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OrgiaRacconti CuckoldRacconti di Dominazione

Vacanze separate

By 13 Febbraio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

 

È già da qualche anno che ho fantasie cuckold, fantasie in cui immagino mia moglie sottomessa ad un uomo capace di piegare la sua volontà e renderla troia come io non sono mai riuscito a fare.

Non ho mai cercato di nascondere le tracce delle mie scorribande sul web nella malcelata speranza che la mia meravigliosa consorte si accorgesse di tutto e stuzzicata da queste letture mi rendessi cornuto, ma mai, mai avrei creduto potesse accadere quanto vi racconterò.

Sto con lei da ormai 12 anni e qualche volta durante i nostri rapporti cercavo di instillarle qualche fantasia, ma senza successo.

Io lavoro in uno studio notarile, come geometra e mi occupo delle visure catastali e di controllare che tutto sia apposto prima di un rogito. È un lavoro che mi tiene molto occupato per il sempre sovraccarico di lavoro che mi ritrovo. Inoltre lavoro praticamente quasi fuori provincia e questo mi costringe ad una trasferta giornaliera sempre lunga e spesso noiosa.

A questo si È aggiunto un trasferimento degli uffici in un nuovo stabile e il notaio mi ha chiesto di seguire il progetto interno e tutto l’allestimento compreso il trasloco.

Iniziai ad aprile ma avevo ben compreso che la cosa mi avrebbe tenuto impegnato quantomeno fino ad ottobre, pertanto comunicai a Chiara, mia moglie, che per la prima volta da quando ci siamo conosciuti, non avremmo potuto trascorrere le ferie assieme. Le dissi che però per me non era un problema se lei avesse voluto prendersi una vacanza senza di me, anzi, che sapevo quanto avesse bisogno di ricaricare le batterie con un po’ di villeggiatura e mi sarebbe spiaciuto se a causa del mio lavoro avesse perso l’occasione di godersi delle ferie come si deve.

Inizialmente si oppose, ma io continuai ad insistere e un giorno di fine maggio mi disse che se glielo avessi ripetuto ancora una volta sarebbe andata in Puglia assieme alla sua migliore amica in un posto che lei conosceva.

Insistetti ancora una volta e uno strano sorriso trionfante le si dipinse in volto.

Un paio di settimane più tardi, mentre eravamo sdraiati a letto, sudati per il rapporto appena consumato, esordì:

« Senti Marco, non sarai geloso che starò per due intere settimane lontano da te? »

« Dici che dovrei? »

« Beh, sai… Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Inoltre dicono che gli uomini del sud sono così caldi… »

«… e tu sei così bella… in effetti si, ho tutti i motivi di essere geloso, ma la cosa che voglio più di tutto è che tu ti rilassi e che ti diverta! »

« Se è questo che vuoi, allora non mi farò mancare nulla, amore mio – mi disse dandomi un dolcissimo bacio – quindi per prima cosa andrò a fare un po’ di shopping e tu farai il bravo maritino e mi pagherai tutto tutto tutto quello che prenderò»

« Mi vuoi spennare? »

« Amore, mica posso andar in giro nuda! »

A quel punto mi sfuggì un “Magari”, lei mi guardò un po’ stupita, poi ribatté.

« Sei sempre il solito! Prima o poi mi stancherò di sentirti ripetere che mi vorresti vedere tra le braccia di un altro e a quel punto te ne pentirai! », si alzò stizzita e si chiuse in bagno.

Il sabato successivo andammo a far shopping. Mentre eravamo in macchina, tenendomi come fa spesso una mano sulla coscia, mi disse che si sentiva proprio in vena di far acquisti e per farmi pagare il fatto che le avevo risposto “magari” l’altra sera avrebbe preso in considerazione solo cose sexy.

Mi fece andare in un centro commerciale nuovo, in cui non eravamo mai stati, abbastanza distante da casa nostra avvertendomi che era meglio per me andare dove non potessimo essere riconosciuti, “scandalosamente” con una lunga carezza fino a raggiungermi e stringermi il pacco, inevitabilmente duro.

Notando la cosa, si girò fingendo stupore e mi confessò con una voce furbetta che le piaceva sapere che avevo il cazzo duro e che avrebbe fatto il possibile per tenermi in quello stato tutto il giorno. La cosa stranamente suonò quasi minacciosa.

Mantenne comunque la promessa, perché al centro commerciale si comportò come mai prima d’ora, scegliendo solo cose attillate o trasparenti o piccolissime, quando non tutte queste cose assieme!

Dal momento che ero io lo sponsor, lasciava sempre a me il compito di scegliere tra due capi che mi proponeva, ma solo dopo averglieli visti addosso.

Uscì dal camerino la prima volta con una mini cortissima a balze e una canottina aderente che le lasciva scoperta la metà superiore della schiena e con uno profondo scollo a V davanti che permetteva d’intravedere il solco tra il seno. Si avvicinò sussurrandomi « Con questa addosso non mi sarà possibile portare il reggiseno, proprio come ora, spero non ti dispiaccia troppo – diede una sbirciatina all’altezza del cavallo dei pantaloni – no, direi che non ti spiace per niente, fece una piroetta che le fece alzare la gonna e tornò in camerino…

Poco dopo fece capolino con la testa e mi chiese di tenerle una cosa, mi avvicinai, mi prese la mano e vi ripose il suo perizoma, subito dopo chiuse la tenda.

Avevo il batticuore, sentivo persino il mio cazzo pulsare dall’eccitazione e… e… sembrava che le mie facoltà verbali si fossero annullate.

Quando riaprì la tenda portava dei jeans attillati a vita bassa e un top che si chiudeva con un elastico subito sotto il seno, lasciandole il pancino scoperto. Uscì e fece una giravolta, poi con un tono di voce sostenuto, cosicché chiunque era nelle vicinanze poté udirla Chiaramente:

« Amore, dimmi una cosa, se mi siedo o mi abbasso così – e si accucciò fino a sedersi sui talloni – mi si vede dietro? »

Ci furono molti sguardi che come il mio poterono vedere il suo delizioso culo mostrarsi senza intimo.

Velocemente la feci alzare imbarazzato degli sguardi che attirava e le dissi all’orecchio che le si vedeva tutto.

E lei mi rispose allo stesso modo che non desidera nulla di meno, poi ancora si avviò nel camerino.

Ancora una volta fece capolino, mi avvicinai e lei sottovoce:

« Adesso sono qui dentro completamente nuda, le mie misure le sai, muoviti a trovarmi dei vestiti. Non devono essere meno indecenti di quelli che hai visto. Dai, va! »

Tornai poco dopo e scostai leggermente la tenda, trovandola che si stava toccando. Mi guardò e mi disse:

« Ah, sei tu »

Deve avermi visto sbigottito, quindi continuò « maddai che scherzo, che faccia che hai fatto, ahahah, troppo buffo… Passami i vestiti dai. »

Provò non so quante cose e ogni volta mi stuzzicava con qualche commento sussurrato tipo « chissà come sbaveranno vedendomi vestita così in Puglia » oppure « Guardale quelle che faccia fanno, penseranno che sono proprio una troietta ed invece lo faccio solo per te… »

« Davvero? »

« Certo che no, lo faccio per i pugliesi! » rispose con un sorriso disarmante.

Presi i vestiti, passammo ai costumi.

Ne prese tre, con i relativi pareo, tutti sgambatissimi.

« Amore, senti, se quest’anno vorrei tanto poter prendere il sole in topless »

« Ma non l’hai mai preso il sole in topless con me… »

« Appunto amore, è proprio perché non ci sei che la cosa si fa più divertente… dai, su, non fare il broncio che così perdi tutto il tuo fascino da macho. »

Sentirla parlare così mi fece venire un groppo in gola, una cosa mai provata prima, ma allo stesso modo mi sentivo il fuoco addosso, un’eccitazione pazzesca.

Quando tornammo a casa la scopai ferocemente come mai prima. La chiamai troia, puttana ed ad ogni insulto lei godeva ancora di più, ogni epiteto era salutato dal suo sguardo voglioso come una sferzata di piacere e mi sfidava ad essere ancora più pesante, sia col linguaggio che con il cazzo.

Le settimane seguenti, fino ad pochi giorni dalla partenza, fu un crescendo di provocazioni sempre più sfacciate che culminavano in rapporti impetuosi. Quand’eravamo assieme, a casa ma soprattutto in giro, mi teneva costantemente in uno stato di eccitazione irrefrenabile sussurrandomi frasi sconce all’orecchio o carezzandomi appena ce n’era l’occasione, ma quand’anche non avesse fatto nulla di tutto ciò sarei stato comunque in tiro per il suo modo di vestire e atteggiarsi.

La sua presenza inoltre si estendeva anche quando non eravamo vicini inviandomi ogni tanto qualche messaggino stuzzicante o qualche foto.

Ricordo in particolare un giorno in cui mi scrisse che erano arrivati degli operai per fare dei lavori di manutenzione all’aria condizionata e che erano dei fighi incredibili, che le ragazze lì facevano a gara a chi riusciva a catturare più sguardi e lei non voleva essere seconda a nessuna, poco dopo mi mandò una foto di come erano ridotti i suoi slip dall’eccitazione che provava a provocarli. La foto raffigurava degli slip tutti arrotolati sul fondo di un cestino.

Le scrissi e poi la chiamai per avere altri dettagli e spiegazioni, ma non rispose lasciandomi tutto il giorno con il groppo in gola ed il cazzo in tiro.

La sera rientrò dopo di me alla solita ora, aveva l’aria furbetta e la subissai di domande, lei mi rispose che non aveva fatto niente di particolare, che non mi aveva risposto semplicemente per tenermi in tensione, e qui mi toccò il cazzo, e per vedere l’effetto che mi faceva.

« A quanto fare tenerti sulle spine ti fa proprio bene a sentire com’è duro il tuo paletto! Amore mio, sapere di avere tutto questo potere su di te mi sta mettendo in testa delle strane idee e faccio sempre più fatica a tenermi dal metterle in pratica. »

« Che idee??? »

« Idee perverse amore mio, così perverse che non ho neanche il coraggio di confessarle e che sono sicura ti spaccherebbero il cuore, ti farebbero soffrire da cani… »

« … »

« Si amore, lo so bene che il cazzo ti si alza, ma so anche di come ti senti frustrato quando faccio la troietta, ti ho sentito perfino piangere mentre sognavi che ti lasciavo… »

« Cosa? »

« Qualche sera fa singhiozzavi così forte che mi hai svegliato e parlavi nel sonno, non si capiva quasi niente se non “Chiara non mi lasciare, faccio quello che vuoi ma non mi lasciare” »

In quel momento mi sentii nudo e provai un imbarazzo profondo.

« Marco, io ti amo, queste ultime settimane stanno venendo a galla un po’ di cose, non so, averti accanto quando faccio la civetta, stuzzicarti, tenerti in pugno mi piace da matti, ma non voglio passare il segno, qualsiasi esso sia. Oggi ho voluto provare una cosa, ovvero come saresti rimasto a casa mentre io ero lontana da te. So che ho questo potere su di te, anche se ancora non lo so usare bene e soprattutto non so quanto sia forte… ma… vedi… sei tu che me lo dai… senza di te non avrei nulla, non mi divertirei. Quindi che non ti passi neanche per l’anticamera del cervello che non ti ami o che abbia intenzione di lasciarti » e concluse questo discorso con un dolcissimo bacio.

Questa tendenza a fare qualcosa che potesse farmi stare male però aumentò.

Decidemmo una domenica di andare a vedere un grande mercato dalle parti di Verona e poi ti trascorrere il pomeriggio e la sera sul lago di Garda.

Tra le innumerevoli bancarelle c’era esposta molta roba bella ed economica, per cui ci venne voglia di prenderci qualcosa da vestire. Ancora una volta Chiara cominciò a fare l’esibizionista, lasciando sbadatamente la tendina semi aperta mentre provava gli abiti e quando usciva chiedeva maliziosamente il parere dei commessi asserendo loro che io ero un autentico incapace in fatto di abbinamento, come in altre cose.

Se al centro commerciale mi aveva coinvolto in prima persona nel gioco rendendomi complice delle sue malefatte, in quest’occasione m’ignorava bellamente facendo la civetta con i commessi o mi prendeva in giro di me davanti a loro.

Notai che sembrava farsi maggiormente beffe di me ed essere più civetta con gli uomini più maturi e brutti, calvi, con la pancia, che la guardavano lascivamente.

Quando tra un banchetto ed un altro glielo feci notare, mi disse:

« Dai amore, non devi essere geloso, gliela faccio annusare, lo sai che la do solo a te. Fammi divertire un po’ »

« Si, ma sei offensiva cazzo, mi fai passare per uno sfigato »

« Anche questo fa parte del mio divertimento sai, sei così bello quando sei tutto offeso! »

Lì cominciai a scaldarmi e lei:

« Ok, dai, per farmi perdonare mi faccio offrire una granita al limone a quella bancarella, prendine una anche tu così ti stemperi un po’» mi fecce l’occhiolino e mi spinse nella calca davanti al camioncino. La persi di vista mentre facevo la fila e quando tornai indietro non c’era più.

Comincia a cercarla lì intorno senza risultato, con le mani che mi si congelavano attorno alle granite. Le buttai nella spazatura e la chiamai al cellulare. Lei chiuse la chiamata, ma dopo poco arrivò un suo SMS: “Sono una biricchina che ha voglia di giocare, trovami!”

Ero già nero, ma ritenni più opportuno per il momento mettere da parte il nervoso e provare a stare al gioco: “Dai, c’è troppo casino, riuscirei a trovarti solo stasera quando sbaraccano, dammi un indizio”

La prima risposta non si fece attendere: “Quando sbaraccano potresti anche non trovarmi più, quindi è meglio PER TE se ti muovi”

L’aver evidentiato il “per te” portò alla mia risposta: “Per te invece?”

Continuavo a camminare là attorno, non poteva essere andata tanto lontano… poteva benissimo essere là attorno a guardarmio mentre la cercavo, ma il MMS che ricevetti demolì questa ipotesi: “Ah, io qui dove sono sto benone. La compagnia poi è ottima” e allegato al messaggio c’era una foto che ritraeva il suo pube con uno slip nero semitrasparente. Slip che non era quello che aveva indossato quella mattina.

“Si sta provando dell’intimo, devo cercare una bancarella di intimo” pensai, questo restringeva notevolmente la ricerca.

Altro MMS suo “Finché mi cerchi qui mi stanno dando una mano a scegliere” e la foto questa volta era intera, presa da tre quarti, con lei che sporgeva il culo in un perizoma rosso e faceva una linguaccia.

Feci attenzione al contesto della foto, sembrava l’interno di un furgone, c’erano delle grandi scatole come sfondo. 

Altro MMS “Che gentili che sono, mi stanno aiutando pure a cambiarmi… Reclamano la mia attenzione, quindi muoviti” e la foto questa volta la mostrava con lo stesso intimo, ma fuori dal furgone, ed intorno a lei c’erano parecchi uomini.

Accelerai il passo cercando un furgone bianco con della ressa attorno, ma c’era davvero parecchia calca e ci misi un quarto d’ora a trovarla.

Capii che era il furgone giusto per il via vai che c’era per andare dietro, dove trovai una calca che non mi faceva passare. Spintonai finche non la trovai là in mezzo, che si stava facendo allacciare un reggiseno.

Persi la testa, la presi per un polso e la tirai via fin dentro il furgone spingendo via tutti. Dentro trovai i suoi vestiti, le intimai di vestirsi e la riempii di insulti. Lei lo fece con insolenza, sembrava scocciata che l’avessi interrotta, ma non disse una parola. Una volta vestita la presi per un braccio e quasi tirandola ritornammo alla macchina.

In parcheggio diedi il peggio di me, la mancanza di contrizione per come mi aveva preso per il culo, la sua muta indisponenza mi fecero sbarellare e la colpii.

Subito dopo mi sentii un verme.

Ho il ricordo di me che guido con le lacrime agli occhi in un silenzio surreale, della sua mano sul mio viso che delicatamente mi asciuga una guancia e mi dice piano che non fa nulla, che capisce che se calca troppo la mano anch’io poi reagisco da uomo, che va bene così perché alla fin fine la mia reazione è dovuta alla mia gelosia, al mio attaccamento verso di lei.

Mi chiese delle sensazioni che avevo provato e nel tragitto fino al lago e durante il pranzo ne parlammo a lungo. Dopo pranzo mi chiese di portarla in un parco, dove poter stare soli.

Questo scombinò un po’ i miei piani, ma non ci volle molto per trovarne uno, tra l’altro piuttosto grande.

Camminammo un po’ e poi ci sedemmo in una panchina.

« Senti amore, una volta mi hai detto che se stai con il cazzo dritto per tanto tempo poi ti fanno male le palle »

« Si è vero, e ultimamente mi succede spesso »

« Eh si, lo so, ultimamente sono proprio una monella. Ma senti adesso ti fanno male? »

« No, ora no »

« Ah bene, perché vorrei fare un esperimento ».

Si alzò in piedi, mi allargo le gambe, si mise davanti a me e pose un piedino scalzo proprio sotto il cavallo dei pantaloni. Appoggio il tallone sulla panchina mentre con la parte anteriore del piede cominciò ad accarezzarmi il pacco.

« Ti piace amore mio? »

« Si tesoro, continua, ma cos’hai mente? »

Continuò il suo massaggio quanto basta che il mio cazzo s’indurisse, poi cominciò a calcare il peso sulle palle.

« Ehi, così mi fai male! »

« Si, lo so, ma aspetta. Ti fa così male quando non vieni? »

« No, di più, – e intanto calpestava sempre più forte – ma basta, no, ah cazzo, mi stai pestando i coglioni »

« Così? »

« Si si così, ahhhh basta »

E a quel punto portò a terra il piede e tornò a sedersi accanto a me.

« Allora ti fa proprio male quando non ti puoi sfogare »

« Eh, si. Ti dirò di più, mi è capitato qualche volta che sentivo così male che non capivo se venisse solo da lì, sentivo dolore fino alla pancia. »

« Ma daiii, non ci credo. Dici sul serio? »

« Giuro! Ma senti, visto che mi hai fatto male, ora dovresti ricompensarmi »

« Si, come no! Non ci penso proprio – ci rimasi malissimo e lei incalzò – Senti, oggi mi stavo proprio divertendo, ma tu hai fatto lo stronzo e sul più bello mi hai portato via. Col cazzo che ti faccio divertire! »

« ma… »

« e ringraziami che non ti ho tirato un calcio sulle palle, stronzo che non sei altro. » urlo, rabbiosa come una bestia.

Si alzò e cominciò a tornare indietro.

Fece una ventina di passi mentre io rimasi immobile a osservarla, assolutamente basito davanti a questa reazione che non era da lei, poi torno indietro si mise davanti a me e mi accorsi che stava piangendo.

Le alzai il viso e lei:

« Scusami… scusami amore mio… Come fai a stare con me dopo che ti tratto così, dopo che insulto e ti faccio male perché non mi hai fatto fare la zoccola… scusami… »

E chiese scusa un’altra infinità di volte mentre l’abbracciavo e poi ce ne tornavamo verso l’automobile.

Quella sera volle che andassimo in un ristorante romantico e lì non staccò mai il suo sguardo da me.

Tornati a casa mi fece sdraiare e si dedico a me in un modo… mi bacio, mi massaggiò, mi succhiò e poi volle essere presa e mentre entravo in lei mi continuava a ripetere “perdonami” ed io “ti amo”.

Fu dolcissimo e bellissimo.

Una settimana prima della partenza le venne il ciclo e smettemmo di fare l’amore, anche nei giorni successivi non avemmo rapporti perché prima della ferie era oberata dal lavoro e tornava a casa stanca. Era facilmente irritabile e più volte l’avevo vista persa nei suoi pensieri e quando le chiedevo cos’aveva mi rispondeva che era stanca e non vedeva l’ora che arrivasse il giorno della partenza.

Domenica sera preparò le valigie.

Stranamente non stava mettendo i vestitini che avevamo acquistato assieme e le chiesi il perché.

« Non li metto perché dubito che mi serviranno. Tu mica sarai lì con me! – la guardai stupito – Ma pensavi veramente che mi sarei messa dei vestiti del genere in vacanza senza di te?!? Mi ritroverei piena di mosconi intorno, per non parlare che essendo solo due ragazze potremmo rischiare grosso… Mica voglio farmi stuprare io! Mi sembri deluso»

« Beh, sai, sapere che te ne andavi in giro così mi ha eccitato, non sai che film mi sono fatto in testa, ma hai ragione tu tesoro, lì poi se vedono una donna così vestita chissà cosa pensano… scusami »

« Si, chissà che film ti sei fatto – rispose – Questa è una semplice vacanza con un’amica, sole, mare, qualche libro e tanto relax, punto! »

Finì di fare la valigia e poi « Vado a letto, domani il viaggio sarà stancante e mi dovrò alzare presto. »

Detto fatto, spense la luce e si addormentò.

 

Partì lunedì mattina sul presto, dicendomi che sarebbe passata a prendere l’amica e che sarebbero arrivate a destinazione verso il tardo pomeriggio.

Notai che era strana, nervosa e titubante, assolutamente diversa da com’era il giorno prima, ma attribuii la cosa al fatto che sarebbe andata in ferie senza di me o che non sapeva bene cosa l’attendeva dal momento che il luogo di villeggiatura era stato deciso dalla sua amica ed era nel sud Italia, dove non era mai stata.

L’aiutai a caricare le valige e le borse in macchina e partì. Caricò anche il suo computer portatile.

La chiamai verso mezzogiorno, ma non rispose. Rimasi un po’ turbato, ma pensi che magari stava mangiando, o stava dormendo mentre guidava la sua amica, o chennesò’ magari ancora giocando.

Feci fatica a concentrarmi sul lavoro, e mentre tornavo a casa la chiamai nuovamente più e più volte, senza ottenere risposta , eppure il cellulare era acceso! A quell’ora dovevano essere già arrivate da un po’. Mi preparai un panino, provai a richiamarla ancora ed trovai il cellulare spento. Mi sentii gelare il sangue! Non mi rispondeva’ non sapevo che fare, il numero della sua amica non ce l’avevo.

Cercai di distrarmi, di pensare ad altro, ma la mente continuava a vorticare sul fatto che non l’avevo ancora sentita e che a quanto pare lei non voleva sentire me. Impossibile che tirasse la corda così tanto sapendo quanto stavo male. Glielo scrissi, ‘Perché mi ignori, sto male, chiamami appena puoi.’ Suonava tremendamente piagnucolante, ma cazzo, così stavo!

Faticosamente presi sonno e verso le due mi arrivò un suo messaggio: ‘Va tutto benissimo, anzi, non potrebbe andare meglio. Quando ho letto che stai male perché ti ignoro m’è venuta una deliziosa fitta alla fica. Non mi cercare, è inutile. Avrai presto notizie di me, ti amo.’

Rimasi A L L I B I T O

Sentii una scarica di adrenalina incredibile che mi tolse il fiato e il sonno. Provai subito a chiamarla, ma il cellulare era già spento. Rilessi il messaggio un’infinità di volte cercando di capire cosa si nascondeva tra le righe, cosa stava succedendo’

Non riuscii più a prendere sonno e come uno zombi andai al lavoro.

Feci il mio lavoro automaticamente, ma ero senza ombra di dubbio assolutamente rincoglionito e dalla stanchezza e dai pensieri che si aggrovigliavano nella mente senza soluzione di continuità.

Provai ancora a chiamare, ma il telefonino era sempre spento. Le scrissi anche qualche messaggio piuttosto freneticamente, che la odiavo, che la volevo, che mi mancava, sei una grandissima stronza, questo silenzio mi fa morire, dimmelo in faccia se mi devi lasciare’

Dopo quella penosa giornata tornai finalmente a casa.

Un’ora dopo suona il campanello, apro la porta e mi trovo davanti Monica, l’amica che in quel momento avrebbe dovuto essere assieme a mia moglie.

‘ Ma che cos’hai, sembra che hai visto un fantasma ‘ mi fa

‘ Ma’ ma tu non dovresti essere con Chiara, che ci fa qui’ ‘

‘ Senti io non so niente, Chiara mi ha dato questa busta l’altro giorno e mi ha detto di portartela a casa oggi a quest’ora. Mi ha detto che sarebbe stata una specie di sorpresa.’

‘ L’altro giorno quando ‘

‘ Ma che ne so’ aspetta, giovedì, giovedì abbiamo fatto colazione assieme e me l’ha data. ‘

Io ero imbambolato.

‘ Senti, questa è la busta, io devo andare’ Ma sei sicuro di stare bene, c’hai ‘na faccia’ ‘

‘ No no, sto bene, grazie’ ‘

Prendo la busta, la saluto e torno in casa.

La apro.

Dentro non c’è quasi niente’ quasi: trovo una memory stick da un giga, come un pazzo vado a prendere l’adattatore e non c’è; se l’è portato via Chiara assieme alla macchina fotografica.

Esco e vado al più vicino centro commerciale, lo compro e torno a casa come una furia.

Accendo il computer, attacco l’adattatore e infilo la memoria.

Dentro c’è un solo file, un filmato.

Lo avvio.

Vedo Chiara, seduta sul bordo del nostro letto con i gomiti appoggiati alle ginocchia, con addosso solo dell’intimo.

‘ Ciao amore, se stai vedendo questo filmato significa che alla fin fine ho deciso di realizzare il mio piano.

Se in queste ore hai pensato che sono una stronza, hai ragione.

Se in queste ore hai pensato che sono una troia, hai super ragione’.

Dopodiché si erge, si tira indietro nel letto fino ad appoggiare la schiena sullo schienale del letto, con le gambe strette e flesse e le piante dei suoi piedi nudi ben appoggiate sulle lenzuola.

‘ In questo ultimo periodo ho cominciato a giocare e la tua reazione mi ha sorpreso perché non mi hai mai fermato, non solo, ho scoperto che mi piace da morire fare la seduttrice, fare la troietta esibizionista, farti stare con il cazzo in tiro tutto il giorno’ e poi ho scoperto la cosa più eccitante di tutte: mi piace fare la stronza con te, sapere che anche se il tuo cazzo è duro dentro di te stai male. Questo potere è veramente inebriante! Ma ti rendi conto che quando ti vedo afflitto per causa mia mi sento sciogliere la fica?!?’

Vidi scivolare le sue mani all’altezza del pube, non potevo vedere cosa stesse facendo perché erano nascoste dalle gambe, ma potevo intuirlo.

‘ Sono già tutta bagnata, mhmmmm, sto registrando questo filmato martedì mattina, stasera probabilmente avrò il ciclo, ma se anche così non fosse per me comincerà una settimana di astinenza’ voglio partire da qui piena di voglia lunedì. Questo significa che sarà astinenza anche per te! Devo ancora pensare a come farti andare in bianco tutte le sere, non so se dovrò fingermi esausta dal lavoro o se stuzzicarti come al solito o addirittura di più, per poi negarmi. Il fatto è che se ti stuzzico troppo poi magari ti soddisferai da solo, cosa che voglio evitare nel modo più assoluto. ‘

‘ Ora ti racconto cos’ho programmato per la mia vacanza. Ho messo un annuncio in uno dei tanti siti che tu vai occasionalmente a guardare. è facile che tu l’abbia anche letto senza peraltro ricondurlo a me. Il testo era del tipo ‘Giovane femmina offre il proprio corpo per 2 settimane all’uomo che maggiormente saprà stuzzicare le sue fantasie. Ella s’impegnerà a tradurle in realtà.’ Mi risposero in tantissimi, ma tra tutti questi scelsi Adriano. Perché ti chiederai? Perché tra tutti si è dimostrato il più acuto a captare i miei pensieri, perché ha saputo guidarmi facendomi vedere per la prima volta quello che sono e che voglio e allo stesso tempo consigliarmi su come fare con te. Perché è perverso e ha delle fantasie da maniaco. Perché mi fa paura e allo stesso tempo mi attrae in un modo sconosciuto. ‘

‘ Tra otto giorni mi metterò nelle sue mani. Mi ha promesso che saranno 2 settimane deliziose e terribili, per me. Quanto a te amore mio, credo saranno solo terribili. ‘

‘ Sai, mi sono chiesta più volte se sto facendo la cosa giusta. L’ultimo periodo ti ho messo alla prova, ho cercato di capire fin dove potevo spingermi, ma poi ho deciso che così non mi andava bene, non volevo fossero i tuoi limiti a vincolarmi, voglio sentirmi libera di fare quello che mi pare indipendentemente da quanto potrai starci male tu. ‘

‘ Ora devo proprio venire, guardami, guarda quanto troia sono ‘ , allargò le gambe e cominciò a masturbarsi con veemenza, sospirando e insultandosi sempre più pesantemente.

Il peso di un macigno mi straziava il cuore, ma anche il mio cazzo si era fatto duro come la pietra davanti a quello spettacolo.

Quando finalmente venne si alzò, si avvicinò allo schermo fino a che tutto il suo volto non fu in primo piano e disse:

‘ Se ci tieni a vedere cosa mi succederà mandami un messaggio con su scritto ‘Voglio sapere’ e preparati a vedere il peggio di me. Se non vorrai capirò, ti amo. ‘ Ci sono situazioni alle quali non puoi essere preparato, situazioni così al di là, così al limite che ti lasciano dentro un senso di vuoto, come un immenso vortice che si porta via ogni pensiero, ogni logica.

Non fu facile prendere una decisione, mi sentivo frustrato, umiliato, abbandonato. Con che coraggio poteva dirmi che mi amava dopo aver architettato tutto questo, dopo avermi preso per il culo e dopo aver deciso che si sarebbe data alla pazza gioia in mia assenza. Però’ però quella era sempre stata la mia fantasia! In un certo senso anch’io avevo la mia colpa se le cose avevano preso quella direzione.

Non fu facile neppure scrivere quel messaggio, le mie mani tremavano e scrivere quelle due parole m’impegnarono come avessi dovuto scrivere un romanzo.

Ma lo scrissi. E lo inviai. E attesi.

Mezz’ora dopo, una lentissima angosciante mezz’ora, arrivò la sua risposta: ‘Finalmente! Cercami su skype. Questo è il mio nick: xxxxxxxxxxx’

Mi collegai in un lampo e aggiunsi quel contatto.

C ‘ Ciao

C ‘ a quanto pare ha prevalso l’amore

C ‘ o la curiosità

M ‘ non so ancora dirti cos’ha prevalso

M ‘ dove sei?

M ‘ cos’è successo da quando sei andata via?

C ‘ ti racconto tutto,

C ‘ non ti posso parlare, ma se vuoi mi puoi vedere

Aprii la video conferenza e la vidi. Innanzitutto capii perché scrisse di non poter parlare, aveva una pallina in bocca e vedevo rivoli di saliva colarle giù dal mento.

Era tutto in penombra, si faceva fatica a distinguerla.

C ‘ capisci come sono messa?

M ‘ non tanto, vedo delle manette

M ‘ e un bastone

C ‘ si, sono legata

C ‘ ho le caviglie legate alla sedia

C ‘ e anche le cosce e il busto è legato

C ‘ e sono ammanettata

C ‘ Adriano ha messo questo bastone che è attaccato al tavolo

C ‘ e che è collegato alle manette

C ‘ in questo modo non posso togliere le mani dal tavolo.

C ‘ poi ho la gagball in bocca

C ‘ un vibratore nella figa

C ‘ e un plug nel culo.

C ‘ sono 3 ore che sono seduta così

C ‘ ed è da questa mattina che ho il plug nel culo

C ‘ Adriano ha detto che me lo vuole allargare

M ‘ perché sei seduta così al computer?

C ‘ Adriano mi ha dato da fare dei compiti

C ‘ devo aggiornare il blog

C ‘ scrivere agli altri due

M ‘ quali altri due

C ‘ non c’è solo Adriano

C ‘ sono 3 quelli che io ho deciso di tenere dall’annuncio

C ‘ e Adriano vuole che li tenga aggiornati, che continui a scrivergli.

M ‘ dov’è sto blog, lo voglio leggere anch’io

C ‘ si, ma non ora

C ‘ prima che tu legga il blog

C ‘ voglio che tu legga la mia posta

C ‘ non tutta

C ‘ voglio che tu vada per ordine

C ‘ te la inoltro io

C ‘ un po’ alla volta

Vidi che Chiara si muoveva sulla sedia, che sussultava

M ‘ cos’hai?

C ‘ è Adriano

C ‘ può comandare il vibratore a distanza

C ‘ sa che ti sto scrivendo

C ‘ può leggere tutto

C ‘ e vuole farmi venire davanti a te

Smise di scrivere e cominciò a mugulare sempre più forte, sempre più forte finché non venne con un orgasmo pazzesco, aveva le convulsioni.

Attesi che si riprendesse.

M ‘ Tutto bene?

C ‘ è un bastardo

C ‘ usa questo attrezzo per farmi venire che è potentissimo.

C ‘ mi tiene sempre stimolata e ogni tanto mi fa venire’

C ‘ è davvero un perverso

C ‘ ed un genio

C ‘ mi tratta da troia

C ‘ e mi piace

Poi si ferma

C ‘ mi ha ordinato di smettere di scriverti

C ‘ ed io ubbidirò

C ‘ a malincuore

C ‘ ma ci tengo a ubbidire

C ‘ e se mi sto dilungando

C ‘ è perché lui può vederlo

C ‘ e quindi mi punirà

C ‘ mi farà male!

C ‘ tanto male

C ‘ perché sa che nessuno mi può salvare

E partì un’altra scarica, la vedi dimenarsi sulla sedia e mugolare, infine si chiuse la connessione.

Provai a chiamarla, a ricontattarla, niente.

Rimasi in attesa di un suo cenno per qualche ora, poi provai a dormire ed incredibilmente ci riuscii.

La mattina mi svegliai presto, di soprassalto quasi, controllai la posta e vidi un sacco di mail, tutte proveniente dall’indirizzo chiara.sl7@xxxxxxxx le risposte al suo annuncio, eppoi le risposte alle risposte.

Ne lessi un po’, poi guardai l’ultima e vidi che non era un forward, ma una mail indirizzata a me.

Era stata scritta alle quattro, quindi tre ore prima. Ciao amore,
non so cosa tu abbia fatto da questa notte, ho provato a pensarci ogni tanto e non sai quanto vorrei poterti vedere.
In queste ultime ore Adriano mi ha tormentato di continuo (ma non ti preoccupare, a me non dispiace mica!). Mi ha lasciata solamente mezz’ora fa e ne ho approfitto per mandarti le mail che ti ho promesso e darti qualche spiegazione.
Le mail che vedi non sono tutte, sono solo quelle delle persone che ho scartato.
Te le ho mandate per prime perché sono quelle che hanno meno importanza per me. Quello è, come dire, il mio pubblico.
Adriano ad un certo punto ha avuto un’idea meravigliosa: anziché perdere i contatti con queste persone, creare un mio blog privato nel quale loro posso leggere e commentare.
Così ho fatto. Esiste un blog nel quale ho raccontato le cose che facevo con te e senza di te, i miei pensieri e desideri e nel quale raccoglievo i commenti del mio pubblico.
Nel blog ci sono anche delle foto di me… sai quei vestitini indecenti che abbiamo preso insieme? Li ho usati diverse volte senza di te.
Come ti ho detto sono stati selezionati tre uomini.
Di uno già ti ho detto, è Adriano.
Il secondo è Matteo, è della nostra città. Lui è stato l’occhio di Adriano per tutto quest’ultimo mese: mi ha fatto moltissime foto e sotto indicazioni di Adriano mi ha fatto fare la zoccola più di quanto ho mai fatto con te. Ma non temere, non ti ho tradito con lui, non l’ho mai né baciato né toccato nelle parti basse, almeno non senza pantaloni. Non abbiamo mai fatto sesso anche se più volte mi ha fatto sentire davvero una troia. Non ti ho fatto cornuto con lui… A dirla proprio tutta amore mio, ad oggi ancora non ti cornificato con nessuno.
Non so come tu posso prendere questa notizia.
Se bene, meglio che smetti di leggere qua.
Ma secondo me non smetterai di leggere, per cui mettiti l’animo in pace, io sono qua per farti le corna.
Io son qua perché Adriano mi deve trasformare in una sweet perfetta, nella moglie che ogni cuck desidera.
Infine sono qua perché sono AFFAMATA delle sensazioni e del sesso che Adriano può darmi.
Ora vado a dormire, sono esausta.
Buonanotte, Ti amo.

P.S.
Quelle mail erano pronte da mesi, ripulite di ogni informazione che tu possa usare per trovare i mittenti.
Non romperti la testa su come scoprire chi sono, sarebbe inutile.
Non darti neanche la pena di scrivergli, non ti risponderanno.

Il blog, mi aveva scritto quella lettera e non mi aveva rivelato l’indirizzo del blog… Cazzo.

Cominciai a leggere le mail che mi aveva inoltrato, di gente di tutti i tipi, piene di foto di cazzi, di promesse, di fantasie.

E le risposte di lei, suadenti. Mai risultava infastidita dalle proposte e dagli insulti, semmai divertita o addirittura attratta da tutto ciò.

Continuai a leggerle anche durante il lavoro, prendendomi molte più pause di quando avrei dovuto e saltando anche il pranzo.

Tornai a casa che ancora non le avevo lette tutte e finora non avevo trovato l’indirizzo del blog.

Del resto quell’indirizzo non c’era affatto perché ogni ricerca sul testo delle mail non mi fornì nessun risultato.

Il cellulare di Chiara risultava spento ed non era presente su skype.

Di nuovo chiuso al di fuori della sua vita.

Stronza.

Eppure… eppure nelle mail che scriveva agli altri parlava di me, di come fossi l’uomo della sua vita e che lei non cercava un’altra storia o una storia parallela, ma solo una vacanza particolare per fare un regalo a se stessa e soprattutto a me.

E quelle parole in mezzo a quel profluvio di fantasie erotiche che si facevano di mail in mail sempre più spinte erano come un balsamo per il mio cuore.

Le mie reazioni erano paradossali: eccitato a bestia, incazzato e… innamorato come mai prima d’ora. Stavo malissimo e stavo benissimo.

Cenai davanti al computer nell’attesa di un suo cenno, uno qualsiasi.

Venne sotto forma di un’altra mail.

Erano circa le otto di sera.

Ciao amore.
Finora non ti ho detto nulla di quello che ho fatto e subìto qui perché c’è tutto nel blog e non ha senso riscriverlo. Certo che finché non sai l’indirizzo non potrai sapere quanto io me la stai spassando.
Pensa amore, tutte quelle persone di cui hai letto sanno cosa sto facendo e tu no. Tutte quelle persone in questi ultimi giorni hanno potuto vedere come mi contorcevo e sentire le mie grida di godimento e tu no.
E’ come se il mio adorato maritino fosse l’ultimo tra tutti gli uomini.
Adriano è di la che mi sta aspettando assieme a Eveline, per cui devo proprio andare, ma prima voglio darti una notizia: Adriano ha detto che è ora!
Ti amo, a presto.

P.S.
Ti mando una foto di Eveline e me

In allegato c’era una fotografia che ritraeva una donna nuda, sdraiata di schiena a terra con gambe e braccia aperte.

Sul suo viso era praticamente seduta un’altra donna, anch’essa nuda che teneva i piedi sulla pancia della prima e che si sosteneva tenendosi a delle corde che pendevano dall’alto. La seconda donna era ben visibile in viso e non era mia moglie. La piega assunta da questa vicenda mi stava facendo impazzire… non riuscivo a pensare a niente altro che a Chiara e a cosa stava accadendo, cosa stava facendo e subendo. Mi sentivo un macigno sullo stomaco, l’idea di mangiare mi dava la nausea… e tuttavia avevo delle erezioni incredibili, il mio cazzo viveva tutta questa storia in assoluta controtendenza rispetto al resto del mio corpo.

Pensavo al significato dell’ultima frase “Adriano ha detto che è ora”. Ora di cosa? Cosa sarebbe successo quelle sera di tanto emozionante per lei: quella mail era l’annuncio di qualcosa di assolutamente particolare, di qualcosa della quale lei era a conoscenza e che attendeva.

Mi stavo lambiccando il cervello per scoprire cosa potesse essere tutto ciò, quando cominciò a squillare il cellulare, era il numero di Chiara!

Risposi con un peso sullo stomaco.

‘ Pronto – non era la sua voce ‘

‘ Pronto chi parla? ‘

‘ Sono Eveline. Se hai letto l’ultima mail di Chiara sicuramente mi avrai visto in foto. ‘

‘ Si, in effetti ti ho vista… ‘

‘ Ti ho chiamato per farti la cronaca in diretta di ciò che succederà a tua moglie questa sera. ‘

‘ Cosa deve succedere questa sera? ‘ chiesi, con la gola che cominciava a farsi arsa.

‘ Ti piacerebbe saperlo, eh, ma niente anticipazioni. Saprai le cose via via che accadranno. Ho il preciso ordine di scendere nei dettagli, potrai chiedere tutto ciò che vuoi ma solo ed unicamente se legato a quello che succede questa sera. Questo significa che se mi chiedi cos’ha fatto Chiara ieri non ti risponderò, chiaro? ‘

‘ Si si, chiaro. Ora dov’è? ‘

‘ Si sta preparando, tra l’abito ed il trucco ci sta mettendo più di quanto immaginassi, ma vuole farsi bella per Adriano e per i nostri ospiti! ‘

‘ Quante persone ci sono là? ‘

‘ Un bel po’! E’ stato mandato l’invito di partecipazione a tutti i partecipanti del blog, se ne sono potuti presentare sono un numero limitato, ma comunque cospicuo: dovrebbero essere oltre la cinquantina… ma magari poi potrebbero arrivare altre persone. Sappi comunque che durante la festa verranno contate di sicuro ‘

‘ Festa? ‘

‘ Oh, cazzo, ti ho anticipato questa cosa… non dovevo! ‘

‘ Daiii, dimmi di più, sono giorni che sono in ansia, no hai idea del mio stato adesso, sto tremando… ‘

‘ Senti bello, a me non me ne sbatte un cazzo di come stai, sono qua con te perché mi è stato ordinato, non per farti un favore, chiaro? ‘

‘ Dimmi dove siete, che tipo di persone ci sono là… Dimmi chi è Adriano! ‘

‘ Cominciamo a ragionare, queste sono domande a cui posso rispondere. Siamo in un casolare di campagna. Questo è il dungeon di Adriano, lo usa per le sue feste e per sottomettere le persone che gli vengono affidate. Adriano è un dominatore di professione: diciamo che è piuttosto ricco di suo e ha deciso di occupare il suo tempo nell’addestramento di schiavi e schiave, ma anche di master e mistress. Qui ci vengono persone da tutto il mondo. Qui viene insegnata l’arte della sottomissione. Io sono, come dire, una sua segretaria… ma un po’ particolare. ‘

‘ Chiara è lì per imparare a farsi dominare? o a dominare? ‘

‘ Lei non è qui per imparare nulla… lei ha ricevuto una sorta di corso per corrispondenza mentre viveva con te. Immagino tu non ti sia accorto di nulla, eh? Beh, riuscire a fare ciò che faceva sotto il tuo naso faceva parte dell’addestramento. ‘

Rimasi senza parole… cos’aveva fatto a mia insaputa, chi era diventata mentre viveva con me?

‘ Sei ammutolito, eh? Beh, stasera avrai modo di capire com’è cambiata la tua mogliettina. Le persone che sono qui sono di ogni tipo: sono in gran parte uomini, ma vedo anche diverse coppie… Poi ci sono le donne della serra. Sappi che da quando ti ho detto che erano oltre la cinquantina sono arrivate altre 16 persone, di cui 3 donne. Se continua così passeremo il centinaio… Sarà una serata bellissima! Come ti dicevo, sono di ogni tipo, giovani e vecchi, alcuni sono vestiti in giacca e cravatta, altri sembrano degli operai appena usciti dal lavoro in fabbrica, e magari è proprio così. ‘

Mi si stavano formando delle immagini in mente.

‘ Com’è quel posto? ‘

‘ Mhmm, il posto dove succederà quello che deve succedere stasera, non mi sono tradita stavolta eheh, è uno stanzone molto ampio, diciamo 10 metri per 8. E alto, penso sui 3 o 4 metri. Ci sono molte panche disposte in file trasversali che lasciano un corridoio al centro della stanza parallelo al lato più lungo. Alla fine di questo corridoio c’è un solido tavolo di legno, bello grande. Tutta attorno ad esso è stata disposta della paglia fresca. Appesi a dei cavi che scendono dal soffitto sono stati appesi numerosi specchi che formano una sorta di volta sopra al tavolo. ‘

‘ Cosa c’è sul tavolo? ‘

‘ Sul tavolo ci sono numerose grosse candele accese e un libro con la copertina scura. Questo tavolo però ha numerosi cassetti, molto ampi, contenenti diversi attrezzi che possono procurare piacere… o dolore… o entrambi. Dicevo… questa stanza enorme Adriano la chiama il Tempio delle lacrime. Le pareti sono dipinte di nero ed è illuminata in maniera piuttosto fioca. Lungo tutte le pareti della stanza ci sono delle rastrelliere, cariche di strumenti per il piacere e la tortura. Sono tutti oggetti creati da Adriano o originali che ha reperito in giro per il mondo. Ci sono delle vere e proprie opere d’arte, oggetti la cui creazione ha richiesto di una fantasia perversa oltre l’immaginabile. ‘

‘ Sono lì per Chiara? ‘ dissi spaventato

‘ Ahahah, ma no, sono qui perché questo è il posto dove Adriano li raccoglie, non credo verranno usati stasera… ma non si può mai dire, eheh. In realtà molti di questi non sono mai stati usati perché comportano un supplizio troppo forte o possono creare danni permanenti… però ci sono e sapere che sono stati usati su qualcuno è molto eccitante… Senti, che altro vuoi sapere che io posso raccontarti? ‘

‘ Cazzo, ci sono un sacco di cose che vorrei sapere… ma non me le diresti. Non me lo diresti, vero? ‘

‘ NO! ‘

‘ Ah, quello che fate stasera viene ripreso? Sarà visibile sul blog? ‘

‘ Assolutamente si, c’è una webcam che riprende tutto fissata vicino all’altare. Ma non basta mio caro. I visitatori del blog hanno chiesto se potevano fotografare e video riprendere la serata e la tua mogliettina ha acconsentito, imponendo però una simpatica condizione. ‘

‘ Cosa? ‘

‘ Eheh, ha avuto proprio una bella idea, si vede che ci tiene tanto a te. A chiesto che dovranno fare una copia di tutto quello che raccoglieranno e lo dovranno mandare a casa sua, indirizzato a te! ‘

‘ Ma è scema… non si preoccupa delle conseguenza, quella roba potrebbe finire in mano a chiunque… ‘

‘ Cocco, sei tu che non capisci! La tua dolce metà credo che abbia imboccato una strada proprio senza ritorno… Mi sa che se ne sbatte proprio di quello che possono farci con quei filmati… se ne sbatte proprio della propria reputazione, hai capito???? ‘

Queste parole mi gelarono il sangue.

‘ Sorpreso?!? AHAHAHA, ti assicuro che il tempo delle sorprese non è ancora arrivato, vedrai… anzi, no, poverino, non puoi vedere un cazzo tu, ahahah, niente blog per io maritino. Però hai la radiocronaca, quasi una poltrona in prima fila… e ti potrai rifare con le registrazioni. ‘

‘ Io… io non ci capisco più niente… Dov’è finita la Chiara che ho sposato, con cui ho vissuto per anni… ‘

‘ AHAHAH, la Chiara che è qui mi sa che è ben diversa da quella che pensavi di conoscere tu. Tu tua moglie non l’hai mai conosciuta per com’è veramente ‘

‘ Non capisco, non capisco un cazzo!!! Il fatto che mi tradisse era una mia fantasia, non sua… sono io che le ho messo in testa quell’idea! E in questi sono sono arrivato a pentirmene amaramente. Non avrei mai immaginato che potesse succedermi una cosa del genere… che in generali fossero possibili cose come questa ‘

‘ Ah bhe, se è successo un pochetto si può attribuire a te, ma ci sono tanti e tanti eventi che si sono mischiati… Eppoi Chiara è davvero unica, Adriano in lei ha trovato terreno fertile… Ehi, ma sa che è ora, ascolta ‘

Sentii un fruscio poi una voce maschile che parlava a voce sostenuta e con una certa solennità.

‘ Signore e signori tutti, benvenuti a questa cerimonia. Credo che nessuno di voi possa vantare un’esperienza simile a quella che si realizzerà qui questa notte. Io stesso conosco ben poche donne che si siano offerte a questo rito. Una è qui con noi è mi aiuterà nella celebrazione. ‘

Sentii una pausa, immagino stesse presentando questa donna ai presenti.

‘ Inoltre – continuò – al telefono con Eveline c’è il marito di Chiara a cui è stato consentito di partecipare, seppur solo per via telefonica. Come ben sapete, lui non ha accesso al blog e non sa quasi nulla di ciò che ha fatto sua cara mogliettina, né sa cosa le accadrà questa sera. Immagino che sia estremamente curioso di sapere, pertanto cercate di non ostacolare i movimenti della mia assistente. Chiaramente questo non vi deve esimere di esporre ad alta voce i vostri apprezzamenti verso al sua adorata mogliettina – qui sentii una nota di derisione – nella forma che riterrete opportuno usare. Infine, Chiara mi ha chiesto di ricordarvi che potreste filmare tutto e fare di quel materiale ciò che ritenete opportuno, a condizione che una copia sia inviata a casa sua a nome del marito. Ci tiene particolarmente che tutto ciò che accadrà stasera possa essere esaminato dal cornuto – sentire quella parola mi fece vedere le stelle e un brivido delizioso mi attraversò il cazzo – Troverete sul tavolo in fondo delle buste già compilate per mandare il materiale. ‘

Ancora un fruscio, poi cadde la linea.

Il cuore mi schizzò in gola… sentivo il suo pulsare nelle orecchie.

Richiamai immediatamente e attesi, con le mani tremanti, che qualcuno rispondesse.

E rispose Chiara. ‘ Ciao amore, sapessi quanto mi sei mancato in questi giorni, quanto ti ho pensato… Avrei tanto voluto chiamarti in questi giorni ma Adriano non me lo permettava, ed io non posso che dargli ragione… so che è stata dura per te in questi giorni, so quanto non sapere che mi succede, cosa faccio e mi faccio fare è un supplizio e questo mi eccita tanto… lasciare che il mio padrone ti colpisca attraverso di me, usarmi come arma verso di te mi fa sentire ancora più sua e più troia. Oggi però potrai stare un po’ con me. Non è un’idea mia: Adriano vuole darti una dimostrazione! del suo potere, di cosa sono diventata. Eppoi oggi accadrà qualcosa che sconvolgerà per sempre la mia vita e quindi anche la tua. ‘

‘ Chiara, ma di cosa si tratta, dimmelo! ‘

‘ Amore mio, si tratta che da oggi non sarò più tua moglie! ‘

‘ Cosa?? ‘

‘ Amore, continuerò a portare la fede al dito e a vivere con te, a pensare a te come alla persona al fianco del quale vorrò continuare a vivere, giorno dopo giorno. Ma abiurerò pubblicamente alcune delle promesse che ti ho fatto durante il nostro matrimonio… ‘

‘ Quali promesse? ‘

‘ Quasi tutte, amore mio. Ma questo è solo il primo passo, farò altri giuramente in maniera solenne e rinuncerò anche a molti dei miei diritti…’

Chiara, ma che cazzo stai combinando? ‘

‘ Tesoro, ho visto cosa c’è nel tuo PC, sono mesi che controllo cosa guardi, cosa ti piace. Ho visto i racconti che leggevi, i filmati che guardavi… Mogli che fanno le troie con altri riempiendo i mariti di corna, donne viziose che adorano il cazzo e mettono la propria siddisfazione sessuale sopra ogni altra caosa. Ora diventerò una di quelle. Ho visto i video di donne abusate, legate, frustate, sottoposte alle più infamanti degradazioni, umiliate pubblicamente. Oggi maritino mio farò parte di loro. Oggi diventerò la donna che tu hai sempre sognato, incarnerò ogni tua più perversa fantasia e m’impegnerò a scendere ancora verso l’inferno fiammeggiante della lussuria. Hai presente l’ultimo periodo, riuscivo a tenere sempre il tuo bel cazzo in tiro con le mie fantasie e i miei velati atteggiamenti, d’ora in poi ci saranno solo fatti! Ti farò impazzire di desiderio, ti farò qualche volta soffrire… non lo so, ma non mi fermerò neppure se mi minacci di lascirmi… ho preso la mia decisione quando sono partita da casa 3 gioni fa… 3 giorni, mi sembra sia passata già una vita… e non c’è nulla che tu possa dire o fare che mi farà tornare sui miei passi. ‘

Non avevo parole per esprimere quello che sentivo, rimasi in un assoluto, freddo silenzio.

‘ Lascia che ti descriva come sono vestita: addosso ho il nostro vestito da sposa… ‘

‘ Non ci posso credere, com’è possibile? ‘

‘ Amore, tesoro, controlla pure ‘

Andai diretto in camera, aprii il suo armadio dove avrebbe dovuto esserci il vestito e c’era la scatola.

‘ L’abito è qui! ‘

‘ Tesoro, la scatola è li, ma l’abito ce l’ho addosso! Dai, aprila ‘

La aprii bestemmiando nella mia testa contro le cinghie di che la chiudeva e dentro trovai solo un biglietto con sù scritto “Qui c’era un abito da sposa che simboleggiava la mia innocenza. Ora non c’è più il primo né la seconda. Chiara”

Rimasi di pietra ed il cazzo ebbe un sussulto pazzesco.

‘ Non c’è più ‘ dissi tra me e me, ma Chiara rispose.

‘ Si tesoro, te l’avevo detto, lo sto indossando ora, ho i capelli raccolti in alto in una specie di chignon alto che potrà essere afferrato con le mani per potermi muovere la testa e potermi legare tramite i capelli. Sono scalza e di là il pavimento è lurido, l’abito bianco passo dopo passo si sporcherà irrimediabilmente e questo mi piace: questo abito lo voglio rendere lercio come voglio diventare lercia io. Il mio trucco: ho un rossetto rosso vivo con molto gloss, ho truccato gli occhi con molto kajal nero, sono sicura che mi faranno piangere e sarà meraviglioso il mio volto ridotto ad una maschera di lacrime e trucco sbavato. Non ho nessun gioiello, se non la tua fede. Il mio intimo… beh, quello lo scoprirai a tempo debito. Amore mio, ascoltami bene, io ti amo, ma ho deciso che non voglio limitarmi mai più, ho deciso che la mia vita da ora in avanti sarà diversa e io desidero averti al mio fianco. Durante il mio giuramento ti sarà chiesto se alla fine di questi 15 giorni potrò tornare a casa nostra o se dovrò cercare un’altra soluzione. Questa risposta non me la devi dare ora, prima devi ascoltare il mio giuramento. Fremo all’idea di perderti, provo un dolore sordo, eppure quando penso che sto immolando tutto, perfino il mio più sentimento più puro, all’altare della lussuria sento un piacere immenso… Adoro la sensazione di essere solo una lurida troia ‘

E qui cadde nuovamente la comunicazione e cominciai a pensare. Sapevo finalmente cosa sarebbe successo, a cosa sarei andato incontro. Non precisamente, ma potevo intuire: le sue affermazioni erano chiare… e non sapevo cosa pensare, cosa decidere… avrei acconsentito o no che lei tornasse a casa dopo tutto questo? Si, l’amavo, nonostante queste parole fossero state come stilettate sul mio petto l’amavo e non avrei potuto vivere senza di lei.

Dopo aver riflettuto richiamai, ma il cellulare risultava spento! Dentro di me sentii ribollire una rabbia gorgogliante: “Non un’altra volta, NO”, richiamai ancora e ancora e alla fine rispose Eveline.

‘ Marco, stai calmo, non potevo risponderti ma ti è stato promesso che assisterai a tutto. Ho cambiato cellulare per essere sicura che la batteria durasse tutto il tempo. Se cade di nuovo la linea tra un po’ è per cambiare di nuovo batteria… rilassati. Bene, sono in fondo alla sala vicino al tavolo, Chiara sta avanzando, la gente ho buttato un sacco di schifezze lungo il corridoio, qualcuno ha addirittura pisciato, davvero indecente. Lei cammina come se niente fosse, la gente attorno a lei la stà già insultando, dovresti vedere il suo sorriso, è radiosa come una sposa ed a ogni insulto lo è sempre di più. Eccola, ora si sta inginocchiando davanti ad Adriano, è ai suoi piedi e gli sta leccando la punta dello stivale con la lingua piatta, una lunga leccata… vedessi la scia di saliva che ha lasciato. Adriano la fa alzare e la porta in un punto preciso, da qui tutta la sala può vederla in faccia per mezzo delle cupola di specchi. Ascolta, ora è Adriano a parlare. ‘

‘ Signori, ora Chiara leggerà il giuramento che sancirà in maniera irrevocabile il suo rapporto con me e con voi tutti! ‘

‘ Io Chiara – era la sua voce, sentivo una forte emozione in essa e questo mi fece subito eccitare – davanti a questa assemblea dispongo che il qui presente Adriano sia d’ora in avanti, per tutto il tempo che Lui riterrà opportuno, signore e padrone del mio corpo.

Avrà diritto di fare di me e del mio corpo qualsiasi cosa lui desideri, senza limiti di sorta. Voglio sottolineare questo concetto per me fondamentale: non desiderando gravare la sua persona di responsabilità sulla mia incolumità, rinuncio di mia spontanea iniziativa a imporre una safeword o a decretare dei limiti sul mio utilizzo, desiderando invece che sia libero di fare di me tutto ciò ch’egli desideri anche a mio discapito.

Sotto suo comando sarà lieta di donare ad ognuno di voi la possibiltà di godere del mio corpo e di rendere pubblico ogni mio atto e pensiero attraverso i mezzi che mi saranno offerti, ovvero il blog, e di favorire tramite esso la diffusione di confessioni e video e filmati. Sotto suo comando sarò a disposizione anche di chiunque entrerà a far parte del blog attraverso la diffusione di inviti.

A conferma di quando da me asserito accetterò il marchio indelebile che mi sarà imposto e non solo eviterò di occultarlo, ma lo paleserò in ogni momento e luogo affinché sia evidente il mio stato di schiava. ‘

‘ Cazzo – era la voce di Eveline che mi parlava… il mio cervello stava ancora registrando l’immensa portata di quelle parole e mentre scorrevano nella mia memoria mi chiedevo come avesse fatto quell’uomo ad ottenere la vita, perché di questo si parlava, la sua intera vita, nelle sue mani… – ehi, mi stai ascoltando??? ‘

‘ Si si ‘

‘ Dicevo che ha preso chiara e le ha fatto un taglio per farle colare in una piccolo recipiente di argento ‘

‘ Ah, EHHH ‘

‘ Ora Chiara intingerà il suo stesso sangue e con esso firmerà il contratto. Dopodiché, bhe marco, non so se il vostro matrimonio possa avere più valore di quanto da lei appena detto qui. Ci sono più persone a testimoniarlo e soprattutto sta firmando con il suo stesso sangue. ‘

‘ EVELINEEEEEE, vieni qua con telefono ‘

‘ Chiara mi sta chiamando, mi sa che vorrà parlare con te ora. ‘

‘ Amore mio, hai sentito cosa ho fatto? ‘ la sua voce era euforica

‘ Si, ho sentito ‘

‘ Sono diventata una TROIAAAAAA. Non sono più tua, non sono più del mio amore, sono di un’altro… il mio corpo non ti appartiene più, non appartiene più neppure a me… Cazzo come mi sento puttana e stronza con mi piace SIIIII mi piace da morire. Adesso mi dovrai dire davanti a tutti se mi vorrai ancora a casa, ma aspetta… Adriano, voglio che me lo metti nel culo, è da quando sono arrivata qui che ho voglia di farmi inculare e voglio che quando il mio amore mi parlerà ci sia il tuo cazzo ben piantato nel mio culo da troiaaa ‘

Sentii dei rumori, e poi degli ansimi e poi le grida di chiara che gridava oscenamente di fregarsene se era stretto e poco lubrificato, che glielo rompesse, che era suo… e grida di godimento

‘ marcooooooo, c’è l’ho nel culooooo, ah cazzo come mi incula bene… Ah siiiii, adesso dimmi, AHHHHH, cazzo si spaccalo, dimmi se la rivuoi questa troia a casa…. la vuoi questa puttana stronzaaaaAAAA. Sappi che non sarà più tua moglieeee, sarà al schiava di Adrianooo AAAH, dio come mi pompa adesso, dovresti vedermiii ‘

Cos’era diventata!?! sono sicuro che era sincera quando mi diceva che mi amava… la stessa sincerità che aveva ora mentre godeva e mi sbatteva in faccia la cruda verità che lei ora non era più padrona di se stessa… Come sarebbe stato il nostro futuro assieme? e come potevo decidere una cosa di questa importanza mentre sentivo i suoi gemiti e le sua grida di piacere. Eppure, nonostante tutto, la mia bocca pronunciò

‘ Chiara, sei pur sempre mia moglie, ti voglio a casa con me ‘

e detto questo lei urlò il suo piacere con una grido disumano!

Una volta letto il contratto di fronte all’assemblea Adriano la portò vicino al tavolo per la firma. Chiara prese una penna d’oca che intinse nel suo stesso sangue e firmò così la sua morte e la sua rinascita.
Dopo di che Adriano le chiese di mettersi a terra in ginocchio ma in posizione raccolta in modo tale appoggiasse la fronte alle ginocchia lasciando la nuca completamente nuda, prese il marchio, un cerchio con le tre S di Servizio, Sottomissione e Schiavitù incrociate a formare un triskelion, e lo rese incandescente sulla fiamma poi lo impresse sulla nuca appena sotto l’attaccatura dei capelli di Chiara. Ora che era marchiata non sarebbe più davvero tornare alla sua stessa vita. Chiara in quel momento si rese conto dell’enormità del passo che aveva fatto, quel dolore lancinante le squarciò il velo della lussuria, le asciugo tutte la brama di godere che aveva avuto e le restituì qualcos’altro, la voglia di non appartenere più a se stessa, il desiderio che fossero altri a decidere cosa dovesse fare, come dovesse comportarsi, dove e quando godere, quanto e come soffrire, l’idea di essere schiava si era concretizzata in quel cerchio di pelle bruciata e non se ne sarebbe più andata.
Questo Eveline non poteva saperlo, non poteva riferirlo a Marco, riferì invece come lei avesse accettato tutto questo con naturalezza, senza nessuna esitazione e gli riferì del suo sguardo quando Chiara si alzò, uno sguardo nuovo, pieno si di lussuria, ma anche di una sorta in insondabile rassegnazione, la sua postura cambiò, mantenne la fierezza ma nelle sue movenze traspariva una vena sensuale, assolutamente inedita, una sorta di morbidezza dei movimenti.
Adriano la tenne in piedi davanti a sé e chiamò le persone della prima fila, la misero sopra l’altare e senza toglierle l’abito cominciarono a scoparla vigorosamente, chi non le stava pompando la fica era al suo fianco per farsi succhiare senza nessun riguardo. Le tenevano la testa per i capelli e le scopavano la bocca fino ad infilare i loro cazzi nella sua gola fregandosene se faticava a respirare o se le salivano dei conati.
La scoparono tutti e tutti le vennero sul vestito o in faccia, poi la seconda fila che ispirati dalla prima fece di peggio.
Il culo Adriano non voleva che venisse usato, non ancora. Quei bruti la scoparono selvaggiamente e cominciarono a strapparle l’abito per poter raggiungere i suoi seni, la sua pelle delicata.
« Adriano ora la sta mettendo in piedi, ha preso in mano una katana e la sta facendo scorrere sul suo vestito. Quella spada è molto affilata, il vestito si sta lacerando poco a poco, ogni tanto passa la lama sulla sua pelle. Chiara ha i brividi ma non si muove neanche quando lui volutamente le graffia la pelle sulla spalla facendole un piccolo taglio… »
« Adesso ha messo giù la spada e si avvicina chiamando a raccolta la terza fila di uomini, la scopano e le strappano il vestito di dosso, la scopano furiosamente. Con loro sono 15 gli uomini che si stanno sfogando su di lei e tua moglie… ma è ancora tua moglie quella donna? Chiara si offre, è lei stessa a spalancare la figa per favorire l’ingresso dell’ennesimo cazzo e lei stessa che supplica di essere scopata ferocemente, di essere stuprata, di essere ricoperta di sperma »
« Adesso che è senza l’abito, dio santo, non ci posso credere. Chiara è avvolta in un complicato intreccio di corde che affondano nella sua carne ferocemente. Sono di canapa, ruvide e sottili, solo averle attorno al corpo è un supplizio, doversi addirittura muovere poi… La sua pelle è completamente scritta con frasi minute e disegno osceni, mi avvicino! Qualcuno la riprenda come si deve per il marito » gridò.
« Marco, ci credo che c’ha messo tanto a prepararsi, ogni frase è un supplizio che chiede le venga perpetrato: qui sul seno leggo “Usate pure i vostri denti fino a farmi gridare e non fermatevi ancora”, sulla sua pancia, il suo favoloso ventre “Cospargetemi di cera e poi spegnete le vostre sigarette sopra”, sulle sue braccia “Appendetemi e sospesa usatemi”, ai suoi piedi “Fatemi camminare su ogni schifezza, voglio sprofondare nel fango” e queste sono solo alcune, quelle scritte più in grande. Vedessi al schiena, sembra un estratto del “Giardino dei supplizi” »
« Adriano la sta esponendo al pubblico, sta mostrando a tutti tramite gli specchi cosa c’è scritto sul suo corpo, cosa desidera che le venga fatto. Sta incitanto la folla ad abusare di lei come se questa gente ne avesse bisogno, ma questa cosa funziona, vedo una sorta di rabbia animale sui visi delle persone qui attorno, non sembrano più uomini ma bestie feroci che la vogliono sbranare »
« La prendono di peso e la poggiano sulla paglia qui vicino, la paglia è pungente, non è affatto morbida anzi… e loro sono sopra di lei che si avvicendano dentro il suo sesso mentre Adriano assiste vicino alla sua testa parlandone all’orecchio. Lei annuisce, non ho capito che le ha chiesto. Adriano aspetta che anche questi si appaghino del suo corpo, la fa alzare, le lega i polsi e le caviglie e dal soffitto fa calare due corde per legarla »
« Ora è appesa in una posizione scomoda, senza nessun appoggio e altri 5 si fanno avanti per prenderla così. Con le gambe serrate faticano ad entrare nel suo sesso e Adriano consente loro di profanarle il culo e di venirle dentro, di riempirla di sborra e poi ritorna a parlarle all’orecchio e lei sembra godere più per le sue parole che per i cazzi che sta prendendo uno dopo l’altro »
« Chiara dopo questo assalto sembra essere in un altro pianeta, Adriano le scioglie le caviglie e la lascia appesa per i polsi, arriva a malapena a toccare il pavimento con la punta delle dita dei piedi. Adriano chiama un altro gruppetto e ad ognuno fornisce un lungo staffile. Li conosco quelli, sono fatti di crine di cavallo e trattati con una resina particolare; sono morbidi, non fanno male, ma la resina li rende ruvidi e se fatti scivolare sulla pelle quando si colpisce lasciano delle striature fastidiose. Adriano questo non lo spiega, chissà se qualcuno capirà come farla soffire. In effetti, mentre uno le scopa la figa gli altri sono dietro di lei, ma non colpiscono nel modo giusto »
« Chiara sa come funziona quella cosa e ad un certo punto è lei stessa urlando a dire di strappare di più quando battono, che devono farle male, senti tu stesso »
« Bastardi colpitemi, dai cazzo, forza, voglio che mi strappiate la pelle, SIIIIII, cazzo e tu muoviti, spaccami la figa con quel cazzo merdoso e poi mettimelo nel culo che voglio farmi battere anche sulle tette SIIIII Voglio che mi frustate la figaaaaaaaa »
« La senti chiara, è impazzita!!!! Qui è pieno di altri uomini che vorranno riservarle come minimo lo stesso trattamento, comincio a temere per la sua salute ma mi fido di Adriano. Ecco, ora si avvicina, requisisce a tutti i frustini, ha preso Chiara per un capezzolo, glielo sta pizzicando forte e le parla. Lei ha aperto la bocca e tirato fuori tutta la lingua, Adriano gliela succhia e poi le sputa in bocca e lei ingoia e le riapre. Dice a quelli di finire con lei che c’è la coda e loro si danno da fare e le vengono addosso uno dopo l’altro, lunghi schizzi che dalla pancia le arrivano fino al volto »
« Adriano ora la slega, lei crolla a terra sfinita, chiama altri cinque, la fa sedere su di se infilandole il cazzo nella fica e dice a tutti di scoparle la bocca e di venirle in faccia e così fanno uno dopo l’altro. La sua faccia si ricopre di sborra densa che le cola ovunque e lei la raccoglie fin dove può con la lingua e la ingoia e Adriano è sempre saldo dentro di lei e le parla, parla sempre. Tu non puoi capire cosa può fare Adriano con le sue parole »
« Adriano è come una lama che ti si pianta nel cervello e non esce più, le sue idee si propagano, ti avvolgono come una rete e ti fanno desiderare di essere una troia e quando lo diventi, ti fanno desiderare di essere peggio di così, di fare ancora uno, dieci, mille gradini più in basso, verso la perversione assoluta fino a desiderare di non essere nient’altro che uno strumento per il piacer di un altro e Adriano ha fatto questo con Chiara, l’ha resa uno strumento di piacere per un blog, attraverso di esso l’ha denudata, esibita sotto ogni aspetto, le ha tolto ogni possibilità di celarsi, di nascondere la sua identità. Non immagini neppure chi ci sia a frequentare quel blog, potrebbero esserci tuoi amici, tuoi colleghi di lavoro, il tuo postino… non lo immagini neppure e probabilmente non saprai mai. Eppure ora, da ora in poi, chiunque potrà suonare al campanello di casa tua mentre tu sei al lavoro, entrare, prendere Chiara per i capelli, sbatterla contro il muro con la porta ancora aperta e scoparla là e tua moglie non farà altro che accondiscendere e ringraziare quando quell’uomo avrà terminato il suo pasto »

 

« Adriano mi fa cenno di avvicinarmi, credo voglia parlare direttamente con te »

Sento un fruscio, poi mia moglie che risponde a qualcuno « Si, si, non ho nessun problema a parlare con il cornuto »

Cornuto, che effetto sentirla parlare così; una stilettata mi avrebbe fatto meno male eppure il cazzo, nonostante la mostruosa erezione, ha sussultato.

« Ciao amore – Chiara prende la cornetta e si rivolge a me ora – Adriano mi ha detto che devo riposarmi un po’ e di stare un po’ con te finché prepara qualche altra cosa da farmi. mi hai sentito tutto il tempo? »

« Si Chiara, ho sentito tutto ed Eveline mi ha fatto la cronaca di tutto… per certi versi mi pareva di essere là con te… »

« …ed invece non sei qua con me. Dimmi, com’è il tuo cazzo?»

« Di marmo »

« Qui è pieno di cazzi di marmo, sai? Ci sono un sacco di uomini che mi guardano con aria allupata mentre se lo menano e tutti passeranno dentro di me questa sera, in un buco o nell’altro»

« Immagino di si »

« Immagini giusto, cazzo!  Mi ha marchiata, amore, ho il suo marchio sul collo. Potrei nasconderlo con i capelli, vero?»

« Si, si può sempre nascondere se tieni i capelli appena un po’ lunghi, o con un foulard…. »

« ….ma io non lo voglio nascondere. Voglio che tutti lo vedano, a costo di rasarmi la testa cazzo! Non hai ancora capito che più forte del marchio che ho sulla pelle, Adriano ha impresso il suo marchio dentro di me! »

« Io… Chiara… io… » non sapevo che dire, non riuscivo a parlare dalle emozioni contrastanti che turbinavano in me.

« Marco, marito mio, vorrei dire che è tutta colpa tua: che se non ci fossi stato tu in qualche modo a spingermi in questa direzione per poter esaudire le tue fantasie io non ci sarei mai arrivata e forse è così, ma non credo. Credo che prima o poi avrei preso coscienza da sola di come sono, di cosa desidero veramente e quindi invece devo solo ringraziarti perché se sono qua adesso, se posso già da ora fare della mia vita quello che ho deciso di fare è merito tuo. Senza di te chissà di quali e quanti piaceri mi sarei privata. E poi io sento di volerti ancora. »

« Si, anch’io»

« Lasciami finire… devi renderti conto che non sono più come prima e non lo sono da un bel pezzo… Prima che io venissi qui avevo già cominciato a fare la troia, senza che tu lo sapessi. »

« Mi hai tradito già prima? »

« Dipende cosa intendi per tradimento? Se intendi prenderlo nella figa o nel culo allora no. Non che mi siano mancate le occasioni o il desiderio sai, solo che io ero destinata ad Adriano, sarebbe stato lui il primo. Ciò non toglie che ho fatto comunque la troia. Una delle prime condizioni che mi ha imposto è che io non avrei dovuto avere nessun scrupolo nei tuoi confronti, che parte del mio addestramente sarebbe consistito nell’essere bastarda con te e che da questo ne avrei tratto godimento. Aveva ragione su tutta la linea. Adriano ha sempre ragione. »

« Cosa ti ha fatto fare? »

« Mi dava dei compiti, mi chiedeva di fare delle cose, di registrarle con la webcam o con il cellulare e ti metterle sul blog per provare la mia ubbidienza e sottomissione pubblicamente. »

« Tutto nel blog, cazzo. Lo voglio vedere questo blog! Me lo devi! »

« Si, immagino quanto ti piacerebbe vederlo, ma non puoi. Impedirti di vederlo mi fa sentire una bastarda, ma questo fa parte del mio piacere. Ad ogni modo c’è un tempo per tutto. Quando tornerò a casa il blog lo vedremo assieme, mi mettero accucciata sotto la scrivania a succhiarti il cazzo mentre lo guardi per bene. Voglio che tutta la tua frustrazione di adesso e tutta la rabbia che ti verrà leggendo e vedendo e sentendo ciò che ho fatto, che TI ho fatto si scateni su di me. Voglio caricarti come una molla e farti scattare su di me. Tu sei un buono, so che se guardi quel blog gran parte della carica si esaurire, invece voglio vederti andare via di testa e subire tutto quello che sentirai di volermi fare. »

« Ma stai dicendo sul serio? Vuoi fami incazzare? Potrei non rispondere delle mie azioni… »

« Si, si, è quello che voglio, farti incazzare come quella volta a Verona, anzi, acora di più, e che scateni la tua furia su di me. – Chiara fece un profondo respiro – Ecco, ora che ti ho rivelato questa cosa mi sento un po’ più leggera, ma se non il blog almeno una piccola giustificazione te la dovevo dare. Ora però, dovrò impegnarmi di più per farti capire che troia bastarda sono diventata. »

« Credo di averlo ormai capito »

« Non credo proprio invece che l’abbia capito. Ne vuoi una dimostrazione? Vuoi sapere davvero quanto sono diventata stronza? – sentivo la sua voce alterarsi – Eh? vuoi saperlo? »

« Si che voglio saperlo »

« Bene, te lo racconterò tra qualche minuto, prima mi devo preparare. Voglio trovare qualche bel maschio con un grosso cazzo che m’inculi di brutto mentre ti racconto quanto è stronza e troia la tua Chiara » e chiuse la conversazione.

Il tempo senza di lei non passava, ero curioso di sentire cosa aveva da dirmi, anche se sapevo che mi avrebbe fatto male. Sentirla mi riempiva di emozioni contrastanti, di eccitazione e di rabbia, di gioia perché non l’avevo mai sentira così felice, ma anche di dolore e gelosia. Il modo che aveva di parlarmi, chiamandomi amore e dopo poco cornuto, il suo modo di umiliarmi senza nessun rimorso, ma anzi, sottolineandomi quanto le piacesse, mi faceva sentire inerme, assolutamente nelle sue mani. Potevo imbestialrmi quanto volevo, ma non avrebbe cambiato nulla. Poi la sua confessione sul fatto che voleva che arrivassi al massimo della mia rabbia quando eravamo assieme, da soli, che desiderava che mi sfogassi su di lei, quella cosa mi inebriva di piacere.

Dopo inteminabili dieci minuti suonò il cellulare e risposi.

« Marco sono Eveline, Chiara non può parlare in questo momento, ha la bocca piena di cazzo. Ha detto che doveva dirti delle cose ma che voleva farsi inculare mentre ti parlava, poi ha visto questi 3 ragazzi con questi bellissimi cazzi e con i coglioni gonfi e non c’è l’ha fatta a resistere, mentre il più grosso ce l’hai in culo gli altri vuole svuotarseli in gola prima di parlare. Non credo manchi tanti sai, è brava Chiara con la lingua. Adriano gli ha fatto fare tanta pratica e oltre alla tecnica c’è la passione… Lecca e succhia come se da quello dipendesse la sua vita. – sentivo in sottofondo gli ansimi degli uomini, i loro volgari incoraggiamenti, i suoni che emetteva Chiara mentre la fottevano in gola, respiri mozzati e bagnati. – Chiara mi ha fatto mettere gli auricolari per avere entrambe le mani libere. Mi ha chiesto di indossare i Zampe da Tigre, perchè dopo mentre ti parlerà dovrò accarezzala con quelli. Sai cosa sono? Sono dei guanti di pelle nera speciali che Adriano ha fatto realizzare da un sapiente artigiano locale. Sulla punta delle dita ci sono delle finte unghie appuntite in metallo che lasciano lunghe strie rosse, se passate sulla pelle piano. Aumentando la pressione invece… non ne ho idea, Adriano non me le ha mai fatte usare. Sui palmi invece sono attaccate delle spazzole rotonde di metallo, tipo quelle che si attaccano ai trapani per sverniciare. Sono ricoperte da della stoffa per renderle meno aggressive, ma ho provato a passarmele addosso e sono comunque feroci. La tua Chiara poi ha voluto che mi mettessi un ovulo vibrante nella fica ed è lei che tiene il telecomando. Riesci a capirne il motivo? »

Deglutii e con un filo di voce risposi

« Vuole farti sbagliare. Vuole che la tagli »

« Mi sa che è proprio così, la tuo mogliettina si sta rivelando sempre più perversa. Che indole, mai vista una cosa del genere prima, proprio una vera troia masochista! Quello che mi resta da capire ora è: mentre accarezzerò quale parte del suo corpo lei aumenterà al massimo l’ovulo vibrante? »

Durante la conversazione sentivo gli ansimi degli uomini farsi sempre più concitati e ora sentivo le loro grida liberatorie mentre svuotavano i coglioni in bocca a mia moglie.

« Chiara ha quasi finito, sta raccogliendo la sborra che le è uscita dalla bocca e ripulendo i due cazzi… Ecco – un fruscio e poi finalmente Chiara – Ah amore, che splendida bevuta di sborra che mi sono fatta. Ne ho aggiunta altra nel mio pancino, ma scommetto che non sarà l’ultima che berrò stasera. Ora tesoro mio ti racconterò un episodio, uno dei tanti, per farti capire che troia bastarda che sono diventata. Non è neanche la cosa peggiore che io abbia fatto, quelle le saprai quando tornerò a casa, è solo, come dire, un assaggino di me. Eveline, dai, accarezzami, dappertutto, mi raccomando, e non trattarmi come se fossi di cristallo. Eccomi tesoro. Ti ha detto Eveline come sono ora? Ho un grosso, davvero grosso cazzo in culo e io ci sto seduta sopra. Mhmm. Quest’omone è davvero resistente, spero ce la faccia a non spruzzarmi la sua dolce cremina dentro finché non avrò finito, non vorrei perdermi il piacere di assaggiarla. Eveline ha un ovetto vibrante nella fica e io ho il telecomando. Che bella fica che ha Eveline, adoro quando viene mentre gliela mangio e mi spruzza in faccia. Eveline poi ha dei guanti – non riuscivo ad interromperla per dirle che sapevo già tutto, la sua voce era così arrapante – con delle finte unghie affilate. Voglio proprio vedere se sarà tanto brava da non tagliarmi… Secondo me non ce la fa, vuoi scommettere? »

« No, no, non voglio scommettere, non voglio che ti tagli » ma mentre lo dicevo pensavo che invece si, cazzo, si che avrei voluto che le facesse male

« Peccato amore mio, peccato. Comunque il gioco è questo, io cercherò di farle perdere la concentrazione e lei di mantenerla. Dai Evelin, vieni a fare la tigre su di me, mhmmm. Allora, mio dolce cornutello, la tua mogliettina troia ha fatto la cattivella tante e tante volte. Una di quelle volte è stato durante la cena del tuo ultimo compleanno. »

Il mio ultimo compleanno? Mi venne un brivido. Chiara aveva insistito perché invitassi alcuni miei colleghi e i miei amici. “Una serata tra uomini – l’aveva definita – senza donne a rompere le palle tranne me che farò da cuoca e cameriera e poi mi defilerò”. Aveva poi preparato una sorpresa per tutti, una volta finita la cena ci fece accomodare in salotto, tirò fuori un po’ di bottiglie di alcolici e ci disse che sarebbe andata a letto, ma che ci avrebbe lasciato in buona compagnia. Mi si avvicinò e all’orecchio mi disse “Mi raccomando, l’ho chiamata io, fai quello che ti dice e divertiti”, poi mi baciò e se ne andò nella sua camera.

Stavo ancora pensando a cosa avesse voluto dirmi quando suono il campanello e una certa Eva chiese di entrare.

Fece così ingresso una spogliarellista che fece ammattire tutti, ma in particolare me dal momento che ero il festeggiato. Dopo lo striptease cominciò a strusciarsi su di me, me fece bere tra le sue tette e mi spogliò lasciandomi in mutande, poi si strusciò, mi prese le mani e se passò sul corpo. Ero libero di palparla come volevo. Poi mi bendò e mi legò alla sedia e si dedicò al mio cazzo attraverso la stoffa dei boxer facendomi ingrifare come un animale. Mi passò la lingua ovunque, mi sussurrava sconcezze all’orecchio mentre si strusciava la figa sulla coscie e con la mano coccolava i miei testicoli. Non mi permise però di sfogare la mie erezione, se ne andò e dopo di lei anche gli altri ed io ero ancora con il cazzo duro nelle mutande. Neppure Chiara volle darmi soddisfazione perché era troppo stanca e dovetti risolvere da solo con una sega magistrale che mi lasciò esausto.

E ora mi rendo conto che tutto questo era un pretesto per distrarmi!

« Non ci credo! Chiara, con chi! »

« No no tesoruccio, si dice il peccato, ma non il peccatore… o i peccatori. Dai su, che di certe cose meno ne sai meglio è. Allora vuoi sentire che cosa ho fatto quella sera. Mhmm, Eveline, che tocco delicato che hai, meglio se aumento un po’ la vibrazione! Ahaa, brava. Quando sei arrivato ho passato ad alcuni dei nostri ospiti un bigliettino, mhmm come mi pompa bene in culo questo torello, con queste testuale parole “La festa in realtà è per me, approfittatene senza farvi scoprire dal cornuto. PS La spogliarellista è là solo per distrarre lui, voi siete per me!” »

« Cos’hai fatto, no, non ci posso credere »

« Credimi invece, sono stata davvero una troietta quella sera, mentre servivo al tavolo non sai quanto palpate ho ricevuto, lì a due passi da te, anche mentre mi stavi guardando. Hanno fatto a gara a farmi eccitare sotto i tuoi occhi… Saranno tuoi amici, ma la figa è sempre la figa. E dopo che è arrivata la spogliarellista uno alla volta sono passati in camera mia, dove li ho omaggiati con un succulento pompino. »

« Ma chi, cazzo, chi? »

« Tutti amore, mio, me li sono sbocchinati tutti. Qualcuno ha pure chiesto il bis mentre eri bendato, mi sono trovata con un cazzo per mano ed uno in gola. Eveline, ti ringrazio tanto per aver teneto a bada il mio maritino, ma adesso è l’ora che venga anche tu mentre ti dai da fare con quei guanti. SI, brava, dai, dai, fregatene, continua, si, anche tu nel culo, spaccamelo, dai, dai, dammi una grattatina anche sulla figa… SI SIII, TROIA, SIIIIIII»

e mentre il mio cazzo spruzzava senza nessun controllo la linea cadde.

 

Sulla base della rivelazione che mi aveva fatto Chiara potevo presumero che oramai tutti sapessero che sono un cornuto. Ripensando a qualche atteggiamento dei miei colleghi o dei miei amici prima o dopo quella sera non trovavo elementi che potessero confermare la storia, tutto era rimasto tale e quale. E poi davvero mi sembrava un colpo troppo basso da parte di tutti loro, capisco i colleghi, ma c’erano amici che conoscevo da sempre, c’era anche il mio testimone di nozze, più ci pensavo e meno quella storia mi pareva plausibile.
Certo potevo chiamare uno di loro e chiedere conferma, ma rischiavo di fare una figura di merda e poi loro avrebbero potuto comunque mentire.
Poi c’era il discorso Eveline, a quanto pare era lei la spogliarellista. Andai a recupere la foto che mi aveva mandato 2 giorni prima Chiara e… si, poteva essere benissimo lei con una parrucca.
Ripensando a tutta la faccenda mi venne un capogiro: Chiara, Adriano, Eveline e poi Matteo ed Enrico, tutte queste persone si erano prese la briga di organizzare chissà cosa e di coprire ogni traccia. Certo, Chiara a poco a poco mi avrebbe rivelato tutto, ma intanto io sono stato raggirato. L’immagine di Chiara che gode mentre ride di me mi raggelò il sangue. Eppure quell’immagine non era solo un incubo delle mia mente, è la realtà. Lei traeva godimento nel prendermi in giro, nel rendermi ridicolo e cornuto davanti ai miei amici e colleghi di lavoro.
Avrei tanto voluto prenderla a sberle in quel preciso momento, avevo una tale rabbia in corpo che sicuramente non mi sarei fermato neache se mi avesse chiesto pietà… e del resto era proprio questo che lei voleva, voleva che mi incazzassi così come mai mi era successo e che mi sfogassi su di lei.

Il fatto è che avrei voluto farle male già ora e questa impotenza mi frustrava moltissimo.

Chiamai e rispose Chiara

« Ciao amore, eccoti… » 

« Zitta troia. Adesso mi devi dire con chi dei miei conoscenti sei stata »

« Oh, il mio tesoro vuole sapere quanto l’ho sputtanato, eh? Ascolta mio bel tesoruccio, non voglio addolcirti la pillola e ti assicuro che per me è di assoluta importanza che tu sappia tutto, ma devi aspettarmi, voglio essere presente fisicamente quando verrai a conoscenza di tutto. Inoltre non voglio che pensi che pensi che i tuoi amici ti hanno preso in giro, loro hanno solo approfittato del fatto che hai una moglie troia. »

« Si, ma resta il fatto che avrebbero potuto dirmelo… oramai ho capito che tu sei una puttana fino al midollo, ma loro… Chi è che sa? »

« Ahaaa, l’orgoglio maschile, che buffa cosa. Non lo so chi ne sia al corrente, probabilmente tutti se hanno cominciato a parlarne. Del resto io non ho mai chiesto di tenere il segreto, se non con te. A me sono arrivate diverse proposte e talvolta ho pure acconsentito… So che tutto questo è una vigliaccata nei tuoi confronti, ma dai pure traquillamente tutta la colpa a me. Io ho deciso che non voglio più preoccuparmi dell’opinione altrui, anzi no, a dire il vero mi eccita sapere che la gente mi ritenga, a ragione, una troia. E poi te l’ho detto, ho deciso di seguire questa strada anche senza di te, anche senza la persona che amo, figurati se me ne frega di cosa penseranno i tuoi amici. Per me ogni cosa è superflua, tranne la sottomissione ad Adriano ed il piacere che ne traggo. ».

Rimasi in silenzio, che altro c’era ch’io potessi ribattere.

« Marco, tesoro mio, dovresti fregartene anche tu! Non sai che bene si sta a fregarsene dell’opinione altrui. Hai paura che pensino che sei un cornuto o uno stupido perché te l’ho fatta sotto il naso? Se per te questo è un problema posso risolvere tutto io… so già come farlo, ma tu contina a far finta di nulla e goditi questa tua moglie troia »

« Magari potessi » mi scappò di bocca.

« Ah si, cosa mi faresti se fossi là, eh? »

« Eh no, cazzo, troppo comodo, saprai cosa ti farò quando tornarai a casa. Nessuno mi toglierà il piacere di usarti a mio piacere. Ti avverto che ho intenzione di farti più male di quanto te ne potrà fare Adriano e di rendere la cosa il più piacevole possibile per me »

« Mhmm, mi pare giusto… Credo sarà difficile che io non trovi le tue attenzioni piacevoli, non sai quanto sia masochista. Adesso Eveline mi sta preparando per la prossima sessione che sarà più pesante della prima: prima di tutto perché dovrò soddisfare tutte le persone presenti, inoltre Adriano ha preparato alcune torture alla quale sottoporrò il mio corpo. Durante la mia preparazione a casa ho dovuto farmi delle cose da sola e quando non ci riuscivo dovevo chiedere aiuto a Matteo o Enrico. Non sai come mi riempisse d’ansia e d’eccitazione mettere in pratica ogni tipo di sotterfugio per evitare che tu t’accorgessi delle tracce sul mio corpo. Però di fatto c’era sempre quel limite per cui sul mio corpo le tracce dovevano sparire in massimo 2 giorni. La prima cosa che mi ha detto Adriano due giorni fa è stata proprio a questo proposito, che non avrebbe più dovuto aver riguardo della mia pelle e questa cosa mi ha dato una fitta stupenda alla fica, mi ha fatto bagnare subito. »

« Ma Adriano com’è? Cos’è che ti piace di lui? »

« Eheh bella domanda. L’ho scelto per come si era posto, perché fin da subito mi ha detto dove sarei potuta arrivere se mi fossi messa nelle sue mani; ma adesso la situazione è cambiata. Sono diventata sua perché sa come farmi fare qualsiasi cosa. Non te lo so spiegare, è come un incanto. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa dica, il mio corpo reagisce favorendolo e la mia mente se ne compiace. Nulla, nulla davvero, mi riesce più facile e naturale che ubbidire ai suoi comandi e accettare ciò che mi fa.
C’è una cosa che vorrei tu capissi, che per me è molto importante. Quando ti dico che ti amo dico la verità. Adriano per me non è un altro uomo, non è un’amante, Adriano è parte di me, o meglio, io sono parte di lui. Non c’è stata mai nessuna opzione tra te e lui, ma tra te e me, ed egoisticamente ho scelto me. »

Ancora una volta rimasi senza parole e l’unica cosa che riuscii a dire è stata « Non vedo l’ora che tu sia a casa »

« Mi manchi anche tu amore mio, ma non voglio rinunciare a questi giorni, a queste sensazioni. Qui sono costantemente eccitata, no, non rendo l’idea… Ho vissuto gli ultimi mesi costantemente eccitata, ma qui sono ad un altro livello, è come se fossi sempre al limite dell’orgasmo e ogni volta che ne provo io è sempre più intenso e… devastante di quello precedente.
Prima Eveline non ce l’ha fatta a resistere all’orgasmo e mi ha fatto alcuni tagli vicino alla fica. Non ti immagini che piacere ho provato vedendo il sangue zampillare mentre stavo venendo. Adesso si sta prendendo cura delle ferite con tanta cura ed amore. Si è profusa in mille scuse per aver fatto una cosa che io desideravo… Sai bene quanto mi piaccia provocare e rischiare, anche quando avrei tutto da perdere… Eveline comunque si sta prendendo un po’ di tempo perché di là stanno organizzando qualcosa… e questa stronza non mi vuole dire nulla»
Sentii in sottofondo Eveline che protestava ribandendo di non sapere nulla pure lei.

« Meglio così, così possiamo parlare un po’ assieme, no? » dissi.

« Si, giusto, magari ne approfitto per raccontarti qualche altra maialata, che ne dici? »

« Dico che sono tutto orecchie »

« Ti preferirei tutto cazzo, ma ti amo lo stesso… Dunque, un paio di settimane dopo che cominciai con il blog Adriano mi ordinò di acquistare un cellulare, mi disse marca e modello, e una scheda telefonica. Il cellulare è piccolino, di quelli economici. Mi ordinò di consegnarlo ad Enrico perché lo doveva preparare e che presto l’avrei avuto indietro. Un paio di giorno dopo Enrico me lo restituì e mi disse di leggere il blog appena arrivata in ufficio e di regolarmi di conseguenza.
Nel blog c’era scritto il mio nuovo numero di cellulare, che avrei tenuto il cellulare nella fica, dentro un preservativo, con la vibrazione fino a sera ed esortava i visitatori a mandarmi SMS lascivi, con proposte oscene o insulti o ciò che ritenevano opportuno scrivere ad una troia come me. Avvertiva anche che i messaggi sarebbero in seguito stati pubblicati nel blog.
Io misi il cellulare nella fica e per tutto il giorno arrivarono improvvise vibrazioni, che non mi portarono mai all’orgasmo ma mi tentevano costantemente eccitata.
In quel giorno arrivarono quasi 300 SMS e non fu l’unica volta che dovetti sottopormi a questo gioco… un’altra avvenne quando ero con te, vediamo se ti ricordi, fu quel sabato in cui ti chiesi di portarmi in un sexy shop.

Adriano mi aveva ordinato di farmi comprare da te una serie di plug anali e un fallo di dimensioni generose. Sul blog aveva scritto quanto mi apprestavo a fare pertanto furono in molti a scrivere e se ben ricordi in quell’occasione ero un po’ strana »

« Ecco cos’era! Ricordo bene che faccie facevi. Mi avevi detto che quello che stavi vedendo ti turbava molto e io ti avevo creduto. Ricordo che hai anche voluto provare un vestitino che poi non abbiamo comprato. »

« Si, infatti, quella è stata la mia scusa per togliermi il cellulare, poi ho pensato che sarebbe stato troppo facile, che il mio padrone mi aveva detto di tenerlo fino a casa e quindi non l’ho mosso di là. Sono venuta per ben 2 volte mentre ero in quel sexy shop »

Mentre parlava sentii una voce chiamare Eveline.

« Adriano ha chiamato Eveline di là e mi ha fatto segno di rimanere qui. Sono proprio curiosa di sapere cos’ha organizzato. »

« Come mai sei andata via in treno e non in macchina? »

« E’ stata una mia idea. Adriano mi aveva accennato che mi avrebbe tenuto in un luogo isolato di sua proprietà dal quale avrei potuto gridare con tutto il fiato che avevo in gola senza che nessuno mi sentisse. Questa cosa mi eccitò e gli dissi che per potermi sentire ancora di più in sua balia avrei desiderato non conoscere la posizione di quel luogo e non avere la possibilità di fuggire, quindi gli dissi che mi sarebbe piaciuto arrivare con mezzi pubblici il più vicino possibile alla destinazione e poi che sarebbe venuto lui o chi per lui a prendermi. Gli ho perfino detto che mi sarebbe piasciuto venire incappuciata pubblicamente  e rimanere bendata durante il tragitto. Volevo perdere ogni possibilità di fuga e così è stato. Inoltre in treno mi ha dato alcuni compiti da svolgere che mi hanno tenuta eccitata tutto il viaggio. 
Eveline è tornata e vuole parlare con te »

Sento il passaggio del telefono e Eveline che dice a mia moglie che tra poco si ricomincia e di andare di là, poi un porta che si chiude.

« Ciao Marco, Adriano ha organizzato una sessione parecchio impegnativa per la tua mogliettina. Ora è nella stanza accanto dove sarà bendata. Ha suddiviso i partecipanti in tanti gruppi che si presenteranno man mano nelle prossime 24 ore. Chiara pertanto per le prossime 24 ore verrà scopata da gruppi di uomini e donne senza soluzione di continuità e senza la possibilità di sapere chi sono perché rimarrà sempre bendata.
Questo cambiamento di piano ovviamente manda a monte l’idea di farti la cronaca in diretta di tutto, ma credo che ogni gruppo vorrà fare foto o video e te ne faranno avere una copia. Di sicuro la cosa sarà visibile in streaming sul blog. Adriano mi ha detto che vorrebbe farti vedere qualcosa in diretta, ma più tardi. Mi ha dato l’ordine tassativo di spegnere il cellulare dopo che ti avrò spiegato tutto e di dirti che ci faremo vivi noi. E’ tutto chiaro? »

« Si, ma… vuoi dire che non potrà dormire per le prossime 24 ore? »

« Esattamente… questa cosa l’ho subita io in passato, ma per 12 ore e con un numero di partecipanti di molto inferiore… Nel mio caso erano gruppi di due o tre uomini alla volta, con Chiara saranno batterie di almeno 5. »

« …e com’è stato? »

« Ahahah, sei davvero interessato a me o vuoi capire cosa attenderà la tua Chiara? »

« Beh, un po’ tutte e due »

« Per quanto riguarda me, quella è stata una punizione. Mi ero rifiutata di farmi scopare da alcuni amici di Adriano perché li trovavo… non alla mia altezza. Ero già una sua schiava e per farmela pagare mi ha bendata con una cuffia che ha un lucchetto e per mezza giornata sono stata scopata. Privata della vista il tempo parve dilatarsi a dismisura e le sensazioni erano amplificate, tutto era aplificato, nel bene e nel male. All’inizio mi sono trattenuta e ho protestato, ma poi ho ceduto e ho goduto tanto davvero tanto… infine arrivò inesorabile la stanchezza e mi sentii imbrigliata, con il solo desiderio di dormire e senza la forza di opporsi a nulla.
Chiara però non è come me. Da quando è arrivata qua non ha fatto altro che dirsi disponibile a qualunque cosa, rinunciando di volta in volta alla ciò che avrebbe potuto darle un minimo di salvaguardia, desiderando essere veramente in balia di Adriano. Per lei questo non è un gioco di ruolo, come lo è per me. Lei desidera che questa diventi la SUA VITA, senza possibiltà di tornare sui propri passi ed io non posso che dirmi ammirata dalla sua determinazione e lussuria… e a dirla tutta la invidio: vorrei avere anch’io il coraggio di osare tanto. »

« Non pensavo sarebbe mai potuto arrivare a tanto, ma se ci penso bene ci sono stati in passato degli episodi che, come dire, potrei considerare degli indizi. »

« Tipo? Dai racconta… No aspetta, non posso ora. Facciamo così: tra poco esco e torno a casa, a quel punto ti contatto su Skype. »
Rimasi sorpreso del suo interesse, per cui le dissi che va bene e chiudemmo la conversazione. Sicuramente non avrei potuto chiudere occhio e parlando con lei magari sarei riuscito a raccogliere qualche informazione in più, magari addirittura a convincerla a darmi l’indirizzo del blog. Avrei potuto barattare quello che lei voleva sapere con quello che volevo sapere io.

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