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quell’incontro tanto desiderato (cap3 /4)

By 1 Dicembre 2020No Comments

Mi alzai dolorante, era la prima volta che qualcuno mi faceva del male fisico; mio marito al massimo mi aveva dato qualche sculacciata a pecorina. Andai in bagno e decisi di farmi una doccia, ma quando provai a togliere il collare mi accorsi che era chiuso con un lucchetto, senza chiave non avrei potuto aprirlo. Feci una doccia in fretta, mi coprii con un asciugamano, vidi che Daniele non era ancora tornato e mi buttai sul letto ancora dolorante. Mi addormentai per un attimo credo, e venni subito svegliata dalle sue mani che accarezzavano i segni che mi aveva lasciato sul sedere e dalla sua bocca che baciava la mia schiena. “Sei stata davvero brava per essere alla tua prima esperienza” mi disse. “Ah grazie, ma non credo che quando mio marito vedrà questi segni potrei dirgli questo” “Non farti vedere alla luce per un paio di giorni e non se ne accorgerà neppure, andranno via in fretta”. I suoi baci mi eccitavano da morire, tanto che il dolore era già scomparso.  “Lo sai cosa sanno fare bene le cagne come te?” disse cambiando il tono della voce. “Cosa?” risposi con la voce un po’ tremante. “Devi dirmelo tu, facciamo un gioco, tu hai due possibilità, se indovini ti tolgo il collare, se invece sbagli verrai punita”. “Obbedire?” risposi senza nemmeno pensarci, sembrava che fosse la cosa a cui lui teneva di più. “No, ritenta, hai un’altra possibilità”. “Leccare?”. “Potrebbe essere, ma non è questa la risposta che volevo, quindi tra poco avrai la tua punizione, le Cagne sanno scodinzolare bene, e adesso dato che stasera sei la mia cagna scodinzolerai per me in questa stanza”, io rimasi un po’ perplessa, lui si alzò e prese un plug anale che aveva un coda e me lo diede.  “Questa è la mia punizione?” chiesi scuotendo la testa. “No, questo è per il mio e per il tuo piacere, la punizione sarà che dovrai infilartelo da sola, e purtroppo per te, ho dimenticato di mettere in valigia il lubrificante, dai non fare troppe storie, veloce” e si andò a sedere nuovamente alla scrivania. Mi lasciò sul letto con il plug in mano, lo osservai bene, era la prima volta che ne vedevo uno dal vivo, fortunatamente non era grande, ma d’altronde lui lo sapeva che il mio culo era vergine, ci misi un poco di saliva e provai ad infilarlo, ma provai dolore e soprattutto tanta resistenza, si era immediatamente asciutto. “Mettilo prima in fregna e poi subito al culo, si lubrifica meglio”. Feci quello che mi aveva detto ma non riuscivo a farlo entrare. Daniele si alzò di scatto, prese il plug, mi fece mettere a quattro zampe, lo infilò nella mia vagina e, con un colpo secco e violento, lo mise nel mio culo. Mi morsi un braccio per non far sentire i miei urli in tutto l’albergo. “Adesso da brava cagnolina fai un giro scodinzolando per camera e torni qui da me a leccarmi le palle” Si tolse nuovamente i vestiti e si risedette alla scrivania. Sentii di nuovo quel brivido esplodermi tra le gambe, scesi dal letto e gattonai in fretta, nonostante mi facesse male il culo, e , arrivata tra le sue gambe iniziai subito a leccargli le palle, a succhiarle e a leccarle ancora, poi proseguii per tutta l’asta del cazzo e finalmente lo presi in bocca, lo desideravo da quando era salita nella sua macchina, dopo qualche mio su e giù, mi mise una mano sulla nuca e spinse la mia testa sul suo cazzo, mi arrivò fino in gola, volevo tossire, ma lui non mi lasciava muovere, mi continuava a scopare la gola ed io ero inerme tra le sue gambe, la mia bava colava sulla sedia e sul pavimento, poi mi lasciò e io continuai con gusto, i suoi gemiti mi facevano capire che stava apprezzando e io non mi sarei più fermata, mi scopò la gola ancora un po’, non avevo mai sbavato così tanto, se ne accorse anche lui. Si alzò di scatto “Guarda che cazzo stai combinando?” rimasi in ginocchio, con lo sguardo basso, li per li non capivo a cosa si stava riferendo. “Lurida cagna hai sbavato dappertutto, pulisci!”. Mi alzai per andare a prendere della carta, ma mi prese per i capelli e mi ributtò per terra. “Lecca troia, lo vedo che sei eccitata, usa quella lingua cosi eccitata dall’essere trattata come una cagna”.

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