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Quando ho capito di essere sfigato – la ragazza di Caserta conosciuta in chat – seconda parte

By 1 Gennaio 2022One Comment

Questa è la seconda parte del racconto (di pura fantasia) con Francesca, una ragazza conosciuta in chat che, oltre a rivelarsi una padrona a tratti anche crudele, si è rivelata anche un’amica decisamente inaspettata. Dai giorni che andarono dalla prima volta che mi recai da lei (era giovedì) fino al sabato ebbi modo comunque di parlarci, ma semplicemente per sentirci e per conoscerci meglio. Sì, Francesca, aveva intenzione di conoscermi e di avere un rapporto molto più stretto con me e la cosa a dire il vero mi lusingava, perché mai avrei pensato di suscitare in una come lei un interesse simile. Parlammo anche in videochiamata, ma non mi fece fare niente di erotico, sebbene lei si fosse vestita in modo da provocare in me una certa eccitazione. Tra l’altro, mi aveva espressamente proibito di toccarmi fino a sabato e io non intendevo certo disobbedirle. In sintesi, durante quella videochiamata mi chiese come stessi, cosa stessi facendo e come riuscissi a gestire il fatto di non segarmi senza il suo consenso per così tanto tempo. Io risposi che comunque stavo bene, molto più sereno e felice da quando l’avevo conosciuta e che dura non potermi segare, ma che comunque riuscivo a reggere. Lei ovviamente ne fu contenta e mi promise che sabato mi avrebbe ricompensato per bene, se ovviamente mi fossi comportato devotamente con lei. Comunque arrivò il fatidico giorno e verso le 9 di mattina partì di casa per andare a prendere il treno e arrivai alla stazione alle 10:30 precise, come lei mi aveva ordinato di fare. Una volta arrivato, uscii dalla stazione e vidi Francesca, che si era vestita nella stessa maniera con la quale si era presentata la prima volta. Nemmeno il tempo di guardarla ed ebbi subito un’erezione potente, complice anche il fatto che erano 2 giorni che non mi segavo, nonostante le sue continue provocazioni della videochiamata precedente. Tra l’altro lei mi aveva ordinato di vestirmi con un pantalone di una tuta senza mutande, in modo che potesse tenere sempre sotto controllo le mie erezioni. Una volta avvicinatomi a lei, subito mi disse: “ahhaha già duro, verginello? Beh, stavolta lo voglio pure capire, ti ho tenuto a stecchetto due giorni e ti ho anche provocata parecchio in videochiamata… e poi una come me tu non l’hai mai vista e credo che mai la vedrai ahahah”… Io risposi: “lo so, Francesca, sono stato molto fortunato a trovare una strafiga come te, anche se le possibilità di fare l’amore con te sono minime”. Lei rispose: “dai, su, non dire così… lo sai che in fondo ti voglio bene… e se non altro hai avuto modo di vedere cos’è un bel paio di tette… c’è chi questa fortuna non ce l’ha!”. Ovviamente, mentre parlava, la mia erezione si faceva ancora più vistosa, al che lei disse: “vabbè, dai… andiamocene di qui… non vorrei che ti venissi nei pantaloni e ti vedessero tutti… aiutami a salire in macchina come sempre, schiavetto”. Lo feci e poi ci dirigemmo verso casa sua per essere a sua totale disposizione tutta la giornata. Una volta arrivati, ovviamente la feci scendere nel modo solito senza che me lo dicesse e lei ne fu soddisfatta, perché non aveva avuto bisogno di dirmelo e perché aveva capito che ormai aveva stabilito su di me il suo dominio. Una volta entrati in casa, mi disse: “bene, schiavetto, da adesso tu mi dovrai chiamare padrona, perché sei in casa mia, ma ovviamente non c’era bisogno di dirlo, perché sicuramente te lo ricordi.. in fondo, sei un ragazzo molto sveglio ed intelligente!”. Io risposi: “certo, padrona, non ce n’era proprio bisogno. La padrona parla una volta e la si deve ascoltare, altrimenti è giusto essere puniti”. Lei, con aria soddisfatta, disse: “molto bravo, sfigato… vedo che ormai abbiamo messo delle buone basi. Vedrai che col tempo ti verrà tutto naturale”. Le dissi: “ovvio, padrona. Comunque, ora col suo permesso, vorrei andare in bagno”. Lei disse:” ahah… mi chiedi pure il permesso… ma che bravo! Va bene, te lo concedo, ma ci vengo pure io con te, perché mi voglio assicurare che non ti fai le pugnette a mia insaputa… te lo tengo in mano e fai pipì e, se ti viene un’erezione, non fa niente… in fondo, hai la fortuna di farti toccare il pisellino da una ragazza del mio calibro e dubito che questo accadrà di nuovo ahahah”. Io dissi: “certo, padrona, la mia intimità le appartiene anche in queste piccole cose e sono contento che lei voglia toccarmi il pisellino, anche se solo per fare pipì e non per fare sesso”. Lei, dandomi il classico bacetto sulla guancia, disse: ” ahahha bravo, sfigatello… diventi sempre più bravo! Dai, ora andiamo a fare pipì, ci manca solo che te la fai addosso come i bambini ahaha”. Andammo in bagno e devo dire che fu davvero molto arduo fare pipì con lei che mi teneva il pene in mano, perché già ero arrivato a casa sua con un’erezione pazzesca, poi ne ebbi un’altra, ma ovviamente lei non infierì e mi diceva semplicemente: “dai, concentrati… lo so che per te è una cosa nuova che una ragazza ti tenga in mano il pisello, ma stai tranquillo… devi fare solo pipì… se devi, falla pure fuori dal vaso se non riesci a centrarlo, poi pulisco io”. Dopo queste parole, mi rilassai e riuscii a fare pipì, anche se la maggior parte la feci fuori dal vaso, visto che era impossibile controllare l’erezione in quella situazione. Una volta finito, mi pulii e mi disse: “bravo, schiavetto… so che è stato difficile fare pipì in queste condizioni, ma dovrai abituarti, perché, quando sarai con me, questo sarà il tuo unico modo di farla, perché in fondo lo so bene che sei un segaiolo e, sebbene io confidi nel fatto che tu non ti segherai mai senza il mio permesso, preferisco evitare che tu possa essere tentato di farlo e non dovrò così perdere tempo a punirti… sono stata chiara?”. Io risposi: “Sì, padrona, è stata chiara come sempre”. Usciti dal bagno, la padrona Francesca si sedette sul divano mentre io dovevo stare in ginocchio davanti a lei, perché così voleva. Fatto ciò, lei cominciò a prendere in mano il cellulare e per un paio di minuti messaggiò, anche se non capivo con chi. Una volta finito di messaggiare, ripose il cellulare di fianco a lei e mi disse: “bene, sfigatello, veniamo a noi. Ti avevo detto che avresti passato tutta la giornata e tutta la serata con me, anche se per te ci sarebbe stata una sopresa che forse non ti sarebbe piaciuta. Oggi dedicherai tutto il tuo tempo a me portandomi dal parrucchiere e dall’estetista e poi mi aiuterai anche a scegliere il vestiario più adatto, perché… sai… STASERA HO UN APPUNTAMENTO!”. Io, sorpreso, chiesi: “E con chi, padrona, se posso chiedere?”. Lei rispose: “beh, stasera mi vedo con un ragazzo che ho conosciuto il giorno prima che tu venissi qui. Si chiama Marco, stavo messaggiando con lui prima, è bello, alto, palestrato, messo bene a soldi e anche lì sotto, schiavetto…”. Io rimasi inebetito. Lei, accorgendosene, disse: “ahaha perchè mi guardi con quell’aria da pesce lesso? Ti avevo detto che saresti anche stato il mio confidente pre e post scopata. Prendila come un friendzone, tanto ci sei abituati, no? ahahah”. Io risposi: ” sì, padrona, me lo aveva detto che avrei dovuto fare anche questo… solo non mi aspettavo così presto”. Lei disse: “e quando sarebbe dovuto succedere secondo te? Una figa come me come fa a non avere appresso dei bei maschioni che vogliono scoparsela? Ah, già, tu di queste cose non sei esperto e non credo che lo sarai mai, verginello ahaha”. Lei proseguì: “comunque, dicevo di lui… è uno che poi attrae molto, ha classe, stile e sa cosa vuole una donna… mi ha colpito subito e io subito mi ci sono avvicinata… non ci è voluto niente e subito c’è stato feeling. Ovviamente io non voglio perdermi una scopata con un tipo come lui e, magari, chissà… se mi gioco bene le mie carte, potrei anche fidanzarmi con lui e sistemarmi!”. Io dissi con una certa rassegnazione: “mi fa piacere per lei, padrona, lei merita il meglio…”. Lei, accarezzandomi il viso, disse: “dai, non preoccuparti… ti terrò comunque come il mio schiavetto personale, così mentre lui mi scopa, tu mi servi!”. Disse questo facendomi pure l’occhiolino. Comunque, una volta detto questo, mi disse: “va bene, adesso tirati su, perché dobbiamo fare tutti questi giri che ti ho detto, poi torniamo a casa e mi aiuti a sistemarmi e non solo…”. Cosa volesse dire con quel “non solo” non l’avevo capito… La giornata proseguì senza imprevisti. Mi ordinò di mettermi alla guida, perché avrei dovuto essere il suo autista per tutta la giornata, e in macchina voleva essere chiamata “padrona”, mentre nei luoghi aperti potevo chiamarla “Francesca”. Alle 11: 30 la accompagnai dall’estetista, una sua amica , tra l’altro anche lei molto bella e con la stessa personalità di Francesca, visto il loro feeling. Mi presentò alla sua amica come un suo amico (mi aveva proprio messo in friendzone…) mi fece entrare e mi fece sedere fuori dalla sala dove si stava curando e mi fece aspettare fuori un’ora intera. Uscì alle 12:30 e vidi Francesca davvero curatissima, la sua amica aveva fatto proprio un bel lavoro. Si salutarono e mi ordinò di salutare la sua amica, cosa che feci. Usciti dallo studio della sua amica, mi chiese: “bene, schiavetto… come ti sembro? Piacerò stasera a Marco?”. Io risposi: “Certo, padrona, appena lui la vedrà, non potrà resisterle. Così è ancora più strafiga”. Lei, ridendo, mi disse: “grazie, sfigatello… d’accordo che forse il tuo parere non è tanto affidabile, visto che io ti attizzo a prescindere ed una donna non l’hai vista nemmeno per sbaglio, ma apprezzo comunque il tentativo ahaha”. Io risposi: “padrona, nonostante la mia inadeguatezza anche nell’esprimere un giudizio, ringrazio comunque che lei mi tenga in considerazione”. Lei, dandomi un bacetto sulla guancia, disse: “molto bene, sfigato… mi ringrazi pure quando ti umilio così. Ti sto plasmando proprio come voglio io. Mi sa che alla fine ho fatto bene a non farti scopare… sei sicuramente meglio da schiavetto verginello che da amante, visto che non sapresti nemmeno come iniziare con una donna ahahah”. Sapeva davvero essere crudele quando voleva e io, zitto, dovevo subire. Lei proseguì: “comunque adesso ritorniamo a casa e pranziamo, poi alle 17:00 usciamo, perché ho appuntamento dal parrucchiere. Forza, sfigato, andiamo a casa!”. Ritornammo a casa e pranzammo e devo dire che fu davvero un bel pranzo, Francesca sapeva anche cucinare bene… aprì anche del vino per l’occasione, che ovviamente finì, poiché piaceva bere sia a me che a lei. Mi fece pure sedere con lei ed eccezionalmente mi permise di chiamarla Francesca in casa, perché comunque eravamo a tavola ed in quel momento voleva essere per me un’amica, non una padrona. Tra un bicchiere ed un altro, mi rivolse la parola e mi disse: “Sei stavo molto bravo oggi, sai… avevo proprio bisogno di uno schiavetto come te. Ti concentri solo sui miei bisogni e dimentichi i tuoi per me, i miei amanti vogliono solo scoparmi e basta”. Io risposi: “beh, Francesca, penso che una donna abbia bisogno di entrambe le cose: chi la scopa e chi la serve. Io ti servo e sinceramente non mi dispiace”. Lei, sorridente, disse: “Ah, menomale che ci sei tu che la pensi così… sono molto fortunata ad averti! Comunque, io ci tengo sempre a precisare, nel caso te la dovessi prendere per qualcosa che dico, che il nostro è un gioco tra due persone adulte e consenzienti… io ti voglio bene, sei importante per me e conti… se in qualsiasi momento volessi interrompere questo gioco, basta che me lo dici, senza alcun problema. Io, come ti dissi l’altra volta, comprendo la tua sofferenza e la capisco… purtroppo, e lo dico sinceramente, noi ragazze sappiamo essere davvero perfide, a volte anche con chi non lo merita… tu sei stato molto molto sfortunato e questo mi rattrista, te lo dico come tua amica, ma anche come padrona, perché, sebbene il mio obiettivo sia quello di plasmarti come uno sfigato modello, non lo farò mai facendoti del male o ledendo la tua dignità di persona.” Io dissi: “sono contento che ci sia tu, Francesca. Preferisco averti come padrona, amica o friendzonatrice che non averti… è vero che per te non sono un possibile amante e lo capisco, perché tu meriti il meglio e, se tu non mi ritieni degno del tuo letto, allora è vero per forza. Anche se dovessi non fare mai sesso in vita mia, non avrebbe importanza, perché sarebbe dovuto ad un tuo giudizio insindacabile. Poi, se per puro miracolo dovessi decidere di farmi conoscere le gioie del sesso con te, mi riterrei soddisfatto ed insignito di un onore che non merito”. Sentite queste parole, Francesca si commosse e, dandomi una carezza in viso, mi disse: “Sei davvero uno schiavetto speciale. Non credo esistano schiavetti al mondo con tanta devozione verso la loro padrona. Apprezzo il fatto che tu abbia messo la tua eventuale attività sessuale nelle mie mani, questo significa veramente che mi sei devoto e che io ormai ti domino totalmente a livello psicologico e sessuale. Farò in modo di essere la tua unica ragione di vita e ti farò diventare totalmente dipendente da me, stai sicuro. Ovviamente questo devi volerlo tu, io non ti costringerò mai. Preferisco uno schiavetto che volontariamente si sottomette ad uno costretto a farlo. Ripeto, nel caso tu volessi interrompere questo tipo di rapporto, puoi farlo in qualunque momento, senza alcuna conseguenza negativa”. Io le dissi: ” Francesca, io sto bene così, e liberamente scelgo di essere il tuo schiavetto, perché tu mi hai sempre lasciato libertà e questo lo apprezzo molto. Il mio interesse e la mia felicità consistono nel fatto che tu sia felice e stia bene, il resto non conta”. Lei, dandomi un’altra carezza, mi disse: “ti amo, schiavetto, ti amo”. Io risposi: “la amo anche io, padrona”. Restammo a guardarci per qualche minuto, come due innamorati, anche il nostro “amore” era diverso da quello solito.
A un certo punto prese la parola e disse: “bene, schiavetto, sono le 15 e dobbiamo portarci avanti col lavoro. Qui pulisco io, tu aspettami seduto sul divano del salotto. Quando vedi che arrivo, metti in ginocchio. Ah, se devi andare in bagno, ovviamente ci andiamo insieme, perché devo tenerti sotto controllo, ma ci puoi andare dopo che avrò finito qui. Ora vai!”. Risposi: “Subito, padrona”. Dopo mezz’oretta, venne da me, mi portò in bagno a fare pipì, che riuscì a fare sempre non centrando il vaso per via dell’ennesima erezione della giornata. Una volta usciti di lì, mi disse: “bene, adesso devi aiutarmi a scegliere vestiario e perizoma per il mio appuntamento con Marco, sfigato”. Io risposi: “subito, padrona”. Andammo in camera sua e alla fine la aiutai a scegliere i vestiti ed il perizoma migliori: quest’ultimo glielo scelsi leopardato, perché a me piace così e mi disse che anche al suo amante piaceva così, e poi le feci scegliere un jeans blu scuro molto aderente, una maglietta scollata il giusto ed un paio di scarpe a sandalo con tacco altissimo. Credetemi, era qualcosa di inspiegabile, una vera dea. Lei fu soddisfatta e mi disse: ” bravo, schiavetto… questi andranno benissimo, sono sicura che a Marco piaceranno… chissà come si divertirà mentre a te non darò nemmeno il permesso di farti la tua pugnetta, se non dopo la mia scopata forse…”. Proseguì: “bene, sei stato molto veloce ed efficiente… almeno hai gusto in fatto di vestiti femminili, anche se ovviamente una figa vestita così tu te la sogni ahaha”. Comunque sono le 16:00 e dobbiamo fare un’altra cosa prima di andare dal parrucchiere. Mi dovrai aiutare a farmi la doccia, tenermi compagnia nella vasca da bagno e poi aiutarmi a fare pratica per stasera… voglio essere carica al 100% con quel bel maschione!”. Io risposi: “sì, padrona, fino al bagno ci sono arrivato, ma cosa vuol dire che deve fare pratica”. Lei, con un sorrisetto malizioso, disse: “Beh, dovrai semplicemente fare finta di scoparmi per farmi esercitare in vista di stasera… una sorta di riscaldamento, diciamo, mentre io ad ogni colpo che mi darai urlerò il nome del mio amante…” Io dissi: “ma… padrona… io rischio di venire in due secondi così…”. Lei rispose: “lo so, schiavetto… è per questo che tu indosserai questa!”. Tirò fuori dal cassetto del suo comodino una gabbietta di castità, dicendomi: “questa la indosserai da adesso fino a dopo la scopata che mi farò stasera, così riuscirai a resistere senza venire da verginello quale sei davanti ad un super figa come me. Ovviamente ti lascio scegliere se devo mettere la chiave, tra le mie tette o vicino alla caviglia… ti va bene, schiavetto?”. Risposi con risolutezza, anche se impaurito: “Certo, padrona, ogni suo desiderio è un ordine. E vorrei che lei tenesse la chiave tra le sue tette, così è più al sicuro”. Lei rispose: “bene, schiavetto… ottima scelta! Ora vieni qui e teniamo al sicuro il tuo pisellino da orgasmi indesiderati… DA ME! ahahah”. Ormai aveva il totale controllo sulla mia sessualità e poteva manipolarmi come voleva lei… ecco cosa intendo quando dico che c’è chi deve comandare e chi sfigato come me si deve sottomettere. Era il mio ruolo, ciò che sono, ciò per cui, forse, ero nato, pur senza saperlo. Mi mise la gabbietta, chiuse il lucchetto e si mise la catenella che teneva la chiave, che si perdeva nelle sue tette, intorno al collo. Fatto ciò, entrammo in doccia e mi ordinò di insaponarla dappertutto, tranne sul culo o sulle tette, perché mi aveva detto: “gli sfigati come te possono al massimo vedere queste cose, ma non toccarle”. Dopo che si fece la doccia, volle restare nella vasca da bagno. Mi ordinò: “ora abbracciami senza toccarmi le tette e tra 5 minuti mi fai un massaggio per rilassarmi mentre ti racconto cosa intendo fare”. Obbedii e mi disse: ” sai, stasera prima penso che lo bacerò mentre gli tocco il suo bel cazzone, poi gli tolgo i pantaloni con i denti e gli farò un bel pompino… dopodiché penso che che mi farò scopare prima alla missionaria e poi a pecora mentre mi tira i capelli e mi sculaccia”. Io ero eccitatissimo, ma dovevo controllarmi, perché, se avessi avuto un erezione, mi sarei fatto anche male… stavo reprimendo il mio piacere per la mia dea, ma non era un problema per me… era semplicemente il mio ruolo e ciò per cui ero destinato. Dopo un pò mi ordinò: “dai, ora alziamoci e fai finta di essere Marco e scopami!”… facemmo così per 10 minuti. Lei si era messa appoggiata con le tette al muro e con il culo (non potevo toccare nessuna delle due cose) che premeva vicino alla mia gabbietta di castità e mentre facevo finta di scoparla urlava: “SIIIIII, MARCOOOO, SIIIIIIIII SCOPAMIIIIII FAMMI TUAAAAAAA!!!” Finito questo riscaldamento, che per me fu davvero una tortura, uscimmo dalla doccia e, mentre le mettevo l’accappatoio, mi disse: “sei stato davvero bravo, sfigatello… se stasera riuscirò a farlo godere come un matto e a conquistarlo, sarà anche grazie a te”… disse questo facendomi l’occhiolino. In seguito la accompagnai dal parrucchiere e e anche lì ci mise un’ora, che ovviamente mi ordinò di passare in macchina. Alle 18:00 uscì dal parrucchiere… la sua chioma nera era davvero di livello e ciò la rendeva ancora più figa di quanto fosse solitamente. Mi chiese: “che te ne pare? Sto bene?”. Risposi: “padrona, chiunque verrebbe nei pantaloni al solo vederla”. Lei rispose:” tu sicuramente, sfigato ahaah”. La riaccompagnai a casa e la aiutai a vestirsi con i vestiti scelti nel pomeriggio. Una volta vestita dinnanzi a me si presentò qualcosa di maestoso: era davvero una dea forte, bella, irraggiungibile… almeno per me. In quel preciso momento capii perché uomini alfa come Marco come potevano scoparsi strafighe così ed io potevo solo essere il loro zerbino personale. La serata, poi, sarebbe stata, almeno, per lei, qualcosa di indimenticabile e per me qualcosa di veramente doloroso…

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