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Quando ho capito di essere sfigato – la ragazza di Caserta conosciuta in chat – quarta parte

By 3 Gennaio 2022No Comments

Questa è la quarta parte della mia storia con Francesca, alla quale ormai ero totalmente succube. Intendiamoci, non che la cosa mi dispiacesse, perché avevo scelto io così e lo avevo fatto per ragioni molto profonde, che lei aveva ben capito. Quando, purtroppo, ti rendi conto che le donne non ti guardano nemmeno per sbaglio, che hai ricevuto solo rifiuti in vita tua e che non riesci a suscitare il benché minimo interesse in loro, vuol dire che forse bisognerebbe un attimo mettersi a pensare e capire che si ha un ruolo ben definito nei loro confronti. Queste cose Francesca le aveva ben capite e, anche se se ne fosse in qualche modo approfittata, a me non sarebbe importato, perché a me andava bene così.

Il giorno dopo la sua scopata con Marco fu decisamente particolare. Io la notte ero crollato tanto ero stanco dalla giornata trascorsa a servire la mia padrona, mentre lei era stanca per essersi scopata quel ragazzo che ormai voleva a tutti i costi. Francesca , come sempre, fu molto delicata con me: lei si svegliò per prima verso le 8:00 e mi lasciò dormire fino alle 10:00, orario a cui mi svegliai io normalmente e senza che mi chiamasse. Svegliatomi, la trovai di fianco a me e mi disse: “tesoro, dormito bene?”. Io risposi: “Sì, padrona, è stato molto bello dormire con lei e la ringrazio per avermi fatto riposare”. Lei disse: “Ho pensato che fosse meglio per te dormire, ieri è stata una giornata molto impegnativa. Mi sono sentita veramente venerata e grazie a te mi sono fatta una scopata fantastica con quel bel figo di Marco”. Io dissi: “Padrona, sono lieto che lei abbia avuto modo di fare sesso con un vero uomo”. Lei disse: “Beh, sì, effettivamente mi sono divertita molto. Marco è stato fantastico, sa davvero come prendere una donna”. Io dissi: “Beh, padrona… anche lei da quel che ho visto sa come far godere un uomo. Ha fatto delle cose che.. wow… sono state davvero spaziali!”. Lei, accarezzandomi il viso, mi disse: “Già… chissà come ti sarebbe piaciuto essere al posto di Marco… ma per stare con me ci vogliono tante cose, che tu non hai ahhaha… ma, tranquillo, come mio zerbino sei perfetto e questo mi interessa”. Io dissi: “Padrona, non si preoccupi… sono ben cosciente che più delle seghe per il suo divertimento non posso farmi… lei mi possiede, può fare di me quello che vuole, io sono uno sfigato e posso solo essere il schiavetto”. Lei, contenta di sentirmi dire ciò, disse: “molto bravo, sfigatello… ormai hai ben capito quale debba essere il tuo modo di pensare e come devi percepirti nei miei confronti. Penso che su questo ormai non ci sia più niente da affinare”. Poi io dissi: “Padrona col suo permesso, vorrei sistemami e rendermi presentabile”. Lei disse: “ma certo, sfigato… andiamo in bagno. Prima ti lavi i denti e poi fai pipì nella solita maniera… ormai non credo più di doverlo specificare…”. Nel frattempo la padrona si accorse della mia classica erezione mattutina: “ma guarda un pò… con l’alzabandiera come un 13enne ahahah… vabbé, ma è normale, tu non scopi e ti fai al massimo le pugnette aahahah”. Detto ciò, mi portò in bagno e mi sistemai sotto la sua supervisione. Tanto mi dominava che ormai non avevo più diritto nemmeno al minimo spazio di intimità. Lei era entrata nella mia vita e la controllava, ma non avrei potuto desiderare persona migliore a cui consegnarmi. La mia padrona, oltre che strafiga, era proprio fatta per questo. Finito di lavarmi e di vestirmi, la padrona disse: “molto bene, schiavetto… adesso scendiamo al bar a fare colazione e vediamo come organizzare la giornata. Inoltre, ti parlerò anche di come sono rimasta con Marco. Ci sono delle buone notizie… per me e lui sicuramente, ma non per te ahahah”. Scendemmo al bar… io presi al massimo un caffè, perché non avevo molta fame, e lei prese cappuccino e cornetto. Arrivata la colazione, iniziò a parlare lei: “dunque… iniziamo a parlare della mia ormai certa relazione con il mio nuovo amante. Devi sapere che ieri, dopo aver scopato, Marco mi ha detto chiaramente che sono la più figa con cui ha mai scopato e che nessuna l’ha mai fatto godere come ho saputo fare io e che sarebbe stato molto felice di fidanzarsi con me. Ovviamente mi sono fatta desiderare un po’, ma in fondo anche io avevo già deciso di prenderlo come mio fidanzato… uno strafigo così non si trova facilmente. Per cui adesso siamo ufficiosamente insieme e per l’ufficialità ci siamo accordati che dovesse avvenire con un’altra scopata che deve essere ancora migliore della precedente”. Io, sebbene fossi cosciente del mio ruolo, non potevo fare a meno di provare gelosia e di rosicare come un matto. Avrei voluto fare sesso con lei e magari fidanzarmi con lei, ma ero ben cosciente che non potevo in alcun modo eguagliare il suo quasi certo ragazzo. Lei, come sempre, si accorse di questo mio stato d’animo e disse: “dai, verginello, lo so che vorresti farti una scopata con me, ma cerca di capirmi… sono una ragazza di 22 anni, economicamente indipendente, strafiga, intelligente… cioè sono una donna alfa… tu invece cosa pensi di essere? Hai 26 anni e sei vergine, non hai ancora un lavoro, non sei ricco, non sei brutto ma nemmeno sei bellissimo, non hai il fisico, non ci sai fare con le donne, e poi… sicuramente non ce l’avrai piccolo, perché non è piccolo, ma almeno per me è poco, io ho bisogno di qualcosa di più”. La mia padrona qui fu molto diretta e continuò dicendomi: “purtroppo il mondo funziona così, schiavetto… per stare con donne di un certo livello come me, bisogna essere di un certo livello… per stare con le donne in generale, bisogna avere dei requisiti minimi che tu non hai. Alcune mancanze non sono colpa tua, ma altre sì e te ne devi assumere la responsabilità”. Io abbassai la testa e stavo per iniziare a piangere. Lei, guardandomi con compassione, disse: “schiavetto, dai, non fare così… non dico questo per ferirti, ma per dirti come realmente stanno le cose. Nessuno ti dirà mai queste verità, perché fanno male… ti diranno sempre una comoda menzogna per farti stare meglio, per non ferirti convinti di farti del bene, quando in realtà non sanno di illuderti e di farti correre il rischio di farti seriamente male e penso che lo hai vissuto anche sulla tua pelle a causa di tutti i no ricevuti dalle ragazze. La verità, verginello, è che IL SESSO O L’AMORE NON SONO PER TUTTI, altrimenti come ti spieghi l’esistenza di persone come te che arrivano vergini addirittura a 40/50 anni? Sai a queste persone quante volte è stato detto “prima o poi arriverà il momento anche per te”, “prima o poi troverai la ragazza giusta”, “i rifiuti succedono a tutti”, “almeno fai esperienza” e cose simili? Davvero pensi sia solo sfortuna o sono semplicemente nati “sbagliati”, almeno sotto questo punto di vista? Purtroppo esiste un’età per fare certe cose e per farle ci vogliono determinati requisiti, che tu, ripeto, non hai, perché nella vita esistono le categorie. Arrivare vergini a 26 anni è un traguardo non invidiabile e significa non essere proprio in grado con le donne. Queste cose te le dico per il tuo bene, per farti rendere conto di quello che è davvero questo mondo…”. Io non ce la facevo più a sentire queste parole e la mia padrona, vedendomi ormai al limite del pianto, disse: “vabbè, siccome non voglio umiliarti facendoti piangere come un bambino davanti a tutti, adesso ce ne andiamo in casa e continuiamo il discorso lì”. Ci alzammo, pagò la colazione e ce ne andammo a casa sua. Una volta dentro, lei si sedette sul divano ed io, messomi in ginocchio davanti a lei, cominciai a piangere poggiando il capo sul divano. Lei mi accarezzò la testa e disse: “va bene se piangi, schiavetto, è normale… queste parole non sono semplici da ascoltare. Fare i conti con la realtà è molto dura, ma bisognava che te ne facessi rendere conto. Non voglio illuderti e voglio dirti le cose come stanno davvero e questo solo per il tuo bene, non perché io abbia voglia di ferirti gratuitamente. Vedrai, ora ti sembra pesante questo discorso, ma prima o poi riuscirai ad accettarlo”. Io ormai piangevo a dirotto… in realtà erano anni che balenavano nella mia testa questi pensieri che corrispondevano totalmente ai discorsi della mia padrona, soprattutto dopo l’ennesimo rifiuto che avevo subito due anni prima, momento dal quale non ho mai più provato con una ragazza. Nonostante ciò, io volevo credere che in fondo ci potesse essere una possibilità di riscatto anche per me, ma forse non c’era e la padrona Francesca me ne stava facendo rendere conto, sbattendomi in faccia una realtà che forse volevo negare a me stesso, ma che era evidente e di cui nel profondo ero ben cosciente. Lei non disse niente, mi lasciò piangere e sfogare tutto il mio dolore. Non ero arrabbiato con lei, no… era semplicemente difficile metabolizzare concetti così duri e freddi in un solo momento e lei lo aveva capito benissimo. Quando vide che stavo calmandomi, riprese di nuovo la parola: “schiavetto, lo so che è dura per te, è normale… chiunque piangerebbe, ma è meglio che te le dica subito certe cose ed in modo diretto. Sono la tua padrona e tutto ciò che faccio e dico è solo per il tuo bene. Il mondo, purtroppo, per te e per quelli come te, funziona così.” Io ero sempre a testa bassa e avevo ancora lacrime sul viso. Lei continuò: “comunque non preoccuparti, sfigatello… nonostante ciò, puoi comunque essere utile in un modo, cioè servire una strafiga come me nel modo in cui stai facendo e, credimi, lo stai facendo egregiamente e sai perché? Perché sei nato per questo, altrimenti non saresti così bravo”. Piansi ancora per un po’, poi mi calmai… Disse: “ti sei ripreso, schiavetto?”. Io dissi: “beh, padrona… mi comprenda… è stato difficile per me ascoltare questi discorsi. Io in realtà lo sospettavo, avevo già la sensazione che la realtà fosse quella che mi ha detto lei finora, ma… forse non la vedevo perché non desideravo vederla, volendo credere che anche io potessi fare sesso o vivere una relazione con una ragazza, ma evidentemente mi sbagliavo. Forse… anzi, no… sicuramente la verità è quella che mi detto lei. E sa che le dico? Lei ha ragione. Io sono questo, io sono tutto ciò che ha detto lei e devo accettare questo stato di cose che non si può cambiare. Se anche ci fosse stata la possibilità di un cambiamento, è ormai perduta. Per cui io da ora in poi mi toglierò dalla testa ogni pensiero riguardante il sesso o le relazioni sentimentali di qualsiasi tipo. Queste cose non fanno per me, il mio ruolo è uno ed uno solo: essere il suo schiavetto verginello sfigato e segaiolo, perché IO SONO QUESTO! Per cui da ora in poi solo seghe ed umiliazioni e niente sesso per sempre!”. Sentendomi dire queste parole, la padrona mi diede un bacetto sulla guancia, mi portò la testa vicino alle sue tette e mi disse: “bene, sfigatello… bene… ora hai le idee ben chiare. Prima erano confuse, ma adesso che abbiamo lavorato anche su questo sono ben chiare. Tu sei questo e sarai sempre questo ed io sono e sarò sempre la tua padrona. Da adesso in poi la tua vita, la tua vera vita ha inizio e vedrai che, in fondo, inizierà anche a piacerti”. Io dissi: “sì, padrona, la amo, padrona”. Lei rispose: “anche io ti amo amo, sfigatello, anche io”. Ovviamente il nostro “amore” era qualcosa di diverso dal solito, era l’amore che una padrona prova per uno schiavetto e quello che uno schiavetto prova per la sua padrona e questa era l’unica forma di amore che avrei mai potuto conoscere. Ormai la padrona Francesca mi aveva fatto totalmente suo anche a livello psicologico, oltre che fisico e sessuale. Mi aveva manipolato così bene la mente che mi sono sentito libero: ero riuscito, grazie a lei, ad accettare la mia condizione con molta serenità e leggerezza, dopo essere rimasto per tanto tempo nel mezzo, senza mai decidermi per una parte o per un’altra. Anche psicologicamente mi aveva aiutato ad accettare me stesso e finalmente a realizzare quale fosse il mio ruolo e cosa fossi io per natura. In una settimana mi aveva trasformato nel suo schiavetto verginello sfigato per la vita. Ormai possedeva tutto di me: anima, mente, corpo e sessualità. Ero suo, totalmente suo, solo ed esclusivamente suo e per me andava bene così. Dopo qualche minuto che rimanemmo così, mi disse: “bene, sfigato… adesso che tutto è in ordine, bisogna che tu suggelli questa tua nuova vita e questa tua finalmente acquisita consapevolezza con l’unica cosa che potrai mai fare in vita tua, cioè segarti per il mio divertimento alla vista delle mie tette. Ora spogliati, togliti tutto e rimani col cazzetto di fuori, mentre indossi soltanto la maglietta intima, proprio come i segaioli medi aahahah”. Subito obbedii e lei, come di consueto, tirò fuori le tette. Fatto questo, mi disse: “Puoi segarti quanto vuoi, senza limiti di tempo e puoi sborrare liberamente, perché anche oggi sei stato bravo a piegarti al mio volere ed a riconoscere la mia superiorità e la tua condizione di sfigato. Ora… VAI CON LA SEGA, SFIGATELLO!”. Io iniziai subito a segarmi, ma lei mi interruppe subito e mi disse: “ALT!”. Io chiesi: “ma… ci ha ripensato, padrona?”. Lei rispose: “ahahah no, tranquillo, non ci ho ripensato… cioè, potrei pure, tanto decido io quando e se puoi segarti, ma in realtà ti ho fatto fermare perché mi stavo dimenticando di darti un regalo con cui potrai farti le seghe quando non sarò con te e te lo consentirò”. Le chiesi: ” un regalo per me, padrona? E di cosa si tratta?”. Lei prese il suo cellulare che le stava di fianco e mi inviò un messaggio, un video, e mi disse: “te l’ho inviato sul tuo cell, schiavetto… e ti dico subito di cosa si tratta. E’ il video integrale della mia scopata con Marco!”. Non ci credevo, aveva filmato di nascosto la sua scopata e me la voleva far vedere. Io le chiesi: “Perché lo ha fatto, padrona?”. Lei rispose:” ma è molto semplice, sfigato… siccome l’unica ragazza su cui potrai segarti sarò io, per te d’ora in poi sarò la tua unica pornostar. Se vorrai vedere filmini porno, non dovrai più andare su internet a vedere quelle troie rifatte, ma dovrai vedere solo me, la tua unica e bellissima dea! Questo ovviamente potrai farlo solo quando non ci sarò e quando ti consentirò di farlo. Tuttavia, mi sembra giusto che tu inauguri questo video con me, perché voglio vedere come ti seghi davanti ad un porno in cui c’è la ragazza per cui stravedi che non te la dà e non te la darà mai e preferisce scoparsi uno meglio di te sotto tutti gli aspetti ahahah”. Ormai aveva deciso di umiliarmi ancora più pesantemente, voleva proprio che io fossi succube della sua volontà, voleva rendermi uno sfigato vero. Proseguì dicendo: “bene, sfigatello… adesso colleghiamo il cell al pc, così avrai modo di vedere questo bel video come si deve ahaha”. Collegò il cell al pc e fece partire il video, dopodiché disse: “bene, inizia a segarti, sfigato… fallo davanti a me mentre vedi quello che tu non farai mai con me aahah”. Io iniziai subito a segarmi, avevo troppa voglia. Lei, mentre mi segavo, diceva: “sei proprio uno sfigato totale… ti fai le seghe davanti a me, che non te la darò mai e che poco prima ti ho distrutto psicologicamente e fatto il lavaggio del cervello, mentre vedi il video in cui io vengo scopata dal mio quasi fidanzato ahahah”. Non mi importava di essere umiliato, perché io ero questo e la padrona Francesca aveva fatto uscire fuori quello che era la mia reale natura. Stavo per venire copiosamente quando lei disse: “ah, prima di venire, sfigato, voglio giocare un pò con te… devi fare tre edging consecutivi, poi potrai sborrare… tu ti seghi alle mie condizioni e come dico io… chiaro???”. Io risposi: “Sì, padrona, è chiaro. La ringrazio che mi fa segare per il suo divertimento, padrona”. Lei disse: “davvero, bravo, sfigato, ormai ci capiamo al volo! Forza, tre edging e poi puoi sborrare!”. Li feci, furono terribili e rischiai ogni volta di venire e disobbedire alla mia padrona, ma ce la feci e, infine, disse: “bravo, sfigato… sei stato bravo anche qui. Ora puoi segarti liberamente e senza alcun limite, goditi questa sega quanto vuoi e poi godi!”. Mi segai fino alla fine del video, in cui lei si faceva scopare a pecora, e, una volta arrivato lì, sborrai ed inondai di sperma tutto il pc, come non avevo mai fatto prima. Una volta sborrato, la mia padrona mi disse, dandomi un bacetto sulla guancia: ” oggi ti sei superato, sfigatello… hai permesso che io ti manipolassi, che ti facessi il lavaggio del cervello e ti sei segato sul video in cui mi scopavo Marco mentre io, con le tette di fuori, ti guardavo. Ormai non ho più niente da insegnarti, non ho più necessità di addestrarti. Sei stato un buon allievo e hai imparato subito tutto quello che c’era da imparare. Sei diventato il mio personale giocattolino, il mio zerbino, il mio schiavetto sfigatello personale!”. Io risposi, buttandomi ai suoi piedi e poggiando la testa sulle sue gambe mentre il mio pene colava ancora di sperma: “padrona, la ringrazio, lei mi ha aiutato, mi ha liberato, mi ha aiutato a realizzare il vero scopo della mia vita: essere lo schiavetto verginello personale di una strafiga come lei! Grazie, IO SONO SUO, TOTALMENTE SUO, SOLO ED ESCLUSIVAMENTE SUO!” Mi prese la testa tra le mani e, dandomi un altro bacetto sulla guancia, mi disse: “non ho più complimenti da farti, sfigatello… ormai hai appreso tutto e sono orgogliosa di te! Bravo, bravo, bravo, davvero bravo!”

Finito di sottopormi a questa ennesima umiliazione, la padrona Francesca mi ordinò di pulirmi il pene con un fazzoletto, mentre lei fece lo stesso con il pc che avevo inondato di sperma. Dopo avermi definitivamente reso quello che sono sempre stato dentro di me, restava da programmare la giornata e sarebbe stato un programma ricco di sorprese e colpi di scena…

CONTINUA

P.S.: scrivete nei commenti quello che pensate finora di questa mia serie di racconti. Si accettano sia complimenti che critiche, purché costruttive e spero vi stia piacendo.

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