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Fissare il soffitto appena sveglia, trascinarsi come zombi in cucina, fare colazione, giocare alla playstation, pranzare ascoltando l’ennesimo TG sui numeri del giorno, giocare ancora alla playstation, cenare guardando lo stesso identico TG, guardare una serie TV per poi, lentamente, zombeggiare verso la cameretta per tornare a dormire. Quando poi la mattina seguente, come tutte le mattine, mi ritrovavo a fissare il soffitto appena sveglia, capivo immediatamente che niente avrebbe cambiato la giornata che davanti a me si sarebbe dipanata inesorabile come tutte le giornate da un mese ormai. Pandemia, contagi, lockdown; parole che turberanno i nostri ricordi per lustri interi. È credo sia normale, in questa situazione, ritrovarsi ad avere pensieri strani, a fare cose strane, cose che prima avremmo reputato assurde, impossibili. Quando poi si capisce che si sta facendo qualcosa di sbagliato, si cerca di giustificarsi pensando che in quel preciso istante, da qualche parte, di certo un’altra ragazza starà vivendo lo stesso dilemma, affrontandolo come lo stai affrontando tu; chiudendo cioè gli occhi e buttandosi.

Vivere in un piccolo appartamento in quattro, mamma, papà, mio fratello e me, con due sole camere da letto, è chiaro che sopravvivere ad un lockdown è molto più difficile di quello che si possa pensare. È soffocante, alienante. Papà e mamma sono genitori stupendi, non fraintendetemi, ma per una ragazza della mia età è particolarmente difficile sopravvivere all’ambiente domestico vissuto 24/7. Per mio fratello è diverso, lui ha il porno. Passa le giornate alla playstation col joypad in mano, poi quando tocca a me giocare, lui va in camera per giocare con un altro tipo di joypad, hihi. Credo lui sia convinto che nessuno lo abbia scoperto, ma si sbaglia di grosso. Io l’ho sgamato una decina di volte e mamma credo altrettante. Forse papà è l’unico che non sospetta niente, lui sembra vivere in un altro mondo parallelo, ma credo che questo valga per la maggior parte dei papà. Vabbè, forse è giocare troppo con il “joypad” da giovani a rendere gli uomini così diversi da noi ragazze, boh.

Comunque sia, non pensate che io non guardi i porno, lo faccio, come tutti, come tutte, ma lo faccio con furbizia per non farmi sgamare. Forse sono l’unica furba in casa, visto che anche papà e mamma non sono così bravi a non farsi sentire; forse è ora di cambiare la rete del loro letto, visto il casino che fa, hihi. Devo dire però che durante il lockdown papà e mamma non l’avevano mai fatto o perlomeno non me ne ero mai accorta. Credo che non lo facessero perché a mamma prendeva male la nostra costante presenza. Credo almeno fosse quella la causa. Noi più giovani non ci facciamo di questi problemi, hihi.

Sta di fatto che dopo un paio di settimane di vita confinata entro 70 metri quadri, ero passata a sostituire le ore di playstation con la masturbazione. Mi sentivo anche un pochino ipocrita; prima ridevo di mio fratello che si masturbava come un matto ed ora ero io la pervertita che si sditalinava da mattina a sera. Lo facevo in sala, in cucina, in bagno, in camera, dovunque potessi farlo senza essere vista. Era complicato, visto il poco spazio, ma col tempo ero diventata la Lupin del ditalino, hihi; rapida e invisibile.

Qualcosa cambiò quando sentii mio fratello in camera nostra che si masturbava guardando un porno. Io lo stavo facendo in camera di papà e mamma e visto che le due camere avevano una parete in comune, riuscii a sentire qualcosa. Ed è qui che il lockdown mi ha trasformata. La noia, la costrizione, la situazione in generale mi portò ad uscire dalla camera dei miei, per spostarmi silenziosamente di fronte la porta della nostra cameretta. Il cuore mi batteva velocissimo perché sapevo che stavo facendo qualcosa di sbagliato, ma il fatto che un minuto prima avevo due dita dentro di me, mi faceva eccitare ancora di più. Aprii leggermente la porta della camera cercando di non farmi sentire e vidi mio fratello lungo sul letto che guardava la tv. Sullo schermo da 32 pollici un ragazzo ci dava dentro con una ragazza. Anche mio fratello ci dava dentro di brutto però. Una mano si muoveva velocissima sul suo sesso, mentre con l’altra giocava con un capezzolo. La cosa, mi fece strano, perché pensavo che soltanto a noi ragazze piacesse giocare con i capezzoli, ma evidentemente mi sbagliavo. Il volume del porno era tenuto al minimo, ma riuscii a sentire chiaramente alcune frasi che si dicevano i due protagonisti. Ad un certo punto il ragazzo superdotato disse in inglese alla ragazza con la caverna tra le gambe “Ti piace sorellina come ti scopo?”. Cioè, mio fratello stava guardando un porno, un incesto bello e buono. “Si amore, scopa la tua sorellina, falla venire come una fontana” rispose la ragazza/caverna subito prima di baciare suo fratello. Ammetto che di primo acchito mi stranì, ma più guardavo mio fratello segarsi, più sentivo quei due scopare e dirsi porcate assurde e più le mie dita si muovevano veloci sul mio clitoride. Senza rendermene quasi conto, ero sull’orlo dell’orgasmo. Non so quando di preciso, ma ad un certo punto smisi di guardare il porno, ascoltandone soltanto i dialoghi, se così possiamo chiamarli, per concentrarmi completamente sul cazzo di mio fratello. Non era certo delle dimensioni del mostro del porno, ma non era per niente male. Devo ammettere che non avendo mai avuto rapporti sessuali e avendo avuto davvero poche (diciamo due soltanto) esperienze intime con altri ragazzi, non ero in grado di giudicare un pene nelle sue dimensioni. Nei porno sapevo benissimo che tutti gli attori erano esagerati, perlomeno così dicevano le mie amiche più esperte di cazzi. Quindi le cose erano due, o davvero tutti gli attori porno erano superdotati, o tutti i ragazzi che si erano passate le mie amiche (e non erano pochi) erano microdotati, hihi. Credo che sia più credibile la prima ipotesi comunque. Fatto sta che le mie dita erano ormai affondate definitivamente dentro la mia figa e iniziavo a sentire i miei umori scendere sulle cosce, mentre mio fratello andava a ritmo sempre più serrato. Mentre stavo avvicinandomi di più all’orgasmo iniziai a pensare le cose più strane. Pensai al fatto che molto probabilmente mio fratello si sarà masturbato sul suo letto mentre io stavo a dormire, di sicuro. Cioè, pensavo, magari d’estate, quando dormivo con il pigiama cortissimo e mi svegliavo con un seno di fuori perché la notte mi rigiro cento volte, magari lui se n’era accorto e guardandomi seminuda aveva iniziato a masturbarsi guardandomi, magari provando anche a toccarmi mentre di segava, sempre più vicino a me, con il suo cazzo sempre più vicino alle mie labbra, appoggiandocelo sopra magari, così che io, d’istinto, potessi tirare fuori la lingua e assaporarne l’essenza. Magari mio fratello era arrivato al punto di venirmi in faccia. Oh mio Dio, quando mi resi conto di fantasticare in modo così assurdo e pesante, mi ritrovai completamente fradicia proprio nel momento in cui l’attore porno stava dicendo “Tieni sorellina, bevi tutta la sborra di tuo fratello, apri la bocca”. E poi eruttò un fiume di sperma; ormai il mio orgasmo era alle porte, quando mio fratello disse “Tieni sorellina, bevi tutta la mia sborra” e subito dopo eruttò anche lui un fiume di sperma incredibile. Non resistetti e il mio orgasmo esplose come mai aveva fatto. D’istinto aprii la bocca e tirai fuori la lingua, come se davvero dovessi prepararmi a farmi venire in faccia da mio fratello. Vederlo e sentirlo venire in quel modo, pensando forse a me, mi face quasi svenire. Le gambe mi tremavano all’impazzata e mi portai una mano alla bocca perché avevo paura di ansimare troppo forte. Soffocai i miei mugolii nel palmo della mia mano mentre l’attrice prendeva in bocca il cazzo del fratello per pulirlo dal casino che aveva fatto. Mio fratello invece aveva abbassato il ritmo e sembrava quasi coccolare il suo pene come a complimentarsi per l’egregio lavoro svolto. Aveva la pancia e il petto ricoperto di sperma. Addirittura ne aveva un po’ anche sul viso. Vi giuro, era tantissimo, mai visto niente del genere, nemmeno sui porno. Gli ultimo spasmi dell’orgasmo stavano facendo tramare ancora le mie gambe, quando inaspettatamente mi cedette un ginocchio e con l’anca colpii lo stipite della porta. Feci giusto in tempo a defilarmi per non essere vista. Mi allontanai veloce sentendo parecchi umori colarmi lungo le gambe; cazzo, ero un lago assurdo, mai mi ero bagnata così tanto in così poco tempo. Andai in salotto dove trovai mamma che guardava un film romantico. Non potevo andare in bagno perché per andarci dovevo passare davanti la nostra cameretta e avevo paura di essere sgamata da mio fratello, così decisi di mettermi seduta sul divano con mamma. Avevo ancora piccoli brividi di piacere ai muscoli addominali. Dopo un orgasmo sono solita assaporare questi piccoli postumi con immenso piacere. Ora lo stavo facendo seduta di fianco a mamma.

Sarà il lockdown, il non poter avere contatti con nessuno, sta di fatto che in famiglia eravamo molto più “affettuosi” ultimamente. Mamma si face più vicina a me e mi mise un braccio intorno alla spalla. La sua mano era pericolosamente vicina al mio seno dove svettava evidente un capezzolo ancora durissimo. Sentivo i miei umori riempire le mie mutandine e tutto questo mentre mamma mi abbracciava. La cosa più assurda era che mi stava eccitando di nuovo, ma che cazzo mi stava succedendo?! D’istinto misi la mia mano sul fianco di mamma. Lei mi baciò la fronte e poi, visto che girai leggermente la testa nella sua direzione, la guancia vicino alle labbra. “Bella di mamma” disse fra un bacio e l’altro. La baciai anch’io, sul collo, lo facevo spesso visto che lei era più alta di me. “Tuo fratello sta ancora giocando?” mi chiese. Annuii con un sorriso malizioso. “Mmm, capito” rispose con un sorrisino altrettanto malizioso. Poi mi baciò di nuovo, ma questa volta sulle labbra. Un casto bacio fra madre e figlia, come facevamo quando ero piccolina. Mi strinse a sé ed io la strinsi a me. Ci coccolammo strette per qualche secondo poi disse “Però amore, fatti una doccia, ok?”. Se soltanto avesse saputo il motivo di quella sudata…

Mentre eravamo abbracciate mio fratello si affacciò in salotto leggermente rosso in volto, sperando, almeno credo, di scoprire chi lo avesse spiato pochi minuti prima. Trovò la mamma e me, entrambe con un sorrisino paraculo stampato sul volto. “Sarà il caso di spegnare quella playstation ogni tanto?” disse mamma e io sorrisi. La faccia di mio fratello era impagabile. Credo che si stesse scervellando per cercare di capire chi delle due SAPEVA quello che era successo. Perlomeno si era pulito per bene, anche il viso evidentemente. Sarebbe stato imbarazzante venire in salotto con dello sperma sulla guancia che Tutti pazzi per Mary scansati!

Quando mio fratello se ne andò in cucina, io mi girai verso mamma per dirle che andavo a farmi una doccia e poi a nanna. Lei sorrise e disse “Brava la mia bambina” e mi baciò di nuovo sulle labbra. Feci per alzarmi, ma mamma mi prese la mano e disse “Vale anche per te tesoro”. Ero confusa, quindi risposi “Cosa mamma?”. Ancora quel sorriso sulle labbra di mia madre “La playstation. Ultimamente ci giochi tanto anche tu, credevi che non l’avessi notato?” disse facendomi l’occhiolino. Credo che in una frazione di secondo la tonalità del mio viso passò dal rosa candido al rosso ardente. Mamma sorrise e disse “Tranquilla amore, è normale, figuriamoci in un momento come questo. Almeno tu e tuo fratello avete questa valvola di sfogo, è giusto utilizzarla. Soltanto, non esagerare” e fece di nuovo l’occhiolino. Rimasi interdetta, non sapevo come reagire. Mi credevo tanto furba, convinta di aver sgamato mio fratello e di non essere così prevedibile come lui, per poi scoprire che era mamma la vera Lupin della casa.

“Ehm, ok mamma, scusa…” balbettai, ma lei, che ancora mi teneva la mano, mi tirò a sé e prese il mio viso fra le sue mani. “Amore, davvero, non c’è niente di cui scusarsi. Ti ho soltanto stuzzicata un pochino, mi annoio anch’io eh” e sorrise di guasto. “Dai, vatti a fare questa doccia che è meglio” e mi baciò di nuovo, ma questa volta il bacio durò un pochino di più. Riuscii a percepire l’umido delle sue labbra. Per quella frazione di secondo pensai di poter socchiudere la bocca e sentire le nostre lingue abbracciarsi. Forse l’avrei davvero fatto se mamma non avesse interrotto il bacio dopo un paio di secondi. “Su, vai” mi disse lasciando il mio viso e tornando a guarda la tv. Rimasi lì per qualche secondo ancora confusa dal fatto che per un attimo avrei voluto limonare davvero con mia madre, cioè, dopo aver visto mio fratello sborrare come un geyser, dopo aver avuto un orgasmo guardandolo e dopo essere stata abbracciata con mamma mentre ancora avevo gli spasmi dell’orgasmo, ora stavo immaginando di baciarla, di infilarle la lingua in bocca e pomiciare con lei come mai avevo fatto in vita mia. Cioè, o stavo impazzendo o lo ero sempre stata, pazza intendo, senza essermene mai resa conto. Mentre ero immobile, impietrita pensando a queste cose, mamma tornò a guardarmi sorridendo dolcemente per poi tornare un po’ più seria indicando il mio inguine. Abbassai la testa e vidi sui pantaloni del mio pigiama una macchia scura, di bagnato. Non mi ero accorta che gli umori del mio orgasmo non erano stati per nulla trattenuti dalle mutandine. Tornai rossa in volta, forse più di prima, ma fu di nuovo il sorriso di mamma a tranquillizzarmi. “Doccia” sussurrò facendomi cenno con la testa in direzione del bagno. Sorrisi finalmente anch’io e feci per andare in bagno. Mi fermai, tornai indietro e mi riavvicinai a mamma, mi chinai e l’abbracciai forte forte; era la mamma migliore del mondo. Le baciai il collo, più volte “Ti voglio tanto bene mamma” sussurrai al suo orecchio fra un bacio e l’altro. “Anch’io te ne voglio tanto amore, ma tanto tanto tanto. Non puoi sapere quando ti amo piccolina mia”. E mi strinse ancora di più a sé. Anche lei mi baciò il collo. Ci demmo tanti piccoli baci sul collo per poi salire pian piano fino alle guance e alle labbra. Innocenti bacetti sulla bocca, come quando ero piccola, ma dopo i primi, i secondi, i terzi ed i successivi, i baci divennero meno innocenti, finché mamma non schiuse un poco le sue labbra per serrarsi alle mie. Io avevo paura di farlo e fui felice che fu lei a prendere l’iniziativa. I baci si fecero più lenti, meno frenetici, più dolci, più caldi, più appassionati, finché ad un certo punto, sentii la sua lingua; l’umidità della sua lingua, la dolcezza del suo respiro e la morbidezza del suo amore. Le nostre labbra di serrarono e le nostre lingue danzarono lente nascoste dentro allo scrigno che era le nostre bocche. Stavamo limonando, stavo limonando con mia madre. Le mie mani erano intorno al suo collo e le sue invece sui miei fianchi. Mamma spostò le sue dietro la mia schiena e la accarezzò risalendo fino alle spalle provocandomi stupendi brividi lungo la spina dorsale. Mi strinse più forte a sé così da poter sentire il suo seno, così morbido e generoso, sul mio, più sodo ma più piccolo. Non saprei dire quanto durò quel bacio, forse pochi secondi o forse qualche minuto; davvero, non ne ho idea; quando si ama in quel modo, il tempo cambia completamente prospettiva smettendo di essere il metronomo della vita, diventando semplice sottofondo di un atto d’amore.

Dieci minuti dopo ero sotto la doccia. Medio e anulare della mia mano destra erano dentro di me e si muovevano con il tipico movimento ad uncino che mi piaceva tanto. Quando voglio venire in pochissimo tempo basta trovare il punto giusto e torturarlo per un minuto o poco più. I miei umori si mescolavano all’acqua mentre l’orgasmo mi colpiva improvviso. Le gambe mi cedettero, come spesso mi accadeva dopo essere venuta, ma la mia mano non smetteva di masturbarmi. In ginocchio nella doccia, allargai le gambe e mentre le due dita continuavano a premere il punto giusto, l’altra mano iniziò a strofinare velocemente il clitoride. Sentivo ancora gli spasmi del primo orgasmo quando all’improvviso un secondo mi colpì violentemente. Inarcai la schiena e allargai ancora più le gambe. Squirtai leggermente e vidi il mio liquido arrivare una ventina di centimetri da me, per mescolarsi con l’acqua e scomparire nello scarico. Mi alzai in piedi e mi appoggiai al vetro della cabina e premetti i seni contro di esso. Sentivo il freddo vetro premermi i capezzoli con forza. Stavo ancora venendo ma non smisi di masturbarmi. Pensavo a mio fratello, al suo cazzo che mi veniva in faccia mentre dormivo, al sapore che avrebbe avuto, pensavo a come sarebbe stato leccare il suo sperma, tenerlo dentro la mia bocca, per assimilarne tutte le fragranze, tutta l’essenza, per poi socchiudere la bocca e baciare mia madre, per farle assaggiare suo figlio. Quell’ultima immagine mi fece venire di nuovo con ancora più forza. Caddi di nuovo in ginocchio mentre spasmi fortissimi contraevano i miei muscoli addominali facendomi sembrare quasi posseduta. Forse lo ero davvero, posseduta. Venire tre volte in pochi minuti pensando di fare l’amore con mio fratello e mia madre, insieme, come se fosse la cosa più normale del mondo. Mai l’avrei creduto possibile soltanto pochi giorni prima.

Aprii gli occhi e ansimando fissai il vuoto aspettando che le contrazioni scemassero. Quando la pace tornò a regnare sui miei muscoli, mi sorpresi a sussurrare una sola parola. Sentirla pronunciare a voce alta, mi provocò un brivido indescrivibile.

“Incesto”.

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