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Stava tornando a casa. Era la terza volta che era stata a casa di Rita. Lei ed il suo amante, Giuseppe, l’avevano tenuta ferma mentre un uomo, prepotente e volgare, le forzava il culo per farvi entrare il suo cazzo. Lei tentava di resistere, di divincolarsi.
– Ferma, troia – le aveva detto l’uomo – lo devi prendere ed il culo bisogna romperlo.
Si sentiva umiliata, sentiva la lacerazione dello sfintere anale, un ferita cruda che le faceva male ogni volta che contraeva l’ano. Sentiva il gonfiore all’ano e la brutalità di essere costretta ad essere inculata per forza da uno sconosciuto, tenuta ferma da Rita e dal suo mantenuto affinché l’uomo potesse farglielo. Rita, una vera vipera; chissà quanti soldi si era presa da quell’uomo per vendergli la verginità del suo culo.
Decise di troncare ogni relazione con lei . Passò una notte di tormento perché ad ogni involontaria contrazione o come reazione al gonfiore dell’ano sentiva quella maledetta ferita bruciare.
Il mattino dopo le portarono la notizia che suo marito era morto in un incidente d’auto. Dovette provvedere al funerale ed alla cremazione, ma dopo provò uno strano senso di libertà. Non aveva problemi economici: lei ed il marito avevano un deposito bancario, le sarebbe arrivata la pensione ed il risarcimento della assicurazione.
Venne a trovarla la sua amica Sara, per darle condoglianze. Sara viveva in una cittadina marittima, dove Marisa sarebbe sempre voluta andare.
– Marisa, ti capisco. Ti manca tuo marito.
– Sara, erano anni che non era più marito e prima ancora 20 minuti a settimana di amore. Mi manca qualcos’altro, mi manca un uomo.
– Lo avevo pensato che per te era così, anche se tu non ti confidi con me. Ma adesso sei una donna libera e sei ancora bella, piaci molto. Trasferisciti da me, a L…; lì avresti molte più occasioni di conoscere, e poi potrei aiutarti.
– Ci voglio pensare, Sara. Stare vicina a te mi conforta. Voglio pensarci.
Le occorsero due settimane per sistemare le sue cose e per spedire i suoi mobili ed altro nella casetta che Sara le aveva trovato poco distante da lei.
Respirare aria di mare, la bellezza del posto eccitavano i suoi sensi.
– Marisa, non sai quanto ti capisco. Anche per me sono 20 minuti a settimana e non sopporto più di farlo in quel modo. Ah, domani sera vieni con noi a cena al ristorante.
– Andiamo a fare compere, allora. Voglio un nuovo vestito, elegante e voglio regalarlo anche a te .

– Accidenti, Marisa, come sei elegante stasera! – disse Fulvio, il marito di Sara.
– Mi sono tirata un po’ su. Tutto qui. Grazie per il tuo invito.
Seduta al tavolo del ristorante si guardava intorno e si accorse di un uomo che la guardava e guardava con intensità le sue cosce un po’ scoperte. Era un bell’uomo, forse un quarantenne, elegante, stava a cena con una coppia di amici ed una donna.
Mentre aspettavano, Marisa andò in terrazza per fumare. Poco dopo venne anche quell’uomo.
– Una bella serata – le disse
– Si, e purtroppo la notte sarà tiepida e tranquilla.
– Perché purtroppo?
– Dormo da sola.
– E non vorrebbe compagnia?
– Sto con una coppia di amici e lei con una donna.
– Quella è solo una collega di lavoro, non conta.
– Vive anche lei da solo?
– Si, e dormo anch’io da solo. Ha ragione a dire purtroppo. Potremmo rimediare, però. Se vuole la riaccompagno io a casa.
– Riaccompagni la sua collega. Poi, se vuole, può raggiungermi. Non abito lontano.

Quando lui entrò, non perse un attimo: la prese e la baciò in bocca. Marisa sentì il piacere dell’uomo ed il suo cazzo duro sotto i pantaloni. Decise di provocarlo.
– L’avevo capito che hai un bel cazzo ed ora me lo hai fatto sentire. Vediamo quanto vali con una donna.
– Spogliati, voglio vederti tutta. Sei una donna speciale, se mi parli così.
Marisa non si aspettava che la penetrasse subito, ma ebbe un lampo di piacere a sentire nel corpo quel cazzo.
– Ora non fermarti finché non sono venuta anch’io.
– Accidenti, che bella fica stretta che hai!
– Spingi forte, voglio sentirmi posseduta.
La stava chiavando di forza, dando colpi durissimi e lei lo incoraggiava. La fece venire prima di lui, poi le venne nella fica e lei diceva:
– Così, godi dentro di me, dammelo tutto.
Mentre lei si lavava lui si rivesti e la deluse.
– Quando ci rivediamo? – disse lui
– Non ci rivediamo. Credi mi bastino venti minuti? Non sei il tipo per me.

– Te lo sei fatto? – chiese Sara – Come è stato?
– Mi ha fatto venire, ma una volta sola. L’ho licenziato, voglio molto di più.
– Marisa, ma tu ne vorresti due o tre di seguito per come sei.
– Forse si, ma è difficile. Sara, se lo facessimo insieme……
– Non mi tentare, sai che cederei. Ho una voglia rabbiosa di farlo. Tu vorresti essere in un bordello, amore e magari farti scopare cinque o sei volte al giorno.
– Mi ci fai pensare, Sara, ma anche tu lo vorresti, vero?
– Siamo due troie, amore, ma è bello così.
Una settimana dopo Sara le disse:
– L’ho conosciuta al supermercato, abbiamo parlato un po’ e mi ha fatto capire che lei presta donne e ragazze. Però è molto discreta e prudente.
– Alle ragazze fa fare le puttane.
– Dice che le donne come noi danno molta più soddisfazione agli uomini ed anche alle donne. Ma è tutto segreto.
– Te l’ha proposto?
– Beh, si. Ha detto solo per provare e, se non mi va, finisce.
– Sei tentata, Sara?
– Beh…si. Almeno una volta vorrei provare..
– Hai detto anche le donne si servono di lei. Lesbo?
– Si, ma penso che anche lei lo sia. Sai, certe cose si sentono ad istinto.
– Portala da me, voglio conoscerla. Sara, questa vorrebbe farci fare le puttane.

Sara e Rosa entrarono da Marisa.
– Bella – disse Rosa – Contenta di conoscerti.
– Sedetevi e tu spiegami come funziona la cosa.
– Vedi, Marisa, nessuno di qui, vengono da fuori, me li manda l’albergo. Sono persone discrete e vengono per non esporsi là dove vivono. Non si usano nomi veri, lo capite, e dopo non si ci conosce .Voi volete fottere, ragazze ed io poso farvelo fare come volete. Vi avviso per telefono e voi ci andate, in albergo. Ci sono delle regole: li vedi prima e se li conosci, niente da fare. Poi è un gioco nel quale non si può dire mai di no e bisogna fare tutto, niente escluso. Li vedete di nascosto e, se non vi piacciono, non se ne fa niente.
– Tu procuri anche donne alle donne?
– Si ed è molto richiesto, Se ve la sentite potete provare anche voi due. Vedete, l’attività è ben coperta e garantita.
– Tu perché lo fai?
– Per far felici le persone…ed anche perché ci guadagno qualcosa. Voi però non prendete denaro dagli uomini, mai. Funziona in un altro modo, e se ne avete bisogno, ci penso io.
– Fai anche dei gruppi?
– Si, ma quelli solo a casa mia, in albergo non è possibile. Se siete d’accordo, possiamo cominciare tra qualche giorno, aspetto che arrivino. Non abbiate nessuna paura, saremo ben coperti.

– Che ne pensi, Sara?
– Io non potrò farlo sempre, ho un marito, anche se ho dubbi su di lui.
– Quali dubbi?
– I ragazzi…… gli piacciono. Lo sto scoprendo da molte cose.
– Meglio, così non avrai scrupoli a farti chiavare da altri.
– Tu che ne pensi, Marisa?
– Mi tenta molto la cosa. Ma le chiederò di organizzarmi un incontro multiplo a casa sua. Voglio provarlo e provalo anche tu. Oramai ci siamo, Sara, abbiamo la nostra occasione. Ed io ti coprirò come più posso, anche se dovrai passare qualche notte fuori casa. Piuttosto insisti con tuo marito: faglielo confessare e sarai più libera.

-Marisa, sono Rosa. – disse al telefono – In albergo, quarto piano stanza 216. Vai tranquilla, il personale non ti dirà niente, ma mi raccomando: sfogati e fa sfogare anche lui. Fammelo contento.

Era un uomo sui 50, un bell’uomo dai capelli brizzolati. Lei aveva bussato e lui le aveva aperto in vestaglia.
– Come ti chiami ?- le chiese
– Vuoi un nome falso?
– Mi piaci, sei bella e determinata. Spogliati, voglio vederti.
– Spogliati anche tu, voglio vederti anch’io. –
– Ti piace farlo?
– Molto, ma dipende da te farmelo piacere.
– Inginocchiati, voglio un po’ la bocca.
Marisa lo aveva fatto solo da ragazza ed una volta da Rita, ma non aveva mai ricevuto lo sperma in bocca. Si inginocchiò; vide il cazzo duro dell’uomo e si convinse a farglielo. Ci mise troppa passione e ad un certo punto lui le venne in bocca.
– Brava – disse lui. Ora però aspetta che mi riprenda, voglio chiavarti.
Andò a sciacquarsi la bocca e si mise sul divano con le cosce aperte, per fargli vedere la fica. Lui la penetrò con due grosse dita e lei cominciò a risentirne. L’uomo la baciò in bocca e lei gli manipolava il cazzo tentando di risvegliarlo.
– Sei proprio brava – disse lui – lo fai perché ti piace, si vede. Continua, voglio fartelo prendere dentro.
– Si, ma poi non fermarti, voglio venire anch’io.
Glelo prese di nuovo in bocca e poco alla volta sentì come diventava duro. Gli aprì le cosce e lui si inginocchiò davanti a divano e la chiavò.
– Hai un bel cazzo – gli disse – dammelo tutto e spingi forte. Voglio sentirti godere dentro di me.
– Tu non sei una puttana, sei una vera amante, brava.
L’uomo le venne dentro, appena in tempo per il suo orgasmo. La baciò in bocca strizzandole i seni mentre veniva. Lei si lavò, si rivesti e se ne andò senza dirgli nulla.
– Come è andata? – le chiese Rosa al telefono.
– Bene, ma troppo poco, ne volevo di più.
– A te servirebbero due uomini per volta, sei troppo calda, ma te lo farò fare, non temere. Se incontri Sara in albergo, fingi di non conoscerla.
– Hai mandato anche lei?
– Si. Aspetto che mi dica come è andata.

– Sara, ora siamo due puttane?
– MI piace pensarlo, Marisa. L’uomo che mi ha fatta era davvero forte, voleva anche il culo, ma io non l’ho mai fatto. Sono contenta. Ora decidiamo se vogliamo farlo ancora, questa era solo una prova, ricordi?
– Che proponi?
– Vorrei fare di più, un uomo solo non mi è bastato.
– Nemmeno a me- Diciamolo a Rosa, lei sa come fare.

– Potete viaggiare, magari solo per una notte? C’è una festa, ma è nell’altro paese, Lì lo fareste tante volte da ubriacarvi per un mese.
– Sara, puoi trovare la scusa di accompagnarmi per una visita clinica.
– Vi pago io il viaggio, l’albergo non vi serve.
– Andiamo con la mia macchina – disse Sara
– Siete così brave che vorrei baciarvi.
– Fallo – le disse Marisa – un bacio bocca a bocca? Lo voglio così.
Rosa baciò in bocca prima Sara e poi lei.
– Questo era un bacio sensuale – disse Marisa
– Dovrò insegnarvi come si fa con le donne. Comincerete con me.

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