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Mi chiamo Angela, ho trentasei anni. Sposata da sei anni con Maurizio, abbiamo un figlio di tre anni. Una coppia normale, con una casa normale, con due lavori normali.
Troppo, forse. Così il nostro rapporto, quello tra marito e moglie, che nel tempo ha lasciato il posto a quello di madre e padre, è svanito. Poche attenzioni, poca curiosità. Badate bene, non sono qui a lamentarmi di un marito sovrappeso che passa il tempo sul divano mentre io sono figa e dinamica e avrei bisogno di essere amata. Abbiamo la stessa quantità di colpe. Siamo pianeti che viaggiano paralleli, senza apparentemente più toccarsi.
Ecco, toccarmi invece è una cosa che faccio molto spesso, ormai. Sono la mia relazione sessuale più importante. Con il tempo ho imparato a conoscere il mio corpo come nemmeno a vent’anni, nemmeno nell’adolescenza delle prime scoperte.
Ora so come darmi il massimo piacere, sia quando ho pochissimo tempo, sia quando la famiglia il lavoro e mio figlio mi concedono più spazio.
Mi provoco orgasmi anche due o tre volte al giorno, in bagno o nel letto mentre Maurizio dorme. 

Godo tendendo le gambe e le dita dei piedi, sentendomi il cuore battere e il petto gonfiarsi e poi sgonfiarsi. A cosa penso quando godo? A tante cose. Tante suggestioni raccolte nella giornata, oppure immagini, oppure ricordi.
Ma una sera la mia vita è cambiata. E credo non riuscirò più a tornare indietro.
Una mia collega, Veronica, mi ha invitato a bere un aperitivo.
Mi sono messa in tiro, un po’ perché non mi capita spesso di uscire, un po’ perché la mia collega mi porta sempre in posti chic. Lei è una bellissima ragazza, single, che intuisco avere una vita sessuale disinvolta. Ogni volta mi racconta qualche aneddoto piccante sulle sue ultime performance. È una vera porca! Con lei mi diverto molto e mi distraggo, e un po’ la invidio.
Quella sera eravamo molto in sintonia, e dopo due drink a testa lei mi propone di cambiare locale, quando a un certo punto le squilla il telefono. Si allontana, poi ritorna da me sorridente.
-Era Palmieri.
-Ah sì?
-Ha detto che ci raggiunge.
-Ma sei matta?
-Rilassati, è un uomo divertente fuori dall’ufficio.
Palmieri è il nostro capo, un cinquantenne ben messo e deciso, un uomo che mi ha sempre messo soggezione, capace di sguardi severi e fuoribonde liti. Ma un capo attento alle tue richieste, molto comprensivo. Insomma con lui mi trovavo bene, però mai avrei pensato di berci insieme!
Arrivò vestito casual, una camicia che metteva in risalto il suo fisico allenato, asciutto, non pompato. I cappeli inbiancavano, le tempie arretravano, eppure non dava l’idea di quegli uomini sofferenti per il tempo che inesorabile passa.
Salutò Veronica con un bacio sulla guancia, e me con un inchino elegante e un baciamano. Ci mettemmo a ridere.
-Non volevo osare baciare anche te, e stringerti la mano mi avrebbe riportato con la mente all’ufficio.
Convenni che era stato intelligente e spiritoso. Andammo a sederci in un locale dove ci servirono una bottiglia di bollicine e dei taglieri di ottimi e abbondanti antipasti.
Ero un po’ brilla, così mangiai parecchio per riportarmi lucida.
Intuii che tra il mio capo e Veronica doveva esserci più che una complicità lavorativa. Non mi sarebbe stupito saperli amanti. Mi immaginai quei due bei corpi mentre scopavano, e la sccena mi fece un certo effetto. Mentre ero lì imbambolata a guardarli, pensandoli nudi, Palmieri mi fece cenno di ascoltarlo.
-Ehi, sei con noi?
-Scusate, mi ero persa.
-Dicevo a Veronica che potremmo proseguire la serata in un locale un po’ più speciale.
-In che senso?
-Si può ballare, bere ancora qualcosa, rilassarsi, fare una sauna. Cose così.
-Me lo stai chiedendo come capo?
-Preferisci che ti dia un ordine?
-No, no. Accetterò lo stesso.
Quell’invito particolare mi stuzzicava e incuriosiva, non andavo mai in posti diversi da ristoranti e alberghi per famiglie. E poi c’era anche Veronica, il mio capo al massimo a tarda sera avrebbe sfogato le sue voglie su di lei.
Entrate in questo splendido e lussuoso locale esclusivo, ci trovammo praticamente isolati dal resto degli ospiti, un privè gigantesco tutto per noi. Un divano circolare, un cameriere discreto ma pronto, musica a volume perfetto. Stavo molto bene, mi lasciai cullare dal divano e da un altro drink.
E poi tra noi tre si stava stabilendo un bel feeling. Con Veronica già lo sapevo, ma Palmieri fu una vera sopresa. Colto e ironico, oltre che capace di portare due donne in un posto simile.
-Se non sono troppo azzardato, proporrei un bagno.
-Un bagno? Ma come?
Veronica mi venne in soccorso.
-Tranquilla Angela, questo posto ha costumi da bagno di tutte le taglie e stili.
-Tu ci sei già stata?
-Qualche volta.
Rimasi un po’ colpita da quella rivelazione. Adesso ero io la bambina nel bosco. E loro due lupi. O forse no?
Finii con l’accettare quell’invito perentorio del mio capo, e ci ritrovammo in una vasca ampia nel giardino del locale. Anche qui eravamo soltanto noi ,come se l’intero sito fosse stato prenotato in esclusiva. Mi sentivo una regina e mi divertivo.
Notai lo splendido corpo di Veronica, che il bikini risicato metteva ancora più in risalto. Io mi ero presa un due pezzi non troppo ardito, ma nemmeno casto. Non volevo sembrare una suora, ma nemmeno una puttana. Ma il mio capo, e non solo, aveva altri piani per me.
Mi fece subito i complimenti, porgendomi un altro calice di champagne.
-Gli dei devono volermi bene per permettermi di passare una serata con due splendide femmine come voi.
Il termina femmina mi fece scaldare. Non utilizzò donna, e nemmeno ragazza. Femmina.
Facemmo un brindisi, posammo i bicchieri, e improvvisamente Veronica e Palmieri si misero a baciarsi. Rimasi impietrita ad osservarli. Un bacio lungo, languido, sensuale. Non era di certo la prima volta che lo facevano.
Si girarono verso di me, sorridevano.
-Beh, non hai mai visto due persone baciarsi?
-Veronica è una vera maestra.
-Anche tu non scherzi.
-Sul serio, Veronica, perché non dimostri a Angela quanto brava sei?
Non mi resi conto che mentre Palmieri parlava, Veronica si era già spostata di fianco a me. E con la sua bocca aveva iniziato a baciarmi piano il collo, l’orecchio, si spostava verso la guancia. L’alcol, la situazione, il mio capo lì davanti, fecero in modo che io non opposi resistenza. Avevo baciato una ragazza al liceo, e poi nessun altra esperienza strana. La lingua di Veronica si introdusse con dolcezza dentro la mia bocca, e io ricambiai. Rimanevo ferma, non partecipavo alla sua aggressione. Le sue mani iniziarono ad avanzare sul mio corpo, finendo per introdursi nella parte bassa del costume. Con un dito iniziò una leggera masturbazione che mi fece piegare le gambe. Csa stava succedendo?
Lo capii meglio quando dall’altro lato mi trovai Palmieri, che nel frattempo era rimasto duro. La sua mano prese il mio polso e la portò sul suo cazzo. E che cazzo. Bello gonfio, duro, venoso. Senza pensarci iniziai a masturbarlo.
-Brava Angela.
Veronica mi leccava un capezzolo e mi masturbava, Palmieri mi leccava l’altro capezzolo e io lo segavo. Ero assediata da quei due, ma stavo impazzendo di piacere. Infatti venni subito, e Veronica volle sentirmi venire nella sua bocca.
-Cosa mi state facendo?
-Abbiamo appena iniziato.
-Te l’avevo detto che Angela aveva un gran potenziale.
-Adesso voglio vedere come lo succhia, poi vedremo.
Non feci resistenza, non feci finta di scandalizzarmi. Palmieri si issò sul bordo della vasca e mi ritrovai il suo cazzone a portata di bocca. Mi chinai e iniziai a succhiarglielo.
-Così, così.
Nel frattempo Veronica si era portata dietro di me e mi titillava i capezzoli, e mi baciava la schiena, e poi volle massaggiarmi il culo e ancora un po’ la figa.
Ogni tanto veniva davanti e dava anche lei il suo contributo al pompino. Doveva piacergli parecchio quella devozione di due femmine, a Palmieri, perché ci sborrò addosso copiosamente.
-Prego, dopo la doccia possiamo continuare nella suite.
Aveva pensato a tutto. Forse ci avevano pensato insieme. Ci sarebbe stato tempo per chiederglielo, adesso stavo prendendo le loro mani che mi aiutavano a salire. Ci infilammo in doccia, ognuno nella sua guardando gli altri due con malizia e complicità. Stavo vivendo un’avventura pazzesca, e non mi sognavo di tirarmi indietro.
Quei due una volta nel letto king size mi fecero e mi fecero fare di tutto. Leccai Veronica come mai avevo fatto prima, e venni rivoltata dalle sue mani e dalla sua lingua. Palmieri ci scopò tanto e bene, era un vero maschio da monta, e noi due le sue femmine. Non aveva usato a casa quella parola. Mi leccarono anche il buco del culo, Palmieri voleva farmelo ma gli chiesi di no, non me la sentivo.
-La prossima volta non mi scappi.
Mi disse, mentre si fotteva nel culo Veronica, che un po’ godeva e un po’ soffriva di quelle spinte vigorose.
Finimmo stremati e sudati a pancia in su. Poi dentro una vasca per rilassarci, dove Palmieri si fece succhiare ancora il cazzo da me, mentre Veronica ci guardava compiaciuta.
Infine un massaggio a tutti e tre chiuse quella serata magica, da sogno, da lussuria, da sporca passione. Non ci fu nemmeno modo di fingere di non avere voglia di replicarla. Ci sarebbe stata una seconda volta, e poi un’altra. Palmieri aveva in serbo altre cose per noi due. Ci accennò a dei suoi amici, a una villa. Ripensai a quelle ultime parole nel letto, mentre placata prendevo sonno di fianco a mio marito dormiente…

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2
VVV

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