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– MINKIA CHE ORGIA! ‘

Come direbbe un verme davanti ad un piatto di spaghetti.

Beh, io non sono un verme, a parte quel che pensa la mia ex, io sono ‘nudo’ come un verme, e entrando nella sala vedo nelle luci fioche un mare di gente altrettanto nuda.

Inciampo nei piedi di uno, stupido, che si &egrave messo proprio lì all’entrata, ma forse non ce l’ha fatta ad aspettare, che si sta facendo cavalcare allegramente da una negretta dai capelli ricci la quale sgroppa e si agita ridendo come una pazza.
Non cado solo perché sbatto frontalmente con una quinta abbondante in cui affondo involontariamente la faccia. Mi aggrappo per riprendere l’equilibrio ed ho modo di constatare l’opera del chirurgo. Che importa, l’istante dopo sento:

– AAAAMOOOOOREEEEE ‘

ed un paio di metri di lingua si insinuano nel mio cavo orale.

E’ la proprietaria della quinta abbondante che mi stringe a se.

Mi stacco per riprendere fiato e vedo una finta bionda ubriaca fradicia, il trucco sbavato, strisce di rimmel che filano verso le tempie, strisce di rossetto che deformano la bocca ancora aperta in cui sta ritirando metodicamente la lingua.

– MA TU NON SEEEIIII DIEGOOOOO ‘

Finta bionda, il pube non mente, vera sconvolta.
La O della bocca non si richiude sorpresa di avermi scambiato per qualcun altro, la mano invece non si riapre dopo aver serrato il mio fratellino, anzi si muove saggiando e tastando la carne indurita.

Molla solo quando un tipo passa e la tira via con sé, forse il suo Diego, forse un altro.

Peccato, la sua carezza cominciava a piacermi e avrei potuto diventare Diego per qualche minuto.

Cammino verso il centro della stanza cercando qualche tipa che mi attizzi. Sono tutte impegnate, anzi veramente molto occupate. C’&egrave una biondina, questa volta verace, che a quattro zampe ne sta prendendo tre insieme.
C’&egrave da ammirarla, e mi fermo infatti un minuto, perché mentre regala un succulento pompino al tipo che ha davanti, dietro ce ne sono altri due che si stanno dividendo il suo buchino nascosto.
Inculata doppia, non l’avevo mai vista, e la biondina pare apprezzare succhiando con foga e sbavando l’uccello del primo tipo.

Però! Magari dopo ripasso e vedo se c’&egrave un buco anche per me.
Giro a destra verso un divano sentendomi chiamare:

– Mauro, MAUROOOO, vieni qui, questa ha una lingua divina ‘

E’ il mio amico Gigi che se lo sta facendo succhiare da una riccetta china in avanti.
Guardo meglio e trasecolo. Non ho il coraggio di dirgli che la riccetta &egrave un riccetto, anzi un bel riccetto a giudicare da quel che gli vedo sporgere dall’inguine.

Scoppio a ridere: il mio amico &egrave in trance per un trans’.. chissà se &egrave venuto col transit.

Rido ancora per la mia battuta scema che per fortuna non ho detto a voce alta.
Rifiuto il gesto d’invito ad unirmi a loro fatto dal trans e cammino ancora verso una moretta addossata alla parete che sta stringendo a sé una biondina sbaciucchiandola e palpandola vivacemente.
Mi piacciono quelle due, ci stanno dando dentro con gusto, le mani che vanno dai seni alle micine con giro turistico verso le chiappette. Non ho nemmeno il problema di pensare a come inserirmi del duo che la biondina allunga la mano a stringermi l’affare.
Smette di baciare la sua amica e le vedo gli occhi dilatati, persi in non so quale paradiso. Invece gli occhi dell’amica sono stretti, incazzati per quel rompicoglioni, io, che le ha interrotte.
Sembra voglia dirmi qualcosa di brutto e invece cade in ginocchio e usa la bocca per catturarmi l’uccello.

Quel che voleva dirmi me lo fa capire fisicamente. Mi succhia con violenza, facendomi sentire i denti, maltrattandomi i gioielli di famiglia, stringendo troppo forte la parte che non ha in bocca per scostare la mano della biondina.

Un po’ impaurito spingo la testa della biondina in basso, una qualche concorrenza magari distrarrà la virago che, nonostante tutto, mi dispensa piacere. Funziona. Adesso usa solo la lingua per incontrare quella della sua amica sulla mia cappella, e poi &egrave una sinfonia di succhiate alternate: dolci quelle bionde, dure quelle della mora, il diavolo e l’acquasanta.

Mi stanco presto del loro giochino, meglio cercare qualcuna più compiacente. Mi stacco a fatica lasciandole lingua a lingua e vado verso i divani.

Finalmente. Una mora corvina &egrave sbracata su una poltrona, ai suoi piedi un tipo avanti con gli anni sta montando una ragazza che pare la fotocopia del riccetto di mauro, però, noto, non ha uguali attributi.
Fortunato il tipo. Scavalco i due e mi fermo davanti alla mora che con un gesto indolente mi invita ad avvicinarmi. Mi appoggio con le ginocchia al bracciolo e le porgo l’uccello. E’ all’altezza giusta perché se lo infili subito fino in gola, come un treno in galleria. Tutto e subito, sino alle tonsille, e senza tossire.

Le metto la mano sulla nuca non per accompagnarla ma per accertarmi di non passarla da parte a parte e le scopo la bocca come fosse una vagina.

Mi piace, mi piace parecchio quel tunnel scivoloso ed accogliente. Piace di meno a lei che stringe un po’ i denti ed io faccio un salto sottraendomi a quelle fauci. Sull’uccello i segni rossi dei denti. Per fortuna non esce sangue.

Addivengo a più miti consigli e mi riaccosto con l’intenzione di essere più delicato ma la mora, incazzata, mi indica col dito medio un altro punto della stanza.

Mannaggia, occasione persa. Seguo l’indicazione del dito e ritrovo la biondina di prima ancora più occupata. Ora la penetrano in due, micina e buchino, e contemporaneamente ne ha uno in bocca ed uno per ogni mano.

Sembra cavarsela egregiamente e mi soffermo ad ammirarla. Lo spettacolo mi piace, ancora di più perché una mano gentile si &egrave impadronita del mio affare e mi masturba dolcemente. Apprezzo per un minuto e poi mi giro per ringraziare.
Vedo una folta capigliatura riccia e mi insospettisco: abbassando lo sguardo scopro che &egrave il riccetto che prima stava succhiando il mio amico Gigi.

Scatto all’indietro stile molla e mi sottraggo alla presa. Ma porca miseria, tanta figa in giro ed io attraggo il trans? Fa per venirmi incontro ma gli mostro il pugno chiuso. Capisce e si allontana guardandomi con occhi languidi.

Pericolo scampato, però &egrave ora di trovare una bella figa da scopare sul serio.

Mi guardo intorno e velocemente mi fiondo verso una ragazza che a cosce aperte pare aspettare il primo che passa.

Sono io e mi incuneo tra le gambe cercandole e trovandole subito la micina aperta e bagnata. Finalmente, la cavalco con forza come piace a me e lei urla a perdifiato.
Mi sento toccare le spalle, vicino a me ci sono da un lato la biondina di prima e dall’altro la mora. Mi stringono le braccia, mi spingono verso la ragazza che sto scopando.
Arrapato mi muovo più velocemente pensando a quando scoperò le altre due. una di loro intanto mi ha insinuato un ditino tra le chiappe.
Non che mi dispiaccia, questa porca viziosa ha scoperto un mio punto debole. Però’.. però il ditino sta diventando ditone, &egrave più grande, enorme, cos’&egrave che mi sta entrando dietro?

– AAAAHHHHHH, NO, NO, NO AAAAAHHHHHHHH ‘

Un dolore atroce all’ano perforato da qualcosa di abnorme.

Giro la testa” MALEDETTO RICCETTO, mi ha preso di sorpresa e”.. mi sveglio sudato avvolto dalle lenzuola bagnate.

Devo evitare i peperoni la sera.

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