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  • Ghost writer. Il seguente racconto nasce da una collaborazione con una donna incontrata in     chat. La storia narrata è reale mentre i personaggi e luoghi sono del tutto casuali.
    Sono graditi i commenti e le riflessioni. Scrivete pure a:
    sessfa@libero.it
    Se qualcuno avesse voglia di raccontare la proprio storia e non ha voglia o l’idea di scriverla mi può contattare.

Il vero profumo della notte

Seguo con gli occhi il cursore del mouse svogliatamente; ancora pochi dati da inserire nelle maschere del database aziendale e poi sarebbe iniziato un nuovo fine settimana.
“Ciao Dany”. La voce squillante della mia collega mi fa sobbalzare. “Stacchi anche tu alle 6 questa sera?”
“Sì” le rispondo qualche istante dopo essermi ripresa.
“Noi andiamo a prendere un aperitivo giù al bar d’angolo, vieni con noi?”. mi domanda la collega afferrando la borsetta e accompagnando il tutto con un canonico sorriso di educazione.
“No” le rispondo, aggiungendo separato un “grazie” uscito un po’ sforzato.
Samantha, la mia collega, è da anni che si cimenta a farmi da Cupido presentandomi amici o conoscenti ancora liberi.
Da quando mi sono separata e ormai diventata una prassi.
Conosco uno che… Che ne dici di quello sembra che gli manchi solo te… Se io fossi in te lo porterei subito a letto e lo scoperei per ore…
Grezzi, uno peggio dell’altro; in 2 anni solo uno dei 30 pretendenti poteva essere considerato un uomo.
Ma a me non interessa un’altra avventura, almeno per il momento. Quella che ho passato è più che sufficiente. Da un po’ ho resettato la mia vita, single, vivo in un appartamento in centro città.

Ormai ho strutturato la mia esistenza in un micro mondo senza problemi di orari e di sentimenti. Per quanto riguarda il sesso, mi sono concessa alcuni piccoli giochini, con i quali mi diverto molto e una amica che però è da un po’ che non la sento. Lei ha deciso di essere sposata e di non voler divorziare dal marito, quindi poco tempo da dedicarmi.
“Come vuoi Dani, ma è un vero peccato, volevo presentarti un mio nuovo amico! E’ un tipo molto simpatico, sai!”
“Sarà per la prossima volta, questa sera non vedo l’ora di tornare a casa e buttarmi nella vasca per fare un bel bagno” e penso tra me e me ‘e rilassarmi senza che nessuno mi rompa le scatole’.
10 minuti dopo sono già sulla strada principale per tornare verso casa. I vecchi palazzi mi scorrono lungo i fianchi, illuminati da un sole basso all’orizzonte, che gli dona un colore Roseo tenue.
Finalmente a casa!

Appoggio la borsa alla cassapanca e mi sfilo le scarpe all’ingresso, poi mi dirigo diretta verso il bagno. Pregusto già quel delizioso tepore. Attendo qualche istante che la vasca si riempia di acqua calda e nel frattempo appoggio il mio personal computer vicino al bordo.
‘Devo assolutamente vedere le ultime puntate della mia fiction preferita.’
Mentre la procedura di accensione del PC procede, lenta come al solito, mi sfilo i vestiti di dosso. Mi guardo allo specchio. Non sono una top model, ci sarebbero alcuni punti che mi piacerebbe modificare, però devo dire che nell’insieme sono carina.
Alta 165 cm, taglia 44, mora con i ricci e due fantastici occhi castani.
Mi dirigo verso la vasca e con la punta dei piedi tasto il calore dell’acqua. Un brivido mi percorre la pelle. Rapidamente scavalco il bordo e mi immergo in quel liquido caldo è rilassante e mi viene voglia di masturbarmi un po’. La sensazione piacevole mi fa accapponare la pelle e inturgidire il capezzoli, li osservo spiccare da una seconda di seno. Appoggio la schiena e mi lascio trasportare da quella delizia. Il segnale acustico di Windows, che si è appena acceso, mi dice che il computer è pronto per poter riprodurre, la mia serie preferita. Allungo la mano verso la tastiera mentre l’altra scorre lungo il mio corpo regalandomi piacevoli mugolii, quando mi rendo conto che in basso a destra l’iconcina della mail mi indica che mi è arrivato un messaggio.
Avvio l’app della posta elettronica e pochi istanti dopo mi appare la risposta ad un mio annuncio.
“Ciao cara, se vuoi posso ospitarti da me. Di solito chiedo €100 per gli uomini, per le donne faccio di meno. Chiamami, questo è il mio numero”
Leggo velocemente il messaggio e mi rendo conto che il mio cuore sta battendo forte.
Resto per qualche istante col fiato sospeso, non so se chiamarla oppure no. Mi sento al bivio di una scelta difficile. Poi mi allungo verso la mensola, afferro il cellulare e compongo il numero. La voce che mi risponde è strana, sexy, calda e bassa di tono.
“Ciao sono Daniela. Ho ricevuto la tua mail.” Le dico con voce tremante.
Mi spiega che ha voluto ricevere la telefonata per avere la conferma che io fossi una donna perché le è capitato spesso di ritrovarsi in situazioni difficili.
Mi dice di essere disponibile tra circa un’ora, tempo di riordinarsi lei e l’appartamento.
Con un senso di strano vuoto nello stomaco, mi accordo di trovarci sotto casa sua e di farlo in un posto pubblico. Entrare in una casa di una sconosciuta non mi dà fiducia. Almeno in auto posso scendere e correre per chiedere aiuto.
Conosco la zona visto che il mio ufficio non è molto lontano.
Spesso uscendo dall’ufficio nelle ore tardi, avevo notato giri strani di auto e prostitute appostate agli incroci di alcune strade lì vicino.
I colleghi mi avevano descritto che esisteva un parcheggio dove spesso le prostitute lavoravano.
Durante una delle serate in cui mi ero soffermata di più a lavorare, avevo deviato il mio percorso di routine, verso quel parcheggio, solamente per curiosità. Due prostitute posizionate all’ingresso della stradina, mi avevano fatto cenno di avvicinarmi, pensando che io fossi un uomo e che fossi alla ricerca di divertimento. Per fortuna una Golf bianca, che era da un po’ che girava in zona, si avvicinò alle due prostitute, probabilmente per definire un prezzo. Io ero rimasta a distanza ad osservare la situazione con un po’ di imbarazzo. Poi, rimasi stupefatta quando vidi una delle due alzare la gonna e mostrare, in bella vista, un grosso pene. L’immagine di quella donna con il pene mi era rimasta impressa nella mente. Ho fatto sesso con uomini e anche con donne, ma con una trans no. Devo dire che ancora non so se sono bisex o eterosessuale. Gli uomini mi piacciono sì ma non mi danno particolari soddisfazioni, le donne sono più sexy, hanno un fisico da sballo, e mi fanno raggiungere gli orgasmi, ma hanno bisogno di un pisello finto per scoparmi. Le trans, quelle erano veramente strane, un fisico dolce, capelli lunghi, seni abbondanti, gambe e glutei senza cellulite oltre che sodi ma con la virilità di un uomo tra le gambe. Da quella sera avevo uno strano desiderio e dopo un po’ mi convinsi di mettere un annuncio su un sito di incontri e provare.
Avevo la mente sottosopra, ero uscita dalla vasca, asciugata è vestita pronta per uscire, ma non mi ero resa conto di farlo. Il tempo era volato veloce e già mi ritrovo con il volante tra le mani a ripercorrere un’altra volta la strada di ritorno verso il mio ufficio. Ancora pochi incroci, un paio di svolta a destra, ed eccomi all’ingresso di una palazzina sobria e discreta.
Ferma, sotto il lampione, vedo la sagoma di una donna con un cappottino lungo.
Lampeggio con i fanali e lei si avvicina.
Rimango per qualche istante affascinata dalla sua sensualità ed eleganza.
Il suo viso ovale è contornato da lunghi capelli neri che ondeggiano ad ogni suo passo. Mi rendo conto di avere la bocca aperta mentre la guardo avvicinarsi all’auto.
Gli occhi castani mi osservano attraverso il finestrino mentre l’intenso rimmel e l’ombretto le donano un senso di famelica femminilità. Le apro la porta velocemente e la faccio salire guardandomi attorno.
Ho paura di essere vista da qualcuno ed essere giudicata. Buffo, la prima cosa che mi viene in mente di dirle è: “Dove andiamo?”
Lei sorride divertita, poi con la stessa voce profonda ma dolce che avevo ascoltato al telefono, si presenta e cominciamo una piacevole conversazione del più e del meno mentre mi indica le vie da percorrere per raggiungere un posto tranquillo.
Il suo fare dolce e simpatico mi mette a mio agio e talvolta distolgo lo sguardo dalla strada per osservarla.
Stivali neri lucidi fino a poco sotto il ginocchio; guardo le gambe lunghe, perfettamente depilate, abbronzate, affusolate come quelle di una donna e senza cellulite.
Provo invidia.
La vedo rimettersi il rossetto davanti al piccolo specchietto sul paraluce del passeggero. Lo fa con grazia e disinvoltura.
Poi mi domanda: “Come mai hai cercato una come me?”
Cerco le parole per risponderle nella mia mente, apro le labbra per dire qualche cosa ma nel profondo sento mancarmi il respiro. Paura di esprimere le mie emozioni.
“Ok, semplice curiosità, di vedere come siamo fatte?”
“Si!” Rispondo con voce tremante prendendo come appiglio questa scusa.
Ovvero, la curiosità è fondata, ma so come sono fatte le trans.
I miei pensieri volano sulle immagini dei video visti nelle ultime settimane.
Sento un formicolio al basso ventre mentre rallento all’incrocio e svolto seguendo le indicazioni in modo meccanico. Non so più dove mi trovo, sento solo il mio cuore battere più forte.
Una sera dopo lavoro avevo afferrato il pc e su google avevo cercato trans, sotto la categoria video e foto.
Donne perfette, dai seni gonfi e sodi si erano materializzate sul mio monitor. Ero rimasta a guardare le prime immagini con un leggero disgusto iniziale ma poi il contrasto tra femminilità e mascolinità mi aveva incuriosita.
I grossi membri turgidi che apparivano tra le longilinee gambe erano entusiasmanti.
Ricordo di aver fatto partire diversi video di trans singoli o in coppia. Uomini e o donne che si gustavano il pene del trans infilandoselo in bocca e lasciandolo umido della loro saliva. Altri, dove offrivano gli altri orifizi per essere presi da queste perfette creature. Osservavo il loro seno sobbalzare mentre il bacino spingeva il loro cazzo dentro le intime carni dei pretendenti. Guardavo fissa quei video mentre la mia mano esplorava le mie intimità regalandomi piaceri intensi e voglie sempre più forti.
“Ecco ora passa il ponte poi gira a destra ed entra nel parcheggio”.
Caspita ora mi rendo conto dove siamo.
Rallento e mi dirigo verso il passaggio che mi porta nei parcheggi sotterranei di un centro commerciale. Ci vado spesso, l’ora è tarda il parcheggio comunque aperto, non ci sono molte macchine parcheggiate.
Mi da le indicazioni per raggiungere un posto meno illuminato rispetto agli altri. Spengo il motore e i fari per non destare sospetti; subito mi sale una vampata di calore in un misto di desiderio e di paura.
Ci siamo, deglutisco rumorosamente, poi mi giro verso la trans. Lei, senza alcun timore, si sbottona il cappotto, mettendo in mostra il suo vestitino scuro. Punta le gambe e alza i glutei e velocemente afferra il bordo della gonna sollevandola fino all’ombelico.
Il mio volto e il mio corpo si irrigidiscono, sotto il vestito non ha l’intimo e mi appare subito un pene che seppur non eretto dimostra di avere notevoli dimensioni. L’ osservo molto attentamente anche se l’oscurità che ci avvolge non è ottimale per vedere tutti i dettagli.
“È tutto tuo, fai quello che vuoi!”.
La trans mi dice queste poche parole con un timbro di voce sensuale scandendo molto lentamente le parole.
Deglutisco per la seconda volta, ma rimango rigida e ferma dove sono.
Così è lei che allunga la mano, afferra la mia e lentamente l’accompagna fino alla sua intimità.
Prendo coraggio appena il mio dorso della mano si appoggia sulla sua pelle, la trans mi lascia la mano e io afferro il suo pene, sollevandolo dai testicoli.

In un attimo lo vedo gonfiarsi, allungarsi e indurirsi.
I miei occhi rimangono fissi su quel membro per qualche istante, mentre con movimento sicuro la trans afferra la leva del suo sedile e lo reclina all’indietro.
Faccio anch’io la stessa cosa replicando questa azione senza un particolare motivo e ci ritroviamo entrambe distese sopra i sedili in pelle. Per praticità allungo la mia mano sinistra per riafferrare il pene che ora è lungo e disteso sul suo addome e la punta arriva quasi sotto l’ombelico.
Faccio passare delicatamente le mie dita lungo il suo tronco, massaggiandolo ed eseguendo lo stesso movimento che si fa per arrotolare un filone di pasta fresca. Osservo il suo cazzo muoversi dolcemente, sospinto dalle mie dita. Poi lo afferro di nuovo alzandolo e tenendolo delicatamente con il pollice da una parte e le dita indice medio dalla parte opposta.
Lentamente spingo le dita verso il basso e osservo il prepuzio allargarsi per fare uscire la punta del glande. Mi fermo subito e con le dita tornano indietro, non mi va di scappellarla subito. Di nuovo, molto lentamente, tiro giù la pelle e nella penombra osservo il prepuzio allargarsi sempre di più. Metà del glande ora fa capolino. Mi rifermo per la seconda volta, lascio la presa per avvicinarmi di più con le dita verso l’estremità estremità. Poi con una lentezza inverosimile, muovo le dita verso il testicoli e osservo la sua pelle stirarsi per lasciar passare la parte più grossa della cappella.
La osservo imperiosa sopra quel tronco; è gonfia così tanto che la pelle così tirata risulta lucida. Delicatamente col pollice l’accarezzo. Sento un mugolio da parte della trans.
Mi giro verso di lei e solo ora mi rendo conto di essermi avvicinata con la testa alla sua. Lei mi sta guardando con quegli occhi marroni e con le labbra leggermente aperte. Sento il suo respiro mescolato ai mugolii accarezzarmi il collo. Sprofondo dentro quegli occhi per qualche istante, poi osservo le sue labbra rosse e gonfie come mai avevo visto in nessun altra donna. Sento il mio respiro spezzarsi quando la sua mano delicata, mi scosta i capelli dalla guancia, sfiorandomi delicatamente l’orecchio. Le dita scorrono lente lungo il mio collo, poi sotto il mento per poi risalire lungo la guancia. Mi passa l’indice sopra le labbra provocandomi un fremito. Le affero quasi di impulso anch’io il collo con la mano libera e mi avvicino lentamente alle sue labbra con le mie. Le sfioro leggermente, sono calde e morbide, però mi distacco subito. Sono tesa e la guardo negli occhi.
“Sì tesoro, ti prego baciami!” Me lo dice con una voce sussurrata e con molta dolcezza. Percepisco il mio cuore battere tre colpi profondi. Di nuovo le mie labbra sono sulle sue. Le lingue si allungano incrociandosi tra loro ballando un valzer dentro le nostre bocche. Sento il suo calore, sento il suo sapore, chiudo gli occhi e mi perdo dentro di lei.
La bacio per alcuni minuti, mentre la mia mano continua a tenere ben saldo il suo pene alla base.
Le mie dita hanno avvolto i testicoli mentre il mio dito medio si allunga verso la piega dei suoi glutei. Lei allarga le gambe.
“Dio come baci bene!”
Io sorrido perché è la prima volta che qualcuno me lo dice.
Ora la sua mano è lungo il mio braccio, quasi a volere attirare la mia attenzione alla mano. Abbasso lo sguardo, osservo le dita affusolate della sua mano scender mi lungo l’avambraccio. Di nuovo i miei occhi ricadono su quel membro turgido scappellato.
“Sono molto eccitata, Ho il cazzo durissimo vero?”
Annuisco con la testa, stringendo la base del pene, constatando la verità.
Ora la trans ha le gambe completamente divaricate per quello che può dentro l’auto, segno che sia resa completamente a mia disposizione. Sento che potrei fare qualunque cosa su di lei.
La mia paura iniziale si sta riducendo mentre osservo i lineamenti del glande è noto quanto l’addome si sta allargando e stringendo a causa del suo respiro sempre più intenso.
“Sono tutta tua, fai di me quello che vuoi”
Un fremito mi percorre lungo la schiena, sento l’eccitazione salirmi. Ora non so più cosa fare. Vorrei strapparle i vestiti di dosso, strizzarle i capezzoli, segare quell’uccello duro, succhiarlo, vorrei essere scopata in bocca in figa e nel culo. Ma pur essendo eccitata la paura mi blocca.
Sento la sua mano tornare sulla spalla per poi scendere lungo il mio fianco. Arriva fino ai miei glutei e comincia ad accarezzarli da sopra i miei leggings. Sento tutti i muscoli irrigidirsi.
“Mmmh che bel culetto sodo!”
Lo sfiora con la sua mano, delicatamente, provocandomi sospiri e solletico.
La sua mano è sempre gentile, provocante ma allo stesso tempo sempre rispettosa.
Me ne rendo conto e piano piano mi lascio trasportare. So di potermi fidare. Un uomo avrebbe sicuramente già approfittato sprofondato alle sue dita dentro di me, lei non lo avrebbe mai fatto senza la mia autorizzazione.
Lentamente torno a prendermi cura del suo membro.
E’ di nuovo disteso lungo il suo ventre. Lo tocco con delicatezza provocandole un nuovo gemito. Faccio scorrere il dito lungo tutto il tronco, arrivo fino al frenulo per poi tornare verso i testicoli. Sento il suo respiro profondo. Porto il dito indice della mia mano sulla mia lingua, lo inumidisco con la mia saliva, e di nuovo ripercorro lo stesso percorso lasciando una sottile linea lucida sulla sua pelle.
Lo rifaccio di nuovo, mi riporto il dito alle labbra e di nuovo sulla sua intimità, ma questa volta il dito, umido della mia saliva, gira attorno al glande fermandosi al centro del piccolo solco da cui esce il piacere degli uomini. La mano di lei continua ad accarezzarmi il glutei, con estrema delicatezza e gentilezza, talvolta salendo lungo la schiena provocandomi fremiti di piacere.
Percepisco tutte le parti del mio corpo eccitata. Sento il mio volto accaldato, sento le labbra asciutte, sento la bocca desiderosa; percepisco i miei capezzoli turgidi strusciare sul tessuto che li contiene, sento la mia vagina inumidirsi.
Libero la mano che è ancora sotto al collo della trans, la infilo sotto gli elastici dei miei pantaloni e la tuffo tra mie gambe. Le mie dita scorrono subito veloci sopra il mio clitoride è dentro le mie intimità. Ho la testa appoggiata sulla sua spalla mentre la mia mano entra ed esce dalla vagina completamente bagnata, i miei occhi invece sono puntati verso il glande gonfio che è diretto verso di me. La mia libidine prende il sopravvento, vengo trasportata dalla mia eccitazione e i rapidi movimenti mi metto quasi in ginocchio, avvicino la mia testa al suo pene. Scambio nuovamente le mani, quella sinistra che afferrava il cazzo della trans, si appoggia sulla mia vagina, mentre la destra afferra il tronco del cazzo sulla base. È durissimo e ormai la mia bocca e a pochi centimetri dalla sua punta. Sento il profumo aspro della mio piacere salire dalla mia mano ed entrare dentro di me, con la punta della lingua do un piccolo colpetto al frenulo. Appena lo tocco sento una contrazione a quel favoloso pene rigido e duro per me. Riprovo ancora dare un piccolo colpetto con la punta della lingua e di nuovo percepisco la contrazione accompagnata da un dolce mugolio della prostituta. Faccio scorrere la lingua lungo lo stesso percorso che avevo fatto con il dito fino a raggiungere i testicoli. La pelle liscia e morbida è deliziosa da leccare ed il suo profumo, fuso con il mio, penetra il mio cervello togliendo anche le ultime inibizioni che avevo. Gioco con la lingua con i suoi testicoli, li afferro tra le labbra, stringendoli un pochino, poi con la lingua scorro di nuovo lungo tutto il tronco del cazzo, e raggiungo nuovamente il glande. Apro la bocca, lo punto verso di me, e lentamente me lo faccio scorrere dentro. Sento la trans irrigidirsi, il respiro rendersi più affannoso e la sento muovere il bacino impercettibilmente verso di me. Ho la bocca piena del suo cazzo. Sento il glande scorrere lungo la mia lingua e il mio palato sempre più in profondità. Il mio naso arriva quasi a toccare la pelle del suo inguine. Poi, molto lentamente, come mi ero avvicinata mi allontano. Il suo pene esce completamente dalla mia bocca, lo osservo tutto bagnato dalla mia saliva. Tolgo le mie dita grondanti dalla mia vagina e gliele passo sul suo membro, osservando come il mio fluido si mescola con la saliva e la sua pelle. Senza aspettare altro riapro di nuovo la mia bocca e comincio a succhiare come una vera porca quel tronco delizioso insaporito della mia figa.
Ora i miei movimenti sono molto più concitati, succhio e pompino il cazzo sempre più velocemente, mentre la mia mano sinistra è ritornata tra le mie cosce e gioca senza pudore con la mia figa. La mano della trans ancora appoggiata sul mio culo ora sale e afferra l’elastico dei miei pantaloni, me li abbassa assieme agli slip, lasciandomi il fondo schiena in bella mostra.

Riprende ad accarezzare le natiche, in modo circolare, ma lentamente percepisco che le sue dita si stanno avvicinando al mio ano. Ma ora non ho più paura. Stringo un po’ più forte la base del pene provocando un naturale ingrossamento del glande. La sua pelle soffice, morbida, profumata e allo stesso tempo dura come fosse marmo, mi fa perdere il senso dell’orientamento. La sto pompando senza sosta. Sento il suo cazzo scorrermi dentro la bocca in avanti e indietro mentre parte della mia saliva esce dai bordi della bocca e gli cola lungo e testicoli. Le sue dita ora sono tra i miei solchi delle natiche, quando percepisco il polpastrello sfiorarmi l’ano.
Sussulto, inspiro forte e riprendo a succhiare il cazzo.
Ora il suo dito preme sul mio orifizio, quasi a volerlo penetrare. Mi immagino il suo cazzo sfondarmi il culo
come nei video è un intenso calore mi sale dal ventre, contraggo tutti i muscoli del corpo, ansimo e godo come mai non ho goduto prima. Le mie dita si riempiono di umori mentre il mio corpo irrigidito per l’orgasmo, cerca di recuperare. Il cuore mi batte forte, il respiro è affannoso. Improvvisamente piombo in una sensazione di benessere perfetto. Lentamente sento il mio corpo rilassarsi sprofondando in un dolce tepore. Mi ritrovo con la testa appoggiata alle gambe della trans, la mia mano ancora bagnata e le dita ancora dentro la mia vagina. La mano destra afferra ancora il tronco del cazzo della trans durissimo. Mi sta guardando con un sorriso: “sei una gran porcona” mi dice dolcemente.
I suoi occhi sono dolci, sulle sue labbra è disegnato un sorriso elegante. Potrei rialzarmi, sistemarmi
e riaccompagnarla a casa, ma tutto sarebbe finito.
I miei occhi si appoggiano di nuovo su quel cazzo duro che poco fa era dentro la mia bocca.
Non posso lasciarla così, lentamente riprendo a segarla, mentre lei mi accarezza dolcemente la nuca. “Sì. Dai così!” La sento dire con una voce leggermente tremante. Avermi vista godere l’aveva eccitata molto.
Accelero il movimento della mia mano, che ormai è diventato rapidissimo. La vedo inarcare la schiena, la sento ansimare sempre di più. Ora la sento fremere mentre trattiene respiro. Un sommesso urlo gutturale invade l’abitacolo della vettura; dalla punta del suo cazzo, vedo sgorgare il suo piacere che lentamente
cola lungo il suo glande mescolandosi alla mia saliva e raggiungere la mia mano ancora stretta su quel pisello pulsante e lentamente lo sento sgonfiarsi.
Rimaniamo per alcuni minuti in silenzio ad ascoltare i nostri respiri,
fermi nelle nostre posizioni.
Ho ancora il cuore in subbuglio mentre metto la freccia per accostare di fronte all’ingresso del suo condominio, ormai è notte profonda, le strade sono quasi deserte visto che il quartiere è un po’ in periferia. Sono soddisfatta, felice, ma allo stesso tempo un po’ rattristata perché è già
tutto finito. Lei rimette il rossetto nella borsetta usato lungo il tragitto di ritorno per sistemarsi di nuovo le labbra. Apre la portiera e fa per scendere.
“No aspetta! Ti devo pagare, quanto è?” Le chiedo di impeto rompendo il silenzio che si era formato tra di noi.
“No amore, questa sera offro io!”
Mi sorride dolce sia con gli occhi che con le labbra, la fisso negli occhi e contraccambio il sorriso.

La prossima volta offrirò io, allora’ penso tra me e me, rendendomi conto che l’avrei incontrata un’altra volta.

La vedo allontanarsi ancheggiando come una vera signora. Si avvicina ad una collega scambia due parole e poi si dirige verso casa. Anch’io faccio lo stesso, ingrano la marcia e riprendo la via per casa. La città ora ha un altro profumo. Elegante, dolce e sensuale. Lo sento dentro di me, lo sento mio. Il profumo della trans.

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