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La promozione

Mi chiamo Sara, sono una ricercatrice scientifica e lavoro da cinque anni per una piccola compagnia farmaceutica.
Oggi il capo mi ha chiamato per un’importante riunione assieme al mio collega Marco.
“Sara, Marco, come saprete il vicepresidente ha rassegnato le sue dimissione ed ha accettato un’offerta che non poteva rifiutare da una nota multinazionale. Gli hanno offerto uno stipendio che la nostra azienda non si poteva permettere. Quindi ho bisogno che uno di voi due diventi il nuovo vicepresidente e mi aiuti a mandare avanti la baracca.
Oggi e lunedì, Avete tutta la settimana per presentarmi una relazione sulle ricerche che state svolgendo. Vi aspetto qui da me venerdì alle 15.00 con le vostre presentazioni. Sarà presente tutto il c.d.a. Da quello che mi porterete, saprò valutare chi è più adatto ad essere il mio vice.”

Appena usciti dall’ufficio del capo, Marco inizia a vantarsi che sarà lui il nuovo vicepresidente, che la sua ricerca, di cui sono totalmente all’oscuro, ha un altissimo potenziale e che porterà notevoli profitti alla nostra azienda.
Ho sempre ritenuto Marco molto arrogante e pieno di se. Non siamo mai andati d’accordo, soprattutto dal punto di vista personale. Mi ha sempre ritenuto una persona fredda, riservata, poco socievole, totalmente concentrata sul lavoro. In effetti non lo posso contraddire, sono prima di tutto una scienziata e questo lavoro mi piace tantissimo, lasciando poco spazio alla mia vita personale ma la cosa non mi interessa. Va bene così.
Nonostante tutto, per brindare alla sfida, con mia enorme sorpresa, Marco mi offre un caffè, che accetto volentieri.
“Non mi guardare con quell’aria stupita, in fondo sono un cavaliere.” Mi dice porgendomi il caffè, “e che vinca il migliore!” aggiunge.
Seduta alla mia scrivania mi metto subito al lavoro per raccogliere gli ultimi dati sulla mia ricerca e per organizzare altri esami da fare prima di venerdì. Il tempo è poco ma ho già idea di come procedere.
Finalmente a casa, mangio un boccone, mi butto sotto la doccia e alla fine cado esausta sul letto.
Faccio un sogno alquanto strano… sono nuda, inginocchiata per terra ed una voce alle mie spalle continua a ripetermi sempre le stesse frasi: “Una brava ragazza ubbidisce sempre ad un uomo. Una brava ragazza adora succhiare il cazzo. Una brava ragazza è pronta a fare sesso in ogni momento.” E’ in parte disturbante ma al tempo stesso eccitante. Non è il genere di sogni che faccio, anzi penso di non averne mai fatti di sogni così. Mi sveglio confusa ma con la passerina bagnata.

Una volta al lavoro cerco di non pensare al sogno e mi concentro sul mio lavoro.
Marco fa capolino nel mio ufficio per offrimi nuovamente un caffè e per chiedermi come va (o forse per spiarmi?). Accetto molto volentieri il caffè ma resto molto riservata sul mio progetto e anche lui non si sbottona più di tanto quando gli chiedo anch’io a che punto è.
La presentazione mi tiene impegnata fino a tardi e anche oggi non ho il tempo se non di mangiare un boccone, farmi un doccia veloce e mettermi subito a letto.
Di notte ritorna quello strano sogno. Questa volta sono decisa a guardare in faccia l’uomo del mio sogno ma nonostante i miei sforzi non riesco a vedere chi sia, le sue mani mi accarezzano il corpo, le sento sulle mie tette e sui miei fianchi.
“Una brava ragazza ubbidisce sempre ad un uomo. Una brava ragazza adora succhiare il cazzo. Una brava ragazza è pronta a fare sesso in ogni momento.”
“Una brava ragazza adora succhiare il cazzo” al ripete di quella frase le sue mani si appoggiano sulle mie spalle e mi spingono ad inginocchiarmi.
“Una brava ragazza adora succhiare il cazzo”. Ancora quella frase.
Muoio dal desiderio, come un automa, prendo in mano il cazzo di quell’uomo immaginario ed inizio a succhiarlo. Sto facendo un pompino ad un uomo, cosa che nella vita reale avrò fatto solo un paio di volte ai miei fidanzatini di quand’ero giovane. Alla fine lo sento venire sul mio viso. La sensazione è così reale che mi sveglio e mi tocco subito la faccia che invece è perfettamente pulita e in ordine. E’ stato solamente un sogno. Anche se le mie mutandine sono completamente inzuppate dai miei umori.

Mi preparo come ogni mattina per andare al lavoro, ma la momento di infilarmi il reggiseno me lo sento stretto e mi accorgo effettivamente che il mio seno è leggermente più grande del solito, non me ne ero mai accorta, meglio se mi fermo a comprarne di nuovi allora.
Arrivata al lavoro mi butto a capofitto nella mia presentazione che sta procedendo meglio del previsto. A metà mattina si palesa di fronte a me Marco, con la scusa di offrirmi il caffè, è venuto a controllare come procede il mio lavoro. Stranamente la sua voce mi fa venire i brividi lungo la schiena, mi ricorda la voce che sentivo nel mio sogno. Riesco comunque a liquidarlo in fretta e a ritornare quanto prima al mio progetto.
Nel pomeriggio, visto che sono presa bene, riesco anche ad uscire e a fermarmi in un negozio di intimo a prendere alcuni reggiseni nuovi, quello che indosso se stamattina mi era stretto ora mi sta quasi soffocando, come se il mio seno fosse cresciuto ancora durante la giornata.
Una volta al negozio la commessa mi chiede che taglia porto.
“Di solito prendo una seconda ma mi sono accorta che mi stanno stretti.”
“Se si vuole accomodare in camerino le porto alcuni modelli da provare. Quali le piacciono?”
Di solito indosso dell’intimo molto dozzinale, cercando più la comodità e la praticità che il modello sexy e ricercato. Questa volta invece, senza pensarci, indico alla commessa alcuni modelli molto provocanti, trasparenti e pieni di pizzi. E al posto del classico bianco opto per colori più accativanti come il rosso, il nero e il viola.
Mi accomodo in camerino, mi tolgo camicia e reggiseno. La commessa arriva con la terza misura dei capi da me scelti. Appena vede il mio seno (la sto aspettando a seno scoperto e con la tenda del camerino aperta, lei non si imbarazza abituata a vedere altre clienti nude, ma a pensarci bene per me è un atteggiamento inusuale, riservata come sono), mi dice:
“Signora, il suo seno è una terza abbondante, penso che anche questi reggiseni le stiano stretti, meglio se le prendo una quarta, starà più comoda.”
Effettivamente la quarta mi sta un po’ larga ma almeno non mi sento più costretta come ero prima.
Completo lo shopping, facendomi prendere la mano,oltre ai classici slip abbinati molto accattivanti, prendo anche dei perizoma, un capo che porto molto raramente.
Torno a casa soddisfatta dei miei acquisti.
Riesco a sistemare un po’ casa visto che negli ultimi giorni l’ho trascurata.
Dopo cena mi concedo anche un po’ di relax guardando una serie televisiva, ma alla fine la stanchezza vince e mi addormento sul divano.
Anche questa notte il mio amante misterioso è venuto a trovarmi nei miei sogni.
“Una brava ragazza ubbidisce sempre ad un uomo. Una brava ragazza adora succhiare il cazzo. Una brava ragazza è pronta a fare sesso in ogni momento.” sempre quelle frasi nella mia testa.
“Una brava ragazza è pronta a fare sesso in ogni momento”.
Mi ritrovo a quattro zampe mentre l’uomo dei sogni mi scopa da dietro. Ora non voglio neanche sapere chi sia. Ora voglio solo essere scopata!
Mi sveglio nel momento in cui nel sogno sto raggiungendo l’orgasmo che sopraggiunge quando oramai sono sveglia e lucida. Un orgasmo mai provato prima.
Sconvolta mi riprendo dopo pochi minuti e mi butto subito sotto la doccia.

Quando mi vesto per prepararmi per la giornata in ufficio mi accorgo che il reggiseno ora mi sta alla perfezione. Decido di indossare anche il suo perizoma coordinato. Completo il tutto con la solita camicia bianca, un semplicissimo paio di pantaloni neri in cotone e delle comode decollete con il tacco basso. Mi guardo allo specchio prima di uscire e noto che i miei lineamente sembrano più dolci e meno spigolosi. Che sia per l’orgasmo appena avuto nel sogno? Potrebbe essere! Meglio comunque indagare.
Una volta nel mio laboratorio decido di farmi un esame del sangue. Ma a parte un tasso di estrogeni leggermente alto, forse dovuti a qualche alterazione del ciclo mestruale, non rilevo niente di strano.
Quando sento il bisogno di un caffè, puntualmente arriva Marco con il bicchiere di plastica fumante di caffè già in mano.
“A vederti sembra proprio tu ne abbia bisogno?” Mi dice porgendomi il caffè, “Problemi con la tua presentazione?”
“No, no, quella è a posto. E’ solo che negli ultimi giorno mi sento un po’ strana, ma niente di cui preoccuparsi.”
“Bene allora. Torno al mio progetto. Ci vediamo, ciao.”
“Ciao.” Che caro preoccuparsi per me.
La giornata vola.
La sera ho quasi paura di addormentarmi per non ricadere di nuovo in quei sogni che da giorni mi tormentano. Ma d’altra parte sono anche curiosa di conoscere l’uomo misterioso dei miei sogni. Alla fine cedo al sonno e mi addormento.
Sono inginocchiata, in posizione prona, in segno di sottomissione.
“Una brava ragazza ubbidisce sempre ad un uomo. Una brava ragazza adora succhiare il cazzo. Una brava ragazza è pronta a fare sesso in ogni momento.” “Nulla è più importante per te che compiacere il tuo padrone.”
“Non il tuo lavoro, non i tuoi amici, non la tua famiglia, solo il tuo padrone.”
“Tu sarai sottomessa a tutti gli uomini. Il tuo unico desiderio è dare piacere a qualsiasi uomo.”
Solo quelle frasi, dette a ripetizione, da quella voce sensuale.
“A chi ubbidirai?”
“A te padrone”, rispondo nel sogno
“Cosa sei disposta a fare per la tua azienda?”
“Tutto quello che vorrai, padrone.”
“Sei proprio una brava schiava.”
“Quando potrò vederti padrone?”
“Presto schiava, presto.”

Mi sveglio allegra e rilassata, le parole del mio padrone mi hanno tranquilizzata. Padrone? L’ho proprio chiamato così l’uomo misterioso del mio sogno?
Sorrido e scuoto la testa. Cosa mi sta succedendo?
Faccio colazione e come ogni mattina mi preparo per andare al lavoro.
Rovisto in fondo all’armadio e recupero una minigonna che era lì abbandonata da anni, poi ritrovo anche un paio di scarpe con tacco a spillo che non mettevo da un matrimonio a cui sono andata anni fa.
Sopra la mia classica camicetta bianca, ma questa volta lascio aperti gli ultimi due bottoni in modo che il mio seno faccia bella mostra. Un davanzale così è giusto sfoggiarlo.
Oggi è il giorno della presentazione e voglio fare colpo in tutti i sensi.
Arrivo in ufficio e mi metto subito al lavoro per ultimare gli ultimi dettagli del mio progetto e per assicurarmi che sia tutto in ordine per il pomeriggio.

A metà mattina Marco entra nel mio ufficio con il solito caffè, mi sta proprio viziando questa settimana. Scambiamo due piacevoli chiacchiere e mi da appuntamento per il pomeriggio per la presentazione dei nostri progetti al consiglio di amministrazione.
Poco prima della riunione con il consiglio di amministrazione, Marco ritorna da me.
Chiude la porta del mio ufficio.
“Una brava ragazza ubbidisce sempre ad un uomo. Una brava ragazza adora succhiare il cazzo. Una brava ragazza è pronta a fare sesso in ogni momento.” Sono le frasi che escono dalla sua bocca.
“Sei tu il mio padrone?” Gli chiedo guardandolo stupita.
“Si Sara, sono il tuo padrone. Mi ubbidirai schiava?”
“Si, padrone,” dico in modo automatico, come se per me non ci fosse altra risposta da dare se non quella.
“Farai qualsiasi cosa ti dirò?”
“Si padrone, farò qualsiasi cosa vorrai.”
“Vieni il presidente e gli alti capi ci stanno aspettando.”

Entriamo nella sala riunioni, attorno ad un tavolo ovale siedono il nostro presidente e gli quattro soci dell’azienda nonché membri del c.d.a.
I cinque uomini notano subito la mia provocante mise che sfoggio quest’oggi ma non dicono niente. In fondo siamo qui per il mio lavoro e non mi devono giudicare per il mio aspetto.
Il presidente fa le dovute presentazioni e poi lascia a me presentare per prima il mio progetto. Illustro nei dettagli le ricerche effettuate su un nuovo principio medicinale, a che punto sono i test e quali sono le tappe future e i possibili sviluppi commerciali. Ho anche risposto senza problemi ad alcune domande poste dai presenti.
“Bene Sara, hai fatto una presentazione esauriente e convincente. Adesso sentiamo il tuo collega Marco, mostraci la tua presentazione.” Ci dice il presidente.
“Buon pomeriggio signori. Durante una delle nostre ricerche in campo veterinario per un integratore, ci siamo accorti che uno strano effetto collaterale rendeva l’animale più mansueto e remissivo. Analizzandone la composizione chimica ci siamo imbattuti in una molecola, che siamo riusciti ad estrarre e che ho deciso di testare su un soggetto umano. Ed ecco qua il risultato della mia sperimentazione.” Dice alla fine indicandomi.
“Sara, alzati per cortesia.”
Mi alzo, non consentendomi la mia nuova natura di rifiutare l’ordine del mio padrone.
“Come potete ben vedere, ho trasformato questa donna da sciatta ed insignificante,” dice indicando alcune mie immagini di qualche settimana fa, “in una donna sensuale e carica di desiderio. A sua insaputa le ho somministrato la molecola con il caffè che le offrivo ogni giorno, aumentando progressivamente la dose di giorno in giorno. La molecola ha aumentato il suo seno, arrotondato le sue curve, addolcito i suoi lineamenti e reso più lucenti e setosi i suoi cappelli.
Ma ha anche modificato le sue connessioni neurali, rendendola di fatto succube con il giusto addestramento. Ho modificato il suo cellulare aziendale in modo che di notte le arrivassero dei messaggi subliminale che si sono installati nella sua mente e che le hanno di fatto reso una mia schiava, ma in genere schiava di qualsiasi uomo, essendo la sua mente programmata per ubbidire alle frequenze basse, cioè quelle della voce degli uomini.
Ma ora passiamo alla dimostrazione pratica.”
“Schiava, spogliati.”
“Si padrone.”
Come se fosse una cosa normalissima da fare, sbottono e tolgo la camicietta, sfilo la minigonna, tolgo anche il reggiseno e alla fine il perizoma, restando nuda con i soli tacchi a spillo davanti ai presenti.
“Ora vieni qui e succhiami il cazzo.”
Mi avvicino, slaccio i pantaloni di Marco e una volta in mano, inizio a fargli un pompino davanti ai membri del consiglio di amministrazione.
“Chi sei tu?” mi chiede.
“La tua schiava padrone.” Gli risponde tra una leccata ed una succhiata.
“Per cosa esisti?”
“Per dare piacere agli uomini.”
“Bene, ora fermati”
Ubbidisco
“Signori, volete provare personalmente?” Dice rivolto ai cinque uomini presenti.
“Vieni qui schiava.” Mi dice il socio più anziano.
Mi avvicino a lui e mi ritrovo subito le sue mani sulle tette. “Molto belle e morbide” Aggiunge.
“Ora succhia il cazzo anche a me.”
Mi inginocchio, glielo tiro fuori e me lo metto in bocca.
L’altro socio dietro di me mi infila una mano tra le cosce in cerca del mio sesso.
“Questa troia è già bagnata!” Dice mostrando le dite umide agli altri.
“Si, la molecola l’ha predisposta ad essere sempre pronta al rapporto sessuale ed ha anche sospeso il suo ciclo mestruale, diventando di fatto anche un contraccettivo efficace al 100%. La schiava può essere riempita a volontà senza mai essere messa incinta.”
Senza aggiungere nulla il socio infila anche un dito nel mio culo, che subito diventano due.
“Vedo che anche lo sfintere anale non oppone resistenza.”
“Come detto, la schiava è stata modellata per dare piacere a noi uomini con ogni mezzo. E’ pienamente ricettiva in ogni suo buco.”
“Allora proviamo questi buchi.” Risponde il socio che ha appena parlato.
Pochi secondi e sento il suo cazzo scivolarmi dentro la figa.
“Wow, mi sembra di indossare un guanto.”
“Tenete conto che la schiava non era una donna molto avvezza al sesso. per quanto ne so della sua vita precedente a questa trasformazione. Anzi direi che il sesso non era quasi assolutamente contemplato.”
“Non si direbbe, da come lo sta prendendo sembrerebbe invece una troia navigata.”
“Merito della sperimentazione.” Aggiunge Marco.
“Ora cambiamo buco.” Dice quello che già mi sta scopando infilando il suo cazzo nel mio culo. Mentre io continuo a spompinare il socio più anziano.
“MMMMM anche questo buco è perfetto per il mio cazzo.”
Dopo poche spinte lo sento venire dentro di me, mentre io ho il mio primo orgasmo da schiava. Anche quello che ho in bocca viene, prolungando il mio orgasmo che ancora mi sta pervadendo il corpo, e con naturalezza ingoio tutto e non lascio sfuggire nemmeno una goccia.
“Vieni qui Sara, cavalcami.” Mi dice il presidente, spostando la poltrona e mostrandosi già con i pantaloni calati e il cazzo che gli svettava in mezzo alle gambe.
Salgo sopra di lui e lascio scivolare il suo cazzo nella mia figa ed inizio a cavalcarlo.
Dopo poco un altro socio si porta dietro di me e infila il suo cazzo dentro il mio culo, modifico il mio movimento per sentire entrambi i cazzi dentro di me scoparmi all’unisono. Mi strofino contro di loro e li stimolo finchè entrambi non rilasciano la loro dose di sperma nei miei buchi. Vengo un’altra volta.
“Come avrete notato la schiava viene ogni volta che le sue mucose orali, vaginali e anali vengono irrorate con lo sperma maschile. Questo la rende praticamente dipendente dal sesso con i maschi. Avete poi notato che i vostri peni sono ancora in erezione, anche se siete venuti? La saliva, gli umori vaginali e quelli anali della schiava sono ricchi di una sostanza che possiamo definire un viagra naturale, più si scopa la schiava, più il cazzo resta duro”.
Vero, questo lo noto anch’io, i tre uomini che sono appena venuti hanno ancora il loro membro che punta verso il cielo.
Manca ancora un socio e il mio padrone Marco a cui devo ancora dare piacere, entrambi mi scopano sia la figa che il culo e ogni volta che vengono dentro di me si scatena un orgasmo.
La riunione ha preso ora una piega inaspettata e si è trasformata in una gangbang, per le successive due ore riesco con i miei buchi e in moltissimi posizione, a dare piacere diverse volte ai sei uomini ed ogni volta che si svuotano dentro di me un orgasmo mi pervade il corpo. Ed ogni volta i sei uomini mi scopano sempre con più vigore eccitati dalla mia disponibilità e remissività, la perfetta schiava sessuale.
Ad un certo punto ho perso il conto degli orgasmi. Quanti? 20? 30? Non lo so…

Tutte le cose belle finiscono prima o poi e alla fine anche i miei sei uomini erano esausti, almeno fisicamente. Si decide quindi di chiudere li la riunione, almeno per oggi.
“Bene Marco, la tua sperimentazione è molto interessante ma penso non abbia mercato. Almeno non un mercato legale almeno. Sara, il tuo progetto è molto promettente e senza dubbio lo porteremo avanti, ma guardati, non puoi assolutamente essere la mia vicepresidente, sarai comunque una risorsa preziosa per la nostra azienda e per Marco, il nostro nuovo vicepresidente, complimenti Marco!”
“Grazie Signor Presidente. Sarà un onore ricoprire questo ruolo.”
“Penso che per prima cosa tu abbia bisogno di una segretaria personale, penso che Sara sia la scelta migliore. Ci toccherà rinunciare alle sue competenze nel campo della ricerca, ma penso che i suoi nuovi talenti saranno più che utili all’azienda.”
“Settimana prossima, abbiamo alcuni incontri con i nostri principali clienti per stipulare dei nuovi contratti di fornitura e vorrei che lei fosse presente.”
“Certo Signor Presidente, farà tutto quello che può per la nostra azienda. Giusto Schiava?”
“Si Padrone, sono a completa vostra disposizione per lei e per chiunque vorrà.”

Questa è la storia di come sono diventata la puttana aziendale.

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