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La serata foot fetish era stata intensa. Cosa mi era preso? Leccare i piedi, ripulire con la lingua la mano di Rita piena della mia sborra, venire così senza darle nemmeno una bottarella… Ero confuso ed eccitato.
La notte continuavo a sognare la scopata anale della mattina prima, quando ero venuto tre volte nel culo BBW di Rita. Sognavo anche i suoi piedi in faccia, li volevo ancora.
Mi alzai con il cazzo di marmo, cercando Rita nel letto per iniziare la giornata con una bella sborrata del buongiorno, ma non c’era. Trovai invece un messaggio: era in paese per delle commissioni.
Tornò circa un’ora dopo trovandomi ancora nudo, a letto, a scrollare il telefono su qualche sito porno, con il cazzo già quasi in tiro.
“Era ora Rita! Ma dov’eri?”
“Ho prenotato l’estetista, mi tolgo questa ricrescita di peletti che non mi piace” rispose Rita.
“Fammela vedere” le dissi per provocarla. Lei come niente fosse si spogliò e mi mise letteralmente la figa in faccia, che leccai con immenso piacere. Con le mani le accarezzavo la pancia e con la lingua andavo a tormentarle il clitoride. Poi mi venne in mente una cosa, mi staccai e le dissi: “Rita, ieri sera… mi hai fatto venire ma non sei venuta. Sono in debito?”
“Ahah ma no ieri ho goduto anche io… senza orgasmo ma godevo… è una cosa che imparerai anche tu”.
Senza capire bene la risposta, tornai alla mia mangiata di figa, che era bagnata e succosa come non mai. Resistendo alla voglia di ficcare il cazzo così a tradimento, mi dedicai invece al buchetto, che avevo violato la mattina prima. Amavo la sensazione della lingua sul suo ano che ogni tanto pulsava come se volesse sempre più lingua…dentro magari.
Rita intanto faceva dei versi di goduria e mi schiacciava la testa contro di lei e come per magia il suo buchetto del culo iniziò ad aprirsi.
“Wow Rita, ti stai preparando a un’altra inculata?”
“Sì ma dammelo un po’ in figa prima” e allora mi staccai, glielo strusciai un po’ sulla figa bagnata e iniziai a pompare, tutto di un colpo, alla missionaria.
“Oh cazzo, sì, così così così… scopami porco! Mi dici che sono troia? Me lo dici?”
“Sì Rita sei una troia!”
“Ah cazzo sì… trattami da troia!”
Le assestai una sberla su una delle sue tette grasse e poi sull’altra. Godeva a prendersi le sberle così.
“Ahia porco… il culo è pronto intanto… prendilo, rompilo, cazzo sì!”
E senza farmi pregare, le tolsi il cazzo dalla figa, guardai giù, e che meraviglia! Aveva il buco già aperto, pronto per me! Un po’ di crema per precauzione – che era sempre lì a portata di mano – e via a inculare Rita guardandola negli occhi. Che spettacolo vedere la figa aperta, fradicia, slabbrata, e il cazzo che la penetrava in culo!
“Ahi ahi piano” diceva Rita ma quasi sembrava una finta per dirmi di fare tutto il contrario “ahi… ti piace scoparmi in culo? Mi tratti ancora da troia?”
E questa volta le sputai in faccia, cogliendola di sorpresa. “Ah… cazzo fai? Mi sputi così? Sputami in bocca se hai le palle!”. Lei aprì bene la bocca e io lo feci. Godeva sotto i miei colpi di cazzo e godeva a essere umiliata così, coi miei sputi in faccia e in bocca. Mentre ansimava di piacere, si strizzata le tette e si sgrillettava il clito.
Poi mi fece: “Goditi anche questi, porco” mettendomi i piedi in faccia.
Lì non capii più niente. Tornò la magia della sera prima. Il contatto con la pelle delle sue piante mi mandava in delirio.
“Cazzo Rita sì sì sì… inculata come una troia e adorata come una regina… sei la mia dea Rita”. Lei mi passava i piedi in faccia e se li faceva leccare. O mo dava da succhiare le dita. Io stavo per perdere la testa, mi sentivo sul punto di esplodere. Ma anche lei era vicina.
“Godo cazzo godo dal culo!!!” e mentre venivo dentro di lei, Rita urlava e dalla sua figa partì uno schizzo che mi prese in pieno petto.
Ci staccammo e andai a guardare lo spettacolo di vedere le mia sborra che le colava dal buco, mentre lei ansimava ancora al mio fianco.
“Cazzo quanto ho goduto… mi hai fatto godere tantissimo” disse Rita “e i miei piedi… speravo ti piacessero ma non pensavo ti facessero questo effetto…”
Era vero, coi suoi piedi in faccia mi sentivo eccitato il doppio. Una goduria enorme.
“Vado in bagno”, disse Rita.
Aspettai cinque minuti, mi bevvi due o tre bicchieri d’acqua – come nostra abitudine – e poi scappò anche a me.
Andai in bagno e trovai Rita seduta sulla tazza.
“Rita ne hai per molto?” le chiesi.
“Finché non mi esce tutta la tua sborrata… sei venuto un casino, non voglio colare per tutto il giorno”
“Sì ma non mi trattengo, dai spostati ”
“Ma perché? Falla qua”
“Ma dove Rita, addosso a te? Sei impazzita”
Rita mi guardò con una faccia piena di voglia che sembrava volermi bruciare con gli occhi.
“Ti fai problemi?” mi disse.
“Un po’…” risposi. Ero completamente imbambolato. Voleva davvero che le pisciassi addosso?
Si alzò, mi prese la mano e mi disse “vieni”. Mi fece sdraiare nella vasca da bagno. Si mise sopra di me e mi baciò. Il cazzo non era in tiro, ma ci appoggiò la figa sopra lo stesso.
Subito dopo sentii un calore che mi avvolgeva tutto, Rita si staccò e portò la figa sulla mia pancia, e vidi il suo getto di piscio, praticamente trasparente, schizzarmi sulla pancia e sul petto. “Dimmi che non ti piace adesso” fece Rita.
Per tutta risposta chiusi gli occhi, non sapevo cosa fare, ma il mio corpo decisa per me. Con la mano, andai verso la sua figa e iniziai un ditalino, bagnato di piscio e di umori.
“Mi piace Rita… e anche a te piace?”
Rita stava gemendo. Intanto aveva finito, la feci alzare e mentre continuavo il ditalino la baciai. Lei mi prese il cazzo in mano portandoselo contro la pancia. A quel punto pisciai anche io. La sentivo godere di nuovo, investita dal mio getto di piscio.
Lo tenne in mano, tornò duro, e mi fece una sega. Poi crollammo nella vasca da bagno, a guardarci, sporchi di piscio l’uno dell’altra e della mia sborrata.
“Il culo, i piedi, e il piscio… quanti tabù stiamo rompendo eh?” mi disse Rita.
Iniziò a segarmi coi piedi e io glieli accarezzavo, muovendomeli sul cazzo.
“Sì Rita… facciamo davvero sesso a 360 gradi”
“Ma non ci fermiamo qui sai”
Decidemmo di lavarci in vasca insieme anche se stavamo un po’ stretti e scomodi. Ci volle una vita perché insaponandoci a vicenda finivamo per masturbarci, godere, e lavarci di nuovo. Con tutto quel sapone poi Rita era super lubrificata e il mio cazzo tornò nel suo culo a darle qualche botta, ma senza rapporto completo. Rita decise che le stava bene qualche inculata di passaggio ma neanche il mio culo andava risparmiato. Era già capitato una volta o due che mi inflisse un dito durante i pompini. Ma quella volta fu diverso. Mi fece appoggiare le mani, piegare in avanti, mi leccò l’ano per bene, e dopo qualche calda leccata, si insaponò la mano e di dita ne entrarono due.
“Rilassati… pensa a quanto godo io dal culo” mi disse.
Sopprtai il fastidio e poco dopo arrivò il piacere. “Due dita…sei bravissimo… ora vediamo se ci entra il terzo”… non ci entrò, ma in compenso il cazzo era tornato così duro da meritarsi un’altra bella sega dalle morbide e perverse mani di Rita. E via di sborrata con due dita in culo.
In tutto questo, Rita insisteva a farmi bere acqua dal dolcino, e ormai sapevo bene perché. Con il cazzo bello ripulito e profumato, dopo l’ennesima bevuta, le dissi: “Ah Rita, mi scappa ancora”.
Lei prendendomelo in mano mi guardò e mi disse: “Non ti fai più problemi, vero?”
“No, direi di no”
E Rita si mise in ginocchio davanti a me, mettendosi il cazzo tra le tette.
Feci partire un piscio bianco trasparente che la inondò sul seno e sulla pancia mentre lei mi strofinava il cazzo sulle tettone.
Poi quando finii me lo prese in bocca. Moscio ed esausto ci stava tutto. Mi fece l’occhiolino.
“Rita sei unica” le dissi.
E poi, per l’ultima volta in quella folle mattina, ci ripulimmo per davvero.

Continua

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