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Ah…!Mordimi, dunque…
fallo senza scrupoli,
alla tua bocca offro
le coppe dei miei seni
che, fra le dita incerte,
a te protendono,
turgidi, i capezzoli.

Allàttati al mio seno
sì… lecca la punta tumida
che ti tenta alla bocca.
Torturato è il batocchio
con tutta la mammella,
un brivido trasmette,
ottenebra il cervello.

Un’onda calda scorre
nelle mie fibre, giunge
a versare dopaminici
flussi, movendo l’attesa
del piacere che possente
mi prende e violenta
mi sbalza e mi sballotta.

L’affanno si fa intenso,
mentre cerco l’innesco
dell’incendio. Mi turbi
e mi molesti, tua fammi,
di te rendimi pregna, riempi
la mia coppa! Ubriaca
berrò d’un colpo, tracannerò

intero il liquido amaro
che in me scende leggero
nei reconditi anfratti
delle mie interiora. Oh!
Possente, t’avverto, tu
m’assali, mi violenti…Sì,
t’avanzi nel baratro scuro…

Affonda la tua lama nella carne,
scuoiami, scannami, fammi
quel che vuoi… Di te succube
sono, a te legata; scosse
le mie eburnee terga ti danno
il gusto del piacere che sottile
da te a me si versa nel lago
[del godere.

Stracciami, straccami, rendimi
impotente di combattere
la forza che mi squassa…
Divino sembri nel tuo furore…
E piango…piango di gioia e
di dolore, mentre provo
le pene dell’inferno e la sublime
[eterna gloria.

Nina Dorotea

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