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Mauro. Questo era il nome dell’uomo che aveva totalmente stravolto la vita di Rossella.
Da quella sera al bordello qualcosa tra loro era scattato.
Quello che era successo al parco aveva dato inizio ad un rapporto di dominazione sottinteso, ma mai confermato pubblicamente.
Mauro era sposato, aveva famiglia ed una importante posizione al partito.
Non era esattamente un donnaiolo, anzi spesso i suoi colleghi più “libertini” avevano criticato il suo carattere troppo formale e rigoroso.
Nonostante questo aveva avuto diverse storie extraconiugali, tutte finite un poco tempo.
Con Rossella era diverso. Era stato diverso fin da quel primo incontro.
Anche se forse non ne era ancora consapevole.
Era bella e non solo.
I suoi occhi, la sua bocca, tutto il suo corpo emanava una forte sensualità che era ancora inespressa.
Quella donna lo intrigava.
Dapprima credeva che fosse una prostituta, poi, conoscendo la sua storia, l’aveva inquadrata e aveva compreso i motivi che l’avevano spinta a quel gesto.
La desiderava fisicamente, carnalmente, ma voleva innanzitutto possedere la sua mente.
Voleva dominarla.
Rossella d’altra parte era affascinata da quell’uomo.
Indubbiamente era piacente, sicuro di se’ e terribilmente misterioso, ma di lui l’aveva colpita quel lato oscuro, quella sensazione di leggerle dentro che le trasmetteva.
Erano un paio di settimane che i due si incontravano in un alberghetto fuori città per passare la notte insieme.
In famiglia raccontavano scuse più o meno verosimili.
Un giorno però Mauro decise di dare inizio al suo personale concetto di dominazione.
Spiegò a Rossella, che avrebbe dovuto obbedire ad ogni suo ordine senza trasgredire o replicare in alcun modo.
Le promise, che se avesse accettato le sue condizioni, ne avrebbe tratto piacevoli vantaggi.
Rossella accetto’, all’inizio un po’ titubante.
Il giorno dopo tornarono al parco.
Era una domenica pomeriggio e le famiglie popolavano quell’area verde.
Mauro ordino’ a Rossella di avvicinare in qualche modo uno dei padri di famiglia e di fargli un pompino in qualche posto più celato del parco.
Rossella era imbarazzata alla sola idea.
All’idea di sedurre un padre di famiglia.
Ma non voleva deludere il suo padrone alla prima prova e raccolse tutto il coraggio che aveva per riuscire a farlo.
Punto’ un uomo che passava il pomeriggio con una grande famiglia allargata, ma aveva l’aria annoiata.
Gli passo’ vicino un paio di volte, ammiccando di sfuggita.
Le sue tette turgide ed il suo sedere alto e sodo fasciato nel vestito fecero il resto.
L’uomo la segui’ dietro un vecchio albero secolare, vicino il laghetto delle papere.
Rossella lo osservava.
Era un uomo sulla quarantina, non brutto, ma neanche affascinante.
Se non fosse stato per la missione affidatale dal suo padrone, non lo avrebbe mai guardato.
Decise di cominciare e mise in bella vista i suoi seni bianchi e turgidi, tirandoli fuori dal vestito.
Poi si porto’ una mano dell’uomo al petto, in modo che le solleticasse i capezzoli.
L’uomo, che non credeva ai suoi occhi per poter toccare tanta grazia, la tastava senza ritegno.
Le stringeva le tette, le torceva i capezzoli.
E lei mugolava.
Rossella allora si avvicino’ a lui in ginocchio per aprirgli i pantaloni e tirare fuori un cazzo di dimensioni più che soddisfacenti.
Inizio’ a scappellarlo lentamente.
Era già umido.
Poi gli si avvicino’ e con le labbra carnose accolse la cappella di quel membro.
La bacio’, la succhio’ e poi la prese ancora in bocca.
L’uomo sussultava e mugolava di piacere.
Rossella affondava la sua bocca sul quel cazzo sempre di più.
Era piena fino in gola, ma continuava a succhiare.
Quando l’uomo le venne in bocca, ingoiò tutto e si lecco’ le labbra.
Sapeva che il suo padrone la stava guardando e che ne sarebbe stato contento.
Rossella si ricompose e stava per andarsene, quando senti’ una mano che le tratteneva un braccio.
Si giro’ verso l’uomo a cui aveva appena fatto un pompino e capi’ dal suo sguardo che non ne aveva avuto abbastanza.
Non le diede neanche il tempo di pensare e la trascino’ dietro un muro che si trovava poco distante.
Li’ iniziò a strapparle i vestiti, mentre lei faceva resistenza.
Essere presa con la forza era sempre stata una delle sue più grandi fantasie, ma desiderava che a farlo fosse un vero uomo come Mauro e non un qualunque tizio arrapato che voleva solo dar sfogo alle sue voglie.
Rossella aveva sottovalutato la forza e la resistenza dell’uomo che aveva davanti, perché mentre cercava di sottrarsi alla presa, lui le afferrò entrambi i polsi e con una mano glieli blocco’ sulla testa.
Con l’altra mano frugava sotto la gonna della donna per aprirle le cosce e le diceva: “Cos’&egrave? Non ti piace? Ma se sei una troia. Mi hai appena spompinato in pubblico ed era vuoi negarmi il piatto migliore?”.
Arrivo’ alle braghe di Rossella, le sposto’ e senza delicatezza le infilo’ un dito nella fica.
La donna tirò un urlo.
“Sei bagnata troietta. E vuoi fare la ritrosa. Dai, che ti piaccio e ti piacerò ancora di più quando ti avrò scopato come meriti”.
Rossella non sapeva cosa fare e si chiedeva dove fosse Mauro e perché non facesse nulla per aiutarla.
L’uomo nel frattempo si stava menando il cazzo per ridargli il vigore necessario e la guardava con una strana luce negli occhi, cosa che spavento’ molto Rossella.
Quando il cazzo gli divenne sufficientemente duro, lo punto’ sulla fica aperta della donna e lo infilo’ lentamente.
“Voglio che tu mi senta tutto e che ti ricordi di come ti ho chiavata”.
Rossella a quel punto capi’ che fare resistenza sarebbe servito a poco e cercò di rilassarsi.
Accolse quel cazzo dentro di se’ e cerco’ di godere del fatto di essere piena.
L’uomo iniziò a fotterla come un forsennato. Troppo veloce perché lei potesse trarne un qualche piacere.
Nella foga le lascio’ andare i polsi e Rossella gli afferrò le natiche con le mani per sentirlo fino in fondo.
Cercava di godere, ma non era quello il tipo di sesso che le piaceva o che la eccitava.
Il cazzo era grosso, ma l’uomo non sapeva usarlo.
Decise quindi di mettere fine alla cosa il prima possibile e infilo’ un dito nello sfintere dell’uomo, che venne all’istante.
Le crollò addosso e lei riuscì a rivestirsi e ad andare via prima che si fosse ripreso del tutto.
Raggiunse Mauro, che si era goduto la scena da poco lontano e lo guardo’, aspettando qualche commento o qualche giustificazione per non essere intervenuto.
Lui taceva. E la guardava con quell’aria enigmatica, che lei non riusciva mai ad interpretare.
“Sei stata brava” le disse “Ma la la prossima volta mi aspetto di più”..

Dopo quella prima esperienza passò un po di tempo prima che Rossella venisse contattata da Mauro.
Spompinare un perfetto sconosciuto in un giardino pubblico per poi farsi scopare, l’aveva fatta sentire inizialmente appagata.
Sentirsi usata e trattata come una volgare puttana le provocava un piacere intimo e indescrivibile ma ora l’attesa di essere contatta da Mauro la stava logorando.
Desiderava ardentemente essere chiamata ad un nuovo compito per compiacere il suo padrone, anche se al contempo questa attesa minava i suoi convincimenti.
Iniziava a farsi strada nella sua mente la paura di non essere stata all’altezza, di non aver soddisfatto il suo mentore, di non venire più contattata, perch&egrave sostituita da qualche giovane ragazza più brava e porca di quanto lei fosse stata in quel parco.
Le giornate sembravano lunghissime e per ammazzare l’interminabile attesa di una telefonata di Mauro, Rossella passava il tempo a masturbarsi furiosamente immaginando cazzi da succhiare e da cui farsi sfondare ogni pertugio del suo corpo sempre più desideroso di essere usato a piacimento da coloro cui il suo padrone l’avesse destinata.
E finalmente il giorno tanto atteso arrivò.
Era una calda giornata di giugno e Rossella era impegnata in un lento ditalino, nuda sul letto e con le gambe oscenamente spalancate, quando il campanello di casa suonò.
Infastidita per il contrattempo che le impediva di godere appieno della mattinata di libertà che si era concessa, si ricompose velocemente indossando una vestaglietta da casa abbastanza coprente seppur morbida e leggera il tanto giusto da far indovinare le sue forme appetitose all’inaspettato visitatore, scese le scale ed andò ad aprire.
Leggere negli occhi del postino, che le consegnava un telegramma indirizzato proprio a lei, l’imbarazzo e l’evidente apprezzamento per la sua mise informale e provocante, le provocò un brivido di piacere.
Guardò meglio il postino.
Era giovane, alto sul metro e ottanta, con le spalle larghe, capelli biondi, occhi azzurri e soprattutto carino, molto carino.
La divisa da postino con la borsa a tracolla lo faceva sembrare più grande di quanto fosse in realtà.
‘Prego, si accomodi un attimo mentre cerco una penna per firmare, sa non sono molto presentabile e non vorrei farmi vedere sull’uscio di casa ancora non truccata e in abiti da casa’ disse al giovane chiudendo la porta alle sue spalle.
Noto’ che egli era stranito e continuava a fissarla senza proferire parola.
‘Cosa c’&egrave, senza trucco la spavento così tanto?’ disse lei scherzando.
Il ragazzo continuava a fissarla, ma non era il viso della giovane padrona di casa a colpire la sua attenzione.
La cintura della vestaglietta si era leggermente allentata e dalla scollatura ora faceva capolino il seno di Rossella.
Lei sorrise maliziosa.
“Oh, scusami tanto. Non mi ero accorta. Che vergogna’ e detto ciò, slacciò completamente la vestaglia mostrando per intero il suo splendido seno ed il cespuglietto curato del suo sesso, il cui profumo in un attimo riempì la stanza.
Il giovane sorrise, depose a terra la borsa in cuoio e si avvicinò a Rossella per niente intimorito dalla sua spregiudicatezza.
‘E brava la mogliettina. Non preoccuparti della penna, ho io tutto quello che serve’ disse a Rossella, mentre le palpava i seni floridi.
Lei contemporaneamente slacciava la cintura e apriva la patta dei pantaloni.
In un attimo fu in ginocchio davanti al giovane.
‘Brava, sai cosa devi fare, vero?’
“Cosa dovrei fare?’ disse lei passandosi la lingua sulle labbra.
‘Succhia il cazzo, troia’ disse lui sempre sorridendo e tirando fuori un arnese già semirigido non tanto lungo ma venato e con una cappella larga e lucida che Rossella fece subito sparire tra le sue labbra.
Lei sapeva come fare.
Inizio’ a leccare il cazzo del giovane dalla radice sino alla cappella, per poi farlo sparire quasi per intero dentro la sua calda bocca.
Piano piano aumentò il ritmo alternando leccate dense di saliva a baci leggeri sulla punta del cazzo che sentiva crescere di vigore per il lavoro sapiente della sua bocca.
Ad un tratto il ragazzo le tenne la testa ferma e senza alcun riguardo iniziò a scoparle la bocca spingendo il cazzo sempre più a fondo.
‘Brava troia, assaggia per bene il cazzo. Succhia.’
Rossella cercava di farlo entrare dentro la bocca più che poteva, il cazzo le sbatteva sull’ugola provocandole conati di vomito che a stento riusciva a reprimere e la saliva iniziò a colarle agli angoli della bocca.
Le piaceva essere trattata così e aspettava con impazienza che il postino le inondasse la gola di calda sborra per placare la sua sete, ma il ragazzo era tosto e sembrava avere altri progetti per lei.
Continuò a scoparle la bocca per altri interminabili minuti riuscendo anche a far passare al cazzo la barriera frapposta dall’ugola e facendole sbattere le palle sulle labbra.
Rossella si sentiva finalmente trattata come la puttana che sapeva di essere diventata e questo le provocò un primo incredibile orgasmo, che la lasciò senza fiato.
Il ragazzo le sorrise, levando il cazzo dalla sua bocca e sbattendoglielo sulla faccia come un randello.
‘Brava davvero” le disse “ma adesso arriva la parte migliore’
La prese di peso e la fece inginocchiare sul tappeto del salotto facendole appoggiare il busto e la testa sul sofà e lasciando bene esposto il culetto e si spogliò completamente posizionandosi dietro di lei.
Sputò sul buchetto e, senza grazia alcuna, infilò un dito nel culetto di Rossella provocandole una smorfia di dolore che ben presto si tramutò in un sorriso di piacere.
‘Vedo che ti piace’ disse e le dita che entavano nel suo culetto divennero subito due.
“Mmm, mi piace cosa?’ rispose Rossella in un tentativo di simulare indifferenza al trattamento del giovane arrogante.
Subito le arrivò un sonoro ceffone sul culetto, che la lasciò senza fiato.
La sua pelle bianca e delicata in un attimo si trasformò in un affresco vermiglio nel punto in cui era arrivato il colpo.
‘Riproviamo’ le disse e appoggiò la cappella sul buchetto dando una leggerissima pressione.
‘Vediamo se hai capito cosa devi chiedermi, troia.”
‘Inculami’
‘Bene..’
Il ragazzo affondò deciso il cazzo, che in un attimo si ritrovò per metà dentro il tenero culetto di Rossella.
Lei allora decise che era arrivato il momento di prendere in mano la situazione e incitò il ragazzo a sbatterla senza complimenti.
‘Dai bastardo, inculami. Sbattimi e fammelo sentire sino in gola.. Mmm.. Continua..’.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e iniziò a incularla con colpi sempre più forti e decisi.
Rossella sentì montare il piacere dentro di lei fino ad arrivare ad un orgasmo, che la lasciò stremata.
Il culo le pulsava come un mantice impazzito e dalla sua fighetta gli umori colarono sul tappetto lasciando una chiazza umida.
Finalmente anche il ragazzo sembrava averne abbastanza, diede altre due spinte vigorose, uscì dal suo culetto e mise il cazzo davanti alla bocca di Rossella che lo ingoiò senza pensarci un attimo.
‘Bevi ora, troia.’
I fiotti bollenti di sborra inondarono la bocca di Rossella che non si lasciò scappare neanche una goccia del nettare del postino e ne ripulì il cazzo con la lingua prima di lasciare che tornasse in posizione di riposo.
Il ragazzo la guardò sorridendo e le disse “Brava, mio padre aveva ragione. Sei una vera puttana. Complimenti.’
E si rivestì lasciandola li’ sul tappeto, aperta e soddisfatta.
Quando il ragazzo andò via e Rossella si riprese una attimo, aprì il telegramma.
Era di Mauro.
“Spero mio figlio sia stato soddisfatto stop presentati venerdì ore 10 presso il mio ufficio stop.’
Finalmente Rossella sorrise e si senti’ sollevata.
Era ritornata ad essere la Puttana del Gerarca.
E questo era ciò che voleva davvero.

Finalmente arrivò il venerdì.
Rossella si svegliò agitata.
Non sapeva quale prova Mauro avesse preparato per lei e si preoccupò di non essere all’altezza.
Per rilassarsi si concesse un bagno caldo e profumato,
Immersa nella vasca, percorse il suo corpo con le dita esplorandolo sapientemente.
Appena iniziò a sentire i primi brividi di piacere, uscì dall’acqua per asciugarsi e prepararsi all’incontro.
Nuda davanti allo specchio ammirò il suo corpo ancora giovane e fresco, che cosparse di olio profumato.
Indossò una guepiere bianca in pizzo, che esaltava le sue forme.
Fissò le calze velate alla giarrettiera coordinata alla guepiere e prima di indossare il tailleur blu e la leggera camicetta bianca che aveva scelto per l’occasione si guardò allo specchio.
Lo specchio rimandò l’immagine di una donna bella e desiderabile e sorrise compiaciuta.
La distanza che separava l’abitazione di Rossella dall’ufficio di Mauro era minima e Rossella ne approfittò per fare una passeggiata sotto il sole che iniziava a scaldare.
Arrivata davanti alla sede del Partito le si pararono davanti tre giovani guardie in camicia nera che, dopo avere chiesto generalità e motivo della visita, la scortarono al primo piano dello stabile, indicandole la porta dell’ufficio in cui era attesa.
La presentarono ad una segretaria, che sedeva dietro una scrivania nella stanza attigua a quella di Mauro.
Le due donne si studiarono con curiosità.
La segretaria era giovane, non alta ma ben fatta e con due occhioni scuri, che penetrarono Rossella, facendola sentire a disagio.
“Buonasera Rossella, io sono Lauretta, la segretaria particolare di Mauro. Ero proprio curiosa di conoscerla. Ho saputo che ha delle ottime referenze” disse ammiccando.
Rossella restò un attimo interdetta, ma seguì la giovane sino alla stanza di Mauro.
Lauretta bussò e senza attendere risposta aprì la porta ,dicendo: ‘E’ arrivata la nuova’.
Le due donne entrarono e Rossella rivolse subito lo sguardo verso il suo Padrone.
La stanza era grande e la maggior parte dello spazio era occupata da un’enorme scrivania, dietro cui sedeva Mauro in divisa di ordinanza, oltre che da un salottino con un divano enorme e due poltrone abbinate.
‘Bene, vedo con piacere cara Rossella, che hai fatto già la conoscenza della nostra Lauretta. Le sue ‘capacità’ sono risultate molto apprezzate tra le alte gerarchie del partito e purtroppo dovrà lasciarmi per andare ad occuparsi di altre scrivanie, ben più importanti della mia.
Chiaramente devo rimpiazzarla con una degna sostituta e tra le altre candidate da valutare, ho pensato anche a te.
Accomodati pure, Rossella, tra un po’ arriva la commissione d’esame’
Rossella si sedette su una delle due poltrone libere e Mauro, accompagnato da Lauretta si accomodò sull’altra.
Lauretta si inginocchiò davanti a lui, che nel frattempo si era calato le brache, e inizio’ un lento pompino, che sortì immediatamente l’effetto di far inalberare il cazzo del gerarca.
Rossella fece per alzarsi, ma venne bloccata da Mauro.
‘Resta li’ e impara da Lauretta, dopo verranno gli esaminatori per te’
Lauretta faceva scorrere sapientemente la lingua sul cazzo di Mauro con una lentezza esasperante per Rossella, che si sentiva attratta dal meraviglioso lavoro di bocca che la segretaria a cui stava assistendo ed al contempo si sentiva offesa dal comportamento del ‘suo’ gerarca.
Lauretta iniziò a far scomparire la cappella tra le labbra, circondandola e leccandola delicatamente, poi riprese a leccare il cazzo dalla base sino alla punta e dalla punta sino alle palle.
Il cazzo di Mauro era lucido e invitante e Rossela avrebbe voluto fare compagnia alla giovane segretaria, ma aveva compreso che studiare quel lavoro sapiente era per lei solo il preludio di quanto la aspettava.
Ben presto Rossella capì che Lauretta non faceva alcuno sforzo per accogliere quel cazzo in gola.
Arrivava a sbattere le labbra sulle palle del gerarca e poi faveva riemergere il cazzo sempre più lucido e duro.
Rossella era in trance, si alzò dalla sua poltrona e si inginocchiò vicino alla giovane.
Studiava la tecnica con ammirazione e ad un certo punto iniziò ad ad accarezzarle i capelli.
Lauretta si fermò un attimo e le sorrise.
‘Ora appoggiami la mano sulla nuca e asseconda il movimento della mia bocca’, le disse.
Iniziò a spompinare con sempre più foga mentre Mauro le guardava estasiato, finché non esplose in un orgasmo incredibile nella gola di Lauretta.
Rossella sentiva gli schizzi attraverso la testa della segretaria ed ebbe un orgasmo fortissimo.
Era diventata un lago e finalmente iniziava a capire.
Ciò che la attendeva era un lungo addestramento, ma era determinata ad avere il posto di Lauretta.
Lauretta si ricompose e sorridendole le disse ‘Piaciuto lo spettacolo? Tranquilla ora faccio entrare la commissione esaminatrice e vedrò anche io cosa sai fare’.
Le diede un bacio appassionato, facendole assaggiare il sapore dello sperma di Mauro che ancora le profumava la bocca e dopo aver chiamato qualcuno con il telefono, disse “Ora tocca a voi”..

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