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La giornata era finalmente arrivata, di quelle che cambiano la propria vita… non per me, ma sicuramente per tutti i ragazzi e le ragazze che sarebbero passati in giudicato. La seduta di laurea stava per iniziare ed io stavo ultimando di mettere in ordine il portatile con tutta la documentazione necessaria per la convalida dei voti ma anche il materiale di Luisa.
Ebbene si, perché quella giornata era anche quella in cui la migliore studentessa laureanda che io avessi mai avuto stava per coronare il sogno di una vita, quello di laurearsi e intraprendere il primo passo nella carriera che aveva sempre desiderato.
Diedi un ultimo sguardo, per sicurezza, sia alla sua presentazione di tesi che al riassunto di discorso che mi aveva inviato giorni prima e sulla quale avevamo più e più volte provato fino alla raggiunta perfezione la parte dell’esposizione orale. Si, era pronta, e c’erano già pochi dubbi su come sarebbe andata… mancava solo l’ufficialità e sarebbe potuta essere la prima persona sotto la mia esclusiva supervisione a meritarsi il massimo dei voti.

Tutto era perfetto, come pensavo, “ma non si sa mai” dissi tra me e me prima di raccogliere tutto il necessario nella mia borsa in pelle e ponendo accuratamente il portatile nella tasca imbottita per evitargli sobbalzi, vibrazioni e urti imprevisti. Lasciato l’ufficio al quarto piano del mio edificio mi diressi verso l’ascensore che portava al piano terra e da lì discesi le scale verso le aule principali dell’ateneo dove le commissioni di laurea stavano per aprire le rispettive sedute.
Abbigliamento della giornata una via di mezzo tra l’elegante e la necessità di combattere il caldo asfissante del Luglio torrido che stavamo vivendo in quell’annata, camicia bianca con cravatta rossa al di sopra di pantaloni scuri e scarpe stile classico. Tutto ciò decisamente adatto anche alla mia fisicità visto il petto e le spalle larghe che non tradivano i lunghi anni di piscina da giovane e la palestra che da qualche anno avevo ripreso a frequentare.

Al mio arrivo ovviamente eran tutti fuori ma dentro l’aula non c’era ancora nessuno, ed io mi affrettai con cura maniacale a collegare proiettore e microfono al computer così da rendere possibile la visione delle presentazioni sullo schermo apposito.
Fatto questo mi presi qualche secondo per riprendere fiato e scaricare la tensione dell’attesa visto che a minuti l’aula sarebbe stata gremita ed io avrei fatto il mio esordio da presidente di commissione, cosa totalmente insperata visto l’elevato livello dei colleghi presenti accanto a me ma che all’unanimità avevano appoggiato quella candidatura rendendo praticamente automatica la scelta in mio favore.
Iniziarono quindi ad entrare tutti e io scattai in piedi come punto da uno spillo quasi a voler nascondere il fatto che fossi stato semplicemente seduto nell’attesa… il successivo salto con annessa perdita di un colpo al cuore e di respiro fu dovuta alla vista di lei, Luisa, che si presento con un vestito rosso fuoco meraviglioso che ne fasciava le curve del corpo in maniera ancor più perfetta del suo operato di studio.

Sembrava totalmente diversa dalla studentessa che avevo frequentato nei mesi passati, con la quale a dire il vero da parte sua non erano mancati tentativi di approccio ai quali io avevo risposto sempre con un professionale “Luisa… non esagerare, ricordati che sei in procinto di laurearti sotto la mia supervisione.” ma non perdevo dal canto mio di ammirare quelle forme racchiuse nei top e nei pantaloncini corti e piuttosto attillati con cui la furbetta non faceva a meno di indossare quasi ogni giorno assumendo in maniera più o meno casuale pose per farmi notare le forme generose che madre natura le aveva concesso e che la freschezza della sue età le permetteva di mostrare nel massimo dello splendore. Sistematosi tutti al proprio posto iniziai l’introduzione alla giornata dando il benvenuto a tutti e presentandomi dicendo le solite cose sul perché ci trovassimo lì e concludendo con la frase meno ascoltata del mondo in quelle occasioni… di applaudire solo al termine della proclamazione e non di volta in volta alla lettura dei nomi dei candidati.

La sessione si svolse senza eccessivi intoppi e rallentamenti ed ecco che infine si giunse al momento della proclamazione finale dei giudizi in cui… Luisa fu premiata con un 110 e lode e stretta di mano dell’intera commissione alla quale ella rispose con un ampio sorriso prima di correre a festeggiare con i suoi amici e familiari presenti.
Mi sentivo orgoglioso come mai prima d’ora, una serie di emozioni indescrivibili percorrevano il mio corpo mentre intravedevo tra la folla dei presenti Luisa che si dava al massimo della gioia e della spensieratezza dopo quei mesi difficili di studio e concentrazione massima. Ce l’aveva fatta! Prima di andar via al termine ecco che si avvicinò a me che ero rimasto in zona salutandomi con una formale stretta di mano “Grazie mille Proffy, a presto!”. “Proffy”, pensai tra me e me a quello strano ma anche simpatico nomignolo che mi aveva riservato, ricordando i tanti momenti felici passati insieme, risposi al saluto porgendolo anche a tutti coloro che insieme a lei si erano presentati per festeggiare quell’occasione prima di tornare al dipartimento per riprendere la normale attività accademica d’ufficio.

Nel tardo pomeriggio, mentre ero intento a terminare di stendere una bozza di relazione su un argomento che avrei dovuto approfondire in ambito lavorativo, ecco che un suono di nocche che bussano alla porta del mio ufficio colse la mia attenzione; a quell’ora ero quasi l’unico ad essere ancora presente in dipartimento per cui risposi con un distratto “avanti” senza curarmi di alzare più di tanto la voce supponendo fosse qualcuno che aveva sbagliato ufficio o il personale delle pulizie che controllasse se ci fosse ancora qualcuno per iniziare a fare il proprio lavoro.
Al mio invito la porta si aprì e con mia immensa sorpresa Luisa fece il suo ingresso richiudendosi la porta alle spalle e, cosa che era tutt’altro che solita, girando il blocco dall’interno per evitare che qualcuno entrasse a sua volta.
Sentendo il rumore del blocco il mio sguardo si sollevò dallo schermo fissandosi su di lei “Cosa ci fai qui… dovresti essere a festeggiare con i tuoi amici e i tuoi familiari.” dissi io notando che aveva indosso lo stesso vestito della mattina, ma qualcosa in lei era diverso, nello sguardo e negli atteggiamenti.

“Hai ragione Proffy ma… con loro festeggerò domani. Ora sono qui per ringraziare te, che hai fatto in modo che tutto ciò potesse avvenire” disse mentre poneva il suo cellulare su uno scaffale della mia libreria ed avviava una traccia musicale quasi contemporaneamente iniziando a muoversi sinuosamente e sensualmente avanzando verso la mia scrivania con gli occhi di un castano scuro che le brillavano come mai prima di allora. “Luisa… cosa fai… ricorda che…” feci io per rispondere ma lei sporgendosi in avanti mi pose due dita sulle labbra per stoppare il flusso delle mie parole sussurrandomi all’orecchio “No, Proffy, ora non sei più il mio professore… non cercare altre scuse… ho percepito il tuo sguardo su di me durante ogni singolo giorno passato assieme… ed oggi diventerò finalmente tua!” a quelle parole il mio corpo e il mio animo ebbero un sussulto e a giudicare dalla sua risatina maliziosa questo non passò inosservato nemmeno a lei. Si mosse più vicina afferrando la mia sedia girevole così da avere lo spazio per salirmi a cavalcioni mentre le nostre labbra si unirono in un bacio leggero all’inizio ma che si fece presto umido ed appassionato con le lingue che vorticavano furiosamente dentro e fuori le nostre bocche.

Le mie inibizioni saltarono totalmente ed ecco che le mie mani scesero giù sotto l’orlo del suo vestito lentamente sollevandolo e incredibilmente non sembrando incrociare lungo il tocco sulla sua pelle fremente nessun tessuto ulteriore, cosa di cui ebbi conferma una volta che lei togliendolo si espose totalmente nuda al mio sguardo sorpreso e allo stesso tempo eccitato all’inverosimile “Prima di entrare ho tolto tutto.. solo per te Proffy” la sentii sussurrare prima che come una gattina mi si strusciasse addosso andando in basso per spogliarmi e iniziare a farmi un pompino che fin dal primo istante mi portò in paradiso. Succhiava e pompava come nessuna aveva mai fatto prima, le sue mani stimolando la parte che tra una ingoiata completa e l’altra restava fuori e dando calorose strizzate ai testicoli che contenevano quel succo che lei ardeva per ricevere e che ben presto io esplodendo le riversai in bocca e giù in gola. Gli occhi di lei fissavano in alto verso i miei in completa adorazione e sottomissione spontanea mentre la lingua ripuliva ogni centimetro di carne pulsante prima di lasciarmi libero e salire di nuovo a cavalcioni, iniziando una furiosa cavalcata degna delle migliori amazzoni.

Furono attimi e minuti lunghi un’eternità, gemiti e sospiri di entrambi che crebbero a dismisura venendo in buona parte assorbiti dal continuo baciarsi e donarsi l’un l’altro con passione e lussuria come solo due persone che sono fatte per stare insieme e darsi il più alto dei piaceri possono fare.
Le afferrai le cosce e incurante di tutte le cose che si udirono cadere per terra la feci accomodare sulla scrivania, alzandomi in piedi e continuando a possederla con tutto il trasporto possibile fino a quando le contrazioni e il pulsare dei nostri corpi decretarono il sopraggiungere del culmine di quel meraviglioso amplesso “Vienimi dentro Proffy… fammi tua per sempre… riempimi tutta!” sospirò Luisa tra i nostri baci appassionati e così fu… le venni dentro svuotando tutto me stesso nello stesso istante in cui avvertii le pareti stringersi e mungere ogni singola goccia di piacere fuori dal mio corpo.
Restammo lì, carezzandoci e dandoci bacetti l’un l’altro… tutto iniziò così e da quel giorno, non eravamo più un professore e una studentessa, ma due amanti che vivevano solo per darsi piacere l’un l’altro.

Rieccomi a presentare a voi un nuovo racconto, probabilmente di ispirazione per una serie sulla quale però sto ancora pensando sul come e quando iniziare a lavorare visti i tanti impegni.
Attendo i vostri giudizi e commenti sia qui sul sito che alla mia e-mail personale.

E-mail di contatto: madip@hotmail.it

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