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La decisione di George – 6° parte

By 18 Novembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Sono arrivato per primo, stavolta!’ disse Mike attaccato al bordo della piscina, col fiato grosso.
‘Neanche per idea, pivello! Ti ho battuto di almeno mezza bracciata!’ replicò suo cugino Aaron, allegro.
‘Non è vero! Cindy chi è arrivato per primo?’ i due ragazzi si voltarono a guardarla, seduta, in bikini, a bordo piscina con i piedi nell’acqua, una lattina di coca fresca, gli occhiali da sole e un bel sorriso disteso. Si morse il labbro pensandoci, poi guardò suo fratello con aria vagamente colpevole.
‘Mi spiace Mike, ma Aaron è stato un capello più veloce” gli disse. Aaron scoppiò a ridere e a far segni di vittoria:
‘Ma daiiii!!’ si lamentòil più giovane dei tre e dette un pugno sull’acqua, schizzandoli entrambi, giocoso e contento più che mai di vedere sua sorella maggiore ridere spensierata dopo tanto, tanto tempo.
Giocarono per un po’. Aaron e Mike, schizzavano Cindy, la quale gridacchiava ridendo. Poi facevano la lotta per provare chi fosse più macho, e quando lei li pregava, divertita, di smettere, la prendevano e la tiravano giù in acqua. Dopo un po’ si acquietarono rilassandosi e godendosi il bel sole che nella lussureggiante Beverly Hills davvero non mancava mai.
‘Come si sta bene qui da te, Aaron.’ disse Mike ‘Questo posto è da paura.’ In effetti la villa dove abitava il ragazzo era qualcosa di letteralmente principesco. Erano a mollo in una delle due piscine esterna alla casa, quella più grande, contornata dal patio di marmo e giardini a perdita d’occhio, con palme e cespugli messi ad arte per far sembrare il posto, una reggia. Mike era rimasto davvero colpito dalla cosa, nonostante lui e Cindy fossero sempre cresciuti nel lusso, questo posto era proprio il genere di stravaganza holliwoodiana che le star più abbienti possono permettersi.
‘Non è meglio che passare il pomeriggio a fare esercizi di matematica?’ disse il biondo padrone di casa. Suo cugino fece una risatina a sottolineare l’ovvietà della sua affermazione.
‘Beh, venite a trovarmi più spesso, no?’ fece Aaron ‘Mi fa piacere avere compagnia!’
‘Dici davvero, amico?’ chiese Mike rivolgendogli il consueto sguardo contemplativo ed ammirato. L’altro gli sorrise, bello come il sole, figo e sicuro di sé:
‘Eccome! Ti stupisce? Insomma, siete i miei cugini e visto che, per un motivo o per un altro, ci conosciamo poco, sono contento di passare un po’ di tempo con voi!’ Mike gli sorrise, grato dell’offerta e notò che sua sorella sembrava ipnotizzata. Eh già, perché se lui era rimasto colpito, Cindy era quasi in trans, catturata da tutta quella sfacciata, sfoggiata, sfrenata opulenza che li circondava.
‘Anche a noi, Aaron, fa piacere, vero Cindy?’ rispose per tutti e due e la sorella, dopo un attimo d’indecisione, come destata dal suo sognare ad occhi aperti, annuì al cugino.
‘Facciamo così, perché non venite alla festa di sabato prossimo?’
‘Quale festa?’ l’interesse di Cindy si fece sentire.
‘Quella che darò sabato prossimo, proprio qui.’ si ripeté sorridendo.
‘Di sicuro, amico, contaci! Verremo!’ disse Mike e lei si voltò a guardarlo. Le vecchie abitudini sono dure a morire e Cindy ancora faticava a fidarsi. Ma Mike non si sarebbe lasciato sfuggire un’occasione come quella. Sostenne lo sguardo della sorella e scrollò le spalle come a dire ‘che c’è?’.
Lei, forse presa alla sprovvista, si voltò verso Aaron e, anche se ancora un po’ incerta, gli sorrise e concesse:
‘Grazie dell’invito.’ Aaron minimizzò:
‘Ma di che, smettetela, ve l’ho detto, mi fa piacere!’ un silenzio di gratitudine li avvolse, un silenzio che Aaron interruppe, per toglierli dall’imbarazzo.
‘Chi ha voglia di una pizza gigante?’ Mike subito rispose ‘Io!’. Cindy scosse la testa alzando gli occhi al cielo e tutti e tre scoppiarono a ridere.

‘Scusate se li ho riportati un po’ tardi!’ disse Aaron ai suoi zii mentre accoglievano i figli alla porta di quel tugurio di merda dove abitavano.
‘Ma figurati, tesoro, mi fa piacere che abbiate passato del tempo insieme!’ disse quella troia svuotapalle di sua zia.
‘Vuoi entrare un po’, Aaron?’ chiese il suo schiavo leccapiedi, deferente come al solito. Ormai il suo tono era quello, anche davanti ai figli, cazzo!
‘No, grazie, zio, torno a casa, è tardi!’ gli rispose con una gentilezza dolce quanto finta.
‘Amico, grazie della giornata mi sono divertito un casino!’ gli disse suo cugino.
‘Haha! Beh, dobbiamo rifarlo allora! Hehe!!’ si dettero il cinque, poi salutò il resto della famiglia e si voltò per tornare alla macchina. Sentì dei passi dietro di sé:
‘Aaron” si voltò. Cindy lo guardava, un po’ in imbarazzo.
‘Penso di doverti delle scuse” gli disse. Lui le sorrise.
‘No, assolutamente Cindy’ guada che lo capisco bene, sai” la anticipò e lei rimase sorpresa ”avete perso tutto, è normale che tu sia incazzata col mondo!’ la ragazza era davvero sorpresa ma gli sorrise. Annuì.
‘Beh, comunque mi dispiace, ti avevo giudicato male.’ lui sorrise furbetto:
‘Hehehe! Stai cercando di dire che sono uno in gamba, cuginetta?’ fece lo scemo e lei alzò gli occhi al cielo e sorrise alla sua faccia da schiaffi.
‘Beh, diciamo che non sei poi tanto male!’ lui fece un inchino esagerato:
‘Oh sono commosso, hehe!’ risero.
‘Beh, devo andare.’ disse poi lei.
‘Ok, mi raccomando per sabato! E chiamami se hai voglia di fare due chiacchiere, va bene?’ lei sorrise, poi annuì e si voltò per rientrare.
Il bel biondo montò in macchina con un bel ghigno disegnato sul volto:
‘Ma che dolce, la mia cuginetta! Hehehe!’

‘Ciao! Sono Miguel! Aaron mi ha chiesto di passarvi a prendere!’
Sabato sera, ore 9:30. I fratelli Reed guardavano a bocca aperta mentre il giovane ragazzo messicano veniva loro incontro. Dietro di lui una limousine nera da notte degli oscar.
‘Tu devi essere Mike, giusto? E tu sei Cindy?’ lo salutarono bofonchiando ‘piacere’, ancora un po’ storditi dal macchinone.
‘Pronti per la festa?’ Mike fu il primo a riprendersi.
‘Puoi scommetterci!’ salutarono velocemente i genitori scrollandosi di dosso le ultime quindici o venti raccomandazioni e salirono in macchina.
Ci volevano quasi venticinque minuti per arrivare alla villa di Aaron e i ragazzi si sentirono in dovere di fare un po’ di conversazione col quel tipo che era stato così gentile da andarli a prendere.
‘Sei un amico di Aaron?’ Miguel sorrise a Mike dallo specchietto.
‘Beh, in realtà lavoro per lui” gli rispose ”ma vostro cugino è una forza, quindi mi viene facile considerarlo un amico!’
‘Già, ti capisco! Anche noi l’abbiamo conosciuto da poco ma”
Cindy ascoltava i due vomitare lodi su lodi su Aaron, ma tutto quello a cui riusciva a pensare era:
‘Sarò quella vestita peggio!’ aveva messo uno dei pochi abitini firmati che gli erano rimasti dalla vendita forsennata che era stata fatta di tutte le loro cose, ma era un modello di un paio d’anni prima ed era sicura che tutti l’avrebbero notato, tutti l’avrebbero presa in giro, sarebbe stata lo zimbello e l’infausta chiacchiera dell’intera festa! Ma che ci faceva lì? Doveva tornare e casa e’
‘Lo sai Cindy? Aaron mi aveva detto che eri carina ma non ti ha reso giustizia!’ la ragazza si voltò di scatto a guardare quel Miguel dallo specchietto ‘E poi quel vestito ti sta da dio!’ le sorrise e lei fece altrettanto. Si schiarì la gola e mandò giù il groppo.
‘Ti ringrazio, sei gentile” il ragazzo scrollò le spalle:
‘Dico solo la verità!’ e lei si voltò a guardare Mike che gli fece l’occhiolino, incoraggiante, con lo sguardo che diceva:
‘Te l’avevo detto, no?’ e tutte le sue paure si sciolsero. Sarebbe stata una festa da paura e si sarebbe divertita di brutto.

Ragazzi. Ragazze. Musica a tutto volume. Alcol a fiumi. Nessuno sopra i venticinque anni. Mike se ne stava seduto al bar e guardava sua sorella ballare al centro della pista con suo cugino e i suoi amici che la ricoprivano di attenzioni. Niente di spinto, si intende, semplicemente la facevano sentire una principessa e, a giudicare da quanto rideva, era esattamente quello che voleva. Era quella la vera Cindy, l’anima della festa, quella sotto i riflettori. O perlomeno lo era stata prima del loro repentino cambio di vita. Mike sospirò. Era contento per lei, ovvio, però si sentiva un po’ tagliato fuori. Con Aaron aveva parlato poco e il marasma di gente che c’era non aiutava certo la cosa.
‘Beh, ha la casa piena di ospiti, scemo, cosa vuoi che faccia, che stia con te tutta la sera?’ sapeva che non aveva il diritto di pretenderlo. Uffa, che palle! Non era da lui stare lì a tenere il muso! Basta! Prese un altro sorso dal suo drink e si voltò per gettarsi in pista.
‘Ooops!!’ sentì un liquido freddo bagnargli la pancia.
‘Cavolo! Scusami!!!’ una ragazza molto carina con i capelli neri e il nasino alla francese l’aveva urtato versando alcune gocce dal suo bicchiere.
‘Figurati!’ disse lui minimizzando e sventolandosi la maglietta ad asciugarla ‘Che vuoi che sia, si asciuga subito con questo caldo!’ le sorrise e lei si tirò un ciuffo di capelli dietro le orecchie, rispondendo al sorriso. Dopo un attimo d’imbarazzo lei gli disse:
‘Io sono Kate, comunque!’
‘Mike, piacere!’ aveva un’aria familiare, ma al ragazzo non veniva in mente dove l’avesse vista.
‘Fatti offrire un drink, Mike, è il minimo!’ era davvero molto carina, accidenti! Qualche anno più grande di lui, doveva essere appena entrata al college o roba simile e al ragazzo non sfuggì il suo profumo.
‘Ok, volentieri!’ si sedettero al bar e ordinarono un paio di drink al cameriere.
‘Allora Mike, com’è che sei qui stasera?’ attaccò lei, cercando di rompere il ghiaccio e iniziare a conoscersi.
‘Aaron è mio cugino!’ rispose subito lui, non senza una buona dose di orgoglio nella voce.
‘Davvero? Figo!’ Mike sorrise, convinto di aver preso punti ai suoi occhi. Come poteva non essere così?
‘Già, è un grande, lo stimo un casino!’ le disse e lei gli sorrise. Poi si voltarono a guardarlo, luce fulgida in mezzo alla massa, attorniato da ragazze adoranti, sotto gli occhi invidiosi di tutti.
‘Si, beh, è uno strapopolare, senza dubbio, però” Mike la guardò aggrottando la fronte a capire cosa potesse esserci che non le andava a genio. Lei gli sorrise ”secondo me tu non hai niente da invidiargli.’ gli disse e gli fece un occhiolino. Ci stava provando. Mike non era un Don Giovanni ma certi segni erano troppo evidenti per non prenderli al volo. Le sorrise ed attaccarono a chiacchierare per un po’. Era simpatica. Faceva il primo anno di università e al ragazzo sembrò talmente strano che volesse perdere tempo con lui, un adolescente al terzo anno di liceo! Ma l’alcol e le sue parole continuavano ad inebetirlo e, tempo mezzora, si ritrovò a ballare con lei, con le mani sui suoi fianchi e la sua lingua in bocca. Lei non faceva che strusciarglisi contro, le sue avance non erano esattamente velate e il giovanotto aveva uno strano blocco alla bocca dello stomaco. Si staccarono un attimo e Mike trovò lo sguardo di suo cugino su di lui. Gli sorrideva da lontano, con entrambi i pollici verso l’alto. Gli sorrise di rimando e, per mettersi in mostra, tornò a pomiciare con Kate. Era contento come una pasqua ora che Aaron l’aveva notato. Sarebbe stata un’altra cosa di cui poter parlare con lui.
Dopo un’altra mezzora di quella solfa la bella Kate si scusò per andare in bagno, non prima di avergli leccato un orecchio e posatogli la mano direttamente sul pacco, massaggiandoglielo per qualche secondo a fugare qualunque dubbio lui potesse ancora avere sulle sue intenzioni. Il cuore di Mike batteva sempre più forte e cercò di riprendersi sgattaiolando fuori, in giardino. Anche quello era pieno di gente, tutti intorno alla piscina grande, illuminata a giorno, a bere, chiacchierare, limonare, divertirsi in mille modi.
Ad un tratto sentì un braccio sulle spalle:
‘E bravo il mio cuginetto! Carina la pollastra! Hehe!!’ gli disse compagnone Aaron. Lui sorrise.
‘Visto che non sono un pivello?’ il biondo rise.
‘Hahaha!! Beh, è ancora da vedere! Adesso devi fare l’uomo!’
‘In che senso?’ Aaron rise.
‘Quella vuole scopare, Mikey!’ il ragazzo ingoiò. Sapeva che era così, ma sentirlo dire faceva un certo effetto.
‘Davvero?’ reagì simulando nonchalance.
‘Hehe! Eccome, amico!’ poi gli si accostò ed abbassò la voce ‘Ora: è la tua prima volta vero?’ Mike fece un’espressione come a dire:
‘Ma figurati!!’ ma Aaron alzò un sopracciglio e il ragazzo abbassò la testa annuendo, imbarazzato.
‘Guarda che non c’è niente di male! Sei giovane, è normale!’ lo consolò.
‘Non ti darò consigli cretini su cosa farle però” Mike era tornato a guardarlo negli occhi, per non perdersi le sue perle ”in ogni camera della casa ci sono almeno un paio di scatole di preservativi sparse nei cassetti dei comodini, quindi” gli mise le mani sulle spalle in maniera molto fraterna ”portatela di sopra e scopatela finché non ti cade l’uccello, moccioso!’ gli disse goliardico. Mike rise alla battuta con ansia crescente:
‘E poi devi raccontarmi tutto, mi raccomando!’ concluse.
‘Ok, ok!’ promise il giovane confuso, incerto, nervoso.

Quando Kate tornò dal bagno Mike stava finendo di buttare giù qualcosa di troppo forte per lui. Il liquore gli bruciò la gola, però gli dette quel coraggio che gli mancava.
‘Dov’eravamo rimasti?’ domandò la ragazza. Lui la guardò, le sorrise e le disse:
‘Perché non andiamo a chiacchierare un po’ di sopra?’ lei ne fu deliziata e i due si fecero spazio tra la folla.

Trovare una camera libera non fu facilissimo ma ci riuscirono e, appena chiusa la porta, ripresero a limonare. Si buttarono sul letto e i loro corpi strusciavano l’uno su l’altro. Mike tastava dove poteva e le mani di lei scesero pian piano a sbottonargli i pantaloni. Il cuore gli galoppava come un forsennato.
‘Ooh Mike, ti voglio’mmmmmm’ ti voglio adesso” gli disse tra un bacio e l’altro. Non ebbe il tempo di rispondere, la sentì scendere finché il viso non gli strusciava contro i boxer. La lasciò fare, era più esperta di lui, ovviamente. Gli sfilò i jeans e le mutande e poi arrivarono i baci. Baci in un posto dove nessuno l’aveva mai baciato.
‘Ooh, Mike, quanto mi piaci!’ gli disse tutta dolce. Il cuore stava per scoppiargli ma lui continuava a starsene fermo a gambe spalancate e farsi baciare le palle e l’uccello mentre lei gli strusciava la faccia come un ossessa, sul pube. Poi la sua calda bocca glielo avvolse umettandolo di brutto.
‘Wow” fu l’unico suono che riuscì ad emettere. Lei lo guardava mentre succhiava, riempiendosi gli occhi del suo giovane ed imbranato amante. Che sensazione strana che era. Nuova’ Inattesa’ Bella, in un certo senso, però’ Indeciso sul da farsi e sempre più confuso, chiuse gli occhi e il viso di un’altra persona gli si formò in mente. Una persona a cui non avrebbe dovuto pensare in quel momento. E mentre il senso di colpa e un po’ di paura se ne stavano lì, latenti, a fare i guastafeste, il piacere del ragazzo si manifestò in un’erezione marmorea che lei sembrava sempre più entusiasta d’ingoiare.

‘Aaron, hai visto Mike?’ chiese Cindy.
‘Sarà fuori in giardino, prima l’ho visto ballare con una moretta niente male!’ la ragazza gli sorrise.
‘Beh, buon per lui!’ commentò allegra, poi si scusò un attimo per andare in bagno e fu proprio allora che il giovane miliardario vide Kate scendere dal piano di sopra e cercarlo con lo sguardo tra la folla. Alzò una mano per farsi vedere e le fece cenno di raggiungerlo in giardino.
‘Ciao Aaron!’ gli disse svenevole e smielata. Lui le permise di mettergli le braccia al collo ma lei non osò oltre, conosceva bene le regole.
‘Allora?’ chiese lui. Lei sorrise.
‘Beh, se tuo cugino è etero io sono la regina d’Inghilterra!’
Il bel biondo ridacchiò:
‘Hehehe! Tranquilla Kate, lui è una checca e tu sei solo una schiava affamata di cazzo! Hehe!!’ lei mise il broncio.
‘Uffa’ sei cattivo, mi hai anche fatto fare una partaccia dalla mamma” gli disse in maniera esageratamente infantile e lui rise:
‘Hahaha!!! Dio! E’ stato il massimo quando mi ha chiamato!’ attaccò ‘Mi dispiace così tanto per come ti ha trattato, tesoro! Non so cosa le sia preso, è sempre stata una ragazza seria! Mi sento perfino in colpa per avertela presentata, povero ragazzo, ti ha spezzato il cuore, eh?!?!!!!’ continuò imitando la voce nasale e l’atteggiamento zuccheroso della Moore, la madre di Kate ‘Non so come ho fatto a non scoppiare a ridere, hahaha!!’ concluse.
Lei provò a fare l’arrabbiata ma come si poteva. Quella faccia da schiaffi era troppo perfetta, per non cedere.
‘Ooh Aaron, mi manchi tanto!’ gli disse supplice ‘E adesso sono tutta bagnata perché tuo cugino è venuto quasi subito e non mi ha praticamente toccata! mmmmmm’.’
‘Kate, Kate!’ cominciò lui calmo e saccente con quel sorrisetto arrogante che lo contraddistingueva e per cui la ragazza avrebbe ucciso ‘Te l’ho già spiegato mille volte, sei davvero così stupida come sembri?’ lei fece il labbrino ‘Tu sei merce usata, ormai! Non vai più bene per me!’ le spiegò crudele e bellissimo ‘Con te me la sono spassata alla grande ma ora” la soppesò con gli occhi come si fa con della mercanzia che si è indecisi se comprare o no ‘beh, mi fai un po’ schifo a dire la verità” le disse divertito ma sempre molto dolce ‘Se poi penso a quello che ti fanno fare i ragazzi” continuò e buttò giù un sorso di birra. Poi fissò qualcosa alle spalle di lei e sorrise ‘Però, in effetti, mi sei stata utile stasera” la guardò pensoso ‘mmmm’ vediamo che si può fare! Vieni!’ la prese per un polso e cominciò a camminare nel giardino, passando gente che ogni tanto salutava il padrone di casa, come a provare che l’avevano ricevuto uno straccio d’invito a quella festa, non si erano imbucati. Un po’ in disparte, sul lato destro, distante dalla piscina, c’era un gruppetto di alcuni ragazzi che se ne stavano comodi, comodi su delle sdraio e delle poltroncine in un punto non troppo illuminato dai lampioni.
‘Aaron ma che” chiese piano Kate ma il bel biondo:
‘Sshhh, silenzio!’ le rispose sottovoce, poi:
‘Ciao, sfigati!’ si rivolse al gruppo.
‘Aaron! Stronzone! Non ti fai più vedere dalle nostre parti, eh?! Non è che ti sei dimenticato da dove vieni?’ gli disse un altro biondino dall’aria un po’ strafottente. Aaron rise:
‘Oh, e dai, Chase, mi fai sentire in colpa! Invito voi qui tutte le settimane, non si sta meglio?’ i ragazzi gli sorrisero, poi si misero a ridere:
‘Hehehe! Eccome, fratello!’ disse uno che aveva la pelle color dell’ebano e i capelli cortissimi, quasi rasati. Erano piuttosto su di giri e fecero tintinnare le loro bottiglie di birra.
‘Chi è la tua amica?’ chiese di nuovo il biondino indicandola col mento. Aaron sogghignò:
‘Questa è Kate e’ più che un’amica è una cagnetta ubbidiente che si fa fare davvero di tutto” disse con totale nonchalance e i ragazzi cominciarono a ridacchiare mentre le studiavano le curve. Kate si sentiva le gote in fiamme, voleva fermarlo ma’
”e in questo momento ha un problema enorme!’ continuò enfatizzando ogni parola in maniera quasi parodistica ‘Vedete, ha una fame d’uccello che non sa più dove sbattere la testa, perciò” la tirò per il polso, costringendola ad inginocchiarsi di fronte a loro che ridacchiavano sempre più apertamente ”se avete voglia di usare uno sborratoio per un’ora o due, è tutta vostra, hehehe!!’ le sue risate si unirono a quelle dei suoi amici. Lei si voltò verso il suo amore:
‘Aaron, no, ti prego, non”
‘Hey, che figura mi fai fare, brutta cagna ingrata!’ le disse con quel tono a saputello con cui la rimproverava sempre. Lei, la stupida schiava che non capiva mai: ‘Questi sono i miei amici ed è tuo dovere farli divertire fin quando avranno voglia. Hai capito?’ tutti la guardavano con il riso negli occhi.
‘Si ma”
Davanti a lei, seduto a gambe aperte, sorridente e con l’aspetto da cattivo ragazzo c’era il biondino che sembrava essere un po’ il capobanda. Doveva avere grossomodo la stessa età di Aaron, diciassette o diciotto anni. Era carino, anche se aveva tutta l’aria del teppistello. Un piercing sul sopracciglio e un espansore nero sull’orecchio destro. Un tatuaggio tribale sui bei muscoli del braccio sinistro, completamente visibile a causa della maglietta senza maniche e un cappellino portato al contrario, con la visiera sulla nuca completavano il quadretto. Kate notò che tutto ciò che indossava era piuttosto’ usato e un po’ sbiadito. Dalle scarpe agli shorts, dalla maglietta al cappellino.
‘Ciao bambola!’ le disse. La sua voce era rasposa, adolescenziale e a Kate piacque. Con le dita le toccò le labbra, premendo, fino a che lei non aprì la bocca e lui non inserì indice e medio, sempre più giù, fino a toccarle il fondo della gola. Lei stette immobile a farsi testare, come un animale mentre i ragazzi ridacchiavano. Poi il verdetto.
‘Hehe! Beh, questo buco sembra bello profondo, ragazzi, hahaha!!’ disse al gruppo, poi a lei ‘E così hai tanta, tanta fame di cazzo, principessa?’ lei annuì, a questo punto, cos’altro poteva fare.
‘Beh, vieni a dare una bella annusata al mio, vedi se ti piace! Hehehe!’ le disse indicandosi in mezzo alle gambe. Lei esitò un attimo, poi si sporse in avanti, quel mezzo metro che la separava dal suo basso ventre, fino a strusciargli la faccia sul pacco. Gli shorts che portava erano molto leggeri a causa del gran caldo e l’odore di maschio le arpionò il cervello, facendole tornare il sorriso. Era un odore così familiare, un odore che la faceva sentire a suo agio e soprattutto protetta. Di colpo seppe di potersi fidare di quel Chase, anche se non l’aveva mai visto prima, si sarebbe preso cura di lei per quella sera. Lo sapeva, era l’istinto a dirglielo.
Senza rendersene conto, cominciò a mugolare una canzoncina, contenta. Sentì le loro risa intorno a lei.
‘Hahaha!!! E’ già innamorata, Aaron! Non lamentarti dopo se dice che non ti ama più, hahaha!!!’ disse Chase. Kate sentì il suo amore ridere.
‘Hahaha! Tranquillo, non è neanche più mia! L’ho regalata a un paio di amici, quando mi è venuta a noia” spiegò ”solo che loro sono impegnati a sbattersi un paio di aspiranti attrici che si sentivano tanto, tanto sole!’ Kate si bloccò per un attimo. Non le piaceva molto che i suoi padroni se la spassassero con altre ragazze ma sapeva bene di non avere alcuna voce in capitolo, quindi. Chase, però, dovette cogliere la sfumatura e probabilmente intuirne il motivo.
‘Ooohhh Aaron, ma quanto sei insensibile! Non si tratta così una signora!’ disse evidentemente sarcastico mentre lei riprendeva a strofinargli la faccia sul pacco. Stavano di nuovo ridendo tutti.
‘Hahaha!!! Hai ragione, scusa! Ho così tanto da imparare da te!’ gli rispose con pesante sarcasmo ‘A proposito hai cominciato a imparare i nomi delle tue svuotapalle?’
‘Hehehe! No, amico, sono troppe, continuo con i numeri, è più facile! Haha!!’ di nuovo cori di risa:
‘Hahaha!! Sei un mito Chase!!’ disse un ragazzo con i capelli rossi che gli sedeva accanto.
‘Beh, buon divertimento gente, usate pure la dependance sul lato della casa, non vi disturberà nessuno!’ fece per andarsene mentre mani ovunque cominciavano a tastarla e palparla.
‘Hey, Aaron!’ disse Chase ora carezzandole la testa, mentre lei sentiva pian piano il pacco gonfiarglisi ‘Sei sicuro di volercela lasciare? Non hai paura che te la sciupiamo?’ la sua mano si chiuse a pugno sui suoi capelli, tirandoglieli e facendola gemere ‘Sai noi poveracci di Hacienda Heights non siamo delicati come i frocetti di Beverly Hills, hehe!!’ la voce del suo bel Aaron le arrivò alle spalle mentre Chase aveva preso a premerle il viso con forza, adesso, strusciandole la pelle sul cotone degli shorts.
‘Dubito che possiate fare di peggio di quello a cui è abituata!’
‘Hahaha! Se lo dici tu, bello! Ma come farà a soddisfarci tutti e cinque, poverina?!’ chiese, ancora più sarcastico, un ragazzo con gli occhi a mandorla che intanto le aveva alzato la gonna e infilato la mano dentro le mutandine, provocandole puro piacere.
‘Haha! E’ ben addestrata, tranquillo, Zach! Comunque anche se sviene che problema c’è? Continuate a spassarvela come cazzo volete finché avete voglia e quando avete finito la mollate lì!’ risate attorno a lei che era sempre più ipnotizzata dall’odore di Chase ”basta solo che respiri ancora, mi raccomando! Hahahaha!’ concluse Aaron e li salutò, lasciandola in loro completa balia.
‘Hehe! Sta tranquilla bambola, ci pensiamo noi a te! Hehehe!’ le disse Chase e lei, alzò lo sguardo a rimirare il ghigno baldanzoso di quel ragazzo a cui, pareva assurdo, si era già affezionata.

Mike faceva scorrere l’acqua sul suo corpo nudo, senza muoversi. Aveva detto a Kate di tornare tranquillamente alla festa, lui voleva farsi una doccia. Più che per necessità, però, voleva semplicemente restare da solo. Aveva fatto sesso per la prima volta nella sua vita ed era stato così’ strano. Quella ragazza era bella, cazzo, bella da morire eppure lui l’aveva scopata ad occhi chiusi, pensando a’
Non era facile da ammettere ma tutti i dubbi che pian piano gli si erano ammassati in testa negli ultimi tempi, avevano avuto risposta in quella sveltina, perché tale era stata, inutile negarlo, e la risposta non era quella che aveva sperato.
Aveva pensato a lui, non poteva mentire a sé stesso! Al suo viso, al suo sorriso, ai suoi occhi, ai suoi muscoli, a tutto il suo corpo: dalla punta dei suoi capelli dorati alle dita dei suoi piedi virili. Dio, s’era immaginato che meraviglia dovesse essere avere la fortuna di vederlo nudo.
Che situazione del cazzo. E adesso? Come la sbrigava?

Uno sfavillante turbinio di suoni, luci, odori, magici colori. Cindy era al settimo cielo. Non si era più sentita così da quando era successo tutto il casino di suo padre. No, non voleva pensarci. In quel momento era di nuovo’ solo Cindy, una ragazza che si gode una splendida festa con un sacco di gente figa, coccolata e messa in mostra da suo cugino, davanti a tutti i suoi amici ricchi, davanti alla gente che conta davvero nella vita. Altro che la sua squallida vita ad East Los Angeles, la sua scuola fatiscente e i doppi turni in pizzeria per potersi permettere stracci di seconda mano.
No. Le sembrava di essere tornata a Brentwood, nel quartiere dov’era cresciuta con i suoi amici ricchi, proprio come quelli che Aaron aveva adesso, amici che avevano smesso di parlarle nel momento in cui era diventata povera. Non li biasimava, naturalmente, lei avrebbe fatto lo stesso, perché avrebbero dovuto perdere tempo con una morta di fame?
In un certo senso la sua storia era l’esatto opposta del bel biondino con cui stava ballando. Aaron aveva gli occhi di tutti addosso, le ragazze se lo mangiavano con gli occhi e i ragazzi lo guardavano con un’ammirazione pazzesca. Era il naturale effetto che faceva alla gente e il fatto che avesse scelto di passare tutta la sera con lei la faceva sentire’ speciale. E ne aveva bisogno. Dio sa se ne aveva bisogno!

A Kate sembrava di essere alla sua festa di compleanno. Era in ginocchio nuda come un verme. Intorno a lei, i ragazzi si stavano spogliando, gettando le loro magliette e i loro shorts a terra, ridacchiando mentre la guardavano. Le era bastato uno sguardo di Chase e aveva abbassato la lampo del vestitino di seta che indossava e se l’era sfilato, rimanendo completamente indifesa dai loro sguardi affamati. Poi, d’istinto, si era inginocchiata.
‘Hehe! Te l’hanno insegnato bene qual’è il tuo posto, eh, troietta! Hehehe!!’ le disse il ragazzo asiatico mentre si sfilava i boxer. Avevano tutti dei corpi atletici e, chi più, chi meno, piuttosto scolpiti. Era un piacere guardarli.
Fu proprio il cinesino dai lineamenti perfetti ad avvicinarsi per primo. Era completamente glabro, solo un cespuglio di peli nerissimi sul pube. Aveva un bel cazzo liscio, non enorme ma aggraziato e due meravigliose palle basse e pendenti. Kate si leccò le labbra pensando alla libidine che sarebbe stato leccargliele. La guardava strafottente dall’alto e lei cominciò a strusciare la faccia sul suo pube. La sua pelle era calda e odorava di maschio. Eccone un altro di cui poteva fidarsi ciecamente, ne era sicura. Era così facile, nel suo mondo, capire di chi potersi fidare o no. Il suo istinto era infallibile, quell’odore la faceva stare bene, ergo lui, come Chase, del resto, era un gran bravo ragazzo ed era suo dovere dare tutta sé stessa per farli divertire al meglio. Cominciò a leccare alla cieca assaggiandolo, quel maschio e le sue impressioni vennero confermate: bello e bravo, proprio come i suoi padroni.
‘Hey Zach, aspettaci!’ disse il ragazzo di colore.
‘Hehehe!! Ha troppa fame, Cooper, non lo vedi? Haha!’ era Chase.
‘Già! Mi sta letteralmente sbavando sul cazzo, ragazzi! Che dite, la faccio contenta?’ chiese Zach.
‘Ma si, poveretta! hahaha!!’ gli fece eco un ragazzino dai capelli castani. Zach abbassò lo sguardo e le disse semplicemente:
‘Succhiamelo.’ lei non aspettava altro. Aprì la bocca ed iniziò il bocchino.
‘Hahaha!!! Aaron aveva ragione, è ammaestrata!’ disse Chase. Tutta la sua fame e la sua ragguardevole tecnica erano a loro completa disposizione.
La mazza di Zach era così saporita, doveva aver pisciato poco prima, ormai Kate era troppo esperta per non riconoscerne il sapore un po’ acidulo, ma così eccitante. La sentiva crescere lentamente, morbida e liscia ma dopo poche pompate una mano la prese per i capelli e la tirò via dal suo pasto. Il pene le scivolò fuori dalla bocca, ricadendogli barzotto sulle palle.
Aveva ancora la bocca aperta e un altro cazzo gliela riempì.
‘Siamo in cinque, bambola e devi farci divertire tutti! Hehehe!!’ era Chase stavolta, nudo anche lui ma si era lasciato il cappellino. Aveva il peli del pube biondi ma piuttosto abbondanti. Che odore’ e che sapore’ che altro c’era da sapere di lui?
‘mmmm’ niente male, ci sa fare la cagnetta! Hehehe!!’ fu il commento del biondo.
‘Eccome! Succhia meglio della tua numero 3!’ replicò Zach.
‘E tu come lo sai?’ chiese Chase divertito. Il ragazzo con gli occhi a mandorla rise.
‘Cos’è credevi di avere l’esclusiva sulla sua bocca?’ Chase fece un’espressione ferita che non aveva niente di reale.
‘Questa non me la dovevi fare, Zach! Non siamo più amici!’ risero tutti e Chase passò la testa di Kate al compagno accanto. Era il tizio coi capelli rossi, troppo lunghi. Non faceva altro che tirarseli indietro con la mano e quando si muoveva gli andavano davanti agli occhi. Aveva la pelle chiarissima e un po’ di lentiggini sul viso. Sorridendole, strinse il pugno sui suoi capelli e le riempì di nuovo la bocca. Un altro odore’ un altro sapore’ erano tutti così buoni da leccare, succhiare. Era come in trans.
Le sbattevano il bacino sul viso mentre pompavano, per il momento abbastanza lentamente, e si lasciavano servire ma Kate aveva l’impressione che la cosa non sarebbe durata o perlomeno lo sperava.
Un altro strattone e il cazzo del rosso le sfuggì via per essere rimpiazzato da quello del ragazzo nero, grosso e venoso. Quanta varietà, quante meraviglie. In fondo Kate aveva sperimentato solo tre cazzi in vita sua e mai più di due allo stesso tempo. Meravigliosi, certo, ma erano tre. Adesso ne era circondata e le sembrava di vivere un bellissimo sogno. Tutti diversi nella forma, nel colore, nell’odore, nel sapore eppure tutti fottutamente libidinosi. Che gran serata l’aspettava e ancora una volta doveva ringraziare Aaron.

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