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Ay inizia a scopare la gola di Jay, spingendole il cazzo sempre più in gola. Lei sembra essere in balia di noi. Geme ogni volta che spingo il mio cazzo più a fondo nella sua figa fradicia, e Ay ne approfitta per godersi ancor meglio la sua gola. Poi le da un po’ di tregua, e lei si mette seduta sul tavolo. Mi abbraccia, mi bacia e mi fa capire di voler scendere. La prendo di peso e la poso per terra, uscendo dalla sua figa. Jay si gira verso Ay, lo raggiunge e lo bacia, a lungo. “Spero ti piaccia la sorpresa. Volevo regalarti la gioia di vedermi a mio agio con un altro uomo, ma continuando ad amarti”, gli dice. Ay è in estasi. La solleva, prendendola in braccio, e la porta sul divano. Jay protesta, si alza e fa mettere Ay seduto. Lo fissa negli occhi. Si muove lentamente, sinuosamente. Si mette seduta su Ay, che inizia a baciarle il seno, a succhiarle i capezzoli. Strofina la sua figa fradicia e piena ancora del mio seme sul cazzo di Ay. La vedo avvicinarsi al suo orecchio e sento indistintamente la sua voce: “Sono piena di lui. Ma voglio anche te”. Quelle parole eccitano da morire anche me, non oso immaginare quanto possano mandare in visibilio Ay. Poi vedo Jay afferrare il cazzo di lui e direzionarselo tra le gambe. Si abbassa e se lo prende dentro, iniziando a scoparselo. Si gira verso di me. Con il dito indice mi fa cenno di raggiungerla. Mi metto di fianco a lei, e lei allunga la mano sul mio cazzo, iniziando a segarlo. Sono ancora pieno degli umori di lei e del mio sperma che coleva dalla sua figa mentre la scopavo. Mi metto sul divano, per permetterle di iniziare a succhiarmi il cazzo. Lo fa fissandomi negli occhi, dondolando il bacino sul cazzo di Ay, che geme sotto i colpi di Jay. La guardo, guardo la sua bocca prendersi il mio cazzo, sento la sua lingua torturarmi la punta, leccare velocemente e poi lentamente. Jay succhia forte, forte ma lentamente, prendendosi centimetro dopo centimetro tutto il mio cazzo. Se lo fa sparire in bocca e resta a succhiare, muovendo la lingua. É una sensazione indescrivibile, divina. Alzo la testa, in preda al piacere. Poi lei si stacca e inizia a succhiare e far entrare e uscire il mio cazzo con foga dalla sua bocca, accelerando anche i movimenti di bacino sul cazzo di Ay. E la sento venire, di nuovo. Viene, gemendo, col mio cazzo in bocca e stringendo la mano sul petto di Ay che le succhia avido i capezzoli. E sento anche lui gemere, capendo che la situazione lo ha fatto eccitare così tanto da non poter resistere. Lo vedo sollevare il bacino, spingere il cazzo ben dentro a Jay e capisco che si sta svuotando dentro di lei. Jay continua il suo lavoro di bocca su di me, senza fermarsi, e continuando a cavalcare Ay. É troppo bello vederla così. Poi mi fissa di nuovo negli occhi e si spinge nuovamente il mio cazzo in gola. Non posso resisterle. Le metto una mano in testa e inizio a venirle in bocca. Un fiotto, forte. Un secondo. Mi sono svuotato poco fa, quindi il mio orgasmo non è copioso come il primo. Jay attende che il mio cazzo abbia finito di schizzarle in bocca, poi si stacca da me, tenendo tutta la mia sborra in bocca, prende la mano di Ay e se la posa sul collo, sulla gola. Butta giù, ingoiando il mio sperma, facendo sentire ad Ay come le passa per la gola, e poi si butta su di lui, baciandolo con passione.
Ci diamo una rinfrescata, tutti e tre. Ci ritroviamo tutti nel letto, con Ay intento a chiedere dettagli sulla giornata e Jay, contentissima, che racconta ogni sua provocazione ed ogni singola cosa fatta insieme a me. Ay sempre piacevolmente sorpreso, per nulla dispiaciuto o innervosito. La bacia. “Grazie, Jay. Mi stai regalando un sogno”, le dice. “Eh, no. Il sogno vorrei me lo regalassi tu”, risponde Jay. “Cioè?”, chiede lui. “Anzi, voi”, aggiunge Jay, che poi spiega: “Oggi Alex mi ha raccontato un po’ di se. Lui vive a Pescara ma è originario del salento. E dove avevamo prenotato per le nostre ferie, noi?”. Il discorso mi ha incuriosito. “Ma dai, sul serio? Alex, verremo dalle tue parti per una settimana, allora. Sarai giù?”, mi chiede Ay. La notizia non poteva essere migliore! Sorrido. “Certo che sarò giù!! Dove avete prenotato? Io sto a pochi passi da Gallipoli”, spiego io. Ay va a prendere delle carte dalla cassettiera. “Non ricordavo il nome. Torre San Giovanni, marina di U..Ugento? Non so quanto sia distante da dove sei tu”, mi dice. “Più vicino di quanto non sia Gallipoli. Se solo ci fossimo conosciuti prima, vi avrei evitato la spesa, vi avrei ospitato io!”, dico rivolto ad Ay. “Ecco, è proprio questo il punto”, risponde Jay. “In che senso?”, chiede Ay. “Nel senso che noi abbiamo prenotato da lunedì”, inizia a spiegare Jay. “Si, vero. Domenica ho quell’impegno, ricordi?”, le ribatte Ay. “Certo, ricordo. E Alex domani ripartirà. Che ne dici se…vado con lui?”. La richiesta di Jay mi lascia di stucco. E anche Ay è sorpreso. É rimasto con la bocca aperta. Jay si avvicina a lui. Lo abbraccia. “Lo so che è una richiesta particolare, ma hai sempre voluto che io mi lasciassi andare con qualcuno, e quel qualcuno è Alex. Mi fa sentire a mio agio. Mi eccita. Lo trovo attraente e mi scopa in un modo tale che godo anche solo a sentirlo entrare. Mi fa desiderare di essere la sua amante. E non so quanto potremo viverci questo momento, quindi vorrei sfruttare ogni giorno utile. Sarò sua finchè non ci raggiungerai, poi sarò vostra. Non tua, non sua, vostra. Da lunedì.”. Ay è sorpreso, ma al tempo stesso visibilmente eccitato. Il suo cazzo è diventato di nuovo durissimo. “Allora?”, incalza Jay. “Jay, non dovremmo chiedere anche ad Alex? Non sappiamo nemmeno se si è organizzato in qualche modo o se può ospitarti”, dice Ay. Jay si gira verso di me, con un’espressione di apprensione e desiderio. “Solitamente quando scendo giù non organizzo mai nulla. Scendo, chiamo gli amici e organizziamo al momento. Saranno ben felici di vedermi in dolce compagnia”, rispondo io, facendo l’occhiolino a Jay. Ay sorride. “E sarò ben contento di ospitarti, Jay.”, aggiungo. Jay si aggrappa al collo di Ay. Gli sussurra dei ringraziamenti. Poi prende la mano di lui, se la porta tra le gambe. “Per stanotte questa è solo tua. Non perchè poi sarò lontana. Solo per dirti quanto ti amo. Poi però…”. Jay si gira verso di me, dopo aver detto quelle parole a Ay. Mi fissa. “Poi sarò la tua amante”, mi dice. Le salto addosso. Non posso resistere a quelle parole.
Dopo aver sfogato il nostro desiderio, sfiniti, mi balena in mente un problema. Cazzo, il biglietto dell’aereo!! Chiedo ad Ay di farmi usare il suo portatile, per verificare la presenza di un altro biglietto per Jay. Mi collego sul sito. Cerco. Niente. Tutti i voli sono stati comprati. Cazzo. Guardo Jay. É sconfortata. Non voglio farle fare il viaggio da sola. Mi perderei un bel po’ di tempo da passare con lei. Provo a cercare voli per altri orari, ma non trovo nulla. Gli unici voli che trovo sono con scali e ad orari improponibili. “E se prendessimo il treno?”, chiede Jay. Brava piccola. Mi collego sul sito di trenitalia. Cerco le corse dei treni. Trovo dei posti disponibili in prima classe, per la mattina. Guardo Jay. “Ci sono?”, chiede. “Ti va bene partire domani mattina?”, le dico. Fa di si con la testa, freneticamente. “Ok, li prendo subito”, le dico. Un sorriso si dipinge sul suo volto. É contenta. Va a terminare la sua valigia, mentre io compro i biglietti e annullo la mia prenotazione sull’aereo. “Ay, se qualcosa ti da fastidio, fammelo sapere. Tratterò Jay col massimo rispetto”, dico rivolto ad Ay. Lui mi guarda, stranito. “Scherzi? Alex, stai facendo realizzare un sogno. L’hai sentita? Sarà la tua amante. Trattala come tale. Falla sentire desiderata. Non posso chiedere di meglio”, mi dice lui. Finisco le operazioni di acquisto e raggiungo Jay. Canticchia. Le cingo i fianchi. É ancora nuda. É bellissima. La sento sorridere. Allunga la mano verso il mio collo, mi accarezza. La vedo mettere delle brasiliane e dei perizoma in valigia. Sul letto ci sono dei reggiseni. “A che servono quelli?”, chiedo, indicandoli. Lei prende le mie mani, se le porta sul seno. Si fa prendere le tette nelle mie mani, poi stringe le sue sulle mie, per farmi palpare il suo seno perfetto. “A tenere queste”, dice, divertita. “A me sembra che stiano su da sole”, le dico, continuando a palparle il seno mentre lei finisce di mettere in valigia i perizoma. “Dici? Dovrei lasciarli qui?”, mi chiede. “Dico. Domani evita di indossarlo. Te lo toglierò, se lo metterai. Ovunque ci si trovi, te lo toglierò. Quindi evita. Poi se vuoi portarne qualcuno, fai pure, ma spero che queste resteranno libere tutto il tempo”, le sussurro in un orecchio, strizzandole i capezzoli. “Uhmmmm, sembri minaccioso. Potrei diventare dispettosa. Intanto ne metto due, ok? Nel caso in cui servissero.”, risponde lei, piegandosi in avanti e premendo il suo bel culo contro il mio cazzo di nuovo in erezione.
La sveglia suona impietosa. É ora di svegliarsi. Siamo rimasti a giocare e a scoparci fino alle 2 di notte. Jay ci ha letteralmente sfiniti, ma lei sembra esser pronta per una scalata! Mi preparo in fretta ed esco, salutanto Ay. Devo passare in albergo a prendere le mie cose, quindi ci diamo appuntamento con Jay direttamente in stazione, sul binario dove partirà il nostro treno. Sfrutto questo momento per cercare di riordinare le idee. Mi sembra di vivere veramente un sogno. Torno da questa trasferta lavorativa con una donna che vuole considerarsi la mia amante. E col compagno che addirittura mi ringrazia! I miei pensieri sono totalmente sconnessi, viaggiano senza controllo. Senza nemmeno accorgermene, passo dall’albergo, raccolgo le mie cose. In men che non si dica, mi ritrovo alla stazione, diretto al binario. E la vedo. Jay, con addosso un vestitino rosa, leggero, corto, senza bretelle, con una cinta in vita. Mi sorride da lontano. Vado da lei e lei mi saluta con un bacio sul collo. “Finalmente soli”, mi dice. La fulmino con lo sguardo. “Che c’è? Non sei contento di star da solo con me?”, chiede, maliziosa. “Sai a cosa mi riferisco”, le dico, con un’espressione dura. Ride. “A cosa? Non capisco”, risponde. “E sai cosa succederà”, aggiungo. “Ah, ti riferisci a quello?”, fa lei, con una smorfia, facendo capire di aver intuito. Solleva le spalle, poi torna a ridere. “Sarà divertente vederti mantenere la parola. Ci vedono, qui.”, mi dice. E io capisco che aver indossato il reggiseno è una sua mossa per provocarmi, per farmi morire dalla voglia di scoparla con forza. Sogghigno. Mi sposto verso di lei, dietro di lei, prendo la sua valigia e nel farlo metto una mano sulla sua schiena. Porto la valigia in avanti. “La nostra carrozza è la 2”, le dico, abbassando un po’ il vestito sulla schiena. Lei solleva la mano ed indica la carrozza dopo quella di fronte a noi. “Quindi quell…quella!”, dice, interrotta appena dalle mie dita che nel frattempo le hanno sganciato il reggiseno. Ha indossato un reggiseno senza bretelle, ma ormai le resterà addosso ancora per poco. Prende la valigia dalla mia mano e si incammina verso la carrozza numero 2, senza proferir parola. La osservo. Si porta una mano in petto. Probabilmente il reggiseno sta per cadere. Afferro la mia valigia e la raggiungo, proprio mentre sale sul treno. Mi godo la visuale del suo bel culo mentre sale, poi salgo anche io e la blocco all’entrata. Le metto una mano nel vestito e le sfilo il reggiseno. Ora è lei a fulminarmi con gli occhi. Si sistema il vestito. “Eri stata avvisata, mi pare”, le dico. Lei scuote la testa, e le scappa un sorriso. Poi si incammina verso i nostri posti. Sistemo le valigie e la raggiungo, posando il suo reggiseno sul tavolino di fronte a noi. Il ragazzo seduto dal lato opposto al nostro strabuzza gli occhi, ma Jay, senza farsi prendere dal panico, prende il reggiseno e lo mette in borsa, con tutta calma. Mi ringrazia e si mette seduta. Stiamo dal lato con due sedili, ben larghi. Abbiamo un tavolino davanti e altri due posti di fronte a noi. Dall’altro lato del treno, invece, c’è solo una fila di sedili, anche quelli disposti a salottino, e per ora è occupato solo quello del ragazzo che si è goduto la scena del reggiseno. Ci mettiamo seduti. Faccio mettere Jay dal lato del corridoio. Non mi perderei mai l’opportunità di provocarla, ora. Il ragazzo sembra imbarazzato, ma continua a lanciare occhiate, a gustarsi il seno di Jay. Mi giro verso di lei. Effettivamente, senza reggiseno e con quel vestito le tette di Jay fanno un figurone. Sono già perfette, ma così diventano ipnotiche. E i capezzoli sembrano belli turgidi. É lei ad avvicinarsi a me. Mi mette una mano sulla gamba, mi da un bacio sul collo, l’ennesimo. “A che ora arriviamo?”, mi chiede. Le rispondo, ricapitolando il programma della giornata. “17 a Pescara. Poi prendiamo l’autobus e andiamo a casa. Lo so, è una sfacchinata ma era l’unico modo. Ci conviene riposare e poi partire domani mattina presto, preferisco guidare col fresco. Per stasera cosa vuoi mangiare?”. Lei fa una faccia pensierosa. Poi mi fa il suo sguardo malizioso che mi fa capire che stasera vorrebbe solo farsi scopare. Sorrido, e con la coda dell’occhio guardo il ragazzo di prima. Ci sta guardando, facendo finta di nulla. Ogni volta che lo guardo lui distoglie lo sguardo. Credo abbia gli occhi piantati sulle tette di Jay. Bene bene, divertiamoci un po’.
“E se prendessimo delle pizze a domicilio?”, propongo a Jay. Lei accetta. Poi solleva il bracciolo tra le due poltrone e si avvicina a me. Si accoccola sulla mia spalla, mette una mano sul mio petto. É rilassata. Giro la testa verso di lei, le do un bacio sulla testa, sui capelli, continuo a baciarla, sulla fronte, di nuovo sui capelli. La riempio di baci dolci, lenti. Lei accarezza il mio petto. “C’è quel ragazzo che ti fissa le tette”, le sussurro. Lei batte con la mano sul mio petto, come per intimarmi a smetterla. Rido. E il treno parte. Jay si solleva. Si stiracchia, mi guarda. “Lo so”, mi dice, facendomi l’occhiolino. Poi si alza. “Vado a fare la pipì”, mi dice, e si avvia verso il bagno. Mi pregusto già il divertimento del viaggio. Il ragazzo si è messo gli occhiali da sole. Ottima scelta, amico mio, ti conviene guardare senza distogliere lo sguardo! Jay torna, con una giacchina. La posa sul tavolino. “Se l’aria condizionata la lasciano accesa, mi sa che tra un po’ la indosso. Per ora è piacevole così”, mi dice. La guardo. Fisso i suoi capezzoli. “Si, è piacevole.”, rispondo, alludendo a quel turgore ben evidente. Lei sorride maliziosa e si rimette accoccolata sulla mia spalla, facendo in modo di stendersi un po’ e restare come se stesse sdraiata su di me. Ha le mani raccolte sulla pancia. Le stendo una mano lungo il fianco. Lei chiude gli occhi. La mia mano si posa sul suo fianco. Lei la afferra, mi accarezza il braccio, poi si porta la mia mano in grembo e resta così, ad occhi chiusi, come se stesse dormendo. In realtà, ha iniziato a stuzzicarmi. Tiene la mia mano con una sua mano, mentre con l’altra disegna delle lettere sul palmo della mia mano. Faccio fatica a capirle tutte, ma la prima frase dovrebbe essere qualcosa che ha a che fare con il “succhiare”. Faccio finta di addormentarmi anche io, e di tanto in tanto apro gli occhi, notando che il ragazzo di fronte a noi ha ormai gli occhi fissi su Jay, forte del fatto che gli occhiali da sole non fanno vedere dove si posano i suoi occhi. Do uno sguardo a Jay. Il suo vestito la copre fino a metà coscia, ma le gambe sono serrate. Sul seno, invece, vedo il vestito posarsi dolcemente. Afferro la stoffa. Jay si irrigidisce. La accarezzo sulla spalla con l’altra mano, e lei si rilassa. Cerco di fare movimenti lenti e impercettibili. Continuo ad accarezzarle la spalla, per farle capire che ho la situazione sotto controllo. I suoi occhi sono chiusi. Osservo il suo respiro, che si è fatto lento, profondo. Le sue labbra sono chiuse, attraenti. Le bacerei volentieri, ora. E le morderei. Ma voglio continuare a giocare, e vedere fin dove lei è disposta a spingersi. Abbasso il vestito, tirandolo lentamente giù. Il seno di Jay inizia a scoprirsi. Ed il ragazzo inizia a non riuscire a star fermo sul sedile. Lo osservo con la coda dell’occhio: muove le braccia, come se non trovasse una posizione comoda. Fa finta di guardare dal finestrino, prima da un lato, poi dall’altro. In realtà capisco che sta fissando il seno di Jay, cercando di vedere quanto più possibile.
Torno a fissare Jay. Lei sembra ormai ben rilassata. Lascio la stoffa del vestito e le faccio una carezza sul viso. Sorride. Poi le sue labbra tornano ad essere rilassate, come in attesa. Lascio che la mia mano torni sul suo grembo, ma passando sul suo seno, accarezzandolo, fermandosi qualche istante, palpandola, sfiorando il capezzolo col polpastrello del dito medio. Le sue labbra si schiudono. Percepisco un gemito, leggerissimo. Jay si sta eccitando. Adoro quando geme in quel modo, in maniera quasi impercettibile. La mia mano torna giù, trovando la mano di Jay ad aspettarla per coprirla, per non far vedere che la stoffa si abbassa lentamente perchè è la mia mano a volerlo. E riprendo a tirar giù. Ormai il bordo del vestito è arrivato appena sopra l’areola della tetta destra. Do un ultimo sguardo al ragazzo di fronte a noi: abboccato in pieno! Ha lo sguardo fisso, la faccia da pesce lesso, la bocca spalancata, incredulo. Socchiudo gli occhi e tiro ancora il vestito. Resto qualche secondo immobile, poi torno a guardare Jay. L’areola è esposta. Il capezzolo fa fatica a restare sotto il bordo del vestito. Tiro ancora. E ancora. Lascio il capezzolo esposto, il vestito che è ben sotto l’areola. La tetta destra di Jay è in bella vista. E il ragazzo ormai non fa nulla per nascondersi. Fissa il seno di Jay, visibilmente eccitato, con una mano che ormai resta fissa sui pantaloni. Jay, invece, continua a gemere sommessamente. Sento che ha iniziato a muoversi. Percepisco dei lenti movimenti del suo bacino, e il suo respiro si è fatto quasi affannoso, profondo. Le do un’altra carezza in viso. Lei non apre gli occhi, non sorride più. Chiude le labbra, inarcando la schiena. Si morde il labbro inferiore. Le passo il pollice sulle labbra e lei bacia il mio dito, lo succhia leggermente. Poi faccio scendere la mano. Sul collo. Il polpastrello del dito medio traccia il percorso verso il suo capezzolo. Lento, inesorabile, arriva sull’areola, ci gira attorno, senza toccare nè sfiorare il capezzolo. E ancora, un altro giro. Infine prendo il capezzolo tra indice e medio. Lo stringo tra le dita. Forte. Jay si fa scappare un gemito. Poi soffoca il secondo, mordendosi le labbra. Il suo bacino si solleva. Lascio il capezzolo e con l’altra mano le butto la giacca addosso, sulle gambe, lasciando il seno ancora scoperto. Faccio scivolare la mia mano sulle gambe di Jay, sollevo il vestito, forte del fatto che la giacca copre la mia mano e tutto ciò che Jay avrebbe da far vedere. Il ragazzo di fronte a noi ha tolto gli occhiali da sole, ci osserva, senza più timore. Si tocca, da sopra i pantaloni. Le mie dita sollevano il vestito di Jay fino a sentire il suo intimo. Pizzo. Mi piace, lo adoro. E ancor di più, adoro il pizzo bagnato, zuppo di umori, come è quello che ha Jay addosso ora. Non mi soffermo a stuzzicarla, voglio andare al sodo. Scosto il pizzo e faccio scivolare le dita tra le sue labbra. Trovo un lago. La sua figa è fradicia e il clitoride è gonfio, turgido. Spingo due dita nella sua figa, e jay geme ancora. Inarca di continuo la schiena, divarica le gambe. Le stuzzico il clitoride, prendendolo tra due dita come poco fa ho fatto con il capezzolo. Lei sussulta. Poi inizio a muovere le dita in maniera circolare, e le gambe di Jay reagiscono di scatto divaricandosi in maniera oscena, lasciando cadere la giacca, che ora è posata solo su una gamba di Jay. Il ragazzo di fronte a noi spalanca gli occhi. Può vedere chiaramente le mie dita giocare col clitoride di Jay. Ne approfitto. Spingo nuovamente due dita dentro di lei. É troppo, per resistere. La sento godere. Si contorce, soffocando le urla di piacere, mentre il ragazzo la osserva, mentre si gode la vista del suo seno e della sua figa. Jay stringe le gambe attorno alla mia mano, e lentamente si riprende dagli spasmi dell’orgasmo. Apre gli occhi. Si tira su, lentamente. Guarda il ragazzo e gli fa un saluto con le dita della mano. Il ragazzo arrossisce, si alza, scappa verso il bagno. Jay si gira verso di me, si copre il seno. “Cosa mi fai fare…”, dice. Sorrido. “A me pareva ti stesse piacendo”, le rispondo. Lei non proferisce parola. Sceglie di rispondermi con i fatti. Mi sbottona i pantaloni, tira fuori il mio cazzo, duro e gonfio. Se lo prende in bocca. E continua a scendere, a spingerselo in gola. Lo prende tutto, poi serra le labbra attorno. Vederglielo fare è già eccitante, ma sentire le sensazioni che provoca mi fa quasi venire all’istante. Ma lei non me lo permette. Se lo sfila dalla bocca, lo tiene stretto in mano. Mi bacia, con passione. Poi se lo spinge di nuovo in gola, serra le labbra una seconda volta, facendomi sentire la lingua che gioca…e si ferma. É lei a ricompormi, a rimettermi il cazzo nei pantaloni e a richiudere il bottone. Mi guarda, soddisfatta e con aria dispettosa. Io ricambio lo sguardo. Finito di sistemarmi, si avvicina al mio orecchio e mi sussurra: “Mi hai fatto allagare, ma non credere che non te la farò pagare. Sarò la tua provocazione più forte fino a questa sera”. Trattengo il respiro. Quelle parole sono eccitanti quasi come sentire la sua gola prendersi il mio cazzo.
La promessa di Jay si rivela essere una tortura. Il ragazzo di fronte a noi è tornato poco dopo, e i posti attorno a noi si sono riempiti poco a poco, stazione dopo stazione. Jay, invece, non si è mai fermata con le provocazioni. Ha trovato tutti i modi per lanciarmi battute, per accarezzarmi il cazzo da sopra i pantaloni, per strofinare i suoi capezzoli duri sul mio braccio. Ho voglia di scoparla, e queste sue provocazioni mi fanno venire voglia di sbatterla sul tavolino di fronte a noi e prenderla di fronte a tutti. Le lancio sguardi di rimprovero, ma ad ogni mio sguardo lei ride divertita e soddisfatta. Se continua così mi verrò nei pantaloni prima ancora di riuscire a scoparla.
Per fortuna la nostra fermata si avvicina sempre di più. Siamo ormai pronti a scendere, io ho preso le valigie, Jay ha voluto salutare il ragazzo di prima, che ci ha gentilmente augurato una buona continuazione, alludendo a quello che succederà una volta arrivati a casa. Scendiamo dal treno e aspettiamo che la piattaforma sfolli un po’ prima di iniziare a muoverci verso l’uscita. Ne approfitto per abbracciare Jay e baciarla. “Ho voglia di scoparti. Anzi, per la precisione, ho voglia di fotterti. Non so se rendo l’idea”, le sussurro. Lei dondola i fianchi. “Forse”, dice, maliziosa. “Ti piaceva farti guardare?”, le chiedo. “Si. É stato divertente. Ed eccitante.”, mi risponde. “Ti eccita farti guardare in quel modo?”, incalzo io. “Mi eccita qualsiasi cosa tu voglia fare insieme a me. Anche le più proibite. Se le faccio insieme a te, possono solo essere eccitanti”, risponde lei. Cazzo quanto amo questa donna. É la donna perfetta. “Non vedo l’ora di toglierti le mutandine di dosso”, le dico. “Si, anche io. Sono zuppe. Praticamente da strizzare. Avrò bagnato anche il sedile”, confessa lei. La prendo per mano. Non posso attendere oltre. Usciamo dalla stazione di Pescara, tiriamo dritti verso la fermata degli autobus e prendiamo il 21. Ci attendono circa 40 minuti di autobus, con un caldo asfissiante, ma Jay decide subito di rendere il tutto ancora più bollente. Visto che l’autobus è affollato, mi fa mettere seduto all’unico posto libero e si mette seduta su di me. Sento il suo bacino muoversi sul mio cazzo duro ad ogni curva, ad ogni fermata, ad ogni movimento dell’autobus. Jay mi lancia occhiate provocatrici in continuazione, e noto più di una volta qualcuno a fissarle le tette o le gambe. Devo far ricorso a tutto il mio self control per non venire nei pantaloni. Arriviamo alla nostra fermata. Le faccio cenno. Ci precipitiamo giù dall’autobus e la prendo nuovamente per mano, quasi trascinandola verso casa. Nessuno dei due parla. La voglia è troppo alta. Apro il portoncino del palazzo, chiamo l’ascensore. Lei mi fissa con occhi da cerbiatta, giocando con un dito nei capelli. La spingo in ascensore e le ficco la lingua in bocca. Lei si fa baciare, continuando a giocare coi capelli. L’ascensore arriva al terzo piano, si apre. Butto fuori le valigie e apro la porta di casa. Jay entra dopo di me, dopo che io ho portato le valigie in casa, e richiude la porta alle sue spalle. Si poggia contro la porta, sollevando un piede e posando la pianta sulla porta. Mi continua a fissare, giocando coi capelli. “Jay…”, inizio a parlare io, ma lei porta il suo dito indice sulle mie labbra, facendomi capire che vuole il mio silenzio. Si morde le labbra. Poi raccoglie i suoi capelli come se dovesse legarli a coda, ma li tiene fermi in una mano. Si inginocchia di fronte a me e con la mano libera apre i miei pantaloni. Li abbassa, assieme ai boxer. Il mio cazzo le sbatte quasi in faccia. Lo bacia. Poi afferra una mia mano e la porta sui suoi capelli. Me li fa afferrare e mi fissa dritto negli occhi. Capisco cosa mi sta chiedendo e non posso far altro che accontentarla. Lei apre la bocca. Io le spingo il cazzo dentro. Jay posa le mani sulle mie gambe, per reggersi. Con la mano dietro la sua testa la tengo ferma, spingendole il cazzo in gola, come ha fatto lei prima sul treno. Quando è tutto dentro, lei serra di nuovo le labbra attorno al mio cazzo. Ma questa volta non intendo fermarmi. Tengo il bacino fermo ed uso la mano che regge i suoi capelli per muovere la sua testa, come se mi stessi segando usando la sua bocca. Jay inizia a gemere, ma al tempo stesso succhia e lecca il mio cazzo mentre mi scopo la sua bocca. La sensazione è meravigliosa. La sua lingua mi regala brividi di piacere. Non resisto. Le tengo ferma la bocca, inizio a muovere il mio bacino, forzando qualche spinta, ma lei non fa una piega e continua a succhiare, a prendersi il mio cazzo in gola. E infine vengo. Le sborro in gola. Jay ingoia tutto, con uno sguardo soddisfatto. Mi ripulisce, succhiando via le ultime gocce, poi si rimette in piedi e mi da un bacio sulla guancia. “E questo faceva parte delle provocazioni”, mi dice. Poi prende il suo telefono e chiama Ay, per avvisarlo che siamo arrivati a casa. Io mi butto in doccia durante la telefonata, mi do una rinfrescata.
E mi viene un’idea. Esco dalla doccia e insieme a Jay prenotiamo le pizze da farci portare a casa. “Aprirai tu al fattorino. Con solo questo addosso”, le dico, passandole un asciugamano in fibra, leggero e non troppo grande. “Mi sfidi?”, chiede lei. Io sollevo il sopracciglio, come per rispondere in maniera affermativa. “Bene, trova il modo di guardarmi o di filmarmi, perchè ti divertirai”, mi dice. Poi entra in bagno, aprendo la doccia, e richiude la porta dietro di se, lasciandomi da solo per una buona mezz’ora. Le sue parole mi fanno capire che ha intenzione di provocare anche il fattorino. Cosa le sta succedendo? Sembra sia una Jay diversa, da quando sta con me. Sembra disinibita, sciolta. Sembra quasi non le interessi se qualcuno la veda. Anzi, le piace farsi guardare. L’idea mi eccita, mi fa impazzire, ma dove ci condurrà tutto questo? Cerco di scacciare questi pensieri e faccio delle prove col mio cellulare. Riesco a trovare il modo di filmare la porta d’ingresso, senza che il telefono sia troppo in vista, e finalmente Jay esce dal bagno. Ha addosso l’asciugamano che le avevo dato. Sono piacevolmente sorpreso nel notare che avevo valutato più che bene le dimensioni dell’asciugamano. Lo tiene fermo appena sotto le ascelle, con un po’ di seno scoperto, e le arriva appena sotto le natiche. Il fattorino avrà una gran bella visione. Le faccio vedere il telefono e le poso delle banconote sul tavolo in sala, visibile dalla porta d’ingresso. Sempre in sala, dietro il muro, ci sarò io, seduto al divano a gustarmi il momento. Non tocca attendere troppo. Pochi minuti dopo sentiamo il citofono suonare. Risponde Jay, che indica al fattorino di salire al terzo piano. Mi nascondo in sala. Jay è eccitata, non riesce a star ferma in un solo punto. Aziono il telefono e sentiamo l’ascensore arrivare al piano. Jay si precipita alla porta. Dalla mia posizione posso solo sentire, ora. Sento Jay salutare il fattorino, sento lui ricambiare i saluti. Jay si scusa per il déshabillé, ma il fattorino risponde a tono: “Scherzi, vero? Non devi scusarti”. Jay chiede quanto deve al fattorino, che legge il totale dallo scontrino. Vedo Jay entrare in sala mentre dice al fattorino che deve prendere i soldi. Posa le pizze sul tavolo. Prende una banconota da 10 euro dal tavolo, poi si gira verso di me. Mi guarda, senza farsi scoprire dal fattorino. Rimane impassibile. Si gira verso la sedia dove ha poggiato la sua borsa. Si piega in avanti e cerca degli spicci. Il totale da pagare è di 14 euro, e capisco che Jay ha deciso di giocarsi una carta che io non avevo previsto. Rovista nella borsa per un po’, lasciando che i lembi dell’asciugamano cadano verso il basso. Vedo il suo seno, nudo. I suoi capezzoli duri. Infine si rialza, con l’asciugamano aperto che si tiene appena addosso a lei, e si dirige verso il fattorino. Non riesce nemmeno ad uscire dalla sala, che l’asciugamano è per terra. “Uh, oddio, perdonami, che sbadata”, dice lei. Il fattorino non pronuncia parola, ma è un altro rumore ad attrarre la mia attenzione: monete. Monete che cadono per terra. Jay scoppia a ridere. “Sono proprio sbadata, scusami. Mi aiuteresti?”, dice rivolta al fattorino. Lui le dice qualcosa che non riesco a capire. Ride anche lui. Sento dei movimenti. “Aspetta, ecco, manca questo”, dice Jay. Poi sento i suoi passi, a piedi nudi, come se stesse camminando in punta di piedi. “Perdonami, li ho fatti cadere per cercare di coprirmi, ma tanto ormai…è inutile coprire”, dice di nuovo lei. Il fattorino ride. “Ok, sono tutti. Non devi scusarti, comunque. E complimenti. Belle tette. E gran bel culo!”, dice. Sento il rumore della porta che si richiude. Esco dalla sala. Trovo Jay posata di schiena alla porta. Mi guarda. Si solleva in punta di piedi, stringe le gambe, si morde le labbra e corre a baciarmi. Poi tira dritta verso le pizze. Fermo la registrazione al telefono e mi giro a guardarla. Sta già addentando la pizza. “Farai meglio a venire a mangiare o non ritroverai nemmeno la tua. C’è tempo per il video e per il resto. Sto morendo di fame”, mi dice. Mi avvicino, le cingo i fianchi e le do un morso sul collo. “Il resto?”, le chiedo. “Vorrai mica cavartela così. Provocare te provoca anche me, sai? E inizio a non riuscire più a resistere. Ti voglio”, mi dice, tra un morso e l’altro. Sorridendo, mi metto seduto e inizio a mangiare la mia pizza. Anche lei si mette seduta, e finiamo le pizze commentando il fatto che sono ben contento di aver chiamato una pizzeria in cui solitamente non mi reco.
Finita la pizza, guardiamo il video. Inizialmente, si vede il fattorino che si gusta la scena che gli si è parata di fronte agli occhi. “Mi ha mangiata con gli occhi. Mi ha squadrata centimetro per centrimetro”, commenta Jay. Poi si vede lei che sparisce, nel momento in cui era andata in sala. “Come ti è venuta l’idea degli spicci?”, le chiedo. “Ti ho detto o no che sarei stata la tua provocazione più grande? Dovevo pur trovare un modo per perdere l’asciugamano”, risponde lei, divertita. Ok, non ce la faccio. Le do il tempo del video, e poi ho intenzione di scoparla con forza. Mi ha messo addosso una voglia pazzesca. Ed ecco che riappare nel video, proprio mentre l’asciugamano cade per terra. Jay aveva cercato di coprirsi, finendo per farsi cadere i soldi di mano. Il fattorino l’ha subito aiutata a raccoglierli, ma non si è fatto sfuggire l’occasione per fissarle le tette. Infine, quando lei ha detto “Manca questo”, si è girata dandogli le spalle, si è piagata a 90, raccogliendo una monetina da terra. Il fattorino si è ritrovato il suo culo e la sua figa a pochi centrimetri dalla faccia. Non le ha tolto gli occhi di dosso fino all’ultimo istante. Finito il video, mi avvicino a Jay. La bacio, lei ricambia. “Ti sei divertita?”, le chiedo, sussurrando. Lei annuisce. “Non so perchè, ma con te riesco ad essere disinibita, perdo ogni vergogna. Mi metti a mio agio. E mi metti voglia di farmi scopare di continuo”, risponde lei. “A tal proposito…”, continuo io, iniziando a baciarle il collo, le spalle. Lei si alza. Esce in balcone, nuda. Si posa con i gomiti sul muretto del balcone. La raggiungo, anche io nudo e col cazzo che mi esplode. Mi guardo attorno. Nessuno dei miei vicini sembra essere affacciato. Jay gira la testa verso di me. I suoi capelli scendono lungo la sua schiena, sensuali. Il suo culo, invitante, è ben sollevato, dato che lei è in punta di piedi. “A tal proposito?”, dice lei, con un filo di voce. Mi metto dietro di lei. Vedo che nella posizione in cui sta, il suo seno sporge dal muretto del balcone, ma tenendo poggiati i gomiti si sta nascondendo da occhi indiscreti. Le metto una mano tra le gambe. É un lago. Porto le dita piene dei suoi umori alle sue labbra. Le lecca. Poi metto le mani sui suoi fianchi, posiziono il cazzo tra le sue gambe, e spingo, lentamente. Lei si gira nuovamente a guardarmi, e con una smorfia di piacere si fa sfuggire un gemito nel momento in cui il mio cazzo le si pianta tutto nella figa. Inizio a scoparla. É così bagnata che sono entrato tutto sin dalla prima spinta. La scopo tenendola per i fianchi e lei inizia a gemere. Aumento il ritmo, e lei è costretta a posare le mani sul muretto del balcone, lasciando che le tette inizino a ballare, ben visibili oltre il muretto. Mi accorgo di qualche persona sui balconi, di qualcuno per strada che potrebbe vederci, ma non mi fermo, continuando a far sentire a Jay tutto il desiderio accumulato. Le prendo le braccia e le porto dietro, bloccandogliele, e tenendola in quel modo spingo con forza, fino a sentirla venire, urlando. Poi si gira verso di me, con le gambe che le tremano ancora. Butta le braccia al mio collo. “Prendimi, Alex. Portami nel tuo letto. Voglio fare l’amore con te nel tuo letto”, mi sussurra. La sollevo di peso. Sono ben contento di aver cambiato le lenzuola prima di partire e di aver messo quelle rosse. La porto sul letto, la faccio stendere. Afferro i cuscini e glieli metto sotto i reni, per tenere il suo bacino sollevato. La penetro, stendendomi su di lei. Le sue gambe si avvinghiano ai miei fianchi. La bacio. Lei mi stringe forte. Geme. Inizio a morderle il collo, scendendo sul seno, sui capezzoli. Glieli succhio. Lei mi preme la testa sulle tette, mentre il mio cazzo continua a scoparla, senza darle tregua. Mi sollevo. Porto le sue gambe sulle mie spalle, e spingo in avanti, per penetrarla più a fondo. La sua reazione è un nuovo orgasmo, potente, che la scuote. Mi fermo per qualche istante, poi la faccio girare, lasciando i cuscini sotto il suo ventre. La prendo di nuovo, mettendo le gambe ai lati dei suoi fianchi, spingendo con forza nella sua figa fradicia e calda. Le afferro le mani e gliele porto di nuovo dietro, tenendogliele bloccate sulla parte inferiore della schiena. Lei è costretta ad inarcare la schiena, ed io ne approfitto per spingere a fondo ancora un po’, prima di uscire e puntare il cazzo verso il suo culo. Non parliamo più. Gli unici suoni sono quelli dei nostri gemiti. Mi faccio spazio nel suo culo meraviglioso. Il mio cazzo, zuppo degli umori della figa di Jay, riesce ad entrare senza troppa difficoltà. Dò a Jay il tempo di abituarsi alla mia presenza e inizio a scoparle il culo. I suoi gemiti mi stanno facendo impazzire. Sento il mio orgasmo montare. Spingo a fondo e le vengo dentro, urlando il mio piacere. Mi accascio di fianco a lei, che sembra sfatta, sfinita, ma appagata. Mi sorride. Allunga la mano verso di me, mi accarezza il viso. “Vado un attimo a sciaquarmi”, le dico. Lei annuisce. Mi lavo, e torno da lei, che a sua volta va a rinfrescarsi.
Quando esce dal bagno ha un’espressione di una dolcezza unica. Sembra una bimba. Una bimba contenta e spensierata. Mi sorride. Viene a sdraiarsi di fianco a me. Mi bacia sulle labbra. “Grazie, Alex”, mi dice, mettendomi di nuovo l’indice sulle labbra. Poi si gira, dandomi le spalle e accoccolandosi vicino al mio corpo. Sento il calore del suo corpo, sento la sua pelle sulla mia, il suo culo che preme sul mio bacino. Mi afferra una mano. La porta sul suo seno. La abbraccia, premendola sul petto. Sento la morbidezza delle sue tette. É un gesto dolcissimo, pieno di tenerezza. “Tu domani devi guidare, hai bisogno di riposare. Dormiamo abbracciati”, mi dice. Non riesco a parlare. É davvero come se fossimo amanti. Come se fossimo una coppia. Mi avvicino ancora di più a lei. Affondo il naso nei suoi capelli. Sento il suo profumo. É inebriante. E mi addormento così, abbracciato a lei.

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