dimenticando che non avevo asciugato la pipì e infatti il perizoma si bagna leggermente proprio in quella zona. Non so perché ma la cosa mi eccita, non ho tempo per lasciare cavalcare l’eccitazione, infilo i jeans, reggiseno, camicia. Torno in bagno per lavaggio denti, bagno i capelli che tengo tagliati corti, metto un po di gel. La mia condizione di donna single per scelta mi da molta libertà.
Calzini, scarpe bianche da ginnastica. Recupero la borsa a tracolla e il caschetto per andare in bici.
Chiudo casa e mi dirigo in garage per prendere la bici. Apro la basculante, sgancio la bici dai supporti a muro…e vedo una scatola sullo scaffale che attira la mia curiosità, sembra una scatola per imballo scarpe, sul nastro di carta bianco c’è una scritta “accessori divertenti x te”. Non ricordavo di averla mai avuta. Incuriosita la apro e con mia sorpresa scopro che contiene una serie di sex toys che sono sicura di non aver mai comprato. Ma chi cazzo li ha messi qui? Sono ancora sigillati in sacchetti trasparenti, ci sono dildo di varie dimensioni, delle palline collegate da un filo, una mutandina tipo boxer con un doppio dildo interni, quello che sembra un vibratore e due perizomi in pizzo.
Noto un foglio piegato su se stesso, lo apro. “Ciao Claudia, gli oggetti che hai trovato in questa scatola sono un mio regalo, col tempo mi svelerò, ma per ora trovo più eccitante per entrambi che tu non sappia chi io sia. Sono sicuro che ci divertiremo. Ci sono sette oggetti e tre indumenti intimi, ogni giorno ti indicherò cosa indossare e cosa usare. Non preoccuparti, nessuno al di fuori di noi due si accorgerà di nulla, le tue normali attività quotidiane non subiranno alcuna modifica. Le istruzioni su cosa indossare e quale toys usare e con quale modalità ti saranno date quando e dove non ti aspetti, ma comunque sempre il giorno prima. So che stai pensando a come ho fatto ad entrare nel tuo garage e perchè ho scelto te. Lo saprai a tempo debito. Hai tempo un’ora per decidere se giocare o lasciare. Il fatto che hai deciso di metterti le mutandine senza asciugare la pipi mi dice molto di te. Tranquilla, non ti sto spiando, ma sono un attento osservatore. Allo scadere dell’ora ti verrà fatta una domanda da una persona che non conosci, la tua risposta sancirà l’inizio o no del gioco. Ciao”
Turbata e in preda ad una crescente paura sono quasi decisa a denunciare il fatto alle forze dell’ordine, ma, ma al tempo stesso sono eccitata e curiosa. In fin dei conti posso sempre andarci in un secondo momento se le cose prendono una brutta piega.
Richiudo la scatola, esco e chiudo la basculante. Mi guardo attorno ma non c’è nessuno. Esco in strada, mi sento osservata ma forse è solo una mia fissazione.
Salgo in bici e comincio a pedalare. La giornata è fresca ed è ideale per muoversi in bici. Il lavoro è a 10 minuti. Solito percorso di tutti i giorni, ma oggi è diverso. Ripenso a cosa è successo. Quasi senza rendermene conto, almeno all’inizio, sento che mi sto bagnando il perizoma, la mia passera ha capito prima della mia testa che la situazione è di eccitazione. Il movimento di sfregamento sul sellino non fa altro che aumentare l’eccitazione. Sono bagnata. E più mi sento bagnata, più mi eccito, il clitoride è scoperto e gonfio. Continuo a pedalare ma sento che tra un po potrei venire. Cerco di contenermi, lasciarmi andare ad un orgasmo in mezzo al via vai di gente e traffico sarebbe quantomeno imbarazzante. Ancora confusa ed eccitata non mi accorgo di essere arrivata. Mi avvicino al cancello di ingresso della villa liberty di recente restaurata e ora sede di uno studio di architettura di cui sono socia. Scendo dalla bici e mi guardo i jeans nella zona inguinale, per fortuna non c’è traccia di bagnato anche se sento le mutandine zuppe di umori. Appoggio il tesserino al rilevatore e il cancello fa uno scatto aprendosi. Spingo a mano la bici fino alla rastrelliera, tolgo il casco e do una sistema ai capelli.
Salgo i 20 gradini che mi separano dall’ingresso principale e lo sfregamento del perizoma bagnato infilato in parte tra le labbra mi tiene sempre attiva l’eccitazione.
Apro il portone di ingresso e saluto Ottavio, il portiere storico dello stabile, uomo sulla settantina, carnagione scura, capelli brizzolati, occhi azzurri, è ancora un bel uomo distinto per la sua età, da giovane deve aver avuto un discreto successo con le donne.
Prima di entrare in ufficio, passo in bagno, devo darmi una sistemata lì sotto altrimenti col cazzo che mi concentro. Abbasso i jeans e ho conferma che le mutandine sono fradice. Decido di toglierle e restare senza almeno finchè non si asciugano. Mi siedo, tolgo le scarpe, i jeans e sfilo le mutandine, le appoggio sul lavandino, rimetto i jeans e scarpe. Riassetto i capelli ed esco.
Accendo il pc e mi tuffo nel mood lavoro.
Per una buona mezz’ora sono immersa nel lavoro finchè non mi rendo conto che cazzo ho dimenticato le mutandine bagnate sul lavandino in bagno. Mi alzo di scatto e corro in bagno, apro e … non ci son più. Mi guardo in giro ma nada, nessuna traccia.
Preoccupata faccio ritorno al mio posto. Ottavio deve essersi accorto della mia presenza e mi chiama. “Claudia, un corriere è fuori dal cancello che aspetta una tua risposta”, “Cosa?, chi è”, “non me lo ha detto, ha detto solo che vuole un si o un no da te” “te lo passo”, prendo la cornetta del citofono “chi sei? Chi ti manda?” silenzio…”si o no? Rispondi, è semplice”… non so il motivo, dalla mia testa parte il comando di dire no, ma dalle labbra esce un “si”. Silenzio dall’altro lato. Deve essersene già andato.
Ottavio mi guarda e mi fa “tutto bene Claudia? Ci sono problemi”, lo guardo e lo rassicuro, “si Ottavio, tutto bene”.
Ritorno piena di pensieri e curiosità al mio ufficio. Riattivo il pc, scorgo subito una mail appena arrivata da un indirizzo sconosciuto, la apro incuriosita, “Ciao Claudia, sono contento che tu abbia accettato, stasera ti verranno consegnate le istruzioni per domani…ahn a proposito, le tue mutandine sono state molto apprezzate, domani sera, se tutto andrà come deve andare, saprai chi è il fortunato che se le è godute”.
E rieccoci, mi ritrovo spaventata e tremendamente eccitata al tempo stesso. Decido di spegnere subito l’eccitazione e di concentrarmi sul lavoro, anche se è difficile.
Tuttavia la giornata passa nella sua normalità senza altre sorprese.
E’ ora di rientrare a casa, ma già penso al tragitto da fare in bici senza mutandine.
Fine prima parte.

13

One Comment

Leave a Reply