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“Ma che cazz….” sono ferma allo stop e sento una botta alla mia macchina.

Guardo lo specchietto e vedo un suv appoggiato alla mia auto.

Scendo incazzata nera.

“Ma sei cieco?” Dico all’autista. “Non mi hai vista?”

Dal suv scende un uomo che cerca di scusarsi.

“Signora mi scusi ero al telefono…”

“Mi scusi un cazzo!” Gli dico in malo modo.

Non stavo passando un bel periodo della mia vita e quell’incidente è come la goccia che fa traboccare il vaso. Dovevo sfogarmi con qualcuno e quel poveretto si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

“Guarda che cazzo hai combinato! Sei un deficiente!”

“Signora si calmi. Mi sono appena appoggiato.”

“Si calmi un cazzo! Chissà quanti danni mi hai fatto!” gli grido contro.

“Signora il mio amico non l’ha fatto apposta.” Dice il passeggero che era accanto a lui che nel frattempo era sceso dall’auto anche lui. “Non si è fatto male nessuno e le auto si sistemano.”

“La fate facile voi, il vostro macchinone ha due graffi mentre la mia auto guardate come è ridotta.” Non era messa male ma li per li ne stavo facendo una tragedia. “Siete proprio due rincoglioniti.” 

“Signora, qui poco distante un mio amico ha una carrozzeria, facciamo un salto e vediamo cosa dice lui. Così evitiamo di mettere in mezzo le assicurazioni. Si metta in auto e ci segua.”

Sto ancora bollendo di rabbia ma riesco comunque a risalire in auto e a seguire quel macchinone.

Il carrozziere effettivamente dista poco dal luogo dell’incidente.

Il passeggero scende dall’auto e apre il portone del capannone, invitandomi ad entrare con l’auto.

Una volta dentro richiudono alle mie spalle il portone.

All’interno non sembra proprio una carrozzeria.

Scendo per chiedere spiegazioni.

“Ma che cazzo di posto è questo???”

L’autista del suv mi viene incontro e mi molla uno schiaffo.

“Ma che cazz….” Secondo schiaffo.

Mi porto entrambe le mani al viso.

“Ci hai rotto il cazzo prima! Non ci si comporta così! Ti ho chiesto scusa e tu hai continuato ad insultarci! Ora ti insegnamo un po’ di educazione.”

Oh cazzo, mi sono messa proprio in una brutta situazione.

Provo a scappare verso la porta ma è chiusa a chiave. Sono in trappola.

Il secondo uomo mi afferra da dietro e mi riporta al centro della stanza.

Cerco di divincolarmi ma la sua presa è troppo forte.

Sento le sue mani sul mio corpo, mentre una mi stringe il seno, l’altra scende in mezzo alle gambe, in cerca del mio sesso.

Mi rendo conto che sto per essere violentata.

Il primo uomo si togli i pantaloni e si avvicina con il suo membro già in erezione.

“Tanto per iniziare troia mi succhi l’uccello. Mettici impegno altrimenti…”

L’uomo che mi tiene ferma allenta la presa e mi spinge verso il pavimento.

Mi fa inginocchiare, fino a ritrovarmi il cazzo dell’uomo davanti al viso.

“Mi fate schifo, non lo farò mai!” Dico cercando di opporre resistenza.

Arriva uno schiaffo.

“No!” Ribadisco.

Altro schiaffo.

“Possiamo andare avanti all’infinito se preferisci.” Mi dice l’uomo.

Mi tocco la mascella dolorante.

Capisco che da quella situazione non c’è via d’uscita.

Avvicino la bocca al cazzo dell’uomo e inizio a fargli un pompino, magari me la posso cavare solo con quello.

“Brava puttana, vedi che se vuoi…”

Il secondo uomo che ancora mi teneva per le spalle mi lascia andare solo per togliersi i pantaloni anche lui.

Si avvicina e mi porge il suo cazzo.

Mi alterno a spompinare i due cazzi, ci metto il massimo impegno sperando così di farli venire il prima possibile e terminare così quest’incubo.

Quando penso di essere a buon punto…

“Fermati cagna, non vorrai cavartela con così poco.”

“Alzati e spogliati!” Mi viene ordinato.

Decido di assecondare i due delinquenti per non finire in guai peggiori.

“Togli tutto!” Mi sento dire quando mi fermo restando in slip e reggiseno.

Tolgo anche quelli, restando completamente nuda di fronte a loro.

“Mmmmm guarda che tette da vacca che si ritrova la nostra puttana.” Dice uno dei due mollando una serie di schiaffi ai miei seni per poi afferrarli e strizzarli. Avvicina un capezzolo alla sua bocca e gli da un morso.

Non posso non trattenere un “Ahia”.

“Zitta troia!” Mi ordina.

Mi afferra la testa e me la abbassa per farmi prendere in bocca nuovamente il suo cazzo.

In quella posizione, piegata a novanta gradi, sono facile preda dell’altro uomo.

Mi allarga le gambe e sento il suo cazzo che cerca di farsi strada tra di loro.

“No, li no.” Dico cercando di opporre l’ultima inutile resistenza.

Lo sento afferrarmi saldamente i fianchi e spingere il suo cazzo dentro la mia figa.

“Cazzo! E’ entrato senza problemi.” Lo sento dire. “A questa troia in fondo sembra piacere il trattamento.” Aggiunge.

Ed inizia subito a sbattermi in maniera selvaggia.

In effetti tutta la situazione non mi lascia indifferente, mi ritrovo allo stesso tempo spaventata ed eccitata. E ad ogni spinta del suo cazzo dentro di me il piacere aumenta.

Trattengo i gemiti per quanto posso, per non dar loro soddisfazione, aiutata dal cazzo dell’altro uomo che mi sta ancora riempiendo la bocca.

Dopo qualche minuto si cambiano di posizione, ora tocca all’autista sfondarmi il sesso. Lo sento ancora più cattivo dell’altro dentro di me. Sento il suo cazzo penetrarmi in tutta la lunghezza. Ad ogni affondo il piacere aumenta. Anche se il mio cervello sa che mi stanno violentando, il mio corpo invece sta godendo. Non riesco più a trattenermi ed accompagno l’orgasmo che sta montando dentro di me con delle grida di piacere.

“Ma senti la puttana come gode.” Dicono. “Ti piace essere scopata come una cagna?”

Non rispondo.

Uno schiaffo.

“Ti piace?”

Non rispondo

Altro schiaffo.

“Rispondi cagna!”

“Si mi piace.” Dico più per assecondarli che per sincerità.

“Ti piace cosa?”

“Mi piace essere scopata.”

“Scopata come…” mi suggerisce

“Mi piace essere scopata come una cagna.”

“Brava la nostra troia.”

“Mettiti giù che adesso ti scopiamo veramente come una cagna.”

Mi fanno mettere a quattro zampe e mentre l’altro mi scopa, vedo il secondo che va alla mia auto e prende la mia borsa. Ci fruga dentro finchè non trova il mio telefono. Inizia a scattarmi delle foto in quella posizione mentre il suo amico continua a scoparmi.

“Ma che cazzo fai?” Gli dico.

“Ti vogliamo più collaborativa. Quindi da brava puttana ora ti farai fare tutto quello che vogliamo o queste foto arrivano a tutti i tuoi contatti sul telefono. Capito?”

“Si, ho capito.”

“Brava! Ora vieni qui e scopati con il mio cazzo.”

Mi dice il tipo sdraiandosi a terra.

Gattono a quattro zampe verso di lui e quando gli sono sopra lascio scivolare il suo cazzo dentro la mia figa. Inizio a muovermi su e giù, gustandomi quel palo di carne che si infila nel mio corpo.

L’altro uomo si avvicina, mi mette una mano sulla schiena per spingermi avanti.

Capisco le sue intenzioni.

“No, nel culo no!”

“Zitta troia, ti ho detto di essere collaborativa.” Mi dice quello che mi sta sotto. “Devi imparare ad essere gentile con le persone. Chiedi gentilmente al mio amico che ti scopi il culo.” Mostrandomi il mio telefono per ricordarmi delle foto fatte qualche minuto prima.

Mando giù il rospo e dico: “Per favore, mettimelo nel culo.”

“Wow, che puttana educata! Ti accontento subito.” Mi risponde.

Sento la sua cappella appoggiarsi al mio ano e con una spinta secca entrarci. Lo sento farsi largo dentro al mio intestino mentre l’altro cazzo è ancora dentro la mia figa.

“Dai cagna, scopati da sola con i nostri cazzi.”

Inizio a muovermi avanti ed indietro. Sento i loro cazzi scivolare dentro al mio corpo. Non capisco perchè ma sto godendo. Aumento il ritmo fino a quando non riesco a raggiungere l’orgasmo.

“Sempre più troia la signora! Guarda come le piace scoparsi due cazzi assieme.”

Mi girano sotto sopra per invertirsi i miei buchi. Il cazzo che prima avevo in figa ora me lo ritrovo nel culo e viceversa. Messa così non posso scoparli io e allora mi scopano loro. Spingono con cattiveria, quasi volessero aprirmi in due. E anche stavolta non posso sfuggire all’orgasmo che mi raggiunge in mezzo alle mia grida di piacere.

“Dai troia urla! Facci sentire quanto ti piace”.

E mi ritrovo a dire parole che non pensavo poter dire in tale situazione.

“Si dai scopatemi ancora! Scopatemi come una cagna! Sono la vostro puttana!”

“Ma sentila!”

“Sono una troia maleducata. Merito di essere trattata così!”

“Hai ragione puttana!”

Le mie parole non fanno che rinvigorire le forze dei miei due sequestratori.

Ne segue un’altra ora di scopata selvaggia dove mi ritrovo a venire altre volte.

 

Alla fine ci ritroviamo tutti e tre distesi sul pavimento sfiniti da quasi due ore di sesso violento e sfrenato. Non avrei mai pensato di poter godere così tanto in quella situazione.

 

Mi avvicino ad uno dei due uomini e lo bacio.

“Stefano, siete stati grandi. La vostra messinscena è stata bellissima. Hai realizzato una delle mie fantasie.”

“Cosa non si fa per rendere felice la propria moglie.” Mi risponde mio marito. “Ti presento Luca, l’ho conosciuto in piscina qualche mese fa e mi sembrava il tipo giusto per questa cosa.”

“Piacere Luca, grazie per aver dato una mano a mio marito in questa cosa.”

“Il ‘PIACERE’ è stato tutto mio…” Mi dice sorridendo.

Guardo mio marito e gli dico: “Amore, come te la cavi con l’accento slavo? Sai che ho una fantasia con i muratori dell’est europa…” Gli dico con un sorriso malizioso…

“Mi eserciterò con la pronuncia.” Mi risponde baciandomi.

 

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