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Flavia e il timido momento della novità.

By 21 Ottobre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Oggi è un’altra di una serie infinita di giornate in cui vorrei scomparire.

Mi sono appena alzata e la mia agenda è colma di impegni e scadenze da rispettare entro oggi, il mio lavoro è un inferno, mi ritrovo sulla scrivania fascicoli e centinaia di pagine da rivedere, correggere e spedire, scartoffie varie da sistemare, tutto questo è ciò che il mio lavoro prevede quotidianamente.
Lavorare per una casa editrice non è poi così entusiasmante come pensavo, poi il mio capo…il signor Donati, che uomo pignolo e arrogante; un cinquantenne dai capelli bianchi rigorosamente pettinati con una riga laterale ed un ciuffo corto sulla sinistra, sempre vestito con una certa elegante formalità, le sue camicie di seta gli donano quel tocco da gentleman francese, il suo sguardo è penetrante, e il suo profumo si propaga per tutto l’ufficio. Sembrerebbe un uomo affascinante, sempre ben curato, colto, insomma il tipico damerino amato dalle donne, beh in realtà lo è ma il mio rapporto con lui è frustrante e deprimente, giudica sempre male ogni mio lavoro, il suo unico scopo giornaliero è quello di rimproverarmi e rovinarmi la giornata con le sue agghiaccianti lamentele. Quell’uomo è straziante, quando la mattina mette piede a lavoro sento il suo profumo propagarsi in tutto l’ufficio, è comincio a tremare pensando ad un suo imminente rimprovero giornaliero. Oggi per fortuna non ha avuto molto da ridire sul mio conto, era troppo impegnato a fare il cascamorto a Francesca, una mia collega, è convinto che un giorno riuscirà a portarsela a letto, ma Francesca non gliela darà mai, è troppo presa da Giorgio, l’addetto alle fotocopie, un venticinquenne appena arrivato, alto moro con degli occhi che ricordano due zaffiri lucenti.
Non ho mai tempo per me, non tocco un uomo da secoli ormai, passo le mie giornate interamente a lavoro, e la sera quando torno a casa stanca mi limito a guardare un film ed accarezzare il mio gatto, Karen. Ogni tanto quando sento quel bisogno frustrante di avere un contatto intimo provo a toccarmi, è l’unico modo per svagare dall’agonia delle mie noiose giornate lavorative.

Finalmente sono tornata a casa, stanca come al solito, mangio qualcosa al volo e poi vado a farmi un bel bagno caldo.
Finalmente vado in bagno, riscaldo l’acqua e inizio a riempire la vasca, metto molto bagno schiuma, voglio proprio immergermi in una candida nuvola profumata. Adesso inizio a spogliarmi, tolgo per prima cosa le scarpe, delle bellissime decolté di vernice rossa, poi abbasso la cerniera della gonna, facendola scivolare giù per il pavimento, sfilo anche le calze, delle autoreggenti color miele e rimango con la camicia di raso bianca, inizio a sbottonarla… dopodiché abbasso gli slip e li poggio sulla sedia accanto alla vasca, tolgo la camicia e slaccio il reggiseno, gettandolo per terra con velocità. Adesso posso finalmente immergermi nella calda e accogliente vasca, non vedevo l’ora. A farmi compagnia c’è un bel bicchiere di chardonnay rosso. “Era proprio quello di cui avevo bisogno”.
“Non voglio più uscire da questo piccolo paradiso, è tutto così rilassante”.
Mentre faccio spazio tra i miei pensieri inizia a solleticarmi una strana voglia, mmm… si è la libido che mi chiama, la mia dea interiore ha bisogno di saziare un certo appetito. Inizio così a toccarmi, facendo scivolare la mia calda mano bagnata sul bramante solco. Il piacere comincia ad aumentare lentamente, affondo un dito in profondità della mia vagina, è caldissima. Faccio scivolare l’altra mano e sfrego le mie dita contro il clitoride dolcemente, “godo”. Metto nella calda figa altre due dita, e spingo lentamente, appena il piacere comincia ad aumentare inizio a dare delle spinte più forti e più intense. Mi eccito ancora di più. Continuo su queste note per un po’, fin quando non riesco più a gestire la mia eccitazione, decido così di rallentare. Prendo una spazzola, la quale si trova su un mobile accanto la vasca, la impugno dalla parte delle setole e infilo il manico nella fica: “ohh sii! ” . Apro l’acqua e punto il getto sul clitoride, godo come una troia, e contemporaneamente continuo a spingere il manico della spazzola dentro la vagina. Adesso non non capisco più niente, il piacere è troppo. Finalmente arrivo all’estasi, vengo.
Esco dalla vasca ancora stordita dall’orgasmo, mi asciugo e metto il pigiama, adesso è l’ora di andare a dormire, domani mi aspetta un’altra giornata di duro lavoro.

6,15, quella stramaledetta sveglia non tarda di un secondo, devo vestirmi, truccarmi e andare a lavoro: “che strazio!”.
Dopo aver trovato parcheggio entro in ufficio, puntualissima come al solito, ma non trovo ancora nessuno, a parte Isabelle e Alessio che erano appena arrivati. Inizio subito il mio lavoro, senza perdere tempo, perché voglio provare a finire prima oggi, così potrò andare alla recita scolastica di mia nipote Lucia.
-Flavia!!!, esclama il capo, che era appena arrivato.
-Mi dica signor Donati.
– Venga nel mio ufficio, ho da discutere con lei su una questione importante.
-Arrivo signor Donati.
Entro nell’ufficio del capo, lui mi stava aspettando in piedi con una gamba appoggiata sulla scrivania in ebano, mi fissa con quel suo sguardo gelido e penetrante facendomi sentire piccola come un folletto impaurito.
– Bene signorina Flavia, avrei qualcosa da chiederle. Lei è stata sempre un’ottima dipendente, anche se sono stato molto duro con lei, devo ammettere che grazie al suo lavoro la casa editrice ha ricevuto vari apprezzamenti in questi ultimi due anni, quindi ho pensato di ringraziarla a dovere. Se lei è d’accordo potrà partecipare ad un viaggio, di 4 giorni, a nome della ditta, per la località di Bradenton, in Florida, in cui si terrà un convegno sulle migliori case editrici mondiali, se vuole invio subito i suoi dati e prenoto il volo anche per lei. A dimenticavo, si partirà venerdì mattina, e verrò anch’io ovviamente.
Sono rimasta a bocca aperta, non potevo aspettarmi una proposta del genere dal signor Donati, sono rimasta letteralmente senza parole, non potevo rifiutare un’offerta simile.
– Signor Donati accetto volentieri la sua proposta, le sono davvero molto grata, non so come ringraziarla.

Finalmente è venerdì, sono eccitatissima, il signor Donati verrà a prendermi tra meno di un’ora, non vedevo l’ora!!!
“Eccolo”. – Signore buon giorno.
– Buon giorno a lei signorina si accomodi pure, arriveremo all’aeroporto tra circa un’ora e mezza.
In macchina con noi c’è anche Francesca, non sapevo sarebbe venuta anche lei, il signor Donati avrà colto l’occasione per provarci, ma sicuramente farà un buco nell’acqua, Francesca è di soli due anni più grande di me, ha 30 anni, non farebbe mai certe cose con un cinquantenne sposato, nonostante sia un uomo affascinante e misterioso. Lei è una bellissima donna, con un fisico mozzafiato, snella con delle gambe lunghe e le caviglie affusolate, dei bei fianchi e un sedere tondo e sodo, ha dei capelli lunghissimi castano dorato e degli occhi da gatta color verde smeraldo. Porta spesso degli abiti un po’ succinti per il lavoro, le sue gonne non si avvicinano lontanamente al ginocchio, spesso quando si siede le si intravede il reggicalze rigorosamente in pizzo, e le scollature che porta mostrano gran parte del suo grosso e sodo seno.
Finalmente eccoci arrivati, il viaggio è durato tantissimo, è stato davvero devastante nonostante il confort del volo in business class.
L’agente del signor Donati ci sta mostrando le camere, una più bella dell’altra, è un posto paradisiaco, proprio quello che ci voleva.

Adesso siamo a cena, il signor Donati lancia dei particolari sguardi a Francesca, ma la cosa che mi sconvolge di più è il fatto che lei lo ricambia in modo naturale e invogliato. Questo gioco di sguardi dura per tutta la cena, a questo punto penso che tra Francesca e il signor Donati succederà qualcosa in queste notti, ma la situazione non mi interessa particolarmente, l’importante è che io mi rilassi beata in questo luogo meraviglioso.
– Signori la cena era squisita Chiedo scusa ma sono molto stanca penso di andare in camera a stendermi un po’.
Dico educatamente prima di fiondarmi in camera.

Finalmente posso stendermi tranquilla e rilassarmi. Mi tolgo le scarpe, i jeans e la camicia, rimanendo in intimo date le condizioni climatiche. Apro il frigo bar ed estraggo una bottiglia di Martini, ne verso un po’ in un bicchiere e inizio a sorseggiarlo pensando a questa splendida esperienza.
Questo Martini è davvero buono, ma dopo averne bevuto tre bicchieri comincia a girarmi la testa, penso proprio di aver esagerato questa sera. Mentre cerco di prendere sonno sento bussare alla porta, prima di aprire guardo dall’occhiello chi fosse, era Francesca, in vestaglia di seta e pantofole di raso bianche. Apro la porta e la faccio entrare.
– Flavia ho bisogno del tuo aiuto!. Esclama Francesca.
Non riuscivo a capire cosa le fosse successo, ha uno sguardo strano, e un sorriso spezzato, ma forse sono io che la vedo così, sono così brilla che a malapena riesco a reggermi in piedi.
Francesca mi prende per mano senza fiatare e mi porta nella sua stanza.
-Sdraiati sul letto. Mi dice , e si dirige verso il bagno. Adesso mi trovo sul suo letto in intimo mezza ubriaca ad aspettare qualcosa, ma che cosa?.
Torna con un provocante e succinto completino intimo, interamente in seta con dei piccoli dettagli in pizzo nero. E’ davvero sexy e poi a lei sta da favola, il suo seno sembra esplodere, e dal sottile tessuto di seta si intravedono i turgidi e duri capezzoli, mentre le sue natiche comprimono il sottilissimo strato di stoffa del suo perizoma. Non porta un reggicalze come al suo solito, ma tiene una vistosissima giarrettiera in pizzo nero e dettagli in seta argentea, un po’ vintage, sulla coscia destra.
– Flavia secondo te andrà bene al capo?.
– E’ bellissimo Francesca, davvero sexy.
Non so proprio cosa dire, è una di quelle situazioni talmente imbarazzanti che fai fatica a credere sia reale.
-Francesca posso andare un attimo nella toilette? e poi torno in camera mia così ti lascio in pace con il signor Donati.
– Va benissimo cara!.
Vado in bagno, accendo la luce e cerco di far attenzione a non precipitare per terra, abbasso le mutandine e mi siedo sul water. Faccio tanta pipì, avevo la vescica che stava scoppiando. Adesso che ho finito lavo le mani, e penso anche di fare un bidet, prima che la mia mente confusa ed ebbra lo dimentichi.

E’ arrivata l’ora di tornare in camera, apro la porta e trovo i vestiti del signor Donati sul pavimento, la luce era soffusa, comincio a capire qualcosa… Mi avvicino di più alla stanza e comincio a sentire dei gemiti, mi scappa un sorriso malizioso, ma sono curiosa così provo ad avvicinarmi di più e trovo francesca a posta a 90 gradi e il signor Donati che sculacciando le sode e tonde natiche di Francesca, penetra con il suo mostruoso cazzo la cavità anale di lei.
Quell’immagine mi fa scattare qualcosa, sento un brivido. Di colpo continuando a guardare quella scena sento che la mia fica sta diventando calda, faccio scendere la mano lentamente e l’appoggio sul sesso, sono tutta bagnata. Il membro del signor Donati era qualcosa di straordinario, di enorme, rendeva la sua figura ancor più virile di quanto lo fosse già, farei qualsiasi cosa pur di godere fra le sue cosce.
Francesca si gira, si inginocchia e inizia a succhiare e a leccare il grosso cazzo del signor Donati. Lui ansima di piacere, e con una mano tiene la testa de Francesca spingendo il membro più affondo possibile, la gola di Francesca riusciva ad ospitare l’intera verga.
Sono talmente eccitata che bramo dalla voglia di godere, decido così masturbarmi guardando quell’arrapante spettacolo.

Il signor Donati scaraventa Francesca sul letto, le sale addosso e infila il suo fallo delicatamente nella vagina, fa dei movimenti circolari e lenti, poi comincia ad aumentare gradualmente la velocità fino a sbatterla con violenza.
Francesca gode! ansima ed emette gemiti incontrollati, questo rende la situazione più piccante.
Faccio cadere per sbaglio la piantana già storta sul pavimento, i due sentono il rumore, e Francesca presa dal piacere del momento si avvicina verso di me. Il signor Donati la segue, toccandosi il membro.

Francesca si inginocchia e affonda una mano nella mia bramante carne, dopodiché la estrae fradicia dei miei umori e la mette in bocca, leccando ogni goccia della mia intimità. Donati mi prende e mi scaraventa sul letto. L’unico mio desiderio è quello di farmi possedere. Francesca lo raggiunge a letto, si mette supina sopra di me mi toglie il reggiseno, afferra uno dei miei seni, il capezzolo diventa duro e avvicina la sua bocca su di esso, inizia a succhiarlo… poi lo morde e lo lecca, mentre Donati fa scivolare la mano tra le sue cosce, affonda il pollice dentro la calda e bagnata fica di Francesca e strofina il resto delle dita sul suo clitoride. Appena Francesca finisce di giocare con i miei capezzoli comincia a scendere verso la vulva, appoggia le sue carnose labbra su di essa e fa uscire la lingua, sono sempre più eccitata, mi lecca il clitoride lentamente e infila un dito nella fica, sento delle scosse su tutto il corpo, non avevo mai goduto così tanto in vita mia. Donati mi gira e mi mette a pecora, infila il suo enorme cazzo dentro la mia vagina e comincia a sbattermi come una troia, Francesca invece continua a leccarmi il clitoride sempre più forte sempre più intensamente. Abbasso la testa posizionandola verso la figa di Francesca poggiando le braccia sulle sue cosce, inizio a leccarla anch’io, il suo clitoride pulsa e il mio viso viene bagnato dai suoi umori, il piacere si intensifica sempre di più, mi sento svenire. Donato continua a chiavarmi per bene, sempre più forte, il suo cazzo è completamente dentro di me.

“Non ce la faccio più”. Sento che sto per esplodere , il piacere è troppo, sfogo tutto in un orgasmo, uno dei più belli e più intensi della mia vita. Donati sgancia il suo pene dalla mia figa e lo posiziona su quella di Francesca, la sbatte con violenza, mentre lei grida dal piacere. All’improvviso Donati viene, spruzzando una grossa quantità di sperma sul viso di Francesca. Io ancora eccitata da quella visione afferro il cazzo già barzotto di Donati e lo metto in bocca, gustando quello che resta del suo seme, sento l’aspro sapore che scende in gola che lascia poi posto all’amaro.

Timidamente sgattaiolo nella mia camera, mi stendo sul letto e incredula dell’accaduto mi abbandono nel sonno.

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