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Riassunto dei capitoli precedenti:

Stefano raggiunge la sua vecchia amica Federica per la sua laurea, conosce le sue due sorelle: Letizia, la maggiore, 27 anni, Rebecca, diciannovenne.
Rebecca è giovane e ingenua, inesperta. Ma curiosa ed aperta verso il mondo del sesso: si masturba volentieri, magari spiando le sorelle, non importa se ci sia Stefano lì presente ad osservare con lei.
Letizia, ben più matura ed esperta, sa come stregare. L’abbiamo vista sensualmente eccitarsi con le mutandine di sua sorella Federica ed indossarle, prima del pranzo di laurea.
E proprio durante il pranzo che tenterà l’ignaro Stefano, nei bagni del ristorante, per poi regalargli, soddisfatta, quelle mutandine.
Cosa deve succedere ancora? La festa di laurea non è ancora arrivata…

Federica ci raggiunse da lì a poco, sorridente come sempre, con indosso una tuta grigia, una maglietta bianca, pantofole. Questo non la rendeva meno bella del solito.

Io e Rebecca eravamo ancora seduti ai nostri posti, io a nascondere un malcelato imbarazzo, dopo la piccola avventura tra noi. Lei, d’altro canto, sembrava tranquilla come se nulla fosse successo.

– Tutto bene Ste? – chiese Federica, notandomi forse assente. Mi ripresi e la guardai, la domanda non esigeva davvero una risposta. – Dai che ci facciamo un caffè, tra non molto dovrebbero arrivare Letizia e Marco. Mi ha scritto poco fa, dice anche di avere una sorpresa! –

Rebecca sembrò entusiasta alla notizia.

Cavolo. Pensai. Ci manca solo Letizia con il suo ragazzo ora, a rendere tutto più imbarazzante.

– Oh bene – intervenni per smorzare la tensione che stavo accumulando – Da dove arriva il ragazzo di Letizia? – aggiunsi, provando a nascondere un vero interesse sulla questione.

Federica esplose in una risata – Ragazzo? Si vede che non conosci Letizia. Marco è nostro cugino, non poteva assentarsi da lavoro prima, ci raggiunge ora, per la festa – spiegò. Poi, dopo un attimo di silenzio, indagatrice continuò – Non sarà mica che ti piace mia sorella, eh? –

– Hahaha ma no… era per parlare – risposi, l’imbarazzo doveva essere evidente sul mio volto. Rebecca ne era divertita, Federica anche.

Tuttavia l’argomento non andò molto avanti. Federica si apprestò a preparare il caffè, lo bevemmo tra una chiacchiera e l’altra. Non potei però fare a meno di continuare a lanciare sguardi sul suo corpo, provando ad immaginare ancora le splendide forme nude che i miei occhi le avevano rubato poco prima.

Passò oltre mezz’ora prima che il citofono della porta ci distogliesse improvvisamente dalle chiacchiere.

Rebecca si alzò per aprire la porta, rimanendo in attesa sull’uscio. Di lì a poco la sentimmo emettere un piccolo urlo di gioia. Ci alzammo anche noi verso la porta.

Rebecca era avvinghiata ad una terza persona, esuberante di gioia, mentre Letizia e Marco si apprestavano ad entrare in casa. Letizia fu la prima ad entrare, diede un bacio sulla guancia alla sorella, poi rivolta a me – Ciao Stefano – un sorriso e un occhiolino che aveva molto da dire, chiusero la faccenda, si diresse verso la cucina.

Seguì Marco. Dopo aver salutato affettuosamente la cugina Federica, mi porse la mano.
– Piacere, Marco! –
– Piacere Stefano – risposi. La prima cosa che pensai, guardandolo, è che non doveva essere molto sveglio. Aveva un’aria assorta nel nulla, sguardo poco vispo. Ma aveva i lineamenti dolci, gentili, e un fisico in forma.
Rebecca aveva finito di esultare di gioia per l’inaspettata sorpresa: una ragazza.
Anche Federica era contenta di vederla, si abbracciarono, baci, sorrisi.
– Vieni, entra! Che sorpresa averti qui! Non avevi un esame a brevissimo? –
– Si, ma fanculo. Non ci vediamo da troppo. Preferisco non perdermi la tua festa e darlo alla prossima sessione – rispose la nuova arrivata
– Lui è Stefano, un mio amico – mi presentò Federica

La nuova arrivata mi tese la mano, un timido sorriso sulla bocca, i suoi occhi azzurri sui miei. Era alta, snella, dall’aria elegante. Bella, come le sue cugine.
– Piacere io sono Beatrice –

Qualche minuto dopo eravamo tutti in salotto, a bere un altro caffè. Le sorelle raccontavano la mattinata ai cugini. Io un po’ in disparte ascoltavo, sorridevo.
La mia attenzione era sulla nuova arrivata. Beatrice aveva 22 anni, cugina intima delle tre sorelle, in particolare Rebecca. Dalla simile età e dalla loro forte complicità, capii che dovevano aver condiviso molta della loro infanzia, insieme. Aveva i capelli biondi, portati alla spalla, labbra sottili, non portava un filo di trucco, notai. Nemmeno ne aveva bisogno, notai ancora.
Dai vestiti potevo intravedere un seno piccolo, che sembrava ben fatto. La conferma mi arrivò appena mi resi conto che non portava alcun reggiseno. Il pensiero mi turbò leggermente.
Nulla in confronto, però, alle sue gambe. La naturale altezza, aiutata dai tacchi alti che indossava, donavano alla giovane ragazza due meravigliose gambe, da modella.

Le chiacchiere durarono ancora a lungo, piacevoli. Federica aveva cominciato a consultarsi con Letizia, sul look da indossare la sera stessa, alla festa. Rebecca e Beatrice parlavano, si aggiornavano, ridevano, come se non si vedessero da anni. Marco, abbastanza silenzioso, rispondeva alle mie sporadiche domande, per far conversazione. Le risposte sembravano uscire dalla bocca di un adolescente, invece che di un ragazzo alla soglia dei trent’anni qual era.
`La prima impressione su di lui non era poi troppo sbagliata` pensai, annoiato.

Federica finalmente prese in mano la situazione.
– Su ragazze, sarà il caso di cominciare a prepararsi. Dobbiamo farci fighe per stasera – scherzò – Letizia, vieni a cambiarti con me? Così mi aiuti anche a sistemare i capelli. –
La sorella acconsentì, e insieme andarono verso la camera di Federica.

– Meglio che cominciamo a prepararci anche noi – disse Rebecca, rivolta alla cugina, tra una risata e l’altra che noi altri non potevamo comprendere.
Le due, si diressero verso la camera della coinquilina di Federica, assente, lanciandomi diversi sguardi divertiti.
`Oh cazzo, spero non le stia raccontando tutto` pensai, rassegnato.

Seguì un lungo calvario al bagno, le quattro donne si alternavano abilmente, io attendevo impaziente, immaginavo di entrare in camera di Federica e Letizia, o riprendere la complicità con Rebecca e conoscere la cugina Beatrice.
Marco dopotutto non era di aiuto. Seduto sul divano, guardava la tv, non era di alcuna compagnia.
Io, sulla sedia, lanciavo occhiate alle camere delle ragazze, nella speranza di osservare almeno una striscia di carne, non ancora sazio di quella vista e avuta nella giornata.
Tutt’altro, gli eventi, così particolari ed eccitanti, non facevano che accrescere il mio desiderio.

La voce di Federica che apriva la porta e mi chiamava mi distolse da quei pensieri.
– Ste vieni un po’, ho bisogno di un parere maschile –
Mi fiondai verso di lei.

Federica era sulla porta, rientrò vedendomi avvicinare. Letizia era seduta sul letto, appoggiata sulle braccia, all’indietro.
– Che dici? Ti piace? Letizia dice che non è il massimo per una serata in discoteca – sorrise, come sempre.
Indossava un abito bianco, merlettato, quasi estivo. Altezza sopra al ginocchio, incredibilmente casto sul petto. Un paio di stivali texani marroni sotto al ginocchio.
Non il classico vestito che ci si aspetta da una ragazza in discoteca. Ma poteva permettersi un vestito controcorrente, in quel giorno e con il suo modo di fare.
– Sei molto bella Fede! Certo, ho capito cosa intende Letizia, ma stai bene davvero… io ci proverei insomma mentre balliamo – scherzai
– Dai stupido – rise, leggermente imbarazzata – Va bene, allora aggiudicato. Forse gelerò un po’ senza calze… mi scalderà l’alcol, per una notte – poi incamminandosi verso il bagno – Vado a prendere la piastra, Leti, arrivo –

Federica era uscita, feci per incamminarmi anche io di nuovo verso il salotto.
Ma una voce flebile mi fermò.
– Beh, non mi dici come sto io invece? –

Mi girai verso Letizia. Inndossava una camicetta bianca, aperta sul davanti. Il suo seno piccolo, messo in risalto dal reggiseno nero, che fuoriusciva leggermente, per poi nascondersi in un vedo non vedo dietro la camicetta semitrasparente. Più in basso, una corta gonnelina a pieghe nera, un paio di stivaletti anch’essi neri e delle calze sottili mettevano in risalto le sue gambe piccole ma ben fatte. Decisamente da capogiro.
E mentre finivo di posare il mio sguardo su di lei, vidi le sue gambe che si aprivano spudoratamente, mostrando il suo interno coscia e infine il tesoro tra le sue gambe.
Dalle sottili calze notai che non aveva indossato le mutandine. Le avevo io dopotutto, nella giacca. Avrebbe potuto prenderne altre. Ma doveva aver deciso diversamente, per quella sera.

Ebbi solo il tempo di sciogliermi a quella visione, senza dire nulla, che sentii Federica riavvicinarsi. Lanciai uno sguardo a Letizia che comprese, chiudendo le gambe divertita, mentre prendevo nuovamente la direzione della porta.
Incrociai Federica sull’uscio, mi oltrepasso e chiudendo la porta chiosò:
– Dai vedete di non annoiarvi troppo nel frattempo, cerchiamo di non metterci ancora molto –

Fuori dalla porta, cercai di riprendere un attimo il controllo sul mio corpo. Respirai profondamente. Avevo cominciato ad eccitarmi, dalla rapida visione offertami da Letizia.

Ma, ancora una volta, mi rassegnai al fatto che quella non poteva essere una giornata di pace.

La porta poco più avanti si aprì, Rebecca si affacciò, facendomi segno di entrare rapidamente.
Sgranai gli occhi, scuotendo la testa. Provai a farle capire che non mi sembrava il caso, qualunque cosa avesse in mente.
Non disse null’altro, si limitò a spostarsi dalla porta, offrendomi alla vista la cugina, seduta sul letto, seminuda. Mi sorrisero, divertite, entrambe.

`Al diavolo` pensai per l’ennesima volta quel giorno, entrando nella stanza, con un tuffo al cuore da quella ennesima visione.

Rebecca chiuse la porta alle sue spalle. Almeno lei, era vestita. Seppur con dei pantaloni attillatissimi che mettevano in risalto le sue giovani gambe. Era la prima volta che avevo modo di apprezzare davvero le sue forme.
Ma la mia attenzione in quel frangente era catturata da Beatrice. Seduta sul letto, completamente nuda, se non per le mutandine bianche.
Il suo corpo era meraviglioso, fresco, il suo seno piccolo, ben fatto, dai capezzoli piccoli e chiari.
– Vieni, abbiamo bisogno anche noi di qualche consiglio – disse alzandosi e dirigendosi verso la sedia, sui cui era posato un vestitino.

La vidi incamminarsi mezza nuda. Da dietro percorsi tutte le sue gambe, dalla caviglia, al posteriore. Mi sembrò volerci delle ore. Infine il mio sguardo arrivò sul suo culo. Quelle che mi erano sembrate mutandine si rivelarono in un perizoma, sottilissimo, che spariva tra le natiche. Il culetto, alto e perfetto, rendeva giustizia a quell’intero corpo di seduzione.
Senza voltarsi, indossò il vestitino, senza reggiseno. Doveva portare tutto così abitualmente, pensai.

– Sei bellissima Bea – disse Rebecca, visibilmente estasiata quanto me alla visione della cugina – Tu che ne pensi? – disse rivolgendosi a me
– S-si, stai benissimo davvero. Sei molto bella –
Beatrice sorrise, ma non sembrava soddisfatta. Aveva l’aria più di volersi divertire che cercare davvero un mio consiglio.
– Non so, proviamo anche l’alternativa – fece per spogliarsi, in poco tempo era nuovamente con indosso il solo perizoma.

Alla vista della ragazza spogliarsi sotto i miei occhi, la mia eccitazione crebbe nuovamente. Sentii il mio pene inturgidirsi sotto i pantaloni, mentre il mio sguardo percorreva e cominciava a sognare su quel corpo. Rebecca, di fianco a me non sembrava da meno, estasiata ma allo stesso tempo divertita per avermi sottoposto a quel gioco.

– Il perizoma bianco con quel gonnellino non è il massimo però – anticipo Rebecca, prima che la cugina potesse indossare il nuovo capo
– Hai ragione – replicò Beatrice. E senza tentennare sfilò anche quell’ultimo pezzo di tessuto che le copriva l’inguine.

Avevo davanti una visione pazzesca. La ragazza era lì nuda a poco più di un metro da me. Potevo vedere ora la sua figa completamente depilata, bellissima perfetta, che faceva capolino da quelle ancor più splendide cosce.
Si girò, verso la valigia, chinandosi a raccogliere un nuovo paio di mutandine, mostrandomi a quel movimento tutta la bellezza del suo sesso.
A quel gesto non ebbi più dubbi che fosse un gioco, di provocazione, messo in atto dalle due ragazze.
Un gioco che tuttavia mi stava piacendo. Mi stava eccitando. Il rigonfiamento dei miei pantaloni doveva essere evidente.

Beatrice indossò il nuovo perizoma. Viola, minuscolo. Poi indossò un gonnellino scuro, cortissimo. Infine un top bianco, che le lasciava scoperta la pancia.

– Questo credo vada meglio, che dite? – disse voltandosi verso di noi
– Si Bea sei una strafiga – rispose prontamente Rebecca
– …si confermo, non passerai inosservata – commentai anche io, ancora estasiato dal suo corpo nudo impresso nella mia mente

– Beh, grazie allora – mi sorrise, poi abbasso lo sguardo verso i miei pantaloni – Vedo che non stai mentendo… – sorrise

Sorrisi, non sapendo bene cosa dire.

– Possiamo vederlo? – aggiunse dopo un secondo di esitazione, poi rapidamente – …anzi posso, visto che Rebecca lo ha conosciuto poco fa – sorrise con una linguaccia rivolta a me e poi alla cugina.

– Ci sono altre tre persone in casa… – provai a ribattere, ma Beatrice si era incamminata verso di me inchinandosi e cominciando ad armeggiare con i miei pantaloni.
A quel punto non stavo capendo davvero nulla. Completamente alla mercé della libidine, Il senso del rischio di essere scoperti, annullato.
Pochi secondi dopo Beatrice aveva liberato il mio cazzo rigido dai pantaloni. Poi aveva abbassato leggermente gli slip. Trovando finalmente uno spazio di sfogo, l’eccitazione lo fece balzare fuori, di scatto, rigido.

– Wow complimenti! Si merita un bacino – e lo fece. Le sue labbra si posarono sulla punta del mio pene, regalandomi un intenso e breve picco di piacere, che sottolineai ansimando.

La mia mente a quel punto stava desiderando che andasse oltre, che la sua bocca avvolgesse tutto il mio sesso nel regalarmi uno splendido e liberatorio pompino. Sentire la sua bocca calda, conoscere la sua lingua. In quell’istante mi abbandonai all’idea di leccare la sua figa, il suo culetto.
Ma non avvenne. Beatrice si rialzò, rivolgendosi alla cugina.
– Su, ora tocca a te! – si fece indietro, come a lasciare il posto a Rebecca.

Rebecca tentennò. Ancora una volta ebbi conferma della sua poca, se non nulla, esperienza. Ma la curiosità ebbe la meglio, nuovamente.
Prese il posto della cugina, abbassandosi ai miei piedi. Guardò da vicino il mio pene eretto. Lo afferrò decisa in una mano, avvicinando le sue labbra alla mia cappella. Diede un bacio, impacciato. Non contenta, estrasse leggermente la lingua, leccando delicatamente il mio frenulo. Mi sentì sussultare e divertita si ritirò, alzandosi.

– Forse è il caso che tu vada ora… peccato – Rebecca mi fece cenno, la situazione questa volta stava diventando rischiosa anche per lei.
– Certo, direi di si… – infilai a fatica il mio pene eretto negli slip, poi nei pantaloni. Dolorosamente costretto in quella gabbia da cui poco prima era stato liberato.
Salutai le ragazze, che mi sorrisero di rimando. Chiusi la porta, non sapendo bene dove andare. La mia erezione era fin troppo evidente, ora.
Pensai di andare in bagno, aa vidi che era occupato. Non potevo restare lì, tra le due camere. Rassegnato, mi diressi verso il salotto, cercando di nascondere il più possibile la mia eccitazione.

Fortunatamente Marco, impassibile come lo avevo lasciato, non mi degnò di uno sguardo al mio ritorno e potei sedermi nuovamente al mio posto.

`Spero la festa sia all’altezza di questa giornata` pensai.

Da lì a poco le quattro donne si riversarono in salotto, in tiro, una più bella ed eccitante dell’altra.
Pronte per quella serata che non avremmo più dimenticato.

Un grazie a B. Grandissima fan, musa e consigliera di questa serie!

Ti è piaciuto il racconto? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi! Scrivimi pure a ser.lancilot@mail.com

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