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Io e Martino (e gli altri) parte seconda.

By 16 Febbraio 2021Febbraio 18th, 2021No Comments

Una voce dall’altoparlante posto all’interno della nostra cabina mi svegliò avvisando che il traghetto era ormai vicino al porto ed invitando i passeggeri a fare i bagagli, lasciare le cabine ed avviarsi verso la zona di sbarco. Aprii gli occhi e mi ritrovai nel letto steso su un fianco con Martino che mi abbracciava da dietro, eravamo nudi e il suo cazzo durissimo era appoggiato al mio culo.

“Buongiorno puttanella” mi disse lui.

“Buongiorno” risposi io ancora un po’ assonnato.

“Allora? come ci si sente a non essere più vergine?” mi chiese.

“Non saprei” risposi, “da un lato mi sembra una liberazione, dall’altro ho tutto il culo impiastricciato per colpa tua”.

Cominciò ad accarezzarmi una natica con la mano e io inarcai all’indietro la schiena per fagli capire che mi piaceva, poi mentre la sua manona pesante mi palpava gli dissi: “ti rendi conto che ieri sera mi hai fatto il culo?”

“Si” rispose lui, “e te lo rifarei anche adesso”.

“Ma dobbiamo andare” obiettai.

“Hanno inventato le sveltine per questo” mi rispose lui spostando la sua mano pesante dalla mia natica fin verso l’interno, raggiungendo il mio buchetto con un dito.

“Dai, non voglio adesso” gli dissi, e subito lui mi afferrò, mi mise a pancia in giù e mi salì sopra poi disse: “non vuoi?! Tu non puoi non volere! Allora non hai capito qual è la regola, sei mia!” e mentre diceva così mise una mano fra i nostri corpi, si afferrò il cazzo e cominciò a guidarlo verso il mio ano.

“Ti ho detto che non voglio, smettila!” lo ammonii!

“Smetterò dopo averti sborrato dentro” mi rispose mentre continuava a tenermi sotto portando avanti ciò che aveva iniziato finché sentii il suo glande umido premere contro il mio buchetto, capii che non si sarebbe fermato ma che gli piaceva questo mio cercare di resistergli, così fra un mio lamento e una mia obiezione infilò la sua asta dentro di me, cominciò a muoversi su e giù e continuò a farlo finché mi venne dentro.

Una volta finito sfilò il suo cazzo da dentro di me, poi si tirò su, mi allargò le natiche con le mani e rimase un po’ a guardarmi, “è meraviglioso” mi disse, poi aggiunse: “sarai la mia ragazza per tutta la vacanza?”
“Non preferisci avermi con la forza?” gli chiesi.
“E’ un gioco che mi piace molto ma vorrei sentirti godere, non solo soffrire”.

“Devo andare a farmi una doccia prima di lasciare la cabina” gli risposi cambiando argomento, poi mi alzai dal letto e mi avviai verso il bagno.
Mi sedetti sulla tazza, rilassai lo sfintere e vi lasciai cadere dentro tutto ciò che lui mi aveva iniettato dalla sera prima, poi andai sotto l’acqua, mi lavai ed uscii per lasciare il bagno a lui. Non scambiammo nemmeno una parola finché venne il momento di raccogliere i bagagli ed avviarci lungo il corridoio per raggiungere il ponte al quale si poteva far colazione.

Da lontano intravedemmo Anna e Francesco e Martino mi chiese: “secondo te chi dei due ci chiederà per primo come è andata ieri sera?”
“Non vorrai che siano così sfacciati?” gli risposi.
“Vogliamo scommettere?” rispose Martino.

Non feci in tempo a ribattere che, ormai arrivati in vicinanza dei nostri amici, Anna mi salutò con un disinvolto: “ma ciao! Benvenuto nel mondo dei rotti in culo!”.

Io devo essere arrossito come un peperone e lei, con un sorriso che per poco non le toccava le orecchie, abbassò la voce e mi chiese: “ma allora è vero! io credevo che Francesco scherzasse stamattina quando me lo ha detto!”.

In quel mentre Francesco si rivolse a Martino e gli disse: “non sai quanto ti invidio!” e lui gli rispose: “Beh, se mi fai fare un giro su Anna magari te lo presto”.

“La smettiamo?!” dissi scocciato guardando tutti e tre i miei amici, i quali capirono che non mi andava di parlarne e, con mia piacevole sorpresa, si misero a parlare d’altro.

Arrivammo alla casa di Martino ed iniziammo ad aprire porte e finestre al fine di arieggiarla dato che era stata chiusa per qualche mese, poi Anna si rivolse a Francesco e a Martino dicendo: “voi andate a fare un po’ di spesa, io e Gabri diamo una pulita”.

Una volta rimasti soli Anna non esitò a chiedermi di raccontarle tutto, mi confidai con lei e alla fine del racconto mi afferrò una mano, la trasse a se fino a portarla fra le sue cosce poi mi chiese: “e questa? ti piace ancora?”

“Certo, ma che ti salta in mente?” le risposi.

Mi salta in mente che io e te adesso ci divertiamo finché non tornano i nostri maschi.

Non me lo feci dire due volte, l’afferrai, la spinsi contro il piano della cucina e la misi di spalle, poi le slacciai i jeans e glieli abbassai, assieme alle mutande, fino a metà coscia.

Mi sputai sulla mano e le spalmai la saliva contro il buco del culo, le afferrai la nuca e la spinsi in modo che si piegasse in avanti, non diceva nulla ma si capiva che le stava piacendo molto, estrassi il cazzo dai miei pantaloni e lo infilai fra le sue chiappone sode, poi senza troppi complimenti glielo spinsi dentro, lei che emise un solo lamento presto seguito da gemiti di piacere.

Mentre me la inculavo in quella posizione passai una mano attorno al suo bacino fino a frugare fra le sue cosce, raggiunsi il grilletto e cominciai a titillarla fino a farle raggiungere l’orgasmo. Quando mi resi conto che era venuta anch’io mi lasciai andare e svuotai le mie palle nel suo culo proprio come Martino aveva fatto con me.

Estrassi il cazzo ancora barzotto da dentro di lei e subito sentimmo il rumore delle moto dei ragazzi che tornavano con la spesa, ci ricomponemmo velocemente e ci mettemmo al lavoro per pulire la casa come se non avessimo fatto altro fino ad allora.

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