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Avere il cazzo e le palle intrappolate in quel “coso” mi dava si fastidio ma al tempo stesso mi eccitava, siamo strani a volte, la costrizione di non poter fare qualcosa voluta da altri, eccita.

La palestra dove lavoravo come fisioterapista era a non più di 3 km da casa e quella mattina scelsi di andare in bicicletta. Non fu semplice gestire la costrizione del mio pacco durante la pedalata, ma il pensiero era al dopo. Avrei dovuto cambiarmi nello spogliatoio maschile rimanendo quindi in boxer con il rischio che qualcuno vedesse quello che indossavo sotto.

Arrivai e parcheggiai la bicicletta, entrai salutando i colleghi e mi diressi verso lo spogliatoio, per fortuna vuoto. Una volta indossato pantaloni e t-shirt di ordinanza mi diressi verso lo studio dove esercitavo la mia professione. Non so mai chi mi capita, lo so solo quando leggo le schede 10 minuti prima dell’appuntamento. Il primo paziente era donna, Sara, 29 anni che aveva subito un intervento per ricostruzione legamento crociato gamba destra e doveva fare riabilitazione.

Mi preparai e la chiamai. In sala d’attesa c’erano una decina di persone di tutte le età.  Si alzò una ragazza che identificai subito in Sara, camminava appoggiandosi alle stampelle e aveva il tutore a coprire buona parte della gamba. Era molto bella, capelli lunghi neri, occhi marroni, alta circa 1,70 cm, corporatura atletica, quello che però risaltava in maniera decisa era un bel paio di tette sode, una terza piena ad occhio. Pantaloncini corti, dalla parte del tutore erano sollevai fino all’inguine, t-shirt con evidente reggiseno a fascia, ciabatte.

La feci accomodare nello studio e i primi dieci minuti la interrogai per avere un quadro del suo infortunio e della evoluzione post-intervento. Avevo completamente dimenticato che avevo il cazzo e le palle racchiuse nella gabbia. Finito il breve interrogatorio le chiesi di sedersi sul lettino, lei eseguì, si sedette di lato sul lettino, mi avvicinai per prendere le stampelle e in quel momento venni avvolto dal suo profumo, intenso, agrumato, le dissi “buono il profumi che porti, oddio, scusami, posso darti del tu?”, “certo” e poi “è un regalo del mio fidanzato”, “ottimi gusti il tuo ragazzo”. Presi le stampelle e le appoggiai alla parete.

“Ok Sara, ora ti alzerò la gamba sbloccando il tutore e mi dirai tu il limite”, “dovremmo lavorare a sbloccare le aderenze interne”, “ok, d’accordo”. Mi avvicinai e mi sedetti davanti a lei, avevo praticamente le sue gambe all’altezza del mio petto. Presi in mano la sua gamba e iniziai a fare dei piegamenti per riscaldare la muscolatura, “ok, mi pare che ci siamo Sara, ora togliamo il tutore e vediamo un po la muscolatura e l’articolazione come rispondono”, “ok” disse Sara, tolsi i lacci e il tutore si aprì, feci per sfilarlo e con la coda dell’occhio mi accorsi che sotto i pantaloncini non indossava biancheria, si notava appena, ma si notava.

Appoggiai il tutore e ripresi la gamba. “Sara, ho bisogno che ti sporgi un po di lato, devo provare a piegare la gamba dietro verso il sedere per vedere fino a dove arrivi. Mi alzai per darle una mano a spostarsi in avanti. Non me ne accorsi subito, ma lei si. Alzandomi in piedi si notava chiaramente la sagoma della gabbia che intrappolava il cazzo, lei mi guardò e fece un mezzo sorriso. “da fastidio o è piacevole?” mi disse cogliendomi di sorpresa, “cosa?”, “dai non fare finta di niente, la gabbia sul cazzo”, ero in imbarazzo totale, ma stetti al gioco “un po e un po”, “da quanto c’è l’hai indossata?”, “da stamattina, è stata la stronza di mia moglie”, “stronza? Perché? Cosa le hai fatto?”, “ho fatto in modo che perdesse una scommessa e pagasse un pegno, e lei per vendicarsi ha fatto questo”, rise maliziosamente. Mi avvicinai a lei e mi misi di lato al lettino abbassandomi il necessario per poter manovrare la gamba. Lei continuava con quel sorrisino malizioso. Ero rosso in visa dalla vergogna di essere stato scoperto e avevo completamente dimenticato che Sara non aveva intimo, me lo ricordò lei…era praticamente seduta con una chiappa sul lettino e l’altra appena sporgente. Avevo in mano la sua gamba e cominciai le manovre, un piegamento, due, tre ero concentrato sul movimento che non mi accorsi che la sua mano aveva spostato il pantaloncino scoprendo la patata. Il mio sguardo si posò subito lì, “ti piace?” era completamente depilata, carnosa, lei rise vedendo il mio cazzo che cercava di diventare duro ma non poteva, mosse la mano destra verso la sua bocca, si lubrificò due dita con la saliva e le portò sulla patata, passandole su e giù lungo le labbra che si erano inumidite, scoprì la clitoride e ci girò intorno, poi infilò le due dita dentro poi le estrasse e le appoggiò sulla mia bocca “senti il mio sapore” non potevo resistere, succhiai le sue dita e sentìì tutto il suo odore, l’eccitazione era al top, ma non poteva avere sfogo, inutile dire che gli esercizi erano interrotti, “vuoi metterci le tue di dita?”, “no dai, sto lavorando”, “daiiii, su”, non me lo feci ripetere, infilai le mie dita dentro e fuori, lei chiuse gli occhi, con il pollice strofinavo la clitoride, l’avrei scopata se non fossi ingabbiato, giuro, allargò le gambe per facilitare la penetrazione delle dita, tolsi le dita e mi stavo per mettere con la bocca tra le gambe per leccargliela ma lei mi bloccò “e no, caro il mio fisioterapista”, “dai, sono eccitato come un toro”, “bene, bene, mi piace e si vede che lo sei”, “ora basta, la terapia è finita credo, dovrei andare”, “cosa? Ahn si, scusa, sono passati 45 minuti” si ricompose, rimisi il tutore e la aiutaii a rimettersi in piedi, “mi piacerebbe rivederti, senza la gabbia” le dissi, e lei “questo non lo dico a tua moglie, tranquillo”, “cosaaaa?, che centra Claudia”, “ ah ah è lei che mi ha chiesto di eccitarti, sai, tra amiche ci si scambia i favori, però sei stato carino, mi piaci e qualcosa te lo voglio lasciare, Claudia non saprà nulla”, si girò dandomi la schiena e abbassò i pantaloncini scoprendo un culetto sodo spettacolare, notai subito che dal buchetto sbucava un diamantino “aiutami dai, non stare lì impalato” “a fare cosa?” chiesi, “noti niente infilato nel mio culo?” “mmm si” “bene toglilo delicatamente” presi con le dita e tirai dolcemente, era un butt plug con diamantino “non sarà impregnato dei miei umori….ma è sempre qualcosa di me, tienilo come ricordo” “ti avrei scopata, sai?” le dissi, “magari possiamo pensare a uno scambio di coppia, ne parlo con Claudia, può essere una idea” “ si vede che hai un bel cazzo anche se rinchiuso, Claudia mi parla bene di te”, “ora vado, adios” e ricompostasi, uscì.

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