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Le due ragazze stavano chiacchierando davanti ad un drink.
Io con la mia doppio malto le osservavo dal bancone, indeciso se provarci o meno.
La bionda aveva un bel corpo, curve sinuose e occhi da cerbiatta.
La mora sembrava un vulcano.
Un’arma di seduzione intrappolata in un corpo mediterraneo, giunonica, elettrizzante.
Buttai giù un altro sorso alzandomi dallo sgabello.
Mi avvicinai accendendomi una sigaretta.
Mi presentai, sperando di non risultare invadente.
Dai loro sorrisi capii di non esserlo.
Parlammo e bevemmo altri drink.
La mora aveva delle labbra così carnose da farmi venire voglia di mangiarle.
Erano studentesse, coinquiline.
Si fece l’ora di andare.
Pagai i drink consumati e le accompagnai fuori.
“Ti va di venire da noi per un caffè e un’ultima sigaretta?”
Accettai.
Abitavano poco distante, salimmo nel loro appartamento.
Vanessa, la mora iniziò a premere il caffè mentre Giulia la bionda fumava.
Erano tremendamente sensuali entrambe.
Non potei controllare i miei istinti.
Mi avvicinai a Vanessa da dietro mentre accendeva il fornello.
Le avvolsi la vita facendole sentire la mia eccitazione.
“Ehi, non lo vuoi il caffè?”
“Mm si, ma mentre aspettiamo sale… qui è salito altro” risposi ridendo.
Sempre di spalle diede una palpata attraverso i jeans.
“Giulia qui c’è sostanza per entrambe…”
Giulia intanto aveva spento la sigaretta e si era alzata mettendosi al mio fianco.
Allung’ la mano palpando anche lei.
Vanessa si girò baciandomi.
La lingua che cercava la mia.
Sentii un piercing che non avevo notato.
Giulia si inginocchiò mentre Vanessa continuava a baciarmi, sentii il rumore della zip aprirsi e il calore di una bocca attraverso i boxer.
“Mmm” non riuscii a trattenere un gemito.
La lasciai armeggiare con la cintura mentre palpavo il seno di Vanessa, gonfio, abbondante.
Il rumore del risucchio fu come una scossa.
Sentii la mano di Vanessa impugnarlo mentre Giulia continuava il lento su e giù sulla mia virilità, accompagnando la sua bocca.
Abbandonò le mie labbra per inginocchiarsi a sua volta.
Sentii la lingua sui testicoli mentre Giulia passava la lingua sul glande ruotandola..
L’immagine era paradisiaca.
Chiesi a Giulia di alzarsi mentre Vanessa la sostituiva nel pompino, lento, eccitante.
Le abbassai i jeans facendola sedere sul tavolo della cucina.
Spostai le mutandine minimali andando ad affondare la mia faccia tra le sue gambe.
Aveva un buon sapore.
Leccai le grandi labbra con lentezza, salendo verso il clitoride.
Mi ci soffermai.
Vanessa stacc’ la bocca usando la mano, che scivolava velocemente grazie alla saliva.
La mia lingua accellerò il ritmo e lei serrò le gambe intorno alla mia testa mugolando il suo orgasmo che mi bagnò le labbra di umori.
Vanessa si alzò, continuando a segarmi e guardandomi negli occhi sollevò la gonna, girandosi di spalle.
Un sedere sodo apparve ai miei occhi insieme ad una vagina glabra già umida.
Sempre impugnandolo lo guidò verso il suo anfratto.
Spinsi.
Entrai in quel paradiso mentre Giulia, ripresasi dall’orgasmo si inginocchiò di nuovo cercando il clitoride della amica.
Sentivo le sue labbra ogni tanto accarezzarmi i testicoli.
Lo sfilai da Vanessa porgendoglielo per inumidirlo con la sua bocca.
Vi si avvinghiò per qualche istante, emettendo suoni di risucchio.
Tornai a spingerlo dentro Vanessa aumentando il ritmo fin quando non la sentii irrigidirsi e gridare, la sua vulva contrarsi come una mano sul mio glande, la testa rovesciata all’indietro.
Giulia a quel punto mi chiese di sdraiarmi, obbedii.
Vanessa ne approfittò per sedersi sulla mia faccia, con la vagina ancora grondante di umori. La mia lingua iniziò ad esplorarla soffermandosi sul clitoride ma non a lungo, cercando di prolungarne il piacere ma senza farlo esplodere.
Giulia nel frattempo stava succhiando e leccando con maestria, la sua bocca sembrava lava.
Si fermò accovacciandosi e indirizzandolo verso il suo buco, entrò con facilità e iniziò un lento movimento di bacino.
Sentivo Vanessa intanto aumentare i gemiti e io aumentai i passaggi della mia lingua sul clitoride mentre anche il ritmo dei fianchi di Giulia iniziava a sembrare una cavalcata.
Stavo per venire e loro pure.
Gli umori di Vanessa stavano dissetandomi.
La sentii gemere, contorgersi, mugolare.
Sembrò serrarmi la testa, gli occhi ribaltati una mano sul seno abbondante.
Anche Giulia stava arrivando, la sentii gridare, rallentare, cercare di spingerselo più a fondo possibile.
Ma pure io ero lì lì per venire e doveva essersene accorta perché si tolse per impugnarmelo e iniziare a succhiare.
Pure Vanessa la seguì.
Iniziarono un Ping pong passandosi il mio glande da una bocca all’altra masturbandolo fin quando non lo sentirono fremere.
Giulia se lo tolse di bocca accelerando il ritmo della sega fin quando non partirono abbondanti schizzi che finirono in parte sul volto di Vanessa in parte sul mio petto.
Giulia si sollevò, guardandomi negli occhi passo la lingua sul mio petto e poi cercò il volto dell’amica baciandolo.
Finito questo bacio saffico Vanessa sussurrò “mi sa che il caffè è da rifare…”
ridemmo.

Per idee, commenti, chiarimenti scrivere pure a feniced_arabia@hotmail.it
Sarò felice di rispondervi e ascoltarvi.

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