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Situazioni erotiche – cap. 25

By 18 Febbraio 2020No Comments

Nel leggere dei giornali di moda femminile Lidia ha pensato che molte sue conoscenti sono veramente incoerenti.

Si chiedeva quante lettrici di quelle riviste, e sono tante, coloro che condividono l’amore per il proprio fondoschiena, sedere, culetto, posteriore (chiamatelo come volete) e quello degli altri/e come la sottoscritta. Chissà quante sono quelle che storcono il naso solo all’idea della penetrazione, soprattutto anale, ma portano il perizoma magari molto succinto pensando che qualcuno le veda sotto i leggings o gonne, collant molto coprenti.

Sono decisamente molte quelle che nei momenti di piacere solitario si attardano col dito piacevolmente sul buchetto. Per non dire di quelle che non l’hanno mai fatto senza sapere il motivo e quelle per scelta. Quelle che hanno scoperto per caso il sesso e che da quella volta amano l’accoppiamento anale più di quello tradizionale.

Inoltre ci sono in gran numero quelle che sorridono e restano in silenzio quando l’amica racconta che l’ho fa spesso col marito e gode.

E poi quelle ancora vergini, quelle che hanno voglia di provare a fare sesso chissà quando.

Quelle che, oltre l’imbarazzo e la vergogna, si godono volentieri una bella peretta o una sculacciata sul culo.

Da quel momento di estrema privacy l’ha distolta Alfredo che le diceva “Ora rilassati”

Lidia doveva solo rilassarsi.

Per un attimo aveva perduto la cognizione di dove fosse e chi le avesse parlato ma adesso ricordava.

Quella mattina, verso le 11, Alfredo l’aveva aspettata come sempre vicino la macchina del caffè e sorridendole come un ragazzino le aveva mostrato il pacchettino.

“Cos’è?” aveva chiesto lei sorpresa.

“Oggi è la festa degli innamorati e questo è il mio regalo per te” poi ha aggiunto “Non aprirlo qui. Ti aspetto nel mio ufficio più tardi”

Da qualche mese Lidia aveva un amante segretissimo; non ne era a conoscenza neanche Silvana, la sua amica complice degli incontri sessuale con cui aveva fatto sesso lesbico. Quel rapporto amoroso voleva tenerlo il più segreto possibile.

Era San Valentino e lui, Alfredo, un bel giovane brillante e dall’aspetto sicuro, le aveva consegnato un regalo davanti a tutti i colleghi di studio.

Lidia si è stupita per aver accettato la corte di quel giovane fin dal primo giorno però ammetteva che quel giovane le piaceva; quel suo modo di fare spavaldo e impertinente l’aveva stregata.

In fin dei conti lei era stata sposata, è vero che ora era single e che aveva passato i quaranta da un po’, ma lui era un trentenne laureato e avviato alla carriera di avvocato e lei faceva la semplice avvocatessa che poteva permettersi di lavorare meno di lui ma nello studio era considerata brava ed intelligente.

La sua vita da quando si era separata aveva avuto delle scosse ed aveva fatto sesso ma poi lentamente la verve si era affievolita ed aveva necessità di dare una scossa alla monotonia della sua vita che ormai era diventata una discesa lenta e costante verso la noia. Forse di questo le era maggiormente grata, di aver alimentato la fiamma della passione che si era assopita e rischiava di spegnersi.

Durante tutta la mattina Lidia ha fantasticato su cosa potesse contenere il misterioso pacchetto avvolto in un’appariscente carta argentata su cui mille stelline luccicavano ai riflessi del sole trattenuta da un nastro rosso terminava in un bel fiocco.

Nella pausa pranzo Lidia non ha resistito alla curiosità e facendo sì che occhi indiscreti non la vedessero ha sciolto il nodo ed aperto la scatolina che era senza scritte e chiusa da due gancetti.

Lei era emozionata. Era da tempo che non aveva sensazioni così belle anche se in altre ocacsioni aveva detto che erano infantili; ora le aveva lei e tenendo la scatolina senza aprirla ha immaginato che Alfredole avesse regalato un gioiello oppure un qualche oggetto costoso come già altre volte aveva fatto.

Invece no.

La sua sorpresa è stata enorme quando, sollevati i due gancetti, sollevato il coperchio, ha trovato dentro quelle che a prima vista sembravano tre normali palline rosse di diversa misura.

Qual era il significato? Che voleva dire Alfredo!?

Le tre sferette erano sistemate nelle loro sedi di velluto nero e sembravano unite tra loro da un cordoncino bianco.

Lidia ha immaginato a cosa potessero servire. Lei non ne aveva mai visto ma in qualche film porno visto in rete ne aveva visto ma di foggia diversa ed allora è scoppiata in una risata tra lo stupita e il divertita per la sorpresa promettendosi che, al termine della giornata al di fuori dello studio, gli avrebbe chiesto il significato di quello strano regalo.

Lavorando ad una pratica si è per un momento rilassata distraendosi e si è ricordata di una frase “Su rilassati, da brava!”

Sì, proprio così, ora ricordava.

Poi aveva ripreso a lavorare e non aveva fatto caso al fatto che Alfredo fosse entrato nella sua stanza in punta di piedi senza farsi sentire. Lei non se n’era accorta perché attenta al monitor del computer dava le spalle alla porta d’entrata.

Nell’avvertire le mani di lui sulle spalle aveva avuto un fremito. La porta della stanza era chiusa e si è lasciata baciare con lui che la teneva da dietro sussurrandole nell’orecchio parole che non sentiva nemmeno.

Lidia era bella, Alfredo lo ripeteva sempre, l’età le aveva donato quella maturità e quella femminilità che solo il tempo donava alle più fortunate insieme ai segni degli anni più belli: il seno era generoso e non si poteva fare a meno di non notarlo sotto la giacca del tailleur, il viso aveva l’espressione materna ed era coronato da lunghi capelli ramati, e poi, ciò che anche le amiche e le colleghe le invidiavano, erano le sue gambe armoniose appena tonde sulle cosce. Le dicevano spesso che aveva un gran bel sedere.

Anche Alfredo lo aveva detto con insistenza negli ultimi tempi e lei ne era molto lusingata, molto di più dei complimenti delle amiche. A quegli apprezzamenti ci teneva ed era attenta a quel che dicevano le amiche ma gli apprezzamenti di Alfredo avevano il top dell’attenzione.

Il suo corpo era veramente bello ed armonioso e coloro che l’apprezzavano sapevano che a lei quegli apprezzamenti piacevano.

Aveva fianchi ampi e tondi che si raccordavano in un sedere straordinariamente pieno, sodo e sensuale, così eccitante da andare al di là di ogni immaginazione. Il contrasto tra il suo volto pulito, la sua naturale apparente timidezza e la sfrontata sensualità delle sue candide, tonde natiche era ritenuto anche da Alfredo, esplosivo.

Nella penombra del pomeriggio la piccola stanza dello studio era calda non solo per effetto dei radiatori caldi ma anche perché Alfredo stava procedendo a toccarla in zone erogene. Lidia si stava scaldando internamente e sentiva la schiena inumidirsi di sudore mentre e lui l’ha aiutata a togliersi la giacca.

Qualche volta, furtivamente, avevano passato un’ora di passione fra quelle pareti ma quella sera Lidia sentiva le mani e la voce di lui farsi più insistenti e audaci come mai prima ed era spaventata all’idea di abbandonarsi completamente a lui e poi vedersi aprire la porta ed apparire qualche altro componente lo studio associato.

Lidia comunque non si è voluta privare di quelle carezze che Alfredo le faceva.

Lei non vedeva il suo viso ma sentiva la sua bocca stropicciarle il lobo e tirare l’orecchino nonché le mani di lui salirle fin sotto le tette fra i bottoni della camicetta ed abbassare le coppe.

Il respiro è diventato forte e la presa ferma di quelle mani la costringeva immobile con il capo chino mentre le mani di lui spingevano il viso contro il piano della scrivania costringendola a piegare il busto, aprire un po’ le gambe e involontariamente far sporgere in fuori il bel sedere.

“Che intenzioni hai?” gli ha chiesto quasi senza fiato.

“Niente che non sia per il tuo piacere” è stata la risposta che l’ha lasciata nel dubbio più totale.

Alfredo aveva davanti ai suoi occhi quello che già da tempo era l’oggetto in cima ai suoi desideri e di cui, per paura delle reazioni di lei, non ne aveva mai fatto cenno a Lidia che immaginava non avrebbe gradito attenzioni così particolari ad una parte così intima del suo corpo.

Il tessuto di cotone di colore verde chiaro della gonna per la posizione assunta da Lidia evidenziava le curve dei fianchi e dei glutei di lei che lui ora sottolineava con le dita che passavano nelle pieghe della stoffa che pian piano si era sollevata scoprendo un pochino le gambe.

Alfredo aveva trovato un alleato nel caldo della stanza e della situazione emotiva che si era venuta a creare. Queste condizioni hanno stimolato la sudorazione in quella zona del corpo e la stoffa che ha assorbito è diventata come trasparente facendo intuire quale fosse il colore del perizoma e rendendo molto sexy il solco fra le natiche.

Mentre lui le faceva una carezza, le scostava i capelli dal viso per baciarla.

“Hai proprio un bel culo!” le ha detto ridendo e dandole un colpetto su una natica restando  per un attimo a guardare lo spettacolo di quelle cosce che terminavano in un fondoschiena così superbo e generoso, con curve pronunciate e dalla forma sporgente che lei si sforzava di mostrare per eccitarlo. Lui è riuscito a vedere il colore del triangolino di pizzo nero delle mutandine sgambate che contrastava con quello della gonna e della pelle delle cosce.

Alfredo incurante delle eventuali conseguenze se qualcuno li avesse visti, si è chinato dietro di lei ad ammirare incantato la sinuosa sporgenza percorrendo con le mani prima i fianchi e poi le cosce fin sotto dove una piega della pelle segnava l’inizio delle natiche.

Lidia per far sì che potesse sentire meglio il piacere del tocco di quelle mani le ha sollevate non troppo e lui ne ha ancora una volta, come se non le conoscesse, tastato la durezza per poi percorrere il bordo delle mutandine cercando l’elastico superiore.

Lidia, all’inizio era rimasta passiva e insensibile davanti alla sorpresa mista all’imbarazzo per l’insolita situazione che si era creata che la eccitava, ha provato un calore nel ventre e nella figa che sentiva aprirsi per dare a lui la possibilità di andare a toccare e godersi il suo bottoncino bagnato ed impaziente di essere titillato.

Alfredo ha abbassato fino alle ginocchia, nonostante i dinieghi di lei e nessuna reazione contraria, il perizoma.

Quella che Lidia aveva assunto era una posizione che le ricordava quando da bambina sua madre le praticava lavande e clisteri. Si ricordava che ciò che la turbava era la sua mano lunga che la graffiava all’interno delle cosce e che sempre le lasciava le mutande a mezza coscia perché, diceva, essere più umiliante.

Da quei pensieri l’ha distratta Alfredo “Oh ohh! Hai aperto la scatolina del regalo!” Senza aspettare la risposta ha afferrato la scatolina lì sul tavolo “Adesso scoprirai a cosa servono queste palline. Apri le gambe!”

Lidia in balia della lussuria di una situazione piena di erotismo ha fatto come lui voleva, portando il sottile indumento intimo alle sue ginocchia.

“Non mi fare male, ti prego, fai piano”

Alfredo aveva il cazzo tanto era eccitato che gli scoppiava nei pantaloni ma era solo l’inizio; adesso veniva il bello.

Con i pollici ha separato le due rotondità aprendole bene, ed in fondo a quelle stupende natiche ha visto un po’ nascosto il piccolo buchino del culo di Lidia, indifeso e delicato.

Era l’inizio della preparazione al gioco che si proponeva di fare.

Senza avvisare minimamente Lidia, ha puntato l’indice sull’ano che lui credeva vergine ed ha spinto con decisione.

“Ahhia!…Alfredo!”

“Ssss!” ha fatto lui “Dai, tieni le chiappe aperte!”

E così Lidia ha fatto che non voleva disubbidire, anche se aveva paura. Lei sapeva che se avesse fatto i capricci proprio ora forse avrebbe perso Alfredo e non voleva finire quella relazione fatta di molto sesso che a lei piaceva tanto che la rendeva soddisfatta delle sue necessità erotiche.

“Mamma mia, quanto sei stretta!” mentre lui le girava l’indice nel retto cercando di aprirle maggiormente l’anello in modo che entrasse un secondo dito  “Rilassati, se no rendi tutto più difficile e sicuramente sentirai dolore! Dovresti rilassarti e spingere all’infuori come se dovessi fare la cacca”

Lei ce l’ha messa tutta, ed ha provato a rilassare i muscoli anali facendo ciò che lui le chiedeva. In Alfredo lei aveva la massima fiducia e si scioglieva quando lui la toccava le intimità.

Per facilitare le cose, Lidia sapendo che prima o poi ad Alfredo avrebbe dato il culo, si era procurata del gel. Lei sperava di fare quell’esperienza anche con altri maschi ma fino a quel momento non era accaduto. Ora però il suo desiderio si stava avverando ed allora ha preso il tubetto dalla borsa che era lì sulla scrivania e lo ha dato al suo amante.

Appena Alfredo ha capito che lei stava eseguendo ciò che le aveva chiesto rilassando i muscoli per facilitare la penetrazione, ha spinto il secondo dito aiutato stavolta dal gel che le ha spalmato attorno all’ano inviolato.

Al sentire ciò che lui ha messo dentro, Lidia ha tremato ed è scossa da brividi che le corrono lungo la schiena partendo proprio da laggiù, da quel piccolo buchino nascosto nel solco del suo bel sedere tondo a cui nessuno mai prima d’ora aveva prestato tante cure e interesse. Il suo culetto di donna matura ora sentiva l’ano bruciarle infiammato da quelle due dita che continuavano a girare come per allargare ancora l’apertura che a lei sembrava dovesse strapparsi da un momento all’altro. Temeva che Alfredo le rompesse i muscoli anali.

Poi un sordo rumore e le due dita d’improvviso sono uscite.

Alfredo sorridendo felice, gustandosi l’idea di quello che le avrebbe fatto, ha visto il buchino restare aperto come se fosse boccheggiante e vibrante, in attesa di qualcosa che lo riempisse.

Lei sentendosi vuota immaginava che adesso il suo giovane amante l’avrebbe presa lì, senza alcun rispetto per la sua intimità e il suo orgoglio, riteneva che la sodomia fosse una umiliazione per una donna ed anche un atto vigliacco per sottometterla al maschio, per non dire poi che era anche doloroso.

Ma non c’è stato niente di tutto ciò.

Qualcosa di fresco si è invece appoggiato in mezzo alle natiche ed è inaspettatamente scivolato dentro sorprendendola e dandole delle belle sensazioni.

Lei si aspettava dolori che si era decisa di sopportare ed invece è stato tutto dolce, bello e delicato.

“Oooohhhh!” ha sussurrato Lidia sorpresa.

“Da brava, amore, resta giù che c’è ne sono altre due che vogliono entrare nel tuo caldo culo!” ed Alfredo ha sorriso.

Ora tutto era chiaro. Ora Lidia capiva del perché Alfredo le ha aperto il buchino prima con un dito, poi con due e si è attardato dentro. Era chiaro perché avesse voluto spalmare il gel.

Era chiaro che il regalo lui lo avrebbe dato a lei direttamente dentro il suo corpo entrando dalle sue intimità. Le avrebbe infilato nel culo le tre palline contenute nella scatola. Tre dure sferette di plastica rosse tenute insieme da un filo bianco, di cui una, l’ultima, era grande quanto un mandarino.

Alle spalle di Lidia, le mani di Alfredo le stanno massaggiando i glutei, aprendo e chiudendo le natiche per far meglio entrare la seconda pallina che ormai era proprio a contatto del buchetto caldo e umido della sua mante, spinta dal pollice di lui a forzare l’ostacolo. Per il culetto di Lidia, fino a poco fa inviolato, quella noce era troppo grande e sembrava fosse troppo. Lidia ha pensato che per lei fosse già quello un eccesso e mentre pensava questo “Ahi ahhh … ahi… mi fa male… noooo… smettila! E’ troppo!”

Ma lui “Zitta! Senti come sei fradicia!” passandole due dita tra le grandi labbra della figa “Non mi dire che non ti piace! Dai fai la brava e apri le gambe!”

Dopo tre tentativi lo sfintere anale ha ceduto e la pallina è entrata dentro dilatando il muscolo in maniera impressionante.

Alfredo con un leggero gusto sadico ha trattenuto a metà la sfera dallo scivolare risucchiata nel retto. Lo ha fatto per godersi l’orifizio allargato al massimo, voleva vedere se si rompesse e voleva sentire anche se Lidia si sarebbe lamentata sapendo che poi le sarebbe piaciuto parecchio.

Per quel trattamento Lidia non si sentiva affatto umiliata, ma non poteva negare che le era gradito. La sua figa fremeva dal piacere colando umori profumati i cui profumi si spandevano dando alla stanza il tono di un’alcova.

Il culo le bruciava ormai e lui ha tentato di infilarle l’ultima enorme pallina sapendo che solo uno sfintere super rilassato e allenato avrebbe potuto accoglierla. Voleva che Lidia prendesse quella sfera come fanno le pornostar che sono già ben allenate a farlo.

Appena lei se ne è accorta ha tentato di impedirlo “No ti prego! quella no! Mi spaccherai, ti prego! Ci proviamo un’altra volta, dai! Te lo prometto la prenderò dentro al nostro prossimo appuntamento a casa mia” ma è stato inutile. Il buchetto era ancora aperto per la pallina precedente e non sembrava richiudersi. A causa della dilatazione era liscio e umido segnato da quel passaggio innaturale delle sfere che erano già dentro e che le piaceva sentirle in lei dandole sensazioni mai prima provate e molto piacevoli.

“Va bene. Smettila però di avere paura. Te la metterai a casa e mi farai vedere tutta la scena di quando entrerà. Ora ti levo le palline”

Alfredo ha iniziato a tirare il cordoncino e si è fermato per guardarla in faccia.

 “Non pensavo che ti comportassi come una bambina! Credevo che fossi coraggiosa e che volessi provare nuove sensazioni”

“Mah, Alfredo! Vuoi farmi ancora qualcosa?!”

Lui ha estratto le palline da dentro di lei che sospirava e mugolava godendosi l’estrazione e nel contempo le dilatazioni dello sfintere. La manovra è durata poco e si sono dati appuntamento all’indomani. Si sono dati un bacio e si sono lasciati.

Appena lui è uscito, lei ha aperto la finestra per cambiare aria; c’era troppo inequivocabile profumo di sesso in quella stanza.

Lidia lasciò l’ufficio ancora incredula per quello che le era capitato e si è affrettata a casa come sempre.

Nel camminare a lei sembrava che tutti mentre la guardassero e sapessero cosa le aveva fatto Alfredo.

A lei pareva che sapessero come si sentiva per quelle attenzioni che il suo amante ha avuto proprio quel giorno per il suo fondoschiena tanto ammirato, ma si godeva la dolce soddisfazione dell’orgoglio che provava nel sentirsi ancora così desiderata da un giovane.

Lidia si stava preparando la cena e pensava di telefonare a Silvana, la sua amica intima per uscire con lei a divertirsi, proprio oggi che è San Valentino.

E’ squillato il campanello di casa ed al citofono si è sentita la voce proprio di Silvana. Lidia ha lasciato la porta d’ingresso aperta in modo che la sua amica entrasse direttamente.

Lidia era in camera ad indossare qualcosa di decente ed ha sentito la voce squillante di Silvana chiedere “Ciao amore, dove sei?”

“Sono in camera. Se vuoi vieni!”

Silvana l’ha raggiunta ed appena le due donne si sono trovate una davanti all’altra si sono baciate incrociando le lingue e premendo i loro corpi uno sull’altro.

“Uhm!  Oggi sei proprio calda! Che hai?”

“Ho una sorpresa ed un regalo per te!” ha esclamato sorridendo Silvana che in quel momento le ha mostrato una busta con dentro due pacchetti ben confezionati.

“Ma che cos’è? è tutto per me? Non dovevi disturbarti!”

“Ma figurati! Per te questo ed altro. Spero solo che siano di tuo gradimento. Oggi è San Valentino! Su forza, scarta!”

Ancora presa dai ricordi dell’incredibile incontro con Alfredo da cui ne è uscita distrutta,  Lidia aveva quasi dimenticato la ricorrenza.

Lei era ansiosa di aprire i pacchetti; uno era lungo e sembrava essere un’acqua di colonia, l’altro era più tozzo del primo ed era grande come contenesse dei dolcetti.

All’apertura della carta che avvolgeva quest’ultimo Lidia si è trovata davanti un contenitore anonimo.

Ha voltato lo sguardo verso Silvana, che nel frattempo si era seduta sul lettone lì vicino scoprendo le cosce mostrando l’intimo sulla figa e le ha sorriso felice e la sorpresa per Lidia è stata grande: appena sollevato il coperchio sono apparse tra sfere collegate da un cordoncino sullo stesso stile di quelle che le aveva regalato Alfredo.

., con due gancetti dorati, lo aprì e per poco non svenne, non poteva credere a quello che vedeva, non si sarebbe mai aspettata un regalo del genere da suo marito!

Incredibile, c’erano tre palline rosse come quelle regalatele da Alfredo. La donna è rimasta basita, il suo cervello era andato in tilt. Si chiedeva se i due si fossero messi d’accordo per regalarle oggetti quasi uguali.

Sul momento Lidia non sapeva a che dire; le sfere che Silvana le ha regalato non erano di dimensioni diverse come quelle tre che le ha regalato Alfredo ma hanno tutte la stessa dimensione.

“Ma che hai?” le ha chiesto Silvana che si aspettava un gesto di meraviglia da parte della sua amica.

Ma Lidia ha replicato “Suppongo sia uno scherzo. A vedere la scatola pensavo che contenesse dei gomitoli di lana!”

Lidia ha sorriso e si ha tappato la bocca con una mano per meraviglia.

Silvana l’ha incalzata dandole anche l’altro pacchetto “Tieni, anche questo è un regalo per te. Buon San Valentino tesoro!”

A quel punto aperto rapidamente il pacco si è trovata sotto gli occhi un vibratore.

Le risate tra le due si sono sprecate e così anche i baci.

Dato che Silvana era già seduta sul letto, lidia si è inchinata per darle un lunghissimo bacio profondo con cui le lingue si sono incrociate ed hanno battagliato molto nelle loro bocche.

Man mano che proseguivano i baci si sono spogliate e sono finite a leccarsi reciprocamente.

Ma Silvana voleva sorprenderla: desiderava da tempo vedere Lidia con un dildo nella figa ed uno nel culo. Per ora a disposizione ce n’era uno solo ma si riproponeva di acquistarne un altro affinché Lidia ne avesse una copia.

Quell’oggetto lungo che messo in funzione vibrava e si muoveva ritmicamente ha colpì subito la fantasia di entrambe.

Silvana lo ha comprato perché era pubblicizzato come l’ultimissimo modello di vibratore in commercio. Era rosa, di medie dimensioni e dotato di quattro velocità. Ci hanno riso su nel prenderlo in mano ma, allo stesso tempo, entrambe si sono rese conto di quanto fosse eccitante la sensazione che faceva provare stringendolo nel palmo, figuriamoci tra le gambe.

Silvana pensava supponeva che si potesse inserire e poi anche uscire tenendolo dentro oppure tenerlo in borsa ed usarlo al momento della voglia. Immaginava nella sua mente di utilizzarlo anche andando a sedersi su una panchina del parco dove avrebbero potuto rilassarsi all’ombra di qualche albero e masturbarsi con il nuovo acquisto.

Silvana è sempre stata più vogliosa ed audace di Lidia in fatto di sesso ma, quando quest’ultima l’ha vista estrarre dalla confezione il vibratore, ha fatto a malapena in tempo a prenderlo in mano e sentirsi con la figa già completamente bagnata ed una voglia di godere assurda. Però era già notte e quindi questa idea l’avrebbero realizzata un altro giorno.

Entrambe le donne indossano la gonna quindi è facile scostare il perizoma e far spazio a quel magnifico arnese. Per un attimo Lidia ha avuto il timore di fare la figura della troia e ha detto a Silvana ciò che pensava, ma il prurito che le era venuto tra le gambe, solo al pensiero di farlo in pubblico, le ha fatto indurire il clitoride.

Silvana ha continuato a baciarla e con le mani è andata a spogliare l’amica che era talmente calda ed eccitata che dovette fare solo una lieve pressione per farle entrare il vibratore tutto dentro. Poi lo ha acceso a velocità due ed ha iniziato a muoverlo lentamente fuori e dentro la figa ormai sgocciolante.

Lidia godeva moltissimo come una cagna in calore.

Inoltre Silvana godeva con lei sentendo le sue urla di piacere che, già vicina all’orgasmo, con una mano teneva ogni tanto il vibratore e con l’altra si sollecitava il clitoride.

Che sensazione! Lidia imperterrita si facevo scopare dal nuovo gioco e ad allo stesso tempo Silvana le accarezzava i capezzoli turgidi da sotto la camicetta.

Le due donne non potevano resistere a lungo, l’eccitazione era troppa.

Allora Silvana, sapendo che a Lidia piace essere trattata da troia viziosa, ha deciso di aumentare la velocità e “Sììì … oddio, vengo!”

Questa frase quella notte è stata pronunciata tante volte da entrambe le donne

Il lenzuolo al momento in cui sia una che l’altra donna, stanche, hanno deciso di riposarsi e dormire almeno un po’, se lo sono ritrovate completamente zuppo di sbroda che ha anche bagnato i loro indumenti coinvolti nella battaglia amorosa.

L’ultima volta che Silvana è venuta era già vestita per tornare a casa sua, di mattina verso le nove, me forse perché più esperta e preparata a ciò che stava per accadere, è riuscita a non sporcarsi i vestiti mentre, a voce alta gridava “Ecco cazzo!! Vengo anche io!” emettendo uno spruzzo degno di film porno.

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