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Iniziai a sistemare l’abbigliamento del negozio in maniera metodica, concentrato sul mio compito.
“Alex!” la voce di Sara mi fece rabbrividire, temendo di essere stato scoperto sbiancai.
“Prendi le chiavi, è il momento di chiudere…” Con un sospiro di sollievo mi diressi verso la porta.
Neppure il tempo di dare l’ultima mandata che una massa di capelli corvini mi investì, come un uragano.
Sara iniziò a tempestarmi il petto di pugni con io incapace di indietreggiare.
Nonostante fosse di piccola statura si allenava costantemente e quel corpo tonico lo sentivo adesso sbattere la sua rabbia sul mio.
“Maledetto…puttaniere…idiota…” Sussurrava tra i denti mentre mi colpiva.
Riuscii a bloccarle i polsi e a fermare per un attimo la sua furia.
Due occhi neri come carboni ardenti incrociarono i miei.
“Che ti prende?” Le chiesi. Nonostante fosse il mio capo avevo abbastanza confidenza con lei, ed eravamo sempre stati in ottimi rapporti.
“Sono tre mesi, tre fottuti mesi che ti ammicco, ti seduco, ci provo e te! Te bastardo che non sei altro ti vai a scopare la prima sciacquetta che ti fa gli occhi dolci!”
La guardai stupito. Coi capelli scarmigliati e le guance rosse per la furia era ancora più carina del solito.
Non avevo assolutamente colto i suoi ammiccamenti in passato. Ero stato davvero cieco.
“Scusami, non lo avevo capito, davvero.”
“Scusa un cazzo! Lo sai vero che rischi il licenziamento, basta una mia parola all’Area Manager e sei fuori… tuttavia…”
“Tuttavia?”
“Potremmo scendere ad un compromesso…”
Detto questo mi guardò seducente, quasi dimentica della furia che l’aveva invasa poco prima.
Saltò sulla cassa, la gonnellina che indossava quel giorno leggermente sollevata.
“Hai ancora qualche energia?”
Il mio corpo stava rispondendo al richiamo della natura e stava mettendolo in evidenza.
“Girati” le dissi.
Si mise in ginocchio sulla cassa, i gomiti appoggiati al registratore.
Era uno spettacolo in quella posizione.
Mi avvicinai, sollevandole la gonnella a quadri, le sue natiche così esposte mi provocarono un brivido.
Spostai il filo del perizoma per scoprire il suo sesso.
Depilato, roseo, con un clitoride che faceva capolino invitando la mia lingua.
Ci affondai dentro, allargandole le natiche con le mani, cercando di entrarle più a fondo possibile con la lingua.
Ogni tanto mi interrompevo per stimolarle il clitoride con il pollice, sentendolo sempre più turgido.
I suoi umori erano dolci, mi inebriavano i sensi.
Passai la lingua sul suo buchetto posteriore, cercando di penetrarlo con la punta.
“Ohhhh” la sentii gemere mentre con due dita la penetravo.
Sentii il suo orgasmo montare, contrasse i pugni mentre con le dita la stimolavo.
Un flusso di ormoni mi investì mentre tremava.
“Cazzooo” Sussurrò.
Ancora tremante scese dal bancone.
“Ora sta a me…” Rapida mi slacciò i pantaloni, il mio pene turgido svettò davanti alle sue labbra.
Era ancora un po’ sporco di sperma e degli umori di Nadia ma non se ne curò.
Anzi, sembrò dedicarsi in un primo tempo proprio alla pulizia.
“Ammetto che avesse un buon sapore la cagnetta…”Mi disse, prima di riaffondare la bocca sul mio sesso.
Iniziò a leccarmi i testicoli, la lingua delicata sullo scroto mentre con una mano mi segava.
Poi si risollevò, cercò di prenderlo tutto in gola, i suoi occhi spalancati per lo sforzo.
Ebbe un rigurgito mentre lo faceva uscire ma non si fermò.
Oramai era completamente bagnato della sua saliva.
La feci sollevare.
La ruotai, bloccandole le braccia dietro la schiena la spinsi in posizione ovina.
Entrai con un solo colpo dentro di lei, le pareti della sua vagina mi avvolsero bollenti.
La sentivo gemere mentre cercavo di colpirla il più violentemente possibile, quasi a ricambiare i colpi che mi aveva dato in precedenza.
Affondai un colpo e rimasi dentro quando sentii il suo orgasmo arrivare.
Le scappò un grido, soffocato.
Le iniziarono a tremare le gambe.
La feci girare, sdraiandola sulla cassa.
Con le gambe così, oscenamente aperte era irresistibile.
Ci affondai dentro nuovamente mentre con le mani le sollevavo la maglietta alla ricerca del suo seno prosperoso.
Iniziai a stringerle i capezzoli turgidi tra pollice e indice, compiendo una leggera rotazione.
Quando la sentii gemere nuovamente, mordendosi le labbra nello spasmo dell’orgasmo non resistetti più.
Uscii rapidamente, inondandola del mio sperma fino alla faccia.
Lei, a lingua di fuori raccolse qualche goccia ingoiandola.
Ero stremato. Cercai di recuperare il controllo quando lei mi afferrò il pene spremendo le ultime gocce che stavano uscendo.
Poi sorridendo mi disse “Ora muoviamoci, che dobbiamo finire di chiudere…”
Si dette una ripulita come meglio potè, qualche goccia di sperma che luccicava tra i capelli.
Quando fu il momento di uscire e salutarci mi si avvicinò, dandomi un bacio sulla guancia.
“Hai dimenticato un buco stasera, prossima volta vedi di rimediare.”
Si incamminò verso la macchina nel silenzio della sera.

Per commenti, chiarimenti, domande, scrivere pure a feniced_arabia@hotmail.it , sarò felice di ascoltarvi.
Buon orgasmo a tutti.

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