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Eneide Postmoderno – Delle trame di Tia e della decisione di Maghera

By 14 Aprile 2020No Comments

Dopo la conversazione con Draupadi, a Maghera fu impossibile addormentarsi. La giovane rielaborò ciò che le era stato detto, la mente flagellata da ipotesi e implicazioni come le spiagge battute dalle onde dei mari in tempesta. Stesa nel letto si arrovellò su domande e dubbi.
“Cassius ha ucciso Sullastius? Sembrerebbe di sì, stando al sogno di Draupadi.”, pensò, “La domanda é: perché? “. E quella era LA domanda. Aveva agito da solo o era in combutta con Aniseus? Dovendo ripensare a quanto riferitole dalle sue Amazzoni sicuramente c’era qualcosa.
Cassius aveva supportato la nomina di Aniseus come Comandante ad interim.
Di fatto, la coincidenza era sospetta e Maghera non se la sentiva di escludere la possibilità di una congiura ai danni di Janus da parte di Aniseus e Cassius. Ma non c’erano sicuramente solo loro.
Se c’era una congiura in tal senso, sicuramente non era composta solo da due Licanei.
Si domandò ansiosamente se anche tra le sue amazzoni vi fosse qualche traditrice.
Accantonò il pensiero cercando di dormire, pensando che l’indomani avrebbe dovuto a sua volta cercare qualche alleato. Se c’era un modo per scuotere Janus era dimostrare l’esistenza di quella cospirazione e il modo migliore per farlo era investigare sull’isola su cui era stato morto Sullastius. Se avesse potuto provare che era stato ucciso a sangue freddo da Cassius, avrebbe avuto una possibilità. Ma ovviamente, avrebbe avuto bisogno di aiuto e aveva già in mente qualcuno…

Aniseus passò la mattinata successiva a rilassarsi, fiero della propria vittoria.
Tia approfittò di ciò per fare la sua mossa. Inontrò Cassius nella stiva.
-Sei venuto.-, disse con un sorriso. Lui rise.
-Non ancora, ma suppongo sia il tuo piano, no?-, chiese. La giovane non era in vena di battute.
-Non ancora. Ho bisogno di te.-, disse. Cassius si adombrò, pensieroso.
-Perché ho la sensazione che la cosa riguardi Aniseus?-, chiese.
-Perché lo riguarda, o virile guerriero! Nessuno mi potrà mai trattare come una schiava.-, rispose Tia. Cassius sospirò. Com’era quel detto tipico dei Licanei?
L’inferno non possiede la furia di una donna ferita.
-E desideri vendicarti.-, non era una domanda ma la giovane annuì ugualmente.
-Voglio che soffra. Non deve morire, ma deve sentirsi umiliato, usato come é successo a me.-.
-Uhm, dubito che vederti scopare con me o con chiunque altro sia in grado di funzionare.-, ammise Cassius. Tia sorrise, maleficamente.
-Oh, non ne sarei così sicura. Sono certa che ci sia un modo per rendere una simile vista molto dolorosa per lui. Lasciami un po’ di tempo.-, disse. Il suo tono di voce e la consapevolezza della sua vicinanza bastarono a Cassius per sentire un erezione prepotente. Lei lo sfiorò appena attraverso il tessuto. Sorrise salacemente, accarezzandolo lentamente ma senza prenderlo in mano.
-Non ti verserai in me oggi, mio focoso stallone. Ci vorrà un po’ d’attesa ma ti garantisco che ti piacerà ciò che ho in mente.-, promise. Cassius non ne dubitava per nulla.
Dopo quella promessa si accordarono per ritrovarsi lì il giorno seguente.

Maghera bussò alla porta. L’Apotecaria aprì. Rapidissima la giovane entrò, facendole cenno di chiudere, subito. Asclepia eseguì prontamente.
-Debbo credere che neanche tu reputi Aniseus il nostro comandante.-, esordì Maghera, -Mi hanno detto che l’hai contestato, anche se senza successo.-.
-Ti hanno riferito bene, o guerriera. Purtroppo però Aniseus ora é il nostro comandante.-, rispose.
-Così é. Ma cosa diresti se ti dicessi che la sua elezione non é legittima?-, chiese l’amazzone.
-Cosa vuoi dire?-, chiese Asclepia. Maghera esitò un istante, poi decise di fidarsi di lei.
-Ritengo che Sullastius non sia morto per cause dovute a nemici, ma sia stato ucciso da Cassius. Non so perché né come ma sono certa, sicura come il pavimento su cui stiamo, che tutto ciò abbia favorito l’ascensione di Aniseus al grado cui é ora.-, disse.
Asclepia annuì, pensosa.
-E tu vorresti organizzare una spedizione su quell’isola senza che lui lo sappia, eh?-, chiese.
Maghera annuì. L’Apotecaria mormorò un imprecazione, valutando le implicite conseguenze di quella conversazione. Era alto tradimento, un reato punibile con la morte per i Licanei.
Ma d’altronde… se ciò che Maghera sospettava si fosse rivelato vero…
Asclepia rispettava Janus, ben più di quanto potesse rispettare Aniseus. E in più, sapeva bene che Janus avrebbe dovuto passare il comando di sua volontà prima. L’elezione di Aniseus andava contro le antiche usanze. E tanto sarebbe bastato. Annuì all’indirizzo dell’amazzone.
-Ti aiuterò. Ho…-, fu interrotta da un suono di passi. Vicini. Qualcuno stava venendo lì, al Santiarium. Rapidissima, decise. Afferrò la testa di Maghera e l’avvicinò alla sua baciandola con un’eccitazione solo parzialmente simulata. Lesta a comprendere, l’amazzone la abbracciò, rispondendo al bacio con un certo trasporto, sebbene Asclepia sentisse che era simulato.
La porta si aprì. Meterus vide le due donne avvinghiate a baciarsi. Maghera interruppe il bocca a bocca per rivolgere all’uomo uno sguardo infastidito e questi mormorò qualcosa tipo “passo dopo”.
Chiuse la porta andandosene, sicuramente imbarazzatissimo. Quando il rumore dei passi sciamò, Asclepia sospirò. Aveva il cuore a mille, si sentiva calda, eccitata come non le era capitato da molto. Non era mai stata attirata dagli uomini e ora capiva il perché.
-Scusa…-, sussurrò. Tremava di imbarazzo misto a desiderio. Maghera lo aveva certamente notato.
-Tranquilla. Hai fatto bene.-, disse lei, -Ti piaceva davvero?-, chiese poi.
Asclepia sospirò. Perché mentire? Perché mentire adesso?
-Sì… é stato qualcosa che non ho mai provato… Non so spiegare… Scusa, lo so che forse ti fa schifo, ma…-, Maghera scosse il capo, interrompendola.
-Tra la mia gente non é sconosciuto l’amore tra donne. Immagino che tra i Licanei non sia ben visto.-, disse, -Comunque mi spiace, io non ho l’inclinazione per simili indulgenze.-.
-Capisco.-, mormorò Asclepia. Si sentiva sciogliere. Maghera era stupenda, una donna come nessun’altra mai ed era definitivamente fuori dalla sua portata. Le sorrise, incoraggiante.
-Qualcuna arriverà, non temere.-, disse. L’Apotecaria sospirò. Avrebbe voluto dirle di tutto il tempo che aveva atteso, di notti passate a indugiare su emozioni oscure, degli abissi del desiderio che le scavava dentro come un tarlo nel legno…
Ma sapeva che non era tempo. Occorreva preparare le prossime mosse.
-C’é un modo, forse. Devo solo persuadere Aniseus a organizzare una spedizione sull’isola. Fortunatamente ho anche il motivo per organizzarla. Due miei adepti si dovranno recare a fare incetta di erbe.-, disse Asclepia, decisa a riportare la conversazione sul presente.
-Capisco. Ma Aniseus non permetterà che io mi aggreghi. Mi disprezza e non si fida.-, osservò Maghera. L’Apotecaria annuì.
-È vero. Ma la cosa si può risolvere: ti aggrapperai allo scafo della scialuppa e scenderai con loro staccandoti prima che il fondale divenga troppo basso.-, rispose.
-Dimentichi che sebbene io sappia nuotare, purtroppo non dispongo di branchie.-, cercò di scherzare l’amazzone. Fu il turno di Asclepia di sorridere. Si avvicinò a delle casse e spostatene alcune rivelò una cassa che aprì, tranedone una maschera in lattice con una sorta di filtro e un visore oculare.
-Questa é una maschera Mesteus. È fatta per permettere di respirare in ambienti privi di ossigeno.-, disse. La passò a Maghera che se la girò tra le mani, incerta.
-Con questa potrò respirare sott’acqua, dici?-, chiese.
-Esatto.-, rispose Asclepia, -Ma c’é un rischio. Una sindrome che potrebbe portarti alla psicosi: è dovuta alla discrepanza tra le sensazioni esterne e quelle interne, oltre alla possibile claustrofobia.-. L’avvertimento rese cauta Maghera.
-Ok. Ma mi permetterà di raggiungere l’isola?-, chiese. L’Apotecaria annuì.
-Allora correrò il rischio.-, decretò lei. -Lo fai per Janus, vero?-, chiese l’altra.
-Sì.-, rispose l’amazzone con semplicità. Non c’era molto altro da dire.
-È fortunato ad avere gente come te al suo fianco.-, sussurrò Asclepia.
-Vale anche per te.-, replicò Maghera. L’Apotecaria sorrise sapendo quanto questo non fosse verissimo, ma riconoscendo anche la verità insita in quelle parole.
-Andrò a parlare con Aniseus. Ti avviserò della partenza appena sarà confermata. Per intanto dovremo fingere di… hai capito, no?-, chiese. L’imbarazzo e l’eccitazione si ripresentarono d’un tratto. Maghera annuì. Capiva eccome.
-Bene. Allora é tutto. Passerò da te per avvertirti.-, disse Asclepia.
Poi le due si separarono.

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