Skip to main content

IL CULO DI MARTA

Ho compiuto 55 anni. Il peso dell’età un po’ si fa sentire; ho una regolare vita sessuale con mia moglie e devo dire che, amandola come il primo giorno, è bellissimo fare l’amore con lei, non sesso ma vero amore.

Ho sempre avuto un debole per i culi: ogni uomo predilige una parte anatomica delle donne, mio cugino, per esempio, impazzisce per le tette, a me, ripeto, piacciono i culi. Mi piace osservare un bel culo, apprezzarne la forma, l’armonia, ma senza secondi fini, così come si può ammirare una bella auto, un bel quadro’

Mi piace il culo e mia moglie me lo concede volentieri. Non c’è rapporto tra noi che non si esaurisca con una bella inculata. Lei gode moltissimo ed il suo godimento mi rende felice, mi eccita fino al parossismo.

Alla mia età, non guardo più le ragazzette, mi attraggono le donne mature, diciamo dai 35 ai 45 anni eppure’ non so cosa mi sia preso, il culo di Marta mi fa andare completamente fuori di testa.

Marta è la nipote di mia moglie, studia danza e vuole fare la ballerina professionista. Ha sviluppato un corpo armonioso, alta 1,65 bellissime gambe, seno un po’ piccolo ma un culo’

Me lo sogno di notte: sogno di accarezzare quei glutei sodi, di ammirare estasiato la rosellina che immagino grinzosa e leggermente bruna, sogno di assaporare quella porticina del paradiso, di baciarla, leccarla’ sogno di possederla analmente e di godere e farla godere.

Scaccio via questi pensieri incestuosi giustificandomi col fatto che a desiderarlo non c’è niente di male, l’importante è tenere a bada e reprimere questi desideri inconfessabili.

Poi, un giorno’

E’ sabato mattina, mia moglie è dal parrucchiere, tornerà tardi. Dovrà aspettare il suo turno e poi mi ha preannunciato che farà il taglio dei capelli, il colore, la messa in piega, insomma non sarà a casa prima delle 14,00.

Suonano alla porta, sono le nove ed io ho appena finito di fare la doccia. Vado ad aprire e, sulla soglia, lei, Marta, in tutto il suo splendore. La faccio accomodare farfugliando qualche scusa per averle aperto in accappatoio.

– Ciao zio! Scusami tu, meno male che avevi già finito, diversamente non mi sarei perdonata di averti fatto uscire dalla doccia tutto insaponato!

– Ma figurati!, accomodati, arrivo tra cinque minuti, il tempo di farmi la barba e ricompormi. Tua zia è dal parrucchiere, tuo cugino non so dove, tornerà stasera per cena.

– Va bene, posso fare il caffè?

– Certo! Anzi grazie, mi eviti la fatica di preparare la caffettiera!

Nel giro di qualche minuto mi ripresento a lei, sbarbato ed in tuta da ginnastica.

– Vai a fare Jogging?

– No, mi piace il sabato stare comodo, non ho in programma di uscire e poltrirò tutto il giorno!

– Sai per caso dove la zia tiene l’olio al mentolo per i massaggi? Mi ha detto di venirlo a prendere quando volevo’

– No, tesoro, non sapevo neppure che avesse dell’olio al mentolo ma non sarà difficile trovarlo, aspetta, vado a cercarlo.

Vado in bagno e tra creme, cremine e balsami vari trovo effettivamente un flacone di olio per massaggi al mentolo; leggo la composizione: miscela di olii naturali con aggiunta essenza di mentolo, eucaliptolo e verbena. Ritorno in cucina e mostro a Marta il flacone.

– E’ questo?

– Si zio credo proprio di si, sai ho una contrattura al collo e alle spalle, devo andare ad allenarmi oggi pomeriggio ed in questo stato non so se potrei farlo.

– Va bene, prendilo pure. Ma chi ti massaggerà?

– Proverà la mamma, non ha esperienza ma niente di meglio, non ho a chi chiederlo’

– Se vuoi, non ho esperienza diretta, ma quando facevo judo a livello agonistico’

– Ti prego zio! Non ricominciare con i tuoi trascorsi sportivi! Mi sembri Paperone nel Klondike!

– Piccola impertinente! ‘ Le dico sorridendo ‘ Stavo dicendoti che il mio preparatore atletico era anche un bravo massaggiatore e, se vuoi, posso farti io un massaggio perchè ricordo perfettamente tutte le manipolazioni che effettuava sul mio collo e le mie spalle per sciogliere le contratture ai trapezi ed ai muscoli della schiena.

– Davvero mi faresti questo favore?

– Perché no?

– Ed allora fammelo subito! Dove mi sdraio?

– In camera da letto, o se vuoi sul tavolo della cucina, basta allungarlo e metterci sopra il materassino di una sdraio, anzi è la soluzione migliore perché così non devo abbassarmi di molto ed è più comodo anche per me. Prendiamo il caffè e poi ti massaggio.

Preparo il tutto in un attimo e dico a Marta di sdraiarsi a pancia in giù.

– Zio, mi tolgo la maglietta!

– Si ma anche il reggiseno; mi darebbe impaccio e si ungerebbe. Io vado di là, tu sistemati e chiamami quando sei pronta. Anzi fai una cosa, togliti anche i jeans e mettiti questa asciugamani sul sedere, non vorrei inavvertitamente ungerti i pantaloni.

– Buona idea!

Esco dalla cucina ed aspetto che Marta mi chiami.

– Ok, zio puoi entrare, sono pronta!

Rimango senza fiato: Marta è distesa a faccia in giù con le mani incrociate sotto il viso, la testa reclinata verso destra, gli occhi chiusi, la schiena nuda e sotto il rigonfiamento dell’asciugamani immagino la rotondità del suo culo maestoso, scolpito da anni e anni di danza. Le gambe sono perfette, le cosce tornite. La fronte mi si imperla di sudore, deglutisco a vuoto un paio di volte, faccio un enorme sforzo di autocontrollo e simulando indifferenza, apro il flacone dell’olio. Un profumo veramente gradevole si spande nell’aria, ne verso un po’ sul palmo di una mano, poi sull’altra ed inizio a frizionarle.

– Bene, adesso tirati in su i capelli che cominciamo.

Afferro delicatamente il suo collo, faccio su e giù un paio di volte affinchè l’olio si stenda in maniera uniforme e comincio delicatamente a massaggiare dalla base della nuca fino all’attaccatura delle spalle.

– Mmmmmmh che bello! Che rilassante! Sento già che fa effetto!

– Ancora è niente, aspetta!

Verso un altro po’ di prodotto ed inizio con movimenti sempre più ampi a massaggiare anche le spalle.

– Che sensazione! Mi fai morire! Dai continua così! ‘ Mi sussurra quasi.

I miei sapienti movimenti continuano a massaggiare le spalle, la nuca, la schiena, tracciano e seguono la spina dorsale fin quasi al bacino e Marta uggiola per il benessere che questo le provoca.

– Vai più sotto, anche la fascia delle reni. Mmmmmh!

– Va bene, ma rischio di ungerti le mutandine, non so se questo prodotto macchia’

– Le ho tolte per evitare proprio questo, non preoccuparti, continua’

Le mie mani si erano ormai impossessati di tutta la sua schiena ed io le facevo risalire, scendere risalire di nuovo, allargavo il massaggio verso l’esterno, poi di nuovo sulle reni mentre piano piano osavo scendere ancora più giù, quasi casualmente.

– Fantastico, zio, continua’ vorrei stare così per sempre’ ti dispiace se sto con gli occhi chiusi?

– No, figurati, anzi rilassati’ se vuoi posso andare anche oltre, però devi dirmelo tu, non vorrei che pensassi che hai uno zio che ne approfitta per’ palparti il sedere!

– Ma no, zietto, anzi mi piace, mi rilassa, sento che anche i miei glutei ne trarrebbero un grande beneficio’ continua, lo so che non lo fai certo per toccarmi il culo!

– Certo! Beh’ comunque avevo bisogno della tua approvazione, ormai hai 18 anni compiuti, non sei più la bambina che tenevo sulle ginocchia!

– Continua, dai! E poi da piccola non mi facevi le iniezioni?

– Si, ma vedi’ non è che il tuo culetto sia rimasto quello di una bambina, anzi’ è uno dei più bei culi che io abbia mai visto!

– Grazie del complimento, ma sono sempre tua nipote, non è ti faccio altri effetti?

– Ci mancherebbe!

Dissi ipocritamente, mentre non riuscivo quasi a mascherare una potente erezione; meno male che Marta mi dava le spalle! Spostai l’asciugamani ed iniziai a frizionarle i glutei, prima facendo su e giù e poi, pian pianino, mentre massaggiavo, iniziai ad aprirli quasi impercettibilmente fino a quando la sua rosellina non occhieggiò in mezzo alle natiche. Mi sentivo in paradiso, il fiato mi si accorciò, feci colare un po’ d’olio in mezzo al sedere e con un dito iniziai a massaggiare in mezzo. Ormai volevo giocare a carte scoperte e poi, Marta, non mi aveva dato il suo consenso? Con un dito, mentre continuavo il massaggio, spalmai il prodotto lungo il solco. Abbassai l’asciugamani e mi apparve la sua fichetta depilata e bagnata! La porcellina stava godendo, non c’erano dubbi. A quel punto, con grande sapienza e delicatezza iniziai a massaggiare ancora più in profondità fino a sfiorare e poi stuzzicare la sua rosellina, irrorandola di olio, con movimenti verticali e poi circolari fino a quando con un dito non provai quasi a forzarne l’apertura.

– Oooohh! – Fece Marta con voce roca ‘ Ti prego continua, è bellissimo!

Insistetti con i movimenti circolari sempre più concentrici fino a quando il dito medio della mia mano destra non forzò appena quello scrigno prezioso, brama dei miei desideri più nascosti ed incoffessabili.

– Aaaahh! Si! Tutto dentro, ti prego, mettilo tutto dentro! ‘ Disse Marta con voce implorante ‘ E toccami anche la fichetta, zio, fammi godere, non resisto più!

Non capii più nulla, con le mani iniziai a tormentarle il clitoride e masturbarle l’ano che cedeva al bussare del mio dito. Marta iniziò ad inarcare la schiena ed io continuai a masturbarla versando ancora olio in mezzo alle sue eburnee chiappe. Mi feci strada con un altro dito dentro il suo culo e lei apprezzò moltissimo questa manovra. Ormai rantolava dal piacere, con la bocca dischiusa e la lingua che inumidiva le labbra.

Persi ogni freno inibitorio.

– Marta, amore di zio, non sai per quanto tempo ho sognato questo momento che credevo non si potesse realizzare mai, come ti desidero, ho sempre desiderato il tuo culo, perfezione della natura!

– E allora prendilo, non l’ho mai fatto ma sto impazzendo dalla voglia, non pensavo si potesse godere col culo, fammelo vecchio porco, spaccamelo!

– Ma guarda che un cazzo non è come due dita!

– Non mi importa! Sento il bisogno di averlo pieno, non mi farai male perché è come affamato, è aperto, aspetta solo di essere riempito!

Non me lo feci ripetere due volte; in un attimo mi abbassai i pantaloni della tuta ed i boxer, mi unsi la cappella ormai paonazza per la prolungata erezione, avvertii uno strano senso di intensa frescura dovuta alle essenze del balsamo, ordinai a Marta di scendere dal tavolo ed appoggiarsi ed esso sporgendo il culo e con una mano le aprii le chiappe mentre con l’altra mi aiutai ad indirizzare il mio nodoso cazzo verso quel buco occhieggiante. Mi bastarono due delicate spinte per superare l’anello del suo sfintere; un attimo di pausa e poi tutto giù gradualmente fino a quando non scomparve interamente dentro al suo culo.

– Aaaaaargh! – Fece Marta ‘ cosìììì! Fantastico! Meraviglioso! Oooohh! E adesso pompami, aprimi come una mela, spaccami il culo, ancora!

Iniziai a pompare come un forsennato ed ad ogni spinta, Marta mi veniva incontro. Il suo culo non aveva opposto la minima resistenza, anzi era come se fosse già abituato ad essere penetrato. Con una mano iniziò a toccarsi la fica e muovere la testa come un’indemoniata.

– Sfondami, fammelo sentire tutto nelle budella! Spaccami il retto, allargamelo per bene questo culo, Oddio! Non pensavo si potesse godere così! Ancora, di più! Bastardo, mi hai rotto il culo ed è bellissimo! Mettici dentro anche i coglioni, Aprimi, aprimi! Ooooh’ vengo vengo, allagami il budello, fammi un clistere di sborra, pisciami dentro, Oooh! Non capisco più niente, capisco solo che mi devi spaccare! Spaccami! Mi senti? Senti il mio culo che ti avvolge? Non sei tu che mi stai scopando il culo, sono io che ti scopo, io che ti fagocito, io che ti possiedo! Rompimi, ne voglio ancora, ancora di più!

A quel punto, la bestia che si era scatenata in me era senza ritegno. Uscii da lei un attimo, per poi
entrare nuovamente fino in fondo.

– Siiii! Cosiiii! ‘ gridò Marta ‘ ed io cominciai ad uscire e rientrare sempre più selvaggiamente dal suo culo ormai aperto, dandole dei colpi sempre più possenti, fino a far spostare il tavolo. E lì mi venne l’idea di possederla anche davanti, brutalmente. Uscii ancora una volta e puntai il mio cazzo verso la fica. In un solo colpo, bestialmente, lei fui dentro. Lei cacciò un urlo di sorpresa e di godimento ed ripresi a stantuffarla, un colpo in fica ed uno nel culo. Marta farfugliava in preda all’orgasmo più violento della sua vita ed io sentii di non farcela più, dovevo venire.

– Sei pronta?

– Siiiiiii!

Le poggiai ancora una volta la cappella sull’ano e spinsi come un ariete. Un colpo solo, fino alle palle. Lei cacciò un ennesimo urlo ed io dopo tre, quattro poderose pompate, le riversai nelle budella una marea di sborra mentre lei raggiungeva un altro orgasmo. Restai lì, col fiatone, riverso su di lei con il cazzo ancora ben piantato dentro il suo culo in attesa di riprendere fiato. Lei si lamentava debolmente, ma erano lamenti di soddisfazione, quasi come se facesse le fusa.

Mi staccai delicatamente da lei che si girò verso di me e mi disse:

– Sublime, mai avevo scopato così, non credevo nemmeno che lo si potesse fare!

Mi guardò con affetto e riconoscenza, avvicinò il suo viso al mio e mi baciò facendo roteare la sua lingua con la mia. Fu un bacio sentito, sincero, appassionato. Io le accarezzai il viso con estrema dolcezza e la baciai ancora.

– Marta, amore mio, mi hai fatto ritornare adolescente, non scopavo così da trent’anni sei’

– Sssssst! Non dire niente, sono la tua nipotina che hai fatto diventare veramente donna. Mi hai scopato in modo sublime, non come quegli stronzetti dei miei compagni di liceo. E il mio culo sarà per sempre tuo come e quando lo vorrai. Mi hai insegnato tante cose, non pensavo si potesse avere un orgasmo anale. Mi hai soddisfatto nella mia più profonda e perversa femminilità. Da oggi mi dovrai insegnare tante altre cose, voglio spompinarti, leccarti, farmi leccare il culo da te, voglio che me lo apri, che me lo spacchi, che diventi il tuo giocattolo preferito, che ci metta dentro tutto quello che la tua perversa fantasia desideri, che, se preferisci, tu rimanga in sua contemplazione per quanto vorrai; insomma, da oggi, voglio essere l’oggetto dei tuoi desideri più nascosti, la tua troia personale. Ti amo, zio!

– Tesoro mio!… Ma come vanno il collo e le spalle?

– Benisimo zio, rilassàti come il buco del mio culo! E dire che ero passata solo per una’ pomata!

IL CULO DI MARTA (2)

Il lunedi successivo mia nipote Marta mi telefonò allo studio.
– Voglio vederti, voglio stare con te’
– Marta, tesoro, anch’io non faccio altro che pensare a te, ma ho tanto lavoro e non ho trovato ad un posto dove poter stare tranquilli, a parte il mio capanno di caccia’
– Va benissimo, quando?
– Ma è scomodo, c’è un giaciglio più che un letto e c’è anche un’ora buona di strada in auto. Tra l’altro la caccia è chiusa, non saprei che scusa inventare a tua zia.
– Allora fai così: ti aspetto alle 18,00 in Via degli Oleandri, numero 21. Citofona al 39.
– Ma’ scusa, chi ci abita?
– Una mia amica, mi ha lasciato le chiavi, lei è andata dai suoi per una settimana. Staremo tranquilli, non ci disturberà nessuno.
– Marta, non so ancora se riuscirò a liberarmi per quell’ora’
– Dai’ non vedo l’ora di stare con te’ mi hai già dimenticato? Hai dimenticato il mio culetto che non vede l’ora di essere riempito da te?
La sua voce leggermente rauca e sensuale mi sconvolse ancora di più
– No, no’ pianterò lo studio, ci sarò’.
Alle 18,00 in punto citofonai e una voce mi disse di salire al 4′ piano.
Mi venne ad aprire Marta, appena richiusa la porta dietro di noi, mi gettò le braccia al collo ed appiccicandosi letteralmente a me mi baciò con una passione tale che mi lasciò senza fiato.
Senza parlare mi trascinò nella stanza da letto e, sedutasi sulla sponda, mentre io restavo in piedi, cominciò a sbottonarmi la patta dei pantaloni ed impadronitasi nel mio cazzo, iniziò a farmi un pompino con foga, come una bimba affamata attaccata al biberon.
– Ohhhh’ Marta! Sei fenomenale! Mmmmmmh’
Iniziai a gemere mentre mi sentivo risucchiare l’anima; la porcellina ci sapeva proprio fare!
Si staccò un attimo e disse:

– Finalmente! Ho sognato il tuo cazzone per tutto il fine settimana’ ne sono stregata. Infatuata’ non lo so, so soltanto che lo voglio dentro di me, dentro la mia figa ma soprattutto dentro il mio culo!
– Ahhhh, Marta, mi fai morire! Si te lo darò dove vorrai ma adesso voglio leccarti anch’io!
Ci spogliammo in un attimo e ci buttammo sul letto dando inizio ad un 69 selvaggio. Avevo sul mio viso il suo meraviglioso culo, tutto depilato, vagina compresa, il culo più bello che mi sia mai capitato di vedere e soprattutto di possedere. Iniziai a leccare la sua fichetta già irrorata dai suoi stessi umori. Aveva un sapore fantastico, speziato, dolce e salato contemporaneamente. Spinsi dentro la lingua per poi titillarle il clitoride e risalire fino alla rosellina del suo culo che cedette al mio picchettare, schiudendosi e riaprendosi ad ogni passaggio di lingua. Aveva un buon sapore anche lì, come di fiori primaverili.
– Mi sono preparata, ho fatto due clisteri di camomilla, voglio essere sicura di darti tutto ed il meglio di me. Sabato scorso mi hai fatto impazzire, ho trascorso la domenica a masturbarmi pensando al tuo cazzo ed infilandomi nel culo tutto quello che di cilindrico ho trovato in bagno per allargarmi di più ed abituarmi subito al tuo randello. Ho goduto come una maiala! Ho scoperto che in culo godo quanto e più che davanti e questo grazie a te! Voglio che mi apri come l’altra volta, mi sono allenata scrupolosamente, sono riuscita a metterci dentro anche la bomboletta della lacca’ voglio che tu possa prendermi anche senza abbondante lubrificazione. Non pensavo si potesse godere di culo e di cervello insieme.
Riprese a spompinarmi con foga, leccandomi anche le palle ed io, di rimando le rivestivo di saliva sia la figa che il buco del culo.
– Adesso lo voglio, lo voglio dentro’
Armeggiò tra le lenzuola fin quando non trovò un tubetto di lubrificante che non avevo notato, se ne versò un po’ sulle dita e si lubrificò il culo. Io ero supino, e lei si mise a cavalcioni su di me. Si impossessò del mio arnese e con poche difficoltà lo puntò verso il suo culo. Il mio cazzo si venne a trovare all’ingresso del suo sfintere e lei si lasciò cadere di colpo, trafiggendosi su quel palo che, credetemi, era come l’acciaio perché non ero mai stato così libidinosamente coinvolto come lo ero con Marta.
– Oooooh… così… tutto dentro a spaccarmi le budella! Bellissimo, bellissimo!
Ed iniziò una galoppata da indemoniata. Il suo culo sembrava essere una guaina su misura per il mio uccello. La mia cappella era stimolata da quello strettissimo fodero che mi faceva provare brividi inimmaginabili. Marta mi venne incontro facendo saettare la lingua sulla mia bocca, sulle mie labbra, io risposi con passione ai suoi baci e le nostre lingue si avvilupparono in un abbraccio senza fine. Poi, non lo avevo ancora fatto, mi impadronii delle sue tettine, in verità un po’ piccole ma ben fatte e iniziai a ciucciargli alternativamente i capezzoli.
– Che bello, zio! Mi piace anche quando mi succhi le tette! Ma godo ancora sempre di culo, è una scoperta che mi ha sconvolto piacevolmente la vita! Com’è possibile? Non sarò malata?
– Ma no! Che malata! La zona anale è una zona erogena e la tua è particolarmente sensibile; non credere di essere la sola! Sapessi come tua zia adora essere inculata!

– Oh, allora è vizio di famiglia! Chissà la mia mamma! Intanto so che è la sensazione più bella e sconvolgente che abbia provato in vita mia! Ooooh, come me la sto godendo’ zio, mi spacchi il culo e a me piace! Sono troia, una grande troia! Siiiiii!
Marta raggiunse un orgasmo talmente intenso che si accasciò su di me continuando a fremere. Con delicatezza uscii dal suo culo e mi girai di fianco facendole assumere la stessa posizione, di fronte a me.
Stava con gli occhi chiusi, i capelli sul viso. La bacai teneramente e la strinsi forte a me. Quel demonietto mi stava entrando nel sangue, capii che non avrei più potuto fare a meno di lei. Non era amore, amavo mia moglie, ma era una droga dalla quale sapevo di essere diventato dipendente.
– Tu però non hai goduto, zietto, non sei venuto.
– Non preoccuparti per me, piccola. So resistere, lo farò più tardi se hai ancora voglia.
– Ne ho tanta, zio! Tantissima! Non pensare di aver finito! Anzi, cosa vuoi che faccia?
– Inginocchiati sul letto e stendi il busto sulle gambe.
– Oh! Così da dietro puoi vedermi veramente aperta! Porco, maiale mio, depravato schifoso bastardo, ti amo! Così va bene? Aspetta, con le mani mi allargo ancora di più le chiappe. Lo vedi bene? Lo vedi il mio culo aperto? Mi sento aperta, oscenamente aperta e più penso a come devo essere oscena in questa posa e più ho voglia aprirmi. Godo al pensiero che tu mi stia guardando il buco del culo tutto aperto per te. Ti piace?
– Si piccola mia, mi piace da morire, è uno spettacolo meraviglioso!
– Aprilo, amore, aprimelo con le mani, tira da un lato all’altro, fallo diventare aperto come una galleria! Riempilo, mettici qualcosa dentro e spaccalo!
– Si ti apro, ti spacco, brutta puttanella, vieni qui!
La tirai dai fianchi e la feci stendere bocconi sul letto, mi sdraiai su di lei e le sue chiappe sporgenti, dure come il marmo si trovarono sotto il mio rostro. Feci quasi fatica a penetrarli e scavare tra di esse fino a trovare la rosetta del culo. A quel punto spinsi di colpo in modo maschio e crudele entrando in lei fino in fondo.
Non si aspettava questo movimento e la penetrazione la colse di sorpresa.
– Aaaaargh! Bastardo mi hai spaccato davvero, mi hai fatto male! Uccidimi così! Fa un male cane ma godo di più! Oh, come godo! Ho tutto un fuoco dentro, mi sento piena di fuoco e di cazzo! Ohhhh! Vengo di culo, vengo di culo di nuovo!
Le sue parole esplosero nel mio cervello. Il pensiero di farla godere così intensamente mi provocò un orgasmo indescrivibile. Venni copiosamente, abbondantemente dentro quel suo adorato culo e le scariche del piacere partivano dal cazzo arrivandomi al cervello come scosse elettriche. Che scopata, che piacere!

– Ti spacco, ti apro, ti squarto, puttana, zoccola rotta in culo, prendi, prendi! Assaggia questa nerchia, prendi questo bastone fino in fondo, fattelo uscire dalle tonsille!
– Siiii! Mi stai veramente squartando! In questa posizione mi stai anche massaggiando l’utero da dietro, è bellissimo, ravanami il culo, vengo ancoraaaaaaa!
Mi accasciai su di lei, sfinito, svuotato ma felice, come se vivessi in un’altra dimensione. Avevo perso la cognizione dello spazio e del tempo, mi sembrava di galleggiare in un eterno attimo di beatitudine.
Mi rendevo conto di essere un uomo veramente fortunato. Quella ragazzina mi stava facendo vivere una seconda insperata giovinezza. La mia gratitudine per lei non aveva confini. Mi commossi, gli occhi mi diventarono lucidi: per fortuna, Marta, in quel momento, non poteva vedermi in viso.

Per commenti, suggerimenti e contatti: raccontiuccellone@hotmail.it
L’evoluzione del rapporto con Marta aveva sconvolto la mia vita. Da un lato mi aveva regalato una ‘rinascita’ fisica ed emotiva; all’improvviso non mi sentivo più la mia età ed avevo ritrovato l’entusiasmo di un ragazzino ma mi sentivo con la coscienza ‘sporca’; è vero che Marta non era mia nipote diretta, non c’erano legami di sangue in quanto era una nipote acquisita, però l’avevo vista ‘nascere’, l’avevo tenuta sulle ginocchia, ci avevo giocato quando era una bambina’ negli ultimi anni l’avevo perduta un po’ di vista fino a ritrovarmela donna fatta, bellissima e, dapprima inconsciamente, avevo iniziato a guardarla sotto tutt’altro aspetto che ‘paterno’.

Certo, era maggiorenne, emancipata, donna del suo tempo, ma se sua madre o mia moglie fossero venuti a sapere di questa tresca? Sarebbe stata la fine! Che figura avrei fatto con mio cognato che meritava rispetto ed era un galantuomo?

Cercavo di scacciare via questi pensieri e di godermi soltanto questo momento; Marta era molto giovane, presto si sarebbe stancata e tutto sarebbe rientrato, ahimè, nella normalità.

Il nostro successivo appuntamento fu sempre a casa della sua amica per il mercoledi seguente. Mi preoccupai di non prendere appuntamenti in studio e mi inventai delle udienze pomeridiane in Tribunali fuori città per cui avrei tenuto anche il cellulare spento.

Arrivai all’appartamento e Marta mi aprì la porta vestita con una minigonna plissettata ed una maglietta. Calzettoni bianchi alle ginocchia ed i capelli raccolti a coda di cavallo: stupenda, bellissima, sembrava una quindicenne e lo sapeva, lo aveva fatto apposta. Mi saltò letteralmente addosso avvinghiandomi la schiena con le gambe a infilandomi la lingua in bocca. Risposi con passione al suo bacio e, quando le nostre bocche si staccarono, mi disse:

– Sono stata una bambina cattiva e devi punirmi, merito una bella sculacciata!

Mi fece sedere sul divano e si sistemò bocconi sulle mie ginocchia . Le misi le mani sul sedere ed iniziai a tirare su la gonna; era senza mutandine. Il suo meraviglioso sedere mi apparve in tutto il suo splendore e me ne impadronii a piene mani carezzando quelle chiappe da favola.

– Mmmmmh’.

Iniziò a mugolare mentre con una mano, di taglio, le iniziai a carezzare la fica e col pollice a stuzzicarle la rosetta anale.

– Oooooh’ che bello, dai, infilami qualche dito dentro il culo’ aprilo, rompilo, sono una bimba cattiva, fammi male, infilami nel culo tutta la mano’ voglio che sia talmente aperto da prendere due cazzi contemporaneamente!

– Porca! E di chi dovrebbe essere il secondo cazzo?

– Finto, un cazzo finto, il tuo più un vibratore!

– Ma ho davvero il cazzo così piccolo che non ti soddisfa?

– No, No’ tu hi un cazzone fantastico’ sono io che ne voglio sempre di più. L’idea di avere un culo largo quanto una caverna mi fa morire’ oh, si’. Sto già venendo al solo pensarci!

E si lasciò andare ad un primo orgasmo liberatorio. Non c’erano dubbi, Marta era dotata di grande fantasia e la sua libido coinvolgeva il suo cervello. Il suo erotismo era anche celebrale e questo mi faceva impazzire.

– Aspetta’

Mi alzai e mi spogliai velocemente, l’afferrai per i fianchi e la sollevai, stendendola sul tavolo da pranzo con le chiappe in fuori. Le alzai le gambe e le piegai fino a farle arrivare all’altezza del suo seno. Lei capì ed incrociò le braccia in modo da tenerle più sollevate possibile. In questo modo la sua fica ed il suo buco di culo erano totalmente esposti alla mia mercè. Mi inginocchiai e, con il viso all’altezza del suo ano, iniziai a lapparlo con lente e penetranti leccate. Marta urlò dal piacere ed io sempre con più foga, leccavo e penetravo quello sfintere fantastico fino a quando giudicai che era abbastanza lubrificato e rilassato. Mi sollevai ed appoggiai la mia nerchia al suo culo ed il glande aderì alle increspature del suo buco. La guardai negli occhi e lei mi rispose con uno sguardo pieno di supplichevole libidine aspettando soltanto che la penetrassi. Cosa che feci lentamente mentre i nostri sguardi erano sempre l’uno dentro l’altro. Nello stesso momento che pressai per entrare sentii che spingeva in fuori facilitando la sodomizzazione mentre un’espressione di estasi le si formava in volto.

– Aaaaaaaah! Siiiiiiii! Tutto dentro, così! Oh che bello dai, aprimi il culo, dammelo fino in fondo, sto godendo come una maiala, pompami, pompami il culo, allargalo per bene, che bello! Spaccami! Lo senti come ti spompimo col culo? Vengo, vengo di nuovo, siiiiiiiiiii!

E si lasciò andare ad una serie interminabili di orgasmi a ripetizione. Io non riuscii più a trattenermi:

– Oohh, vengo, ti sborro tutto il budello, ti faccio un clistere di sborra!

– Sììììì e non uscire, oooh, aspetta, tienilo dentro!

Il mio orgasmo fu lunghissimo, fiotti di sperma allagarono il retto di Marta e, alla fine, per assecondarla, non mi ritrassi, come le avevo promesso. La mia virilità perse un po’ di turgore ma continuai a stare dentro di lei.

– E adesso pisciami dentro!

– Ma, Marta, non so se’

– Pisciami dentro! Appena sei pronto dimmelo e pisciami dentro!

Mi preparai a quanto mi richiedeva, le dissi che ero pronto ed iniziai una lunga, liberatoria pisciata dentro il suo culo.

– Aaaaah! Così! E’ calda e mi fa godere! Dammela tutta, tutta!

Ed ebbe un ultimo potente orgasmo.

Mi staccai da lei ed appena fuori lei strinse il buco del culo così rapidamente che nemmeno una goccia dei miei liquidi si disperse. Mi disse solo di aspettare un attimo. Corse in bagno e liberò l’intestino dal suo contenuto. Poi mi chiamò, mi invitò ad entrare in bagno e la trovai a culo in aria con una peretta da un litro pronta in mano.

– fammi un clistere, voglio essere ben pulita per dopo, ho una sorpresa da mostrarti’

Dopo il clistere, tirò fuori da uno zainetto un dildo a leggera forma di cuneo con un tubicino alla cui base era collegata una pompetta, un po’ come quella dei misuratori di pressione arteriosa.

– adesso mi sdraierò di nuovo sul tavolo, tu mi infilerai nel culo questo giocattolino ed inizierai a pompare aria dentro di esso. Si allargherà all’interno del mio budello. Voglio sentire quanto riuscirà ad allargarmi.

– Ma, non può essere pericoloso? Non vorrei che ti causasse qualche lesione interna’

– No, sono collaudati, servono a far godere, a riempire’ dai, non farmi aspettare, te l’ho detto, voglio impazzire di piacere, voglio che mi svanghi il culo’ prima lubrificalo con un po’ di vaselina ‘ ecco tieni’

E mi porse un tubetto. Il trovarmi davanti a lei, ancora una volta oscenamente aperta, totalmente e passivamente disponibile mi provocò una seconda erezione. Quanto era maiala questa ragazza! La sua era una porcaggine che ti prendeva di testa, era libidine, eros allo stato puro. Lubrificai il dildo e, senza alcuno sforzo, iniziai a penetrarla nell’ano fino a quando non scomparve del tutto nell’interno fino alla base. Solo il tubicino e la pompetta restarono fuori.

– Oooooh.. Che bello’ si’ e adesso comincia a gonfiarlo, dai’

Iniziai a strizzare la pompetta proprio come se fosse quella di uno sfigmomanometro e ad ogni pompata il volto di Marta si stravolgeva in una maschera di puro godimento.

– Ooh, fantastico, così, continua, pompa ancora aria, mi sento aperta, mi allarga’. Oddio’. Vengoooooooo! Bellissimooo!
sto impazzendo dal piacere, ancora, pompa!’ ahi, basta, basta’!

Mi fermai immediatamente. Marta stava con gli occhi chiusi, il viso contratto in una smorfia di piacere. Rantolava per le sensazioni che provava. Che visione! Nel vederla godere così fui colto da un raptus e mi fiondai in mezzo alle sue cosce iniziando a lapparle la fica grondante di succhi ed a titillarle il clitoride con la lingua. Non mi sarei mai più fermato dall’assaporare i suoi abbondanti umori, il suo afrore; che goduria!

– Aaaaaaaah! Mi fai morire, mi fai morire, godo, godo!

Le sue gambe iniziarono a tremare e anche il suo corpo fu tutto scosso da un irrefrenabile tremore. Era come se una scarica di corrente la attraversasse. Iniziò ad irrigidirsi, a scuotere la testa come un’ossessa. Aprì la bocca, tutto il suo corpo si paralizzò all’improvviso e dopo un paio di secondi cacciò un urlo liberatorio mentre i suoi muscoli, tesissimi un attimo prima, sembrarono afflosciarsi, perdere vitalità.

Trascorsero alcuni secondi durante i quali Marta sembrava essere priva di sensi, poi iniziò a reagire:

– Oooh’ mi gira la testa mi sento molle, non ce la faccio nemmeno a muovermi, è stato bellissimo. Ora puoi sgonfiare il dildo.

Feci come desiderava e dopo estrassi l’oggetto dal suo sedere. Marta si sollevò ancora incerta, sembrava ubriaca. Scese dal tavolo, mi sorrise, mi abbracciò e mi indicò il divano dove mi sdraiai. Si inginocchiò all’altezza del mio ventre e e prese il mio uccello in mano, iniziando lentamente a spompinarlo. Era fantastico: più mi spompinava, più il mio cazzo si inturgidiva e lei aumentava il ritmo e la potenza della succhiata.

– Aaaah, Marta’. Così vengo di nuovo!

– Dimmi quando stai per venire, lo sai dove lo voglio’

– Ooooh, Marta ci siamo quasi!

– Dai, allora!

Mi fece alzare, si sdraiò con la pancia su uno dei braccioli mostrandomi il culo e la fica. Non le chiesi nulla, tanto era inutile! Puntai decisamente il mio cazzo sulla sua rosellina e penetrai di botto. Due spinte selvagge e venni di nuovo, copiosamente, dentro quel magnifico culo. Marta cacciò un urlo di godimento ed un ennesimo orgasmo la scosse. Dopo si girò, mi sorrise, si strinse a me ed iniziò e riempirmi di baci.

-Ti amo, ti amo, ti amo, sei l’uomo che ho sognato sempre di incontrare e ti avevo praticamente sempre sotto gli occhi! Non voglio vivere senza di te, senza il tuo cazzone e la tua perversione. Si sei un pervertito, un porco ed hai fatto di me una troia felice, dimmi che tutto questo non finirà, giuramelo!

– Amore mio, fin quando il mio fisico reggerà, ti assicuro che trascorreremo ancora tanti momenti interminabili, ma tu sei una ragazzina, devi fare le tue esperienze, frequentare i tuoi coetanei’

– Non mi interessano, tutti fighetti da copertina che scopano come conigli e si sentono veri uomini, e non è solo un mio giudizio, anche le mie amiche sono dello stesso avviso e, poverine, non hanno te! Si accontentano ed ogni tanto, per provare sensazioni più durature ed intense, si danno all’amore saffico tra di loro.

– Mamma mia! Siamo veramente a questo punto? E’ così scadente questa generazione? Mi preoccupo per mio figlio, tuo cugino’

– No, no, lui va alla grande e poi, lo sai, è seriamente innamorato di Alessia, si amano e non gli interessano le altre ragazze. Alessia mi ha confidato che si trova benissimo e che è un ragazzo dolce e molto virile allo stesso tempo.

– Meno male.. buon sangue non mente!

– Sai che mi è venuta una curiosità? Mi hai detto che alla zia piace enormemente farsi inculare. Ho deciso di spiare i miei genitori per vedere se la mamma gradisce anche lei questa’ variante!

– Ma dai! Che ti frega? Sei proprio porcellina! Non profanare l’intimità dei tuoi genitori, lasciali in pace!

-Oh, ma non se ne accorgeranno nemmeno, devo togliermi questa curiosità, devo farlo, sai come siamo noi donne, ormai mi ci sono fissata e devo saperlo necessariamente!

– Mah’ e va bene! Ci abbandonammo in una sonora risata e dopo un altro bacio iniziammo a rivestirci ed a programmare il prossimo incontro.

Marta mi telefonò al mio studio due giorni dopo il nostro ultimo incontro.

– Ciao, amore mio… ti aspetto oggi pomeriggio alle 18,00…
– Marta, tesoro, non posso ho un sacco di appuntamenti…
– A che ora finisci?
– Non prima delle 19,00 e poi, cosa dico a tua zia? Mi aspetta a casa, le ho detto che rientravo per l’ora di cena..
– Dai, sei un penalista… dille che hai avuto un’emergenza, che un tuo collega deve vederti subito… non sei uno dei difensori degli imputati in quel maxiprocesso per tangenti che…
– Alt! Sei ancora al primo anno di legge e già vuoi insegnarmi il mestiere? Inventerò una scusa plausibile per tua zia…
– Non ti arrabbiare, maschiaccio… non voglio insegnarti il mestiere di avvocato, ma… (sussurrando) voglio insegnarti ed imparare ancora tanti giochini…
– Sei una ninfetta assatanata, mi fai morire… ci vediamo al solito posto alle 19,30…
– Ti aspetto, ho una sorpresa per te…

Dovetti fare un grande sforzo di concentrazione per interloquire lucidamente con i miei ultimi clienti, la mia mente era solo per Marta, per il suo splendido corpo, per il suo paradisiaco culo, per la sua esuberanza, la sua passionalità e la sua libidine. Ero un uomo fortunato e mi ero prefissato l’obiettivo di godermi questa situazione fino a quando sarebbe durata.

Finalmente arrivai all’appartamento che ospitava i nostri incontri clandestini (scusatemi per la frase scontata ma è la realtà delle cose) e Marta mi accolse con un lungo ed appassionato bacio in bocca. Le nostre lingue si cercarono intrecciandosi ed avviluppandosi in un vorticoso abbraccio assaporandosi vicendevolmente.

– Vieni… ti voglio come non mai, ormai non scopo più con i miei coetanei ed ho piantato anche il mio ragazzo. Voglio te, voglio un uomo vero!
– Marta, mio piccolo diavoletto, sai che non sarà per sempre? Sai che ci sono più di trentacinque anni di differenza tra di noi? Sarà naturale quando arriverà il giorno mi dirai che è finita o ti innamorerai di un tuo coetaneo. E sarà giusto così…
– Forse succederà… non lo so… ma, adesso…. carpe diem…

Mi strinse in un forte abbraccio e mi baciò con una dolcezza che ricambiai avviluppandola con le mie braccia e le mie mani, la sua testolina appoggiata al mio petto muscoloso. I suoi capelli pulitissimi profumavano di frutta.

– Con te mi sento protetta, sei il mio cavaliere, il mio principe azzurro, il mio Golem…
– addirittura! E tu sei invece la mia linfa vitale, la mia seconda giovinezza, la realizzazione di un sogno… Marta io non posso e non voglio innamorarmi di te ma sta avvenendo o forse confondo questa grande passione che nutro nei tuoi confronti con l’amore.
– Non importa, non mi importa: quello che conta è che siamo qui, l’uno per l’altra… prendimi, fammi tua fami godere, fammi sentire veramente femmina come solo tu sai fare… possiedimi, riempimi, sottomettimi, umiliami, fammi tua, voglio essere un giocattolo sotto le tue mani esperte.

Ci denudammo in un attimo e ci lanciammo letteralmente sul lettone. Iniziai a baciarla con delicatezza dal collo al ventre fino a trovarmi la sua vulva davanti alla bocca ed iniziai a suggere il suo miele mentre le titillavo il clitoride (come direbbero i francesi o la clitoride per i puristi della nostra lingua). Marta ebbe un sussulto, il suo corpo iniziò ad essere leggermente scosso da un tremore continuo e in un attimo, ci ritrovammo nella posizione del sessantanove. Il mio paradiso era lì, davanti alla mia bocca, al mio naso, ai miei occhi… mentre sentii che il mio pene veniva avviluppato dalla sua morbida bocca iniziai a lapparle la fica e ad umettarle la rosellina del culo superbo, già schiusa, viva palpitante. Provai a forzarla con la lingua e Marta, che aveva imparato a controllare anche i muscoli di questa sua parte del corpo, spinse in fuori in modo da facilitarmi l’esplorazione. La mia lingua penetrò di qualche centimetro ed iniziai a farla scorrere dentro e fuori sempre più velocemente. Marta si inarcò, ruggì di piacere, si scostò un attimo da me per posizionarsi a cavalcioni sui miei fianchi dandomi la schiena. Si sollevò un attimo e con una mano afferrò il mio cazzo svettante guidandolo all’ingresso del culo. Si abbassò delicatamente fino a quando il glande non aderì a quel paradisiaco buco. Si lasciò andare lentamente ed io avvertii il mio rostro farsi strada senza fatica all’interno di quel meraviglioso anfratto. In un attimo fui dentro di lei.

– ooooh… siiii, tutto dentro… tutto dentro il mio culo affamato…. cosiiii, aprimi, riempimi tutta, sfondami il retto….. aahhh….

Ed iniziò una cavalcata dapprima leggera poi sempre più veloce e potente. Si lasciava cadere con veemenza per farsi penetrare fino in fondo roteando i fianchi quasi a volersi fare allargare il culo sempre di più.

– E’ magnifico! Mi sento il culo pieno, sto per venire senza nemmeno toccarmi la fica.. che bello, Ah, siiii! Che delizia, sento che mi stimola anche la passerina… godo, godo… vengooooo!

Iniziò ad andare su e giù in maniera forsennata fino a quando il suo corpo non fu scosso da un lunghissimo brivido e poi un altro e un altro ancora e, alla fine si lasciò andare stremata con la sua schiena sul mio petto man mano che il suo respiro ritornava ad essere regolare. Si girò, fece aderire il suo seno su di me e mi baciò voluttuosamente.

– Che scopata! E tu non sei ancora nemmeno venuto!
– Non preoccuparti, c’è tempo…
– Sai, devo dirti tre cose: la prima è che ho scoperto che mia madre e mio padre scopano alla
missionaria e, mi sembra, senza nessuna variazione sul tema…
– Ma che fai, spii i tuoi genitori? Che te ne frega, scusa, non profanare la loro intimità, non è giusto…
– Aspetta!… se te lo dico è perchè ho visto, ed è la seconda cosa che devo dirti, che mamma nel suo bagno ha una spazzola per lavarsi la schiena con un manico tondeggiante e leggermente ricurvo, lungo, quai un cazzo insomma, e… quando fa la doccia, si masturba e… si infila il manico nel culo godendo come una pazza! Hai visto che è vizio di famiglia? Anche a mia madre, piace! E quello scemo di mio padre se la scopa senza fantasia, magari senza preoccuparsi di capire se lei ha goduto o meno…
– Ma scusa, saranno pure fatti loro, ripeto non mi sembra giusto che…
– Giusto cosa? Mi dispiace vedere mia madre insoddisfatta che, magari proprio per restare fedele a suo marito, debba arrangiarsi da sola…
– Tuo padre è un galantuomo e sai quanto io lo stimi…
– Si, figurati, l’adoro è un padre tenerissimo, lo amo ma vorrei che fosse più brillante, dotato del senso dell’umorismo, insomma, mamma è ancora una gnocca stratosferica e lui che fa? Una botta e via? Poi, per carità è tutto lavoro e famiglia, non ha vizi, non beve, non gioca e mi dispiace constatare che è un uomo grigio…
– Grigio? Ma che dici, è uno studioso, ordinario di storia in una delle più prestigiose università italiane, ha una cultura immensa, i suoi libri sono adottati da non so quanti licei e università… guadagna più lui in diritti d’autore che non un cantante rock… è vero, ha sempre un’espressione malinconica ma ti assicuro che un piacere passare del tempo con lui. Quando trascorriamo insieme le domeniche e prendiamo il caffè in salotto ti garantisco che intavoliamo delle bellissime discussioni di natura…
– Storica, parlate di storia, roba passata, vecchia, stantìa, ammuffita…
– Beh… forse è vero anche questo ma non è un motivo sufficiente per…
– Ma non capisci? Io vorrei che si godesse la vita, che rendesse mia madre felice, non solo appagata economicamente. E’ adorabile, affettuoso, premuroso, sempre presente ma… non vive, capisci cosa voglio dirti? Ha iniziato un libro sulle sette segrete nel tardo medioevo. Sai che significa? Che trascorrerà più tempo lui nello svolgere le sue ricerche che io in biblioteca per preparare un anno di esami da trenta e lode!
E che vuoi farci? Le cose stanno così…
– Per adesso niente ma ci sto meditando su… vedremo…
– la terza cosa?
– La terza cosa… vecchio porcellone… è un favore personale…

Mi strinse l’uccello in mano che nel frattempo si era leggermente afflosciato.

– Sai, come tutte le ragazze ho un’amica del cuore con la quale ci confidiamo tutto…

Mi venne un attacco di panico!

– Marta non le avrai detto di noi due? Ti prego dimmi che non è così, sai che ho ancora gli scrupoli per quello che facciamo, pensa che casino… nessuno deve sapere di noi, ti scongiuro!
– Tranquillo… è una tosta, non parlerebbe nemmeno sotto tortura. Come ti dicevo, ci confidiamo tutto e lei voleva sapere di questa mia improvvisa felicità che leggeva nei miei occhi. Non che non fossi felice ma tu hai aperto nuovi orizzonti alla mia femminilità e le ho raccontato nei minimi particolari quello che era successo la prima volta che venni a casa tua per il balsamo. Il risultato è stato che che mentre le raccontavo l’accaduto, la porcellina si masturbava davanti a me. Siamo amiche per la pelle e senza falsi pudori. E’ successo che è finita con lei che mi chiedeva di masturbarla analmente per provare se anche lei era sensibile in quella zona del corpo. Ho fatto come te con me: le ho spalmato un po’ di crema idratante sul buchetto e mentre lei si toccava la fichetta fradicia le ho infilato piano piano un dito nel culo sussurrandole all’orecchio di non contrarsi, di concentrarsi sul buco del culo, di rilassarsi, di spingere piuttosto che stringere… alla fine ha avuto un orgasmo pazzesco e mi ha ringraziato. Mi ha fatto promettere, visto che vuole imparare a godere di culo, che tu saresti stato il suo iniziatore. Lo farai, per me, le farai il culo come hai fatto con me?

Restai basito. Ma che le passava per la testa? Stronzo io che mi ero lasciato travolgere dalla passione per quella ragazzina perchè tale era e tale si stava dimostrando! Balbettai qualcosa guardandola ancora incredulo!

– Sei impazzita? Marta, mio Dio, cosa dici? Una cosa è quello che ci è successo ed il rapporto travolgente, morboso se vuoi, che ci coinvolge, un conto è fare il culo ad una ragazzina per un suo e tuo capriccio come fosse dare una lezione privata! Marta ti rendi conto di quello che mi chiedi?

Iniziò a masturbarmi lentamente e a mordicchiarmi un orecchio.

– Lo so cosa dico… non ti piacerebbe un tenero culetto, di forma bellissima con una buchino rosa, profumato, che non aspetta altro che essere colto da te? E il piacere sottile di fare godere una donna rompendole il culo, dominarla completamente sapendo che i suoi sensi, il suo cervello ed il suo corpo saranno schiavi della tua mascolinità prepotentemente affondata dentro di lei?

Mi stava facendo andare fuori di testa.

– Piccola ninfomane, ti adoro, certo che le aprirei il culo in due fino a farla sbavare di piacere, sai che il culo rappresenta per me il piacere più sottile, celebrale della mia libidine. Come adesso voglio il tuo ancora una volta. E ti voglio sul letto accucciata sulle gambe con il culo tutto proteso in fuori, col buco oscenamente aperto e pronto a soddisfare tutti i miei desideri…

– Ohhhh…

Fece Marta, rabbrividendo…

– Siiiiii, tutto nel culo lo voglio ancora! E’ tuo puoi farci quello che vuoi! L’idea di mostrarti il mio buco, pensare che è alla tua mercè mi fa morire, mi fa sentire troia, cagna, zoccola puttana… non so come descriverti la libidine che mi prende, ma adesso, dimmi, non vorresti anche il culo di Lisa?
– Si, anche quello, vorrei una fila di culi da infilzare, tutti i culi più belli davanti a me da rompere uno per uno!

– Ho una sorpresa… Lisa è di là ed ha visto tutto grazie a quella webcam sul comò…
– Pazza! Pazza!…
– Lisa Vieni!

Si affacciò una ragazza, nuda, ed io ebbi una celestiale visione; Bionda, i capelli color grano che incorniciavano un viso bellissimo con due grandissimi occhi azzurri come il mare, un nasino perfetto, due labbra carnose, tumide, il collo lungo sopra un corpo da sogno: due seni stupendi, grandi, con i capezzoli color rosa pallido che quasi si confondevano con la tonalità della pelle, fianchi sottili e belle anche, il pube totalmente depilato e gambe lunghe, perfette. Marta le andò incontro, l’abbracciò e la fece girare. Apparve ai miei occhi un culo alto, bello quanto quello di Marta, tonico. Marta la prese per mano e la fece sdraiare sul letto. Lisa mi guardò e mi disse semplicemente:

– Fammi godere come hai fatto godere Marta poco fa. Fa’ di me una vera femmina, sono invidiosa di Marta, farò quello che dirai, iniziami ai piaceri della sodomìa, non voglio imparare con l’ausilio di qualche stupido compagno di scuola, voglio un uomo vero che sappia come e cosa fare…

Guardai Marta come a chiederle cosa fare. Mi sorrise e rispose alla mia muta domanda con un cenno di assenso, quindi sussurrai a Lisa:

– Vieni qui…

Lei si avvicinò, le presi le mani a la invitai a stendersi sul letto. Marta ci guardava con uno sguardo tra l’eccitato e il divertito. Le accarezzai il volto ed i capelli e la baciai dolcemente. Poi iniziai a leccarle i capezzoli e piano piano arrivai con le labbra a sfiorarle la fica. Lisa iniziò a fremere. Affondai il mio volto nella sua vagina, a caccia del suo bottoncino. Nel frattempo mi accorsi che Marta le leccava i seni e le accarezzava i capelli. Cominciai a torturarle il clitoride. Lisa si bagnava abbondantemente e la sua ciprigna aveva un profumo ed un gusto deliziosi. Mi beai di quegli aromi e con due dita iniziai a carezzarle delicatamente lo sfintere. Un lamento se sfuggì di bocca e mi accorsi che spingeva in fuori mentre veniva incontro alle mie falangi per farsi penetrare. Nel frattempo, Marta era scivolata tra noi due e mi stava spompinando alla grande. Decisi che era il momento di fare sul serio. Mi sdraiai supino e afferrai Lisa per i fianchi sollevandola e mettendola a cavalcioni su di me. Lisa si impadronì del cazzo alla radice e con la mano destra e lo indirizzò all’ingresso della sua fica. Mi guardò intensamente negli occhi e si abbassò penetrandosi. ‘Lisa dagli occhi blu’ pensai e mi ritornò in mente l’omonima canzone che era stata un grande successo degli inizi degli anni settanta. Ci coordinammo nel ritmo e Lisa prese a cavalcarmi prima lentamente e poi con sempre più veemenza, sempre guardandomi negli occhi. Il suo fiato si faceva grosso, sul suo viso i segni del godimento. Era molto sensuale, passionale. Incominciò a sentire montare dentro di sé il primo di una serie di orgasmi ed aumentò ancora di più il ritmo della chiavata. Io mi stavo beando di quel fresco corpo bellissimo ed avevo bisogno della mia massima concentrazione per non venire. Avrei dovuto fare gli straordinari! All’improvviso Lisa sembrò colpita da una scarica elettrica; iniziò a tremare sempre di più quando sembro paralizzarsi un per un attimo. Poi reclinò la testa all’indietro e cacciò un primo urlo liberatorio a cui ne seguirono altri e si accasciò su di me restando sempre infilzata dal mio cazzo che era rigido e pronto ad esplodere. Scacciò il suo seno sul mio petto e avvicinò le sua labbra alle mie. Le nostra lingue si incontrarono in una danza sensuale e si trasmisero la felicità che i nostri corpi provavano in quel momento. Marta approfittando della posizione di Lisa si insinuò con la bocca fra i nostri sessi e prese a leccare la radice del mio cazzo e, da un un’espressione di piacere di Lisa capii che le stava anche leccando il culo. Lisa si passò la lingua sulle labbra e si fece sfuggire un rantolo di piacere.

– Ahhh, che bello… così! Continua Marta, leccami il buchino…
– Mmmmmm, Lisa, che buon profumino… hai fatto come ti ho detto?
– Si, mi sono fatta due clisteri e adesso è pronto per voi, fateci quello che volete!
– Che bel buco hai, Lisa! Adesso farò in modo che tu scopra veramente cosa vuol dire godere col culo, tirerò fuori tutta la tua troiaggine nascosta che è così tanta che nemmeno tu immaginavi di possedere; parola di ‘sorella’!

Marta lappava il buco di Lisa lubrificandolo con la saliva e penetrandolo con due dita sempre di più. Lisa inarcava la schiena per farle capire che gradiva il trattamento e nel frattempo mi leccava la faccia, le labbra, si impossessava della mia lingua con la sua bocca e contraeva i muscoli della vagina tenendomi in uno stato di perenne eccitazione fino a quando non capii di non resistere oltre.

– Basta troiette, non resisto… e voglio aprire questo culetto di pesca!
– Siiiiii, aprimelo come hai fatto con Marta, ti prego…

Mi tolsi da sotto il suo corpo, mi alzai dal letto col cazzo svettante e ordinai loro di seguirmi in camera da pranzo. Marta intuì cosa avrei fatto e mi sorrise con complicità. Dalla sua borsa tirò fuori un tubetto di glicerina e me lo mostrò. Ordinai a Lisa di stendersi sul tavolo da pranzo e di sollevare le gambe. Marta si inginocchiò e si ritrovò con la testa all’altezza del suo sesso e prese a leccarlo mentre con le mani armeggiava sul tubetto portando una quantità di prodotto all’entrata dell’ano di Lisa. Io mi spostai all’altezza del suo viso ed invitai Lisa a farmi un pompino. La bionda si impadronì con golosità del mio arnese e mugolando iniziò a sbocchinarmi mentre un’espressione di intenso piacere le si disegnava in volto. Marta continuava a leccarle la fica ed a lavorarle il culetto. Ormai due dita scorrevano liberamente dentro e fuori da quel delizioso pertugio raggrinzito. Lisa aveva ripreso a fremere, a tremare tutta quando Marta provò ad inserire anche il terzo dito senza più trovare resistenze. Lisa aveva capito perfettamente come collaborare ed le tre dita di Marta scivolarono all’interno lubrificando ancora più a fondo le pareti del retto. La dolce biondina ebbe un sussulto e raggiunse l’orgasmo. A questo punto Marta mi guardò annuendo: la nostra ospite era pronta. Mi ritirai dalla bocca di Lisa e mi posizionai tra le sue cosce. Lisa alzò le gambe, tirò a sé le ginocchia ed incrociò le mani dietro ad esse. Marta girò intorno al tavolo e quando fu all’altezza del suo volto la guardò con dolcezza e le la baciò in bocca ricambiata libidinosamente dalla sua amichetta del cuore. Ero contento, la situazione aveva demolito anche l’ultimo baluardo di pudore tra le due amiche che ormai stavano lesbicando senza ritegno! Appoggiai il mio glande sulle grandi labbra di Lisa facendolo scorrere lungo il solco un paio di volte e poi la penetrai dolcemente. Lei si inarcò dal piacere mentre la sua lingua duellava con quella di Marta. La stantuffai per un minuto e, grazie alla sua abbondante lubrificazione, fui pronto anch’io a sverginare quel culo meraviglioso. Uscii e puntai la mia verga sull’ano. Lisa capì e si bloccò in attesa del mio ingresso. Marta prese a sditalinarsi furiosamente mentre guardava l’espressione del viso della sua amica perchè voleva cogliere l’attimo della penetrazione. Diedi una sola spinta, costante, prudentissima e lentissima e penetrai in lei millimetro dopo millimetro senza trovare resistenza, anzi aiutato dalle spinte in fuori di Lisa che ormai aveva capito come fare. Superato l’ingresso con la cappella, in un attimo spofondai dentro di lei con tutto il cazzo fino alla radice come se fossi stato risucchiato all’interno da una forza sconosciuta ed inaspettata. Lisa sbarrò gli occhi, spalancò la bocca come se un grido le fosse rimasto strozzato in gola e, finalmente, liberatorio – contemporaneamente al totale possesso del suo culo – un orgasmo potentissimo la pervase facendola urlare di piacere. Iniziai a muovermi dolcemente dentro di lei fino a raggiungere un ritmo costante. Me la stavo inculando alla grande, aveva un buchetto delizioso che mi avviluppava completamente il cazzo facendomi provare delle sensazioni meravigliose. Quelle stesse sensazioni che si provano quando si possiede un culo: uniche, sublimi, stimolanti più di una penetrazione vaginale. Decisi di aumentare ancora il ritmo e quando sentii che Lisa stava per raggiungere un’altra serie di orgasmi affondai ferocemente in lei tanto da toglierle per un attimo il respiro, per poi uscire completamente e rientrare subito dopo.

– Tieni, troietta, prendilo tutto in culo; non è questo che volevi? Goditelo adesso, senti come ti apro, ti squarto, ti allargo le budella? Ti spacco, ti sfondo…!
– Siiiiii! E’ bellissimo! O mio dio, è meraviglioso! Ancora! Stupendo, meglio che prenderlo in fica! Che sensazione! Non so descrivere cosa provo ma non ho mai goduto tanto! Spingi, spingi, distruggimi, rompimi il culo, ooooooohhh…..!

Si lasciò andare ad un’ultima serie di orgasmi che la fecero scuotere tutta, sembrava preda di un attacco epilettico. Decisi di aumentare il ritmo perchè avevo voglia di venire anch’io ed il comportamento di Lisa mi aveva scatenato la mia libidine più profonda. Quando Marta urlò:

– Ehi, zietto… non credere di cavartela così, ci sono anch’io e lo voglio ancora!

Venne verso di me, mi fece uscire dal culo di Lisa, si posizionò tra le sue cosce col busto in avanti aggrappandosi con le mani al bordo del tavolo, girò la testa e con lo sguardo pieno di eccitazione animalesca mi disse soltanto:

– spaccami…

Non chiedevo di meglio, dovevo godere in fretta e in maniera liberatoria. Le allargai le natiche con una mano e con l’altra diressi il mio pene ormai paonazzo sul buco del suo culo. Spinsi forte, un colpo secco, deciso. Era molto meno scivoloso di quello di Lisa, la sua pelle aveva assorbito buona parte degli agenti lubrificanti ma lei era abituata e sapevo della sua grande ricettività.

– Ahhh, bastardo! Mi spacchi veramente! Continua, così fino alle palle… brucia, brucia ma è bellissimo, oddioooooo!

E venne selvaggiamente, come una cagna in calore, godendosi quell’inculata come solo lei sapeva fare. Ecco la mia Marta, la mia adorabile Marta che godeva come mai nessun’altra donna incontrata nella mia vita (ed erano state un bel po’!) aveva mai goduto: col cervello col cuore, col culo e la fica… insomma, unica! Ed accompagnai il suo orgasmo selvaggio col mio, artigliando le sue sode natiche con le mie mani, eruttando dentro il suo culo fiotti e fiotti del mio godimento, urlando il mio piacere di maschio e di dominatore, padrone, per un attimo, del mondo intero.

(‘ continua)

Dopo il mio ultimo incontro con Marta, che aveva coinvolto la sua amica Lisa, ero inquieto.
Non mi era dispiaciuto la piega che avevano preso gli eventi ma a mente fredda, il dover condividere quello che definivo un mio segreto con una terza persona, mi preoccupava.
Pensavo che avevo sempre da fare con delle ragazzine che per quanto smaliziate potevano prendere alla leggera i nostri rapporti. Loro non avevano niente da perdere, per me sarebbe stato un casino, la fine della mia carriera e lo sputtanamento nel mio ambiente sociale e professionale.
Decisi che era meglio troncare questa pericolosa relazione, era la cosa più giusta da fare.
Due giorni dopo chiamai Marta al cellulare e le dissi che avevo bisogno di parlarle; la pregai di passare dal mio studio la stessa sera dopo le 19,00 quando anche i miei collaboratori e le segretarie sarebbero andati via.

Prudentemente, Marta si presentò alle 19,10 ed io la feci accomodare nel salottino ad angolo della mia stanza.

‘Marta, ti fatto venire perchè ho bisogno di parlarti.’

‘di cosa, mio stallone? Nel dubbio ho fatto due clisteri e non ho messo le mutandine…’

Lo disse con un tono che mi fece venire le vertigini ed i miei sensi iniziarono a risvegliarsi ma riuscii a controllarmi.

‘ No, Marta… finisce qui. E’ troppo pericoloso, per te è un gioco, per me la posta in palio è troppo alta… siamo in due posizioni totalmente diverse.’

‘ Ho capito… gli scrupoli senili… allora che si fa?’

‘non si fa proprio niente… si dimentica. E’ stato bello ma basta così.’

‘Va bene, ho capito e non voglio forzarti. Peccato però…’

e mente parlava si alzò dalla poltroncina, mi venne davanti si alzò la minigonna plissettata e mi sbattè letteralmente in faccia la sua profumatissima fica tutta depilata.

‘Dai, una veloce leccatina di addio… non ti chiedo altro…’

‘Maledetta puttanella’ pensai, ‘Lo sa che non so resisterle…’

Mi inebriai di quel profumo misto di femminilità e detergente intimo e contro la mia volontà mi trovai con la bocca appiccicata a quella meravigliosa vulva da cui un attimo dopo avrei sutto il nettare come fossi un’ape famelica.

“Ooooh… si… se deve essere l’ultima volta, fa’ in modo che sia indimenticabile!’

Mi aggrappai alle sue natiche per spingerla verso di me e meglio far aderire la mia bocca alla sua vagina. Mi riempii le mani della sua carne e persi il senso della ragione, tutti i buoni propositi andarono a farsi benedire e scostandole i glutei con un dito trovai subito il suo sfintere. Fagogitò il mio dito mentre sentivo che le gambe le tremavano e le si rammollivano. Si staccò un attimo, roteò su se stessa di 180 gradi e si abbassò appoggiandosi con le mani sui braccioli della poltroncina di fronte a me. Sollevò la gonna scoprendo il culo e mi disse semplicemente:

‘dai inculami, per l’ultima volta se è questo che vuoi, ma devi farlo, mi voglio gustare questa inculata cosciente di sapere che sarà l’ultima. E voglio farlo passivamente, strumento sotto le tue mani.’

Si inginocchiò sul cuscino della poltrona, inarcò il culo in fuori e con le mani si aprì le natiche mostrandomi la sua rosellina depilata, leggermente dischiusa. Che spettacolo! Fui quasi preda della ‘sindrome di Stendhal’. Mi chinai su quelle lubriche rotondità e presi a succhiare e lappare quel buco fremente. Marta reagì con una serie di urletti soffocati.

‘Cosiiiii !! ravana con quella lingua, aprimi il culo, leccalo e sputaci dentro in modo da dopo poterlo rompere… Ohhhh! Adesso riempimelo col tuo cazzone, presto!’

Era la mia droga, la mia schiavitù. Riusciva a risvegliare in me una virilità ed un desiderio da ventenne. Mi abbassai la cerniera dei pantaloni, mi sfilai la giacca del vestito lanciandola letteralmente dall’altro lato della stanza, mi allentai la cravatta e, con la cappella paonazza ed in tiro più che mai, appoggiai il mio cazzo sul suo ano. Un attimo di concentrazione e spinsi. Lei era ben allenata e contribuì, spingendo in fuori, alla penetrazione. Un attimo e fui dentro di lei fino in fondo con i testicoli che toccavano le sue magnifiche natiche. Iniziai a fotterla lentamente ed in profondità. Marta mi comunicava il suo gradimento a quel trattamento inarcando le reni e venendo incontro ai miei colpi.

‘Ahhh! Continua! Bellissimo! Il mio culo è tuo, sono piena di te! Adesso pensa solo a sbattermi ed a svangare per bene questo mio buco! Voglio arrivare ad avere dentro anche tutta una mano fino al polso. Oooooh… vengo, sento che sto per venire di culo, è fantastico, non i sono nemmeno toccata la fica, non ne ho bisogno, vengo solo di culo, ancora, di più, sbattimi, tutto dentro fino ai coglioni, uummmh! Meraviglioso! Godo, godo, mio Dio, Godoooooo! Siiiii!’

Il suo corpo iniziò a fremere tutto, con le mani tentava di aprirsi le natiche sempre di più mentre io stantuffavo senza tregua dentro quel buco accogliente che mi segava il cazzo in modo sublime avvolgemomi tutta l’asta e facendomi provare sensazioni uniche. Gli orgasmi di Marta si susseguirono a ripetizione e ne contai almeno quattro a brevissima distanza l’uno dall’altro. Presi un ritmo indiavolato e decisi di venire anch’io menando colpi all’impazzata e concentrandomi sul mio piacere. Che goduria! Venni schizzando una marea di sborra dentro quel culo di burro e le artigliai i glutei tanto forte che ebbi paura di averle fatto male mentre invece mi accorsi che gradiva questa mia azione.

‘Siii! Stringimi le chiappe fino a farmi sangue! Che bello, godo ancora!!’

E un’altra serie di orgasmi si impossessò di Marta.

Finalmente ci staccammo, ansimanti e storditi. Ci sedemmo scompostamente sulle poltrone in attesa di riprendere fiato. Non parlammo, Marta si alzò, si ricompose, si avvicinò a me e chinandosi in avanti e mi baciò sulla bocca a lungo permettendo alle nostre lingue di danzare insieme. Poi mi disse:

‘Grazie di tutto, non voglio perderti ma nemmeno angosciarti. Non me la sento di dirti addio come amante ma ho capito che nella tua situazione vivi questo gioco con angoscia e non voglio che tu stia male per me. A presto, mio principe azzurro!’

Mi sorrise, andò verso la porta ed uscì. Era fatta; a malincuore mi staccavo da lei ma era necessario.
Mi ricomposi anch’io, chiusi lo studio, raggiunsi la mia auto, misi in moto e mi avviai verso casa.

Era finita!

Ero spossato, mi inventai una scusa agli occhi di mia moglie, cenai frugalmente e andai a letto. Mi addormentai di sasso.

L’indomani mi giunse una telefonata da mia cognata Olga, la madre Marta. Quando sentii la sua voce rabbrividii: ‘vuoi vedere che quella scema, per vendicarsi aveva spifferato tutto alla madre?

‘Oh, caro, grazie! Marta mi ha raccontato tutto!’

Sembrava contenta: ‘ma come, ti trombo la figlia e sei contenta?’ Dissi a me stesso. Non capii e mi disposi in difesa.

‘Ma di nulla…’ balbettai, tenendomi sul generico.

‘So che hai il tempo contato e quindi apprezzo ancora di più la tua disponibilità a tenere delle lezioni private a Marta, qui in casa. Lei sa bene quali sono i patti: continuare con la danza per fare la ballerina professionista ci sta bene, ma non transigiamo sul fatto che deve laurearsi!’

Mi fu subito tutto chiaro: quella puttanella mi stava obbligando a continuare a vederla con la scusa di darle lezioni private universitarie! Mi arrabbiai moltissimo ma non riuscii nel contempo a non ammirare la sua sottile strategia.

‘ Ma figurati, Olga! Per me è un piacere, lo faccio volentieri! A presto!’

E riattaccai.

‘Bene, bene… puttanella mia… continuiamo a giocare… vedrai di cosa è capace questo zietto acquisito perdutamente preso di te.’ Sorrisi pensando che l’avrei rivista ancora e pregustando il momento in cui avrei scoperto cosa stava tramando…

(Continua…)
Marta mi aveva incastrato. Con la scusa delle ripetizioni private mi aveva costretto a frequentarla ancora.

Il successivo venerdi dopo la telefonata di mia cognata Olga, verso le 19,00 mi recai a casa sua per la prima lezione di diritto amministrativo. Trovai i miei cognati che stavano uscendo per recarsi alla presentazione di un libro di un collega di mio cognato. Sarebbero anche rimasti fuori a cena. Olga, tutta contenta della mia disponibilità, disse:
‘Che caro che sei! Però non vorrei che seguire Marta ti pesasse! Se dovesse avere bisogno di lezioni private potremo sempre rivolgerci ad insegnanti esterni!
‘Ma no, figurati! Da quanto ho capito il problema d Marta non è tanto lo studio di alcune materie, quanto il metodo di interpretazione delle stesse e la interconnessione tra di loro… una questione di visione d’insieme, comunque questa sera mi farò un quadro della situazione più chiaro. Andate pure…’
‘Grazie!’ mi disse mio cognato sinceramente grato ed andarono via.

Rimasti soli, Marta ed io ci guardammo negli occhi. Lei aveva lo sguardo tra l’eccitato, il divertito e l’ronico. Raggiungemmo la sua cameretta.

‘Come vedi, caro zietto, ho salvato capra e cavoli. Qui da soli, a casa mia non puoi avere paure o dubbi, è l’alibi perfetto, nessuno potrebbe mai sospettare… e poi… sono sicura che il mio culetto setoso ti manca, come a me manca il tuo cazzone da sballo…’ e avvicinandosi mi leccò all’improvviso dietro un orecchio. Un brivido mi pervase e mi sentii sciogliere come neve al sole. Il profumo della sua pelle era, come sempre, inebriante. La afferrai brutalmente e le cacciai la lingua in bocca. Marta iniziò a mugolare mentre le nostre lingue duellavano.

‘Ti voglio in bocca, adesso, mi manca il tuo sapore, il tuo afrore di maschio’.
Dopo essersi inginocchiata iniziò convulsamente ad armeggiare con la patta dei miei pantaloni fino a quando il mio cazzo non esplose fuori da essi e Marta lo fece sparire tutto nella sua bocca calda cominciando a farmi un pompino coi fiocchi.
Una scarica elettrica partì dalla parte più sensibile della mia cappella fino a raggiungere il mio cervello e la mia libidine si scatenò.
‘Ah! Marta! Puttanella di tuo zio, sei il sale della mia vita, sei l’apoteosi dei miei sensi! Ti amo e ti desidero, piccola rottainculo, bagascia libidinosa, perversa e disinibita, sei nata per il mio cazzo, tuo unico totem e feticcio, succhia, troia, succhia questo randello che tra un po’ ti squarterà le viscere, ti aprirà il culo come nemmeno le più porche pornostars hanno osato farselo aprire!’
Marta mugolò di piacere con la bocca piena del mio sesso, lo lasciò, si sollevò e guardandomi negli occhi con lo sguardo pieno di promesse, le labbra lucide di saliva, si sollevò la gonna, si sfilò le mutandine. La afferrai per i fianchi, la sollevai da terra, lei si rotolò l’ampia gonna blu plissettata e mi cinse i fianchi con le sue gambe. Immediatamente il mio cazzo si trovò a contatto con le grandi labbra della sua vagina e con una piccola spinta la penetrai fino in fondo mentre tenendola bene stretta feci in modo che in nostri corpi si adagiassero sul suo letto da una piazza e mezzo. La scopai così, alla missionaria, con dolcezza, riempendola di bacini sugli occhi, sulla fronte, sulle labbra. Sul collo. In quel momento l’amavo veramente. L’amavo: fonte di gioventù di ritrovato vigore, di ritrovata passione. Lei si inarcava ad ogni mia spinta ed il suo godimento era sincero, totale. Dal suo stereo, che non avevo notato essere acceso, partì, alla fine di un brano assolutamente insulso nella sua musicalità, la colonna sonora del film ‘il the nel deserto” di Ryuichi Sakamoto e, non so perchè, questa musica sublime mi portò alle vette più alte delle sensazioni che avessi mai provato in vita mia. Stavo amando Marta col corpo, con la mente, col cuore, con l’anima. Lei dovette avvertire le vibrazioni che mi pervadevano e che le stavo trasmettendo.
‘Amore, mio, amami così, sono tua, tutta tua, completamente, il mio corpo e la mia anima ti appartengono, Dio, quanto ti amo, fammi tua ancora, fammi godere, se questo è l’amore voglio che sia così per sempre’. Mi baciò ficcandomi selvaggiamente la lingua in bocca.
‘Aspetta…’
Si staccò da me un attimo, io ne approfittai per sfilarmi i pantaloni, i boxer e la camicia, lei si liberò della gonna e della camicetta fece aderire il suo corpo al mio, sentivo i suoi piccoli seni sulla mia pelle, mi abbracciò e mi baciò ancora, dopo si girò, si accoccolò sulle ginocchia e schiacciò il busto su di esse.
‘Prendimi, come mi piace, come sai che mi fa impazzire, prendimi e usami come l’ultima delle bagasce, prendimi come l’ultima delle cagne, sono la tua cagna, guarda il mio culo, guarda il mio buco del culo, aprilo, riempilo, adesso, lo voglio, lo voglio tutto nel culo, ti prego!’.

E mi apparve la visione più erotica che potessi sperare di vedere in vita mia. Non era la prima volta che la vedevo in quella posa eppure ogni qualvolta restavo incantato. Le sua natiche perfette, armoniose, aperte come un prezioso scrigno incantato che finalmente rivela il suo tesoro all’eletto.
Mi gettai con la bocca su quella rosellina increspata ed iniziai a lappare come un forsennato. Marta gradiva e gridava il suo piacere. Inarcava la schiena e tirando indietro le braccia che prima aveva usato per puntellarsi sui gomiti, schiacciandosi ancora di più sulle ginocchia, si artigliò i glutei aprendoli ancora di più.
In ginocchio, dietro di lei, puntai il mio cazzo sul suo ano che sembrava una boccuccia affamata. Sentii fremere quel meraviglioso pertugio ed iniziai a spingere lentamente. Lo scrigno prezioso si apriva al mio passaggio avviluppando la mia verga fino a quando non fui completamente in fondo, fino alla radice del mio uccello.
‘Oooh…’ feci quando capii di essere totalmente dentro.
‘Siiiiiiii….!’ fece Marta: ‘Adesso scopami ancora, come si deve, aprimi, massaggiami le budella, arrivami all’utero da dietro, entra ed esci selvaggiamente, spaccami culo come tu solo sai fare.
Cominciai a pompare dentro quel culo come un ossesso, uscendo e rientrando. Ad ogni passaggio, il buco del culo di Marta appariva aperto in maniera smisurata per richiudersi immediatamente dopo quasi completamente. E lì, un altro affondo e un altro ancora.
‘Così!’ Urlava Marta: ‘Così! Che bello, mi stai squartando! Che sensazione, che goduria, Ah! Tutto dentro, ancora! Bellissimo, dai! Fammi il culo ancora, ficcami quel cazzo meraviglioso dentro il buco che te lo risucchio! Oooooooh… così, fantastico, sto per venire, di più, di più, vengo di culo, vengo di culo, siiiiiiiiiiiiiii! Vieni anche tu, vienimi nel culo, nel mio culo sfondato più di quello di un frocio merdoso, vienimi dentro, dammi la tua sborra da cagare, ooooooooooohhh! Tira fuori il cazzo e prova a metterci dentro una mano intera fino al polso! Godo, godo mi stai aprendo il culo e godo come mai in vita mia! Siiii, vengo ancora, vengo ancora di culo, vengo ancora di culooooooo!’.
Ed anch’io, con un ruggito leonino, mi lasciai andare ad una delle più belle e colossali sborrate della mia vita e fu mentre mi godevo quel magico momento che con la coda dell’occhio percepii una presenza. Mi voltai di scatto. Mia cognata Olga era lì, sulla soglia della porta della cameretta di Marta, con gli occhi sgranati quasi a non voler credere a quello che aveva appena finito di vedere, la bocca spalancata e la mano destra davanti ad essa come a soffocare un grido che le si era strozzato in gola. I nostri occhi si incrociarono per un attimo ma i suoi erano privi di altre emozioni se non lo stupore. I suoi sensi i suoi riflessi si erano bloccati, non riusciva ad avere altre reazioni. Poi, come in trance disse a bassissima voce:
‘I biglietti d’invito… li avevo dimenticati sul mobiletto dell’ingresso, siamo dovuti tornare indietro…’. E sparì dalla mia vista. Marta non si era accorta di nulla stava ancora gustandosi l’ultimo orgasmo che la mia inculata le aveva provocato.

‘E’ finita!’ pensai, ‘sono fottuto, mi sono giocato famiglia, carriera e Marta!’

(continua)
Per commenti e/o suggerimenti: raccontiuccellone@hotmail.it ‘Fottuto, fottuto su tutta la linea!’ Pensai, mentre Marta si riprendeva lentamente dalla serie di orgasmi che aveva avuto.

‘Oddio… come mi fai godere tu… è indescrivibile’ disse Marta mentre mi abbracciava teneramente.
Non si era accorta di nulla, non aveva visto né sentito la madre sulla porta della sua stanza.
‘Ma… che hai zietto? Sei pallido, hai la fronte imperlata di sudore… ti senti male?’
‘No, no, solo un capogiro… sai, anche per me è stato fantastico e forse non ho più l’età per provare emozioni così intense.’
‘Ma che dici? Se hai un fisico da far invidia ad un ventenne, asciutto, con gli addominali scolpiti, non hai un filo di grasso, sei più bello di Sean Connery!’
‘Magari, Tesoro! La verità è che per quanto io tenti di mantenermi in forma, la vecchiaia avanza piano piano, si insinua nel mio corpo ed ogni tanto colpisce a tradimento.’
‘Che sciocchezze! Hai solo poco più di cinquant’anni!’
‘Cinquantacinque, amore. E credimi, la differenza tra i cinquanta ed i cinquantacinque l’avverto. Beh… è il caso che mi mi ricomponga e torni a casa. Tanto tu te la cavi benissimo con le materie, potremo serenamente dire che le mie lezioni ti sono giovate mentre in realtà sei bravissima da sola.’
‘C’è qualcosa che non mi convince… stai veramente bene? Perchè quell’aria malinconica? Qualcosa all’improvviso ti ha turbato, ormai ti conosco… che pensiero ti è passato per la testa?’
‘Marta… non so come dirtelo, stavolta siamo proprio nei casini, anzi, ci sono io, perchè a te non succederà praticamente nulla. Tua madre… è tornata a prendere gli inviti che aveva dimenticato a casa e ci ha beccati… è rimasta di sasso. E’ scappata via senza sapere come reagire. Ci ha colti mentre eravamo al culmine del nostro piacere, tu non ti sei accorta di niente. E’ la fine, capisci? Lo scandalo, la figura di merda con lei, con tuo padre, con tua zia, tuo cugino… scoppierà un casino infernale, mi fotterò la carriera, il matrimonio, perderò la stima di mio figlio…’
Marta mi guardò fisso negli occhi e scoppiò in una fragorosa risata.
‘Tutto qui?’ E continuò a ridere di gusto.
‘Ma. ma…’ balbettai ‘come tutto qui! E’ la fine, capisci? E’ la rovina di tutto!’
‘Ma che dici! La mamma non parlerà mai! Non la conosci! E poi so io come tenerla buona, so quale razza di troia insoddisfatta si nasconde dietro quella sua aria di perbenismo! Stai tranquillo che sistemo tutto io… parola, non ci pensare, anzi, voglio un premio, stasera doppia razione di cazzo!’ E così dicendo mi abbracciò strusciando il suo corpo col mio.
Nonostante lo shock, la mia verga reagì a quelle sollecitazioni e mi abbandonai a quella profferta amorosa come se fosse l’ultima volta che avrei fatto sesso.

Afferrai Marta, la costrinsi a girarsi e la posizionai sopra di me nella posizione del 69 e mentre lei iniziò a giocare con il mio cazzo e le mie palle, io mi impadronii della sua giovane fica e mi inebriai del suo profumo cominciando a lapparla ed a mordicchiarle il clitoride.
‘Siii! Fammi godere ancora!’ Sussurrò, dopodichè si rimpossessò della mia verga ormai al culmine del turgore, ingoiandone più che poteva, regalandomi un pompino coi fiocchi. Dopo un po’ di quel trattamento non resistetti più e invocai di scoparla.
‘Voglio farlo in piedi, da dietro e di dietro’ mi disse con uno sguardo talmente pieno di libidine da far paura.
Si alzò dal letto invitandola a seguirla, appoggiò le mani contro una porzione di parete libera della sua camera, inarcò la schiena mettendo in risalto il suo culo scolpito, girò la testa verso di me che le stavo dietro e sussurrò: ‘sai come…’ fece aderire una guancia sulla carta da parati, chiuse gli occhi e con le labbra semiaperte aspettò che io mi muovessi.
Mi incollai alla sua schiena facendole sentire il mio rostro tra le chiappe, con le mani le aprii i glutei ed il mio cazzo trovò subito la strada del suo culo. Lei si spinse ancora più indietro sino a quando non sentì la mia cappella centrare la sua rosetta. Iniziai a penetrare ed a mordicchiarle il collo e la nuca. Quando fui completamente dentro il suo culo lasciai le natiche che avevo tenuto spalancate fino a quel momento e le sentii strusciare contro i miei peli pubici.
‘E adesso scopami, bastardo, lentamente, ruota il bacino per farmelo sentire meglio, non uscire, dai solo dei colpi in avanti per meglio incularmi fino in fondo. Ti voglio sentire dentro di me per un bel pezzo, scopami delicatamente devi accarezzarmi l’intestino… così! Meraviglioso! Piano piano, tutto dentro il mio culo che sento pieno, anzi, più cerco di espellerlo, più lui si pianta dentro e godo…. Ahhh… bellissimo, vorrei restare così per sempre… senti come ti massaggio la cappella quando stringo e poi rilascio i muscoli del mio culo?’
‘Si! E’ fantastico! sono tutto dentro e mi spompini col culo, mi risucchi la cappella e sento tutto il resto del mio cazzo inguainato dal tuo retto. Sei una porca depravata, usi questo tuo magnifico culo come una idrovora che mi risucchia anche il cervello. Mi senti? Ti allargo le budella e ti apro, ti apro…’ le afferrai nuovamente le chiappe e spinsi ancora. Marta era schiacciata tra le parete ed il mio corpo che ormai aderiva perfettamente al suo. Ne sentivo le forme, sentivo la sua schiena e le sue scapole, mi inebriavo del profumo della sua pelle e le baciavo le spalle, le mordicchiavo il lobi delle orecchie e le stavo sempre dentro, dentro il culo. Era mia, solo mia, tutta mia. La possedevo analmente, la dominazione più animalesca che possa esserci e che dona un senso di possesso assoluto, unico, selvaggio.
‘Sto per venire…’ sussurrò Marta.
‘Allora ti aprirò di più, ti spaccherò, ti farò cagare sangue, ti farò uscire il cazzo dalla gola come l’ultima delle bagasce rotteinculo del più fetido bordello della più lurida città!’
‘Siiiii! Ravana dentro il mio culo come solo tu sai fare!’
La afferrai per i capelli e, senza uscire da lei, la costrinsi a piegarsi e ad appoggiare le mani sul letto.
‘E adesso prendilo, troia! Tutto! E poi spaccherò ancora il culo di quella cagna di Lisa, spaccherò il culo, già aperto in verità, di quella porca di tua zia nonché mia moglie e spaccherò anche il culo a tua madre che non lo ha mai preso dietro ma sicuramente gradirà!’
‘Oooohh! Sì, anche a mia madre, sono sicura che è una potenziale porca di prim’ordine… spaccaglielo come adesso stai spaccando il mio!’
‘Certo! Ed ha anche un culo magnifico, sontuoso, grande e armonico come quello della sorella ma sicuramente più stretto, sarà una delizia aprirlo come un’ostrica!’
‘Aaargh… si, spacca il culo a mia madre, deliziati e deliziala, come adesso stai deliziando me, adesso dacci dentro, pompa forte, sempre più forte, di più, di più, ancora, ancora, vengo nuovamente, di culo, vengo col culo, troppo bello, incredibile, vengo, vengooooooo!’
Colsi il momento del suo primo orgasmo di quella seconda scopata e cominciai a menare colpi all’impazzata insinuandomi sempre più in fondo al suo budello. Ero talmente infoiato che ad ogni colpo il letto si spostava di trenta, quaranta centimetri e noi, insieme a lui. Anch’io a quel punto mi lasciai andare ad un orgasmo liberatorio. Le mie gonadi non resistettero più e scaricai per la seconda volta in quel giorno, fiotti e fiotti di sperma dentro quell’antro sublime.
Restai dentro Marta. Quando i nostri cuori ripresero un battito quasi regolare, lei mi disse: ‘pisciami dentro, come l’altra volta, riempimi il culo. Uno di questi giorni voglio farmi un clistere da due litri e dopo voglio che tu mi inculi selvaggiamente senza che io abbia evacuato.’
La accontentai e mi lasciai andare ad una liberatoria minzione.
‘Che bello, mi sento il culo veramente pieno e questo liquido caldo mi fa sballare!’ Iniziò a toccarsi la fica ed il clitoride ed ebbe un ulteriore orgasmo anche se meno intenso di quelli che lo avevano preceduto.
Ci staccammo e lei corse in bagno a liberarsi. Immediatamente, mi tornò l’angoscia per quello che era successo, ovvero l’essere stati sorpresi da Olga.

Marta ritornò e vedendomi con un’espressione depressa, mi fissò negli occhi e mi disse: ‘Ancora preoccupato per questa cazzata? Stai tranquillo, mia madre non parlerà. Se la conosco bene, anzi, starà morendo di curiosità. Ha visto sua figlia prenderla in culo e godere come una pazza e lei non lo ha mai fatto mentre io sento che sta morendo dalla voglia di provarci.’
‘Ma ha visto me! Ero io, tuo zio, anche se non consanguineo, ad incularti, e ci ha beccati nel momento più selvaggio del nostro rapporto! Mentre io ti sodomizzavo alla grande e tu eri ricettiva al massimo, mentre raggiungevamo l’orgasmo!’
‘Oh, come lo descrivi bene quel momento, mi stai facendo eccitare di nuovo!’
‘Ti prego, Marta, non scherzare… sento che succederà un casino inimmaginabile!’
‘Stai sereno, anzi, se le cose stanno come dici tu, ribadisco che la curiosità se la starà mangiando viva e starà invidiando me e sua sorella che abbiamo la fortuna di trovarci uno stallone come te per le mani… anzi, per le chiappe!’ e rise.
‘Mi stai tranquillizando… ma sono sempre preoccupato…’
‘Ti ho già detto che ci penso io… non preoccuparti!’
‘Spero che tu abbia ragione…’

Mi ricomposi e col cuore comunque pieno di angoscia andai via per fare ritorno a casa.

Chissà come si sarebbero evolute le cose….
Quella notte praticamente non dormii. Mi rigiravo nel letto ogni due minuti tanto che mia moglie si preoccupò e mi disse: ‘Che hai, caro? Stai male?’.
‘Niente… non devo aver digerito bene’.
‘Vuoi che ti vada a prendere un po’ di bicarbonato, ti faccio un canarino…’.
‘No, non preoccuparti, anzi, adesso vado qualche minuto nel mio studiolo, alzarmi forse mi farà sentire meglio e magari mi passerà questa sensazione di acidità’.
‘Oddio, l’acidità… sono le quattro e trenta del mattino… io chiamo il 118 e ti faccio portare in ospedale. Sono i classici sintomi da infarto!’.
‘Ma che dici? Non ti allarmare per nulla, non sono mai stato male, ho esagerato un po’ col vino, sai che ne bevo pochissimo, ieri sera ne ho bevuto due bicchieri e non ci sono abituato. Poi ho fatto le analisi un mese fa, niente colesterolo, trigliceridi a posto, pressione da far invidia ad un ventenne…’.

Mi alzai e raggiunsi la mia scrivania nella stanza che avevo adibito a studio domestico e libreria. Avevo anche la mia poltrona preferita, TV con lettore DVD, i miei film, lo stereo con i CD di musica classica, il pianoforte e il mio PC sulla scrivania. Mi collegai ad internet, avevo un nuovo messaggio, mi era stato inviato solamente mezz’ora prima. A quell’ora chi poteva inviarmi una mail? Incuriosito aprii la casella dei messaggi ricevuti e mi apparve il mittente: Marta91. Testo: ‘ Ho parlato con mamma dopo che papà è andato a letto e si è addormentato, non sapeva da dove iniziare il discorso, l’ho aiutata io dicendole che non c’era niente di male, che era solo un problema creato dalla sua mentalità bigotta, non per colpa sua ma quella era l’educazione dei suoi tempi. Mi ha contestato il fatto che anche a voler accettare di controvoglia questa situazione, ci aveva visto, uso le sue testuali parole, copulare contro natura. Io sono scoppiata a ridere le le ho detto che l’avevo beccata in bagno a masturbarsi il culo col manico della spazzola. Le ho detto che mi dispiaceva perchè non sapeva cosa si era persa fino a questo momento e che la colpa era di papà che non la sapeva scopare, mentre un gran bella donna come lei, sensuale e ancora giovane, avrebbe meritato, sessualmente, di meglio. Lei ha ammesso che tua moglie le aveva confessato di essere pienamente appagata dalle tue performances e di non avere limiti o tabù con te, anzi che gradiva farsi inculare e che la sua libido era totalmente libera di esprimersi come meglio voleva, insomma che a letto siete due veri e propri… porcellini! Quindi, il fatto che tu sia mio zio e che abbia tanti anni in più di me era solo un ostacolo delle sue inibizioni e doveva rimuoverlo. Mi ha detto che non parlerà a nessuno di quanto ha visto perchè non vuole uno scandalo né tantomeno rovinare l’armonia delle nostre famiglie. Però vuole parlarti da sola, a tu per tu e vedere con quale coraggio potrai guardala negli occhi. Hai visto? Tutto a posto, come ti dicevo. Domani ti chiamerà senz’altro. A te, adesso la palla, sappiala giocare! Ciao mio maschione. P.s. Ho un prurito in mezzo alle chiappette… quando potrai farmelo passare? Ti amo’.

Mi sentii rinascere, il peggio era passato e adesso… dovevo giustamente sapermi giocare la partita!

Puntualmente, il giorno dopo mi chiamò mia cognata Olga allo studio.
‘Ciao, noi due dobbiamo parlare, oggi stesso. Quando riesci a liberarti dai tuoi impegni?’
‘ Quando vuoi’.
‘Bene, ti aspetto per le 17,00. Mio marito è fuori città per una conferenza, rientrerà domani sera, Marta resterà a dormire da una sua amica, sono sola in casa e saremo liberi di chiarire alcune cose. Conosci già l’oggetto della discussione. A più tardi’.

Mamma mia! Un iceberg! Ma non potevo certo aspettarmi qualcosa di diverso. Dovevo però avere più informazioni su di lei. Avvisai casa che sarei rientrato per il pranzo.
Dopo un pasto leggero, dissi a mia moglie che volevo rilassarmi un un’oretta perchè non avevo impegni prima delle 17,00. La invitai a farmi compagnia in salotto, guardando un po’ di TV. Mia moglie felice, si sedette sul divano e si strinse a me. Le passai una mani sulle spalle e le baciai la guancia. L’amavo ed era un amore diverso. Avevo detto ‘ti amo’ anche a Marta ma era una dichiarazione dovuta alla passione. Mia moglie era la mia Penelope, casa mia la mia Itaca, non saprei spiegarmi meglio. Le diedi una pacca sul lato esterno di una natica.
‘Culona mia bella, mi fai impazzire con quelle chiappe maestose…’
‘Umh, e tu col tuo cazzone che hai fatto di me una porca felice? Sei stato il mio primo ed unico uomo e non ce ne potranno essere altri. Il tuo cazzone è solo mio e lo presterai soltanto a donne che lo meritano e che avrebbero o avranno il mio consenso ‘.
‘Ma che dici? Tu sei la mia vita, adoro perdermi tra i tuoi seni, bere alla fonte della tua fica, essere dentro il tuo culo fantastico. Quando ti sodomizzo e ti vedo godere è il momento più bello dei nostri amplessi. Chissà quante donne al mondo, che fanno le schizzinose, non sapranno mai cosa si sono perse!’
‘ E si, vecchio porco, mi fai godere come una vacca sfondata, mi piace farmi inculare e ti amo. Ma come tutti i porcelli, qualche altro culo te lo sarai fatto. Fino a qualche hanno fa ti avrei ucciso per la gelosia, ma grazie alla consapevolezza del piacere che mi hai fatto raggiungere, so che alla fine non importa, tanto sarai sempre mio anche se ogni tanto svolazzerai qua e là’.
‘Anch’io ti amo e ti desidero, alla faccia di tutte quelle che, prima di conoscerti, non mi hanno mai voluto dare il culo’.
‘E dire che ci sono quelle che vorrebbero darlo ma hanno il compagno che non glielo prende!’.
‘Ma che dici…’.
‘Vero! Ad esempio mia sorella Olga, con la quale ci confidiamo tutto, compresi i particolari più intimi e scabrosi, muore dalla voglia di provare a prenderlo nel culo ma quello stronzo del marito, nonostante lei abbia cercato di farglielo capire, se la scopa solo alla missionaria e senza fantasia!’.
Non avevo bisogno di entrare in argomento, eccomelo servito su un piatto d’argento! ‘Poveretta! Non immaginavo… e dire che nostro cognato è un uomo eccezionale’.
‘Si, ma come scopatore non vale una cicca, prima o poi mia sorella finirà col mettergli le corna, la trattiene solamente l’educazione monacale che ha ricevuto, più rigida della mia’.
‘Umh!’ le dissi, dopo averla baciata in bocca ‘qui, e parlo da avvocato che conosce benissimo i codici, si deve applicare la legge Caio Metella!’ E continuai a sbaciucchiarla.
‘E che legge sarebbe?’ Mi domandò incuriosita.
‘Oltre mia moglie, devo incularmi sua sorella!’
‘scemo…’ sorrise e mi diede un altro bacio.
‘Perchè scemo? Regaliamo un po’ di piacere a quella povera infelice, tanto resterebbe tutto in famiglia, no? E poi… bisogna riconoscere che Olga ha un culo fantastico, quasi bello come il tuo’.
‘Porco’ disse eccitata mentre si strusciava sempre di più a me.
‘Pensaci’ le risposi sempre più eccitato ‘non ti fa sballare l’idea di sapere che ho rotto il culo a tua sorella?’
‘Si, mi sto bagnando all’idea di vederla sotto di te che te la inculi alla grande e di lei che gode, finalmente, come una cagna. Sarei felice di saperla felice’.
‘Oddio, mi sta per uscire dai pantaloni… ma il culo più bello della famiglia, con tutto il rispetto per te ed Olga, è quello di Marta’.
‘Grazie! Fa la ballerina ed ha meno di vent’anni. Ma secondo me Marta ha il culetto ben collaudato, è una ragazza senza inibizioni e vive la sua sessualità senza remora alcuna. E fa bene’.
‘Sai che mi sono sognato, una notte, di farle il culo?’
‘Vedi? Sei porco, la maialaggine è nel tuo DNA, non puoi farci nulla’. Nel frattempo armeggiava con la mia patta.
‘Ma amo solo te, senza di te sarei perduto.’
‘Mi ami col cuore, come ti amo io, le altre solo col cazzo, al massimo con affetto filiale’.
‘Perchè filiale?’
‘Perchè la tua nipotina Marta, che per me è la figlia femmina che non ho mai avuto, con me si è sempre confidata, cosa che non le riesce con la madre. Io sono la sorella che non ha e la mamma che avrebbe voluto avere’.
Impallidii: ‘In che senso, si confida con te? Ti racconta dei suoi amichetti, ci fa le porcheriole?’.
‘Si, ma porcheriole si fanno con i veri porci, come te e so di come te la sei scopata alla grande, di come le hai preso il culo la prima volta e di come tu le abbia fatto conoscere la sua vera natura di grande troia. E al suo racconto, mi sono eccitata da morire. La prossima volta che le fai il culo voglio essere presente, voglio godere del suo godimento, voglio vedere il suo ano dilatato con e il tuo cazzone che esce ed entra in lei. Io non mi sono mai potuta vedere col buco aperto e la sola idea mi fa venire’ disse col fiato grosso mentre mi slinguava dentro un orecchio.
‘Oh, sapevi tutto! Io… non ho saputo resistere, la prima volta è stato per caso, è piombata in casa…’
‘Ssssst!, so tutto e non sai quello che avrei pagato per essere presente. Quella è stata, in assoluto, la prima volta che Marta ha preso coscienza della zona erogena anale. Promettimi, amore mio, che le aprirai il culo davanti a me… e già che ci siamo, facciamo qualcosa per mia sorella’.
‘Oddio, mi stai segando e quasi facendo venire, vedi, amore, questa è libidine allo stato puro, questo è godere con la testa’.
‘Lo so, me lo hai insegnato tu, per questo non sono incazzata né gelosa. So tutto, più di quanto immagini. A che ora ti aspetta mia sorella?’
‘Ma… questo come fai a saperlo?’
‘Gazie a Marta che l’ha spiata al telefono. Olga ti vorrà fare una scenata per quello che è successo a discapito della promessa fatta. Non farà scoppiare uno scandalo, ma ha intenzione di dirtene quattro. In realtà nel suo inconscio, invidia sia la figlia che me. Per questo, dopo un’ora, ci presenteremo Marta ed io. L’intenzione è di continuare l’opera di seduzione che tu inizierai quando te la troverai di fronte. So io come fare. Da adolescenti ogni tanto abbiamo lesbicato e ci siamo masturbate a vicenda. Le tirerò fuori tutta la sua libidine repressa. E tu la inculerai, facendole finalmente provare un vero orgasmo. Ma adesso lo voglio io nel culo, ma non devi venire. Ti voglio al massimo della forma per più tardi.
Mi guardò con occhi pieni di desiderio, si sfilò le mutandine, si sedette sopra di me e si accucciò sul mio cazzo fino a quando non lo sentì aderire al suo sfintere. Lentamente prese ad abbassarsi fino a quando non le fui completamente dentro.
‘Ooooh’ feci ‘Come posso non venire con il cazzo completamente avviluppato dal tuo culo?’
‘Resisti porco, questa scopata è solo mia, così impari a fare il maiale… Ohhh, che bello, tutto dentro, mi apro in due, sto per venire… siiiiiiiiiiiiiiii !!’.
E venne, scossa da un fremito, mordendosi le labbra e roteando gli occhi. Venne in silenzio, riflesso incondizionato che aveva acquisito dopo la nascita di nostro figlio, per non farsi sentire dal bambino. Si accucciò su di me, mi baciò, si sfilò lentamente.
‘Non venire, fai una doccia fredda ma non venire. Ti voglio ancora, più tardi’.
Mi guardò intensamente e mi sussurrò: ‘Ti amo’ poi cercò la mia bocca e le nostre labbra si unirono in un bacio che era suggello di un vero amore.

Erano le quindici, potevo riposare un’ora prima del rendez-vous con Olga.

Ore 17,00 in punto.

Suono al videocitofono della villa di mia cognata Olga. Il cancello automatico inizia ad aprirsi lentamente e, risalito in macchina, mi avvio a percorrere il vialetto d’ingresso fino a raggiungere lo spiazzale davanti casa. Scendo dall’auto, salgo la breve scalinata che mi conduce davanti all’enorme portone di legno pregiato che permette l’ingresso all’interno dell’abitazione.
Chiedo permesso, entro discretamente, richiudo il portone dietro di me. In casa il silenzio più assoluto. Provo a chiamare mia cognata che mi risponde con voce glaciale: ‘sono nello studio’.

Mi avvio con sicurezza verso il luogo indicatomi da Olga (conosco benissimo la villa) e la raggiungo.

Al lettore forse non interesserà ma io, che ho sempre amato i libri, non posso fare a meno di dare un rapida descrizione dello studio di mio cognato: un enorme salone, almeno sette metri per otto, totalmente tappezzato fino all’alto soffitto da scaffalature di noce pregiato piene zeppe di libri di ogni genere dalla saggistica alla critica letteraria. Tutti gli scritti di Benedetto Croce, antiche e rare edizioni di classici rilegati in pelle, monografie, le enciclopedie più importanti ed in tutte le lingue, dalla nostra Treccani alla francese Larousse, le opere dei più grandi scrittori di tutti i tempi, scrittori minori, i classici latini e greci… insomma un vero tesoro che ammiravo moltissimo e che gli invidiavo. Ecco perchè stimavo mio cognato. Era un uomo di una cultura vastissima anche se nella vita aveva sempre lo sguardo malinconico ed era mite, un buono. Per me era una compagnia preziosa, riusciva sempre ad affascinarmi quando dialogavamo. Per il resto, forse proprio per la sua immensa conoscenza, viveva il quotidiano come se fosse tutto di una banalità scontata. Sempre educatissimo, cortese con tutti, paziente. Non si poteva non apprezzarlo e non volergli bene. La stessa Olga, sua ex studentessa, ne fu sempre infatuata e se ne innamorò pazzamente frequentandolo in quanto relatore della sua tesi di laurea.
Completavano l’arredamento dello studio una massiccia scrivania sempre di noce (ecco, questa effettivamente era ‘pesante’ nello stile, un po’ tetra), dei tappeti persiani pregiatissimi (non aveva certo problemi economici) e dei divani in pelle, sobri ma di stile moderno che non stonavano con il resto, un mobile bar discretamente posto in un angolo, quadri d’autore alle pareti ed una piccola statua in bronzo di uno scultore anonimo ma molto bella, che raffigurava Minerva, ossia la saggezza.

Mi fermai davanti alla porta dello studio, Olga era seduta su uno dei divani, un bicchiere di cognac in mano, forse per darsi coraggio, l’argomento che doveva affrontare le creava non poca tensione e sperava che l’alcol le desse coraggio.

‘Ciao Olga’ le dissi avanzando. Non mi rispose ed evitò di guardarmi negli occhi. Restai in piedi davanti a lei. Secondi che sembrarono interminabili. Decisi di servirmi anch’io del mobile bar e mi versai una generosa dose di ‘Balluet tres vieille reserve’, lo stesso che stava bevendo Olga.
Dopo mi diressi verso il divano e mi sedetti accanto a lei. Non regì, il suo sguardo andava oltre me, come se non esistessi. Altri secondi di pesante silenzio; nella stanza si era creata una tensione palpabile. Poi, Olga, sempre con lo sguardo nel vuoto, esordì:
‘Come hai potuto, mio Dio, come hai potuto…’ disse con voce bassa, come se stesse parlando a lei stessa, ‘ Una bambina, la mia bambina… l’hai battezzata, coccolata, tenuta sulle ginocchia, le hai cambiato i pannolini, le hai dato il biberon come se fosse una tua figlia, l’hai sempre amata come una figlia… porco, maiale, pervertito, sei empio, anche se non consanguineo, ti sei macchiato dell’onta dell’incesto perchè mia figlia è cresciuta anche con te che fai parte della famiglia’. Evitava sempre di guardarmi negli occhi e continuava a sorseggiare il suo cognac. Decisi che l’avrei attaccata frontalmente ma senza durezza.
‘E’ il tuo punto di vista, Olga. Marta è maggiorenne, tra noi c’è stata e c’è una storia di sesso di cui entrambi siamo coscienti e consenzienti. Non è più la bambina che tenevo sulle ginocchia. E’ una donna, Olga, fattene una ragione, non vederla sempre come una bimba con le treccine e i calzettoni. E’ cresciuta, ha fatto le sue esperienze e, all’incontrario di te, vive la sua sessualità liberamente e senza tabù. Vuoi che ti dica che l’ho sedotta approfittandomi della sua ingenuità e che a causa mia ha perso la sua innocenza? Le cose non stanno così. Si, è capitato per caso, se non si fossero verificate determinate coincidenze probabilmente non sarebbe mai successo. E credi che non mi sia fatto inizialmente degli scrupoli? E’ stata proprio Marta a farmeli passare, a prendermi per un vecchio e bigotto scemo quando ho tentato di troncare la nostra relazione perchè non mi sembrava corretta. La scusa delle ripetizioni private è stata un’idea di tua figlia, per costringermi a frequentarla ancora. Marta mi ha insegnato a vivere la sessualità senza inibizioni, sensi di colpa, strascichi di natura moralista. Proprio la sua mentalità, la sua allegria, la sua voglia di vivere e il suo modo di vivere il sesso mi hanno fatto capire quanto tempo abbiamo sprecato dietro falsi moralismi, anatemi lanciatici dai nostri educatori, la sensazione di vivere perennemente nel peccato… e che palle! Fanno bene i giovani d’oggi a non sprecare nessuna occasione!’.
‘Ma… tra te e lei ci sono più di trent’anni di differenza! Potrei capire con un suo coetaneo…’.
‘Ma è proprio questo il punto, Olga! I giovani maschi non hanno esperienza, un uomo maturo, alle ragazze di oggi, sa aprire loro orizzonti che non conoscevano, non immaginavano nemmeno!’.
‘Ma tu… la stavi sodomizzando! La possedevi contro natura! La mia povera piccolina… sotto le tue grinfie di satiro malefico… me l’hai… infangata nel corpo e nell’anima col rapporto più brutale, sporco e perverso che possa esistere! Tu sei un demone!’.
‘Olga, ma che cazzo dici! Adesso basta! Vuoi dirmi che tu non hai mai concesso il tuo didietro a nessuno, nemmeno a tuo marito, che non lo hai mai fatto, che non hai mai preso coscienza totalmente delle tue zone erogene? Ma che sessualità vivi? Non è che sei un po’ repressa e ti auto punisci privandoti delle sensazioni più belle che il tuo corpo può donarti? Questo si, che è andare contro natura! La privazione è sofferenza; se non hai motivo di privarti di una cosa che senso ha farlo?’.
‘Sono confusa… tu fai l’avvocato e sei tra i migliori penalisti d’Italia, è il tuo mestiere confondere le acque ma non ci casco! Rimani un infame che ha abusato di un componente della nostra famiglia…’
‘ Eh, no!’ le dissi brusco, interrompendola ‘Sei tu che vuoi fare finta di non capire e che ci tieni a recitare fino in fondo la parte della vittima! Allora giochiamo a carte scoperte! Tu sai, perchè con tua sorella vi confidate tutto, com’è giusto che sia, che io e Gianna abbiamo una splendida intesa sessuale. Tu sai benissimo che Gianna ed io amiamo fortemente il rapporto anale. Tu sai benissimo che Gianna predilige questo tipo di rapporto e gode pienamente quando lo mettiamo in atto. Tu sai benissimo che non abbiamo limiti e che facciamo galoppare la nostra fantasia e diamo libero sfogo al nostro erotismo. E ti dirò di più: io so molto bene che muori dalla voglia di provare un rapporto anale ma tuo marito non te lo ha mai chiesto perchè è inibito pure lui e tu non sei mai stata esplicita nel farglielo capire. So anche che ogni tanto, quando sotto la doccia ti concedi ai piaceri solitari, e non c’è nulla di male, usi il manico della spazzola lava schiena per masturbarti l’ano, me lo ha detto Marta che ti ha sgamata. Quindi io sarò anche un gran maiale ma tu sei una gran porca ipocrita!’
Olga impallidì. Assunse la stessa espressione di quando mi beccò con Marta. Spalancò la bocca. Portò una mano davanti ad essa, sgranò gli occhi , mi guardò con stupore ed esclamò: ‘Dio mio che vergogna, che vergogna!’.
Tracannò il resto del suo cognac e poggiò con mano tremante il bicchiere sul tavolinetto di fronte al divano. La imitai bevendo in fiato il resto del contenuto del mio calice che appoggiai anch’io sul tavolino. Olga si era coperta il viso con le mani, dondolava la testa emettendo un debolissimo lamento. Mi avvicinai, le allontanai le mani dal volto e la abbracciai stringendola a me.
Poi, accorgendomi che piangeva debolmente e in silenzio, le accarezzai i capelli ed emisi un sibilo per invitarla al silenzio. Lei poggiò la testa sulla mia spalla ed io iniziai a carezzarle il capelli e a darle dei bacini sulla guancia per poi scendere baciarle il collo. Olga fremette e non erano i fremiti del pianto.
‘No, no che fai…’ mi disse debolmente e senza convinzione.
‘Faccio quello di cui hai bisogno, cognatina, ti ho sempre voluto molto bene e ti dimostrerò il mio affetto facendo emergere la vera donna che c’è in te’.
‘No, non posso, sei mio cognato, il marito di mia sorella, non posso fare questo a Gianna!’.
‘Allora non hai ancora capito che Gianna e Marta sanno tutto di te e di loro due? Gianna sa che scopo Marta, Marta sa dei tuoi desideri repressi, Gianna sarebbe felice se io ti iniziassi ai veri piaceri del sesso, non è gelosa, anzi vuole che tu riesca finalmente a vivere in piena consapevolezza la tua sessualità’.

Le infilai una mano sotto la gonna del suo sobrio tailleur e raggiunsi la sua fica impossessandomene con la mano aperta, sopra la stoffa delle sue mutandine. Olga ebbe un sussulto di piacere. Notai che aveva lo stesso vezzo di mordersi le labbra come sua sorella Gianna e lo stesso modo di chiudere e stringere gli occhi.

‘No, no… ti stai inventando tutto per sedurmi, Gianna non sa niente, sei solo un pervertito che ha deciso di scoparsi tutte le femmine della famiglia. Lasciami…’.
‘Non è così… so anche di quando con Gianna da ragazzine vi masturbavate a vicenda’.
‘Allora è vero… vi raccontate proprio tutto…’
‘Tutto e di più, Gianna sarebbe contenta di poter assistere ad una tua scopata con me per vedere finalmente l’appagamento nei tuoi occhi. Ti vuole un mondo di bene come ti ho già detto te ne voglio io e tua figlia. Desideriamo tutti e tre una sola cosa: che tu sia felice!’.

Le misi una mano sul seno mentre con l’altra continuavo a pastrugnarle la fica.

‘Oh, Livio… ti ho sempre ammirato, sei un bell’uomo ma non ti ho mai immaginato sotto quest’aspetto’.
‘Io, si, ti ho sempre ammirato ed ho sempre detto a tua sorella che hai un gran bel culo… culetto che fra un po’ riceverà il suo battesimo del cazzo’.
‘No, non voglio, non è giusto, non con te… è un altro incesto…’.
‘Ah, ma allora hai la fissa con questi incesti! Guarda che sarebbe incesto soltanto se tuo marito si trombasse Marta o Gianna si concedesse a nostro figlio. Poi, da ragazzina, non hai masturbato tua sorella? Non è incesto anche quello? Quindi zitta e goditi questo momento!’

Le indirizzai una mano sul mio pacco. Dopo un momento di indecisione, Olga ne saggiò la consistenza attraverso la patta dei pantaloni e mugolò. Finalmente si stava sciogliendo.
‘Vieni qui’ le dissi invitandola ad alzarsi insieme a me. Le infilai la lingua in bocca e lei ricambiò il bacio con passione. Poi le sfilai la giacca del tailleur e le sbottonai la camicetta. Le abbassai la gonna dopo aver tirato giù la zip, le tolsi il reggiseno e le sfilai le mutandine fino ai piedi e lei le scalcò lontano. Era nuda davanti a me. Fantastica, un seno pieno e sodo, un po’ più grande di quello di Gianna, fianchi ed anche armoniose, gambe perfette e pube totalmente depilato.
La strinsi di nuovo a me mentre nervosamente mi liberavo della giacca, della cravatta e della camicia. Lei mi aiutò impaziente e in un attimo fui nudo anch’io. Olga afferrò il mio cazzo già in tiro e mugolò nel sentirne il turgore.
‘Oddio, non immaginavo l’avessi così grosso e lungo’. Si inginocchio lo scappellò e delicatamente iniziò a lapparlo con la punta della lingua fino a quando non lo fece scomparire del tutto in bocca. Aspirò fortissimo procurandomi un lungo brivido di piacere.
‘Olga, che pompino! Mi stai risucchiando l’anima! Vieni qui…’.
Mi sdraiai su uno dei tappeti e le feci cenno di distendersi su di me nella classica posizione del 69. Prese nuovamente il mio cazzo in bocca ed io mi ritrovai il suo magnifico culo a portata di labbra. Mi impossessai della sua fica con la lingua penetrandola e picchettando con la punta le pareti interne fino a quando non trovai il suo turgido clitoride che fece capolino da quella profumata ostrica che lo avvolgeva e mi ci avventai con i denti mordicchiandolo e succhiandolo.
‘Oooohhh, così!… Mi stai facendo impazzire. Dio che bello! Continua, non avevo mai provato niente di simile, ti prego non ti fermare!’.
Le sue cosce erano attraversate da un leggero fremito. Proseguii la mia esplorazione leccando lascivamente anche il perineo e la zona intorno al suo ano per poi concentrarmi sul suo sfintere. Aveva un bellissimo culo e l’orifizio era molto eccitante. Serrato. Lo slinguai con forza cercando di penetrarlo con la punta e lubrificandolo.
‘Ah… che bello… mi piace, nessuno mi aveva mai fatto questo, ancora!’.
‘Si, ma non ti irrigidire, rilassati, anzi quando senti che la lingua penetra, tu spingi i muscoli come se volessi espellerla’.
‘Ma io non voglio espellerla, mi piace!’
‘Appunto, fidati, fai come ti dico!’.
Al secondo mio assalto a quel grinzoso fiorellino, Olga seguì le mie istruzioni. Appena sentì la mia lingua forzare l’apertura del suo culo, spinse indietro e con sua grande sorpresa la punta si trovò all’interno dello sfintere ed iniziai a farla andare su e giù.
‘Oooohhh… che mi stai facendo? E’ bellissimo, non ho mai provato niente di simile!’
nel frattempo continuava a spompinarmi con una bravura che non mi aspettavo. Era un talento naturale! Sapeva istintivamente dove intervenire nelle parti più sensibili del glande. Se avesse continuato così sarei venuto da lì a breve, pieno com’ero tra l’altro, della inculata concessa a Gianna che mi aveva obbligato a non godere.
‘Basta’ le dissi ‘adesso passiamo alle cose serie!’ La feci sollevare, in piedi stesso la baciai in bocca e poi le leccai i capezzoli. Olga era tutta un fremito incontrollabile. Le indicai un bracciolo del divano e le dissi di chinarsi appoggiandosi ad esso. Ora il suo Culo armonioso era davanti a me.
Mi posizionai dietro, le allargai lievemente le natiche e la penetrai in fica con una sola spinta.
‘Sssssiiiiiiiii ! Delizioso! Ti sento, Dio mio quanto sei grosso! Così, pompami, ti prego!’
‘Tieni, porcella di una cognata, hai visto che ti sei persa a non fare sesso senza tabu? Prendi questa nerchia fino in fondo, ti sfonderò l’utero senza pietà, te lo farò arrivare in gola!’
‘Si, sono una puttana, una bagascia come poche, sfondami, così, ancora, oddio… vengo, vengo!’
Il suo corpo diventò una pila elettrica. Tremava tutto, era preda di convulsioni. Olga inarcava la schiena e veniva incontro ai miei colpi per meglio prendere il cazzo in fica. In quel momento vidi sbucare Gianna dalla porta dello studio. Olga non poteva vederla perchè le dava la schiena. Era nuda ed aveva una strana cintura legata alla vita con un pene di gomma di notevoli dimensioni in posizione eretta. Mi fece cenno di fare silenzio e non tradire la sua presenza. Poi mi fece capire di uscire da lei e posizionarmi di fianco a divano in modo che la sorella, girando il capo verso sinistra, potesse prendermi il cazzo in bocca. Così feci e strusciai il mio uccello sulle labbra di Olga che capendo il mio invito lo fagocitò tra le sue labbra mentre contemporaneamente Gianna, che si era posizionata tra le sue cosce senza che la nostra ‘preda’ se ne accorgesse la penetrò di botto nella fica già abbondantemente lubrificata dai suoi stessi umori.
Olga si Irrigidì, rimase un attimo perplessa poi si voltò di scatto e vide Gianna che aveva iniziato a scoparla alla grande con lo strap-on. Gianna le sorrise e le disse: ‘tranquilla sorellina, questo è il nostro regalo per te. La più bella scopata della tua vita!’.
Olga si rigirò verso di me con uno sguardo confuso. Le sorrisi e le diedi nuovamente il cazzo da succhiare. Lo prese in bocca e ricominciò a sbocchinarmi alternando le ciucciate a lascivi mugolii fino a che non raggiunse un’altra serie di orgasmi potentissimi di un’intensità mai raggiunta.

‘Mamma mia, sono sfinita, non avevo mai goduto così tanto. Gianna, cara, io… mi avete messo in mezzo e mi avete fatto morire di piacere. Sono stata una sciocca miope, presa dalle mie convinzioni etico-religiose’.
‘Nessuno ha detto che le tue convinzioni non vadano rispettate o non siano valide. Non bisogna essere dei talebani all’incontrario. Adesso vedrai che scoprirai un nuovo mondo che per tua scelta avevi bandito dalla tua esistenza complice il fatto di avere un marito poco interessato al sesso.’
Gianna abbracciò la sorella e scese con una mano fino a toccarle la fica ancora grondante di umori.
‘Ricordi quando da adolescenti ci masturbavamo a vicenda? Adesso ti do una bella ripassata alla patata mentre Livio aprirà il tuo burroso culetto’.
‘Si, fatemi godere ancora. Lo voglio nel culo, è sempre stato un desiderio irrealizzabile e godo tanto quanto ci metto il manico della mia spazzola… certo il cazzo di Livio è molto, ma molto più grosso…’
‘Non preoccuparti, ti farà godere senza dolore, noi siamo ricettive di famiglia e godiamo col culo più che con la fica. Vedi me e tua figlia Marta. Oggi finalmente toccherà a te. Voglio vedere mentre Livio ti apre e voglio vedere il tuo volto godere. Poi ti farò assistere a come io lo prendo in culo e alla fine, muoio dalla voglia di vedere Marta mentre si becca nell’ano il cazzone dello zio. La voglio vedere col buco aperto mentre gode come una maialina. Gianna, tesoro, vi amo tutte e due e se vedervi felici significa condividere con voi il mio uomo, il mio uomo è anche vostro.’

‘Wow, qui le cose si stanno sistemando alla grande, se riuscissi, con la complicità di Marta, a far rientrare nel gioco anche Lisa… sai che harem! Intanto pensiamo a sverginare il delizioso culo della cognata in presenza di mia moglie…’

(continua…)
‘Olga, vieni, stenditi con la schiena sul tavolo’ dissi con tono autoritario.
Mia cognata obbedì e si sdraiò lasciando le gambe penzoloni.
‘Adesso solleva le gambe e portale verso busto tenendole con le mani.
‘Oh’ chiosò Olga ‘che posa oscena che mi hai fatto assumere. Così hai di fronte sia la mia fica che il mio buco del culo’.
‘Si, sei fantastica, ti guardo la fica e il buco del culo. Sono esposti, alla mia mercè, posso farci quello che voglio. Sei come l’ultima delle puttane, aperta. Questa posa non lascia niente all’immaginazione. Che bel buco di culo che hai! Ne posso vedere le grinze, i contorni, vederlo palpitare, forzarlo, aprirlo, farci quello che voglio. Me lo stai offrendo tu, spontaneamente e ne ho il possesso totale. E’ mio, mio e di Gianna’.
‘Si, mi sto bagnando come una troia, mi fai morire quando mi parli così, adesso inizio a capire cosa vuol dire fare sesso anche con la testa. Dimmi, sono aperta abbastanza? Lo vedi bene questo mio buco? Oddio, anch’io parlo come te e mi piace, mi fa sentire zoccola e laida e questo mi fa eccitare… dai, che aspetti? Facci qualcosa con questa fica e questo culo!’.

‘Certo, innanzitutto diamo una bella ripassatina e questo ben di dio’.
Mi posizionai tra le sue cosce ed iniziai a leccarle la fica. Olga fremette e Gianna, dall’altro lato del tavolo, incominciò ad accarezzarle le tette stuzzicandole i capezzoli.
‘Avete deciso di farmi morire… così mi fate morire… è bellissimo, Livio, come lecchi bene, così vengo di nuovo. Ooooh…’
Gianna mi fece cenno con gli occhi di raggiungerla. Mi staccai a malincuore dalla fica di Olga che tra l’altro aveva un bellissimo sapore. Olga mi mostrò un tubetto di vaselina e prese il mio posto tra le cosce della sorella. Io sostituii mia moglie nel carezzare le tette di Olga e le baciai in bocca. Sembrava invasata, faceva saettare la lingua leccando la mia, leccandomi le labbra, il mento, quando mi disse: ‘dammelo, dammelo in bocca… oh, Gianna cosa stai facendo al mio culo? Lo apri? Che bello, continua…’.
Gianna infatti la aveva spalmato sull’ano una generosa quantità di vaselina e, con movimenti circolari, ne aveva forzato l’apertura per lubrificare l’interno. L’ano di Olga aveva permesso immediatamente l’ingresso di un dito e Gianna, sempre con molta delicatezza, ne aveva inserito altri due continuando a massaggiare l’interno ed a lubrificarlo.
Questo lavoro di lubrificazione e rilassamento dello sfintere anale continuò a fare andare fuori di testa Olga che impossessatasi del mio cazzo iniziò a succhiarlo voracemente come un’assetato ad una fonte d’acqua.
‘Si, Gianna, sorellina mia, siiii! Continua, è meraviglioso, sento le tue dita dentro il culo e mi piace, dai muovile, ce la fai a metterle più dentro?’
A questo punto Gianna mi disse: ‘Ok, è pronta…’.
Ci scambiammo nuovamente le posizioni. Gianna si reimpossessò delle tette della sorella carezzandole ancora lascivamente e le disse: ‘Ci siamo… adesso godrai di un piacere intenso che non hai mai provato, altro che manico della spazzola… concentra le tue sensazioni sul buco del culo e rilassati. Quando Livio inizierà ad entrare in te, spingi in fuori come se dovessi andare in bagno’.
Accostai il mio glande ormai paonazzo dall’eccitazione che aderì completamente all’ano. Feci una leggera pressione in avanti e sentii di essere perfettamente centrato. Quindi spinsi in avanti il mio cazzo. Olga, cogliendo il suggerimento di Gianna, non oppose resistenza, anzi controllò sapientemente i muscoli sfinterici venendomi incontro e fui dentro in un attimo, in maniera del tutto naturale, senza incontrare ostacoli, senza provocare il benchè piccolo dolore o fastidio ad Olga.
‘Noooooo! E’ dentro, lo sento, è tutto dentro, mi riempe, non fa male, è incredibilmente meraviglioso, mi piace da morire, è lungo ed arriva fino in fondo, stringo e rilascio i muscoli e mi dona sensazioni meravigliose, adesso vi capisco, Gianna, adesso capisco te e capisco Marta!’.
‘Ma ancora è niente, sorellina, aspetta un attimo…’ disse mia moglie mentre mi faceva un cenno di assenso. Cominciai quasi impercettibilmente a muovermi dentro di lei avanti e indietro.
‘Oddio, che fai, Livio? E’ stupendo, mi massaggi tutto il retto, mi arrivi all’utero…’
Iniziai a scivolare sempre di più dentro il suo culo fino a quasi uscire per poi rientrare e aumentai i ritmi dell’inculata.
‘No, non è possibile, è fantastico, non ho mai provato niente di simile, Livio, continua! E’ troppo bello, è un piacere intenso, mi arrivano scariche anche al cervello, io… godo, godo. Godo! Aaaaahh! Di più, ancora, Dio com’è bello, aprimi di più, spingi, spingi, sono piena, sono piena di te, cognato mio, hai un cazzo enorme, squartami. Ooooooh, vengo, vengo, Gianna sto venendo ma sto venendo di culo, com’è possibile? Non mi sto toccando il clitoride ma vengo, vengo, vengooooo! Siiiiiiii!’
Aumentai al massimo i ritmi dell’inculata. Entravo ed uscivo, ormai il buco del culo di Olga era una ricettiva galleria e non opponeva la minima resistenza. Nonostante la promessa fatta a Gianna non ce la feci più. Dovevo venire, dovevo scaricarmi, le mie gonadi non potevano resistere oltre. Menai ancora qualche colpo all’impazzata dentro il culo di Olga. La volevo spaccare, dominare selvaggiamente. Con un ruggito da leone inferocito venni dentro quel culo sontuoso eruttando fiotti e fiotti di sperma. Olga nel frattempo aveva raggiunto non so più quanti altri orgasmi.
‘Vengo ancora, siii, ti sento, ti sento così! Vienimi dentro, vienimi dentro, bellissimo, Aaaah!’ E si lasciò andare ad un ultimo orgasmo veramente liberatorio, dove si percepiva la liberazione dei suoi complessi, della sua repressione, della sua insoddisfazione. Finalmente donna fino in fondo, donna cosciente delle potenzialità della propria sessualità, del ritrovato gusto della vita, della propria carnalità.

Gianna le stava ancora carezzando i seni, Olga era con gli occhi chiusi e con un dolcissimo sorriso di soddisfazione disegnatole in volto dal piacere provato.
‘Grazie, sorellina, grazie, mi hai… non so, guarita? Forse è questa la parola giusta? Cosa mi sono persa fino ad oggi… adesso temo di trasformarmi in una vera baldracca, sono sfinita ma ho ancora fame di sesso sfrenato, potrei vivere solo per il sesso!’.
‘E faresti bene, recupereresti il tempo perduto! Ma come in tutte le cose questo elemento che ti mancava e che ti era necessario, troverà la sua giusta collocazione di equilibrio nell’insieme della tua personalità; sarai la Olga di sempre ma vivrai meglio con te stessa e sarai più forte, più decisa, più consapevole e tutti noteranno che da oggi in poi nei tuoi occhi brillerà una luce diversa. Il tuo fascino si centuplicherà e riuscirai a contagiare il tuo prossimo con la tua felicità. Tutti ti cercheranno perchè con te staranno bene, avvertiranno l’energia positiva che trasmetterai’.

Olga sorrise a tutti e due: ‘Livio, scusami, mi sono comportata da sciocca ma non capivo, non potevo capire prima di oggi. Ero come cieca, io non ho mai avuto altri uomini all’infuori di mio marito’.
‘Non importa, Olga, l’importante è che tu abbia capito tua figlia e che l’abbia perdonata’.
‘No, sono io che devo chiederle perdono. Sono felice che lei si confidi con Gianna ma è colpa mia se non sono riuscita a conquistarmi la sua piena fiducia’.

Marta sbucò all’improvviso all’interno dello studio, esordendo con queste parole: ‘Non ho nulla da rimproverarti o da perdonarti, mamma, ti amo così come sei, anzi se fosse possibile, da oggi di più!’
‘Marta!’ esclamo Olga mentre la figlia correva ad abbracciarla.
‘Mamma, da oggi siamo una famiglia ancora più unita, condividiamo tra di noi lo stesso segreto, sai ti ho visto godere come tu hai visto me. Tu sei scappata sconvolta per quello che definivi qualcosa di orrendo, io… mi sono eccitata nel vederti godere così! E adesso…’.
Mi venne incontro, conoscevo quello sguardo che già da solo mi procurava brividi di libidine. Si parò di fronte a me, si inginocchiò e ingoiò il mio cazzo che aveva perduto un po’ di turgore, per intero tutto in bocca.
‘Umh, che buon sapore, sa di borra e di culo insieme, ah…’. E iniziò a spompinarmi.
‘Ehi, ragazzuola, c’è la coda per questo gingillo… mettilo pure in tiro, se vuoi, ma sei l’ultima della fila!’ Disse scherzando Gianna.
‘Dai zia, mica siamo alla posta… c’è ne per tutti!’.
‘Si, ma voglio la mia dose di cazzo nel culo, ho promesso a tua madre di farle vedere come lo prendo tutto dietro’.
‘Si, e poi non vuoi vedere come lo zio mi apre il culetto?’
‘Certo!’ Disse Gianna e si inginocchiò contendendole la mia nerchia. Se la passavano di bocca in bocca facendomi rabbrividire. In un attimo fui nuovamente in tiro.
‘Marta che ci fai ancora vestita? Qui siamo tutti nudi ed infoiati’,
‘Anch’io sono infoiata’ disse Marta ‘e adesso anche nuda’. E in un attimo si liberò dei vestiti.
‘Livio, lo voglio, lo voglio nel culo. Tu hai goduto, Olga ha goduto, io sto sbrodolando da due ore, non ce la faccio più, voglio la mia razione di cazzo nel culo!’
‘Vieni’ le dissi ‘inginocchiati sul tappeto’.
Mi posizionai dietro di lei che mi cercò muovendo il culo all’indietro e praticamente si infilzò da sola. Iniziai a stantuffarla a dovere mente lei mi veniva incontro con le chiappe.
‘Ah, marito mio, è sempre una delizia prenderlo in culo da te. Dai, con me non devi essere delicato, spaccami tutta! Guarda sorellina, guarda come lo prendo tutto… Uhmm… adesso esci un attimo, fai vedere a queste due altre troie che bel buco aperto che ho, poi rimettimelo dentro!’.
Uscii per qualche attimo, il buco del culo di Gianna si mantenne aperto e le scostai le chiappe per ritardare la chiusura dello stesso e donare così questo meraviglioso spettacolo alle altre due donne ed a me stesso.
Olga sembrava rapita dalla scena che aveva davanti e iniziò a masturbarsi ferocemente.
‘Wow, zia, che culo fantastico, che culo aperto che ti ritrovi, quanto sei bella ed arrapante, anch’io lo voglio e voglio arrivare a prenderlo così, di botto, come te’.
‘Si, nipotina, è un piacere sublime, tra un po’ toccherà a te e voglio godermi la visione del tuo buco che viene dilatato da quel porco di tuo zio’.
‘Si zietta, anzi mentre lui ti incula, perchè non mi prepari?’.
‘certo, tesoro, vieni qui…’. Marta si posizionò a quattro piedi davanti a Gianna dandole le terga. Gianna poggiò le mani sulla sua schiena, poi le aprì le chiappe ed affondò il suo viso in mezzo a quelle dolci colline cercando la rosellina della nipote. ‘Umh, che buon sapore che hai nipotina, che delizia questo buchino, starei ore a leccarlo’.
‘Aaaah, zia, che lingua delicata, deliziosa… mi fai sentire i brividi che partono dal buco, attraversano la schiena e mi esplodono nel cervello… zia, ti voglio bene. Ti amo, vi amo tutti, siete i miei tesori. Che bello, dai zia mettici tutta la lingua dentro, anzi prova con le dita, metticene dentro almeno tre… oooooh… che porche che siamo ed a tutte ci piace prenderlo nel culo!’
‘Tieni, Marta, sono tre dita, senti come scavo dentro di te? Adesso lo zio ti spaccherà quel culetto di bambola, io intanto vengo, vengo, vengooooo!’
‘Oooooh, si zia, le sento, mi fanno morire, si, voglio anch’io il cazzo di zio nel culo, dai tu sei venuta, lasciami il posto!’.
Gianna gattonò mettendosi di lato e Marta indietreggiò verso di me. Olga intanto era in trance, assisteva a tutto questo masturbandosi in silenzio. In un solo affondo penetrai nel culo di Marta.
‘Finalmente! Siiiiiii, quanto l’ho desiderato! Guardami zia, guarda il mio zietto come mi pompa il culo. Ti piace? Vuoi vedere come anch’io ho il buco bello largo?’ Mi sfilai un attimo e Gianna guardò estasiata.
‘Ooooh, dev’essere così anche il mio, è così, Livio?
‘Si cara, così, aperto, invitante, pronto per il cazzo!.
‘Gianna si infoiò di più, mi prese il viso tra le mani e mi baciò lungamente mentre io continuavo a deliziarmi nel culo di Marta che nel frattempo emetteva un lamento continuo sotto i colpi del mio battacchio.

All’improvviso si sentì la voce di Olga. Per qualche minuto l’avevamo trascurata: ‘Qui! Puttana amata sorella… vieni qui, inginocchiati davanti a quella baldracca di mia figlia…
così! Adesso ti servo io!’.
Aveva indossato lo strap-on con cui Gianna l’aveva scopata. Mia moglie capì al volo le intenzioni di Olga, le sorrise, si posizionò alla pecorina di fronte al viso di Marta ed offrì il culo alla sorella aprendosi lei stessa le chiappe e mostrandole il buco voglioso.
‘Si, prendimi, fammi il culo sorellina…’.
Olga le si mise dietro e puntando il dildo direttamente sull’ano, la penetrò di colpo.
‘Ahiiiiii! Brutta bagascia, mi hai sfondato sul serio ma è bellissimo continua!’
‘Non lamentarti, ho spalmato su questo cazzone di gomma una quantità sufficiente di vaselina. Toh, prendilo tutto, voglio sentirti dire basta!
‘No, non mi basta mai il cazzo nel culo, non ti darò questa soddisfazione! Spingi, squartami, rompimi in due, bellissimo, bellissimo… anche col cazzo di gomma è bellissimo sentirsi il culo pieno… dai pompa più forte, mi massaggi le pareti interne del retto, oddio che sensazioni mervigliose, più cerco di spingerlo fuori, più mi fa godere. Vengo, sorellina, vengo di culo, continua!’.
Gianna, in pieno attacco di libidine, guardò in viso Marta, le si avvicinò col suo volto e la baciò con furia. Restai piacevolmente sorpreso. Marta aveva già avuto le sue piccole esperienze saffiche con Lisa, per mia moglie era la prima volta in assoluto che baciava una donna. Si slinguarono a lungo, emettendo dei mugolii di piacere provocati dalla sodomizzazione che stavano subendo. Gianna venne prima di Marta. Si sfilò lo strp-on dal buco del culo, si avvicinò alla sorella slacciando le cinghie che lo tenevano saldo alla vita di Olga. Si sdraiò sotto la sorella che posizionò a quattro zampe in modo di avere sopra la sua testa il culo e la fica a portata di mano e di lingua.
‘Adesso, amore mio, ti ricambio il favore’.
Prese lo strap-on e lo liberò delle cinghie. Lo leccò tutto in modo da lubrificarlo, poi lo puntò con decisione sull’ano della sorella e spinse piano piano finchè non lo sentì essere entrato tutto.
‘Oddio che bello, è una sensazione sconvolgente, mi fai impazzire di piacere, godo più che con la fica, siamo una famiglia di porcelle, anche mia figlia lo sta prendendo nel culo ed è in estasi, guardala la mia bambina, che porca!’
Gianna inculava Olga con il dildo e contemporaneamente iniziò a leccarle la fica.
‘Che buon sapore che hai, sorellina, bella come sei e porca come sei diventata, potrai fare inpazzire tutti gli uomini e le donne che deciderai di sedurre!’.
Sotto quel trattamento, Olga cominciò a sentire avanzare il piacere che la travolse come un fiume in piena: ‘Vengo, vengo, vengo come non sono mai venuta, non ho mai goduto così! Aaaah! Gianna Spingi quel cazzo finto più a fondo, spaccami, godo, godo, godo!!’.
E una serie di orgasmi la fecero urlare di piacere incontrollato.
‘Oohh, zietto, sento che sto per venire, ti prego pompami più forte, spaccami il culo come tu sai fare, sto per venire, venire col culo, ancora, pompa, così, sììììì, spingi così, ci sono, vengo, vengo, vengo!!!’.
‘Anch’io allora mi lasciai andare ad un orgasmo lunghissimo ed irrorai il retto di Marta con il mio sperma. Eiaculai con una serie di contrazioni che sembravano non avere mai fine. Non ricordavo un orgasmo così lungo ed intenso da anni.
Le tre donne erano tutte sfinite, abbandonate sui tappeti preziosi ed accoglienti della stanza. Mi alzai, controllai un lieve giramento di testa, andai al mobile bar e presi una bottiglia di champagne dal piccolo frigo. La stappai, ne versai il contenuto in quattro bicchieri fl’te che porsi alle signore riservandone uno per me e le invitai ad un brindisi.
‘A noi, alla nostra unione, alle nostre famiglie!’
‘All’amore che vi voglio!’ aggiunse Olga.
‘All’amore che ci unisce!’ disse Gianna.
‘Alla felicità di tutti noi e alla nostra sessualità!’ concluse Marta.

Beh… non c’era altro da aggiungere… ero felice, avrei potuto scoparmi mia nipote e mia cognata col beneplacito di Gianna ogni volta che ne avrei avuto voglia.

‘Che culo!’ Pensai, è proprio il caso di dirlo! E soffocai una risata per la battuta che sapevo essere cretina e scontata, ma concepirla fu più forte di me. Lasciai la villa di mia cognata insieme a Gianna per raggiungere casa nostra. Guidavo lentamente con mia moglie che teneva la sua testa appoggiata alla mia spalla.
‘Livio, caro… è stato tutto… come definirlo, meraviglioso, quasi incredibile’.
‘Si, Gianna. L’aver condiviso le nostre fantasie sessuali con tua sorella e tua nipote è stato stupendo. Ci ha aperto nuovi orizzonti. Ti amo, più di prima se ciò fosse possibile.
‘E’ stato un bene, non saremmo arrivati a questo e… ho scoperto che mi piace il corpo delle donne. Non avevo mai fatto l’amore con una persona del mio stesso sesso e voglio provarci ancora; con una persona estranea, però…’.
Beh… potremmo provarci, se mi vuoi della partita, a coinvolgere qualcuna’.
‘Certo! Tu devi sempre esserci! La mia componente femminile esige il maschio, non mi sentirei appagata soltanto da una presenza femminile; diciamo che un’altra donna sarebbe un ottimo contorno ma… la pietanza principale saresti sempre tu’:
‘E… un altro maschietto?’.
‘No, no. Non mi interessa. Tu sei il mio solo uomo, non voglio coinvolgimenti di altri maschi’.
‘Marta di ha parlato di Lisa?’.
‘Si, vecchio porcello. So tutto anche di lei ma so che ti hanno messo in mezzo contro la tua volontà. Ecco, lì, se fosse stata una tua idea, mi sarei incazzata di brutto. E’ comunque un’estranea’.
‘Appunto, per un giochino a tre la trovo invece una soluzione perfetta. Non avresti nessun coinvolgimento affettivo come stasera e capiresti meglio se il tuo gradimento è solo frutto di intima complicità familiare o veramente altro… ed è veramente una ragazza bellissima’.
‘Il tuo ragionamento fila. Ma… ci starebbe?’.
‘Fammi tentare… vedrò di organizzare una seratina…’.

Arrivammo a casa, Gianna preparò una cena veloce e gustosa, lasciò anche apparecchiato per nostro figlio. Se fosse rientrato tardi senza aver cenato avrebbe trovato già pronto.

Dopo cena e dopo una rinfrancante doccia ci preparammo per la notte ed andammo subito ad infilarci nel nostro comodo lettone. Alla tenue luce di un abat-jour abbracciai la mia amata che si strinse a me.
‘Gianna, amore mio, com’è caldo e profumato il tuo corpo, quanto ti amo…’.
‘Non potrei vivere senza di te, Livio. A volte penso di non meritarmi tutto questo. Ho te, uno splendido figlio, una bella casa, non abbiamo preoccupazioni economiche anche se non siamo siamo certo miliardari; sono una donna fortunata’.
‘Infatti non ci dimentichiamo mai di fare del bene quando possiamo. Il lusso non ci ha mai interessato anche se comunque conduciamo una vita agiata’.
‘Il lusso no, ma la lussuria? Quella sì! E da oggi ancora di più!’
Gianna mi baciò in bocca e ricambiai con amore.
‘Oh, tesoro, nonostante il pomeriggio di fuoco, me lo stai facendo tornare duro…’.
‘Vediamo?’ disse Gianna ed infilò una mano sotto l’elastico dei pantaloni del pigiama.
‘Ma come… siamo di nuovo sull’attenti? Qui ci vuole il presentat’arm, prima di ordinare il riposo, mio capitano…’.
‘Sottotenente, cara, di complemento ed in congedo da trent’anni. Non lo sarò mai capitano’.
‘Sergente, sottotenente, capitano… che vuoi che mi importi? L’interessante è che tu sia di… picchetto! Ed a quanto sento, il picchetto è bello pronto! Impicchettami mio bel soldatino!.

Le misi una mano sul seno. Gianna sospirò. Ci baciammo ancora e ci liberammo degli indumenti notturni in un attimo.
‘Voglio bere alla tua fonte’ le dissi mentre con la testa scendevo verso il suo pube.
‘Aspetta’ mi rispose mentre capii che anche lei voleva cercare il mio sesso con la bocca.
Mi sdraiai sulla schiena e Gianna si mise su di me offrendomi i suoi tesori. Ci ritrovammo nella posizione del sessantanove e mentre Lei inizò a gustarsi il mio cazzo con la bocca, io mi impadronii della sua vulva che cercai con la mia lingua. Il suo sapore era celestiale. Lo conoscevo da sempre ma non mi sarei mai stancato della sua ciprigna. Cominciai a lapparla e ad assaporarla passando dallo spacco della sua fica al buco del culo che lei schiudeva per permettermi di penetrarla. Nel frattempo mi stava spompinando da vera bocchinara esperta facendomi provare sensazioni meravigliose.
‘Ooooh, Gianna, ti voglio, così non resisto… sei magnifica, mi stai risucchiando anche il midollo spinale’.
Si girò. Mi guardò con gli occhi pieni di desiderio. Ci baciammo di nuovo a lungo. Si posizionò a cavalcioni su di me.
‘Prendimi’ disse.
‘Non ci fu bisogno di altro. Il mio cazzo trovò subito l’ingresso della sua vagina e la penetrai lentamente. Lei emise un gemito e si sedette su di me in modo che la penetrassi a fondo. Poi incominciò a dimenare in fianchi. Con le mani mi impadronii del suo seno e le tormentai i capezzoli con i polpastrelli. Gianna aumentò il ritmo e la sentii giungere al limite dell’orgasmo. Si sollevò quel tanto necessario per sfilarsi il cazzo dalla fica, si spostò col corpo in avanti di qualche centimetro, inarcò il culo all’indietro e si lasciò cadere lentamente sullla mia nerchia. Le sue natiche imprigionarono il mio membro per qualche istante. Poi, afferratolo con una mano, se lo puntò al centro del buco del culo guidandolo fino a quando non lo sentì che aderiva perfettamente alla sua rosellina. Si abbassò ancora ed io sprofondai in quell’antro caldo ed accogliente. Gianna era con gli occhi socchiusi e un’espressione di vero godimento disegnato in volto; le narici fremevano, la bocca semiaperta e le labbra rese lucide dala saliva lasciata dalla lingua che passava su di esse in continuazione. Vederla con quell’espressione di intenso godimento disegnata sul viso intensificava ancora di più i miei sentimenti per lei. Era la mia donna, la vera donna della mia vita. E mi stava regalando il suo amore, il suo godimento. Mi si stava concedendo completamente. Il vederla così, il pensiero di renderla felice, mi inorgoglì. Mossi il bacino verso l’alto per meglio farle sentire il mio membro dentro il budello.
‘Siiiiiii’ fece lei quasi sottovoce ‘possiedimi così, aprimi, ravana col tuo cazzone dentro le mie viscere. Mi fai morire, mi fai morire, ma non venire, non ancora, oooooooh, godo, godo col culo, è bellissimo, come sempre!’.
Intuii che era solo al primo orgasmo di una lunga serie ed aumentai il ritmo dell’inculata. Come previsto, Gianna fu pervasa da un’ondata di orgasmi che le montavano uno sull’altro senza darle il temo di respirare. Poi, piano piano si calmò, il tremore diminuì, il volto si distese in un’espressione di felice appagamento. Aprì gli occhi e mi sorrise emettendo un sospiro di soddisfazione. Ero ancora dentro di lei.
‘Che bello sentirti dentro il culo anche se ho goduto’.
‘Che bello essere dentro il tuo culo e possederti pienamente’ e ripresi a muovermi lentamente.
‘Vuoi venirmi nel culo?’ Mi chiese con aria complice.
‘Dove vuoi purchè venga presto, non resisto più!’ Le risposi di rimando.
Fulmineamente si sfilò il cazzo dal culo e senza darmi il tempo di protestare lo prese in bocca ed iniziò a farmi un fantastico pompino.
‘Ooooh’ gemetti ‘Siiii, va bene anche così, sei fantastica, ancora, ancora, sto per venire!’.
Lei aumentò il ritmo della fellatio ed io venni copiosamente nella sua bocca.
Gianna ingoiò tutto, fino all’ultima goccia e continuò a slinguarmi la cappella senza lasciare più traccia della mia eiaculazione.
Io mi abbandonai sfinito e lei mi abbracciò riconoscente.
‘Dormi bene, amore mio’ mi disse
‘Anche tu, vita mia. Rimani così incollata a me’.
Ci addormentammo felici ed innamorati come non mai.
La mattina dopo mi ricordai che nella memoria del telefonino dovevo ancora avere il cellulare di Lisa. Lo trovai e composi il numero. Dopo qualche squillo La ragazza rispose.

‘Ciao Lisa!’.
‘Avocato! Che sorpresa! Sai, ti ho pensato in questi giorni, mi farebbe piacere rivederti!’.
‘Anche a me. Sei libera domani pomeriggio? E’ Sabato, per me è una giornata tranquilla, non ho studio’.
‘Certo! Dove ci vediamo?’
‘Ti va bene a casa mia? Sarò da solo’ mentii ‘E non avremo problemi di tempo né di orario’.
‘Va benissimo, conosco l’indirizzo, sarò da te alle quindici, aspettami per il caffè’.
Era fatta, Gianna sarebbe andata come al solito dal parrucchiere ma sarebbe rincasata per le 14,00.
Mio figlio il venerdi sera si dileguava e passava il fine settimana a casa della sua ragazza.
Telefonai a Marta, non volevo si sentisse scavalcata.
‘Marta, tesoro, volevo dirti che ho invitato Lisa a casa mia per domani pomeriggio. Ho intenzione di… presentarla a zia Gianna’.
‘Hai fatto bene! Vorrei unirmi alla partita ma è meglio di no, immagino già dove tu voglia arrivare’.
‘Infatti… se andrà tutto per il verso giusto tra qualche giorno ti assicuro che ci sarà da divertirsi; insieme. Come va con tua madre?’
‘Zio, è rinata! Canticchia mentre cucina, mentre si fa la doccia, ha una luce negli occhi… domani la accompagnerò a fare shopping, vuole rinnovare l’intimo’.
‘Bene, è la reazione che ci aspettavamo’.
‘Saluta Lisa da parte mia. Così capirà che ci siamo parlati e non si creerà nessuna remora’.

Alle 15,00 di sabato Lisa si presentò all’ingresso della mia villetta. Le aprii la porta. Indossavo la mia tuta da ginnastica, la stessa di quando iniziò la storia con Marta. La feci accomodare in salotto dove avevo già preparato un vassoio con tazzine e zuccheriera. La invitai a sedersi e prima di farlo, Lisa mi guardò intensamente negli occhi, si avvicinò e mi baciò in bocca cercandomi la lingua con la sua. Risposi appassionatamente al suo bacio mentre le accarezzavo il culo a mani aperte strizzando i suoi glutei. Lei mugolò in segno di approvazione. Mi staccai da lei a fatica e sorridendo le dissi che avevo sentito borbottare la caffettiera. Andai in cucina e tornai con il bricco del caffè. Lo versai e lo zuccherai, dopo lo sorbimmo lentamente mentre i nostri occhi si lanciavano promesse che da lì a qualche attimo sarebbero state più che mantenute. Lisa indossava una Camicetta color pesca, molto semplice e graziosa ed una minigonna verde scuro plissettata molto simile a quelle che indossava spesso Marta.
‘Marta ti manda i suoi saluti’ dissi.
Lisa mi sembrò più sollevata.
Posammo le tazzine sul vassoio e ci guardammo i silenzio. Io mi avvicinai sedendomi più vicino e con la bocca cercai il suo collo dopo aver scostato i suoi capelli biondi come il grano. Le feci un leggero succhiotto e la sentii fremere. Le presi il viso tra le mani e la baciai delicatamente sulle labbra. La guardai bene in viso: quanto era bella! Il suo volto aveva dei lineamenti perfetti ed i suoi grandi occhi azzurri sembravano due laghi nei quali potersi tuffare. La baciai ancora e con le mani cercai il suo bellissimo seno. Lisa sospirò e con una sua manina forzò l’elastico dei pantaloni della mia tuta fino a trovare il mio cazzo che dava già segni di risveglio. Mi alzai e ritto di fronte a lei mi denudai la parte inferiore. La mia nerchia era di fronte al suo viso. Lisa sospirò, la prese in mano insieme ai testicoli, li soppesò e con la bocca si impadronì del mio scettro. A quel contatto caldo iniziai a crescere dentro le sue labbra e in un attimo la mia erezione arrivò al massimo e la bionda cominciò a spompinarmi con maestrìa mentre armeggiava sotto la sua gonna fino a quando non si liberò degli slip.
‘Ooooh, Lisa, così mi fai venire…’
‘Mmmmmhh, morivo dalla voglia di riassaggiare questo cazzone… no, non venire, ti voglio dentro…’.
Abbandonò il mio cazzo, si alzò e in attimo si liberò della camicetta, del reggiseno e della gonna. Si accovacciò e riprese il pompino. Dopo un paio di minuti si risollevò e volgendo le terga verso di me si posizionò con le ginocchia sul divano. Il suo fantastico culo fu all’altezza del mio cazzo. Tra le sue chiappe, i suoi tesori si mostrarono senza segreti: la sua fica depilata ed il suo ano grinzoso, roseo ed invitante.
‘Prendimi…’
Mi posizionai dietro di lei e cingendole i fianchi la avvicinai al mio ventre. Puntai la mia nerchia tra le grandi labbra della sua fica e lentamente la penetrai. Il suo sesso era caldissimo e stretto. Lisa accolse il mio rostro con un mugolìo di soddisfazione. Con le mani presi ad accarezzarle la schiena dalle spalle fino ai fianchi. Poi mi porsi in avanti e mi impadronii dei suoi seni a piene mani ed iniziai a stuzzicarle i capezzoli. La scopavo lentamente, languidamente e sentivo che ad ogni affondo andava sempre più fuori di testa.
‘Siiii, è meraviglioso, mi fai provare sensazioni uniche, mi sento in paradiso, sei un amante formidabile, virile e dolce allo stesso tempo a soprattutto attento alle esigenze della tua partner’.
‘Lisa, quando amo una donna è importante per me donarle piacere e metterla al centro dell’attenzione. Mi piace solo se capisco che la sto facendo godere ed il suo godimento è il regalo più grande che lei possa farmi. E’ una questione celebrale’.
‘E tu mi stai facendo morire… sai dosare i tempi, gli affondi, i ritmi… che amante superbo! Altro che i miei coetanei, conigli semi impotenti!’.
Uscii da lei, mi inginocchiai e presi a baciarle il sesso e l’orifizio anale. Lisa era scossa da un continuo fremito. Il sua fica e il suo buchino avevano un fantastico sapore. Mi abbandonai in mezzo a quel paradiso dove avevo affondato tutto il volto beandomi del suo profumo e del suo calore. Ero come un affamato davanti a un pasto servitogli dopo parecchi giorni di digiuno. Le tormentai il clitoride con la lingua e provai a forzale l’ano con un dito ben lubrificato. Lisa guaì letteralmente. Poi, ricordandosi della precedente esperienza, spinse in fuori permettendomi di penetrarla. Lubrificai ancora di più con abbondante saliva il suo roseo pertugio e con delicatezza mi feci spazio con altre due dita. Lisa collaborava rilassando i muscoli e gustandosi la masturbazione anale.
‘Cosììììì! Aprimi tutta in modo che il tuo cazzo possa sfondarmi il culo con un colpo solo. Oooooh, che meraviglia, è una scoperta nuova, mi ci devo abituare a queste sensazioni, è solo la seconda volta… lavorami il culo ti prego, fammi provare nuovamente un orgasmo anale, dai, voglio godere ancora col culo e di culo. Mi piace sapere che la mia parte più intima sia esposta alla tua vista e tu te ne sia impadronito. Mi fa sentire senza difese, usata, zoccola come non mai. Sono una cagna in calore, una vera troia porca schifosa. Siiiii, continua, è bellissimo, aprimi il buco del culo, anzi voglio mostrarlo a tutti, voglio essere sottomessa, umiliata, senza più alcun ritegno e/o dignità. Sto per venire… sento che sto per venire!’.
L’avevo portata proprio al punto che mi ero prefissato. Sfilai le dita dal suo culo, mi riposizionai in piedi dietro le sue terga, sputai sulla mia cappella cospargendola di saliva, feci aderire la mia nerchia sul suo buchino palpitante e con un solo affondo, deciso, maschio, penetrai profondamente in lei. Lisa si paralizzò. Per un secondo restò senza fiato, rigida, come una bellissima scultura e la paragonai ad un personaggio uscito fuori dalla geniale e fantastica matita di Milo Manara, tanto era bella e sensuale in quel momento di intenso godimento che avrei voluto immortalare.
‘Ooooooooooh! E’ pazzesco! Dal culo mi arrivi al cervello, E’ una scarica elettrica che mi fa impazzire! Vengo, vengo, vengo, dai spaccami, spingi, di più, ne voglio di più, ancora, più forte, rompimi dai, scopami il culo con violenza, aumenta il ritmo ancora, ancora!’ e nel frattempo muoveva il culo all’indietro per favorire i miei affondi.
Per la seconda volta si paralizzò un attimo, sembrava non riuscisse a prendere fiato Poi cacciò un urlo da belva ferita e fu preda di una serie di orgasmi che la fecero tremare tutta senza darle possibilità di controllo sul suo corpo. Era come se fosse attraversata da una scarica elettrica da 380 volt. Contemporaneamente aumentai i miei colpi dentro di lei spingendo come un forsennato. Volevo veramente farla impazzire di piacere. A questa ulteriore stimolazione Lisa gridò:
‘Noooooo! E’ troppo, così mi uccidi! Oddio, di nuovo, di nuovo, godo più intensamente di prima! Vengo, vengo! Fantastico, mi sembra di morire!’.
Si accasciò sul divano senza più forze. Io la cingevo dai fianchi ed ebbi l’impressione di avere per le mani un corpo inanimato, una bambola di pezza. Doveva avere perso i sensi per qualche attimo. Uscìì dal suo culo, mi sedetti sul divano e di peso la distesi sul mio grembo. La riempìì di dolci bacetti sul viso, sugli occhi, sulle labbra. Le accarezzai i capelli, la schiena il seno, la strinsi a me e la dondolai come una bimba. Lisa, con gli occhi chiusi, sorrideva. Era in uno stato di beatitudine assoluta.
‘Avvocato, potrei innamorarmi di te pazzamente. Non solo perchè mi scopi da dio ma per per quel mix di passione, lussuria, forza e dolcezza che sai amalgamare così sapientemente. Mi fai sentire veramente donna, anzi femmina nelle mani del maschio, con te mi abbandono ad un ruolo passivo e subisco le tue voglie, tempi, fantasie… divento strumento senza volontà e questo mi fa impazzire di piacere’.
‘Lisa, sei bellissima, se sono così bravo come tu dici il merito è tuo, della tua bellezza, della tua dolcezza e della tua passionalità. Ricordo ancora con terrore quando Marta mi confidò che tu eri nell’altra stanza e avevi visto tutto. Non immaginavo che da li a breve mi sarebbe apparso un angelo. Ed oggi voglio farti impazzire di piacere, tirare fuori tutta la tua lussuria, farti superare i tuoi limiti – nel caso ne avessi ‘ e renderti veramente speciale questa giornata. Ti chiedo soltanto di fidarti di me’.
Lisa annuì guardandomi con i suoi occhioni azzurri: ‘mi fido ciecamente fa’ di me ciò che vuoi o forse è meglio dire fa’ con me ciò che vuoi’.
‘Esatto… vedi, anche tu e Marta mi avete insegnato tante cose ed io ho cercato di metterle in pratica. Vedi quella webcam lassù? Mia moglie ha visto e sentito tutto. Non è per renderti pan per focaccia, sia chiaro, ma le ho parlato di te e moriva dalla voglia di conoscerti. Ti spiace se la facciamo partecipare ai nostri giochini?’.
‘Con te e per te, tutto…’ rispose Lisa e mi baciò appassionatamente infilandomi la lingua in bocca: ‘inoltre ho avuto qualche timido approccio al rapporto saffico con Marta, come tu sai. E la cosa non mi è dispiaciuta affatto…’.
E in quel momento Gianna fece il suo ingresso in salotto. Sotto la vestaglia di seta purissima era evidentemente nuda. Si avvicinò a noi sorridendo e salutò Lisa.
‘Ciao, io sono Gianna. Sia Marta che Livio mi avevano detto che eri una bellissima ragazza ma devo ammettere che solo vedendoti di persona si può capire quanto sei veramente bella’.
‘Grazie, Gianna. Anche tu sei stupenda, sei una donna affascinante ed attraente come poche’.
‘Dici?’ fece Gianna ‘l’età non ha lasciato segni sul mio corpo?’ e si sfilò la vestaglia.
‘Sei bellissima’ disse Lisa guardandola sinceramente attratta.
‘Bene, che ne direste di spostarci in camera da letto? Staremo sicuramente più comodi’ choisai.
Le due donne sorrisero e guardandomi annuirono.
Non ero ancora venuto nemmeno una volta. Si prospettava un pomeriggio veramente interessante!

Ci spostammo in camera da letto.
Gianna e Lisa si sdraiarono guardandosi affascinate a continuando ad accarezzarsi.
Gianna scese con una mano ad impadronirsi del pube della nostra ospite che allargò le gambe per facilitarle la manovra. Mia moglie le cercò il clitoride con il pollice mentre con il medio si presentò davanti alla sua porta di servizio e senza difficoltà ne forzò l’ingresso. Lisa mugolò e chiuse gli occhi. Con un braccio cinse le spalle della sua amante e la baciò sulle labbra. Gianna si abbandonò a quel saffico gesto e permise alla lingua di Lisa di esplorare la sua bocca. Notai che Gianna apprezzò quel bacio che aumentò la sua eccitazione. Guardò la giovane bionda negli occhi e le disse:
‘Ti voglio, a modo mio ma ti voglio’.
‘Prendimi’ rispose di rimando Lisa.
Gianna aprì il cassetto del comodino da cui tirò fuori lo strap-on che aveva già utilizzato a casa di Olga, solo che stavolta inserì due vibratori all’interno della mutanda di lattice. Dopo indossò l’indumento e prima di farlo aderire in vita, con grande libidine fece in modo che i due dildo interni la penetrassero in fica e nel culo. Dopo strinse le cinghie che permisero ai due oggetti di essere profondamente inseriti nei suoi buchi.
Fece cenno a Lisa di posizionarsi a 90 gradi sul letto e con un colpo deciso la penetrò in fica.

‘Ooooooooh’ fece Lisa ‘Che bello, mi tocchi il collo dell’utero, dio com’è bello e grosso, sembra vero, è caldo e consistente. Dai scopami, massaggiami le pareti della fica, ficcamelo bene dentro… così!’.
‘Siiiiiii’ fece di rimando Gianna ‘ti scopo ed a ogni colpo mi sento la fica piena anch’io e il culo aperto. Prendi, zoccola, prendi!’.
Mi avvicinai al viso di Lisa e le offrii il cazzo da succhiare. La ragazza non si fece pregare e prese a spompinarmi con ardore. Ad ogni affondo di Gianna, Lisa mugolava di piacere e libidine.
‘Sto per venire…’ disse la bionda ragazza: ‘Ancora, Gianna, dai, ancora!’
‘No, Non adesso… anch’io sto per venire ma non voglio che tu venga così’ disse Gianna. Si sfilò da Lisa, si sdraiò sul letto col dildo svettante ed invitò Lisa a porsi a cavalcioni su di essa. Lisa accolse l’invito e con il busto verso la sua amante si abbassò lentamente e guidò il fallo di plastica all’ingresso della sua vagina. Scese ancora fino a che non fagocitò completamente il membro artificiale. Poi la giovane prese a dimenarsi per meglio sentire lo strap-on dentro di se e ad ogni affondo i dildo che Gianna aveva dentro il suo corpo le regalavano sensazioni uniche.
‘Voglio che anche tu provi quello che sto provando io. E’ meraviglioso, schiacciati su di me’.
Gianna abbracciò Lisa costringendola a far aderire quasi completamente i loro busti. I loro seni si toccarono, i capezzoli si sfregarono l’uno contro l’altro. A me apparve come una visione, roseo ed invitante, il buchino di Lisa. Mi posizionai dietro di lei che girò la testa e mi sorrise in segno di approvazione. Puntai la mia nerchia verso quel buco palpitante ed appoggiai il glande tra le grinze dell’ano. Iniziai a spingere ma poco dopo sentii una certa resistenza che mi impediva di continuare. Lisa si sfilò leggermente dal cazzo finto che le riempiva la fica e in un attimo sui risucchiato dal suo culo ricettivo. Ero dentro fino alla radice. Che sensazione meravigliosa! Quella ragazzina aveva, come Marta del resto, uno sfintere da favola. Ogni volta che ero dentro ad uno dei loro culi provavo queste stupende, sublimi sensazioni. Presi a muovermi con molta cautela fino a quando Lisa non prese il tempo della scopata. Infatti ogni volta che arretravo, lei si impalava sul dildo di Gianna; quando si risollevava io affondavo tutto dentro il suo culo ormai aperto e ricettivo.
Il ritmo giusto era stato trovato: ci muovevamo tutti e tre in perfetta sincronia. Sentivo le due donne ansimare sempre più forte in attesa di una serie di travolgenti orgasmi che sentivano vicini. Anch’io, beandomi in quello stretto budello, capii di essere prossimo al godimento.
‘Divino, divino..sono piena come non mai, è meraviglioso, sono tutta piena, tutta aperta… sto venendo.. Gianna, Livio, sto venendo, è fantastico vengo con la fica e il culo… vengo, vengo non resisto oltre, ecco, vengo, siiiiiiiiiiii!’ e continuando ancora nei giusti ritmi impressi a quella favolosa scopata a tre, Lisa su ancora una volta preda di una serie di orgasmi che la scossero per intero. Si sfilò dal dildo e si accasciò su Gianna che a sua volta venne urlando il suo piacere, impadronendosi della bocca di Lisa e mulinando la sua lingua dentro il palato della bionda fanciulla. Inoltre con le mani le teneva le chiappe aperte per meglio permettermi di penetrarla. Il momento era quello giusto. Libero da vincoli ‘condominiali’ e non dovendo dividere più spazi con nessuno, iniziai a pompare selvaggiamente dentro il buco del culo di Lisa che venne ancora una volta e finalmente mi lasciai andare ad un potente e liberatorio orgasmo. Mi adagiai sulla schiena della meravigliosa ragazza che mugolava beata, contenta di essere in mezzo a me e Gianna con la quale nel frattempo si scambiava bacini dolcissimi. Mi sfilai delicatamente dalle sue viscere e rotolai di lato, supino, nella porzione di letto libero. Lisa si tolse da sopra Gianna e mi abbracciò dandomi contemporaneamente tanti bacini sul petto. Le accarezzai i capelli, la schiena, i glutei mentre Gianna in un attimo era riuscita a liberarsi dello strap-on esterno e da quelli interni. Si incollò alla schiena di Lisa. Eravamo praticamente attaccatissimi come qualche minuto prima. Allungai un braccio e accarezzai la schiena di Gianna, poi mi impadronii delle bellissime tette di Lisa e cominciai a ciucciarle con lascivia.
‘Io… vi amo!’ fece Lisa mentre con una mano palpava il corpo di Gianna e con l’altra, avendo il braccio sollevato sulla testa, mi accarezzava i capelli non senza difficoltà.
Parlai io anche per Gianna: ‘Lisa, cara, siamo lusingati di averti avuto qui con noi, vedrai che la prossima volta, insieme a Marta, faremo dei giochini che non dimenticherai facilmente. E il tuo culetto sarà sempre oggetto della mia perversa fantasia come lo sarà quello di Marta. Ho intenzione di portarvi ad un livello di maialaggine tale che solo a sentirvi sfiorare le vostra fantastiche chiappe dovrete provare un orgasmo immediato. E vedrai che Gianna ed io tireremo fuori tutto il vostro potenziale. Adesso voglio che tu e mia moglie facciate un bel sessantanove e che giochiate reciprocamente con i vostri culi perchè voglio mettervi a novanta gradi l’una vicino all’altra e scoparvi ancora in culo’.
‘Ooooooh, siiii, mi piace, mi piace anche il sapore del culo’.
‘Anche a me’ fece Gianna ‘voglio assaporare il tuo culo che tra l’altro è pieno del seme di Livio di cui conosco benissimo il sapore… dai vieni su di me…’
Cazzo che spettacolo! Le due porche stavano lavorandosi i culi a vicenda! La scienza era di un erotismo tale che mi tornò immediatamente duro.

(continua)

(per contatti: raccontiuccellone@hotmail.it) Le due porche si leccavano gli sfinteri anali e nel frattempo mugolavano per il piacere. Poi, armate ognuna di un fallo di gomma, quelli stessi che aveva utilizzato Gianna, iniziarono a sodomizzarsi a vicenda con grande delicatezza e risolutezza insieme. Era uno spettacolo fantastico, le due maiale avevano gli occhi chiusi, le bocche semiaperte, la fronte corrucciata ed erano concentrate sul grande piacere che stavano provando nel sentirsi massaggiare il retto da quegli strumenti.
‘Senti come ti apro?’ disse Gianna
‘Si…’ rispose Lisa ‘E’ bellissimo, sei delicata e nello stesso tempo mi riempi il culo fino in fondo. Poi quando lo fai andare su e giù vado in visibilio, ogni volta che stai per tirarlo fuori e me lo ricacci dentro sento una scarica che da dentro il culo mi attraversa la spina dorsale e mi arriva dritta al cervello facendomi impazzire di piacere… mi fai morire! Continua così… vorrei che fosse per sempre, voglio essere il culo del mondo, voglio tutti i cazzi dentro il mio culo. Ooooooh… bellissimo… sono una golosa di cazzo in culo. E dire che prima che Marta mi aprisse gli occhi pensavo fosse qualcosa di schifosamente perverso e depravato…’.
‘Non hai provato ancora niente, sei pronta per un giochino che ti sconvolgerà? Lascia fare a me… tu nel frattempo continua a masturbarmi il culo, è bellissimo…’
Gianna mi fece cenno di aprire il cassetto del suo comodino. Dentro ci trovai il dildo anale gonfiabile che aveva già provato quella maialina di Marta e che – evidentemente – aveva passato alla zia! Chissà se Gianna, in solitudine, lo aveva già provato! Comunque lo lubrificai per bene spalmandolo di vaselina e lo porsi a mia moglie.
‘Ecco, Lisa; adesso ti farò veramente impazzire come non avresti creduto mai fosse possibile’.
Gianna le estrasse il fallo dal culo, applicò un altro po’ di lubrificante, appoggiò la punta del cuneo gonfiabile sulla rosetta grinzosa e iniziò a spingere lentamente. Lisa sapeva ormai cosa fare. Si concentrò sulle sensazioni che le provenivano dall’orifizio anale, spinse in fuori come se volesse espellere il corpo estraneo e così facendo in realtà ne agevolò l’entrata. L’oggetto a quel punto scivolò senza trovare resistenza e in un attimo fu tutto dentro il retto di Lisa senza provocarle il minimo dolore.
‘Ooooooh… com’è grosso… mi riempie tutta, è bellissimo… che sensazione meravigliosa….’
‘Questo è ancora niente, tesoro, aspetta un attimo…’
Gianna mi fece segno di occuparmi della pompetta mentre lei prese a masturbare e leccare la fica di Lisa che iniziò ad emettere gridolini di soddisfazione.
‘Che meraviglia! Sono piena, ho di nuovo il culo pieno e tu mi stai succhiando il clitoride! E’ il massimo, non pensavo si potesse godere così tanto!’.
‘Sei sicura che non si possa andare oltre?’ disse Gianna e mi fece un cenno invitandomi ad iniziare a pompare aria dentro il cuneo anale saldamente inserito dentro le viscere di Lisa.
Cominciai a dare le prime pompate fino a quando il cuneo, oltre ad aderire al retto di Lisa, non iniziò a cercarsi spazio tendendo le pareti del culo della meravigliosa ragazza. Ad ogni pompata il retto si allargava, si distendeva.
‘Oddio… che succede… bellissimo… mi state allargando il culo… come fate? Oddio… meraviglioso… si allarga, si allarga… dio, mordimi ancora il clitoride… il culo, il culo… si sta allargando… lo sento… sta per esplodere… allargalo di più, ancora, bellissimo… non ho mai provato niente di simile, pompate, pompate, così, no… non resisto… godo, godo, non posso trattenermi… troppo bello, non si può descrivere… io… oddio che mi succede? Non ho mai goduto così! Spaccatemi, spaccatemi. Godo, godo, godooooooooo!’ e si lasciò andare ad una serie intensissima di orgasmi che sembravano squassarla. Iniziò a tremare ed emettere grugniti animaleschi, il viso trasformato in una smorfia di godimento, le narici allargate e frementi, le labbra tremolanti… sembrava essere posseduta. Poi, liberatorio, un urlo che aveva poco di umano. Acuto, lunghissimo, roco e spezzato vero la fine. Lisa si accasciò sul corpo di Gianna con la testa tra le sue cosce come se fosse priva di sensi.

(continua) Gianna lasciò che Lisa si riprendesse dalla serie di orgasmi appena raggiunti.
Poi disse alla bionda ospite: ‘Come va?’
‘Divinamente bene’ rispose Lisa ‘adesso tocca godere a te e Livio. Dai, voglio vedere come ti apre il culo…’.
Restando sempre tra le cosce di Gianna, Lisa si rotolò in modo da essere sotto mia moglie e cominciò nuovamente a lapparle la fica e a masturbarle il buco del culo.
‘Dai Livio, fa’ il culo a tua moglie, muoio dalla voglia di vedere il suo buco aprirsi ed accoglierti tutto dentro. Muoio dalla voglia di sentirla e vederla godere come una grande porca e di bere i suoi umori. Ha un sapore unico, buonissimo. Adesso le preparo il culo a dovere’. E si rituffò con il viso in mezzo alle chiappe di Gianna che di rimando le disse: ‘Siiii, brava, così… lecca bene, lubrifica… vedi come si sta allargando il mio culo? Così, brava, non ti fermare… mettici dentro le dita… benissimo, così… appena arrivi ad infilarci il quarto, lascia il posto a Livio’.
Gianna, che da poco avevo scoperto con entusiasmo essere una grande maiala, si abbandonò a quelle lascive carezze e leccate preparatorie da parte di Lisa che arrivò ad inserire a mo’ di cuneo quattro dita nel culo della mia consorte.
‘Ooooooooh… va bene così… Livio, dai, fammi il culo, adesso, subito, mettimelo dentro, squartami il retto e vienimi dentro, fammi morire, aprimi in due, dai, sbrigati bastardo!’
Non mi feci pregare; in piedi, all’altezza del lato destro del letto, col culo di Gianna in fuori e la testa di Lisa quasi a penzoloni dal materasso, puntai la mia nerchia sul pertugio anale di mia moglie. Stavo per dare un affondo, unico e decisivo, quando mi venne l’idea di farmi dare prima una ciucciata da Lisa che capendo al volo le mie intenzioni, si impadronì della cappella e prese a spompinarmi con gusto. Gianna si Accorse della manovra e protestò scherzosamente: ‘Ehi, voi due… che combinate? Qui c’è un culo da riempire che freme!’.
‘Hai ragione, tesoro, è solo per lubrificarlo meglio…’
‘Ma che lubrificare! Sono talmente aperta che se aggiungi umori o pomate quasi non lo sentirò nemmeno entrare e invece lo voglio sentire bene dentro, voglio che mi stiri per benino le budella… dai entra, che aspetti?’
‘Eccomi!’ Le urlai e dopo essermi posizionaro al centro dele grinze del suo ano, con una sola spinta in un attimo le fui dentro fino in fondo.
‘Aaaaaaarhg!’ Fece Gianna ‘Stupendo! Così, e adesso distruggimi, fammi male, rompimi il culo, voglio godere col culo mentre Lisa mi lecca la fica… fatemi godere come non mai, dai Lisa… forza con quella lingua! E mordimi il clitoride, staccamelo a morsi, voglio provare un orgasmo intensissimo… così… bravo Livio, ancora, sento il culo che mi brucia, continua, Ooooh… mi stai scorticando il retto… vai! Fino in fondo… ruota il bacino e fammelo sentire… Lisa, bevi i miei succhi e mangiami la fica. Ti piace? Lo so che ti piace… dai, così, brava, Ohhh… mi fai morire… mi fate morire… sto per venire… vengo di fica e culo… vi amo… ancora, ancora, ancora, vengo, si, vengo… dai Livio, Vienimi dentro, fammi un clistere di sborra, vieni, io vengo, anche tu, oddio, oddio… siiiiiiiiii!’
E nello stesso istante in cui Gianna raggiunse l’orgasmo, anch’io mi lasciai andare ad una sborrata colossale provando un intensissimo piacere. Contestualmente, mentre raggiungeva le più alte vette del piacere, Gianna diede una bella ripassata alla fica di Lisa che venne subito, ancora, insieme a noi.
Nessuno ebbe più la forza di parlare. Gli unici rumori erano i nostri respiri affannati che andavano regolarizzandosi ed il battito dei nostri cuori. Fantastico… era stato un pomeriggio veramente fantastico.

(continua)

per contatti, suggerimenti, critiche o altro: raccontiuccellone@hotmail.it Era un momento magico della mia vita; un ‘magic Moment’ come la canzone di Burt Bacharach resa celebre da Perry Como. Lo studio andava a gonfie vele, ormai potevo permettermi di selezionare i clienti e le migliore cause da patrocinare, stavo fisicamente bene, mi sentivo da dio e’ avevo quattro splendide donne con cui scopare nei modi più consoni ai miei gusti. A cosa potevo aspirare di più? Non mi risparmiavo col lavoro perché avevo deciso di costituirmi un bel gruzzoletto che mi permettesse di andare in pensione presto. Infatti era mia intenzione viaggiare il più possibile in compagnia comunque del mio unico vero amore, ovvero mia moglie Gianna.
Un pomeriggio arrivai allo studio intorno alle 16,00 come sempre. Diedi delle diposizioni ai collaboratori ed alla segretaria, ricevetti un cliente e dopo mi accinsi ad immergermi nello studio di una complessa causa.
Suonarono ala porta d’ingresso, non mi preoccupai di sapere chi fosse, la mia segretaria Serena avrebbe filtrato i clienti senza appuntamento non permettendo a nessuno di disturbarmi.
Bussarono discretamente alla porta della mia stanza ed incuriosito dissi: ‘avanti’!
Marta fece capolino.
‘Ciao Zietto”.
‘Marta! Tesoro! Come stai? Vieni, entra, accomodati”.
‘Io bene’ e da quel che so anche tu e la zia, almeno a detta di Lisa”
E mi fece l’occhiolino.
‘E’ vero’ mi sembra di sognare’ è il periodo più bello ed intenso della mia vita e tutto questo lo devo a te’.
Marta si avvicinò e mi stampò un bacio in bocca facendo mulinare la lingua.
‘Anche per me ed il merito è tuo’ vai a fare delle fotocopie, fai finta di andare in bagno, vai a chiedere qualcosa a quella vaccona di Serena (a proposito, con quel corpo e quel culo alto com’è che non te la sei ancora fatta? O forse si e non lo hai mai detto a nessuno), insomma ritorna tra un minuto”.
Uscii dalla stanza e feci finta di cercare un vecchio incartamento in archivio.
‘Serena, ti ricordi la causa Bonfanti? Ho bisogno di rivedere la documentazione di quel processo per delle analogie che ho riscontrato in un caso che sto studiando”.
‘Forse si, Avvocato, dovrebbe essere’ aspetti che la prendo io’.
Così dicendo entrò nell’angusto stanzino tappezzato da scaffalature e mi diede le spalle sollevandosi in punta di piedi, tastando su uno dei ripiani più alti e mettendo così in risalto un culo veramente maestoso fasciato da un paio di aderentissimi pantaloni ed a giudicare dall’inesistenza di segni di cuciture, imbrigliato in un quasi inesistente perizoma.
Deglutii per dissimulare la sorpresa; accidenti che gran culo! Non ci avevo mai badato, l’avevo sempre vista con occhio professionale, comunque non mi andava di fare l’imbecille con una dipendente: ognuno al suo posto, così si sarebbe mantenuta l’efficienza all’interno dello studio.
Presi la carpetta che Serena mi stava graziosamente porgendo, le sorrisi e mi avviai di nuovo verso la mia stanza. Il minuto chiestomi da Marta era abbondantemente trascorso. Entrai e’ Marta non c’era più! Restai un attimo perplesso e mentre pensavo che sicuramente si era recata in bagno e non l’avevo vista uscire dalla stanza ma la sentii chiamarmi sottovoce:
‘Pssst, zio Livio’ vieni, gira e siediti al tuo posto’.
La pazzerella si era imboscata sotto il tavolo ed appena mi sedetti sulla mia poltrona con le rotelle pivottanti mi abbrancò letteralmente le gambe e con una mano a coppa si impossessò della mia patta. Iniziò ad armeggiare fino a quando non riuscì a tirare fuori il mio membro che a quel contatto iniziò a dare segni di risveglio.
‘ummmmmmh’ il mio giocattolone preferito” disse sospirando e in un attimo lo fece sparire in bocca regalandomi immediatamente una meravigliosa sensazione.
‘Aaaah, Marta’ Così mi fai morire, piccola demonietta’ lo sai che devo lavorare’ uh che bello’ continua, fammelo diventare duro come l’acciaio che poi’ sai dove te lo darò’ vero?’
‘Si’ sono venuta per questo’ ero a casa e mi è venuta voglia all’improvviso’ il mio culetto ha incominciato a pulsami insieme alla fichetta’ il mio culetto brama il suo amichetto dal quale non può stare troppo tempo lontano”
Ne frattempo continuava a succhiarmi l’uccello con maestrìa e ben presto capii che volevo e dovevo avere di più.
‘Marta, puttanella mia, dammi il culo. Subito! Non ce la faccio più, voglio aprirti in due voglio perdermi in mezzo ai tuoi meravigliosi glutei’!
‘Sono pronta”
Marta uscì da sotto il tavolo, si sollevò la corta gonna, si appoggiò con i gomiti sul bracciolo di una delle poltroncine poste dall’altro lato del tavolo stesso e girando la testa verso di me, disse: ‘non farmi aspettare’ spaccami il culo, subito, ti prego”
Ecco, se c’era un’altra cosa di Marta che faceva scatenare la mia libidine era proprio questo suo modo di concedersi, questo suo parlare sboccato al momento giusto. La sua carica erotica si sublimava, mi faceva andare in visibilio.
Mi porsi dietro di lei, , spostai il filo del suo perizoma mi portai sue dita in bocca bagnandole di saliva e le passai sul suo orifizio anale. Marta fremette, il suo ano iniziò a contrarsi, a pulsare. Puntai il mio membro su quel buco occhieggiante e spinsi con lentezza ma decisione. In un attimo fui dentro di lei. Un suono rauco che era il risultato di un grido soffocato, uscì dalla sua bocca e sempre sottovoce mi disse: ‘dai, pompami, ravana, massaggiami il retto col tuo pistolone’ dai che sto già per godere come una troia, spingi, spingi”
Ed io spingevo beandomi del massaggio e delle meravigliose sensazioni che quella guaina naturale regalava al mio pene. Mi riempivo le mani con i suoi glutei vellutati, accarezzavo la sua meravigliosa schiena schiacciandola contemporaneamente verso il basso e questo mi regalava una sensazione di dominio che stimolava ancora di più la mia libido.
‘Prendi, zoccola, ti apro in due, ti ho sformato il culo, lo senti? Adesso puoi metterci dentro anche un braccio. Sei una lurida troia rottainculo, prendi, prendi!’
E scopavo selvaggiamente quel culo. Sul volto di Marta che subiva passivamente si stampava un’espressione di beatitudine mentre si mordicchiava il dorso di una mano per non urlare il suo piacere. All’improvviso si irrigidì di colpo. Ormai la conoscevo bene e sapevo cosa stava per accadere. Iniziò a tremare tutta; un tremolìo che era un fremito e raggiunse diversi orgasmi ad ondate e tempi diversi pur se ristrettissimi. Anch’io a quel punto mi lasciai andare ad un orgasmo liberatorio le inondai il retto di sborra. Ansimammo per qualche minuto fino a quando riuscimmo a calmarci ed a ritornare padroni di noi stessi.
‘Zietto, ti amo! Non posso più fare a meno del tuo cazzone e quando mi prende il prurito al culetto”
‘Piccola ninfetta, dannazione e delizia della mia vita, anch’io ti amo ed amo il tuo essere disinibita, la tua sfrontatezza e la tua contagiosa gioia di vivere’.
Ci baciammo a lungo, come due veri innamorati, ci ricomponemmo e la accompagnai alla porta di uscita dello studio. Marta, da attrice consumata, mi salutò: ‘ciao zietto e grazie dei chiarimenti, domani ti farò sapere com’è andato l’esame!’ E mi diede un bacetto sulla guancia. Aspettai che entrasse nell’ascensore e richiusi la porta d’ingresso. Mi avviai verso la mia stanza quando Serena mi chiamò: ‘Avvocato!’
Mi bloccai di scatto ed istintivamente mi voltai verso di lei: ‘Si?’
‘Che ha, è paonazzo! Si sente male? O forse’ si sente invece molto ma molto bene?…’ E mi guardò con un aria complice tra l’interrogativo e lo sfottente’

(continua’)

L’atteggiamento di Serena mi infastidì. Non le avevo mai dato confidenza più di tanto, il nostro era solo un rapporto professionale.

Certo, il fatto di essere una gran bella ragazza rallegrava i cuori dei miei clienti e suscitava sentimenti di invidia in alcune delle mie assistite.

Rientrai nella mia camera. Aprii distrattamente un dossier ma capii subito di non essere abbastanza concentrato per analizzare con lucidità quelle carte. Era inutile, la battuta di Serena mi aveva turbato. La chiamai dall’interfono e si precipitò nel mio studio. Eravamo da soli, non era giornata di ricevimento, i giovani praticanti non erano in studio e non era previsto un loro arrivo.

Serena si materializzò davanti alla porta e, sempre con quel sorriso malizioso, mi chiese:
‘Avvocato, prego, cosa posso fare per lei? Mi chieda qualunque cosa”
E rimarcò quel ‘qualunque cosa’ con una vibrazione particolare nella voce.

‘Serena, Lei è una efficientissima segretaria ed una bellissima ragazza il che non guasta e con la sua presenza ingentilisce sicuramente questo posto, ma le dico fuori dai denti che questo suo sorrisino malizioso mi infastidisce. I nostri rapporti sono sempre stati molto professionali e adesso, questo suo tono ironicamente insinuante, lo trovo fuori luogo. Ma chi crede io sia? Quella è mia nipote acquisita, la figlia di mia cognata, la sorella di mia moglie!’

Serena, per niente turbata si avvicinò al tavolo ed appoggiò le mani su di esso curvandosi verso di me.
‘Ed è fortunata ad avere uno zio come lei che la comprende e la aiuta a studiare’ ho sentito tutta la lezione che le ha dato per via interfono’ lo ha dimenticato aperto!’

Restai basito, il mio volto passò dal bianco cadaverico al rosso porpora.

‘ma’ cosa ha capito, avrà equivocato”

Serena, sorridendo: ‘Avvocato, questa è una causa persa in partenza, non posso aver equivocato, oltre ogni ragionevole dubbio. Ma non mi scandalizzo, sa? Sono cavoli suoi e non deve darmi spiegazioni solo che” Si curvò ancora, le sue tette erano quasi ad altezza del mio viso e percepii distintamente il suo profumo molto femminile ed arrapante: ‘lei è un bell’uomo e la mia vanità è sempre rimasta un po’ ferita perché, pur cosciente di non essere una donna da buttar via, lei non mi ha mai guardato come fanno tutti gli uomini che frequentano o hanno frequentato questo studio.’

‘Ma io non l’ho mai fatto per rispetto verso di lei, non creda che sia un maniaco che ci prova con ogni gonna che incontra”

‘Lo so, lei è un galantuomo di vecchio stampo solo che adesso sono tremendamente eccitata’ ho iniziato anche a masturbarmi di la, sotto il tavolo, mentre vi sentivo”

Percepivo il suo alito profumato, la sua bocca era pericolosamente vicina alla mia. Si drizzò di scatto, girò dal mio lato del tavolo, si chinò e mi baciò infilandomi la lingua in bocca.

Fui colto di sorpresa ma risposi con ardore al suo bacio. La sua bocca, la sua lingua erano dolci, La sua pelle incominciò a profumare di donna. Allungai una mano sui suoi prosperosi seni e la sentii rabbrividire a quel contatto. Erano sodi e nonostante il reggiseno, la camicetta non riusciva a contenere la loro forma prorompente e le punte dei capezzoli si intravedevano distintamente, quasi a voler prepotentemente bucare la sottile seta che li ricopriva.

Cambiai obiettivo e con le mani le artigliai i glutei mentre continuavamo a baciarci con foga.

Lei staccò la sua bocca dalla mia per un attimo, il tempo di sussurrarmi: ‘si’ strizzami il culo ed aprimi le chiappe, poi lecca il mio buchino e masturbamelo, voglio godere col culo come quella porca di Marta, non l’ho mai fatto ma dev’essere meraviglioso, come sei meraviglioso tu e anche lei. Ah, se avessi potuto leccarle la fica mentre te la inculavi!’

‘Sei lesbica?’ Le chiesi.

‘No, bisex. Quando una donna mi attira non mi creo pregiudizi ma se poi c’è anche un uomo è il massimo.’
Serena iniziò ad armeggiare con la lampo dei miei pantaloni.

‘No, aspetta, non è che io sia proprio, insomma diciamo’ fresco di doccia come ormai sai, dammi un attimo il tempo di andare in bagno”

‘No, voglio sentire il tuo sapore di maschio misto all’afrore di Marta che sicuramente ti è rimasto sulla pelle. Voglio il tuo cazzo adesso, così com’è!’

Mamma mia che maiala! Un’altra donna che riusciva a coinvolgermi anche celebralmente!

‘Si, anch’io voglio assaggiarti, vieni sdraiamoci sul tappeto”

In un attimo ci liberammo dei vestiti, io mi sdraiai con la schiena sul soffice tappeto persiano che impreziosiva il mio ufficio e Serena venne su di me dandomi le terga sul viso.

Mi tuffai con il viso in mezzo a quel culo meraviglioso e respirai forte per inalare il profumo della sua fica ormai bagnata. Aveva un delizioso buchetto appena socchiuso, leggermente grinzoso ed appena ambrato. Ci tuffai la lingua ed iniziai a leccare picchettandolo e cercando di forzarne l’apertura.

‘Oh, che bello, mi piace continua!’ disse Serena
‘Si, ma non ti chiudere, asseconda la mia lingua, spingi in fuori, rilassati e muoviti come se volessi respingerlo, in realtà mi permetterai di leccarti meglio.’

Serena seguì le mie istruzioni: ‘Oooh’ bellissimo, ti sento, sento la tua lingua, che bello, ancora dai, sto venendo, vengo, vengo, vengooo!’

Che sapore deliziosoche aveva il suo buchino, lo sentivo pulsante e ricettivo. Avrei fatto provare a Serena il piacere dell’orgasmo anale spalancandole gli orizzonti di una sessualità molto più ampia e consapevole.

L’eccitazione che aveva represso quando aveva ascoltato Marta e me e la situazione che si era creata subito dopo, l’aveva già portata al confine dell’orgasmo che adesso era esploso in tutta la sua potenza liberatrice.

Nel frattempo mi stava facendo un pompino coi fiocchi, da vera esperta. Solo che io avevo già goduto da poco e quindi ero destinato a durare un bel po’. Ecco, questo è uno dei pochi vantaggi del non essere più giovane.

Proprio in quel momento suonò il telefono’

Serena disse: ‘lascialo squillare, che t’importa?’
‘Ma si…’ risposi e continuai ad affondare il mio viso tra i suoi glutei.

Il telefono smise di trillare ma riprese subito dopo.

‘Uffa…’ fece Serena ‘se non rispondo questo non la smetterà più, togliamoci il pensiero ma subito dopo lo lascio fuori posto.’

‘Va bene…’ dissi rassegnato e per un attimo commemorai l’allontanamento di quel meraviglioso mappamondo dalle mie grinfie.

‘Studio legale… si Marta, tuo zio è ancora qui… certo che posso dirglielo, la prossima lezione per dopodomani se gli è possibile… certo glielo dico subito. Sei in casa? Bene, allora… ascolta la lezione che sto prendendo io… è la stessa ripetizione della materia che hai… ripassato con lui poco fa… ascolta… mi piacerebbe se uno di questi giorni tu ed io… gli chiedessimo una lezione comune… Marta sei una grande porca e mi piaci sono bisex, ho sentito tutto, prima; voglio farmi fare il culo da lui mentre tu mi lecchi la fica… e poi voglio leccartela mentre sfonda il tuo di buco… si… toccati, porcellina… toccati e ascolta… anzi ti metto in vivavoce così può sentire anche tuo zio. Ah, se tu fossi qui… dai toccati… mi ha già fatto venire una volta sai? Soltanto leccandomi la fica e i buco del culo dove mi ha infilato, per adesso solo la lingua. Non e lo aveva mai fatto nessuno, è bellissimo e adesso me lo faccio aprire come ha fatto con te… ascolta…’

‘si dai, fatti inculare… voglio sentire…’ dall’altoparlante del telefono mi arrivò la voce di Marta. Era leggermente rauca come le capitava sempre quando era eccitata.’Porco… spaccale il culo, dai, voglio sentirla urlare… dai rompila e datemi i dettagli, non vi vedo ma sento i vostri gemiti, voglio anche la descrizione di quello che fate… mi sto toccando… ummmh… cerco qualcosa da infilarmi nel culo… voglio venire insieme a voi… oh, ecco… il mio vibratore… bagno la punta… e adesso… oooooh… si tutto dentro il culo…. che bello… e nel frattempo mi tocco davanti…. aaaaah… si, bellisimo… che state fcendo?’

‘Marta, Serena ha ripreso a farmi un pompino coi fiocchi. Siamo sdraiati sul tappeto del mio studio… adesso mi rituffo in mezzo alle sue meravigliose chiappe… voglio aprire questo vergine buchetto delizioso… voglio farla godere come una cagna in calore…’

‘Oh, siiiii… spaccami…’ disse Serena ‘aprimi in due, fammi arrivare il cazzo in gola passando dal culo… oh, come mi sento porca e vacca… mi piace anche parlare in modo scurrile, non lo avevo mai fatto prima… voglio il tuo cazzo bello grosso, ummmmh… non mi basta succhiartelo tutto, lo voglio nella fica e anche nel culo, voglio sapere cosa si prova… siiiiii! Voglio essere riempita di cazzi come non mai…’

‘No, non oggi!’ Tuonò Marta da vivavoce ‘godi come vuoi ma aspetta me dopodomani per farti fare il culo, voglio esserci anch’io, voglio assistere e ti leccherò la fica mentre ti apre, ti assicuro, sarà meraviglioso, poi. Come mi hai chiesto, ti darò la mia da leccare mentre ti farò vedere come lo prendo tutto dentro… non te ne pentirai, Serena, mi spiace soltanto non poter esseri insieme a voi in questo momento… oohhh… si… il vibratore nel culo mi fa impazzire… mi provoca delle scariche che arrivano dritte al cervello… vengo, vengo… che state facendo?’

‘Marta’ dissi ‘va bene, per oggi lascerò perdere, aspetterò che ci sia tu dopodomani, ma la farò godere di culo ugualmente, la masturberò analmente con almeno due dita. La porterò all’orgasmo e mi supplicherà di farle il culo subito, non vorrà aspettare. Lo sai che sono bravo in queste cose…’

‘Siiiii… prendimi il culo adesso anche solo con le dita, dai… Marta, sono in ginocchio e col busto proteso in avanti, i miei seni sono schiacciati sulle mie gambe e quel porco di tuo zio così può vedere il mio buco di culo. E’ stretto ancora, piccolino… ma sento che proverò sensazioni nuove e sconvolgenti… ooohh ecco bravo, così… leccami tutto il buchino… mettici un dito dentro… che bello, meraviglioso… oh… Marta… e tu come va?’

‘Ah, Serena… alla grande! Sto per godere… uummmh… sto facendo roteare il dildo dentro il mio culo ed è meraviglioso… ah… zietto, mi senti? Mi sto aprendo da sola ma dopodomani sarai di nuovo tu il padrone del mio ano e inizieremo Serena alle vere gioie della sodomia…’

‘Si Marta, farò anche di Serena una cultrice del sesso anale… adesso le ho già messo due dita dentro e sto massaggiando… che porcellina le piace sentirsi aprire… vedessi come mi viene incontro col culo…’

‘Siiiiii… è bellissimo… chissà ad avere dentro un vero cazzone… no, non ho paura di sentire dolore, so che non mi farai soffrire ma solo godere… ma adesso voglio godere ancora… dai prendimi in fica e scopami come si deve e vieni anche tu, vienimi dentro, prendo la pillola…’

‘Oooh… porci, porci… vengo… vengo! Siiiiiii! Vengo di fica e di culo! Ah, Serena, sapessi che bello… oh vorrei avere la tua fica da leccare, ho scoperto che le fiche hanno un buon sapore, non sono lesbica ma mi piace leccarle… siiiiiiii! Vengo ancora!…’

‘Oooh… anch’io, Marta! Tuo zio mi sta ravanando la fica e mi ha infilato due dita nel culo…. vengo, vengo, di nuovo!’

‘Aaaah… eccomi!’ esclamai, mentre eruttavo il mio piacere dentro Serena ‘tieni! Prendilo tutto… Oh che fica calda e stretta che hai… ‘ e mi abbandonai sulla sua schiena mentre flussi di piacere risalivano dai miei lombi fino ala mia testa’

Dopo ci fu un ansimare collettivo fino a che i nostri respiri si calmarono e ritornarono ad essere quasi regolari. Sorrisi a Serena e la baciai in bocca.

‘Oddio, Marta, sei riuscita a frenarmi… non vedo l’ora di avervi tutte e due sotto le mie grinfie… Serena, tra un po’ chiama tutti gli assistiti che hanno appuntamento con me per dopodomani pomeriggio ed annulla tutti gli incontri. Mi inventerò un’udienza in un Tribunale lontano e tu registrerai un messaggio sulla segreteria telefonica dove spiegherai che l’ufficio, in data di domani l’altro, sarà chiuso al pubblico per esigenze professionali.’

Ancora 48 ore di attesa…
I due giorni trascorsero in fretta. Mi concentrai sul lavoro proprio per non far sembrare interminabile l’attesa. Preparai meticolosamente delle udienze che avrei avuto da li ai prossimi giorni ed il tempo volò.

Alle 16,00 Aprii la porta del mio studio, Serena era già dentro e mi salutò con un ‘Buonasera, Avvocato…’ molto professionale ma pieno di promesse, lanciandomi uno sguardo da vera porca. La sua acconciatura era uno chignon molto semplice che faceva risaltare i riflessi dei suoi capelli ambrati, aveva indossato un paio di occhiali con una montatura seriosa ed un tailleur blu mare con la gonna appena sopra il ginocchio, camicetta di seta bianca, scarpe con tacco di vernice nera ed indossato delle calze color carne che immaginai essere autoreggenti. Era un vero spettacolo!

‘Ti ho sempre ammirato per il buon gusto e la tua professionalità ma stasera sei particolarmente ed elegantemente sexy!’

Sorrise, si allontanò da me di qualche metro, mi si piazzò di fronte, si piantò per terra con le gambe leggermente divaricate, mi guardò intensamente negli occhi ed iniziò lentamente a sollevare la gonna fino a quando non comparve un reggicalze e una minuscola mutandina di pizzo, ambedue dello stesso colore del tailleur.

‘In tuo onore, avvocato, questa è una causa già vinta in partenza…’

E si girò protendendo il culo verso di me. Il filo del perizoma si era perduto tra le chiappe del suo magnifico fondoschiena. Mi avvicinai ed accarezzati quella pelle liscia, morbida e setosa e un fremito le attraversò il corpo.

Suonarono alla porta, doveva essere Marta ma nel dubbio, Serena si ricompose e con andatura professionale andò ad aprire.

Marta indossava un golfino grigio perla sopra una minigonna blu, plissettata e calze bianche alte fino al ginocchio; un abbigliamento molto simile alle uniformi delle studentesse asiatiche e giapponesi. E tremendamente arrapante!

Serena le sorrise. ‘Buonasera mia cara!’ e si scostò per permetterle di varcare la soglia dello studio. Poi, dopo aver richiuso la porta d’ingresso, con un balzo le fu alle spalle, le adagiò le mani sul seno e iniziò a baciarla e mordicchiarla sul collo. Marta, che non si aspettava un ‘attacco’ così diretto, fu scossa da intensi brividi e si girò verso Serena che, sempre cogliendola di sorpresa, la baciò facendo roteare la lingua sul mento, intorno e sulla bocca di Marta che mugolò di piacere ed a sua volta schiuse le labbra ed incrociò la sua lingua con quella della mia segretaria.

‘Che gran figa che sei!’ le sussurrò Serena. ‘Anche tu, sto incominciando ad apprezzare anche le donne e sono sicura che tu sarai una maestra perfetta.’ Chiosò Marta.
Poi, artigliandole il culo: ‘e oggi verrai letteralmente a nuovi orizzonti che a malapena per adesso riesci ad immaginare. Hai fatto come ti ho detto?’
‘si’ replicò Serena: ‘un primo enteroclisma da due litri ed un secondo, ai fiori di camomilla, per completare il lavaggio profumare l’interno…’

Ma che zoccole! Si erano sentite e Marta le aveva addirittura suggerito come prepararsi! Mi eccitai terribilmente intuendo l’esplosiva miscela di libidine che formavano e li invitai a raggiungere la mia stanza, decisamente più grande e più comoda della sala d’ingresso.

‘Bene!’ dissi: ‘io ho già avuto modo di conoscervi meglio, probabilmente è il caso che approfondiate la vostra conoscenza, io sto qui seduto, buono buono, a guardare…’

Mi sorrisero, poi, una di fronte all’altra, iniziarono a spogliarsi reciprocamente sempre leccandosi i volti e avviluppando le lingue. Serena aveva più iniziativa, era più grande di Marta e, per sua stesa ammissione, era bisex, quindi era lei a condurre il gioco e l’altra lasciava fare ben sapendo che ne avrebbe tratto più piacere.

Nel arco di pochissimi minuti si ritrovarono nella posizione del sessantanove con Marta sotto Serena che le leccava e titillava abilmente la fica e l’ano. Marta iniziò a mugolare, sembrava subire passivamente l’azione di Serena, quasi fosse sorpresa ed incapace di reagire. Poi, iniziò anche lei a ricambiare il favore tuffandosi con decisione con la faccia tra le sue chiappe, leccandole spasmodicamente la fica e concentrandosi sulla rosellina anale, vera meta principale del nostro incontro. Serena iniziò ad apprezzare, inarcava la schiena e protendeva il culo verso il volto di Marta.

Marta, con delicatezza, era già riuscita a far scorrere tre dita dentro il culo di Serena e le sussurrava parole libidinose: ‘le senti come scivolano bene e ti allargano il retto? Senti come ti massaggiano dentro?’
E Serena, con gli occhi chiusi, mordendosi le labbra: ‘siiii…. continua, è bellissimo, è una sensazione nuova, è come se mi accarezzassi la fica da dentro, non ti so spiegare ma è bellissimo…’
‘E aspetta di avere il cazzo che ti riempie, sei quasi pronta, ancora un po’ di …’

Mentre le parlava, Marta faceva entrare ed uscire le tre dita protese a mo’ di cuneo. Vedere il buco rosa di Serena palpitante e pulsante mi eccitò all’inverosimile. In un attimo mi liberai dei vestiti e mi diressi verso i loro corpi avvinghiati. Intrufolai il mio membro tra le bocca di Marta e la vagina di Serena. Marta mi sorrise le schiuse le labbra iniziando a ciucciarmi la cappella. Ciucciava e slinguava alternativamente la fica di Serena.

‘Basta!’ esclamai: ‘adesso vi sistemo io!’. Le feci alzare, mi sdraiai supino, ordinai a Marta di impalarsi su di me e le cacciai tutto il mio membro in fica, mentre dissi a Serena di accovacciarsi sul mio volto dandomi le spalle. Iniziai a lappare quel ben di dio insistendo molto sul culetto che da li a poco avrei violato.

Così c’era Serena che veniva leccata da me, Marta impalata sul mio cazzo e nel frattempo, le due porcelline si strizzavano le tette e si baciavano oscenamente tra di loro.

Marta si bloccò un attimo, si sfilò ed immediatamente dopo di calò nuovamente sul mio membro facendoselo scivolare tutto in culo. Non avvertii nessuna resistenza, il culo di Marta era un guanto su misura per il mio cazzo. Dovetti concentrarmi e resistere per non venire immediatamente mentre lamenti di libidine sgorgavano dalla gola di Marta insieme a frasi oscene ad e volte sconnesse.

‘Oddiooooo…. tutto dentro il culo, siiiiii! Aprimi in due, riempimi le budella, spaccami il culo, cosiii!! Ah, Serena che bello! Ancora non sai cosa ti aspetta, è sublime, ancora, ancora, cosiiii! Dai, toccami la fica, mettici una mano dentro così sarò veramente piena fino all’inverosimile… oddio….. vengo, vengo, vengo….!!’
Ed una serie di orgasmi la travolse facendole vibrare il corpo, provocandole delle convulsioni. Aveva la bocca aperta ed un filo di bava le colava lungo un angolo della bocca. Serena si tuffò su quel nettare suggendolo e gli orgasmi così intensi di Marta la fecero andare letteralmente fuori di testa. Era anche lei molto celebrale e quindi l’orgasmo la colse quasi inaspettatamente, violento, anche per lei molto intenso ed io, intuendo quello che avrebbe provato da li a qualche secondo, aumentai le leccate sul clitoride e il massaggio all’interno del culo che sentivo fremere e pulsare all’inverosimile.

Dovevo venire, non resistevo più, ma avevo una ‘missione’ da compiere. Scartai Serena da sopra il mio volto e mi sfilai da sotto Marta. Le due erano ancora in preda ai postumi del godimento, semi-incoscienti , le feci avvicinare, feci in modo che si abbracciassero, si baciassero e coccolassero.

Presi una sedia girevole da dattilografa, allentai il pomello posteriore fino a svitare ed eliminare lo schienale sorretto soltanto da un supporto metallico ed elastico. La regolai al massimo dell’altezza, la posizionai di fronte alla mia scrivania, sollevai di peso Serena quasi semi incosciente e la feci sedere sulla seggiola facendole protendere il culo all’indietro. Senza lo schienale, il suo culo era in perfetta vista, aperto, invitante ed a mia completa posizione. Le feci appoggiare con le braccia conserte sulla scrivania ed il viso su di esse.
Invitai Marta ad inginocchiarsi dietro la schiena di Serena in modo che potesse vederle la fica e leccargliela. Io mi posizionai dietro la testa di Marta e, spingendo il bacino, riuscivo a centrare perfettamente il buco del culo di Serena.
Diedi il ‘via!’ a Marta che iniziò a masturbare e lappare la fica di Serena, girandosi ogni tanto e spompinandomi per lubrificarmi il cazzo. Le chiesi di preparare il culo di Serena e lei obbedì volentieri slinguando l’ano della nostra compagna e depositando al suo interno un buon quantitativo di saliva.
Serena mugolava, la sua libidine era alle stelle, in quel momento era soltanto un corpo votato al puro godimento.
‘Adesso ti aprirò il culo, lentamente e ti entrerò dentro col mio cazzo fino a riempirti e farti morire di piacere…’ le sussurrai in un orecchio.
‘Siiiii…’ rispose lei, ‘prendimi ti prego, aprimi il culo, fammi godere come non mai, fammi sentire femmina, cagna, troia, mi sento oscena, aperta, puttana e schiava, vittima e complice delle tue perversioni!’

Quel modo di parlare scatenarono ancor di più Marta che gemendo iniziò a masturbarsi senza mai tralasciare di leccare la fica ed il culo di Serena e lubrificando ancora una volta, il mio membro.

Puntai il glande al centro della rosetta anale di Serena e spinsi delicatamente. Arretrai e spinsi un po’ di più. Continuai con questa tecnica fino a quando piano piano e senza provocare nessun dolore, il mio cazzo non fu quasi tutto dentro. Serena emetteva suoni disarticolati di puro godimento. Un ultima spinta e il culo della ragazza fu mio, senza traumi, senza provocarle dolore, in maniera del tutto naturale e fui naturalmente accolto dalle sue viscere. Mi fermai e su la stessa giovane a venirmi incontro col culo, spingendo verso di me con colpi sempre più decisi e forti. Marta nel frattempo continuava a leccarle e mordicchiarle la fica.

‘Nooooo….!! bellissimo! Incredibile! Fantastico! Favoloso! Oddio… non immaginavo.. non pensavo… spingi, spingi, dammene ancora, scopami il culo, entra ed esci, dai, ravana!! Spaccami! Ancora, Ancora! Hai capito brutto frocio? Tutto qui quello che sai fare? Ecco, cosiiii…! Bravo! Vengo, oddio, vengo vengo…!!! Ahhhhhhh…!!’ E si lascò andare ad un urlo liberatorio mentre continuavo a pomparle il culo alla grande.

Il suo corpo si muoveva scompostamente come una marionetta a cui vengono tirati casualmente i fili. Pian piano iniziò a calmarsi mentre Marta ci urlava: ‘Ehi, ci sono anch’io, non crederete di uscirne così! Mi avete fatto morire di piacere guardandovi e voglio la mia parte! Voglio venire ancora!’

Serena che lentamente stava riacquistando lucidità, le rispose. ‘certo tesoro mio, voglio vederti godere e mangiarti la fica gustosissima che hai, vieni qui…’ La strine a sé e la baciò con tenerezza e passione. Marta ricambiò quel bacio sensuale, ci stava prendendo gusto la piccola!

‘Dai zio, lo sai cosa voglio…’ disse, guardandomi con occhi pieni di desiderio. Si chinò sulla scrivania schiacciandosi le tette sulla radica del tavolo, protese il culo all’indietro e con le mani si aprì le natiche mostrando a me e Serena il suo prezioso bocciolo.

‘dentro, dai, dammi il tuo cazzone tuto dentro il culo…’ aveva un modo di invitarmi a fare sesso ed una carica di maialaggine che mi faceva uscire fuori di testa.

‘Sicuro, piccola, ecco che arriva il tuo cazzone preferito, tutto per il tuo culo che aprirò come una galleria…!’

Serena si inginocchiò dietro di lei e prese a leccarle la fica. Io mi accinsi a incularla quando Marta mi disse: ‘aspetta un attimo, prima dammelo in bocca un momento, voglio sentire il gusto del culo di Serena!’

Come ho già avuto modo di spiegare, era questo che i faceva impazzire di Marta. La sua capacità di esaltare e rendere libidinosa anche la situazione più eccitante, riuscendo sempre ad aggiungere qualcosa in più.

Questo suo desiderio mi eccitò ancora di più. Dovevo scopare, venire, non avrei resistito oltre. La accontentai e lei attaccò al mio uccello succhiando e gustandosi gli afrori che emanava. Poi lo tirai via di impeto, mi riposizionali dietro di lei che capii subito le mie intenzioni. Si riaprì le chiappe, spinse in fuori il culo e appena col glande fui al centro della sua rosellina spinse indietro, verso di me, controllando i muscoli dello sfintere e fagocitando in un attimo tutto il mio cazzo. Presi fiato un momento ed incominciai a trapanare quel culo, ormai allenato, con colpi micidiali, violentissimi, uscendo e rientrando, offrendo a me stesso ed agli occhi di Serena, la visione di quel buco aperto all’inverosimile, oscenamente spalancato coma una bocca affamata che attende un boccone di cibo.

‘ Prendi, prendi, brutta troia rottainculo, ti spacco in due ti apro il culo come un cocomero,!’

‘Siiii…!!! Così….!! sono la tua troia, la tua baldracca, la tua rotta inculo, vienimi dentro riempimi di sborra, pompami, ooohhhh…. ancora, ancora…. vengooooo….!!!! Siiiiii……!!!

E venne copiosamente mentre anch’io scaricavo il mio orgasmo dentro di lei.

Serena, che non aveva smesso per un momento di lapparle la fica, mi disse: ‘anch’io voglio sentire il sapore del suo culo ed il sapore della tua sborra, lasciamene un po’!’

Uscii immediatamente dal culo di Marta e indirizzai il mio cazzo verso la bocca di Serena riservandole gli ultimi spruzzi che stavo eruttando e che la mia giovane segretaria bevve avidamente gustandosi anche tutto il tronco e ripulendolo ben bene.

Poi, mi sentii mancare le ginocchia, mi accovacciai sulla moquette e trascinai con me sia marte che Serena abbracciandole e stringendole a me una a destra e l’altra a sinistra ed iniziai a ricoprirle di teneri baci mentre sentivo i nostri cuori galoppare sempre più piano…

Fu Serena a ricominciare:

– Marta, voglio leccarti la fica!

Marta non se lo fece ripetere due volte, Serena si alzò dal capiente Divano e Marta, sorridendole, si sporse in avanti sollevando i glutei, restando ‘seduta’ di schiena e offrendo così completamente alla vista della nostra compagna la sua vulva ed il suo ano.

Io intuii cosa sarebbe successo da lì a poco e mi alzai anch’io dal divano per posizionarmi strategicamente su una poltroncina ed avere un’ottima visuale.

Serena si accovacciò in mezzo alle cosce di Marta ed iniziò a darle dei bacetti fugaci sulla sua fica ben depilata, Baci che diventarono sempre più indugianti con leccatine veloci al clitoride e leggeri morsi alle grandi labbra. Poi affondò decisamente la lingua in profondità ed iniziò a lappare con ritrovata libidine la vagina di mia nipote che cominciò ad ansimare. E lì, Serena, sferrò il suo ‘attacco’ a sorpresa. Spostò la sua attenzione sul buchetto di Marta e prese a suggere i liquidi che ancora erano presenti nella cavità anale. Saliva, sperma, mucosa, tutto insieme. Con le dita allargava il capace ano della sua amante e come una ventosa, aspirava tutto il contenuto.

Sottoposta a questo trattamento, Marta iniziò letteralmente ad ululare:

– Siiiiiii! Mettimi le dita dentro! Aprimi!

Serena si infilò le dita in bocca lubrificandole con abbondante saliva, chiuse a cuneo la mano e ad eccezione del pollice introdusse lentamente ma costantemente le rimanenti quattro dita nel culo di Marta che iniziò a spingere in fuori, quasi a respingere quella intrusione ma, in realtà, sapeva bene che questa manovra avrebbe permesso un’introduzione più agevole.

– Brava… e adesso scopami il culo con la mano… così, così! Oddio… che bello… ruota quelle
dita, ancora più dentro! Dio che goduria! Aspetta… ho una sorpresa!

Pur se a malincuore , Marta interruppe la masturbazione anale praticatale da Serena e dalla sua borsa tirò fuori un fallo consistenze di circonferenza ma soprattutto lunghissimo, realizzato in gomma piena e flessibile che sarà stato lungo almeno 80 centimetri. La particolarità consisteva dall’avere due glandi, praticamente utilizzabile da tutte e due le estremità. Marta cavò fuori anche un flacone di lubrificante per massaggi erotici, uno di quelli prodotti dalle stesse fabbriche di profilattici.

Ordinò a Serena di posizionarsi carponi ed offrirle il culo. Iniziò a lubrificare la rosetta di Serena che prese a mugolare. Più Marta massaggiava il culo della giovane e più il buco cedeva, si apriva senza traumi si schiudeva… Marta prese un po’ di lubrificante e si lubrificò anche il suo:

– Sdraiati sul divano e solleva le gambe.

Serena obbedì, capì le intenzioni della sua amante e dopo essersi sdraiata ed aver sollevato le gambe, con le mani si afferrò le natiche e le scostò, in modo che il suo buco di culo fosse più accessibile. Marta, delicatamente, iniziò a spingere una delle estremità del dildo dentro l’ano di Serena che aveva imparato come agevolare la penetrazione. Un’abbondante ventina di centimetri scomparvero dentro le viscere della segretaria. Marta si posizionò a cavalcioni sul ventre della sua amica, afferrò il notevole dildo flessibile e se lo introdusse nel culo. Lentamente. Quando arrivò in fondo, si arrestò. La scena che si presentava ai miei occhi era bizzarra e molto eccitante allo stesso tempo: Serena sdraiata, Marta su di lei a cavalcioni e il fallo a doppie teste dentro i loro culi che sporgeva quasi a disegnare una parentesi tonda:

– E adesso…
disse Marta, iniziando a muovere lentamente i glutei avanti e indietro, roteandoli, ‘scopiamoci il culo…’
Il movimento impreso da Marta al dildo, si ripercosse all’interno di Serena che cominciò a mugolare di piacere.
– Siiiii, che bello! Tu scopi il mio culo ed io scopo il tuo!
Dopo di che prese ad assecondare il ritmo suggerito da Marta che lo aumentò. Le due porcelline si eccitarono sempre di più e presero a scoparsi con una passione incredibile. Marta si piegò su Serena, facendo in modo che i loro seni si strusciassero, i loro visi si toccassero e le loro labbra si incollassero in un roteare di lingue succhiate a vicenda. Poi fu tutto un coro di godimento contornato da frasi di intensa passione. Non riuscii a restare insensibile. Era una delle scene più arrapanti che mi si fosse presentata nella mia non breve ‘carriera’. Capii che stavano per godere ed io ero di nuovo in tiro con un solo obiettivo: trovare un buco da riempire!

– Basta!
ordinai loro: ‘adesso vi sistemo io!’ Piombai su Marta sollevandola di peso, sfilai il ‘giocattolone’ anche dal culo di Serena, ordinai a Marta di posizionarsi carponi, le infilai – con sua somma gioia ‘ una delle punte del dildo dentro il culo, comandai a Serena di assumere la stesa posizione ma dietro mia nipote e la penetrai in fica con l’altra estremità del fallo artificiale. Poi, io mi misi dietro di lei e lentamente le presi il culo: ‘ecco!’ dissi: ‘adesso giochiamo al trenino e scopiamo tutti e tre! Iniziai a muovermi lentamente dentro il culo di Serena che prese a profferire frasi libidinosissime:
– siii!! Oddio come godo!! Sono piena davanti e di dietro! E’ stupendo! Dai, aprimi il culo
mentre il cazzo di gomma mi arriva alle ovaie!!’
E Marta: ‘muoviti, troia schifosa! Muoviti di più! Forza! Spingi questo dannato cazzo tutto nel mio culo! Muovi la fica, puttana! Aprimi il culo! Godo, lurida bagascia bastarda! Passa una mano da sotto e sgrillettami la fica! Presto! Rottainculo da due soldi, ti spaccherò! Ti infilerò tutto il pugno e il polso fino all’avambraccio in quel lurido culo fino ad allargartelo quanto una galleria!’
– Siii grandissima chiavica, prendi, predi!! Lo senti? Ti apro, ti squarto, te lo faccio uscire dalla
gola e dopo ti succhio quelle tettine fino a consumarti i capezzoli, troia, godo, godo di fica e godo di culo! E tu brutto frocio di avvocato, spaccami, pompa, allargami, godo, vengo, vengoooooo!

L’orgasmo montò all’improviso. Sentendo le scurrilità delle due cagnette in calore l’eiaculazione mi colse quasi all’improssivo. Pompai furiosamente il buco ancora stretto di Serena e venni copiosamente dentro il suo culo. Anche la ragazza raggiunse una serie di orgasmi molto intensi. Mi accasciai su di lei e lei su Marta. Eravamo ansimanti ma capii che Marta non aveva ancora goduto, allora mi scostai da Serena, le feci sfilare il dildo dalla fica e le dissi di salire sul divano dando le spalle a Marta ed offrendole il culo aperto. Quest’ultima si fiondò sul buco dilatato della mia impiegata e prese a leccare e suggere il frutto del mio godimento che era rimasto imprigionato dentro. Questa manovra fece raggiungere un altro orgasmo a Serena mentre io masturbavo furiosamente Marta con il fallo di gomma che avevo provveduto ad infilare anche in fica per cui adesso era piena anche lei ed infatti una serie di orgasmi molto intensi anche per lei la raggiunsero lasciandola quasi senza respiro.
– Siiiii! Bellissimo! Vi amo, stupendo, voglio essere vostra adesso e per sempre… godo, godo,
oddio! Allargami il culo, zietto! Siii così rotea questo cazzone anche se è di gomma, mi apre il culo lo stesso! Godo! Ancora, ancoraaaaa!! Guardami il culo, zio, è bello aperto? Dimmelo, ti piace? ci puoi vedere dentro? Godo di più se so che me lo guardi quando è dilatato, mi sento ancora più vacca, più troiaaaaaa!!!

e si accasciò anche lei in preda all’ultimo devastante orgasmo. Ero senza forze e senza quasi fiato, cazzo quanto avevo goduto! Ma poi dovevo fare i conti con la mia età! Non avevo più vent’anni, magari dovevo cominciare a prendere in considerazione di darmi una calmata o, perlomeno, razionalizzare le mie performances… però che scopata, che pomeriggio! E che gran fiche per le mani!
Trascorsero un paio di settimane tranquille da un punto di vista della mia attività sessuale.

Mi ero dedicato solamente a Gianna, il mio vero unico grande amore ed è soltanto con lei che avevo avuto rapporti, nel nostro letto, con la nostra complicità, le nostre preferenze, godendo soprattutto della nostra vicinanza, Addormentandoci abbracciati, esausti ed appagati, come due ragazzini.

Ero stato anche preso dal lavoro, avevo avuto un paio di cause estremamente importanti e delicate e quindi mi ero concentrato senza concedermi distrazioni. Mi sentivo soddisfatto, avevo svolto un buon lavoro, vinto ed incassato delle generose ma meritatissime parcelle.

Mia moglie aveva invitato a cena sua sorella Olga ed il marito per sabato sera. Marta non ci sarebbe stata, usciva con dei coetanei, mio figlio sarebbe partito venerdi per una escursione in montagna con pernottamento in tenda insieme alla sua ragazza ed altri amici.

Era sempre un piacere stare con i miei cognati. Olga adesso era anche un’amante strepitosa grazie alla complicità di sua figlia e sua sorella ed alla stima e affetto che avevo sempre provato per lei, si era aggiunta anche questo aspetto intrigante e passionale. Mio cognato, un pozzo di cultura. Riusciva sempre a sorprendermi, ad affascinarmi con i suoi discorsi, le sue ricerche e le conclusioni a cui giungeva. Peccato fosse un po’ ‘freddo’, ‘inglese’ e non avesse mai capito le esigenze sessuali di Olga.

Sabato pomeriggio inoltrato, Gianna era affaccendata in cucina a preparare la cena. Era una cuoca strepitosa e già cominciavano ed espandersi nell’aria i profumi dei suoi intingoli. Eravamo soli in casa e mentre era intenta ad affettare non so cosa, la cinsi da dietro baciandola sul collo e facendo aderire il mio sesso tra sue natiche che, nonostante i miei pantaloni ed il suo vestito, mi fecero l’effetto di procurarmi una immediata erezione. Gianna sospirò, cercò la mia protuberanza con i suoi glutei e poi mi apostrofò:

– ‘Calmo avvocato, ho troppo lavoro ancora da fare ed i nostri ospiti stanno per arrivare!’
– ‘Dai, un colpettino soltanto, uno nella micia ed uno nella rosetta…’ risposi con tono da bambino imbronciato.
– ‘Niente da fare, ti voglio in forma per più tardi, stasera l’aperitivo ad Olga lo offrirai tu!’
– ‘Ma che intendi dire? Non sarà sola…’
– ‘Appunto, sarà più eccitante… con la scusa di preparare, infatti, un cocktail, te la inculerai di brutto sul tavolo della cucina mentre io distrarrò nostro cognato in salotto facendo conversazione. Il tutto sarà intensissimo e velocissimo, brutale, quasi, senza svestirsi e scomporsi, tornerete in salotto con i drink come se niente fosse successo, mia sorella mi ha confessato che vorrebbe provare un orgasmo intenso, durante un momento apparentemente poco opportuno, e sentirsi una vera troia. Non se lo aspetta, ma stasera tu ed io faremo in modo che questa sua fantasia erotica si avveri.’

I nostri ospiti arrivarono puntuali, mio cognato portò due bottiglie di ‘Sassicaia’ e mia cognata reggeva una guantiera di dolci. Dopo i normali, cordiali convenevoli, mia moglie ci informò che la cena era pronta e che avremmo potuto iniziare con l’aperitivo che avrei preparato io.

– ‘Olga, Aiuteresti tu mio marito? Voglio approfittare di un momento del tuo per chiedergli una cosa che mi ha sempre incuriosito circa gli autori minori del quattrocento.’
– ‘Oh, mamma mia, io passo! Olga ti salverò, vieni ad aiutarmi.’

Sia mia moglie che mio cognato sorrisero ed Olga mi seguì in cucina. Avevo preparato con la complicità di Gianna delle salviette detergenti e del lubrificante. L’aperitivo era già bello e pronto nel frigo, naturalmente. Olga mi guardò con aria interrogativa.

– ‘Come posso aiutarti?’ mi chiese sorridendo.
– ‘Così!’ le risposi, con un filo di voce.

Le afferrai le braccia portandole dietro la sua schiena, le infilai la lingua in bocca e feci aderire il mio ventre al suo. Olga non si aspettava questo ‘attacco’ e non reagì subito. disse soltanto un timido e sorpreso ‘mah?’ mentre l’avevo già girata di schiena e costretta ad appoggiare le mani sul robusto tavolo delle cucina.

– ‘ Sssst!…’ le dissi ‘zitta e preparati a godere, in silenzio, come una scrofa!’

Con una mano le sollevai la veste, e con l’altra mi tirai fuori il cazzo che appoggiai in mezzo alle sue natiche. Olga capì subito e bloccò la gonna tenendola sollevata sui fianchi e spingendo il culo in fuori. Presi il lubrificante, scostai il perizoma ed irrorai il suo forellino. Poi appoggiai il mio glande sul suo orifizio anale e iniziai a spingere lentamente.

– ‘Sai come fare per farlo entrate tutto senza sentire dolore ma solo piacere! Spingi in fuori, come se volessi espellerlo!’
– ‘Si brutto porco, lo so, dai inculami, fai presto, non abbiamo tempo, spaccami, bastardo, riempimi il culo alla faccia di quel frocio di mio marito! Ooooh… così! Tutto dentro! Bellissimo, aprimi come una mela, Pompa, pompa! Dio che bello! Lo sento tutto dentro il culo, ravana, fammelo arrivare alle tonsille!’

Sotto questi incitamenti, sussurrati per non farsi sentire, iniziai ad incularla di brutto. Olga soffocava i gemiti di piacere mentre col culo veniva incontro ai miei colpi. Aveva una ricettività stupefacente, ero entrato in lei senza grande sforzo e il suo budello mi avviluppava il cazzo in maniera fantastica. Avvertivo l’orgasmo montare mentre mi accorsi che con la mano destra aveva preso a sgrillettarsi. Aumentai il ritmo e la potenza dei colpi, volevo trattarla da troia, farle male, farla sentire sottomessa e femmina. La sentii godere con un’intensità pazzesca mentre contraeva il suo sfintere intorno al mio cazzo. Venni anch’io eruttando una quantità incredibile di sborra dentro il suo retto. La sentii vibrare come se una scarica elettrica l’avesse colpita. Poi si bloccò di colpo e sentii che le sue gambe quasi cedevano. Uscii da lei e tamponai il suo buco con delle salviette che lei bloccò stringendo le chiappe. Mi ripulii anch’io alla meno peggio, rimisi il cazzo dentro le mutande e mi tirai su la cerniera della patta.

Tirai fuori dal frigo l’aperitivo, Olga si tirò su, prese un bel respiro si ricompose e mi sorrise. Aveva gli occhi sparluccicanti ed un sorriso bellissimo. Questa esperienza la stava cambiando in meglio, sprizzava gioia, allegria da tutti i pori pur mantenendo quel contegno ed il portamento da gran signora qual’era.

Ci presentammo il salotto con le coppe già colme di aperitivo, la nostra assenza era stata breve e suo marito non si accorse di nulla.

La serata trascorse piacevolmente, come sempre, con gli sguardi maliziosi ed interrogativi che Gianna lanciava a me e sua sorella.
E’ sabato mattina, uno dei tanti, mio figlio è già partito la sera precedente per uno dei suoi week-end, io ho fatto la doccia, la barba e ho indossato una comoda tuta da casa. Lo stesso ha fatto Gianna, siamo sul divano ed accendiamo la TV facendo un distratto zapping.

Gianna annoiata si alza e mi si mette davanti di schiena mentre si guarda intorno domandandomi : “Hai visto gli scacchi? Dai, facciamo una partita, non c’è niente alla TV…” Io sorrido sornione e le metto le mani sul culo sussurrandole: “iniziamo dalla torre che da scacco al culo della regina…”

Gianna volta la testa, sorride e sporge il culo all’indietro. Mi alzo, la giro, l’abbraccio e la bacio infoiato: “andiamo in camera da letto…”

In un attimo siamo nudi. La faccio sdraiare sul letto, le sollevo le gambe e inizio a leccarle la fica e l’ano. La sento che freme e mi afferra la testa mettendomi le mani tra i capelli, spingendomela verso la sua vulva. Continuo a leccare mentre sento crescere la mia erezione. Mi dedico al culetto, Gianna solleva ancor di più le gambe per agevolare la mia manovra.
– “Oooh… amore, che bello, dai dammelo… mettimelo in culo mentre mi tocco il clitoride…”
Le do un un’ultima lappatina e mi preparo a sodomizzarla; lo sfintere di Gianna è allenatissimo, non c’è bisogno di ulteriore lubrificazione. Afferro un cuscino, Gianna si solleva ancor di più e lo piazzo sotto la sua fascia delle reni. Mia moglie mi guarda vogliosa, la sua rosetta pulsante aspetta soltanto di essere riempita. Che scena, che libidine! Gianna è femmina in ogni sua cellula, il suo modo di offrirsi, di guardarmi, di invitarmi all’accoppiamento mi eccita ancora come la prima volta che facemmo l’amore.
– “Riempimi il culo, brutto porco!
– “Tranquilla, te lo aprirò per bene, voglio che lo senta fino in gola, piano piano, sempre più in fondo!…”
– “Si, dai… tutto dentro il culo, prendimi!”
– ” Eccomi…” e appoggio la cappella del mio cazzo sul suo sfintere, facendolo aderire proprio al centro.
In quello stesso momento suonano alla porta di casa.
– “Chi cazz… vuoi vedere che sono i soliti rompicoglioni dei testimoni di Geova che vanno in giro di sabato? Aspetta tesoro, resta come sei, chiunque sia lo liquido in un attimo!”
Indosso una vestaglia allacciando la cintura molto larga per mascherare la mia erezione e mi precipito alla porta pronto a ruggire contro l’inopportuno visitatore.

“Ciao, zietto!”
Marta, sempre bellissima, solare, affascinante e sexy da morire, mi sorride sull’uscio.
– “Marta, amore!” le dico mentre ci abbracciamo con trasporto.
– “Wow!..” esclama lei, avvertendo la mia erezione e guardandomi con aria complice e divertita.
– “chiudi la porta e raggiungimi in camera da letto, ero proprio sul più bello con tua zia”
– “Oh, ma magari…”
– “No, vieni…” le dico con una faccia da satiro arrapato.
Ritorno in camera, mi tolgo la vestaglia di fretta, quasi strappandola, Gianna mi sorride e solleva ancor più le gambe.
“Erano i testimoni?”
Mentre le do un’altra leccatina all’ano e riappoggio nuovamente la cappella, le dico, penetrandola lentamente: “No, è Marta e ci sta osservando…”
Questa inaspettata novità fa schizzare ancora più in alto il tasso di libidine della mia amata compagna che caccia un urlo e raggiunge un orgasmo incredibile contemporaneamente alla profonda inculata che sta subendo. Sento il pene compresse dalle pulsazioni del suo retto, devo fare uno sforzo mentale notevole per non venire anch’io di botto.

Marta assiste alla scena come ipnotizzata. Si libera dei vestiti in un lampo e si mette a cavalcioni sulla testa di Gianna, si tuffa letteralmente a leccarle la figa mentre io continuo l’inculata.
Gianna è totalmente fuori controllo, trema, farfuglia mentre è attaccata come una ventosa alla vulva di Marta. Un minuto più tardi appena, un secondo orgasmo la travolge nuovamente. Esco da lei ed aspetto che si calmi. Nel contempo Marta, con voce strozzata dall’eccitazione, dice: “Anch’io, anch’io…”
Gianna si scosta, lascia spazio a Marta che si posiziona esattamente come sua zia un attimo prima. Solleva le gambe, mi mostra figa e buco di culo, con le mani si afferra le chiappe e le allarga.
– “Dai, fammi il culo come hai fatto prima con lei, aprimelo…”

Io mi tuffo in quel paradisiaco buchetto ed inizio a lubrificare con la lingua senza disdegnare una bella ripassata alla figa ed al clitoride. Gianna nel contempo ha fatto il giro del letto e mi sta spompinando a dovere. Sono pronto.

Punto il mio dardo sulla rosellina grinzosa di Marta che appena avverte la pressione del pene rilassa i muscoli in fuori e in un attimo, dopo aver dato una leggera spinta sono fagocitato dal suo incredibile culo. Gianna è affascinata dalla scena, Marta emette un rauco verso e poi esclama “Siii, cosiii, tutto dentro, spaccami il culo, fammelo sentire fino in gola, spingi, spingi!”.

Gianna ritorna dall’altro lato del letto a si posiziona a cavalcioni sulla bocca della nipote: “Non credere di cavartela così, puttanella, vuoi in culo il bel cazzone di tuo zio? allora lecca, fammi venire!’
Marta prende a leccare furiosamente la figa di Gianna e contemporaneamente ad infilarle prima uno, poi due ed infine tre dita nel culo. Gianna ansima e le dice: ‘si, brava cosi, ravana con quelle dita, allargami il culo e leccami la figa, troietta! Ti piace prenderlo in culo, vero? Quanto ce l’hai largo quel buco? Ti piace quando un bel cazzone ti allarga il budello mentre ti tocchi la figa, ti piace averlo aperto, mostrarlo a tutti quel buco osceno, da troia consumata, alla mercè di tutti, buco da riempire, chiappe da strizzare e figa da mangiare a morsi… sai che farò? Dopo ti infilerò una mano nel culo fino al’avambraccio, ti rovisterò le budella, farò una sega al tuo retto, ti farò impazzire, sarai solo un enorme buco da riempire, un buco senza fondo, un buco da fottere e da scopare senza ritegno!’

Quelle parole hanno un effetto devastante su Marta e Me. Marta esplode in una serie di orgasmi multipli che la sconquassano, il suo corpo diventa preda di violente convulsioni. Gianna gode ancora ed io esclamo:
‘ venite qui brutte troie, voglio sborrare!’ Si avvicinano a me, si inginocchiano dandomi le spalle e poggiando il busto sul letto, con le mani si aprono le chiappe e mettono in mostra i loro buchi del culo.

Gianna alla mia sinistra, Marta alla mia destra. Infilzo Gianna, direttamente nel culo, le do due botte, mi sfilo e faccio lo stesso con Marta. Il suo culo è un po’ più elastico, mi stimola di più, sento che sto per esplodere: ‘Vengooo!’ le due donne si girano, si contendono il mio cazzo che è sul punto di eruttare e finalmente vengo copiosamente dentro le loro bocche affamate.

Si alternano ad ingoiare i miei schizzi e poi si baciano scambiandosi sperma e saliva, succhiandosi la lingua.

Mi sento svuotato, le gambe molli, mi abbandono su una poltroncina posizionata vicino al letto.

Zia e nipote mi guardano sorridendo, con espressione complice. Gianna mi dice: ‘e adesso?’ ‘adesso un bel caffè, poi riprendiamo!’ le rispondo sogghignando.
Dopo un caffè ristoratore, ritorniamo in camera da letto. Confesso di essere provato, i tempi di recupero sono più lunghi, non ho più, ahimè, vent’anni. Le due porcelline, zia e nipote, sono ancora super eccitate ma io ho bisogno di un po’ più di tempo.

– ‘Marta, tesoro, non dirmi che il sabato vai in giro con quell’enorme borsa che sembra più il sacco di Babbo Natale… dai, che ci hai messo dentro?’
– ‘Eh… a te non la si fa, zio…’ mi dice con una faccina maliziosa: ‘mi sono portata dietro qualche giochino, stamattina mi sono svegliata ottimista e… non credo di aver fatto male…’
– ‘No affatto… hai con te quella specie di serpentone che ti vidi utilizzare per la prima volta nel mio studio con la mia segretaria?’
– ‘Certo, zio, anche quello…’
– ‘Bene, dammelo e disponetevi carponi, chiappe contro chiappe!’
– ‘che porco che sei!’ esclama Gianna con una strana luce negli occhi.
Le due donne assumono la posizione suggerita, io lubrifico le estremità del doppio fallo e delicatamente, inserisco le punte negli orifizi anali delle due porcelline che iniziano a gemere e a rinculare fino a quando i loro glutei si toccano ed il fallo è totalmente scomparso dentro di loro.

– ‘Ooooh… che bello!’ Esclama Marta, mentre le fa eco sua zia: ‘Spingi indietro il culo, troia, che ad ogni spinta mi sento il buco aprire in due ed il cazzo arrivare in gola, bellissimo! Spingi, spingi!’

Ed iniziano ad inarcare la schiena e spingere i sederi uno contro l’altro mentre sui loro volti si alternano espressioni di pura libidine e godimento. Che spettacolo! Che uomo fortunato che sono a ritrovarmi una famiglia di vere porche!

Sento le forze ritornare, l’eccitazione risalire, il sangue rifluire nel pene… e la mia fantasia scatenarsi! Le due porcelle sono ancora ignare di cosa sto progettando per loro!…

E’ qualcosa di fantastico vedere le due porcelle godere come pazze mentre vengono sodomizzate dal doppio fallo. I loro culi si toccano sincronizzati, hanno trovato il ritmo giusto e il dildo entra nelle loro viscere inculandole in profondità. Nei loro occhi si legge il godimento intenso che provano.

Mi inginocchio sul letto di fronte ai loro glutei e con le mani mi impadronisco dei loro clitoridi. Inizio a sgrillettarle e le dalle loro bocche escono gorgoglii e frasi spezzate. La prima è Marta, Gianna è sempre più “discreta”:

– “Oooh così! Mi fai morire! Sgrillettami mentre ho il culo pieno! Che bello! Ancora!”

Le fa eco Gianna:

– “Si, rottainculo di nipote, goditi questo cazzo di plastica perchè poi prenderai quello vero di quel porco di mio marito ma solo dopo che ti avrò sfondato il culo con la mia mano!”

– “Si! Spaccatemi! aprimi il culo, brutta troia, voglio vedere fino a quanto sei disposta a spingerti! Aprilo in due come un’albicocca mentre tuo marito mi lecca la fica! Oddio, intanto vengo ancora, di fica e di culoooo! Siiii!”

Marta iniziò a fremere e poi ad essere preda di vere e proprie convulsioni. Gli orgasmi a ripetizione che stava provando le procuravano sensazioni a lei sconosciute fino a poco tempo fa.

Mi distesi fino a raggiungere il suo viso e le ficcai la lingua in bocca. Iniziò a ciucciarla e mordermi le labbra leccandomi tutto intorno alla bocca e poi l’intero volto, poi crollò sfinita sulle sue stesse braccia mentre, sempre con il culo in aria, Veniva spintonata dai colpi ancora più violenti che le infliggeva Gianna che a sua volta stava per raggiungere l’orgasmo.

Infatti mia moglie si irrigidì di colpo, restò impietrita un’attimo e poi si lasciò andare ad un lamento soffocato (non riusciva a liberarsi totalmente da un’ancestrale forma di pudore) e muovendosi scompostamente, cercando di farsi penetrare il più profondamente possibile, fu colta dalla sua brava dose di orgasmi multipli:

– “Oooooh… tutto in culo, Siiiiii! Più in fondo!!! Godo, godo, godo!”

E si abbandonò anche lei, appagata e priva di forze.

Sfilai il dildo bifallico dai loro sfinteri e mi venne un’idea perversa. Lo accostai alle labbra di Marta dal lato che era stato dentro il culo di sua zia e la invitai a prenderlo in bocca e ripulirlo con la lingua:

– “Tieni, troietta, lecca e pulisci bene, assapora fino in fondo il gusto del culo di quella troia di mia moglie!”

Marta, che ormai in fatto di sesso e perversioni non si faceva più scrupoli, lo fece lentamente, assaporando il materiale vischioso che rivestiva il dildo. E cosciente di quell’atto estremo ed altamente erotico, iniziò a mugolare e ad eccitarsi nuovamente.
Che donna! Poco più che ragazzina, appena diciottenne e già senza tabù e disposta ad esplorare tutti i confini del sesso. Questo l’avrebbe aiutata anche a vivere la sua vita di tutti i giorni senza riserve e pregiudizi ed avrebbe avuto un’esistenza felice.

Poi mi rivolsi a Gianna:

– “Tieni, gusta il spore del Culo di Marta!

Un lampo di lussuria attraversò lo sguardo della mia sposa che mi sorrise, socchiuse gli occhi ed ingoiò il fallo artificiale fin dove riuscì ad accolierlo, gustandolo centimetro dopo centimetro. Un mugolìo mi fece capire che la cosa le piaceva molto e si stava eccitando anch’essa di nuovo.

Marta era arrivata nella mia e nella sua vita sessuale come un ciclone, permettendoci di esplorare nuovi orizzonti ed eravamo felici di questa opportunità offertaci da questa bizzarra situazione che si era venuta a creare tra Lei, Marta, Olga e me.

Le invitai a sdraiarsi di fianco a me e le abbracciai e accarezzai mentre tra un risolino ed un altro mi mordicchiavano i capezzoli ed allungavano le mani verso il mio il mio pisello dolorosamente e gigantescamente in tiro.

– “Marta, adesso prenderai in culo la mano di tua zia. Tutta, fino al polso. Voglio vederti godere come non mai. E tu, Gianna, intanto siediti sul mio cazzo e spompinamelo con il culo. Tu aiutala, Marta, poi vieni su me che voglio leccarti fica e buco di culo mentre mi inchiappetto questa troia di tua zia!”

(continua)

note: In giro sul web, in altri siti di racconti erotici o di incontri con chat, ci sono dei millantatori che hanno pubblicato alcuni capitoli di questo racconto spacciandolo per loro.
Non ho mai registrato o depositato alla SIAE questo romanzo e non mi interessa farlo, però ne rivendico la paternità per un fatto di principio e di correttezza nei confronti di chi lo legge, lo ha letto, continua a farlo e mi scrive per complimentarsi o darmi dei suggerimenti.
Grazie per l’attenzione.
Uccellone

Leave a Reply