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Forse non hai mai notato i miei sguardi che ti accarezzavano. Ma sicuramente, accarezzare è dir poco. I miei sguardi ti palpavano, ti scrutavano, ti spogliavano. Attraverso lo sguardo cercavo ogni dettaglio che potesse nutrire la mia fantasia e la voglia di te che mi bruciava. Quella voglia di scoprire ogni piccolo particolare della tua eccitante femminilità.
Ricordo come fosse ora, ogni volta che il mio sguardo scivolava per insinuarsi oltre il lecito. Ogni volta che cercavo di cogliere un particolare, anche minimo, di ciò che apparteneva alla tua intimità. Con lo sguardo scrutavo ogni tuo movimento, sperando che il caso mi donasse qualche piccolo dettaglio.
Ancora oggi, se chiudo gli occhi, vedo i tuoi fianchi sinuosi, il tuo sedere tondo, alto, sodo. Quel sedere su cui avrei voluto passare le mani, accarezzarlo, scoprirne la consistenza, la delicatezza e la forza. Quel sedere che avrei voluto stringere e schiaffeggiare.
Non c’era abbigliamento che potesse celare il tuo erotismo. Il tuo corpo, la tua femminilità, veniva fuori da ogni lembo, si intravedeva sotto ogni trasparenza, riempiva ed animava ogni tessuto. I tuoi pantaloni, sempre stretti e sensuali, lasciavano al mio sguardo un frammento del tuo intimo, sempre sottile, sempre lussurioso.
Costruivo su quel frammento i miei sogni ad occhi aperti. Alla realtà, fredda e banale, sterile e formale, sovrapponevo il sogno di te. Il desiderio di vedere nella sua interezza ciò di cui mi era concesso così poco. Dipingevo sulla monotonia, il sogno di sfilare quegli abiti, quel intimo. Scoprire e conoscere con le mani ciò che con gli occhi potevo solo bramare.
È sempre stato impossibile per me abituarmi a te. Renderti parte della monotonia, della sterile routine. Per me sei sempre stata fiamma ardente che mi accendeva e mi scaldava. Ogni particolare, ogni gesto appiccava in me quel calore languido e smanioso, dava fuoco alla mia eccitazione. Ogni volta fingevo di ascoltarti, ma ti guardavo solo per saziarmi della tua bellezza e sensualità.
Scivolavo, mentre le tue parole tacevano nella mia mente, oltre l’orlo della tua scollatura, sognavo di percorrere con le dita lo spazio tra i seni. Aprire quei bottoni, lasciar scivolare via quel velo che ti nascondeva. Immaginavo di poter toccare e baciare quel seno di cui potevo solo ammirarne una forma apparente.
C’è stata una sola volta, e la ricordo ancora, in cui il caso mutò in realtà un pezzetto del mio sogno. Fu il caso e non la mia mano ad aprire quel bottone, a regalare il tuo seno ai miei occhi e non alla mia immaginazione. L’aureola scura e larga spuntava dal pizzo sensuale, pennellata di femminile sensualità. La pelle bianca e candida a farle da sfondo.
Ancora oggi porto con me quel frutto del caso. Ancora oggi ti porto con me, la tua realtà e le mie fantasie. Ancora oggi il ricordo di te mi risveglia, ancora oggi ogni donna è paragonata a te. Ancora oggi ogni sogno, ogni fremito, solitario o meno che sia, non può non essere impregnato dall’eco del tuo erotismo.

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