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Marci frequenta la crema della città 2

By 22 Aprile 2020No Comments

“Miei cari amici, che ne dite di andare nella mia villa qui vicino? Posso avere il piacere di invitarvi, magari per bere qualcosa di buono, fumare qualcosa di speciale e sentire un po’ di buona musica?… Sarebbe un bel modo per concludere la serata, siete così belli e allegri… che ne dite? Vi prego, accettate l’invito…”
“Per me va bene, disse subito Nino…  che dici Marci, ci andiamo?… dai non essere la solita… io ho voglia di svagarmi un po’…. vedrai che ci divertiamo…. Andiamo tutti con la Tua splendida Bentley d’antiquariato, Pino?” Non potei rifiutarmi, ero già brilla e poi l’auto era uno spettacolo, color panna, decappottabile e con interni di pelle rosso scuro, un lusso esagerato e un incredibile fascino vintage… da restare incantate. La coppia di amici prese posto davanti, mentre io e Nino ci accomodammo dietro. La testa mi girava, ero ubriaca fradicia, il colpo di grazia me l’aveva dato il Cristal, ce lo eravamo scolato fino all’ultima goccia… roba da lavanda gastrica.
Quasi non mi accorsi della mano di Nino che mi sfiorò prima un seno, provocandomi un brivido, poi passò dietro il mio collo… sentii che mi attirava a sé e percepivo di non avere alcuna forza di reazione, ero come una bambola di pezza nelle sue mani. Mi trovai il suo viso davanti agli occhi, con la bocca semiaperta e profumata. Fu questione di un attimo e solo dopo pochi minuti nell’auto sentii il calore del suo corpo e la sua lingua lambire le mie labbra, per introdursi nella mia bocca… catturando la mia lingua ormai inerte e attorcigliandosi su di essa. Mi baciò così, profondamente e lascivamente, spalancandomi la bocca e mugugnando di soddisfazione, tanto che quel suo bacio lascivo e lussurioso durò alcuni minuti, dopodiché mi lasciò andare e mi infilò la mano sotto il reggiseno, iniziando a carezzare intimamente le mie tette. Fu in quel momento che, sia pur con la vista annebbiata dall’alcool, realizzai che Xenia teneva le gambe spalancate e doveva avere la già corta gonnellina a livello dei fianchi, in quanto le sue cosce erano percorse su e giù dalla mano del guidatore, che si soffermava sicuramente all’incrocio delle gambe in corrispondenza delle mutandine. Benché la intravedessi dal sedile posteriore la sentivo immobile, come a favorire il libidinoso toccamento dell’uomo che dopo alcuni minuti di fervente lavoro di mani sulle sue gambe, con il braccio teso afferrò la testa della donna e la attirò giù sul suo grembo.
Xenia obbedì docilmente ed iniziò a muovere il capo in alto e in basso; pur non vedendo bene, capii che stava spompinando il suo compagno, il quale grugniva rumorosamente ad ogni affondo nella sua bocca. Nino mi spinse la testa in avanti per vedere meglio… e assistetti così alla pompa, che terminò poco dopo quando l’uomo schiacciò la testa di Xenia sul suo cazzo infilandolo sino in fondo alla gola, mentre emettendo una specie di raglio agghiacciante sborrava e riempiva la bocca di lei. Xenia mugolò a bocca colma ma non si mosse se non dopo aver inghiottito tutta la sborra, per poter finalmente aspirare l’aria. Si alzò con il busto e vidi la sua faccia sconvolta, non solo dalla forzata operazione di sesso orale ma anche dalla lussuria dell’atto, che l’aveva evidentemente erotizzata provocandole una sorta di perverso ma intenso piacere. Fare un pompino su una Bentley davanti a degli sconosciuti non è cosa di tutti i giorni… guardando spavalda verso me si asciugò lascivamente la bocca con la mano e rimase di tre quarti a cosce spalancate, senza neppure abbassarsi la gonna del vestitino.
Nino al mio fianco aveva continuato a palpeggiarmi i seni, e poi infilato la mano sotto il mio abitino verde per accarezzare le calze velate e le mollette del reggicalze, salendo poi sulla coscia nuda e affondando le dita nella mia carne soda….
“Marci, Marci… Guarda come sono belli… Ti piace lo spettacolo, vero? ..Lo sai che anche Tu  sei molto eccitante?…Si, sono certo che lo sai, ho capito che anche a Te piace essere ammirata, le conosco le puledre come te…
“Amore… Ti prego… mi imbarazzi…”
“Dai lasciati andare… non tirartela e non fare la schizzinosa, lasciati andare… Ti amo quando diventi una bella manza da monta… Lo so che Ti piace essere desiderata… ma poi vuoi anche essere chiavata…. e allora il cazzo non Ti basta mai, ne vuoi ancora e ancora… davanti e dietro…in bocca e tra le tette….  dimmi, Amore…vuoi godere? “
Così dicendo affondava la mano in mezzo alle mie mutandine nere, stropicciandole e massaggiandole fin sotto la figa. Mi volle anche baciare ancora in modo estremamente profondo…mentre mi sentivo preda di una specie di bestia bramosa del mio sesso, mi rivoltava lo stomaco essere violata in bocca e tra le cosce in modo così irruento… davanti a degli sconosciuti… ma non mi ribellai, qualcosa me lo impedì, forse si era aperta una porta nel mio cervello dove, senza saperlo, conservavo desideri perversi di sottomissione e di stupro, voglie segrete che ora governavano la mia mente e mi costringevano a subire l’insulto sessuale e la depravazione, tanto più umilianti quanto più fonte di godimenti proibiti, piaceri vergognosi e inconfessabili, mai provati prima.
Dopo la plateale slinguata, Nino non si fermò e per la fregola di avermi così figa ed eccitante, nonché ubriaca, volle prendersi tutto il piacere possibile. Ignorando il resto della compagnia mi afferrò per i fianchi e mi mise sopra di lui, approfittando dell’abbondante spazio disponibile in quella portaerei di auto. Mi tirò su tutto il vestito e mi fece aprire le gambe, creando così un accesso completo alle mie intimità, immerse le sue mani tra le mie cosce, mi slacciò il reggicalze e scostò le mutande, sbavando e strusciandole sulla carne nuda e bianca sopra il bordo delle calze, carezzando persino le mollette del reggicalze che evidentemente lo stimolavano eroticamente. Poi portò la sua bocca alla mia e con il cazzo e le mani cercò gli odori e l’umidità che a questo punto di erotizzazione la mia figa stava producendo abbondantemente e spontaneamente … Ruggì di voglia ed eccitazione e con movimento rapido tirò giù i pantaloni e sfoderò un cazzo in tiro di notevole dimensione.
“Senti che bel cazzo, Marci… ti piace?… è più grande di quello del tuo ex?… vero?
“Si, Amore…
“Ed è più grande e nodoso…vero?” ‘
“Ed è un cazzo che Ti piace e Ti fa godere molto, vero?… d’altronde lo hai già provato ed io te lo farò provare spessissimo”
Così dicendo e lo ficcò nella figa già allagata di umori, come fosse un coltello nel burro…Iniziando una lenta monta accompagnata da palpeggiamenti sulle gambe… volle anche denudarmi le tette che lappò e succhiò avidamente. Non mancò di completare l’accoppiamento con un altro lungo bacio in bocca, chiudendo il cerchio di bocca, tette e figa, le tre cose che gli uomini pretendono dalle puttane da strada come io mi sentivo.
La chiavata di Nino non fu lunghissima, ma io la vissi allora come l’esperienza erotica più sconvolgente della mia vita…..non mi sembrava una cosa reale ma un sogno lussurioso, la fantasia notturna di una ragazzina che sta scoprendo il sesso e i suoi piaceri, compresi quelli perversi come scopare in auto posseduta da un uomo anziano, elegante e lascivo, alla presenza di sconosciuti altrettanto libertini, e stavo godendo intensamente….il cazzo era abbastanza duro e mi riempiva completamente, i colpi che Nino mi assestava mi facevano traballare su e giù come una marionetta, tutto il mio corpo era impegnato nella monta a cui ero sottoposta. Tutto ciò arrivò ad un culmine che non seppi reggere ulteriormente… pur vergognandomi intimamente, godetti per molte volte consecutive di furiosi e devastanti orgasmi, i più lunghi ed intensi che fino a quel momento avessi mai provato. Tremai, mi contorsi, gemetti, urlai persino, fino quasi a perdere la ragione… ero confusa, stremata, sconquassata, incredula……ma una cosa mi terrorizzò… provavo una sorta di felicità e di appagamento sessuale che proveniva non dalla parte razionale del mio cervello, ma dalla parte incontrollabile, più emotiva, quella che governa le sensazioni, il piacere, l’erotismo, la parte del cervello più selvaggia e primordiale, che di solito si considera prevalente negli animali, nelle bestie. Era così che si sentiva una vera troia? In quel momento pensai di si.
Il mio uomo assistette ai miei godimenti con una luce di gioia maschilista negli occhi, poi volle dare libero sfogo alle sue insane voglie, desiderò riempire col suo seme la giovane, bella femmina che gli era capitata tra le zampe, per affermare la sua supremazia di maschio….con un grido da animale ferito schizzò contro il mio utero tutto il liquido seminale contenuto nei suoi grossi e penduli coglioni….ne sentii il calore ed avvertii le contrazioni del cazzo, che nel momento in cui fiottò i suoi getti, divenne più duro e rimase piantato come una bandiera vittoriosa dentro la mia vagina allagata……domata.
Xenia intanto non era rimasta ferma, mi accorsi che aveva assistito alla monta mettendosi in ginocchio sul sedile anteriore, girata verso di me e allungando la mano carezzandomi fianchi e capelli. Pino invece, sempre fermo nel parcheggio deserto e si era spostato dietro la sua donna e annegato il viso dentro il suo culo e figa. Potevo sentire lo sbaciucchiamento, i risucchi e i gemiti che emetteva mentre si stava godendo le intimità di lei con labbra e lingua. Alla fine, le intense lappate alla sua figa eccitata vinsero la resistenza di Xenia, che fu travolta da un lunghissimo orgasmo liberatorio. La sentii sussultare mentre aderendo allo schienale dell’auto si aggrappava alle mie spalle… deformata e sconvolta, come sorpresa dalla incredibile potenza dell’orgasmo, per di più goduto in una situazione così eccitante ed erotica.
Ci fu un lungo silenzio… e dopo qualche tempo fu Nino a riprendere il filo….  “Ragazze, in qualità di medico vi devo dire che vi trovo un po’ malconce, forse sarà stato per il cibo… o magari per il vino abbondante… ecco, prendete queste pastiglie, sono ottime per contrastare i postumi di una esagerata libagione. Vedrete che in una mezz’ora faranno effetto e tornerete in forma, è un peccato rovinarsi la serata per questo”. Ubriache come eravamo e sottosopra per l’accaduto, ingurgitammo due diverse pastiglie a testa, senza pensarci troppo, dopodiché Pino partì per la villa, mentre io mi aggrappavo sempre più forte al mio dottore con cui avevo fatto per la prima volta sesso in pubblico.

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