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Mariolino e Serena – La rappresaglia (remake)

By 29 Settembre 20222 Comments

Questo racconto è il remake di “Mariolino e Serena – La rappresaglia” pubblicato qualche settimana fa (lo trovate nell’elenco dei miei racconti). L’inizio è identico ma poi la storia ha uno sviluppo molto differente. Sarebbe interessante se qualche lettore volesse commentare quale versione preferisce.
Buona lettura

Erano passati alcuni giorni dall’orgia infernale che aveva coinvolto l’intera famiglia e Serena ed il marito cercavano di dimenticare ciò che era accaduto.
Serena era seduta in auto, ferma davanti alla scuola, in attesa che Mariolino uscisse per tornare a casa, quando vide arrivare un pickup nero con disegnata un’aquila sul cofano: era la macchina del Rosso, inconfondibile …
Ebbe un brivido di terrore pensando che fosse lì per prendere Mariolino e fargli chissà cosa, poi vide il Rosso scendere ed avvicinarsi ad una ragazza appena uscita dalla scuola.
Era una ragazza molto carina, mora, alta quasi quanto Serena, un bel viso pulito incorniciato da una gran massa di capelli ricci neri.
“Che gnocca, si tratta bene quello schifoso” pensò Serena notando le belle forme della ragazza ….
Il Rosso prese lo zainetto della ragazza, entrambi salirono in macchina e partirono.
Nel frattempo anche Mariolino era uscito dalla scuola e si diresse verso la madre che, sollevata, mise in moto per andare verso casa.
“Però, che bella ragazza che si è trovato quel delinquente del Rosso” fece Serena a Mariolino.
“Ragazza ?????” fece Mariolino “Ma il Rosso non ha ragazze fisse, lo sanno tutti che quando vuole divertirsi frequenta le prostitute che stazionano oltre la baia”.
“Beh” obietto’ Serena “oggi l’ho visto venire a prendere una bella ragazza che usciva da scuola, una gran figa: bella, alta, con capelli ricci ed un bel paio di tette ..”
“Ah, quella …” fece Mariolino “ma è Valentina, la sorella del Rosso. La chiamano l’Immacolata perché nessuno osa avvicinarsi a lei per paura di ritorsioni del Rosso”.
“Beh, vista la fama del Rosso penso sia destinata a diventare una suora di clausura” disse Serena con sarcasmo.
Tuttavia quella ragazza le era rimasta in mente e nei giorni successivi pensò a lei più volte: si, Valentina era il punto debole del Rosso.
Senza nemmeno pensare alle conseguenze ma mossa solo dal desiderio di vendicarsi, Serena escogito’ un piano diabolico: poiché la ragazza era solita frequentare anch’essa la baia ma in una zona appartata rispetto a quelle più battute dai ragazzi e dal Rosso, l’avrebbe attesa là, magari fatto il bagno insieme a lei, agganciata con una scusa ed offerto dei biscotti con un leggero tranquillante; una volta stordita l’avrebbe caricata in macchina e ….
Quel giorno Serena si armo’ di coraggio (e di molta incoscienza ..) e si diresse nella zona della baia solitamente frequentata da Valentina: aveva con sé i biscotti ed era decisa ad attuare il suo piano.
La vide distesa a prendere il sole, si sedette vicino a lei e cominciò a chiacchierare …..
La trappola aveva funzionato ed ora la ragazza stava mezza addormentata sul sedile posteriore della Ypsilon di Serena, a fianco della ragazza c’era Mariolino che la teneva sotto controllo.
“Certo che la sorella del Rosso è proprio una strafiga, sembra una principessina” fece Mariolino mentre squadrava le forme perfette della ragazza sdraiata sul sedile.
“Non te ne innamorare” scherzo’ Serena “Dopo quello che le sto per fare non ti sembrerà più molto ‘principessina'”.
Valentina era intontita dal tranquillante, non riusciva a muoversi e non capiva cosa stesse accadendo, sentiva solo in sottofondo quella donna che parlava del … “fargliela pagare al Rosso” … “quel porco che mi ha fatta violentare dalla sua banda” … “così impara a fare il culo a mio figlio e a mio marito”.
Arrivarono ad una specie di accampamento dal lato opposto rispetto della baia, un luogo malfrequentato dal quale tutti gli abitanti della cittadina si tenevano lontani, un grande spiazzo sterrato con vari capannoni e magazzini semiabbandonati utilizzati da malfattori di vario tipo per i propri loschi traffici.
Con una buona dose extra di incoscienza, Serena fermò la macchina e scese.
Pochi minuti e le furono intorno tre uomini dall’aspetto poco rassicurante.
Uno dei ceffi le si rivolse con un sorrisetto: “Bellissima signora, cosa possiamo fare per te … o per la tua figa ?”
Mentre i tre ridevano sguaiatamente, Serena replicò con una voce un pò rotta dall’emozione: “Vedete, oggi è il compleanno di mia cugina. È una gran figa, mi ha confessato che le piacerebbe moltissimo partecipare ad una gangbang però non avrebbe mai il coraggio di farlo. Se vi interessa, è qui in macchina ed è vostra. Un’altra cosa però: lei è legata e imbavagliata e così deve restare, non dovete toglierle le fasce elastiche che le coprono gli occhi e la bocca, altrimenti il gioco finirà subito”.
“Dici sul serio ?” fece incuriosito uno dei tre mentre si avvicinava alla macchina.
“Porca troia, ragazzi, qui dentro c’è davvero una figa legata e imbavagliata, venite a vedere”.
Anche gli altri due si avvicinarono alla Ypsilon, aprirono le portiere e, sollevandola di peso, presero Valentina e la portarono in uno dei capannoni, seguiti da Serena e da Mariolino.
Spogliarono la ragazza stando ben attenti a non toglierle le fasce elastiche che le coprivano occhi e bocca.
Valentina si stava riprendendo e si agitava ma, con le mani legate e con la fascia sulla bocca, non si capiva cosa dicesse.
In pochi secondi tante mani si impadronirono di quel corpo bellissimo accarezzandole le tette, le cosce, il culo …
Uno degli uomini cominciò a scoparla mentre anche gli altri si erano denudati.
Serena guardava la scena con un misto di compiacimento e di preoccupazione per quello che aveva fatto.
Mentre il primo aveva finito di scopare Valentina ed un altro uomo la stava penetrando, entrarono altri tre uomini nel capannone, attratti dal trambusto che si udiva da fuori.
Serena era sempre più preoccupata e si stava pentendo di quella mossa assurda, la situazione le stava sfuggendo di mano.
Rigirarono la ragazza a pancia in giù e le cosparsero il buchino del culo con del lubrificante.
Serena provò ad intervenire: “Non vi ho detto che potevate farle anche il culo … eppoi ora siete in troppi, la sfondate così…”.
“Zitta, puttana, strafiga come sei è già una gran fortuna se non ci finisci anche tu come lei” replicò uno dei ceffi infilando il cazzo nel morbido culetto di Valentina.
La ragazza era disperata, impotente di fronte allo scempio del suo corpo che quegli uomini stavano facendo e per di più così bendata non poteva nemmeno rendersi conto pienamente di quale inferno le fosse cascato addosso.
Era così sudata che la fascia elastica che le copriva gli occhi scivolò via, rivelando così il bellissimo viso della ragazza.
“Cazzo … ma … questa è … tu sei … Valentina !” esclamò con stupore l’uomo che si preparava ad essere il prossimo a scoparla, guardando il bellissimo volto della ragazza ora non più parzialmente celato dalle fasce elastiche.
Il pene gli si ammoscio’ subito e, sbiancando, si rivolse spaventato agli altri uomini: “Ragazzi, abbiamo fatto una cazzata immane: questa ragazza che ci stiamo facendo tutti quanti è … è Valentina … è la sorella del Rosso!!!”
Si voltarono tutti subito verso la brandina e si avvicinarono per vedere meglio: non c’erano dubbi, quella bellissima ragazza che, liberata dalle fasce elastiche che le coprivano parte del viso, li guardava stupita e con gli occhioni verdi spalancati, era proprio la sorellina del Rosso.
Le slegarono le mani e le porsero subito un grande asciugamano per coprirsi ed una bottiglietta d’acqua fresca.
“Valentina, credimi, non sapevamo che fossi tu, ci avevano raccontato che eri un’altra ragazza che voleva fare una gangbang” fece uno degli uomini quasi in lacrime.
“Ti prego, ti chiediamo tutti scusa, non dire niente a tuo fratello di cosa è successo altrimenti quello ci taglia le palle e ce le fa mangiare mentre ci brucia vivi per un’affronto come questo”.
Valentina era ancora sotto shock ma cominciava a realizzare che la situazione stava profondamente cambiando.
Riconobbe alcuni degli uomini che stavano intorno a lei, li aveva già visti in varie occasioni mentre parlavano con suo fratello o prendevano ordini da lui.
“Per favore, Valentina, non ti avremmo mai violentata se avessimo saputo che eri tu ma … sai com’è fatto tuo fratello … quando si tratta di te non ragiona più, ci ammazzerebbe tutti in modo atroce se venisse a sapere” riprovo’ un altro, in ginocchio davanti alla ragazza.
“È tutta colpa di quella donna … ci aveva raccontato che eri una troietta in calore … ci aveva anche detto di non toglierti le fasce elastiche sul viso …”.
Valentina cominciava a capire, ricordava i discorsi tra madre e figlio mentre erano in macchina e la portavano in quel posto.
“Va bene” fece Valentina riprendendo il controllo di sé ed ormai padrona della situazione “Non gli dirò nulla ma ad una condizione: dovete portarmi qui, vivi e in buone condizioni, quella puttana schifosa che mi ha fatto questo e suo figlio. Se lo farete, mio fratello non saprà nulla di cosa mi avete fatto”.
Fu in quel momento che tutti si resero conto che Serena e Mariolino erano spariti.
Non appena si era allentata la fascia che copriva gli occhi di Valentina, Serena aveva capito che il suo piano era saltato: quegli uomini ci avrebbero messo poco a capire chi fosse in realtà quella ragazza e cosa fosse successo ed era assolutamente necessario sparire il più in fretta possibile.
Aveva quindi afferrato Mariolino ed insieme erano sgattaiolati sul piazzale, saliti in macchina e ripartiti.
Serena cercava di guidare il più in fretta possibile ma non poteva forzare più di tanto la Ypsilon su un terreno così accidentato come lo sterrato che collegava la statale all’accampamento, il rischio era la rottura di un semiasse e di restare a piedi.
Vide nel retrovisore la polvere sollevata dai pickup che li inseguivano, mancavano pochi chilometri alla statale quando, dopo una curva, si trovò la strada sbarrata: uno dei pickup aveva preso una scorciatoia nel bosco e li aveva preceduti.
Serena non pote’ far altro che frenare bruscamente e quattro uomini si avvicinarono alla macchina brandendo una grossa chiave inglese.
“Scendete o sfondiamo i finestrini” fece con decisione uno dei quattro mentre anche gli altri due pickup sopraggiungevano.
Serena aprì la portiera e lei e Mariolino salirono sul primo pickup che ripartì veloce, seguito dagli altri due.
In pochi minuti erano di nuovo all’accampamento.
“Entra, stronza” fece uno degli uomini a Serena mentre spingeva malamente lei e Mariolino dentro il capannone “Ti piace scherzare eh, strafiga. Adesso vediamo se sai fare anche qualche altro giochetto”.
Valentina li aspettava in centro al locale: si era fatta una doccia e rivestita ed ora squadrava Serena e suo figlio con durezza.
“Ora me la paghi, puttana” esordì “Quando avranno finito con te non avrai più il coraggio di guardare in faccia tuo figlio per la vergogna” sibilò con rabbia.
“Forza ragazzi, fatemi vedere cosa sapete fare e mio fratello non saprà mai quello che mi avete fatto” disse Valentina con rabbia e cattiveria.
Serena e Mariolino furono spogliati nudi in un attimo e separati.
La madre venne fatta sdraiare sul materassino con le caviglie ed i polsi bloccati da tre uomini, le fecero allargare le gambe e la tennero in quella posizione mentre Valentina si avvicinava.
“Devo ammettere che sei una bella figona, una maledetta troia ma sicuramente una strafiga” la apostrofò la ragazza mentre le si sedeva vicino.
Accarezzo’ le cosce della donna poi le appoggiò la mano sulla figa massaggiandola con decisione.
“Bella, hai proprio una bella figa, non c’è dubbio. Depilata, morbida …” fece con un tono formale e sensuale mentre accarezzava il sesso di Serena, poi le infilò dentro due dita della mano “Anche bella accogliente” continuò muovendo avanti e indietro la mano.
Serena era spaventata per le cose orribili che quella ragazza avrebbe potuto ordinare di fare a lei e a suo figlio ma le era anche molto difficile restare indifferente a quel massaggio deciso e delicato insieme che si spingeva fin dentro la sua passerina.
Valentina continuò a sditalinare la mamma di Mariolino per un paio di minuti, poi estrasse le dita e colpi’ con uno schiaffetto il sesso di Serena che reagì con un urletto.
“Ahh … nooo !” fece la donna colpita in piena figa.
“Cosa credevi, stronza, che ti avrei sditalinata fino a farti godere ? Devi pagare per avermi fatta violentare da questa banda di imbecilli !” le fece con durezza.
“Adesso tenetela ben ferma che comincia lo spettacolo” disse Valentina ai tre ceffi che bloccavano le braccia e le gambe di Serena.
La ragazza prese un tubetto di lubrificante intimo e ne spalmo’ una dose abbondante sulla figa di Serena, poi afferrò un bastone con la punta molto arrotondata – probabilmente il manico di una scopa cui era stata tolta la scopa – e lo puntò pericolosamente in mezzo alle cosce della donna.
“Oddio, Valentina che vuoi fare ??? Sei impazzita ?!?” esclamò disperatamente Serena.
Per tutta risposta Valentina le infilò il bastone nella figa, spingendolo dentro per un buon 15 centimetri favorita dell’abbondante quantità di lubrificante.
“Ahiaaaa … cazzo … nooooo … tiramelo fuori subito …” urlava Serena mentre Valentina e gli uomini lì presenti scoppiavano in una fragorosa risata.
“È lungo abbastanza per la signora ?” fece Valentina continuando a ridere mentre impugnava il bastone e lo muoveva leggermente avanti e indietro simulando un rapporto sessuale.
Prese dell’altra crema dal tubetto ed infilò la mano in mezzo alle gambe di Serena, sotto al culo della donna che, sentendo la crema che le si spargeva in mezzo alle chiappe, proprio tutt’intorno al buco del culo, urlò di nuovo con tutte le proprie forze.
“Valentina nooo … fermati … cos’altro vuoi farmi adesso ? Mi hai già infilato un bastone nella figa, cosa vuoi farmi ancora ??? Basta !!!!!”
La ragazza non le diede ascolto: “Sono o non sono la sorella del Rosso? Lo sai chi è mio fratello, non posso essere da meno di lui … sai … ho un nome da difendere. Voi, sollevatela un pò”.
Ciò detto, prese un altro bastone identico al primo, lo posizionò tra le cosce della donna e le fece sollevare il bacino. Mentre con una mano le teneva aperte le chiappe con l’altra le infilò il secondo bastone nel buco del culo, affondandolo per qualche centimetro.
“Ahhhhh … nooooo … aiutoooo !!!!” esclamò la povera Serena tentando disperatamente di divincolarsi dalla morsa di quei tre uomini che le impedivano qualunque movimento e di liberarsi dal supplizio dei due bastoni infilati nelle sue morbide intimità.
“Lo sai che sei proprio eccitante ?” fece Valentina abbassandosi gli shorts e le mutandine ed infilandosi una mano tra le cosce per masturbarsi mentre, sdraiatasi a fianco, si godeva la scena di Serena immobilizzata nuda e con i due bastoni infilati nella figa e nel culo.
“Tu, toglimi le scarpe e leccami i piedi” fece la ragazza, ormai fuori controllo, ad uno degli uomini che stava guardando la scena menandosi il cazzo.
L’uomo obbedi’ prontamente, sfilò le scarpe alla ragazza e le lecco’ i piedini morbidi mentre impugnava il cazzo duro per segarsi, mossa che Valentina gradi’ molto e ricambio’ passando e ripassando la pianta del piede sul glande dell’uomo fino a farlo venire.
“Beh, credo che ormai la figa ed il culo di questa bella signora siano abbastanza larghi per essere usati: ragazzi, se alla fine ne resta uno che non se l’è fatta se la vedrà con mio fratello” disse con un sorriso diabolico Valentina, guardando Serena con aria di sfida.
“Mariolino, ti prego non guardare quello che mi fanno” fece Serena, ricordandosi che suo figlio stava assistendo all’intero spettacolo pornografico.
“Valentina, per favore, portalo via, non voglio che veda quello che mi farete” provò, supplichevole, con la ragazza.
“Portarlo via ? Non farlo guardare ? Ma scherzi, è un pezzo forte della mia vendetta e poi … non mi sembra che la cosa gli dispiaccia”.
Si avvicinò quindi a Mariolino che se ne stava completamente nudo con le caviglie ed i polsi legati alla sedia posta a poca distanza dalla madre.
“Fammi un pò sentire …” fece con aria seria mentre gli impugnava il pene.
“Cazzo se è duro !” esclamò prendendolo in mano e guardando Serena.
“Sai una cosa, strega ?” fece Valentina alla madre di Mariolino “A me pare che tuo figlio si stia proprio godendo lo spettacolo osceno della sua mammina nuda e con un bastone infilato nel culo e uno nella figa. E mi sa che è ancora più eccitato da quello che immagina che stiamo per farti. Vero, Mariolino, che ti è venuta una gran voglia ? Allora, dobbiamo portarti nell’altro locale o vuoi restare qui e continuare a guardare quello che facciamo alla tua bellissima mammina ?”
Mariolino era in forte imbarazzo ma, nonostante la madre fosse a poco più di un metro, quindi avrebbe sentito la risposta, come in tranche replicò a bassa voce: “Voglio restare qui !”
“E perché vuoi rimanere qui ?” fece con voce maliziosa e sensuale Valentina “Dimmi esattamente il perché o ti faccio portare via”.
“Perché … perché voglio vedere che vi scopate mia madre …” aggiunse con voce tremante ed eccitata.
“Ma che bravo maialino…” rincaro’ Valentina “E magari ti faresti anche una bella sega mentre noi ci divertiamo con la mamma eh ?” Gli accarezzò il glande duro e pulsante poi … gli slego’ uno dei polsi, lasciandogli libera una mano.
Si fecero sotto i primi due ceffi, Valentina li fece stendere sotto e sopra Serena poi prese in mano i loro cazzi e li infilò nei teneri buchini della donna dai quali aveva tolto i bastoni.
“Sei una vera troia, Valentina ! Sei proprio come tuo fratello!” le urlò disperata la donna mentre sentiva i membri dei due uomini entrarle nel culo e nella figa.
Serena venne scopata per sette – otto minuti, poi i due energumenti raggiunsero l’orgasmo quasi in contemporanea e furono rapidamente sostituiti da altri due uomini che avevano sino a quel momento assistito eccitati allo spettacolo.
Mariolino, nel frattempo, era costretto a vedersi tutta la scena dello stupro di gruppo ai danni della madre: vedeva i cazzi entrare ed uscire da quel corpo meraviglioso e ….
“Avanti altri due !” esclamò Valentina, sadica e vendicativa.
“Nooo … bastaaaa … per favore Valentina falli smettere … mi hanno già scopata in quattro, non ti basta ancora ? Eppoi c’è mio figlio che sta vedendo tutto quello che mi state facendo, non è giusto che mi umiliate così!”.
“Giusto, hai proprio ragione zoccola, mi ero dimenticata del porcellino che ti ha aiutata a portarmi qui. Guarda guarda come si sta godendo le tue prestazioni”.
Mariolino si stava masturbando con la mano che Valentina gli aveva slegato, con gli occhi incollati al letto ed al corpo scultoreo di sua madre.
Valentina si avvicinò al ragazzo e gli afferrò delicatamente il pene: “Ma che bel pisellone !!!” esclamò guardando Serena.
“Lascialo stare, stronza. Togli subito le mani dal cazzo di mio figlio” replicò Serena.
Per tutta risposta Valentina non solo continuò a segare Mariolino ma ordinò a due uomini di sollevarlo, gli spalmo’ della crema sull’ano e gli infilò con delicatezza nel culo uno dei bastoni già usati ai danni della madre.
Serena urlò con tutte le sue forze: “Nooo ! Non nel culo, tiraglielo fuori subito dal culo !!!” ma ottenne solo un sorriso di scherno dalla ragazza.
In pochi minuti, con Valentina a massaggiargli il pene e lo stimolo del bastone infilato nel culo, Mariolino raggiunse l’orgasmo.
“Penso che abbiate imparato la lezione, stronzi. Ora andatevene prima che mi vengano in mente altre idee su cosa farvi fare” li congedò Valentina.
Madre e figlio furono fatti uscire nudi dal capannone, con indosso le sole scarpe; percorsero un paio di chilometri poi arrivarono al punto in cui c’era la Ypsilon, salirono in macchina e Serena guidò fino a casa.

I personaggi di questo racconto di fantasia sono maggiorenni

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