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096 – Samantha, Marco e la sua famiglia incestuosa

By 7 Dicembre 2013Febbraio 9th, 2020No Comments

Il mio nome è Marco, quarantacinquenne sposato con Lisa che di anni ne ha quarantatre, sono anche padre di due ragazzi, un maschio e una femmina rispettivamente di diciotto e vent’anni. Vorrei raccontarvi ciò che mi successe una sera”.. ‘
Quella sera appunto, verso le diciotto tornavo dal lavoro, mentre percorrevo in auto la strada che mi portava a casa all’improvviso trovai un blocco stradale. Chiesi al vigile il motivo di tale deviazione e lui mi spiegò che si era allagata la strada per la rottura di un grosso tubo dell’acqua. Obbligatoriamente seguii la strada nuova sperando di non perdermi, fin quando imboccai un largo viale piuttosto buio. A destra e a sinistra, illuminate dai lampioni, una continua esposizione di puttane. Dopo circa duecento metri, nella speranza di aver aggirato il blocco, decisi di svoltare a destra. Anche qui pieno di puttane, ad un certo punto vidi una di queste ragazze, con un fisico mozzafiato. Imbambolato mi fermai e tirai giù il finestrino, ora la vedevo da vicino, indossava una canottiera bianca scollatissima, una mini molto ridotta e ai piedi un paio di sandali aperti con un tacco di dodici centimetri. Viso bellissimo sembrava una bambola, in quel momento pensai che la ragazza avrebbe potuto tranquillamente fare la fotomodella!
La canottiera a mala pena riusciva a contenere le tette enormi che sembravano essere pure molto sode. Le chiesi quanto voleva e lei si abbassò infilando la testa nel finestrino e mi disse a chiare lettere che bocca e figa facevano cinquanta, e se volevo il culo dovevo invece sborsare cento euro. Io non risposi, restai per un attimo interdetto e titubante, lei allora sfilò il capo da dentro la macchina e girandomi il culo si allontanò di qualche metro. Madre mia che culo!!! Nel chinarsi la cortissima gonna si era arrampicata sui suoi glutei lasciandole scoperte quasi tutte le chiappe, possedeva veramente un culo da favola, il tutto sorretto dalle gambe dritte e ben tornite, che parevano scolpite da un maestro scultore. Le dissi che andavano bene cento euro poi allungai il braccio e tirai la leva aprendole la portiera. Lei con una eleganza incredibile per il mestiere che faceva, infilò la gamba sinistra, si sedette e richiamò la destra all’interno dell’auto. Durante quel movimento intravidi fra le sue lunghissime cosce, il minuscolo triangolino bianco di un perizoma. Mi sorrise e mi diede le indicazioni per raggiungere casa sua, dopo pochi minuti infatti, giungemmo di fronte ad una casa un po’ vecchiotta, con i muri esterni abbondantemente scrostati. Lei aprì il portoncino, entrò e premette un pulsantino sulla parete alla sua destra, poi mi precedette salendo le scale ancheggiando. Ero sempre più eccitato, mi venne voglia di allungare le mani su quel culo che si muoveva così sinuosamente davanti a me, poi non lo feci e con lo sguardo ipnotizzato dall’esaltante spettacolo continuai a salire, in più di un’occasione rischiai di cadere incespicando sui gradini in pietra ma riuscii ad arrivare sul pianerottolo di casa sua.
L’interno era decisamente molto più gradevole alla vista di quanto non lo fosse stata la parte esterna. Si accedeva all’appartamento direttamente in un ampio salone, arredato con mobili antichi, moltissimi quadri che ricoprivano le pareti, quest’ultime erano tappezzate con carta da parati a strisce grigio chiaro su sfondo bianco arabescato in rilievo. Le volte altissime arrotondate a mo di cupola, completamente decorate a mano con composizioni floreali. L’arredamento era costituito da un divano imbottito e impunturato, foderato con della pelle color testa di moro e due poltrone identiche al divano; il tutto era posato su un grande tappeto persiano con il rosso come colore predominante. Al fondo del salone, passando sotto un ampia arcata completamente bianca, voltando a destra si aveva accesso ad un lungo corridoio lungo il quale si trovavano quattro porte. Lei mi aprì l’ultima in fondo e mi fece accomodare in bagno, quindi mi disse di aspettarla.
In fatti dopo massimo un paio di minuti lei arrivò e mi aiutò a spogliarmi, si spogliò a sua volta rimanendo con le sole mutandine addosso. Io avevo il cazzo durissimo e lei me lo scappellò per bene, poi mi fece avvicinare al lavabo e si preoccupò di lavarmelo con grande cura. Mi girò poi le spalle, si abbassò il perizoma e si sedette sul bidet, le vedevo ancora una volta il suo magnifico culo. Fece scorrere l’acqua e a sua volta si rinfrescò la sua misteriosa intimità. Si tirò su il piccolo indumento e prendendomi per mano mi condusse in camera sua. Anche qui tutto arredato con mobili di classe, sul letto un copriletto beige con sopra i risvolti bianche delle lenzuola. Spostò le lenzuola e si infilò sotto di esse, scoprì poi la mia parte invitandomi con un ampio sorriso, tipo Julia Roberts, a imitarla.
Lo feci rapidamente e lei mi abbracciò teneramente, quindi la sua mano si appropriò del mio cazzo e iniziò a segarmelo, poi buttò al fondo del letto le lenzuola, si chinò e senza far uso del preservativo me lo prese in bocca, iniziando a lavorarmelo sapientemente.
Lo pompava a fondo, poi si fermava e con la punta della lingua mi picchiettava la cappella, la sua mano sotto le mie palle, me le stringeva delicatamente, poi la stessa mano scivolò fra le mie natiche e un dito iniziò a solleticarmi il buco del culo. Me lo faceva, qualche rara volta, anche mia moglie questo trattamento, sapendo che io lo gradivo in modo particolare.
Lei, però non si limitò a massaggiarmi il buchetto ma forzò con decisione la mia stretta apertura e penetrò all’interno per qualche centimetro. Il cazzo nella sua calda e umida bocca un dito piacevolmente nel culo, ero al parossismo, fui lì, lì per riversarle in bocca il mio succo. Ma lei parve capire al volo la situazione e di colpo smise di penetrarmi e anche di spompinarmi il pene. Mi chiese se la volevo leccare, le risposi che non aspettavo altro e così mi inginocchiai fra le sue cosce spalancate e prendendo dai fianchi il perizoma lo feci scivolare verso il basso’.. Cazzo!!!! Oh cazzo!!!! Lo teneva infilato fra le natiche, un cazzo di una ventina di centimetri, incappucciato, molto largo e incurvato verso il basso. Rimasi allibito, poi non so cosa mi successe, il desiderio di trasgredire, la novità, forse la fantasia che spesso avevo cullato nella mente, forse tutte queste cose assieme, fatto sta che lo presi in bocca, me lo infilai fino in gola e glielo spompinai selvaggiamente. Poi lei, o forse lui, non lo so e in verità poco mi importava, mi fece mettere sopra e iniziammo un sessantanove meraviglioso. Molte volte durante quel rapporto fu lì, vicinissimo a raggiungere il punto di non ritorno, ma lei, da vera esperta professionista si bloccava qualche attimo prima. Non avevo mai goduto così tanto in vita mia, era come avere molti orgasmi uno dietro l’altro e in effetti non raggiungerli mai. Si posizionò a quattro zampe sul letto e mi chiese di prenderla di penetrarla, non aspettavo altro e glielo spinsi dentro fino alla radice. Aveva il buco del culo bello largo e non ebbi difficoltà a fotterla per bene. Mi disse di non sborrare ancora di aspettare, di toglierlo un po’ prima. Ubbidii e anche questa volta mi fermai un attimo prima di scivolare nel baratro del piacere più intenso. Lei allora mi chiese se volevo provare a prenderlo, subito le dissi di no, mi rifiutai con fermezza e allora lei mi promise che non l’avrebbe fatto e con la scusa di leccarmi il culo mi fece mettere a pecorina, poi prese a lapparmi e a insalivarmi per bene il buco. E cazzo, era troppo eccitante, mi teneva in mano la mazza e me la menava lentamente mentre la sua lingua mi spatolava per bene la mia rosetta grinzosa. Sentii poi il suo dito ancora nello sfintere, poi compresi che le dita erano due, quindi ancora la sua voce calda e sensuale a chiedermi se lo volevo dentro. Ero troppo in estasi e in un soffio le dissi di si. Lo sentii contro e poi il mio buco del culo si dilatò, ebbi l’impressione che si lacerasse e un forte dolore mi invase il cervello. Le dissi di toglierlo, ma in quel momento udii la sua voce che mi dava della troia, che mi ordinava di prenderlo tutto nel culo, di non lamentarmi che mi sarebbe piaciuto.
Soffrii per almeno dieci minuti, durante i quali lei, o forse lui, continuò a incularmi senza pietà, a fondo e con estrema decisione. Piano piano iniziai a percepire dei palesi sintomi di piacere, mi accorsi poco per volta, che prenderlo in culo, era bello veramente. Credevo di mentire, quando per convincere mia moglie a farselo ficcare in culo, le dicevo che era bello, che poi le sarebbe piaciuto e un sacco di altre stronzate. Era invece tremendamente vero, mi stava piacendo, ora che il dolore era scomparso, che lo sfintere si era adattato al duro e grosso invasore, provavo una enorme soddisfazione, un piacere intenso che si trasmetteva dal mio forellino, diciamo ex forellino, al mio cervello. Le gridai di continuare, di sbattermi come una troia, di fottermi ancora, di non smettere e mentre lui mi schizzava la sua lava bollente nell’intestino io, segandomi rabbiosamente, innaffiai abbondantemente il candido lenzuolo.
Fu la prima volta nella mia vita che pagai cento euro senza battere ciglio, cavoli, se li era meritati ampiamente. Lei prese dal suo portafogli cinquanta euro e me li diede di resto. Obbiettai che avevamo pattuito cento euro e lei mi disse che con me si era anche divertita e che le sembrava giusto dividere a metà.
Samantha nuda come un verme era veramente, nonostante il voluminoso cazzo che gli pendeva davanti, una figa pazzesca. Il corpo e il viso dolce e angelico di una bellissima donna, con una strana appendice anteriore. Lei mi offrì un caffè e io approfittai per chiederle il motivo per cui non aveva usato il profilattico. Lei mi rispose che poteva certificare di essere sanissima e mi confessò che era la prima volta che non lo usava.
A prima vista le ero sembrato essere una brava persona, dalla fede aveva visto che ero sposato e che dal mio comportamento aveva capito che era la mia prima volta.
A casa mi giustificai con mia moglie adducendo importanti motivi di lavoro e stanco me ne andai a dormire.
Nei giorni seguenti, ebbi spesso la tentazione di deviare dal mio abituale percorso per incontrare ancora Samantha. Cavoli, ormai mi era entrata nel sangue, la mia mente ventiquattrore al giorno mi riportava a lei. Vedevo chiaramente il suo corpo statuario, il fantastico culo che si offriva al mio cazzo duro, le sue tette alle quali, quella sera, non avevo dedicato nemmeno un secondo, ma che meritavano di essere strizzate e succhiate a lungo. Poi ebbi un lampo di genio, passai da lei e le proposi di venire a casa mia a conoscere mia moglie e i miei figli. Lei mi disse subito di no, che non le sembrava proprio il caso. Io insistetti dicendole che l’avrei presentata come la mia nuova segretaria, mi promise di pensarci e così un paio di giorni appresso ripassai in quella strada della mia perdizione. Mi guardò ed io, sognante, rividi il sorriso di Julia Roberts, aprì la portiera dell’auto e si sedette dicendomi che se volevo lei era d’accordo ad accontentarmi.
Durante il viaggio, lei spudoratamente si cambiò d’abito, indossò un vestito corto ma molto più sobrio di quelli che vestiva durante il lavoro. Si tolse il trucco pesante e con mille difficoltà riuscì a ritruccarsi in modo meno appariscente. Indossò poi un paio di grandi occhiali con la montatura scura e spessa e delle lenti a zero diottrie. La guardai, era una vera artista, qualsiasi persona che l’avesse vista in quel momento l’avrebbe giudicata come una giovane donna semplice e pazzamente innamorata del marito. Con pochi tocchi era riuscita a trasformarsi da puttana a segretaria d’azienda. La portai a casa, mia moglie a vederla accusò un lieve mancamento psicologico. La presentai come la mia nuova segretaria con la quale, dopo cena, avremmo dovuto discutere di problemi inerenti il lavoro.
Mio figlio maschio per tutta la cena e anche durante il dopo cena in salotto, non le tolse gli occhi di dosso. Mia moglie poi la squadrava attentamente, passando ai raggi ics l’intero suo corpo. Anche mia figlia la teneva d’occhio, lei che, del suo paparino era così gelosa la osservava con estrema diffidenza. Ci vollero alcuni bicchierini di liquore per sgelare l’atmosfera e così verso fine serata si iniziò a scherzare e a ridere di qualsiasi cosa e per qualsiasi motivo. Mia moglie stava seduta al mio fianco e Samantha era semisdraiata comodamente sulla poltrona di fronte a noi. Lisa mi teneva la mano incrociando le sue dita con le mie e per tutta risposta il mio amato trans apriva un po’ le cosce e poi le richiudeva pudicamente. Dentro le mutande il cazzo era semirigido, e io con assoluta naturalezza guardando Samantha fisso negli occhi , me lo sfiorai ripetutamente. Lei mi volle provocare ancora e distrattamente si sbottonò un paio di bottoncini del vestito scoprendo il profondo canale fra le grosse mammelle. Chissà se anche lui ce l’aveva praticamente duro come ce l’avevo io? Che voglia di succhiarglielo, di prendermelo nel culo, di ficcargli nello sfintere il mio e sborrargli dentro!! Fremevo dal desiderio soffocato che albergava in me, la desideravo. Volevo la sua impura femminilità, assolutamente, subito, adesso”.
Così dissi alla mia famiglia che avrei accompagnato Samantha a casa e mi alzai, lei si scusò e salutò tutti quindi si infilò un pull-over di lanetta sulle spalle e assieme uscimmo da casa. In ascensore, la toccai, le presi in mano una tetta, ma lei mi fermò, ci avrebbe potuto vedere qualcuno. Si complimentò con me per la mia bella famiglia e poi mi sorprese dicendomi che le sarebbe piaciuto fare l’amore con mia moglie e perché no con entrambi i miei figli.
Le spiegai che era una cosa irrealizzabile, non esistevano concrete possibilità di riuscire a tradurre in realtà questo suo desiderio. Mi parlò del mare, mi disse che lei aveva una casa e che fra un mesetto sarebbe arrivato il caldo e che si poteva andare lì tutti assieme.
In casa ci saremmo fatti la doccia, cambiati il costume, svestiti e rivestiti chissà quante volte e in quei casi poteva nascere qualcosa, bastava volerlo mi disse!!!
Dopo quella volta feci l’amore con lei altre due volte a casa sua e la portai a casa mia altre tre volte, poi scoppiò l’estate e cominciò a lievitare nelle nostre teste bacate l’idea della sua casa al mare. Così il dieci di Luglio partimmo tutti verso la riviera ”””

Alla prossima puntata’ dove ci sarà da divertirsi’..

Buon sesso a tutti da parte di Ombrachecammina
Email: alexlaura2620@libero.it

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