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I CAMBIAMENTI DELLA VITA. LA MOGLIETTINA GRAVIDA.

By 24 Novembre 2016Aprile 22nd, 2020No Comments

La mia vita &egrave cambiata 18 mesi fa. Mia moglie, compagna di vita da 27 anni, &egrave stata vittima di un incidente ed &egrave deceduta. Questa cosa mi ha prostrato enormemente, ho perso interesse verso il lavoro, il fatto che i figli abbiano intrapreso carriere all’estero, da elemento di orgoglio, si &egrave trasformato in un peso. Mi sono sentito solo, e probabilmente stavo cadendo in depressione.
Così, insieme ai figli ed al mio socio, ho deciso di andare in pensione anticipatamente, liquidando la mia quota dello studio professionale che avevo costruito e di dedicarmi ai viaggi, ai miei interessi, alla gestione di un paio di immobili che mi garantiscono un reddito mensile non elevatissimo ma soddisfacente.
I primi mesi ho visitato i ragazzi, uno in Lussemburgo e la ragazza a Parigi ma ho limitato le visite a pochi giorni, ormai loro hanno la loro vita e sebbene mi ricevano volentieri, hanno i loro impegni. Ho visitato alcune città che mi interessavano ed ho trovato un mio equilibrio.
In questo equilibrio ho inserito la visita giornaliera o quasi ad un centro commerciale prossimo a casa mia dove ho scoperto che nonostante i miei 54 anni posso ancora risvegliare interesse nelle donne. Un interesse molto concreto e carnale, che credevo esistesse soltanto nel mondo dei desideri, non nella vita reale. Questa &egrave una delle avventure che ho vissuto in questo nuovo periodo della mia vita.
Un giorno di Luglio, caldissimo, ero dentro il mio supermarket preferito, essendo un cliente abituale ormai conoscevo molti operatori. Soprattutto le donne che vi lavoravano. Ricordo che ero al banco gastronomia in attesa del mio turno quando ho notato una ragazza incinta. Dal volume della pancia doveva essere vicina al termine della gravidanza. Era bassina, con gambe magre e slanciate, una gran pancia ed un viso dall’ovale molto bello. Capelli castani di media lunghezza. Indossava un vestitino leggero, lungo fino al ginocchio, e sandali bassi. Senza trucco. Non il mio tipo nel complesso, sembrava una bimba. Aveva il numero prima del mio. Ha chiesto informazioni all’addetta ed io mi sono intromesso, dandole dei consigli e lei mi ha ringraziato guardandomi con due occhi enormi, castano chiari. Dopo alcuni minuti la ho incontrata in una corsia, voleva prendere un flacone di sapone in alto e non ci arrivava. La ho aiutata e mi sono presentato, lei si chiama Samantha, Sam per gli amici. Il flacone non &egrave stato comprato, ho pensato potesse essere una scusa per un nuovo contatto. Allora ho offerto di andare a bere qualcosa di fresco al bar di fianco al centro commerciale. Lei mi ha fissato per un attimo prima di accettare con un gesto della testa molto carino. Ha abbassato il mento in un cenno di assenso che mi ricordava la sottomissione alla volontà di un superiore.
Abbiamo posato la spesa sulla mia auto e lei &egrave stata colpita dal lusso del mio Suv, ha detto di amare le auto grosse ma di non potersele permettere.
Al bar abbiamo preso due caff&egrave scecherati, con un goccio di Baileys. Dapprima non voleva, l’alcool poteva nuocere alla bimba, ma poi ha accettato quando ho insistito garbatamente ma fermamente. Eravamo in un tavolo d’angolo, lontani dalla vetrina e ha iniziato a raccontarmi della sua vita. Venticinque anni, da due sposata con Luca dirigente di banca (o impiegato) vive vicino Torino ma i genitori abitano nel mio stesso corso e quindi oggi ha deciso di far la spesa in questo super prima di andare dalla madre. Il parto &egrave previsto per fine Luglio, inizio Agosto. Si tratta di una bimba, di cui non hanno ancora deciso il nome. La ascoltavo con interesse evidente, si capiva che voleva qualcuno che le dedicasse attenzione. Dopo mezz’ora mi ha detto che doveva andare dalla mamma e che erano mesi che non stava bene come con me, che tutti si preoccupano della bimba e nessuno si occupa di lei, che si sente trascurata. Una ‘incubatrice vivente’ ha detto. Al che ho iniziato a complimentarmi con lei, a farle notare come la gravidanza la rendesse bella ed interessante, a complimentarmi per la figura snella al di fuori della pancia. Si vedeva chiaramente che questi complimenti le erano graditi. Siamo usciti dal bar e, dopo aver preso la spesa mi ha salutato. Non le ho chiesto il numero di telefono, appositamente, mi chiedevo se lo avrebbe fatto lei. Non lo ha fatto. Occasione buttata, ho pensato, e sono tornata a casa.
Il giorno dopo, a metà mattina, ricevo una telefonata. ‘Carlo? Ciao, sono Emma la capo cassiera del Carrefour. Volevo informarti che la signora incinta di ieri &egrave tornata a cercarti, mi ha chiesto di te. Le ho detto che tu vieni tutti i giorni. Ho fatto male?’ Ho ringraziato Emma e mi sono avviato verso il super. Arrivato ho subito individuato Sam, indossava un vestitino fantasia, più corto di quello del giorno prima e leggermente più scollato, con una fascia sotto il seno che valorizzava la sua figura. Sempre i sandali senza tacco ma si era truccata e dipinta le unghie. Era più carina e sexy. Mi sono avvicinato salutandola. Solita trafila, dopo una brevissima spesa siamo andati al bar. Solito caff&egrave freddo e solito tavolino, come la volta precedente ha iniziato a parlare, abbiamo constatato di avere alcuni interessi in comune: gli orologi meccanici, il cibo a base di pesce, le auto di alto livello. Alcuni interessi erano strani per una ragazza ma le erano stati trasmessi dal padre. Ogni tanto condivo la frase con complimenti e le toccavo il polso, il braccio. Cercavo un contatto, lei non si sottraeva, non sembrava essere disturbata da questi piccoli gesti d’intimità, poi mi chiede: ‘Scusa Carlo, ma devo farti una domanda personale. Tu hai avuto due figli. Durante la gravidanza com’erano i rapporti con tua moglie?’. Boom, sono sorpreso, ma ricordo che si &egrave trattato di un periodo molto particolare nella nostra vita di coppia.
‘Durante la gravidanza, finito il periodo delle nausee, io e mia moglie avevamo un rapporto splendido. Eravamo ancora più uniti e consapevoli di essere nel momento cruciale della costruzione della nostra coppia. Inoltre lei, forse per via delle variazioni ormonali, era più bisognosa di affetto. Sono stati mesi favolosi, io la trovavo molto eccitante. Come te” concludo. Lei arrossisce, la domanda era ambigua e la risposta &egrave stata molto esplicita.
‘Ma, come facevate per il bimbo?’ domanda tenendo gli occhi sul bicchiere.
Le prendo una mano tra le mie: ‘Intendi nell’intimità? Il ginecologo ci ha detto che il sesso non crea nessun problema al feto, ovviamente non potevo saltarle sopra ma abbiamo avuto una sessualità piena e molto soddisfacente. Lei aveva più voglia del solito. Ed anche io’ chiarisco in modo diretto. ‘Per te, anzi per voi, non &egrave così?’ chiedo.
‘Non direi, saranno sei mesi che Luca non mi tocca. Prima avevo le nausee e non ci pensavo proprio ma dopo” secondo me lui mi trova brutta, obesa. Che abbia un’altra?’ il tono di voce &egrave acido ed insoddisfatto. Luca non la fa sentire amata e desiderata.
‘Magari &egrave solo uno stupido, sei così bella e sexy’ mentre dico queste parole le accarezzo il polso e avverto un tremore, un brivido.
Cambia discorso. Io vado a pagare. Il barista mi chiede: ‘Allora, com’&egrave scoparsi la mammina?’ con aria da impunito. ‘Non lo so’. Rispondo.
‘Non lo sai ANCORA, ti guarda come fossi la madonna. Te la darebbe qui se foste soli. Poi fammi sapere, che sono curioso.’ Conclude dandomi il resto e sogghignando. Lo saluto.
Mentre usciamo propongo di scambiarci i numeri di cellulare, lei accetta e mi dice che anche domani andrà a trovare la mamma. In compagnia le giornate sono più brevi e con questo caldo a casa impazzisce. Ci diamo un mezzo appuntamento per la mattina dopo, sul presto, prima che scoppi l’afa. Alle nove apre il super.
Il giorno successivo io sono nel parcheggio alle otto e trenta, faccio colazione e guardo fuori. Dopo pochi minuti arriva lei, con la sua vecchia Polo.
‘Ciao Sam, vuoi fare colazione?’ ‘No, l’ho fatta a casa. Grazie’ indossa un abitino azzurro, corto a mezza coscia. Spalline a canottiera e cintura sotto il seno blu che valorizza la figura. Capelli sciolti, trucco più intenso e i soliti sandali senza tacco.
‘Sei splendida anche oggi, devi comprare qualcosa al super?’ le dico ammirandola.
‘Veramente no. Non mi serve nulla.’ Risponde.
‘Allora perché non vieni da me, ti mostro la mia collezione di cronografi meccanici.’
‘A casa tua?’ domanda con tono incerto.
‘Certamente, ma non temere. Non mordo e nessuno ti vedrà, entriamo nel garage e da lì accediamo a casa mia direttamente.’ Rispondo sorridendo, le porgo la mano.
Lei la prende, sorride a sua volta e ci avviamo alla mia vettura.
Il mio appartamento occupa metà dell’ultimo piano di un palazzo degli anni ottanta. La vista spazia dal parco fino alle montagne e l’appartamento &egrave sorprendentemente fresco, lasciando le finestre socchiuse si crea un ricircolo che mantiene la temperatura ad un livello gradevole senza bisogno di utilizzare impianti di climatizzazione. Le faccio visitare l’appartamento, il salone con vista sul parco e terrazzo, la cucina, la camera degli ospiti e lo studio ricavati dalle camere dei ragazzi. Infine c’&egrave la mia camera, la ho ristrutturata da poco. Pareti scure, il soffitto e una parete sono coperte da specchi, in mezzo c’&egrave solo il letto con una televisione grande appesa di fronte. Ho poi una cabina armadio per gli abiti ed il bagno. E’ sorpresa dall’assenza del WC che ho fatto rimpiazzare da una turca in acciaio. Non posso spiegarle che davanti &egrave nascosta una telecamera che riprende le mie ospiti mentre pisciano. E’ una mia piccola mania. Come anche non posso dire delle altre telecamere nascoste in camera da letto. Nel bagno si distrae notando il rivestimento in marmo verde e la vasca con idromassaggio, ormai il suo cervello &egrave in modalità: ‘Non esistono problemi’ ha saltato il fosso, non vuole che nulla la fermi. E’ pronta. Torniamo in cucina, le offro un bicchiere di spumante dolce e brindiamo.
‘A noi’, quindi la bacio. Lei non si ritrae, anzi dopo un’esitazione iniziale partecipa con entusiasmo, le bacio il collo, le orecchie, la faccio distendere sul divano ed accarezzo il suo corpo complimentandomi per ogni curva, per ogni rilievo, per la morbidezza della pelle e il turgore del sedere e del seno. Le sfilo il vestito, resta con un intimo bianco molto banale. Le raccolgo i capelli con un elastico in modo che non mi infastidiscano mentre la bacio, le slaccio il reggiseno e le massaggio i capezzoli. Sono scuri e duri, con una areola molto grossa. Sono sensibili, mentre li massaggio lei mugula e si lamenta. ‘Ti faccio male?’ le chiedo.
‘No, no continua così. Mi piace &egrave che non sono più abituata.’ Le sfilo le mutande, la figa &egrave fradicia di umori. Non &egrave depilata, bisognerà provvedere. Da quando sono solo ho sviluppato delle preferenze ben precise in ambito sessuale, non amo i peli, adoro rivedere le mie donne in video, mi piace vederle accondiscendenti alle mie richieste, farle diventare porche e liete di esserlo. Ma questa storia con una donna vicina al termine della gravidanza mi eccita in modo particolare.
Mi posiziono in mezzo alle sue gambe, lei distesa sul divano del salotto, e la lecco. La vagina &egrave gonfia ed emette tantissimi succhi. Il sapore &egrave particolare, non saprei se per la gravidanza o &egrave una caratteristica personale. Non mi ricordo i precedenti di mia moglie, sono passati oltre venticinque anni dall’ultima gravidanza. In breve inizia a smaniare, muove la testa, accelera il respiro, un po’ cerca di respingermi ed un po’ di attirarmi dentro di lei, le inserisco un dito nella vagina e lo muovo, poi lo spingo fino all’ano e la penetro anche lì. Arriva ad un orgasmo molto intenso, mi lava la faccia con i suoi umori.
Mi accomodo di fianco a lei e la accarezzo, i seni, la pancia, le gambe. Mi tolgo alcuni peli dalla bocca e ne approfitto per farle presente che può depilarsi, anche in previsione del parto. Lei arrossisce e si scusa.
‘Ti &egrave piaciuto, bambina?’ le chiedo continuando ad accarezzarla. ‘Molto, non mi ricordavo che fosse così bello.’ ‘Forse con Luca &egrave meno bello’ rimarco ridendo. ‘Certamente, hai ragione’ &egrave la risposta che volevo sentire da lei. ‘Ora cosa vorresti che facessimo?’ le chiedo per farla scoprire, per tirare fuori i suoi desideri, le sue voglie. Arrossisce e mi bacia: ‘Facciamo l’amore’ mi propone. ‘Ma io sono vestito, prima devi spogliarmi’ le faccio notare. Mi apre la camicia, a fatica, mi slaccia i pantaloni e li abbassa, quindi mi abbassa i boxer estraendo il mio uccello, duro e lucido di desiderio. La guido a prenderlo in bocca, lei lo ingoia tutto e lo succhia con abilità. Forse la mammina &egrave meno ingenua di quanto credessi. Mi accarezza i coglioni, l’interno cosce e sale fino allo sfintere che sfiora con un dito, cazzo &egrave brava la ragazza. La interrompo per non godere. La prendo per mano e la conduco verso la camera da letto. Mentre ci avviamo la bacio e le accarezzo il pancione. Mi chiede: ‘Ma ti piace realmente? Non trovi che mi renda goffa, sproporzionata?’. ‘Non dirlo neanche per scherzo, mi piace e portato da te mi eccita. Sei tutta magra e con questa pancia magnifica. Guarda solo ad accarezzarlo il mio uccello da’ segni di impazienza.’ Le rispondo indicando il mio uccello turgido e desideroso di entrare in lei. Ci baciamo, colgo la sua gioia nel sentirsi desiderata.
La faccio sdraiare sul letto e mi posiziono di fianco a lei, continuando ad accarezzarla, anche nelle intimità. ‘Possiamo spegnere la luce, mi vergogno con tutti questi specchi e la luce” mi chiede con tono timido. ‘Amore mio, bambina adorata, facciamo come desideri ma a me piace tanto vederti. Voglio che tu sappia che io voglio te, desidero te, amo te e nessun altra.’ Il suo volto si apre in un sorriso felice: ‘Hai ragione, scusami &egrave meglio con la luce accesa. Anche io voglio guardarti mentre facciamo l’amore.’ Mentre le lecco i capezzoli le infilo prima uno e poi due dita nella vagina, muovendole dentro di lei. E’ calda e bagnata.
Mi appoggio alla testiera e la invito a montarmi sopra, &egrave meglio che sia lei sopra di me. Mi guida dentro di lei, la sento bollente e liquida da tanto &egrave eccitata. Entro fino in fondo, con una mano le accarezzo il pancione e con l’altra le manipolo i seni, strappandole dei gridolini. Si muove sopra di me, chiudendo gli occhi.
‘Amore mio sei bellissima!! E’ splendido vederti come cavalchi il mio cazzo. Si vede che ti piace, te lo stai godendo tutto, porcellina.’ Mi piace esprimermi in modo volgare e soprattutto mi piace che lei partecipi, si senta porca, si senta posseduta totalmente da me. Le pizzico i capezzoli fino a quando anche lei non inizia a mostrare il suo piacere. ‘Siiii, così scopami, fammi godere amore mio. Mi piace essere scopata da te, sei un amante splendido.’
‘Continua così, troietta, vuoi che ti riempia la figa o vuoi farmi venire con la bocca? Cosa preferisci bambina mia, troietta mia, vaccona gravida. Allora, rispondimi vacca!’ la apostrofo in preda all’eccitazione. ‘Riempimi con il tuo seme, vienimi dentro. GOOOODOOOOOOOOO!!’ E così dicendo si lascia andare sopra di me, cercando la mia bocca e poi leccandomi il collo e le orecchie, mentre io vengo dentro di lei. Si sposta al mio fianco, quando l’uccello esce da lei le scappa un mugolio di piacere, quindi cerca di riprendere il controllo della respirazione. Voglio continuare nella mia opera di esplorazione e di approfondimento della conoscenza, devo capirla se voglio che mi sia devota. Mi appoggio su un gomito e ricomincio ad accarezzarla, il seno, la pancia e poi scendo fino alla vagina, infilo due dita dentro di lei, raccolgo il mio seme misto ai suoi umori e li porto alla sua bocca. Mi guarda con aria interrogativa: ‘Lecca, senti che buono. In fondo &egrave come se mi facessi un pompino.’ Apre la bocca e lecca le dita. Ripeto l’operazione due, tre, quattro volte fino a quando noto che la cosa le appare normale, ovvia, anzi la eccita. ‘Troietta, sei di nuovo eccitata, vero porcellina?’ lei arrossisce. ‘Non devi arrossire, devi dirmi che hai ancora voglia di scopare, che desideri il mio cazzo, che vuoi che ti fotta ancora. Forza!!’ la apostrofo. ‘E’ vero, ho di nuovo voglia di te.’ Risponde con tono incerto, timido. La posiziono a sessantanove sopra di me, la bocca vicino all’uccello che subito imbocca e lecca. Figa e culo sono ora offerti alle mie cure. In balia della mia lingua e delle mie mani. E’ bravissima, oltre a spompinarmi mi penetra il culo con l’indice dopo aver leccato lo sfintere ed averlo abbondantemente lubrificato. Per essere giovane e sposata con un marito che la trascura &egrave capace. In breve lei inizia ad ansimare ma anche io devo cercare di concentrarmi per non venire troppo in fretta, la stimolazione della prostata insieme al lavoro della sua bocca mi eccitano enormemente. Mi stacco da lei, lasciandola appecorata, ed inizio a lecccarla da dietro, alternando figa e culo. Le mani le uso per carezzarle il corpo, soprattutto il pancione. Avverto dei movimenti provenire dall’interno di lei, la bimba scalcia ma Sam sembra non dare peso alla cosa. Sarà abituata &egrave il mio pensiero. Intanto ho riacquistato il controllo di me, e mentre con la mano destra continuo a stimolarle il clitoride mi metto al suo fianco e la bacio. Mi piace baciarla, &egrave intimo come un rapporto sessuale ma può durare molto più a lungo, le prendo la coda di capelli con la mano libera e la guido verso di me, impedendole qualsiasi altro movimento che non sia lo stare a contatto con la mia bocca. Il bacio sembra non finire mai, sento la vagina che cola, le sue cosce tremano.
‘Mi stai facendo venire con la mano.’ Mi informa.
‘Ti dispiace?’ le chiedo. Ma anche io voglio di più, voglio nuovamente venirle dentro. Mi sposto dietro di lei, appoggio il glande sulle sue grandi labbra e l’uccello viene risucchiato dentro di lei, mi muovo e lei inizia subito a godere, trema ed &egrave scossa dal piacere ma non mi basta, voglio che me lo dica, che esterni il suo piacere che lo manifesti per compiacermi ed aumentare il godimento.
‘Allora, bimba, sei contenta di essere venuta a casa mia, vero? Stai venendo alla grande vero?’
‘OH sii, stò venendo, godo da morire. Mi stai facendo morire di piacere.’
Mi abbasso a leccarle l’orecchio ‘ E pensa che ho un’età che potrei essere tuo padre.’ Le dico per provocarla. Il pensiero le raggiunge il cervello insieme all’esplodere dell’orgasmo. Inizia a gridare il suo godimento, per la prima volta lascia andare i suoi freni inibitori. Intanto io mi attacco alle sue tette e le strizzo i capezzoli. L’insieme di piacere e fitte di dolore prolunga il suo orgasmo, che sembra non voler finire. Io mi sposto davanti a lei e le porgo l’uccello: ‘Forza, ora leccalo e fallo tornare come nuovo. Dacci dentro bimba.’ Lei esegue ed io le sollevo il mento, voglio che mi guardi mentre mi lecca. Mi rivolgo a lei mischiando complimenti per la sua bellezza e bravura ad insulti ma lei non reagisce. Accetta tutto con piacere e si impegna a pulirlo alla perfezione. Quindi si accascia sul letto: ‘Sono distrutta, non ho più forze. Ma che ore sono?’
‘Le undici e trenta’ rispondo guardando il display della radio sveglia.
‘Cazzo, dovevo essere a pranzo da mia madre.’ Esclama Sam. ‘Devo andare in bagno’ esclama alzandosi. Io la aiuto e la accompagno.
‘Ma come faccio a fare pipì?’ mi chiede quando nota la tazza alla turca.
‘Ora ti spiego’ le dico aiutandola a sistemarsi, piedi ai lati e la faccio accovacciare, una maniglia sulla parete le fornisce supporto. Resta alcuni secondi in quella posizione, poi inizia ad urinare. Io sono davanti a lei e mi godo lo spettacolo.
‘Non puoi andare in camera, per piacere’ mi chiede lei. Devo mettere ben in chiaro chi comanda:
‘Bimba, abbiamo scopato fino a due minuti fa. Ora fai la verginella riottosa per farti vedere mentre pisci? Quella bella fichetta la ho saggiata in tutti i modi. Ora non farmi la finta santerellina. D’accordo?’
Lei annuisce, arrossendo. Mi avvicino a lei, il cazzo penzoloni e le prendo la mano libera, la sinistra e la porto ad accarezzarmi l’uccello. Lei si rialza.
‘Devo andare, si &egrave fatto tardi. Posso farmi un bidet?’
‘Non c’&egrave bidet, ti puoi fare la doccia, ma oggi voglio che tu esca così. Piena del nostro piacere, odorosa di sesso.’ Lai mi osserva sorpresa e turbata.
‘Sei un maiale’ mi risponde, ma intanto mi bacia.
La accompagno in salotto, mentre si veste nota una foto di me con i miei figli.
‘Che belli, sono i tuoi figli?’ E’ vero, sono due splendidi ragazzi.
‘Si, Andrea ha vent’otto anni, mentre Giulia ne ha venticinque.’
‘Come me?’ esclama sorpresa.
‘Infatti’ esclamo sogghignando ‘&egrave per questo che ti chiamo bambina. Prima, mentre facevamo l’amore, ho realizzato che &egrave come se scopassi mia figlia.’ Lei mi guarda stranita.
Mentre la riporto alla sua auto combiniamo di sentirci il giorno successivo.
Il giorno successivo Sam non mi chiamò. A sera ero piuttosto incazzato e cercavo di capire se avevo commesso degli errori: avevo spinto troppo su atteggiamenti volgari e provocanti? Possibile, anche considerando che stiamo parlando di una donna incinta in cui la presenza di sbalzi d’umore &egrave ai massimi livelli. Decido di aspettare, non muovermi almeno fino a Lunedì. Oltretutto nel WE devo andare a Parigi ad aiutare mia figlia nel trasloco, al rientro, lunedì mattina valuterò se chiamare la ragazza. Mi spiacerebbe perdere questa opportunità, una amante incinta &egrave un sogno ricorrente tra i miei desideri erotici. E lei mi sembra disponibile, potrebbe diventare veramente una maialina indimenticabile. La proverò a riagganciare sicuramente, magari con un approccio più soft.
Il lunedì mattina, dopo l’atterraggio, accendo il cellulare e mi arriva un SMS: ‘Ho chiamato alle 9,00 del ”, Samantha mi ha cercato. Molto bene, mi rilasso e cerco di prevedere cosa vorrà dirmi, per avermi telefonato al mattino presto forse voleva concordare un incontro. Ancora meglio. La chiamo:
S. ‘ Pronto, ciao Carlo, sono Sam ti ho cercato prima ma non eri raggiungibile”
C. ‘Ciao bimba, ero in aereo, ho trascorso il WE a Parigi. Splendida città, a te come &egrave andata?’
S. ‘Una merda, oltre al caldo ho bisticciato con Luca da sabato’
La interrompo: ‘ Luca?’
S. ‘Si, Luca, mio marito. Quello stronzo, mi ha fatto passare una domenica d’inferno..’
La interrompo nuovamente, prima che attacchi un pistolotto interminabile. Voglio passare al concreto: ‘Amore, sono in aeroporto, mi racconti quando ci vediamo. D’accordo? Quando possiamo incontrarci?’
S. ‘Io pensavo oggi, ma &egrave già tardi’. Facciamo domani mattina?’
C. ‘ Perfetto, a che ora esce di casa tuo marito?’
S. ‘Luca esce alle otto, per andare in ufficio’
Io insisto, voglio che sia consapevole che sta per tradire non Luca, ma il marito: ‘Luca? Ah, tuo marito vuoi dire. Chiamalo così, mi &egrave più chiaro altrimenti mi confondo con dei miei conoscenti. Allora facciamo alle otto e trenta al parcheggio del super, per te va bene?’
S. ‘Benissimo. Senti, scusa per venerdì ma non mi ricordavo di avere un’.’
La interrompo nuovamente, non ho voglia di ascoltare delle bugie, delle scuse: ‘Amore, non c’&egrave problema, va benissimo così. Volevo solo ricordarti una cosa, ti ricordi che ti avevo detto che preferisco se ti depili le parti intime. Altrimenti mi ingozzo di peli. Mi farebbe piacere che tu mi accontentassi.’
Silenzio.
S.’ Va bene, me ne ero scordata ma se ci tieni provvedo.’
C. ‘Grazie amore mio, mi fa mooolto piacere. Provvedi per domani, mi raccomando. Ed un lavoro accurato, totale, ci tengo. A domani, un bacio.’ Ora mi sento più sicuro, posso avviare la fase di presa di possesso. Voglio che diventi la mia troietta, ma in maniera consapevole, volontaria, voglio possederla in pieno, totalmente, e mi sembra che la situazione si metta bene.
La mattina successiva arrivo al parcheggio per le otto, sono in anticipo in modo da poter fare colazione con calma, vado al bar. Il gestore, quando vado a pagare, mi chiede:’ E allora? La futura mammina? Tutto bene?’
‘Si, tutto bene. Stà per arrivare.’
‘Ma &egrave diventata la tua amante? Poco prima di partorire? Pazzesco?’
‘Se succedono queste cose &egrave perché qualcuno non ha cura delle proprie cose, le trascura, le da’ per scontate. E finisce per perderle.’ Filosofeggio.
‘Hai proprio ragione, bisogna aver cura dei propri cari’ acconsente lui.
Esco dal bar proprio mentre Sam arriva, parcheggia prima del super e si avvia verso di me. Indossa un abitino già visto e i soliti sandali, oggi prendo provvedimenti in merito. Il trucco &egrave più curato del solito.
Le prendo la mano e la conduco alla mia auto, quando siamo saliti la bacio, lei risponde con passione.
‘Ho fatto quello che mi hai chiesto. Sono tutta depilata. Mi sembra di essere tornata bambina’ dice ridendo. Vuole compiacermi, molto bene.
‘Brava, mi fa piacere. Ora ti porto a fare shopping. Ti faccio un regalo, vedrai.’ Guido pochi minuti, fino ad un magazzino gestito da una coppia di cinesi che ho conosciuto. Hanno tutto, i soliti prodotti d’abbigliamento, bigiotteria, soprammobili e hanno un locale dedicato ed abbigliamento e biancheria sexy e sex-toys.
Entriamo e saluto il padrone, gli chiedo delle scarpe di corda che ho visto esposte, molto fresche ma con un tacco di alcuni centimetri. Chiedo a Samantha di provarle.
‘Vedi amore, con un minimo di tacco guarda come ti slanciano, e valorizzano il tuo culetto.’ La faccio girare di fronte allo specchio. Ne prendo due paia, nere e rosa. Chiedo a Lin di portare dei completi perizoma e reggiseno. Samantha si lamenta: ‘Con questa pancia non posso indossare queste cose.’ Non le do retta e le porgo uno dei perizomi che Lin ha portato. E’ leopardato, abbinato ad un baby doll trasparente.
‘Fammi vedere come ti sta, poi decidiamo’, Sam entra nel camerino. Dopo pochi istanti mi chiama, apro la tenda e la guardo, &egrave molto sexy.
‘Sei bellissima, questo lo prendiamo, con tuo marito metti le mutande che vuoi ma con me usa queste. Ah, a proposito molto ben fatta la depilazione’ aggiungo. Lei arrossisce.
Mentre si cambia chiedo a Lin se ha vestiti premaman, sparisce nel magazzino e torna con due vestiti, uno bianco ed uno azzurro. Gonnellino corto, svasato, ed il seno &egrave coperto da due fasce che chiudono dietro il collo. Chiedo a Samantha di provare il bianco. Le sta magnificamente, valorizza la figura, il seno e le gambe ed evidenzia la pancia. Le chiedo di tenerlo addosso, con le scarpe di corda. Quando esce dal camerino Lin strabuzza gli occhi &egrave eccitante, bellissima. Pago e ritorniamo alla vettura.
‘Amore ora andiamo al bar, scommetto che tutti, e dico tutti, gli uomini che ci sono ti sbaveranno dietro. Tu non devi trascurarti, altrimenti perdi fiducia in te stessa. Tu sei bella, devi solo non farti umiliare.’
‘E’ vere, pensa che quello stronzo di Luca sabato non ha voluto far l’amore con me. Glielo ho chiesto, direttamente e mi ha detto che ha paura di far male alla bimba. Ma sono sei mesi che non mi tocca. Tu che sei un uomo pensi abbia un’amante?’
‘Io non resisterei sei mesi senza fare l’amore! Una amante o ‘.. magari va con qualche escort’ aggiungo maligno.
‘NOOOO; &egrave vero, che schifo. Ed io che mi sono mantenuta vergine per lui. Io la prima volta ho fatto l’amore la prima notte di nozze. Cazzo, tutto per un cretino così.’ Intanto siamo arrivati.
Entriamo nel bar e tutti gli uomini guardano Samantha con occhi dal libidinoso al sognante.
‘Oggi tanti si faranno delle seghe pensando a te’ le dico sorridendo.
Lei ammicca, effettivamente dal gestore del bar ai ragazzi che fanno colazione tutti la osservano formulando pensieri libidinosi.
‘Allora, ti senti desiderata? ‘ le chiedo
‘Si, fin troppo. Sono imbarazzata. Non sarò troppo ”. Volgare. Mi sembra di essere vestita in modo fin troppo provocante.’ In quel momento, in risposta alle sue parole entra un gruppo di cassiere del super. Due in minigonna ed una con degli short in jeans.
‘Con questo caldo &egrave normale vestirsi in modo più leggero. Quello che conta &egrave cosa c’&egrave sotto i vestiti.’ Le rispondo, infatti delle cassiere due sono decisamente sovrappeso ed una &egrave semplicemente brutta. Nessuno le fila.
‘Andiamo a casa. Ho voglia di stare con te.’ Mi dice.
Ci alziamo ed usciamo, seguiti dagli sguardi invidiosi degli avventori. Saliti in macchine le prendo la mano e la appoggio sul mio pacco.
‘Vuoi che ti baci?’ mi chiede, avvicinandosi a me.
‘Se tu ne hai voglia io gradirei molto un bel pompino. Profondo e ben fatto come sai fare tu.’ Samantha sorride, mi apre la cerniera dei pantaloni e lavora per estrarre l’uccello, quindi si abbassa e lo infila in bocca. La lascio lavorare mentre guido verso casa, entriamo nel parcheggio sotterraneo e dopo aver fermato l’auto le prendo i capelli con la mano destra e le sollevo la testa.
‘Allora? Non ti ho sentita dire che hai voglia del mio cazzo. A quel cornuto di tuo marito hai chiesto di fare l’amore e con me fai la pudica? Forza, devi farmi capire quanta voglia hai.’ Mentre le dico questo la bacio con passione.
‘Si, si hai ragione. Ho voglia di te, voglio che tu mi scopi. Voglio che mi sbatti l’uccello dentro. Lo desidero.’ La faccio scendere di nuovo sul mio cazzo, mentre lo lavora suona il suo cellulare. Qualche rompicoglioni, penso. Lei si interrompe recuperando il telefono dalla borsa.
‘E’ Luca’ esclama con espressione contrariata.
‘Luca chi? ‘ ribadisco, lo capirà o devo spiegarglielo che voglio che dica ‘mio marito’. Voglio sia consapevole di essere una fedifraga, e di godere nel tradirlo.
‘Quello stronzo di mio marito’ esclama accettando la chiamata.
‘Ciao, no, non sono a casa. Mi annoio a casa, fa troppo caldo. Sto andando in un centro commerciale, almeno c’&egrave l’aria condizionata.’
‘Lo so che faccio bene, non mi serve che me lo dica tu. Cosa volevi dirmi?’
‘Ahh, questa sera ritardi? Hai un appuntamento e arrivi per le venti. D’accordo, mi troverai al focolare domestico in trepida attesa del capo famiglia. Certo. Buon lavoro.’ E chiude la telefonata.
‘Secondo me lo hai eccitato con la tua proposta e vuole andare a sfogarsi con qualche troia in giro’ dico con tono noncurante.
Samantha non risponde, mi ficca la lingua in bocca, con la mano mi accarezza l’uccello. Si stacca: ‘Vuoi che ti spompini qui o andiamo in casa?’ mi chiede con una espressione maliziosa.
‘Andiamo su, siamo più comodi’ le rispondo facendola entrare in ascensore. Mentre la bacio con le mani scendo ad accarezzarle il culetto e la pancia, quando siamo all’appartamento praticamente la ho spogliata, i seni fuori da reggiseno ed abito, esposti ai miei baci. Il perizoma sfilato, lei &egrave eccitata e partecipe. Molto più del primo giorno. Ci dirigiamo direttamente in camera da letto dove le sfilo l’abito ed inizio a leccarla. Parto dal collo, scendo sui seni quindi mi soffermo sulla pancia. Arrivo alla figa, che trovo fradicia di umori, con la lingua mi spingo dentro di lei mentre lubrifico le dita con i suoi succhi e le avvicino allo sfintere. Introduco l’indice e, vista l’assenza di reazioni, inserisco anche il medio. Lei mi incita a continuare, continuo a leccare il clito e a penetrarle il culo. Le sue mani si appoggiano sulla mia testa e mi tirano verso di lei. Inizia a tremare, sta godendo. Mi sollevo e la tiro con il culo sul bordo del letto, io sono in piedi e appoggio la cappella alla vagina, quindi la penetro. Inizia il godimento, vedo sul suo volto passare le espressioni del piacere.
‘Mi piacerebbe mettertelo in culo’ dico brutalmente, a voce abbastanza alta. Lei apre gli occhi, mi guarda e mi risponde: ‘Allora fallo, cosa aspetti?’
‘Vuoi che ti inculi?’ sono sorpreso mi attendevo una resistenza anche solo pro-forma. ‘Dillo che vuoi che ti inculi’ la incalzo.
Lei si alza sui gomiti, con gli occhi acquosi per il piacere provato e le labbra turgide mi dice: ‘ Inculami! Voglio il tuo cazzo in culo. Fallo.’
Le sollevo le gambe, portando verso il mio uccello il suo sfintere. Con la pancia la posizione &egrave piuttosto scomoda. ‘Aspetta’ mi dice e si posiziona alla pecorina, nel centro del letto con un cuscino sotto la testa.
‘Vieni’ mi chiama. Sono in ginocchio dietro di lei, prende l’uccello con una mano e lo dirige verso il culo.
‘Spingi’ mi incita, mentre spingo lei a sua volta spinge agevolandomi la penetrazione. Sono in lei senza il minimo sforzo.
‘Mi sembri abituata a prenderlo in culo’ le dico mentre mi muovo dentro di lei.
‘Si, muoviti, fottimi. Un giorno ti racconto, ora scopami che voglio sentirti venire. Voglio che mi riempi di sborra.’ In breve raggiungo l’orgasmo e le riempio le viscere con il mio sperma. Mi sdraio di fianco a lei e la abbraccio. Dopo alcuni minuti lei cerca la mia bocca e mi bacia con una passione selvaggia.
‘Grazie’ mi dice ‘ finalmente mi sento amata, desiderata e sono molto più sicura di me. Grazie amore mio’
‘Ne sono lieto’ le rispondo ‘allora se ti chiedo di assecondarmi in un mio desiderio lo farai?’
‘Porco, immagino quale sia il tuo desiderio. Forza dimmelo.’
‘Mi piacerebbe molto che tu mi pulissi l’uccello con la bocca. Ma non solo adesso, sempre, tutte le volte che scopiamo. Senza che debba chiedertelo. Sarebbe una grande dimostrazione di gratitudine’
‘Vuoi che io sia la tua puttanella, la tua vacca? Ed io sarò la tua troietta, ti mostrerò tutta la gratitudine che meriti, porcone mio.’ Dopo queste parole si abbasso sul mio inguine infilando tutto l’uccello in bocca per poi alternare leccate a succhiate, scendendo sui testicoli e fino allo sfintere. Era veramente molto brava, troppo brava per la timida mogliettina che voleva essere.
‘Ora ti massaggio la prostata, preparati che ti faccio impazzire.’ Mi dice guardandomi con occhi lascivi. Quindi mi lecca lo sfintere bagnandolo abbondantemente, fissandomi negli occhi. Infila l’indice dentro di me ed ingoia l’uccello fino alla base. Alterna il movimento della bocca a quello del dito, che in breve diventano due. Sono paralizzato dal piacere, voglio nuovamente sborrare, non posso resistere oltre. Vengo violentemente, strabuzzo gli occhi, scuoto la testa e fatico a respirare mentre godo. Oh come godo.
Godo nella sua bocca, quando mi riprendo noto che lei ha ancora il mio uccello tra le labbra. Ha ingoiato tutto. ‘Piaciuto il lavoretto?’ mi domanda ironica.
‘Ma &egrave stato tuo marito ad insegnarti questi giochetti?’ le domando incredulo. Lei ride.
‘Assolutamente no. Non &egrave stato Luca, scusa mio marito, con lui mi sono fidanzata che avevo diciassette anni, facevamo parte di una associazione cattolica giovanile, ci eravamo conosciuti ad un campo estivo, e la nostra vita sessuale era molto limitata. Baci, qualche carezza e poco più. Avevamo il ‘mito’ della verginità, dell’amore puro ed incontaminato. Mia madre ha un fratello più giovane, Matteo; che ha giocato come calciatore professionista in serie A e poi &egrave andato a concludere la carriera in Inghilterra. Lui affittava una villa per i mesi di Giugno e Luglio ed io, la mamma e la nonna andavamo ospiti da lui, così poteva vedere la famiglia che non vedeva mai. Quell’estate eravamo a Forte dei Marmi. La nonna &egrave stata colpita da un’embolia ed &egrave stata ricoverata, non era in pericolo di vita ma mamma ha trascorso alcune notti in ospedale ad accudirla. Così mi sono trovata sola con Matteo. Un ragazzo, un uomo molto diverso dal mio fidanzato. Muscoloso, interessato solo a se stesso ed al divertimento. L’opposto dei ragazzi che frequentavo. Sono rimasta colpita ed anche lui era interessato a me, ero giovane e carina. In seguito mi ha confessato che la mia ingenuità e purezza rappresentavano una sfida per lui, nel suo mondo le ragazze sono facili e disponibili mentre io non lo ero.
Io sono rimasta affascinata da lui, abiti costosi, macchina di lusso, locali alla moda con tavolo riservato e bottiglia sempre a disposizione. Era cercato da tutti, gli uomini volevano farsi vedere con lui e le donne gli si offrivano. Mi ha portato in discoteca, a cena in ristoranti eleganti, in breve mi ha sedotta. Io ero terrorizzata all’idea di mancare al giuramento fatto di mantenere la verginità ma quando glielo ho detto lui ha fatto un sorriso strano ed ha risposto che non c’era problema, che esistevano soluzioni alternative. Io ero molto ingenua, mi sono fatta guidare da lui. Era un gran porco e con me ha sfogato tutte le sue fantasie ed i suoi desideri, cose che ragazze più scafate non gli avrebbero concesso io glielo ho offerte senza remore né pudori, ero in sua balia. Me ne sono resa conto solo in seguito. Anche quando mia madre ha smesso di passare le notti in ospedale abbiamo continuato a frequentarci. Mi ha fatto scoprire il piacere. Con L’ scusa, con il cornuto (perdonami ma mi riesce difficile chiamarlo mio marito, mi ha fatto soffrire troppo) , per quel poco che avevamo fatto, quando godevo era un languore che mi avvolgeva. Con Matteo era una tempesta travolgente che ti lascia senza forze, sconvolta. Stimolava tutto il mio corpo e mi faceva fare cose ‘.. di tutto.’
Stava chiudendosi in se, era timorosa, quindi sono intervenuto per spingerla oltre, per raccontare tutto: ‘Quindi ti ha insegnato ad usare la bocca ed il culo per godere e far godere gli uomini restando vergine. Bel porcellino tuo zio.’
Lei arrossisce: ‘Non solo, mi ha insegnato ad usare tutto il corpo. Con il seno lo massaggiavo, con i piedi lo toccavo, e con le mani’ Beh hai visto come sono brava a stimolarti, anche negli anfratti più nascosti. Ma ero coinvolta, era tutta una scoperta erotica, un piacere ignoto. Lui chiedeva ed io lo assecondavo, non credo di avergli mai detto di no, quell’estate. Al 31 luglio lui partiva ed io ero profondamente cambiata. Volevo dare una svolta alla mia vita, mollare Luc’ IL CORNUTO. Ma quando ho affrontato il discorso con lui &egrave rimasto così deluso, sofferente e mia madre mi ha fatto capire che Luca era un buon partito, l’uomo giusto da sposare che non ci si può fidare dei mascalzoni. Insomma mi ha fatto tenerezza ed una volta in città ho ripreso il tran tran di prima. Appena il cornuto ha trovato lavoro ci siamo sposati ed ora’. Eccomi qui, insoddisfatta e legata ad un uomo freddo ed incapace di amore.’
‘Aspetta un attimo, alcune cose non mi tornano. Primo, ma tua madre sapeva del fratellino che si scopava la nipotina? E poi, amore mio, io ti amo e ti voglio credere ma il tuo culo non &egrave rimasto inutilizzato da sette, otto anni ad ora, mi sembra piuttosto allenato a prendere cazzi. Ed anche bello voglioso, per dirla tutta.’ Io ero posizionato dietro di lei, eravamo sdraiati sul letto, e la abbracciavo. Quando capivo che stava per nominare Luca, le pizzicavo il capezzolo o le labbra della vagina. Certo che questa ragazza &egrave limitata, d’altronde altrimenti non sarebbe così malleabile. Ora vedevo le sue deliziose orecchie che arrossivano, c’era ancora qualcosa che non mi aveva detto.
‘Mia madre non sapeva niente, o meglio sapeva che avevo lasciato ‘ il cornuto, ecco. E mi ha spinta a riprenderlo. Per il resto, ecco, insomma Matteo ha continuato a venire a trovare la famiglia, una o due volte l’anno.’
‘E quando veniva riprendevate a fare le porcherie. Dovevano piacerti molto, come facevi a resistere quando lui era in Inghilterra.’
‘Non riuscivo a dirgli di no, ero sua succube. Poi a diciannove anni sono andata io un mese da lui per migliorare l’inglese e poi’.. Questo che ti racconto lo sai solo tu, nessuno. Mi raccomando!’ sono incuriosito ed assicuro la mia assoluta discrezione in merito. Cosa ci guadagnerei a sputtanarla.
‘Lui veniva a Torino, ad esempio a Pasqua, e quando eravamo soli, in macchina o in albergo si lamentava, diceva che tutte le volte doveva ricominciare ad allenarmi lo sfintere. Che si stava rompendo le scatole. Allora mi ha regalato dei plug da infilare nel culo, in modo da tenerlo allenato.’
A sentire questo racconto il cazzo mi si induriva e sentivo la sua figa che diventava ancora più calda ed umida. Io pensavo di aver sedotto una mogliettina timida e virginea invece avevo beccato una troiona. Almeno a livello potenziale. Volevo sapere ancora alcune cose:’ E non hai mai tradito il cornuto prima? Il figlio &egrave suo?’
‘Ma certo, il figlio &egrave suo e non ho avuto altri amanti. A parte Matteo, ed ora tu, amore mio. Ma non sei stufo di parlare? Baciami adesso, dai baciami.’ La bacio dolcemente, per lunghi minuti, e le accarezzo le intimità, sempre più bagnate e vogliose. Infilo il mio uccello nella figa, penetrandola da dietro, e le sussurro all’orecchio: ‘Ancora una domanda, il plug lo usi sempre?’
‘Non tutti i giorni, ma come avrei fatto in questi mesi senza di lui? Con quello dentro e sgrillettandomi riesco a godere, a sognare un uomo che mi soddisfi. Ma ora ci sei tu, scopami, sbattimi, fammi godere.’
Aumento il ritmo e la profondità dei colpi, in breve veniamo, io le verso lo sperma nella figa e lei manifesta il piacere con ansiti e mugolii. Appena mi sono ripreso mi sfilo da lei e mi sposto davanti, l’uccello a pochi centimetri dal volto. Lei lo prende con la mano e lo infila in bocca dicendomi: ‘Porco, tu sai come prendermi.’ Lo lecca con passione, guardandomi negli occhi. Nel suo sguardo leggo la voglia di compiacermi, di essere la mia amante.

Il nostro rapporto continuava regolarmente, ci vedevamo due, tre volte alla settimana, era vogliosa, sempre pronta. Andavamo a casa mia, a volte pranzavamo insieme, a volte scopavamo un paio d’ore e basta. Nei fine settimana lei aveva il marito a casa ed io li lasciavo tranquilli, quasi sempre al lunedì era così incazzata con lui che si sarebbe fatta scopare per strada. Il suo abbigliamento assecondava i miei gusti e sessualmente era sfrenata, totalmente. Qualsiasi cosa le chiedessi lei la eseguiva senza remore, il sogno di ogni maiale come me. Ma un lunedì mattina, dopo un paio di settimane, al solito appuntamento vedo arrivare la sua auto e noto che non &egrave sola. Cazzo, io ho avuto un week end di camminate in montagna e bevute con gli amici ed ora ho proprio voglia di scopare, questa chi &egrave. Scendo sorridendole e dalla vettura scende lei, con uno dei vestitini che le ho regalato, con il crescere della pancia ormai mostra l’orlo delle natiche. Di fianco a lei una donna di quarant’anni, più alta di lei, bel viso ovale, belle labbra, occhialoni da sole nascondono lo sguardo. Indossa dei pantaloni larghi, leggeri e lunghi fino ai piedi, in stile figlia dei fiori. Abbinati ad una canottiera corta e strettissima che mostra la pancia piatta e valorizza il seno (molto bello). Si vedono le spalline nere, di pizzo del reggiseno. Il prototipo della milf.
‘Ciao bimba, tutto bene? Trascorso bene il fine settimana?’ le chiedo sorridendo.
Lei ha un’espressione tesa: ‘Si, grazie Carlo. Tutto bene. Volevo presentarti mia madre.’ Sono sorpreso.
‘Piacere, Carlo’.
‘Laura, piacere. Volevo conoscere l’uomo che sta sconvolgendo la vita della mia bimba, la sta turbando in un momento così importante per lei e la famiglia’ parte decisa la mamma, mi guarda come fossi un vecchio bavoso, decisamente non sono il suo tipo. Samantha &egrave evidentemente imbarazzata, io cerco di reprimere un sorriso che potrebbe apparire sarcastico ed assumo un tono serio, dispiaciuto.
‘Spero di non essere io! Io ho avuto il piacere di conoscere Samantha, sua figlia, e mi ha trasmesso un grande bisogno di comprensione, di affetto e di apprezzamento. Lei si sentiva, a ragione mi permetto di dire, non amata e non sostenuta. Poteva cadere in una depressione che assolutamente non meritava. Mi sono limitato a trasmetterle l’apprezzamento che ha provocato in me dal primo momento in cui l’ho vista.’
Laura sorride, sarcastica, e con un tono irridente riprende: ‘Sam non ha bisogno di vecchi che cerchino di infilarsi nelle sue mutande. Caro signore lei ha studiato, usa i paroloni ma la sostanza &egrave questa. Ma tra meno di un mese partorisce, vuole rovinare una famiglia? Usi il cervello invece dell’uccello e la lasci tranquilla!!’
Mi viene da ridere, quante volte ho incontrato persone così aggressive e stupide. Devo solo trovare il punto in cui far leva, ma &egrave meglio non qui, in mezzo ad un corso.
‘Laura, io non ho problemi a lasciare Sam libera, se lei lo desidera. Possiamo parlarne in un posto più tranquillo, non in mezzo alla strada? E’ meglio non dare spettacolo, decida lei dove, un bar o qualsiasi posto’
Sam interviene per la prima volta: ‘Andiamo a casa tua, così siamo tranquilli e parliamo con calma. Ho cercato di parlarle ma mia madre non mi ascolta, forse con te &egrave più ragionevole’
‘Se non le crea problemi andiamo a casa mia, ne sono lieto.’ Laura &egrave titubante, si tratta di venire nel mio territorio. Ma &egrave curiosa, forse Sam le ha detto qualcosa della casa. Acconsente.
Risaliamo sulla mia auto, Laura davanti, Sam sui sedili posteriori. Ammira le finiture di lusso, i sedili in pelle. Il viaggio &egrave silenzioso, ognuno pensa alle mosse da fare. Parcheggiamo e prendiamo l’ascensore, arrivati all’appartamento Laura &egrave evidentemente colpita dalla vista che si gode dalle vetrate e dall’arredamento di buon gusto. Si accomodano su due poltrone, io mi siedo sul divano, offro da bere ma declinano.
‘Lei cosa fa nella vita?’ mi domanda Laura.
‘Diciamo che mi sono ritirato dal lavoro.’
‘Non pensavo fosse così anziano, mio marito non avrà la pensione fino a sessantasette anni, ancora dieci anni di fabbrica.’ Bene, invidia sociale e sensibilità al benessere.
‘Sono stato fortunato, ho guadagnato discretamente ed ho potuto ritirarmi quando mi faceva piacere. Senza attendere l’età della pensione. Altrimenti avrei ancora tredici anni da lavorare. Ma restiamo su Sam, quando ci siamo conosciuti lei aveva bisogno di vedere rafforzata la sua autostima, che era ai minimi. E questo per colpa del marito, che non la sapeva valorizzare. Io mi sono limitato a comprendere le qualità di Sam, glielo ho mostrate e questo le ha fatto bene. E’ più felice oggi che prima di conoscere me.’
‘Non c’entra un cazzo, Sam doveva parlare con il marito. Non andare con il primo furbone che incontrava, ma era in una fase sensibile e lei ne ha approfittato.’ Attacca Laura.
‘Ma mamma, io ho parlato con Luca, ma lui non ci sente, non mi guarda più come una donna. Va a puttane per sfogarsi e non mi tocca, &egrave un cretino’ grida Sam che &egrave sull’orlo di una crisi di nervi.
Le prendo una mano: ‘Sam, tranquilla, ci sono io con te. Io capisco tua madre, ho anch’io dei figli e voglio solo il loro bene. La comprendo molto bene, teme che qualcuno si approfitti di te’
Laura per la prima volta mi osserva con curiosità.
Sam non si &egrave ancora tranquillizzata e continua: ‘E poi parli tu. Papà ha più corna di un cesto di lumache. Tu mi hai sempre detto che lui ti trascurava, non sapeva capirti, che dovevo essere tua complice ed amica. Ed ora mi rompi le palle quando trovo un po’ di felicità’ caspita, si scoprono gli altarini.
‘Sam , vieni qui, vicino a me. E calmati, consenti a tua madre di spiegare i suoi timori, vedrai che li fugheremo. Tranquilla.’
Sam si siede tra le mia gambe, le porgo un elastico e raccoglie i capelli offrendomi il collo e le orecchie. Laura la osserva, Sam &egrave remissiva e felice di esserlo.
‘Ha ragione Carlo, io voglio il bene di Sam. Cosa può portarle una relazione con un uomo tanto più grande di lei. Con famiglia oltre tutto.’ Riprende Laura con tono più sereno.
‘Mia cara Laura, il futuro &egrave un’incognita per tutti. Oggi le offro serenità e momenti di gioia. Lungi da me l’idea di intromettermi nella sua vita, se non sarà Sam a chiedermelo. Mi pare d’aver capito che anche lei abbia avuto momenti in cui aveva necessità d’affetto. L’affetto che in famiglia le mancava. Ma questo mica ha rovinato la sua famiglia, anzi mi sembrate uniti, oggi infatti lei &egrave qui insieme a Sam. In una famiglia vi sono sempre delle piccole zone d’ombra, l’importante e che non siano un peso ma abbiano un effetto benefico sulla stabilità. Se Sam fosse costantemente incazzata e litigiosa non pensa che sarebbe peggio?’ Mentre parlavo, senza accorgermene, avevo infilato la mano sinistra nella scollatura di Sam estraendo un seno e con la mano destra ero sceso tra le gambe della ragazza. Ho ancora chiara l’immagine di Laura, del suo sguardo che seguiva le mia mani che si impossessavano del corpo di Sam e della sua lingua che usciva ad umettare le labbra. Ho deciso di rischiare sussurrando a Sam di spalancare le gambe.
In tal modo era esposta davanti alla madre le mie dita erano dentro le mutandine e giocavano con le sue labbra della vagina, si bagnavano dei suoi umori. Laura taceva e guardava, stava pensando al modo per andarsene o interrompere quella masturbazione? Dovevo saperlo.
‘Laura, la prego, si avvicini senta come &egrave ricettiva la nostra Sam, poverina aveva tanta voglia di essere coccolata e quel cornuto del marito non lo ha capito. Non crede che anche lei meriti un po’ di piacere?’
‘Alla fine mamma non faccio nulla di diverso da te, tu mi hai raccontato spesso che papà ti trascurava ed avevi il diritto di cercare il piacere. Con il professore di ginnastica, ad esempio’ interviene Sam che evidentemente era stata colpita dal comportamento della madre.
‘Ma io avevo un’altra testa, non ero svampita come te ” prova a ribattere Laura ma ormai &egrave chiaro che la situazione ha preso una piega favorevole a me e Sam. Può andarsene lasciandoci soli a giocare, oppure restare. Ero sicuro che se ne sarebbe andata, ma &egrave una donna curiosa. Sam si perde per leggerezza mentre Laura si perde perché &egrave curiosa, vuole scoprire cosa trova Sam in questo uomo non giovane, non palestrato. Possedere insieme madre e figlia &egrave una fantasia che ho sempre ritenuto fosse irrealizzabile. Prima di tutto entrambe mi devono piacere, poi io devo piacere ad entrambe. E poi devono non aver remore a fare sesso insieme. Troppe difficoltà, troppe combinazioni difficili. E invece, quel mattino. Laura si alza dalla poltrona e si avvicina a noi. Io penso voglia salutare ed uscire, invece accarezza il seno di Sam, le stringe il capezzolo strappandole un mugolio di approvazione.
‘Samantha sei sicura? Sei felice?’ domanda alla figlia
‘Si mamma, mi fa godere, sazia la mia voglia di amore. E’ un amante dolce e capace. E gli piaccio così, con il pancione, non cerca delle troie per sfogarsi come quel cornuto di Luca’
Io le sussurro, mentre continuo a leccarle il collo e i lobi delle orecchie: ‘Abbassale i pantaloni, fammi vedere come sono le gambe di mammina.’
‘Mamma, Carlo vuole ammirare le tue gambe. Permetti?’ dopo queste parole Sam abbassa i pantaloni della madre scoprendo delle deliziose mutandine di pizzo nero, molto ridotte, delle belle gambe toniche e due piedini curati infilati in sandali con un tacco di alcuni centimetri.
‘Complimenti Laura, sei molto bella. Sam ha preso da te.’ Dico mentre allungo la mano a sfiorare le mutandine. ‘Sei eccitata, l’umido passa la stoffa. Senti Sam, la mammina si sta eccitando.’ Così dicendo prendo la mano di Sam e la guido sulla vagina di Laura. Sam &egrave abile con le mani e si introduce subito sotto il tessuto carezzando la madre che chiude gli occhi, presa in contropiede. O scappa subito o tra un minuto sarà tardi. Io mi alzo e la bacio, lei risponde al bacio con un trasporto crescente. Ormai non scappa più, ha voglia di giocare con noi. Cazzo che fortuna.
La situazione &egrave oltre ogni mia fantasia, per quanto spinta. Sono nel mio letto con Sam, splendida nella sua gravidanza che entra nel nono mese e la madre Laura una vera milf curata e desiderosa di piacere. Voglio scoprire intimamente la mammina, ma non posso abbandonare Sam, quindi la faccio distendere sul letto a gambe spalancate ed io mi posiziono in mezzo portando con me Laura e spingendola a leccare la figa della figlia e nel contempo leccarci le lingue vicendevolmente. Ma evidentemente lei ha programmi differenti. Si alza e si toglie canottiera e reggiseno, scoprendo due tette da urlo. Grosse e sode, con le areole grosse ed i capezzoli già turgidi. Se sono frutto del lavoro di un chirurgo i miei complimenti. Quindi mi spinge la testa verso Sam, io riprendo a leccarla mentre lei armeggia con i miei pantaloni, li abbassa quei dieci centimetri che le permettono di estrarre il mio uccello ed inizia a segarlo, dopo poco avverto la sua lingua che mi lecca il perineo e sale fino allo sfintere. Lo bagna abbondantemente con la saliva e quindi infila un dito dentro di me provocando un brivido. Mi sta mungendo il cazzo con la mano ed intanto mi massaggia la prostata. Così come Sam anche lei &egrave molto brava. Che lo zietto abbia insegnato anche alla sorella oltre che alla nipote? Non resisterò a lungo. La faccio smettere, mi sdraio di fianco a Sam e la bacio mentre guido Laura ad impalarsi sul mio cazzo. Senza preliminari entro in lei come nel burro, &egrave bagnata ed ha voglia. Infatti inizia a cavalcarmi, sale e scende sull’asta, muove il bacino in senso rotatorio, si sfila da me quasi completamente e poi mi fa entrare fino in fondo. Non durerò a lungo. Mi aggrappo al suo seno e lo stringo, con forza. Lei sembra scatenarsi ancora di più e raggiungo l’orgasmo. All’arrivo dei miei getti dentro di lei sento la vagina contrarsi, sta godendo anche lei. Per tutto il tempo Sam mi ha baciato ed ora mi guarda con espressione maliziosa.
‘Devo temere la concorrenza di mia madre?’ mi chiede.
‘Quello mai, tu sei la mia preferita! Ma tua mamma &egrave una gran bella scopata, ci sa fare.’
‘Credo che sia perché le piace farlo’ risponde Sam ridendo. Anche Laura che ha seguito la discussione ride. Sono preoccupato, nonostante gli aiuti della chimica moderna ce la farò a soddisfare due donne così? Ci proverò ma dovranno impegnarsi molto anche loro. Quando Laura si solleva Sam si getta prontamente sul mio uccello per leccarlo e pulirlo. Laura la osserva compiere l’operazione, sorpresa e curiosa.
‘Carlo vuole che lo pulisca io, ed io lo trovo molto intimo. Mi sento la sua donna completamente mentre lo faccio’ spiega Sam alla madre. Non avrei potuto spiegarlo meglio io, solo avrei usato il termine troia al posto di donna. Per amore di sincerità. Voglio andare oltre, sollevo la testa di Sam e la spingo a leccare l’intimità della madre da cui colano i nostri umori mischiati.
‘Amore lecca il mio succo che esce dalla figa di Laura’ evito il termine madre, non vorrei causare reazioni negative, irrigidimenti inopportuni. Lei dapprima &egrave titubante, allunga la lingua e saggia il sapore. Ma quando lo riconosce come il mio inizia a lappare a piena lingua, sorprendendo Laura che mi guarda sorpresa: ‘Mah, ohhhhhhh ‘. mi sta facendo godere, &egrave incredibile’ esclama in preda allo stupore. Io mi avvicino all’orecchio di Sam e le suggerisco di aiutarsi con le dita mentre mi complimento con lei e le prometto una pronta ricompensa. Infatti mi posiziono dietro di lei, le prendo i fianchi tra le mani e la penetro, con lentezza ma profondamente. Stanno godendo entrambe, e per me, oltre al piacere fisico, c’&egrave il piacere mentale di trovarmi in una situazione magnifica. I seni di Laura si alzano ed abbassano al ritmo della respirazione che &egrave sempre più veloce, con le mani cerca di spostare le dita di Sam che le penetrano sia la vagina che l’ano. Le prendo le mani tra le mie, tirandola verso di me ed impedendole di resistere. ‘Stai brava Laura, fatti servire. Tua figlia &egrave molto brava ti farà godere moltissimo. Vedrai com’&egrave porca la tua bambina’ a questa frase strabuzza gli occhi rendendosi conto della situazione, ma ormai &egrave tardi, l’orgasmo la sta travolgendo. Ed inizia a gridare: ‘Godo, oh mio dio godo. Mia figlia mi fa godere. Oh mio dio &egrave magnifico.’ A quello spettacolo estraggo il pene dalla figa di Sam e lo appoggio allo sfintere. Entro come risucchiato in questo magnifico budello. Sam allunga una mano a masturbarsi il clitoride mentre io la inculo.
‘Prendilo in culo, bimba, fammi vedere come godi ad essere inculata troietta. Godi, godi!!’ la situazione mi eccita molto, di fronte a me Laura nuda e a gambe spalancate sta godendo, vedo i suoi bei seni scossi dagli ansiti. Vorrei morderli. Raggiungo l’orgasmo, il piacere &egrave non solo fisico ma mentale. Anche Sam gode.
Ci stendiamo, tutti paghi e bisognosi di quiete. Abbraccio Sam accarezzandola. Entriamo in una fase di dormiveglia. Mi risveglio dopo alcuni minuti, sono tra le due donne, stretto tra la schiena di Sam ed il seno di Laura. Inizio a baciare i capezzoli della madre, che apre gli occhi, ci baciamo appassionatamente e sento la sua mano scendere verso il mio uccello e stringerlo. La invito ad abbassarsi per prenderlo in bocca. Esegue prontamente ed in breve mi trovo con tutto il pene dentro la bocca, sento la lingua che lo avvolge, calda e morbida. Mi guarda e nel mentre lo succhia e pompa, eccitandomi rapidamente. Sam si sveglia, stiracchiandosi ed osserva la scena. Non voglio godere nella bocca di Laura avendo tutto questo ben di dio a disposizione, quindi mi decido ad interrompere il pompino, sebbene a malincuore. Attiro le due donne a me e le bacio alternativamente. Con le mani scendo lungo il loro corpo, quando arrivo al sedere di Laura constato che lei cerca di ritrarsi.
‘Cosa c’&egrave? Ti dà fastidio?’ le domando con tono dolce.
‘Non pratico la stimolazione anale, non mi piace.’ &egrave la risposta della donna.
‘Ma dai, non ci credo. Chiedi a Sam lei adora i rapporti anali. Dimmi Sam godi di più quando ti scopo o quando lo metto nel culo?’ la mia fantasia inizia a galoppare. Voglio utilizzar l’abitudine di Sam ai rapporti anali per convincere la mamma.
‘In realtà quando mi penetri dietro io mi stimolo il clitoride, con questa doppia stimolazione il piacere &egrave moltiplicato. Dobbiamo provare a stimolare il sedere mentre mi scopi, forse il piacere &egrave uguale.’ Risponde Sam, tutta concentrata sull’argomento. Laura &egrave sorpresa dal sentire la figlia esprimersi così esplicitamente.
‘Dai Laura, approfittiamo della presenza di Sam, proviamo a vedere se con i suoi suggerimenti ti piace il sesso anale.’ Incalzo.
‘Quando ho provato non mi &egrave piaciuto, ho provato dolore e nulla più’ si ritrae la donna.
‘E’ colpa di chi ci ha provato, non ha usato gli accorgimenti giusti. Sono sicura che con la tecnica corretta ti piacerà.’ Precisa Sam, che desidera compiacermi.
‘Insomma, non &egrave mica obbligatorio farsi inculare. Ci sono tante belle cosine da fare, tante belle porcherie senza necessità di giocarsi il culo’ cerca di resistere Laura, mentre riprende a baciarmi e mi massaggia i coglioni con le mani. Sam ci lascia soli, si dirige in bagno. Quando ritorno noto che porta con se il flacone del bagno schiuma. Intanto io sto accarezzando tutto il corpo di Laura, per la sua età &egrave molto bello, sodo. A me piacciono i seni importanti, non eccessivi, ma grossi e sodi. E lei &egrave così, inoltre ha la pancia perfetta, piatta e muscolosa, delle belle braccia sode e delle gambe affusolate ma compatte. Dimostra meno dei 46 anni che ha. La vagina &egrave decorata con una striscia di peli curati che parte dal taglio e sale verso l’alto. Mi posiziono sopra di lei nella posizione del sessantanove. Lei &egrave molto brava a leccarmi, non trascura i coglioni e sale fino all’ano. Lo lubrifica ampiamente e poi mi penetra con un dito.
‘Mamma, cosa fai al culetto di Carlo?’ la riprende Sam con tono scherzoso.
‘Ma a lui piace. Lo sento da come si indurisce il cazzo che gli piace. Io non sono contraria a priori &egrave solo che non mi fa godere.’ Risponde Laura. Io sono eccitato, le chiedo di mettesi alla pecorina e, mentre le stringo le tette, le entro nella vagina. E’ lei a guidare il mio uccello dentro di se. Inizio a pomparla, intanto Sam &egrave inginocchiata sul letto di fianco a lei. La vedo allungare la mano e sento che mi tocca l’uccello e poi inizia a massaggiare il clitoride Laura in breve &egrave prossima all’orgasmo.
‘Ora fidati di me, vedrai che ti piacerà. Ci penso io.’ Dice dolcemente Sam. Prende il flacone e si lubrifica una mano, quindi con le dita rese scivolose entra nel culo di Laura, prima con un dito e poi con due. Io mi sono fermato, piantato dentro a lei, per non sborrare. Sento che Laura ansima e dallo specchio vedo che ha chiuso gli occhi, sembra preda di sensazioni per lei nuove. Dopo averla eccitata Sam le dice:’ Ora fai esattamente quello che ti dirò, nulla di più e nulla di meno. Vedrai, sarà l’orgasmo più forte della tua vita, fidati.’ Mi fa cenno di estrarre l’uccello, quindi lo bagna col sapone e lo appoggia allo sfintere.
‘Ora, al mio tre spingi, come se dovessi fare la cacca. Non ti preoccupare. Uno, due e tre!’ Anche io spingo nel medesimo istante e il mio cazzo entra per metà dentro la donna, senza sforzo apparente.
‘Ecco, hai visto? Metà &egrave entrato. Hai sentito dolore? No, ora abituati e poi inizierà il piacere, fidati’ la madre ha gli occhi chiusi e riesce solo a scuotere la testa facendo segno di no. Ma non si muove, anzi appoggia la testa sul letto esponendo ancora di più il sedere. Sam mi fa cenno di spingere ed io eseguo entro in lei, intanto vedo che Sam ha accostato la mano alla figa della madre e sento che inizia a massaggiare il clitoride, con un ritmo crescente.
‘Dai muoviti, inculala che &egrave pronta, muoviti dacci dentro.’ Mi incita Sam, al che inizio a muovermi dentro di lei. Sam vuole che lo estragga e rientri. Quando esco lo sfintere resta spalancato ed ogni volta rientro con meno fatica, Laura sta godendo, il ritmo dello sfregamento di Sam &egrave frenetico ma evidentemente &egrave quello giusto. Laura ha i singulti da tanto gode, sembra essere in debito d’ossigeno. Ma gradisce, non cerca d’interrompere né le mie stantuffate né le manovre di Sam. Infine esplode in un urlo liberatorio:
‘ODDIO!!!! STO GODENDO!! MI PISCIO ADDOSSO DA TANTO GODO!!!!!!!!!!!! MIO DIOOOOOOOOO!’ e si accascia sul letto. Ha squirtato, ho visto i getti bagnare il letto. Anche io arrivo all’orgasmo depositando il mio sperma dentro di lei. Ho il fiatone, mi riprendo ed estraggo l’uccello. Sam &egrave di fianco a me e mi sussurra: ‘Ho visto che volevi incularla e ti ho aiutato. Sono stata brava?’
‘Bravissima, senza di te non ci sarei riuscito. Ma direi che anche lei &egrave stata contenta. Ora glielo faccio pulire con la lingua’ le rispondo baciandola. Quindi mi avvicino a Laura, che si &egrave spostata per trovare un angolo asciutto di letto, e le appoggio l’uccello sulle labbra: ‘Leccalo, fallo diventare brillante con la bocca, forza.’ Le intimo, lei apre gli occhi, interdetta ma poi apre le labbra e inizia a leccare con passione crescente.
In quel preciso istante sentiamo il suono di un telefono, Sam scende dal letto e si dirige verso il salone, recupera il cellulare dalla borsa: ‘E’ IL CORNUTO!!’ grida, quindi risponde: ‘Ciao amore, come stai? Io molto bene, sono con mamma. Come dici, te la saluto? Certo, mamma Luca ti saluta.’ Sam &egrave rientrata in camera da letto.
‘Ciao Luca’ saluta a voce alta Laura.
‘Come, mi volevi avvisare che anche stasera farai tardi? Hai una riunione. Povero caro, ma non starai lavorando troppo? Ti spompano in quella banca. Non ti preoccupare, io sto’ con mamma, te la passo, ti vuole parlare. E passa il telefono a Laura. Io noto una certa ironia nelle parole di Sam.
‘Luca, ciao sono Laura. Si, io e Sam siamo insieme, lei aveva tanto bisogno di distrarsi. Ed anche io ne ho approfittato, ma tu cerca di non trascurarla. Lo sai che in questo periodo ha ancora più bisogno di te, non dedicare troppe energie al lavoro. Si tesoro, glielo dico, tranquillo. Ciao’ e chiude la telefonata.
‘Il cornuto ha detto di dirti che ti ama’ riassume ad alta voce Laura. Sam intanto &egrave impegnata a succhiarmi l’uccello che &egrave piuttosto provato dal tour de force.
‘Io amo questo cazzo’ &egrave la risposta di Sam
‘Beh, l’aspetto positivo &egrave che hai più tempo per godertelo’ constata Laura.
‘E’ vero, possiamo stare con te fino alle cinque. Mi sembra che anche tu lo gradisca, vero mammina?’.
Il pomeriggio &egrave ancora lungo, ma ho seri dubbi sul fatto di riuscire a soddisfarle ancora.
Dopo il parto non ho più avuto occasione di incontrare Sam, l’allattamento e la nuova situazione famigliare hanno modificato le sue priorità. Ogni tanto mi invia dei messaggi dove rimpiange il periodo trascorso insieme. Sono certo che tra qualche anno ritornerà a farsi viva, quando avrà tempo libero sentirà di nuovo la delusione verso il comportamento del marito ed il desiderio di incontrarmi. Con Laura ho avuto ancora un paio di incontri poi &egrave emersa la sua necessità di avere un ricavo economico da questi incontri che la aiutasse a superare le difficoltà famigliari. La ho presentata ad un mio collega che cerca collaboratrici disposte a soddisfare le sue richieste sessuali ed a cui, in cambio, offre un impiego ben pagato. Molto ben pagato se la ragazza &egrave capace a fare apprezzare le sue qualità. Nel caso di Laura il mio amico mi ringrazia ancora oggi di avergliela fatta conoscere.

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