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La Mia Padrona di Casa – capitolo 1

By 11 Aprile 2020No Comments

Mi chiamo Giorgio 55 anni, 1.80 per 85 chili, fisico atletico, single. Il mese scorso ho trasferirmi in una nuova città per motivi di lavoro, nell’attesa di trovare un appartamento adatto alle mie esigenze mi accontentai di un monolocale in un paese vicino. Era al primo piano di una vecchia casa appena fuori dal paese, malgrado l’anzianità della casa l’appartamento era carino, tenuto bene e con tutti i confort. Le finestre si affacciavano sul giardino della villetta dove abitava Barbara la mia padrona di casa. Barbara una bella donna di 58 anni, rossa di capelli, poco più bassa di me, con un fisico ancora in forma, due lunghe gambe con delle belle cosce, un sedere rotondo, e due tette fantastiche una quarta abbondante. Non si era mai sposata e viveva sola. Le mie giornate trascorrevano tra il lavoro e la palestra per tenermi informa, nei weekend generalmente tornavo nella mia vecchia città a salutare gli amici. Un giorno finito il lavoro, invece di andare in palestra, mi diressi a casa. Il sole era ancora alto all’orizzonte, faceva caldo, entrai in casa mi spogliai e mi infilai sotto la doccia, l’acqua lavò via la stanchezza, mi asciugai e mi diressi in cucina con l’asciugamano legato intorno alla vita. Passando davanti alla finestra la vidi, Barbara, nel giardino stesa sul lettino a prendere il sole, due minuscoli triangoli coprivano a malapena i capezzoli senza sostenere le tette, ed il triangolo in basso era poco più grande. La salutai, Barbara alzò la testa dal lettino e ricambiò, mi fermai ad osservarla. Ero ipnotizzato dalle sue tette, lentamente la mano scivolò sul cazzo, iniziai a segarmi, l’asciugamano scivolò a terra, aumentai il ritmo chiusi gli occhi ed eruttai un fiume di sborra che si stampò sui vetri della finestra, Quando riaprii gli occhi Barbara non c’era più. Arrivò la domenica il consueto incontro con gli amici era saltato, mangiai qualcosa e mi buttai sul divano a guardare la televisione, faceva caldo mi alzai per prendere una birra, lanciai un occhiata fuori dalla finestra e vidi Barbara uscire in giardino col solito bikini, iniziò a spalmarsi di crema solare, si girò verso la mia finestra, ci salutammo con la mano poi lei si sdraio sul lettino. Mi defilai dalla finestra in una posizione dove potevo vederla e pensavo lei non mi vedesse, dopo qualche minuto sollevo il busto passo le mani dietro la schiena e si slacciò il reggiseno regalandomi la vista delle sue tette, le sue dita cominciarono a vagare per il suo corpo massaggiando qua e là pelle nuda, arrivò alle tette giocò coi capezzoli eretti per qualche minuto, poi smise e si girò sulla pancia, stavo per andarmene quando vidi il suo braccio sparire sotto il suo corpo, un movimento del lettino mi portò a cambiare posizione per avere una visuale migliore. Vidi del movimento in mezzo alle sue cosce, guardai meglio la stoffa del suo costume agitarsi. Accidenti la porca si stava masturbando!…La mano corse al cazzo già in tiro iniziai a segarmi, la vidi aumentare i movimenti del bacino, io aumentai il mio ritmo l’orgasmo ci colse quasi contemporaneamente.Rimanemmo immobili qualche secondo in preda al rispettivo piacere poi Barbara girò la testa verso la mia finestra, mi spostai, non so se mi vide, quando guardai di nuovo si era alzata dal lettino dirigendosi verso casa. Mi sdraiai sul divano e accesi la televisione, ma le immagini di Barbara che si masturbava non abbandonavano la mia mente. A risvegliarmi fu il suono del campanello, mi legai l’asciugamano in vita e andai ad aprire la porta, Barbara ” Ciao posso chiederti un favore,ho un problema con il lavandino non è che te ne intendi un po e verresti a dargli un occhiata?” Rimasi un attimo paralizzato, indossava una maglietta senza reggiseno e una gonna corta sopra al ginocchio ma molto ampia. “Certo” le risposi appena mi ripresi “Prendo gli attrezzi”. Iniziai ad armeggiare sotto al lavandino, chiamai Barbara  avevo bisogno che aprisse l’acqua per verificare la tenuta, per aprire il rubinetto dovette allargare le gambe sopra il mio corpo regalandomi così la visione delle sue cosce fino alle mutande. I miei pantaloni ebbero un evidente rigonfiamento, Barbara mi offrì un caffè, accettai e mentre ero ancora disteso si piego a 90 gradi per prendere la caffettiera dal mobile regalandomi un’altra visione del suo culo, ormai l’uccello stava per scoppiarmi. Mi stava provocando, non contenta versandomi il caffè si piegò talmente che dalla scollatura della maglietta potei vedere tutto il seno. Non resistetti, riuscii a bere il caffè. Barbara prese la tazza per riporla nel lavandino dandomi le spalle, con un balzo fui dietro di lei, infilai una mano sotto la maglietta artigliandogli un capezzolo, l’altra si insinuò sotto la gonna risalendo le cosce fino ad arrivare alle mutandine che trovai già bagnate. Un gemito di piacere uscì dalla sua bocca. La girai cercai le sue labbra, la baciai, le nostre lingue si attorcigliarono fra loro. Scostai il tessuto delle mutandine e le infilai due dita nella figa. Sentii i suoi gemiti aumentare d’intensità, il suo bacino accompagnare la mia penetrazione con movimenti sempre più rapidi, stava per raggiungere l’apice, aumentai il ritmo, l’orgasmo esplose come un fiume in piena inondò le mie di di caldi succhi, la lascia rilassare qualche secondo, estrassi le dita bagnate dal suo liquido e gliele ficcai in bocca, quando se ne rese conto ebbe un moto di disgusto, ma la costrinsi a leccarle. Ci spostammo sul divano, ci spogliammo, si inginocchio prese il mio cazzo e iniziò a segarmi, volevo che lo prendesse in bocca ma lei con una mossa mi salì sopra si aprì le labbra della figa e si impalò, iniziò un lento su e giù, i miei occhi puntati sulle sue tette che ballavano al ritmo della penetrazione, allungai le mani e mi impossessai dei suoi capezzoli, li strizzai prima piano poi più forte, poi li accarezzavo dolcemente, ogni volta che strizzavo forte Barbara aumentava il ritmo della penetrazione e dalla sua bocca uscivano gemiti di piacere sempre più alti. La conclusione ormai si avvicinava aumentai il rimo delle spinte, l’orgasmo colse prima Barbara, dopo pochi colpi anch’io venni riempiendola di sborra. In settimana ebbi molto lavoro da smaltire e la sera rincasavo tardi, finalmente venerdì riuscii a finire prima, arrivai a casa stavo per infilarmi in doccia quando squillò il telefono, Barbara, “Guarda fuori dalla finestra” e riattaccò, mi avvicinai alla finestra e guardai, la vidi seduta su una sedia la lampada del giardino la illuminava a giorno, alzò la maglietta e scoprì le tette con le dita stimolò i capezzoli, poi allargò le gambe non aveva le mutande, si infilò due dita in bocca poi lentamente le portò in mezzo alle labbra della sua figa le fece scorrere su e giù per qualche secondo, poi se le infilò dentro cominciando a masturbarsi, tirai fuori il cazzo e mi segai, venimmo quasi assieme…Era l’inizio di un lungo weekend che avrebbe cambiato il nostro rapporto…

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