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Erano i primi di giugno e l’afa era arrivata tutt’assieme, quindi era ancora più insopportabile.
Si era svegliata tutta sudata da un sogno strano che le aveva lasciato addosso inquietudine ed eccitazione. Mentre si decideva ad alzarsi e crogiolava nel letto sentì il desiderio di accarezzarsi e si strizzò i seni pieni nelle mani, si pizzicò i capezzoli finchè arrivò la scarica elettrica tra le gambe e le strinse. Lo fece ancora. E ancora..
Si decise a esplorare le pieghe del sesso con le dita e oltre le labbra, più dentro, era bagnata.
Avrebbe voluto prendersela comoda ma si stava facendo tardi e aveva voglia di masturbarsi, infilò il dito ancora più dentro e raccolse gli umori per sfregarsi la clitoride. Si così, le piaceva quello che sentiva. Strizzò ancora il capezzolo tra indice e pollice e si decise a prendere dal comodino il suo piccolo vibratore rosa, voleva godere forte e doveva fare presto. Accese quel piccolo oggetto del piacere e lo regolò a intensità media, se lo strofinò tra le labbra per bagnarlo bene, lo infilò tutto dentro, due, tre, quaro volte.. stava già godendo, aumentò l’intensità della vibrazione e lo puntò sulla clitoride e cazzo si, l’orgasmo deflagrò violento dopo meno di un minuto, lo inseguì con morbidi movimenti del bacino, ansimando. Spense l’oggetto infernale e aspettò ancora un attimo per calmarsi, poi si alzò.
Stava già meglio, niente più cerchio alla testa che ormai era leggera, quindi caffè, doccia e poi via di casa. Sotto la doccia pensò come sempre a cosa avrebbe dovuto indossare quel giorno per stare comoda e fresca, sarebbe stata via tutto il giorno quindi non voleva sbagliare. Esclusi pantaloni e biancheria scomoda, scarpe basse. Un vestito era l’ideale, quello nero, nuovo, ancora mai indossato, tipo camicia con i bottoni fino sotto, opportunamente sbottonato fino alle tette e dalle cosce in giù e una cintura in vita, perfetto con le sneakers bianche. Aggiudicato. Capelli legati, trucco veloce, mascara e rossetto bastavano col paio di lampade che l’avevano già un po’ scurita.
In un lampo le venne in mente il tipo del pullman che da un paio di settimane trovava già su quando saliva lei e che scendeva una fermata prima. Si guardavano sempre di soppiatto, di sicuro lui le guardava il culo quando gli si metteva di schiena, in piedi. Ultimamente aveva preso a pensare a lui quando si vestiva, voleva essere guardata e apprezzata. Il tipo era un gran figo, più maturo di lei, uno con l’aria di sapere quello che voleva e come prenderselo, le piaceva provocarlo e probabilmente sarebbe stato bello anche scoparlo.. Si avviò alla fermata con questi pensieri ancora mezzo eccitata dall’orgasmo mattutino, bello si ma.. mai abbastanza.

Eccola. Bella. Bellissima. Benedetta sia l’estate. Quei capelli tutti tirati in alto scoprono il collo lungo e le fanno gli occhi ancora più da gatta. Una gatta in calore, tutta scollata e con le gambe al vento, pelle liscia e abbronzata in bella mostra. Cazzo quanto mi piace. Ormai mi hanno riconsegnato la macchina ma continuo a salire su questo pullman puzzolente solo per vederla ancora. Da pazzi si, ma me la sogno anche la notte. Sono seduto al solito posto, piuttosto indietro sul corridoio e lei mi intercetta subito, lo vedo, lo sento. Quando non trova posto a sedere si ferma un po’ più avanti e si fa allegramente guardare il culo, lo so io e lo sa lei. Oggi però avanza ancora verso di me, ha gente dietro che la spinge ad andare avanti e si ferma di fronte a me. Io seduto e lei in piedi, a gambe leggermente divaricate, per tenersi in equilibrio. Alza un braccio e si appende alla maniglia, la scollatura si apre tutta, spunta una tetta strizzata in un minuscolo reggiseno trasparente nero. Mi arriva tutto il suo odore e il mio uccello già barzotto fa la ola. Si alza in un nanosecondo e non penso nemmeno per sbaglio a nasconderlo. Che lo guardi, che lo sappia l’effetto che mi fa. Fa la vaga, si guarda intorno ma si offre al mio appetito, si apre. E alla fine guarda in basso, incrocia i miei occhi che se la stanno già facendo e poi più giù, la patta gonfia dei pantaloni. E’ un attimo, si incendia, anche se all’apparenza non batte ciglio, si morde le labbra, sposta lo sguardo e poi.. Sdrrrraaaan!! Sento il pullman inchiodare e lo stridio delle gomme sull’asfalto, le imprecazioni della gente e lei che mi finisce addosso, tutta quanta. Cerca di appoggiarsi da qualche parte ma non ci riesce, la tengo io per la vita ma ho le sue tette davanti agli occhi. Cazzo, cazzo.
La annuso, non posso farne a meno, me la stringo ancora più addosso e strofino il mio viso su quella porzione di petto scoperto.
E’ il paradiso.
Le scappa un gemito arrapantissimo quando la sua mano in cerca di un appiglio lo trova nel mio cazzo che ormai è di legno, anzi, lo stringe addirittura e non prova nemmeno a ritrarsi. Mi arriva una scarica elettrica dritta al cervello, tiro fuori la lingua e le lecco la pelle tra i seni, la mordo attraverso la stoffa, sto andando fuori di testa. Sentiamo il pullman ripartire, sappiamo che non può rimanere così spiaggiata su di me e in qualche modo riesce a rimettersi in piedi. Ansima.
E anche io.

Cristo, una pazza sono, sto delirando, mi sono fatta baciare, mi sono fatta leccare e gli ho quasi fatto una sega. Mi pulsa la fica per quanto sono eccitata. Voglio che mi tocchi, non posso resistere. Lui guarda in su e io guardo in giù, i nostri occhi si incrociano e andiamo letteralmente a fuoco. Spengo il cervello e accendo le mani, mi sbottono il vestito davanti a lui che mi guarda imbambolato, gli manca solo la bava che scola dalla bocca. Il vestito adesso è aperto ad altezza fica e lui fissa proprio in quel punto. Io allargo le gambe ancora un po’. L’invito è esplicito e lui lo raccoglie. Guardo la sua mano che si avvicina al mio corpo con gli occhi spalancati e il cuore in gola, scompare sotto la gonna e si infila tra le gambe, nel centro bollente. Chiude gli occhi lui, si vede che gli piace quello che sente e io li chiudo dopo di lui. La sua mando mi prende tutta, dal pube all’ano e stringe più volte. Gli vado incontro col bacino, lo voglio dentro, sto bruciando. Sento le dita che spostano lo slip e uno di loro penetrarmi piano. Come immaginavo sono fradicia, sto scolando letteralmente. Lui ha un’aria beata, sentirsi quel lago sulle dita gli piace da morire e infatti inizia a perdere il controllo, mi accarezza con tutta la mano, se la bagna tutta e poi, un dito alla volta, mi entra dentro. Cristo che goduria. Si lavora la clitoride fino a farla diventare dura come un sasso, mi porta a un passo dall’orgasmo così, poi si allontana e continua ad accarezzare quella pozza vischiosa che ho tra le gambe.. prende un bel respiro e infila un dito, tutto dentro, poi un altro. Inizia a scoparmi davvero adesso, dentro e fuori, colpi veloci ed energici, mentre con la altre dita cerca di toccare altri punti sensibili. Ormai il ritmo è serrato e io non capisco più niente, ho il fiatone che non riesco a controllare, non so più neanche dove sono, sento solo l’orgasmo che monta su quelle dita impazzite.

Dio mio che cazzo sto facendo. Nemmeno nelle mie fantasie più trasgressive ero arrivato a immaginare tanto. E’ bellissima cazzo. E morbida. E calda, bollente. E bagnata, da morire. Si sta letteralmente sciogliendo sulla mia mano. Quando ha sbottonato quel vestito sono rimasto scioccato, mi si è seccata la gola, ho sentito il cazzo premere per liberarsi dai pantaloni. La mano si è fatta strada in automatico, il cervello ormai era già spento. Va avanti l’istinto. Quello più animale, fuori controllo. Penetrare quella carne morbida e trovare già pronto un vasetto di miele vischioso è stata un’esperienza devastante. Neanche non avessi mai toccato una donna. Sarà questa situazione assurda e proibita. Ma mi è sembrata una cosa nuova, eccitante come nessun’altra. Davvero l’invito di una sirena. Le infilo le dita dappertutto, anche nel culo, sono talmente bagnate e scivolose che lo spingo dentro quasi tutto e lei a quel punto decolla. Riprendo a fotterla forte con tre dita e a sbatterle il palmo su quel cazzo di bottone duro finchè inizia a tremare, letteralmente. Non mi fermo, non ci riesco, vorrei urlare e vorrei che urlasse anche lei, siamo due animali, due selvaggi. Continuo a sbatterla con tutta la mano mentre viene sopraffatta da un orgasmo fortissimo, una marea che la investe e si trasforma in un solenne squirt che allaga il mio braccio, le sue gambe e il pavimento. Tutto questo mentre la guardo dal basso, io ancora seduto, lei ancora in piedi, tremante.
Cazzo.
Sento la pressione della sua carne attorno alle dita allentarsi e lentamente sfillo le dita dalla fica ormai aperta. La accarezzo ancora, non riesco a staccarmi del tutto e penso che anche lei gradisca ancora il contatto. Spalmo tutto quel liquido all’interno delle cosce, come fosse una crema, mentre riprendiamo piano il controllo e rallentimo il respiro. Mi guarda stravolta, sembra arrivata da un altro tempo e da un altro pianeta, fa fatica a riprendere il contatto con la realtà, le guance arrossate, gli occhi scintillanti e lo sguardo appagato, la bocca ancora aperta.
E’ una visione.
Punta in basso lo sguardo e scoppia a ridere.
Cazzo se è bella.
Rido anch’io insieme a lei.
Sono venuto nei pantaloni, senza neanche toccarmi.

Marla Singer

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