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Il mio quarantesimo compleanno.

By 29 Settembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Oggi &egrave il mio quarantesimo compleanno e ho deciso di prendermi una giornata libera dal lavoro, mi sono dedicata a me stessa, estetista e capelli, stasera voglio festeggiare con mio marito.
Parcheggio l’auto e scarico la spesa, questa sera preparerò una bella cenetta per noi due soli.
Dal vialetto vedo che sta arrivando Enrico il figlio dei nostri vicini di casa, lo saluto:
– ‘Ciao Enrico come va a scuola?’
-‘Bene grazie, sono un po’ sotto pressione, quest’anno abbiamo la maturità. Vuole una mano a portare dentro la spesa signora Anna?’
-‘Sei molto carino Enrico, accetto volentieri, ho un sacco di borse molto pesanti.’
Enrico &egrave sempre stato una ragazzino con dei bei modi, lo conosco da quando era un bambino.
Apro la porta ed entriamo in casa.
-‘Dove metto le borse della spesa signora Anna?’
-‘Le portiamo in cucina grazie, anzi già che ci sei potresti darmi una mano a sistemarle per favore? Sono già così in ritardo per preparare la cena.’
-‘Certamente signora Anna.’
Enrico mi ricorda quando ho conosciuto Giorgio più di trent’anni fa, eravamo due ragazzini.
-‘Potresti passarmi le cose che ci sono in quella borsa che vanno nella dispensa in alto, grazie?’
Intanto prendo una sedia, l’avvicino alla cucina, ci salgo sopra con una postura un po’ incerta, anche a causa dei tacchi, forse non &egrave una azione molto saggia, così rischio di cadere.
Enrico incomincia a passarmi le cose, ma lo vedo arrossire un po’ imbarazzato, il suo sguardo cade in continuazione all’altezza del mio inguine, per forza, mi rendo conto che con la minigonna e le calze autoreggenti non può fare altrimenti.
Anche con Giorgio mi divertivo a provocarlo in continuazione quando eravamo più giovani, io ero ancora un’adolescente e lui un bel ventenne, &egrave stato l’unico uomo della mia vita.
Mi vien da ridere ma mi trattengo, anzi mi diverto a provocarlo ancora di più, cerco maldestramente di salire ancora più in alto mettendo un piede sul top della cucina.
Enrico si china per prendere delle altre cose da riporre e quando alza lo sguardo sono li sopra di lui con le gambe leggermente divaricate, fissa le mie parti intime, no può fare a meno di notare le mutandine bianche semitrasparenti, &egrave paonazzo, non sa più dove scappare con lo sguardo, mi passa le ultime cose e si gira allontanandosi leggermente.
Cerco di scendere con cautela, e facendo finta di niente gli passo accanto per riporre la sedia.
Questo gioco mi diverte, mi sento di nuovo allegra come quando avevo 16 anni.
-‘Adesso Enrico ti dispiacerebbe passarmi le cose da quella borsa sul tavolo?’
Stavolta ho scelto la dispensa in basso, assumo una postura un po’ innaturale per questa operazione, infatti invece di mettermi in ginocchio come sarebbe ovvio mi piego a 90 gradi tenendo le gambe perfettamente diritte e leggermente aperte, la mini sale un po’, penso che sto offrendo proprio un bello spettacolo per questo bel giovanotto.
Mentre ripongo le cose gli chiedo:
-‘E con le fidanzate come va? Un bel ragazzo come te chissà quante signorine ti vengono dietro?
-‘Ancora niente, per adesso penso a prendere la maturità, devo studiare molto e non ho tempo da dedicare alle ragazze per il momento.’
-‘Sei proprio bravo Enrico.’
Finiamo di riporre anche questa borsa, Enrico &egrave un po’ sudato, indietreggia e balbettando mi dice:
-‘.. be ..bene signora Anna, ..se ..se non ha più ..bi ..bisogno di me ..a ..andrei a casa a studiare un po’.’
Gli vado incontro, lui indietreggia ancora, e si appoggia al tavolo alle sue spalle.
Mi sto divertendo come una pazza, mi sembro il gatto che gioca col topo, anzi la micia che gioca col topo.
Sorrido.
-‘Ma Enrico che ti succede? Non ti senti bene?’
Non riesce neanche a pronunciare una parola, fissa il vuoto.
Accarezzo il suo viso, faccio scorrere la mano tra i suoi capelli.
-‘Enrico ma sei tutto sudato, vuoi un bicchiere d’acqua?
-‘..no ..no signora Anna, sto bene.’
Lo fisso negli occhi e con un tono un po’ languido:
-‘Enrico mi dispiace, forse &egrave per colpa mia se ti senti così.’
-‘..n ..non c’&egrave ..p ..problema ..ss ..signora Anna, ..s ..sto bene, ..ve ..veramente.’
Con lo sguardo scendo fino sotto alla cintura.
-‘Ma a me non pare proprio che tu stia tanto bene, guarda qui sei tutto gonfio’
Metto il palmo della mano sopra la lampo dei sui jeans e con una leggera pressione lo accarezzo.
Lui cerca di ritrarsi ma &egrave intrappolato, si irrigidisce come un pezzo di legno afferrandosi al tavolo.
Mi appoggio con i miei seni contro il suo braccio destro, e gli sussurro:
-‘Rilassati un po’ Enrico, mi devi scusare ma &egrave stata tutta colpa mia, tocca a me rimediare adesso, tu non hai neanche la ragazza, come faresti.’
Ma che cazzo sto facendo, dovrei fermarmi adesso, &egrave proprio il caso di dire che questo gioco mi sta prendendo la mano.
Abbasso la lampo dei sui pantaloni e mi infilo dentro, sotto gli slip sento un bastoncino tutto dritto, lo accarezzo ancora un po’, non porta i boxer come mio marito, la mano scivola dentro gli slip adesso, prendo in mano il suo cazzino (&egrave proprio un cazzino in confronto a quello di Giorgio), lentamente incomincio ad andare su e giù, dio mio che sensazione, &egrave la prima volata che tocco un cazzo che non sia quello di mio marito, muoio dalla curiosità di vederlo.
Mi aiuto con l’altra mano per abbassagli i jeans e le mutande, rimango li a fissare la mia mano che tiene questo cazzo, sono eccitatissima, il cuore va a mille, provo a toccargli anche le palle, ricomincio a masturbarlo lentamente su e giù, alla terza o quarta volta Enrico mi sussurra:
-‘ ..ss signora Anna ‘sto per venire.’
Porca puttana! Cosi presto?!
Metto subito la sinistra sopra la sua cappella come a voler impedire l’eiaculazione ma immediatamente sento il suo liquido caldo.
Cazzo!
Sta colando dappertutto, anche sopra l’altra mano, cerco di fermarlo ma cola anche sui pantaloni e sugli slip, che casino.
Sento una chiave che si infila nella serratura della porta.
Giorgio!!!
Cazzo! Sono già le sette, l’orario che rientra mio marito, che deficiente che sono.
Sento i suoi passi che si avvicinano, non ho il tempo di reagire.
Ha in mano un mazzo di fiori.
-‘Anna, sorpresa, buon compl’.’
La frase gli si strozza in gola, rimane basito con gli occhi fissi sulle mie mani sporche di sperma.
In un attimo assume una espressione ferocissima, sembra un orso grizzly.
-‘Ma che cazzo state facendo?’
Enrico come un fulmine scappa verso la porta facendo un giro largo per evitare Giorgio, mentre cerca di tirarsi su i pantaloni.
Con due passi l’orso grizzly &egrave su di me e mi molla un ceffone che mi fa perdere l’equilibrio.
-‘Troia’
Cadendo avverto la durezza del pavimento e un forte dolore al braccio destro.
Mentre fisso inebetita il vuoto, sento i passi di Giorgio allontanarsi e la porta di casa che sbattere con un forte rumore.
Sono sotto shock, come se avessi avuto un incidente con l’auto.
Cerco di rialzarmi, mi guardo intorno, la nostra casa, il nostro matrimonio, la cena di stasera, &egrave andato tutto in frantumi in un attimo.
E adesso che faccio? Sono incapace di fare qualsiasi ragionamento.
Corro verso il bagno a lavarmi le mani, ripeto l’operazione più volte col sapone, poi vado in cucina a pulire il pavimento come se volessi cancellare ogni traccia.
Ma ormai &egrave troppo tardi, Giorgio ha visto tutto.
Provo a chiamarlo al cellulare, non risponde, provo una seconda volta riattacca.
Mando un sms ‘Scusa.’
E meglio non insistere avrà bisogno del suo tempo per sbollire, chissà dov’&egrave andato.
Mi sento a pezzi ho bisogno di fare una doccia calda, mi spoglio e infilo tutto nel cesto della biancheria sporca.
Esco dalla doccia e mi metto il pigiama.
Adesso &egrave ora di cena, non ho fame bevo solo un po’ d’acqua.
Vado di sopra in camera da letto e mi sdraio.
Le immagini delle ultime ore mi scorrono davanti come dei flash.
Sono molto stanca e dopo poco mi addormento.
Troia
Mi sveglio di colpo con il cuore che va all’impazzata, era solo un incubo.
Guardo la sveglia, sono le 5:35, allungo una mano nel letto, Giorgio non c’&egrave, sono un po’ preoccupata.
Scendo piano le scale, lo vedo che sta dormendo sul divano.

Sono passati due mesi ormai dal mio quarantesimo compleanno, non ci parliamo più, non dormiamo più insieme, a volte ho anche provato a riavvicinarmi infilandomi nuda nel divano mentre dorme ma sono sempre stata respinta.
Una mattina l’ho sorpreso mentre aveva un’erezione e delicatamente ho abbassato i pantaloni del suo pigiama, ho incominciato a succhiarglielo, ma quando si &egrave svegliato mi ha spinto via sgarbatamente dicendomi:
-‘Non mi rompere i coglioni puttana.’
E’ venerdì sera e mentre prendiamo un aperitivo racconto la mia vicenda a Marie Claire una collega di lavoro che &egrave arrivata da noi una paio di mesi fa dalla sede francese della nostra società, parla bene l’italiano ma con un forte accento francofono.
Lei mi racconta un po’ della sua famiglia, la madre viene dalla Normandia e il padre &egrave di origine africane, &egrave una bellissima ragazza dalla pelle scura, nella sua voce si percepisce anche il calore della terra dalla quale arriva la famiglia di suo padre.
-‘Marie Claire non ce la faccio più ad andare avanti così, la nostra casa &egrave di una tristezza mortale, c’&egrave solo silenzio, ognuno cena per conto suo, spesso Giorgio si porta a casa una pizza, se la mangia da solo e poi si mette davanti alla televisione senza dire una parola.’
-‘E sono due mesi che dormite separati?’
-‘Si’
-‘Da due mesi non fate sesso?’
-‘Si sono due mesi che io non faccio sesso, Giorgio non so, ma spero di no.’
-‘Ma come fai a resistere, una bella donna come te ci metterebbe cinque minuti a trovare un altro uomo.’
Nei tavoli vicini ci sono degli uomini che ogni tanto ci lanciano un’occhiata.
-‘Marie Claire gli altri uomini non mi interessano io sono ancora innamorata di mio marito.’
-‘Beh ma Giorgio &egrave un bell’uomo, se tu resisti non so mica quanto riuscirà a resistere anche lui prima che si trovi un’altra donna, sei non fai subito qualcosa”
-‘Si ma cosa? le ho provate tutte credimi.’
-‘Mi sa che il vostro matrimonio &egrave proprio in sala di rianimazione, se non addotti subito una terapia d’urto siete spacciati, vi ci vuole un elettroshock.’
-‘Io proprio non so più che fare, e al pensiero di passare un altro weekend fatto di silenzi chiusi in casa.. impazzisco.’
-‘Occhio per occhio, dente per dente.’
-‘Prego?’
-‘Se tu avessi l’opportunità di sorprendere Giorgio cedere in tentazione mentre mette le mani addosso ad un’altra donna allora fareste pari e patta.’
-‘Si, bel suggerimento, sperare che trovi un’altra donna, e poi come faccio a sorprenderlo sul fatto? Come faccio a sapere cosa fa lui quando &egrave fuori casa?’
-‘Mia cara, sei tu che devi tendergli una trappola.’
-‘Io?’
-‘Si tu, devi trovare un’amica che faccia da esca, al momento opportuno arrivi e li sorprendi sul fatto, vai da tuo marito, gli molli un ceffone, e così siete pari, lui capirà che dopo tanti anni un incidente può sempre capitare.’
-‘Mah, non mi convince molto il tuo piano, e poi scusa secondo te dove troverei una complice disposta a fare da esca?’
-‘C’est moi cheri.’
-‘Tu?’
-‘Pourquoi pas? Perché no? Non vado bene? Pensi che non sarei abbastanza attraente per tuo marito?’
-‘No no anzi..ma..’
-‘Cara, se vuoi puoi contare su di me, io mi farei scopare molto volentieri da tuo marito, &egrave proprio un gran bell’uomo.’
-‘Sssst, ma sei impazzita, parla piano che qui qualcuno ci può sentire.’
Mi guardo attorno imbarazzatissima.
Marie Claire si sporge in avanti appoggiando i gomiti sul tavolino e mi sussurra:
-‘Io mi farei scopare molto volentieri da tuo marito mentre ti lecco la figa, cheri.’
Le mie guance diventano fuxia, lancio uno sguardo agli altri tavoli sperando che nessuno abbia sentito questa porcheria, ero abituata alle avances un po’ spinte da parte degli uomini ma da una donna non me lo sarei mai aspettato.
Fisso il bicchiere che tengo tra le mani, sono furiosa, che idea del cazzo &egrave stata confidarmi con questa deficiente.
Marie Claire si alza dolcemente, con voce calma e un bel sorriso mi dice:
-‘Beh, pensaci su Anna, se hai bisogno di me hai il mio numero, puoi chiamarmi quando vuoi, ti aiuterò molto volentieri.’
Si gira elegantemente, e si allontana verso l’uscita.
Stronza, troia, mi ha piantato qui nel più totale imbarazzo e non ha neanche pagato.
Cerco il cameriere, appena mia passa vicino lo afferro per un braccio.
-‘Vorrei pagare per cortesia.’
Lui mi sorride, osserva la mia mano che gli stringe il braccio.
-‘Non scappo mica sa, non si preoccupi, se mai di solito sono i clienti a scappare senza pagare.’
Spiritoso.
-‘Sono dodici euro.’
Ne metto venti sul tavolino, mi alzo subito e mi avvio velocemente verso l’uscita, non vedo l’ora di togliermi da questo imbarazzo.
-‘Signora il resto.’
Continuo ad andare a passo veloce.
-‘Grazie.’
Prego, vaffanculo.
Esco dal locale a passo svelto, non ho una direzione precisa l’importante &egrave allontanarsi il più in fretta possibile, passo davanti ad alcune vetrine, vengo colpita da un poster dove vedo una modella sdraiata su di un fianco che indossa uno slip e un reggiseno di una nota marca di intimo, mi fermo ad osservarla, &egrave molto bella, osservo i seni, i fianchi, le gambe lunghissime, il viso, sorride:
-Vorrei leccarti la figa.
Mi giro di scatto e riprendo a scappare.
Ma che cazzo mi sta accadendo, forse &egrave stato l’aperitivo, mi gira un po’ la testa, ho sentito la ragazza del poster che mi diceva quella porcheria, sto impazzendo?
No no, sono solo ridicola, perché sto scappando?
Rallento, mi fermo e mi giro, ritorno sui miei passi.
Devo tornare a quella vetrina.
Perché? Perché voglio rivedere quella ragazza del poster &egrave molto bella, mi piacerebbe toccarla.
Osservo una bel completino nero di pizzo, perizoma e reggiseno, se dovessi mai avere un appuntamento con Marie Claire dovrei indossare un intimo come quello.
Mentre penso ‘NON ACCADRA’ MAI’ sono già dentro al negozio.
-‘Buonasera signora, posso esserle utile?’
Una giovane commessa mi viene incontro.
-‘Vorrei dare un’occhiata ad un completino che ho visto in vetrina, quello nero perizoma e reggiseno.’
-‘Si, &egrave un intimo molto sexy, lo vado a prendere subito.’
Dà uno sguardo al mio seno.
-‘Porta una terza giusto?’
-‘Si’
La vedo tornare con una scatola, la pone sul bancone e incomincia a scartarla, mi mostra il contenuto muovendo le mani con molta grazia.
-‘E un intimo molto fine.’
Per esaltare le trasparenze mette la mano dietro alla parte anteriore dello slip.
Me la immagino mentre infila la sua mano sotto i miei slip a cercare la mia vagina.
Oddio.
-‘Si si va bene, lo prendo, quant’&egrave?’
-‘Sono 65 euro’
Tiro fuori in fretta la carta di credito che mi cade a terra, mi chino per raccoglierla e la metto sul banco.
Finalmente sono fuori, faccio un bel respiro nell’aria fresca, mi dirigo verso la mia auto, non vedo l’ora di tornare a casa.
Apro la porta, Giorgio &egrave in cucina che sta mangiando la solita pizza da solo, lo saluto.
-‘Ciao.’
Non si gira neanche, mentre vado su in camera penso:
-che ci faccio con il sacchetto di un negozio di intimo in mano nella situazione in cui siamo? Speriamo che Giorgio non l’abbia visto.
Corro su per le scale ed entro in camera da letto per cercare un posto dove nasconderlo.
Mi spoglio e vado a fare la doccia, dio siamo solo all’inizio di un altro terribile fine settimana, ancora più di quarantotto ore a lunedì.
Esco dalla doccia, indosso uno slip e una maglietta, e scendo per la cena.
Giorgio &egrave già davanti alla tv, sgombero i residui della cena di mio marito, e tiro qualcosa fuori dal frigo.
Torno su in camera e mi stendo sul letto, spero di addormentarmi in fretta e svegliarmi lunedì.
Invece mi sveglio alle 5:48, scendo le scale, Giorgio sta dormendo come al solito sul divano, torno a letto.
Guardo di nuovo la sveglia le 6:13 ..6:38 ..7:17 non ne posso più.
Prendo in mano il cellulare, dò uno sguardo alla rubrica, scorro i numeri avanti e indietro, ogni volta mi soffermo sul nome di Marie Claire, senza realizzare cosa sto facendo scrivo un sms:
-‘Ti prego ho bisogno del tuo aiuto.’ tentenno un attimo ..invio.
No fermo, torna indietro.
Che cazzo ho fatto?
Butto il cellulare sul letto, e mi metto di nuovo sotto la doccia, rimango parecchio tempo sotto l’acqua calda, mi rilassa.
Quando esco dal bagno sono le 8:12, mi infilo una tuta comoda, prendo in mano il cellulare, c’&egrave un messaggio, mi trema un po’ la mano, &egrave di Marie Claire, rompo gli indugi, lo apro e leggo:
-‘Chiama quando vuoi, ti aiuterò più che volentieri.’
Chiudo la porta della camera, e quella del bagno, non voglio farmi sentire da mio marito, cerco il numero di Marie Claire e premo il tasto verde.
-‘Oui?’
-‘Marie Claire?’
-‘Oui c’est moi.’
-‘Ciao sono Anna, scusami se ti ho svegliata, ho bisogno del tuo aiuto, non ce la faccio più, non credo di riuscire a resistere fino a lunedì.’
-‘Nessun disturbo Anna sono qui per aiutarti.’
-‘Sei libera questo week end? Puoi fare un salto a casa mia?’
-‘Stasera esco con delle amiche ma se vuoi posso passare da te domani alle due.’
-‘Benissimo, dirò a Giorgio che dobbiamo preparare una relazione per la direttrice entro lunedì.’
-‘D’accordo.’
-‘Marie Claire?’
-‘Oui’
-‘Grazie, sei una ragazza fantastica.’
-‘Je sais, merci’
-‘Fai la brava stasera con le tue amiche.’
-‘A domani.’
Fatto.
E adesso?
Intanto scendo a fare colazione, preparo il caff&egrave e apparecchio la tavola per due, si sveglia anche Giorgio, viene anche lui a fare colazione.
-‘Domani pomeriggio viene una mia collega di lavoro, dobbiamo preparare una relazione entro lunedì per la direttrice.’
-‘Mh mh.’
-‘E’ una donna molto carina sai.’
-‘Mh.’
-‘E’ francese.’
-‘Bene.’
-‘Potresti farti una doccia entro domani, puzzi come un orso.’
-‘Mh mh’
-‘Dai renditi un po’ presentabile non farmi fare una figuraccia, ti prego.’
-‘D’accordo, a che ora hai detto che viene?’
-‘Alle due, spero non sia una problema.’
-‘Domani pomeriggio voglio guardare il gran premio di formula uno in tv, non fate casino e non venite a rompermi i coglioni, chiaro.’
-‘Certo Giorgio, andremo nello studio di sopra, non ti disturberemo prometto.’
La giornata scorre lenta come al solito, io penso e ripenso a come organizzare le cose per domani, niente deve andare storto, questa &egrave la mia ultima chance.
Mi sveglio presto come al solito, &egrave domenica mattina, la sveglia segna le 6:48, tra poco più di sette ore arriverà Marie Claire, vado sotto la doccia, il ronzio del silk epil mi tiene compagnia per una mezzoretta, dò una bella sfoltita anche al pube, forse ho esagerato, forse no, anzi prendo un po’ di schiuma da barba di Giorgio e la spalmo, poi passo molto delicatamente la lametta sul pube alla fine del lavoro sono completamente depilata che strana sensazione.
Cerco il sacchetto con il completino che ho acquistato venerdì, lo indosso e mi guardo allo specchio, mi sta proprio bene, sotto lo slip si intravede la fessura della mia vagina, mi piace, sono molto soddisfatta.
Poi indosso le calze autoreggenti, una bella mini, camicetta e stivaletti col tacco, controllo finale allo specchio, bene sono pronta, proprio bella.
Alle 10:30 scendo di sotto, sono elettrizzata, mi avvicino all’orso grizzly che sta dormendo sul divano e lo tiro per un braccio, l’orso emette un grugnito.
-‘Sveglia orsacchiotto, &egrave ora di fare una bella doccia.’
Altro grugnito.
Insisto, lo aiuto ad alzarsi e lo accompagno verso il bagno.
Gli sfilo la maglietta unta, tolgo i boxer e i calzini, butto tutto nel cesto della biancheria sporca, poi lo spingo dentro al box doccia.
Gli passo anche lo spazzolino e il dentifricio, chiudo la porta, e rimango li ad osservare il mio orso chiuso in una bacheca di vetro.
Apre l’acqua, l’animale incomincia ad orinare contro alla parete, che schifo gli uomini.
Ci mette un po’ a trovare la regolazione dell’acqua poi incomincia ad insaponarsi i capelli, prende il bagnoschiuma lo passa sul petto peloso, sulle braccia, le ascelle, poi si da una bella insaponata al pisello, lo scappella, passa alle natiche, dentro la fessura, poi le gambe, arrivato alle ginocchia decide che può bastare non ha voglia di piegarsi, rimane li sotto lo scroscio dell’acqua in attesa che il sapone se ne vada via da solo, quando realizza che così non &egrave prende in mano la doccia e si passa l’acqua su ogni parte del corpo insaponata.
Apre il box ed esce tutto bagnato e sgocciolante, prendo il telo e incomincio ad asciugargli i capelli, la schiena, il petto, il pisello, le natiche, mi chino per asciugargli le gambe, il suo pene &egrave a pochi centimetri dal mio viso, &egrave bello pulito e profuma di bagnoschiuma, dio che voglia che ho di prenderglielo in bocca, socchiudo le labbra e mi avvicino, Giorgio si gira lentamente e vedo le sue natiche allontanarsi verso il lavandino, con il telo finisco di asciugare il pavimento, poi salgo in camera da letto a prendere i suoi vestiti.
Quando scendo sta finendo di asciugarsi i capelli col phon, una passata veloce anche ai peli del petto e a quelli del pube, viene verso di me, appoggio sulla mensola i pantaloni e la camicia, in mano ho un paio di boxer neri, si avvicina, mi chino sulle ginocchia e glieli faccio indossare, li tiro su sistemando l’elastico, e sistemo anche il suo pene in modo che stia comodo, ripeto l’operazione coi pantaloni, chiudo la zip e allaccio la cintura, poi gli infilo la camicia, mentre esce dal bagno e si va a stravaccare sul divano esausto io finisco di rassettare il bagno.
E’ già mezzogiorno, metto su l’acqua per la pasta, apparecchio la tavola e alle 12:40 lo vado a prendere dal divano, lo trascino dolcemente a tavola e lo faccio sedere.
In dieci minuti trangugia il piatto di pasta e tracanna il calice di vino, quando se ne torna sul divano io sono ancora alla seconda forchettata, arrivo solo a metà, ho lo stomaco chiuso, bevo il vino per allentare un po’ la tensione, sparecchio la tavola e preparo il caff&egrave.
13:28 Porto il caff&egrave a Giorgio tutto interessato al telegiornale.
13:43 Gli porto anche un amaro, Marie Claire sarà già in auto a quest’ora.
13:52 Mi siedo a tavola, tra le mani tengo un calice dove ho versato un altro po’ di vino, e aspetto.
13:58 Tamburello le dita sul bicchiere, e se Marie Claire si &egrave dimenticata dell’appuntamento.
14:02 E se Marie Claire mi avesse preso in giro, magari adesso &egrave al telefono che se la ride con una sua amica, oddio che scema che sono e che cosa ci faccio qui vestita come una puttana ad aspettare una cretina.
14:06 E adesso che cazzo faccio, Marie Claire non arriva, dove ho messo il cellulare?
14:07 Suonano alla porta, ho un sussulto, un po’ di vino finisce sul tavolo.
Cerco di alzarmi più velocemente che posso ma fatico a tenermi in equilibrio sui tacchi, mi tremano le gambe, non ho il coraggio di lasciare il tavolo.
Giorgio mi guarda perplesso non capisce perché non vado alla porta.
Mi faccio forza, fisso il citofono, quello &egrave il mio prossimo obbiettivo, lascio il tavolo e come una equilibrista sul filo lo raggiungo, sul video vedo una bella donna dai capelli fluenti che sorride, rispondo:
-‘Ciao Marie Claire ti stavamo aspettando.’
Le apro il cancellino e le vado incontro.
Marie Claire sta percorrendo il vialetto del giardino con passo sicuro, come una modella su di una passerella di alta moda, ad ogni passo i capelli ondeggiano, dalla camicetta si intravede il seno, non porta il reggiseno, rimango incantata dal suo sorriso bianchissimo racchiuso nelle sue labbra dai riflessi viola, si avvicina, mi mette le mani sui fianchi:
-‘Anna sei bellissima.’
Mi da sue bacetti di saluto sulle guance.
-‘Anche tu Marie Claire sei da mozzafiato.’
Rientriamo, Giorgio &egrave sulla porta, non so se &egrave venuto per cortesia per l’ospite o perché anche lui ha visto la sfilata.
Marie Claire si presenta.
-‘Ciao Giorgio piacere di conoscerti.’
Lo abbraccia, due bacetti sulle guance anche per lui.
-‘Anche per me &egrave un piacere, vedo che nella vostra ditta assumono solo belle donne.’
Un complimento! Ma sarà rivolto solo a Marie Claire o anche a me? Mi pare che abbia guardato entrambe, oddio erano mesi che non ricevevo un complimento da mio marito.
-‘Perché non offriamo qualcosa da bere alla nostra bellissima ospite?’
-‘Grazie Giorgio sei molto carino ma preferisco mettermi subito al lavoro con Anna, magari più tardi .’
Prendo Marie Claire per mano e la porto di sopra nello studio, Giorgio ci osserva mentre saliamo le scale, chissà cosa starà pensando, ci siamo vestite come due mignotte per passare un pomeriggio al lavoro.
Nello studio accendo il computer per far finta di lavorare, Marie Claire incomincia a consultare alcuni siti di viaggi, &egrave attratta dalle isole tropicali.
-‘Marie Claire non so come ringraziarti per essere venuta qui, sei stata proprio gentile.’
Si gira e mi sorride, continua a guardare le sue isole tropicali.
-‘Marie Claire e adesso che si fa? Come pensi che possiamo agire?’
Sono impaziente.
-‘Non ti preoccupare Anna tra qualche minuto vado giù da tuo marito con una scusa, sarò provocante, appena cadrà in trappola ti farò un segnale, a quel punto interverrai tu e sistemerai le cose.’
Parliamo ancora un po’ del più e del meno, poi Marie Claire si alza, dalla borsetta prende uno specchietto, si da una sistemata, lo ripone e con un bel sorriso dice:
-‘Ok parte l’operazione X.’
Scende le scale, la seguo, al piano di sotto mi fermo vicino al corrimano che scende in taverna, Marie Claire prosegue, da sotto si sente la tv, sta per partire il gran premio.
Sento i tacchi di Marie Claire scendere le scale.
-‘Ciao Giorgio, scusa se ti disturbo, Anna mi ha mandato a cercare un po’ d’acqua di sopra fa un gran caldo.’
-‘Nessun disturbo, credo che abbiamo una bottiglia d’acqua nel frigo bar, te la prendo subito. Eccola’.
-‘Cosa stai guardando in tv?’
-‘Oggi c’&egrave il gran premio.’
-‘Sono già partiti?’
-‘No, non ancora, dovrebbero partire tra cinque minuti.’
-‘Posso rimanere a vedere la partenza? La trovo così eccitante, non trovi?’
-‘Ma per me tutta la corsa &egrave eccitante, certo che puoi rimanere.’
-‘Posso sedermi qui accanto a te?’
Sento lo speaker della tv che parla sempre più concitato, ormai stanno per partire, i rumori dei motori si fanno sempre più assordanti, il volume si alza, lo speaker:
-‘Ci siamo, si &egrave acceso il semaforo ‘verde.’
Da sotto sento un frastuono come di mille api giganti impazzite, chissà a che punto &egrave Marie Claire? E qual era il segnale convenuto? Cazzo non ci siamo messe d’accordo!
Il tempo passa, che cosa starà combinando quella svampita?
Aspetto altri cinque minuti, cautamente scendo le scale non vorrei rovinare tutto.
Lo speaker tutto concitato sta facendo la telecronaca della corsa, le auto fanno un rumore infernale, sento qualcuno ansimare.
-‘Marie Claire sei qui?’
-‘Marie Claire?’
Ho cazzo! Rimango impietrita, mio marito &egrave seduto sulla poltrona, Marie Claire sopra, vedo il culo nero di quella puttana che va su e giù, il cazzo di Giorgio che entra ed esce dalla sua vagina!
In un attimo mi avvento su quella mignotta, la strattono per un braccio, si alza e osservo il cazzo di Giorgio dondolare dritto come un palo.
-‘MA CHE CAZZO STATE FACENDO!’
Guardo Giorgio fisso negli occhi, sono furiosa, si alza, sto per piantargli le unghie addosso ma mi blocca il braccio.
Mi fissa cupo, porta l’altra mano dietro la mia nuca e mi prende per i capelli, poi con un tono che mi raggela il sangue:
-‘Stronza, ci hai interrotto proprio sul più bello mentre stavo per venire dentro la tua amichetta.’
-‘Adesso toccherà a te finire il lavoro.’
Mentre termina la frase mi spinge verso il basso, le gambe cedono, sono costretta ad inginocchiarmi.
Sono a pochi centimetri dal suo pene dritto, da questa distanza sembra enorme, &egrave tutto bagnato, sento l’odore della vagina di Marie Claire, lo avvicina fino a sfiorare le mie labbra, ho una grande confusione in testa, niente &egrave andato come avevo immaginato, non so più che fare, non so cosa voglio fare veramente, dove voglio arrivare.
Socchiudo la bocca e con la punta della lingua tocco il membro di mio marito, cerco di capire se mi piace.
Giorgio perde la pazienza, con una mano si prende il cazzo e punta la cappella tra le mie labbra.
-‘Adesso ti vengo in bocca puttana.’
Era quello che fino a mezzora fa desideravo fare ma adesso non sono sicura di poter sopportare questa umiliazione.
Appoggia la cappella sulle mie labbra, sento il sapore della vagina di Marie Claire, mi penetra la bocca.
Lentamente inizia ad andare avanti e indietro, ad ogni affondo spinge sempre di più giù, mi prende un po’ di panico, ho difficoltà a respirare, sento che sto per avere un conato, più sto male più Giorgio affonda, ad ogni affondo un conato.
Interviene Marie Claire, lo abbraccia delicatamente e lo tira indietro, quel palo finalmente esce dalla mia bocca, finalmente posso respirare di nuovo, mi alzo, fisso il pavimento.
-‘Giorgio, dai non fare così, non puoi trattare tua moglie in questo modo.’
Poi Marie Claire si porta alle mie spalle, mi abbraccia.
-‘Hai una moglie fantastica, innamorata di te, sarebbe disposta a fare qualsiasi cosa pur di non perderti, non puoi trattarla così.’
Mentre dice queste parole Marie Claire inizia a sbottonarmi la camicetta che cade sul pavimento, le sue mani passano sul mio ventre, mi toglie anche il reggiseno, e palpandomi i seni:
-‘Saresti disposto a rischiare di perdere un fiore così delicato Giorgio?’
Abbassa la zip della gonna che cade ai miei piedi, alzo lo sguardo e vedo Giorgio perplesso.
Le mani di Marie Claire esplorano ogni parte del mio corpo, poi gentilmente mi porta verso la poltrona e mi fa sedere.
Prende la mano di mio marito e lo porta in piedi davanti a me ad un metro circa di distanza, con un movimento molto aggraziato gli fa capire di mettersi in ginocchio, gli gira le spalle e gli prende il cazzo in mano, poi si mette a pecorina e appoggia il suo viso sulle mie ginocchia.
Giorgio sorride, e affonda l’uccello nella vagina di Marie Claire che lo accoglie con un gemito, mio marito inizia lentamente ad andare avanti e indietro, ogni volta che affonda Marie Claire emette un gemito i mi mordicchia la coscia sopra al ginocchio, con le mani cerca di divaricare dolcemente le mie gambe, non so che fare, sono un po’ in imbarazzo, nel dubbio le apro solo di poco, Giorgio vede e si eccita ancora di più, come un maglio colpisce ritmicamente Marie Claire che ad ogni colpo affonda sempre più verso la mia vagina, incrocio lo sguardo di Giorgio che mi sta osservando sorridente, guarda i miei seni che si muovono leggermente ad ogni suo colpo.
Improvvisamente scatta una nuova intesa tra noi due, la scintilla di una nuova vita, come un solo corpo, quello che desidera lui lo desidero anche io.
Il suo sguardo scende ancora più giù, &egrave incantato alla vista della mia vagina completamente depilata sotto la trasparenza del perizoma, Giorgio &egrave eccitatissimo.
D’accordo se &egrave questo che vuoi, reciterò il ruolo della pornostar per te, divarico le gambe più che posso e le appoggio sui braccioli della poltrona, poi scosto da un lato le mutandine alzando il bacino per aiutarmi meglio, Giorgio si ferma incantato, Marie Claire che probabilmente non vedeva l’ora mi bacia sulle grandi labbra e incomincia a leccarmela, chiudo gli occhi cercando di immaginarmi che ci sia Giorgio, ma la sensazione &egrave molto diversa, Marie Claire e molto più delicata, come se mi stesse sfiorando con dei petali di rosa, mi succhia il clitoride, il maglio Giorgio riprende i suo lavoro, adesso sotto i suoi colpi sento la lingua di Marie Claire che affonda all’ingresso della vagina, i gemiti di lei si fanno sempre più intensi fino a quando non riesce più a dedicarsi alle mie parti intime, con un movimento circolare della mano inizio a massaggiarmi il clitoride, Giorgio &egrave ipnotizzato dal movimento della mia mano.
Caro il mio orso sei caduto nella trappola, sei di nuovo mio e adesso non mi scappi più.
Marie Claire emette un lungo gemito, ha raggiunto l’orgasmo, subito dopo viene anche Giorgio che spara il suo seme bianco sulla schiena scura di Marie Claire.
Quando si riprende Marie Claire mi guarda e mi sorride, riprende da dove aveva lasciato, questa volta masturbandomi anche con le dita dentro la vagina, provo una nuova sensazione, chiudo gli occhi e l’orgasmo mi catapulta in un nuovo universo, in lontananza sento il mio gemito di piacere, credo che lo stiano sentendo anche i nostri vicini, quando mi riprendo Giorgio ha un asciugamano in mano e sta pulendo delicatamente la schiena di Marie Claire che finita l’operazione si rialza e si allontana.
Giorgio mi tende la mano e mi aiuta ad alzarmi dalla poltrona, mi stringe in un forte abbraccio, le nostre lingue si incontrano in un lungo bacio, lo stringo forte a me, quando ci stacchiamo Marie Claire si &egrave già rivestita.
-‘Bene ragazzi adesso non avete più bisogno di me, posso anche andare, non vi disturbate conosco la strada, ciao Anna, ci vediamo domattina in ufficio che così mi racconti come hai passato il week end.’
Sorridendo mi fa l’occhiolino.
‘Au revoir.’
La guardiamo salire le scale con il suo solito passo elegante, ma da dove &egrave venuta questa ragazza mi chiedo, incomincio a credere agli angeli, un bellissimo angelo nero, chissà se domani quando tornerò in ufficio la troverò veramente lì o &egrave stato solo un sogno?
Porto Giorgio su in camera, lo amo da impazzire, me lo mangerei tutto.
Salite le due rampe di scale lo stendo sul letto supino e incomincio a succhiargli il cazzo ancora morbido, ci mette un po’ a reagire ma dopo qualche minuto sento che si fa sempre più grosso nella mia bocca, quando &egrave pronto mi siedo sopra questo palo che mi riempie la vagina, che bello!
Scopiamo come pazzi fino alle prime luci dell’alba di lunedì, non ci capitava dai tempi dell’università.
Sono felice come non mai.
Grazie Marie Claire.

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