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Per il mio padrone

By 22 Ottobre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Faccio un bagno caldo, spalmo sulla mia pelle creme profumate, mi sistemo i capelli, mi trucco di nero, bustino, tacchi altissimi culotte ed autoreggenti.
Tu mi aspetti, vestito di tutto punto, mi dici che sono bellissima, ma che manca il tocco finale, il mio guinzaglio. Ora come una cagna sono al Tuo guinzaglio!
Mi conduci in una stanza piena di orpelli e ti fermi in mezzo alla stanza e io mi inginocchio davanti a Te, seduta sulle gambe e con le mani sulle ginocchia.
Mi ordini di toccarmi, ma senza mai venire, altrimenti mi avresti punita seduta stante.
Mi tocco e i sento i miei umori, mi sento calda, vogliosa e cerco di resistere alla voglia di venire, ma alla lunga diventa difficile resistere al desiderio di darmi piacere.
Il Tuo sguardo è irritato, me ne accorgo, non vuoi che io venga, vuoi solo che io soffra; ogni tanto tiri il collare e mi fai avvicinare a te per toccarmi i capezzoli,sai che mi eccita più di ogni altra cosa, mi vedi tremare dal desiderio e dalla voglia ma non mi dai il permesso di soddisfarmi, e io resto in attesa del Tuo ordine, continuando a toccarmi incessantemente. Ormai sono al limite, te ne accorgi, senti i miei respiri affannati.
Mi fai un cenno con la mano, e senza parlare so già che devo smettere di toccarmi.
Ti allontani da me tenendo il guinzaglio fra le mani, e ti siedi poco distante da me, su una poltrona dorata, io gattono verso di te, mi inginocchio nuovamente davanti a Te che avevi già i pantaloni sbottonati e agilmente te lo prendo in bocca, senza mai toccare il cazzo con le mani, non mi è permesso, comincio a leccarlo e a baciarlo, lo succhio e lo ingoio, mi prendi i capelli fra le dita e li arrotoli fino ad avere la tua mano sulla mia testa. Afferri forte e mi spingi tutto il cazzo in bocca, lo tieni così per qualche secondo, quasi a volermi soffocare. Continuando così ti faccio raggiungere il piacere, ingoio il Tuo sperma caldo e dolce e poi ritorno inginocchiata nella mia posizione.
Mi accarezzi i capelli, il viso con dolcezza, come fa un Padrone con la sua cagna addestrata per bene.
Mi ordini nuovamente di toccarmi e stavolta non resisto, dopo pochissimo vengo.
I miei umori colano fra le cosce, il calore mi invade, le gambe mi tremano, il cuore mi va a mille, sto godendo come una cagna, come una troia, come la Tua troia. Cerco di stare in silenzio, non voglio scatenare le tue ire, ma qualche gemito mi tradisce…
Adesso ho paura, ti ho disobbedito, Te ne sei accorto e adesso so che mi punirai.
Afferri la frusta, cominci a frustarmi e mi chiedi chi sono, “la _Tua schiava, Padrone, la Tua troia che vuole darti piacere, Padrone”. Mi fai mettere a novanta, mi spingi con la faccia per terra, mi leghi le braccia dietro la schiena, cominci a colpirmi il culo con la mano aperta, una, due, cinque, dieci volte. Resti per un po’ a guardarlo, poi mi penetri, prima dolcemente, poi con violenza. Urlo, mi dimeno dal dolore. Vengo senza sosta e tu non riesci a controllarti, non riesci a fermarti, hai il mio culo fra le mani e il tuo cazzo fra la mia carne, mi violenti, come non hai mai fatto, fino a quando il Tuo orgasmo non mi riempie. Mi sleghi, mi tremano le gambe, mi baci con violenza per farmi ricordare che sono tua. Mi prendi in braccio, mi tiri a te, mi prendi i polsi viola e ti rendi conto di aver stretto troppo, li baci, io voglio parlare, sai già che voglio dirti, mi fai il gesto di stare zitta, vuoi solo restare in silenzio tenendomi abbracciata…

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