Skip to main content
Erotici RaccontiRacconti EroticiRacconti Erotici Etero

La mia “EYES WIDE SHUT”

By 18 Dicembre 2016Giugno 9th, 2020No Comments

****************************
1) UNO STRANO INCARICO
****************************

Mi chiamo GUIDO, e faccio il cineoperatore free-lance. Compleanni, matrimoni, servizi televisivi, cose così. Mi chiamano e io mi presento con l’attrezzatura.
Modestamente nel mio mestiere sono piuttosto bravo, ma sapete com’è: la crisi economica non guarda in faccia al talento, e così da un po’ di tempo mi ritrovo a corto di lavoro.

Stamattina mi ha telefonato ADALBERTO, un mio collega cineoperatore.
Certo lui è molto più affermato di me nel giro, essendo ammanicato con pezzi grossi dell’Alta Società (politici, industriali, registi…)
Mi dice: – «Guido, ho un lavoro per te. È una cosa un po’ particolare, meglio che te ne parli a quattr’occhi.»

Vado a casa sua, e lo trovo con una gamba ingessata.
Lui: – «Una stupida caduta dalle scale, nulla di grave…Sta di fatto che stasera avevo un incarico importante, e non posso presentarmi. Se vuoi lo giro a te.»

– «Nessun problema», rispondo cercando di non sembrare un affamato, «Di che si tratta?»

Lui: – «Una festa in maschera in una villa isolata. Roba di lusso. Gente piena di soldi che si diverte organizzando orgette private. Lì tutti scopano con tutti senza sapere chi sia l’altro; questo è il lato eccitante di quei festini. E vogliono dei filmati-ricordo.»

– «Oh, bella! Insomma, è un po’ come nel film “EYES WIDE SHUT” di Kubrick?».

Lui: – «Bravo, hai afferrato. Comprenderai quindi che qui la DISCREZIONE è fondamentale. Io rischio già molto solo a parlarti di queste cose; se poi si accorgono che mi sono fatto sostituire da un perfetto sconosciuto, sono rovinato. Posso fidarmi di te, Guido? Pensi di farcela a non tradirti?»

– «Credo di sì, dopotutto sarò mascherato. Però immagino che non scoperanno tutti insieme in una scena unica; come faccio a filmare tutti quanti da solo?»

Lui: – «Infatti ci saranno anche altri cineoperatori. Così tu potrai dedicarti ad una scena mentre i tuoi colleghi si occupano di filmare le altre scopate che avvengono altrove. È tutto ben organizzato; ogni telecamera ha un LED che indica dove il cineoperatore deve recarsi per riprendere la prossima scena, così niente va perduto.»

– «Ok, ma adesso parliamo un po’ di vil pecunia…Quanto me ne verrebbe in tasca?»
Adalberto mi fa segno “5” con le dita.
– «Beh, 500 euro per una sola serata non sono poi malaccio», dico cercando di non far vedere che per me una tale cifra sarebbe una manna dal cielo.

Lui: – «No, non hai capito. Intendevo dire CINQUEMILA. Questo è il compenso che offrono per un servizio ben fatto.»

Per poco non mi viene un colpo! 5 testoni per una sola serata…No, non esiste proprio che mi lascio scappare una occasione del genere.
– «Okay, ci sto! Definiamo i dettagli.»

Mi indica una borsa con l’attrezzatura e il costume, poi mi porge una busta.
Lui: – «Qui ci sono l’indirizzo della villa e il mio PASS personale come cineoperatore. Una volta dentro, tu cerca di parlare il meno possibile. Limitati a fare le riprese e basta; dopo 5 scene puoi chiudere la serata e tornare tranquillamente a casa.»

– «Perfetto. Credo che sia tutto. Allora vado, ci vediamo domani mattina.»

Mi muovo verso l’uscita. Sono quasi fuori casa quando Adalberto mi richiama.
– «Ah, aspetta…Dimenticavo il consiglio più importante…»
– «E sarebbe?»
Mi fissa serioso, scandendo bene le parole con tono greve:
– «Qualunque cosa succeda…tieni il cazzo nei pantaloni

*******************************
2) LA VILLA DELLA VAMPIRA
*******************************

Quella stessa sera mi presento all’indirizzo, una villa isolata dell’hinterland milanese.
Parcheggio l’auto e controllo un’ultima volta l’attrezzatura: costume, cinepresa, dischi di memoria…Tutto in ordine.
Indosso un mantello scuro e una maschera da Pulcinella, e mi incammino verso l’ingresso della villa.

Mostro il PASS di cineoperatore a un guardiano sul cancello, ostentando disinvoltura. Mi fa cenno di passare. Tanto per ringraziarlo, io accendo la telecamera e inizio le riprese da lui.
Per tutta risposta, il guardiano appoggia una mano sull’obiettivo, poi mi fissa come se volesse prendermi a pugni:
– «Cosa fai, stronzo! Lo sai bene che non devi mai riprendere le persone che non portano una maschera, no? Riprovaci e quella telecamera te la infilo nel culo!»

Cominciamo bene, vedo.
Faccio un cenno di scusa al guardiano e passo oltre, maledicendo Adalberto che non mi aveva informato su questo particolare. E penso anche a quali altri dettagli quell’imbecille possa essersi “dimenticato” di dirmi. Sono appena entrato in un campo minato; mi conviene muovermi con molta prudenza.

*****

Entro nel salone della villa. Che lusso, uno schiaffo alla miseria.
Per la sala girano un sacco di belle ragazze vestite da cameriere…anche se non credo che siano VERE cameriere. Probabilmente sono delle escort ingaggiate per recitare la parte della servitù. Sono le uniche a volto scoperto. Gran belle gnocche, devo dire.

Vedo anche 4 o 5 altri cineoperatori mascherati. Magari qualcuno lo conosco pure, chissà.
Un particolare insolito mi colpisce: fra loro c’è anche una DONNA. È di corporatura minuta, indossa un mantello rosso e una maschera da diavolessa che lascia scoperti solo gli occhi e la bocca. Per un attimo i nostri sguardi si incontrano, poi lei si volge come se nulla fosse. Non so perché, ma la collega diavoletta mi intriga.

*****

Scelgo una posizione che mi permette di inquadrare gli ospiti man mano che entrano dal portone principale.
Sono tutti già mascherati, bizzarri non solo nel vestire:
• Un tizio con una tonaca da cardinale, con tanto di papalina, entra benedicendo solennemente le cameriere che lo accolgono.
• Per fare il pari, poco dopo arriva anche una tipa vestita da suora. Sgrana un rosario a cui sono appesi due vibratori incrociati.
• Due ragazze sui 20 anni, travestite da Wonder Woman e Bat-Girl, entrano tenendosi a braccetto. Ridono e si sbaciucchiano.
• Una coppia di mezza età entra tenendo per mano una ragazzina tutta allegra, vestita da scolaretta, con tanto di treccine bionde. Non mi sorprenderebbe che fosse davvero la loro figliola.
• Una stangona strizzata in un completino di latex arriva tenendo al guinzaglio un tizio incappucciato come se fosse il suo cane.
• Una bara portata da quattro ragazze vestite da ancelle. È un’immagine talmente assurda che non provo neanche ad immaginare che ruolo possa avere nel festino.

…E l’andazzo va avanti così per un bel po’. Ormai saranno entrati una quarantina di ospiti.
Finora non succede ancora nulla di speciale; gli invitati si salutano come vecchi amiconi pur non potendo riconoscersi. Alcuni bevono, altri mangiucchiano da un buffet; tutti, comunque, sembrano in attesa di un segnale particolare.

*****

Ad un certo punto sento un rintocco di campana, e nell’androne cala il più totale silenzio.
Al centro della sala, su un catafalco, le 4 ancelle adagiano la bara che ho visto portare dentro poco fa.
Tutti gli ospiti si riuniscono attorno alla bara, muti come pesci.

Altro suono di campana. Il coperchio si alza e ne esce una sventolona avvolta da un mantello scuro. Lo fa cadere ai propri piedi con un movimento solenne, rimanendo completamente nuda, e scatenando l’entusiasmo dei convenuti.
La donna sarà sulla quarantina, ma ha un fisico da favola. Sarà alta almeno 1 metro e 80. I capelli neri lunghissimi e gli occhi truccati in modo pesante le donano un look da vampira.

La vamp fa un cenno, e subito le acclamazioni si quietano.
– «Amati confratelli. Sia dato inizio a questa nuova festa. Sia il piacere. Sia la lussuria. Sia il proibito. Che questa sera il Paradiso e l’Inferno si incontrino, e si fondano insieme generando l’estasi suprema. GODETE COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI!»
Ciò detto, le quattro ancelle le si lanciano addosso trascinandola a terra, e la Vampira viene letteralmente sepolta sotto un groviglio di culi, tette, gambe e lingue che iniziano a leccarla dappertutto.

Quel suo show è chiaramente un segnale convenuto, poiché subito dopo anche tutti gli altri ospiti iniziano a togliersi di dosso i vestiti.
A quel punto resto spiazzato: IO cosa dovrei fare, adesso? Rimanere vestito o spogliarmi anch’io? Quel coglione di Adalberto non mi ha detto nulla in proposito.
Guardo allora gli altri cineoperatori per prendere esempio da loro.
Rimangono vestiti. Ok, tanto meglio; così posso concentrarmi solo sulle riprese.

Alcuni ospiti iniziano ad amoreggiare lì nel salone, altri accompagnano per mano i loro partners verso altre stanze fuori vista.
Per quanto mi riguarda, meno mi aggiro in posti che non conosco e meglio è. Così per ora mi dedico a filmare la Vampira qui nel salone.

È abbandonata inerte senza fare nulla; si gode solo i palpeggiamenti e i lavori di lingua delle quattro ancelle adoranti.
La frugano dappertutto. Lei geme estasiata. Sento il cazzo andare in ebollizione solo a guardare la sua espressione goduriosa. D’impulso vorrei provare a sbatterle l’uccello sotto il naso per vedere come reagisce, ma non voglio problemi: qui posso fare una mossa sbagliata in qualunque momento, e addio copertura.

*****

Improvvisamente il LED sulla mia telecamera si accende. Compare il numero “26”. È la stanza dove devo andare a filmare. Peccato non poter restare a vedere la vampirona, ma il dovere mi chiama.

Muovo il primo passo e…CAZZO!! Ora che ci penso: in che direzione vado? Eh già…Adalberto non mi ha detto nulla sul COME muovermi all’interno della villa quando appaiono i numeri sul LED! Appena torno a casa lo ammazzo a calci, quel deficiente.

Devo improvvisare in fretta. Arpiono la donna cineoperatrice, quella vestita da diavolessa, e le chiedo se sa dove sia la stanza 26.
Lei rimane immobile per un attimo, scrutandomi senza dire nulla. Poi mi prende per mano e mi conduce lungo un corridoio.
Mi indica una porta. La ringrazio e faccio per entrare…quando lei mi strattona e mi stampa un bacio sulla bocca.
– «Mi aspetto che questo favore venga ben ricambiato», sussurra prima di allontanarsi.

Boh, cosa intendeva dire? Rimango un po’ confuso, ma ora non ho il tempo di pensarci. Tiro una lunga boccata d’ossigeno ed entro…

*************************************
3) LE GEMELLINE PALLA-DI-NEVE
*************************************

Dentro la Stanza 26, sedute sul letto, c’è una coppia di biondine intente ad accarezzare il bigolo ad un uomo di colore.
Sono chiaramente sorelle gemelle, identiche come due palle di neve. Hanno pure lo stesso completino: un tutù colorato e una mascherina di paillettes.
Sono giovanissime, saranno appena maggiorenni. Mi guardano tutte sorridenti.
– «Ben arrivato, regista, aspettavamo solo te per cominciare», dice una delle gemelline, «Ce lo fai un bel souvenir di questo pisellino?»
E chiamalo “pisellino“…Non riescono ad impugnarlo neanche con tutte e quattro le mani!
Faccio segno col pollice di essere pronto, e loro cominciano a imboccare a turno quel membro da cavallo, passandoselo di bocca in bocca.
L’omone manifesta il proprio apprezzamento con grugniti e sussulti.
Devo dire che le due zoccolette sono bravine, per essere così giovani. Una ciuccia e l’altra lecca l’asta, ridacchiando divertite quando ogni tanto le loro lingue si toccano.

Ad un certo punto quel gran pilone erutta come un vulcano. Il nero alterna uno schizzo ciascuno sul bel faccino delle due giovinette.
Ma quanta ne ha? Le sta letteralmente affogando! Alla fine hanno tanta di quella sborra in faccia da risultare irriconoscibili (beh, tanto son gemelle…)
Si guardano soddisfatte, poi si baciano con la lingua, raccogliendosi lo sperma a vicenda e scambiandoselo con la bocca.

Vanno avanti così per un paio di minuti, poi mi vengono vicine camminando sulle ginocchia, in modo da farsi riprendere bene in primo piano. Accostano i visi guancia contro guancia, sorridendo beate mentre fissano l’obiettivo.
– «È venuto bene?», mi chiedono all’unisono.
So che dovrei tenere un atteggiamento professionale e distaccato, ma non riesco ad evitare la battutaccia:
– «Qui l’unico che è “venuto” bene è stato il signore lì dietro!». E scoppiano a ridere.

*****

Beh, la prima ripresa è andata bene. Saluto, esco, chiudo la porta…e mi ritrovo faccia a faccia con la cineoperatrice di prima, la Diavoletta.
Mi irrigidisco sorpreso per l’improvvisa apparizione. Lei non dice nulla; mi infila un foglio nel taschino del mantello e si allontana.

Apro il foglio. È una specie di mappa della villa, con indicati sommariamente i numeri delle stanze che compaiono sul LED della mia telecamera. SONO SALVO!

Non faccio neanche il tempo a godermi la sensazione di sollievo, che subito appare un altro numero: “32”.
Guardo sulla mappa. Ok, è abbastanza facile da interpretare; la Stanza 32 si trova al piano superiore.

Nell’andare verso le scale, ripasso nel salone. La Vampira si sta ancora godendo le attenzioni del gruppo di ancelle.
Ora si trova a quattro zampe; due ancelle le leccano fica e culo, mentre una terza le ciuccia le tette e l’ultima la bacia a piena bocca… Gesù santo, meglio che non mi soffermi a guardare o mi viene un infarto.

*******************
4) SCONCEZZE VIP
*******************

Salgo le scale e raggiungo la stanza indicatami. Entro, e noto che stavolta la scopata è già in pieno svolgimento.
Una biondona di mezza età, tutta ingioiellata, si sta facendo montare da due tizi che la scopano in culo e in fica.
– «Alla buon’ora, brutto stronzo!», dice lei volgendosi verso di me con espressione astiosa, «Pensavi che aspettassimo i tuoi comodi per cominciare, pezzente?»
– «Ma signora, io…», balbetto sorpreso da tanta ostilità.
– «Chiudi quella bocca di merda e vieni qui a…OHWW!…a riprendere la mia faccia da scrofa mentre godo!»
– «Sì…Subito, signora.»

Cerco di darmi un contegno professionale, e mi piazzo con la telecamera davanti al suo viso. Indugio qualche secondo pensando di accontentarla.
– «E girami un po’ intorno, incapace! Devo dirtelo io come fare il tuo lavoro, straccione morto di fame?»
Mi sento ribollire di rabbia, ma devo assecondarla. Lei però non sembra contenta neanche così.
– «I buchi, devi inquadrarmi bene i buchi…Ma sei proprio un inetto, passami quell’affare che faccio da sola, cretino incompetente!»

Eh no, è troppo! Al diavolo il lavoro, ma devo cavarmi il gusto di risponderle per le rime:
– «MA BRUTTA BAGASCIA SFONDATA!», le grido in faccia, «Cosa credi, che stia qui a farmi insultare da una vecchia rottainculo come te solo perché hai due soldi guadagnati facendo pompini ai parchi pubblici?»
– «Sì! Sì!», replica lei compiaciuta dai miei appezzamenti verbali, «Sono una rottainculo…Dimmelo, maiale, dimmelo!»

Oh, questa poi!…È dunque questo il suo gioco? Beh, in tal caso la accontento MOOOLTO volentieri!
– «Schifosa! Vacca! Scrofa marcia! Hai un culo che sembra una galleria della metro! Dillo che ti sei fatta sfondare da un elefante, lercia mignotta pervertita!»
Lei è sempre più eccitata, più dalle mie parole che dai due cazzoni che le stanno trivellando le interiora.
– «AOH!…AOH!…Sì, faccio schifo…OHA!…»
– «Schifo è poco, sei così troia che fai vomitare solo a guardarti! Com’è che hai fatto i soldi, vaccona slabbrata? Spompinando i maiali per l’inseminazione artificiale?»
Per lei è come se le stessi titillando il clitoride. In breve tempo raggiunge un orgasmo bestiale.
– «OOOO-OH…AAAAAHHH!!!»
Subito dopo anche i due maschi le vengono dentro in simultanea. Dopodiché si sfilano da lei, lasciando esposti i suoi due buchi tutti grondanti di sperma, che mi affretto ad inquadrare.

Poi la donna si rialza ricomponendosi in qualche modo. Sembra soddisfatta. Si avvicina a me sorridendo, e mi accarezza una guancia della maschera.
– «Grazie, caro, sei stato davvero molto bravo…»
– «È stato un piacere, brutta zoccola!», le rispondo io…Al che, lei fa una faccia indignata e mi molla un ceffone.
– «Ma come si permette? Moderi i termini, giovanotto! Sono una signora perbene, io!»

Cazzo. In questo posto di matti non ne azzecco una. Comunque è andata più o meno bene anche questa.
Esco dalla stanza sperando di poter riprendere un po’ il fiato…ma subito si accende il LED con la mia prossima missione: STANZA 41.

Controllo la sua posizione sulla mappa datami dalla mia salvatrice. Si trova sullo stesso piano, bene.
Dalla balconata getto uno sguardo verso il basso. Al centro del salone la Vampira continua a farsi sollazzare dalle 4 ancelle. Ormai ha il corpo completamente ricoperto di saliva. Glielo pianterei io un bel paletto di frassino…ma non nel cuore!

*******************************
5) MULTI-ORGASMO LESBICO
*******************************

Entro nella stanza 41 e mi trovo davanti tre donne sedute su un divano.
Quelle ai lati sono due delle escort vestite da servette, una bionda e l’altra rossa;
quella al centro è una signora mora sui 40, con una maschera di raso trasparente. Ha un’espressione un po’ intimidita.

– «Ciao, regista», mi saluta una delle giovani, «La signora qui vuole provare un po’ di esperienze nuove, senza cazzi tra i piedi.»
– «Sì», dice la mora, «Non ho mai fatto sesso con altre donne…E volevo un ricordo di quest’avventura, da mostrare poi a mio marito.»
– «A suo…marito?», chiedo incuriosito.
– «È qui anche lui, da qualche parte. Forse lo hai anche già filmato: è quello vestito da conte Dracula che va in giro chiedendo a tutte le donne di fargli succhiare le loro mestruazioni. Si eccita così…»
Wow. Non mi sorprende che la signora cerchi di ripiegare sull’altra sponda. Va be’, affari suoi.
– «Ok, io sono pronto…CIAK, SI GIRA!»

E non si fanno pregare. Le due giovani cominciano ad accarezzare le tette della mora al centro. Ha un mezzo sorriso forzato che tradisce un po’ di imbarazzo.
– «Rilassati e lascia fare a noi, gioia», le dice la bionda, mentre la rossa le scopre le grosse tette.
Poi iniziano una doppia ciucciata di capezzoli che la signora sembra apprezzare molto.
Alternano una leccata ad un bacio in bocca alla mora, interscambiandosi. Si muovono in perfetta intesa. Evidentemente sono escort specializzate nel lavorare in tandem su altre donne.

La signora mora ansima e freme. È chiaro che sta partendo con la testa. E anche io. Non è mica facile restare concentrati sul lavoro davanti a una scena del genere.

La biondina scende fra le gambe della signora ed inizia a vellicarle la passera con la lingua. Prima con colpetti leggeri sul clitoride per farla sussultare, poi passa a leccare le piccole labbra, ed infine la penetra con tutta la lingua, muovendola come se fosse un viscido cazzo.
La mora inizia a dimenarsi, ma le due non le danno tregua. Si scambiano di posto: ora è la rossa a leccare la fica alla signora, mentre la biondina le lavora le tette.
Quando la rossa le caccia un dito dentro, la mora inizia a contorcersi come una biscia ed esplode in un orgasmo travolgente.

– «QUI, QUI…Vieni a fare un bel primo piano!», mi dice la rossa tenendo ben divaricata la fregna della signora.
Non me lo faccio ripetere. È una visione infernale; una cavità palpitante, fradicia di umori, il cui aroma mi satura le narici.
Ho il cazzo che sembra di marmo. Meno male che la tipa è venuta, così posso passare oltre. Non avrei retto ancora per molto.

Mi muovo verso la porta, quando la bionda mi richiama:
– «Aspetta, dove vai? Abbiamo appena cominciato!»
Oh cielo, mi tocca fare anche gli straordinari. Faccio retromarcia e punto la telecamera sulla nuova scena.

Le due “cameriere” fanno posizionare la mora con le spalle a terra e la schiena appoggiata al divano, in modo che abbia il sedere verso l’alto. La bionda inizia a leccarle il buco del culo, mentre la rossa le si siede sulla faccia con la fica e nel contempo la sgrilletta.
Io giro intorno per riprendere bene l’azione delle due giovani. Fare un buon lavoro mi obbliga a stare in stretto contatto con quel carnaio…ma guardare senza poter fare nulla, è una vera tortura.

Appena la rossa le infila due dita dentro la passera, la mora ritorna in orbita. Bastano pochi affondi per portarla ad un nuovo orgasmo.
Ok, è andata. Spengo la telecamera e mi muovo verso l’uscita.
– «Fermo, non abbiamo mica finito!», mi grida la rossa.
Oh cavolo, abbiate pietà…O almeno datemi il tempo di fare una doccia fredda!

Stavolta le due servette posizionano la mora a 69. E mentre la biondina la lecca da sotto, la rossa le passa la lingua sul buco posteriore.
Mentre filmo tutto ciò, cerco di distrarmi pensando a tabelline aritmetiche e formule di quantistica, ma non posso scansare l’odore di sesso che si sprigiona da quell’infernale groviglio di carne. Ho l’uccello che sembra volermi sfondare i pantaloni. Preferirei essere preso a martellate sui testicoli, piuttosto che assistere a scene del genere senza poter fare niente di niente.

Le servette prendono due vibratori e gliene infilano uno per ogni buco. Poi li accendono. Il “BZZZT” dei dildi elettrici fa sussultare la mora, che già era partita per il paradiso a causa del duplice trattamento di lingua. Sbava e si contorce dal piacere. Il ronzio dei vibratori si mischia ai suoi gemiti.
Da sotto di lei, la bionda inzia a muoverli avanti e indietro mentre lavora di lingua sul clitoride. Intanto la rossa le massaggia le tette e nel contempo la bacia con la lingua.

Sotto la maschera, sto sudando come un’acciuga. Invoco tutti i santi del calendario affinché la facciano godere presto, e alla fine vengo esaudito: la mora viene per la terza volta.

Stavolta è finita sul serio, mi dico. Ma le due servette mi richiamano:
– «Ehi, te ne vai sul più bello?»
OH, NO! Non ci credo…Queste due hanno intenzione di demolire la fica a lei e fare scoppiare l’uccello a me!

Nuova posizione: ora la rossa si è messa con le gambe a forbice tra quelle della mora, in modo da strusciarsi le fiche l’una contro l’altra. E intanto la bionda si masturba coi vibratori.
Io comincio davvero a sentirmi male. O mi fanno partecipare o la smettono, che un maschio normale non può reggere a quello spettacolo senza poter fare nulla.

Comunque sia, stavolta vengono tutte e tre insieme. Incrocio le dita e aspetto un segnale che quel tormento sia davvero finito.
– «Ricominciamo tutto da capo!», dice la biondina.
Sto per mettermi a piangere dalla disperazione. Per fortuna che la signora mora, al quarto orgasmo in 20 minuti, non ne può più.
– «No, non subito…Adesso sono distrutta! Magari fra una mezz’oretta…»

DEO GRATIAS!! Ora devo filarmela alla svelta prima che ci ripensino.
La mia fretta lascia perplesse le tre donne. Sento la bionda sussurrare alle altre: “Mah, che tipo strano…Sembra quasi che le donne lo mettano a disagio. Non sarà un po’ finocchio?

Con grande sforzo reprimo un improvviso impulso omicida. Devo andarmene da questa stanza, o non rispondo più di me.

********************
6) LA DIAVOLETTA
********************

Appena esco, vedo che la mia amica cineoperatrice esce a sua volta dalla stanza di fianco, con la telecamera in mano. Deve aver appena terminato una ripresa anche lei.
Nel vedermi così all’improvviso, si blocca sorpresa. Sembra indecisa sul da farsi. Cerco allora di rompere il ghiaccio.
– «Salve, come va? Io ho appena finito la mia terza ripresa, e tu?»
Lei rimane in silenzio. Non mi riesce di decifrarla.
– «Su, non siamo certo qui per farci concorrenza l’un l’altro», le dico cercando di metterla a suo agio.

Per tutta risposta, lei mi volta le spalle e si affaccia dalla balconata, puntando la sua cinepresa verso la Vampira al centro della sala in basso, sempre indaffarata dalle sue 4 ancelle.
Io mi avvicino da dietro e le passo una mano sul petto, tastandone la consistenza attraverso la stoffa del mantello.
Ha delle tettine piccole, con capezzoli duri che tradiscono il suo stato di eccitazione. Mi soffermo a stimolarli, e lei sospira languidamente, inarcandosi. Ma tiene sempre gli occhi fissi sulla Vampira nel salone.

– «Ti piace guardare, dunque», le bisbiglio all’orecchio.
– «Sssììì…», sibila lei con un filo di voce.
Le infilo una mano sotto il mantello e la frugo. Non si oppone.
Sotto è nuda. Strano, per qualcuno che in teoria si trova qui solo per fare delle riprese. Comunque non mi soffermo sul particolare.
Le raggiungo l’inguine completamente liscio e depilato. È bagnata come una fontana. Infilo un dito fra le labbra della fica. È insolitamente stretta, anche per una donna di quella taglia.
La Diavoletta ansima forte e comincia a dimenarsi, strusciando il culetto contro il mio inguine. Il cazzo mi sta scoppiando sotto il mantello. Ora sarei pronto a farmela lì, contro la balaustra…

…ma il maledetto LED della mia telecamera si accende, spezzando l’incantesimo del momento: STANZA 14.
Lei si scuote, si divincola e si allontana.
Merda, proprio adesso. Va be’, la notte è ancora lunga; sono certo che la rivedrò.

*****************************
7) MISS VORAGINE UMANA
*****************************

Do un’occhiata alla mappa. “14” corrisponde ai bagni.
Apro la porta, e mi trovo davanti quattro persone. Due uomini e due donne.

• La prima donna è una bruna sui 35 anni, dai capelli a caschetto. È completamente nuda, indossa solo una mascherina di pizzo.
• La seconda donna è una delle escort, una bella bionda coi capelli raccolti a coda, vestita da infermiera.
• Il primo maschio è un bestione tutto vestito di latex nero.
• Il secondo è un tizio piccolo e magro, travestito da Superman. La sua stazza minuta rende il costume goffamente floscio.

– «Possiamo cominciare!», dice il mingherlino tirando fuori il proprio uccello (un canarino, date le minuscole dimensioni).
La bruna si mette a quattro zampe, esponendo bene il sedere. Bel culo, devo dire.
L’infermierina inizia a leccarle il buco, mentre il bestione in latex regge una cannula collegata ad una sacca di plastica piena di liquido. Credo di aver capito.

L’omone in nero infila la cannula nel culo alla bruna e inizia a farle un clistere.
A quella vista, l’omino magro inizia a menarsi il pisellino. Immagino che sia il marito della donna.
Quando la sacca è svuotata, l’infermiera sfila la cannula e la penetra con un dito. La bruna geme.

A questo punto l’uomo in nero avvicina un carrellino pieno dei più disparati oggetti.
Prende un vibratore e lo ficca nel culo alla bruna. Entra abbastanza agevolmente, nonostante abbia un diametro di 3 cm.
Lo rigira dentro & fuori per un paio di minuti, eseguendo movimenti circolari come se volesse allargare il buco.

Poi l’uomo in latex estrae dai pantaloni un gigantesco uccello e sodomizza la donna, mentre la escort-infermiera le tiene separate le natiche con le mani.
Il piccoletto continua a guardare segandosi. Comincia ad avere una timida erezione.

Poco dopo, l’omone in latex grugnisce e le viene nel culo. Poi estrae l’uccello lasciando in bella vista il buco pieno di sborra.
L’infermierina si affretta a ripescare lo sperma con le dita e a spalmarlo tutto intorno allo sfintere della bruna, come a lubrificarlo.
(Mi sfugge il senso di tutta questa strana operazione, ma non sono affari miei. Devo ricordarmi che io sono qui per filmare e basta.)

L’uomo in nero prende un grosso cazzo di gomma dal carrello. È un dildo impressionante, dal diametro di almeno 6 cm.
Poi lo infila nel sedere della bruna, mentre la infermiera le tiene le natiche allargate. Grazie alla lubrificazione di sperma, il grosso fallo penetra senza troppe difficoltà.
Il bestione in latex lo muove avanti e indietro per un paio di minuti, poi lo estrae. Io inquadro quel buco, che invece di tendere a richiudersi come sarebbe naturale, rimane insolitamente aperto.

L’omone in nero ripone il dildo e prende un altro oggetto dal carrello. Stavolta si tratta di una enorme zucchina. Nella sua parte centrale, avrà il diametro di 8 cm.
Assurdo, mi dico, non vorrà mica provare a…?
E invece sì! Appoggia la punta dell’ortaggio sullo sfintere dilatato della donna, e inizia a spingere.
Grazie alla sua forma a cuneo, la zucchina entra abbastanza agevolmente fino quasi a metà della sua lunghezza. Poi si blocca.

– «AHI!!», si lamenta la donna.
Lo sapevo, non poteva farcela. Ma l’omone non si dà per vinto. Aspetta qualche secondo per dar modo allo sfintere di adattarsi all’intruso, poi dà un’ulteriore spinta.
La zucchina avanza ancora di qualche centimetro, quanto basta per raggiungere il punto della sua massima larghezza.
A questo punto il piccolo Superman emette un gridolino eccitato.
– «Oohh!…Fantastico, tesoro…»

La zucchina viene rimossa, e la infermiera provvede a ripassare con la lingua tutto il buco slabbrato della bruna, mentre l’uomo in latex prende un nuovo oggetto dal carrello.
Questa volta si tratta di una enorme melanzana dal diametro di 10 centimetri e…

NO, NON CI CREDO! Nessuno sfintere umano può prendere un ortaggio di quelle dimensioni. Eppure il tizio sembra intenzionato a provarci.
Appoggia la punta della melanzana all’ingresso della cavità anale e inizia a premere.
Grazie alle precedenti inserzioni, l’ano della donna accoglie la parte iniziale dell’ortaggio…ma man mano che si avvicina al centro l’introduzione diventa sempre più difficoltosa. Al che, l’uomo deve spingere con tutta la sua forza.
L’energia della spinta è tale che l’intero corpo della donna si sposta in avanti. Lei deve allora puntarsi con le mani alla parete per opporsi alla spinta.

La bruna grugnisce dal dolore. So che non dovrei impicciarmi, ma vedendo la sua espressione sofferente non riesco a starmene zitto.
– «Basta, dai…Le state facendo troppo male!»
Al che, la donna mi lancia un’occhiataccia torva:
– «Si faccia gli affari suoi, per cortesia!»
Ci rimango basito. Oh beh, contenta lei…

L’uomo in nero smette di spingere, e guarda l’infermiera scuotendo la testa. Allorché, la ragazza provvede ad insalivare per bene tutto il perimetro anale che avvolge la melanzana. Poi riprovano a spingere.
La brunetta ha il viso violaceo per lo sforzo, sembra sul punto di scoppiare. Dico a me stesso che è pazzesco: soffrire così tanto solo per ficcarsi una melanzana nel culo. Boh. Questi ricchi sono pazzi.

All’improvviso, è come se lo sfintere della donna avesse ritrovato un surplus di elasticità. Il grosso ortaggio ricomincia infatti ad entrare, centimetro dopo centimetro…fino a raggiungere la sua zona di maggiore diametro.

IN-CRE-DI-BI-LE! Ce l’ha fatta a prenderlo! Questa è una impresa da guinness dei primati…
Anche il magrolino fa un sorriso tra l’incredulo e il soddisfatto.
– «Amore, ce l’hai fatta…È entrata tutta!»
– «Ahh!…Bene, ma ora sbrigati, ti prego…Mi sta squarciando!», risponde lei digrignando i denti per il dolore.
Al che, il piccoletto aumenta il ritmo della segata.
– «Ohh!…Ci sono quasi…»
A quelle parole, l’infermierina e l’omone estraggono di colpo la melanzana, che esce con un grottesco “PLOP!“. Io accorro ad inquadrare quell’ano devastato, che rimane incredibilmente largo. È una voragine in cui si può quasi vedere il fegato. Impressionante!

L’infermierina si mette a sgrillettare la passera della donna, che inizia a gemere. Non so se è per il piacere o per il dolore.
Poco dopo il marito guardone sborra dentro quel cratere.
Contemporaneamente, anche la donna viene per effetto del ditalino praticatole dalla infermiera. Le contrazioni del suo orgasmo le fanno aprire e chiudere il culo come la bocca di un pesce. Un fenomeno stranissimo.

Poi la bruna viene aiutata ad alzarsi. Si regge a stento. Il marito la abbraccia e la bacia.
L’infermiera gli porge la melanzana dopo averne misurato la circonferenza con un metro da sarto.
– «32 centimetri e mezzo, signore!»
– «Fantastico!», gongola il piccoletto, «Tesoro, ti rendi conto che hai appena battuto il record personale della contessa di Montecampione?»
– «Che soddisfazione!», risponde lei barcollando, «Quella smorfiosa rottainculo creperà d’invidia, quando…AHI!…quando vedrà questo filmato…AHIO!…»

Hai capito, come gareggiano i ricchi tra di loro? E dire che noi plebei giochiamo al massimo a chi piscia più lontano…

Poi il Superman-bonsai viene verso di me e mi stringe la mano tutto sorridente.
– «Senta…Se il filmato sarà venuto bene, le farò avere una bella mancetta extra. Ah, già che ci siamo, ne approfitto per chiederle: sa mica se in cucina hanno per caso un melone bello grosso?»
– «EH?!…Uh…N-no, mi spiace, non seguo l’andamento del mercato ortofrutticolo…»

Inizio a convincermi che i soldi danno un po’ alla testa.
Me la svigno alla chetichella prima che mi chiedano dove trovare un’anguria.

Appena fuori, il LED della mia telecamera si accende segnalando il numero “1”.
Controllo la mappa. “1” corrisponde al SOTTERRANEO. E volesse il cielo, sarà anche la mia ultima missione della serata.

*******************************
8) IL SOTTERRANEO FATALE
*******************************

Scendo le scale che portano al seminterrato. Ma appena arrivo in fondo, due energumeni mi bloccano afferrandomi per le braccia.
Protesto, ma nessuno di loro dice una sola parola.
Mi tappano la bocca con una striscia di nastro adesivo, e vengo poi trascinato di fronte alla Vampira, che fa cenno di condurmi in una stanza buia.

Qualche secondo dopo si accendono le luci…e mi appare davanti una scena che mi lascia senza fiato.

Al centro della stanza c’è la mia amica cineoperatrice, stesa di pancia su un tavolino di legno, legata mani e piedi alle gambe del medesimo. Ha una palla di gomma in bocca che le impedisce di parlare.
Intorno, disposti in cerchio, ci sono gli ospiti mascherati e gli altri cineoperatori, tutti silenziosi e impassibili.
Sento un brivido gelato percorrermi la spina dorsale, e mi assale una atroce sensazione di tragedia in arrivo.

I due energumeni mi strappano la maschera e mi tolgono il nastro adesivo dalla bocca.
– «Che…Che sta succedendo qui? Lasciatemi andare…»
– «ZITTO!», replica seccamente la Vampira, «Credevi di ingannarci così facilmente? Tutti i cineoperatori di nostra fiducia sono perfettamente informati sul come muoversi in questa casa. Se uno di loro deve chiedere come trovare le stanze che appaiono sul proprio LED, significa che è un intruso non autorizzato. E nessuno spione deve rivelare ciò che avviene alle nostre feste!»

Me lo sentivo, sono fottuto. Questi adesso mi fanno la pelle. E chissà come, devo aver messo nei guai anche la Diavoletta.
– «Ma lei, la donna legata…Cosa c’entra?», chiedo confuso alla Vampira.
– «Lei ha cercato di non farti scoprire, dandoti la mappa per decifrare i numeri che apparivano sul tuo LED. E questo è inaccettabile. Ora dovremo punire lei e assicurarci il tuo silenzio. E c’è un solo modo per ottenere entrambe le cose in un colpo solo: SCOPALA
– «C-COME?!», balbetto incredulo.
– «Hai capito benissimo. Scopa questa troia traditrice. Qui, ora!»

Assurdo. Non lo voglio fare. E anche se volessi farlo, non riuscirei mai ad eccitarmi in questa situazione.
Come se mi avesse letto nel pensiero, la Vampira mi estrae il cazzo dai pantaloni e inizia a lavorarselo di bocca. E…incredibile! Mi diventa duro in pochi secondi; dev’essere per via dell’eccitazione accumulata durante tutta la serata (o più semplicemente, per la straordinaria abilità di pompinara della Vampirona. Per essere una che ha tendenze lesbiche, conosce piuttosto bene l’arte di addrizzare cazzi).

Poi due gorilla si avvicinano alla donna legata al tavolino. Le viene tolto il mantello, lasciandola completamente nuda…e subito dopo le viene tolta anche la maschera da diavolessa.
Trasalisco incredulo: quella che credevo una donna minuta, è in realtà una ragazzina adolescente, con tanto di treccine bionde!

Poi, mentre gli ospiti si fanno da parte per uscire dal campo di ripresa dei cineoperatori, la Vampira mi guida l’uccello verso quella passerina indifesa.
Mi dà uno schiaffo sulla schiena, come a spronarmi.
– «Io…io non…»
– «FALLO!», ordina seccamente la Vamp.

E allora appoggio il mio uccello all’ingresso di quella fica strettissima e affondo. E affondo una seconda volta. E affondo ancora…Finché non ho più bisogno di forzarmi a farlo; l’eccitazione mi induce ad un coito spontaneo.
La ragazzina sotto di me mugola attraverso la palla di gomma, e non riesco a capire se è per il dolore o per il piacere. Non che abbia molta importanza, a questo punto.

Dopo qualche minuto di questo trattamento, la Vampira mi fa estrarre il cazzo dalla guaina della giovinetta.
– «Falle anche il culo, adesso. MUOVITI!»
Non provo neanche a protestare. Meccanicamente, punto la cappella su quel piccolo orifizio e spingo cercando di essere il meno brutale possibile. La biondina ha un sussulto, si contrae e poi si rilascia.
Non l’avrei mai detto, ma pensavo che sarebbe stato più difficile. Il cazzo scorre senza incontrare resistenza. Inizio a pomparle il culo, e sento che l’eccitazione mi riassale.
Nel frattempo la Vampira insinua una mano sotto di lei e le vellica delicatamente il clitoride, mentre i cineoperatori continuano a riprendere il tutto.
Io aumento il ritmo per finire in fretta il suo tormento. Le vengo direttamente nel culo. E mi faccio schifo a dirlo…ma è un orgasmo fenomenale! Mai provato un godimento così intenso.
Nello stesso istante, la ragazzina ha uno spasmo. Tende tutti i muscoli e geme in modo acuto e prolungato, come se stesse avendo un orgasmo anche lei. Impossibile, mi dico.

E subito dopo…Pazzesco! Tutti APPLAUDONO!
La Vampira libera la biondina dal suo bavaglio e la bacia teneramente sulla bocca.
– «Come è stato, tesorino?»
– «Fantastico, mamma…Non avevo mai goduto così tanto!»
(“MAMMA“?! Non ci capisco più nulla…Che cazzo sta succedendo, qui?)

La Vampira slega la piccola dal tavolino, poi mi fissa seria negli occhi e dice:
– «Dunque, uomo, stammi bene a sentire. Ora sei libero di andartene. Ma tieni ben presente una cosa: nel filmato che è appena stato fatto, si vede solo un bruto che stupra una ragazzina legata. Niente altro che questo. Tu prova a dire una sola parola su ciò che hai visto qui stasera, e ti assicuro che finisci in galera per tutta la vita. Ti è tutto chiaro?»
La Vampira ha ragione: non sono in grado di dimostrare niente. Mi hanno incastrato per benino.
– «Ho detto: TI È TUTTO CHIARO?», ribadisce perentoria.
– «Mi è tutto chiaro, signora», rispondo con tono asciutto.

Mi ricompongo e raccolgo la mia attrezzatura cinematografica. Ovviamente hanno prelevato i dischi di memoria.
La fanciulla mi si avvicina con un sorrisetto birichino. (Ora che la vedo bene, capisco che NON è una minorenne: mi avevano ingannato le sue treccine e il suo fisico minuto. Meglio così; avrei avuto gli incubi per un bel pezzo.)
Avrei mille domande, ma lei mi risponde ancor prima che gliele ponga:
– «Che vuoi farci, mi piace giocare. La mamma dice che sono ancora troppo giovane per le orge, però mi permette di partecipare ai suoi festini mescolandomi fra gli altri cineoperatori mascherati. Quando ho capito che eri un intruso, l’ho subito avvisata. È stata proprio lei a dirmi di darti la mappa, in modo che tu potessi fare il tuo lavoro sino alla fine.»
Ma guarda un po’ che mente machiavellica, la mammina vampira.
– «Però questa volta oltre che guardare ti ha lasciata anche scopare!», puntualizzo io.
– «Solo quando qualcuno mi intriga in modo speciale. La mamma non vuole che io faccia la troia con tutti quanti. Dice che non sta bene, alla mia età!»
Senti senti. Mi conforta sapere che la Vampira educhi la sua figliola secondo sani princìpi morali!
Le do un buffetto sulla guancia e mi allontano.

*****

Cammino fino all’esterno della villa in modo meccanico, come uno zombi.
Solo quando arrivo alla mia auto realizzo la piena consapevolezza di quanto mi è successo durante quella assurda serata, e mi prende un attacco di panico.
Parto sgommando e pigio a tutto gas sull’acceleratore. Brucio semafori e limiti di velocità, ma voglio mettere la massima distanza tra me e il luogo di quella incredibile esperienza.

*************
9) EPILOGO
*************

La mattina dopo mi presento da Adalberto per restituirgli costume & attrezzatura. Sono ancora così sconvolto che non lo prendo neanche a sberle.
Deposito il materiale e faccio per andarmene senza nemmeno salutare; in questo momento voglio solo buttarmi sul letto e dimenticare tutto quanto.

– «Aspetta…Non la vuoi, quella?», fa lui.
Mi indica una busta sul tavolo. Dentro c’è una smazzata di banconote da 100.
Cazzo…Il compenso per le riprese! Con tutto quel che è successo, mi era passato di mente.
– «Ad essere sincero, non mi aspettavano che mi pagassero», gli dico, «Alla fine potevano ricattarmi senza darmi neanche un soldo.»
– «Ah…Ti riferisci al trucco del finto stupro di ragazzina, vero?»
Trasalisco.
– «E tu come lo sai?»
– «Lo fanno con tutti i nuovi cineoperatori, per assicurarsi il loro silenzio. Se tu sei anche stato pagato, significa che adesso sei diventato un loro fido. Aspettati di venire richiamato per il loro prossimo festino.»

Senti senti. Funziona così, dunque. E non ci vuole molta fantasia per intuire CHI possa aver messo una buona parola per me.
– «Certo però che sei un bello stronzo, Adalberto…Avresti potuto dirmelo come funzionavano le cose lì dentro!»
– «Beh…Te lo avevo detto di tenere il cazzo nei pantaloni, no?», conclude ridendo.

Sì, me lo aveva detto. E avrei dovuto ascoltarlo. Ma non capita tutti i giorni di poter essere il protagonista di EYES WIDE SHUT. E fra poco si replica pure. Crepa d’invidia, Tom Cruise!

[FINE]

Leave a Reply