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All’inizio degli anni 80 abitavo in un condominio in periferia con mia madre. Facevo le superiori e avevo già perso un paio di anni perché ero stato bocciato.
Mia madre lavorava tanto per portare avanti la famiglia, mentre io studiavo poco e quando ero solo il pomeriggio a casa mi crogiolavo nel fare nulla.
Il mio vicino di casa Mario, un quarantenne scapolo era un’amico di famiglia, si è sempre dimostrato generoso verso mia madre aiutandoci nel trasloco e in tante altre occasioni.
Lavorava come operaio facendo sempre il turno di notte ed era sempre pronto alla battuta e a gesti gentili.
Io ero veramente un ragazzo imbranato e svogliato e lui spesso mi aveva sollevato l’umore facendomi stare meglio e dandomi coraggio.
Tutti i pomeriggi eravamo a casa da soli, cominciai ad accettare i suoi inviti in casa sua.
Lui aveva mille interessi, mi sentivo a mio agio con lui e iniziammo ad entrare in confidenza.
Non uscivo con ragazzi della mia età, lo dico senza problemi ero proprio uno sfigato.
Cominciammo a parlare anche di sesso, bevevamo qualcosa e fumavamo qualche sigaretta che lui insisteva di offrirmi.
Avevamo cominciato a guardare le sue riviste porno, commentando le immagini e io lasciavo tutti i pensieri altrove, mi veniva la voce roca e il mio pisello si induriva.
Mi prestava riviste di nascosto e io non appena rientravo in casa mia con due scappellate facevo delle sborrate colossali anche perché stando in tiro tanto tempo, il canale era super lubrificato dalla eccitazione del pomeriggio.
Confessai quello che avevo fatto e lui mi disse ridendo che me le prestava e che sapeva che mi sarei masturbato.
Cominciammo a segarci in casa sua, lui mi disse che aveva un’amico con cui guardavano porno da anni e che voleva farmelo conoscere.
Non appena me lo disse, immaginai un’altro cazzo che si scappellava e mi ritrovai a sborrare copiosamente.
Mario mi disse divertito “Il tuo pisello ha detto decisamente sì…tu sei’ curioso di vedere unaltro uccello…Adesso mi guardi mentre vengo.”
Dicendo così si alzo in piedi, io ero a petto nudo con addome imbrattato dalla mia goduta di neanche un minuto prima. Gli dissi “Sborra pure su di me, sono già sborrato sulla pancia.”
Mario si mise davanti a me e mentre soffocava un verso animalesco indirizzo’ su di me almeno sei schizzi che mi ricoprirono addome e arrivarono anche sul mio pene.
Mi sentii perverso e distaccato dalla realtà, ma avevo voluto fare quello che avevo fatto.
Come potrete immaginare, nei pomeriggio che seguirono i nostri giochi si fecero sempre più audaci, non avevamo bisogno di pornografia per eccitarci.
Mi piaceva essere guidato, Mario si metteva seduto sul divano e, del suo uccello da diversi giorni me ne occupavo io.
Diceva che ero bravo, ma che il suo amico Luca era un po più esigente e che le seghe andavano bene ma che bisognava fare anche altro.
Io sapevo quale era il passo successivo ma feci finta di niente.
Dopo circa un minuto, Mario fermò le mie mani e se le mise sotto il bacino, sotto il peso dei suoi oltre 90 kg, le mie mani risultavano immobilizzate dal suo peso.
Prese a scappellarsi a pochi centimetri dalla mia bocca.
Sentii i 4 rintocchi dell’orologio a muro, la sua mano mi accarezzò la nuca…il tempo per me si fermo” cominciai a baciare e a sbocchinare il suo cazzo.
Mario mi diceva di proseguire, io lo indalivavo, lo succhiavo e quando lui me lo chiedeva cercavo di farlo entrare tutto in gola.
Mi diceva che presto avrei succhiato anche quello di luca e io mi ritrovavo così a sbocchinare ancora con più vigore, come per fargli capire che volevo farlo.
Mi ridestai quando sentii i cinque rintocchi dell’orologio a muro, stavo spompinando da un’ora, come in trance. Avevo le gambe indolenzite, ero sudato e il collo mi faceva male.
Era tardi, Mario mi disse di fermarmi e di tenere bocca aperta.
Si scappello’ velocemente e mi sborro’ per la prima volta in bocca.
Fu il mio primo ingoio…avrei voluto sbocchinare ancora…
Era tardi, per non alimentare sospetti n famiglia scappai in casa mia.
Preso come da un raptus mi sdraiai sul letto, portai il bacino sopra la mia testa e con una veloce sega mi sborrai in bocca.
Udii’ di li a pochi secondi la voce di mia madre che diceva ” Tesoro sono a casa…” Mentre io mi rivestivo frettolosamente mentre ingoiavo la mia copiosa goduta.

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